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Allegati: 13
[VERONA] Forte Tomba
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Il forte Tomba era collocato in aperta campagna, a circa 700 metri oltre il borgo di Tomba, presso l'abitato di San Giacomo della Rogna. Era situato a cavaliere del rettifilo della strada postale per Ostiglia, che obbligava ad aggirarlo, prendendola con tiri d'infilata e di fianco.
Nel secondo dopoguerra (primi anni Cinquanta), per dare lavoro ai disoccupati, vennero completamente spianate le opere di terra del forte, colmando il fosso. Negli anni successivi la distruzione proseguì con lo sventramento del ridotto, per rettificare la strada proveniente da Ostiglia. Negli anni Novanta, si è ulteriormente peggiorata la situazione d'intorno, in prossimità del ridotto, con la costruzione dello svincolo della Tangenziale Sud.
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Assieme a "fortificazioni" abbiamo voluto quindi controllare lo stato in cui versa. Come potete vedere facilmente il forte è ora attraversato dalla SS12.
In questa prima parte daremo uno sguardo sulla parte di destra.
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Era il forte maggiormente armato della prima linea. Il Forte Tomba è simile, per impianto architettonico e caratteristiche tecnico-logistiche, ai forti Lugagnano e Dossobuono. ( questa infatti è la pianta di Forte Lugagnano). Se ne distingue, tuttavia, per le maggiori dimensioni d'insieme. È diversa anche la poligonale di base del forte, a lunetta con fianchi obliqui.
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In questa simulazione , possiamo vedere dove e come si dovevano trovare le strutture del forte ora demolite.
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Il forte è stato costruito tra il 1860 e il 1861 e il suo nome era "Werk Stadion". Poi dopo il 1866 fu chiamato Forte Tomba. Durante la campagna del 1866 fu armato in modo notevole.
Qualche dato : 6 cannoni ad anima rigata da 9 cm a retrocarica, 6 cannoni ad anima liscia da 9,5 cm ad avancarica, 20 cannoni di diverso calibro ad anima liscia, 2 mortai
Presidio di guerra: 375 fanti, 72 artiglieri
Presidio di emergenza: 616 uomini
Riserve di munizioni: 52.500 kg di polveri
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Allora è arrivato il momento di osservalo da vicino : ad esempio possiamo notare il tufo a opus poligonale
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All'interno ovviamente non esiste più il secondo piano, ma possiamo osservare le dimensioni dei muri e della copertura.
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E' invaso da una quantità notevole di detriti.
Nel corridoio ad esempio, possiamo vedere come il sedimento arriva alla fila di feritoie del primo piano.
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Eppure anche se distrutto , forte Tomba conserva un certo fascino regalandoci la possibilità di vedere le tecniche costruttive dell'epoca : le masse murarie di pietrame, le volte di laterizio.
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[attachment=3:3m7yi82d]DSC04286.JPG[/attachment:3m7yi82d]
Abbandoniamo quindi questa parte del Forte e prossimamente affronteremo la visita della parte sinistra, nella speranza che ci regali qualche altra sorpresa essendo in concessione al circolo sportivo F.T.A.S.E
[00016009
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Re: [VERONA] Forte Tomba
la sovrintendenza non ha chiuso un occhio , li ha chiusi tutti e due quando gli hanno mostrato il progetto della strada . [1535
passando ad altro , la costruzione che , nella sovrapposizione , viene tagliata a meta' dal perimetro occidentale del forte , ha sul tetto una gabbia di faraday ?
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Che disastro: qui ci sono andati giù pesante (e io che mi rammarico per F.te S.Giuliano). [notok
Claudio, come sempre, magnifico.
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Grazie per i complimenti [257 .
Non mi sembra di ricordare gabbie di faraday , magari "fortificazioni" che mi accompagnava ricorda qualche particolare, ma tenderei ad escluderlo.
Aspettate prima di dire che ci sono andati pesanti , non è finita. Aspettiamo il nostro inviato "Festungsartillerie" con le news dai giornali locali, sembra che potranno fare anche di peggio..... [notok
[00016009
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Mi unisco ai complimenti a Decca per l'opera di documentazione come sempre eccellente, in particolare la sovrapposizione della pianta del forte sulla mappa attuale è a dir poco spettacolare! [257
Forte Tomba, che altro dire? Si tratta in effetti di un tristissimo rudere fatiscente, i resti del ridotto centrale spaccato a metà da una strada di grandissimo traffico, tutto quello che resta del più imponente dei 4 forti gemelli progettati da Daniel Salis Soglio dopo la guerra del 1859 per la seconda cerchia fortificatoria esterna veronese. Ora la stragrande maggioranza di quelli che lo attraversano in auto ogni giorno vedono distrattamente questi ruderi, intuiscono che deve trattarsi di qualcosa di antico e dalle origini guerresche, ma non hanno la minima idea di quella che era la conformazione articolata e complessa dell'opera, con fossati, terrapieni, caponiere ecc.
Eppure, come dice Decca, questi poveri ruderi hanno per noi appassionati il loro fascino, che forse va oltre l'aspetto razionale, in particolare poi per chi come me li attraversava fin da bambino negli anni '70 passandoci spesso in auto coi genitori, rimanendone colpito e fantasticando su come poteva essere il forte, segno di una passione che sarebbe maturata col tempo.
Quando ci sono entrato per la prima volta anni dopo in una visita solitaria, nella parte che era allora di libero accesso, mi ha colpito la devastazione e il degrado, era ridotto a immondezzaio. Verso la metà degli anni '90 i ruderi hanno subito l'ultimo scempio, gli è stata costruito addosso a poche decine di metri uno svincolo della tangenziale che pur non toccando i resti ha stravolto il paesaggio circostante.
Se verso il 1950 questo vecchio forte, conservato integralmente fino ad allora e usato come deposito/polveriera fino alla 2° G.M., era ormai considerato un ostacolo al progresso, un'occasione per dare lavoro ai numerosi disoccupati raddrizzandoci la strada che lo costeggiava, un triste simbolo della guerra che si voleva dimenticare, dopo l'inconsulta distruzione piano piano con il tempo e con moltissima fatica si è affermata, a partire dagli anni '70 - '80 una mentalità differente più sensibile alla storia, e sono arrivati i vincoli della Sovraintendenza per ciò che si era salvato.
Oggi, 2012, a Verona si scava e riemergono i resti dei forti del Quadrilatero, con qualcuno che casca dalle nuvole e si stupisce che la città abbia un passato storico di un certo rilievo... E i media dedicano una certa attenzione, e i politici, architetti ecc. avanzano ipotesi di recupero e riutilizzo alcune volte condivisibili, altre volte stravaganti e di dubbia utilità.
Sta succedendo anche per i poveri resti del Tomba/stadion. Il 9 agosto scorso ero in vacanza, ma ho salvato un articoletto del quotidiano L'Arena dove, con non poca sorpresa, ho letto di queste proposte.
Riporto di seguito l'articolo. Lascio a voi giudicare.
Forte Tomba ai privati diventa un supermercato
LA TRASFORMAZIONE. L'area a ridosso della tangenziale sud sarà riqualificata salvando parte del monumento. Venturi: «Nelle casse pubbliche un milione 300mila euro da investire nella viabilità». E la Soprintendenza cerca reperti
09/08/2012
L'area che comprende Forte Tomba, costruito dagli austriaci, è stata acquistata da una società privata e verrà riqualificata. All'interno troverà posto anche un supermercato. Gli operai sono sulle tracce di reperti e ritrovamenti storici da catalogare in accordo con la Soprintendenza. Dopodiché l'area a ridosso dell'imbocco della tangenziale Sud, su cui si affaccia una porzione di quel che rimane di Forte Tomba, costruito dagli austriaci, (tranciato in due dalla statale 12 e in parte interno all'area militare di fronte), potrà iniziare la sua trasformazione per diventare sede di attività commerciali: con tutta probabilità un supermercato.
I VINCOLI, a detta del presidente della quinta circoscrizione Fabio Venturi, sono già stati imposti dall'ente che tutela il patrimonio del territorio, compreso l'obbligo di mantenere una fetta di verde intorno alla struttura militare di metà Ottocento per riservarle lo spazio utile a valorizzarla e, oltre a ristrutturare il forte, realizzare parcheggi interrati e pochi stalli a raso.
L'INTERO ITER, per quanto suoni strano e anomalo che l'area su cui spunta un forte austriaco sia di proprietà privata, rientra nel nuovo piano degli interventi, che ha già accolto la manifestazione di interesse del privato.
«Il terreno è stato acquistato anni fa a un'asta demaniale dall'immobiliare Turbina», riferisce il presidente della circoscrizione Venturi, «che ha comprato anche il pezzo di terra subito dopo l'ingresso alla tangenziale dove c'era un distributore ora demolito. La manifestazione di interesse farà riversare nelle casse pubbliche circa un milione e 300mila euro da utilizzare per intervenire sulla viabilità».
I PUNTI ESATTI a cui metter mano non sono ancora definiti, in attesa che dagli uffici tecnici del Comune esca un piano complessivo sulla viabilità del sud della città che tenga conto delle molteplici movimentazioni in corso, compresa quella, imponente, dettata dallo sbarco di Ikea sul territorio scaligero.
«L'impegno del privato va in due direzioni», precisa ancora il presidente del parlamentino di Borgo Roma.
«Da un lato gli sarà imposto il recupero e la sistemazione del forte che, con tutta probabilità, viste le condizioni precarie, resterà inagibile ma illuminato e valorizzato come opera monumentale. Dall'altro il finanziamento sarà con tutta probabilità utilizzato per togliere i due semafori in via Pasteur e all'incrocio con la tangenziale, per rimpiazzarli con una rotonda».
IPOTESI quest'ultima, che pur restando la più probabile, sarà definita solo più avanti.
«Il piano per la viabilità voluto dalla giunta su mia richiesta dovrebbe essere pronto per fine settembre», riprende Venturi.
«Se l'eliminazione dei due semafori non si rivelerà necessaria, i fondi del privato potrebbero essere utilizzati per riqualificare via Pasteur, dove il settore strade del Comune ha già in programma una bitumatura complessiva con una spesa prevista di settecentomila euro».
GLI INTERVENTI da fare, del resto, non mancano, compresa la sistemazione del marciapiede già esistente, per migliorarne la viabilità ciclistica, e una possibile rotonda anche all'incrocio con via Flavio Gioia all'altezza delle vetrine di Arduini.
«L'estate prossima potremmo già essere al lavoro per risolvere finalmente il nodo della viabilità intorno a Forte Tomba», confida Venturi, «e la nuova rotonda a ridosso della tangenziale, insieme a una corsia dedicata per chi ne esce, permetterebbe una scorrevolezza più fluida delle automobili».
NELL'AREA dell'ex distributore, invece, sorgeranno con tutta probabilità ulteriori parcheggi e un'area verde, collegati magari alla zona del forte con un sottopassaggio. «Escludo la realizzazione di parchi gioco per i bambini sulla statale 12», conclude il presidente leghista.
«Piuttosto potremmo richiedere aree dedicate ai cani. La presenza del verde contribuirà comunque a migliorare la vivibilità di tutta quella zona del quartiere». (Chiara Bazzanella)
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Ma in realtà la parte più interessante è la foto che accompagnava l'articolo, al di là di quello che succederà sull'area del forte. Foto di scadente qualità, ma vi si vede chiaramente che stanno scavando, e che qualcosa hanno anche trovato: direi proprio che si tratta dell'ingresso da cui si accedeva alla poterna conducente alla caponiera, con annessi locali polveriere e latrine, come del resto nel gemello Gisela.
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Tanto per rendere chiaro di quale area si tratta, partendo dalla sovrapposizione di Decca, l'ho evidenziata con la freccia gialla:
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Re: [VERONA] Forte Tomba
Aggiungiamo qualche planimetria d'epoca, che ci permette di vedere meglio, confrontandole con quella già postata sopra, come il forte fosse leggermente differente nell'impianto di base rispetto ai 3 gemelli Dossobuono, Lugagnano e Azzano: a lunetta con fianchi obliqui. Come già detto, era il più grande dei 4. Oggi queste differenze non sono più rilevabili ovviamente dopo la demolizione... o meglio, aspettiamo che anche qui riportino in luce le caponiere oggi sepolte sotto svariati metri di terra e il perimetro del muro alla Carnot, chissà se succederà mai? [249
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Re: [VERONA] Forte Tomba
La mappa del piano terreno del forte.
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Re: [VERONA] Forte Tomba
E quella del primo piano. Da notare i profili delle riservette delle munizioni tra una piazzola e l'altra sul terrapieno delle artiglierie in barbetta. Da queste mappe apprendiamo che il forte era numerato con il numero 54: tra le fortificazioni veronesi ogni opera era identificata sinteticamente infatti con una cifra, usata talvolta nelle relazioni e ordini del giorno al posto del nome.