Nei Bunker della Linea Hitler...

Paradossalmente, della ben più lunga e poderosa Linea Gustav non rimane oggi alcuna fortificazione; in parte perché queste di fatto non esistevano (basandosi le sue difese più che altro su ricoveri e ripari naturali scavati nella roccia o realizzati in pietra), in parte perché quel poco che rimase dopo il 18 maggio 1944 fu prontamente utilizzato per l’avvio della ricostruzione.
Viceversa, circa dieci km più a nord, sulla Linea Hitler (più tardi Linea Senger) invece, rimangono numerosi bunker, i quali vanno dai modesti “Tobruk” fino ai ben più grandi ricoveri per le famose “Pantherturm”, le torrette di carro armato Panther interrate e utilizzate come artiglieria fissa.
E proprio di un paio di queste vi parlo, visitate dal Sottoscritto sabato scorso.

Ci vediamo nella piazza di Aquino, dove sta avvenendo una manifestazione di rievocazione storica; ad un tratto Roberto esordisce: “Andiamo a vedere un bunker?”. Come dirgli di no… detto, fatto: saliamo sul suo “Defender” e ci dirigiamo fuori dal centro abitato, diretti verso Pontecorvo. A circa metà strada svoltiamo per prendere un tratturo fangoso che, dopo un centinaio di metri, termina davanti ad una vecchia casa diroccata ma tuttora in piedi. Ed è qui che, quasi appoggiato a quel che resta della costruzione, sta il primo bunker. Si tratta di un “Tobruk” che presenta a lato dell’apertura superiore per il mitragliere una scaletta in metallo per scendere al suo interno. Purtroppo l’area adibita allo stazionamento del personale addetto è allagata, ma si scorge un locale abbastanza ampio (ca. 2 x 5 metri) con il soffitto a volta, adatto ad accogliere almeno quattro o cinque persone. Di lato, accanto al vano di ingresso, c’è una seconda apertura la quale, dopo qualche gradino, porta al basamento sormontato dalla cupola del bunker. Provo a entrarvi, lo spazio è alquanto angusto e non è facile muovermi senza sbattere nel cemento armato. Finalmente riesco a mettere fuori la testa dall’apertura, facendo automaticamente un salto indietro nel tempo di 70 anni!.
Facciamo un’attenta ricognizione del sito sia internamente che esternamente, ma la vegetazione è abbastanza fitta per poter scorgere qualcosa immediatamente intorno al sito.
Decidiamo quindi di andare via. Una volta per strada, passiamo accanto ad un altro “Tobruk” che è direttamente nel giardino di un’abitazione. Ci fermiamo un attimo, il tempo di una foto, poi via verso il nostro terzo “obiettivo”: la postazione di una delle Pantherturm che tanto filo da torcere diedero alle truppe del Commonwealth che tentavano di sciamare nella Valle del Liri subito dopo la caduta di Cassino. Il loro numero totale è ancora oggi oggetto di studio, ma tenendo conto delle tre che erano immediatamente sotto Piedimonte San Germano, si stima che non dovessero essere meno di sei, forse sette, di cui almeno tre-quattro disseminate nel territorio di Aquino e Pontecorvo.
Il sito, immaginandolo come doveva essere all’epoca dei combattimenti, si presta molto bene alla difesa: tutta l’area di fronte e di lato è perfettamente pianeggiante, per cui il lungo cannone PaK.40 da 75mm poteva di certo “dire la sua” nell’economia della battaglia, specie se non individuato immediatamente. Del complesso rimane oggi lo scavo rivestito in cemento destinato ad accogliere il blocco che conteneva la torretta Panther, l’abbozzo di una scala a pioli in metallo che portava dentro l’installazione e il tubo che serviva ad evacuare i fumi dello sparo del cannone. Purtroppo oggi il sito ricade in un terreno privato ed è stato per giunta recintato, per cui è impossibile procedere ad una ricognizione più accurata, ma sarebbe importante preservarlo e recuperarlo all’antico splendore, non fosse altro che per mantenere un punto di attenzione su un pezzo di storia importante della nostra terra.

ottime foto ed anche il posto,mi chiedo come possa essere tutto così abbandonato a se stesso un posto del genere,che parla di storia e di vite umane dimenticate !

che tristezza [1535

Interessante il testo, e fotografie molto belle. [264

Domenico

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