Vorrei condividere con Voi alcune pubblicazioni di sicuro interesse (o almeno spero)
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Vorrei condividere con Voi alcune pubblicazioni di sicuro interesse (o almeno spero)
Interessano, interessano vai tranquillo. C'è da parte mia una punta di invidia quando vedo vecchi libri.
Certo che interessano [264
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Originariamente Scritto da Andrea58
Particolare e presumo raro documento.. se ho letto bene si tratta della presentazione del Monumento Nazionale al Carabiniere di Torino..
Un cenno su questo monumento con alcune belle integrazioni con foto d'epoca
viewtopic.php?f=102&t=12121&start=0
Questo è un albo delle medaglie d'oro, da notare G.B. Scapaccino la prima medaglia d'oro la cui morte è riportata su di una famosa tela
Altra bella e rara documentazione.. complimenti Garand
Dei 4 Militari leggo e riconosco..
Carabiniere SCAPACCINO Giovanni Battista
(Incisa Belbo, ora Incisa Scapaccino, 15 febbraio 1802 - Les Echelles, Savoia, 3 febbraio 1834) - Si arruolò volontario il 13 dicembre 1822 nel Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" divenendovi sottocaporale il 1° aprile 1829 e caporale il 1° luglio dello stesso anno. Prossimo al congedo, per ultima ferma, il 16 gennaio 1830, passò nel Corpo dei Carabinieri e fu destinato alla Stazione di Les Echelles, in Savoia. Nel 1833 un corpo armato di fuorusciti tentò di invadere la Savoia per accendervi la rivolta. Fallito un primo tentativo su Annecy, una colonna di circa cento armati, nella notte sul 3 febbraio 1834, varcò il confine raggiungendo di sorpresa il villaggio di Les Echelles, occupandolo.
Nella notte alta, il carabiniere Scapaccino, di quella Stazione, ignaro di quanto era accaduto, tornava a cavallo da Chambery, dove si era recato per servizio. Nonostante la località* fosse già* occupata, il carabiniere tentò ugualmente di forzarne l'ingresso. Circondato dai ribelli, gli fu ingiunto, sotto la minaccia delle armi, di aderire spontaneamente alla loro causa e di gridare "Viva la repubblica". Ligio al proprio dovere e pur consapevole che dalla risposta dipendeva la sua vita, il carabiniere oppose un fiero rifiuto, spronando il cavallo nella speranza di superare il cerchio degli armati. Fu un tentativo vano: due fucilate ne troncarono la giovane esistenza.
Con sovrana concessione del 6 giugno 1834 alla Memoria del carabiniere venne conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Per aver preferito di farsi uccidere dai fuorusciti, nelle mani di cui era caduto, piuttosto che gridare viva la repubblica a cui volevano costringerlo, gridando invece viva il Re. - Ponte des Echelles, 3 febbraio 1834".
Istituita con Regio Viglietto del 20 marzo 1833, la Medaglia d'Oro al Valor Militare conferita al carabiniere Scapaccino fu la prima ad essere assegnata ad un militare dell'Esercito sardo-piemontese, divenuto Esercito italiano con Regio Decreto del 4 maggio 1861.
(La sciabola mod. 1833 da Carabiniere a Cavallo di Giovan Battista Scapaccino è conservata al Museo Storico dell'Arma).
Luogotenente Gerolamo BERLINGUER
la storia di Gerolamo Berlinguer, discendente di una nobile famiglia catalana, che come tutti i maschi cadetti della nobiltà* locale aveva dovuto abbracciare la carriera militare per lasciare il grosso del patrimonio indiviso al primogenito.
Ad appena ventun anni diventa sottotenente nel reggimento della milizia provinciale di Sassari ed alcuni anni dopo comanda come capitano un battaglione di baracellari, una milizia locale istituita da re Carlo Felice che godeva dell'esenzione dal servizio militare vero e proprio. Ancora oggi i baracelli esistono con la funzione di guardie giurate.
Passato poi nel 1832 con altri exbaracellari nei neocostituiti cavalleggeri di Sardegna, il luogotenente Berlinguer aveva cominciato a conoscere a fondo tutti gli anfratti della provincia di Sassari. Fu un apprendistato duro, ma prezioso per muoversi alla pari con i latitanti.
Il latitante che era riuscito a darsi alla macchia, non solo era logicamente protetto ed aiutato da qualcuno in paese, non solo era in grado di sopravvivere in boschi selvaggi, ma aveva tutta l'esperienza e l'agilità* necessaria per sfruttare ogni nascondiglio della foresta, Un tipico trucco sardo era di nascondersi immobili in un cespuglio, ed aspettare che l'inseguitore proseguisse oltre. Perciò chi non conosceva la zona e non aveva né pazienza né fantasia poteva al massimo ricorrere, come il viceré di Villamarina, all'incendio di un'intera foresta per stanare una banda di latitanti. Metodi di cui uno specialista antesignano di controguerriglia come Berlinguer poteva fare a meno.
Gli era bastata una piccola pattuglia, tre persone in tutto, per ritrovare un latitante omicida, Battista Canu, che aveva ammazzato qualche tempo prima, per motivi oscuri, un medico con una fucilata in un agguato. Canu sarebbe stato sorpreso nel sonno in fondo ad una grotta, se il suo fedele cane non si fosse lanciato su una figura che strisciava dietro un cespuglio. Per quanto forte ed addestrata, la bestia venne uccisa da Barlinguer con una coltellata al ventre.
Canu prese la mira e tirò al cespuglio sospetto. Un grido confermò che l'avversario era stato colpito, Canu si rifugiò in fondo alla grotta ricaricando in fretta il suo vecchio fucile a pietra focaia. Per la seconda volta Berfinguer, già* ferito ad una spalla, gli intima di arrendersi ai cavalleggeri, altra fucilata cui rispondono quelle della pattuglia. Canu ricarica ed attende paziente che il nemico si scopra. Berlinguer decide, d'intesa con i commilitoni, di sfruttare il momento della ricarica. Dopo un altro scambio di fucilate i due della pattuglia serrano verso i lati della caverna senza essere scoperti. Bisogna attirare l'attenzione del bandito.
."Canu arrenditi!", una secca fucilati sfiora dolorosamente il fianco del luogotenente, ma in un lampo i due piombano su Canu mentre armeggia per ricaricare. Berlinguer entra finalmente nella caverna e Canu ne approfitta per un'ultima disperata mossa, perché all'inferno è meglio andarci in due. Raccatta il fucile e lo scarica in pieno petto al ferito.
All'alba del 25 giugno 1835, il luogotenente viene adagiato su una rozza barella ed affronta le operazioni chirurgiche. Per lui è la medaglia d'oro e la promozione a luogotenente in prima, ma soffrirà* sempre per le ferite subite. Otto anni dopo deve lasciare il servizio per invalidità*. A Canu non resta che l'impiccagione in piazza e una fossa anonima. Una storia di valore e di amarezza.
Fonte Comando Generale Arma dei Carabinieri
Questo riguarda il museo dell'Arma che putroppo è chiuso ormai da tempo
Un bellissimo album.. una chicca
Questi sono due manuali d'istruzione abbastanza "datati"