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ciao a tutti, da alcuni racconti ho scoperto che mio nonno (classe 1898), durante il terzo reich ha fatto parte del flusso migratorio dall'italia alla germania.
inquadrato come manovale.
a vostro avviso, dove potrei cercare traccia della sua presenza in germania?
immagino che gli ingressi di migranti fossero registrati.
dovrei coinvolgere qualche archivio di stato tedesco? oppure?
grazie mille,
Andrea
Parlare di migranti è improprio, i lavoratori italiani in Germania erano inquadrati a livello sindacale e amministrativo tra i sindacati fascisti e quelli nazisti, partivano con apposite tradotte dopo aver effettuato le necessarie visite sanitario-amministrative in Italia. Talvolta erano forniti di pseudo-divise in colore kaki o marrone a imitazione delle uniformi brune del NSDAP per dare loro un aspetto più marziale e meno da straccioni. Soprattutto durante il conflitto erano ospitati in appositi baraccamenti definiti Lager ma niente a che fare coi campi di sterminio. Avevano un capocampo (un sindacalista fascista italiano) che teneva i rapporti con la ditta o l'ente germanico per il quale lavoravano. Di solito dopo l'armistizio continuarono a lavorare fino al 1945 tutelati dalla RSI e furono rimpatriati dagli alleati nel 45/46 frammisti insieme a IMI, deportati politici, ex militari repubblichini e criminali comuni.
Tuo nonno è rientrato in Italia dopo? Ha lasciato documenti?Citazione:
Originariamente Scritto da andreavorab
Con la caduta del fascismo agli italiani veniva chiesto se volevano essere internati (chi era per Badoglio) o se optavano per la RSI, che spesso gli comportava di dover combattere, se non esonerati.
L'Ambasciata D'Italia a Berlino aveva fino al 1945/46 un ufficio per gli «ITALIANI INTERNATI IN GERMANIA».
Gli internati erano gli internati militari IMI niente a che vedere con i lavoratori volontari. Che poi nel 1944 lo status degli IMI sia sulla carta divenuto quello di lavoratori civili cambia poco, sempre nei campi rimasero.