Film: KIFF TEBBY (COME VUOI)
REGISTA: MARIO CAMERINI
AIUTO REGISTA: CORRADO D' ERRICO
SCENEGGIATURA: LUCIANO DORIA (DAL ROMANZO OMONIMO DI LUCIANO ZUCCOLI)
FOTOGRAFIA: FERDINANDO MARTINI
CAST: DONATELLA NERI, MARCELLO SPADA, UGO GRACCI, LAURA ORSINI, GINO VIOTTI, ALBERTO PASQUALI, CARLO BENETTI, NINI' DINELLI, PIERO CARNABUCI, ENRICO SCATIZZI, RENATO VISCA, RAIMONDO VAN VIEL.
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE: Italiana A.D.I.A.
B/N (MUTO)
ITALIA
1928
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TRAMA:
Mné e la sorella cieca Gamra sono le beniamine della cabila (tribù araba) di Mabruk El Gadi. Amorosa del fiero Ismail, capitano dell' esercito turco, ma aperto alle idee occidentali, Mné è concupita dal prepotente signorotto Rassim. Scoppia la guerra italo-turca. Per salvarsi dalla furia delle truppe ottomane, le due sorelle si rifugiano nel deserto dove Gamra muore per il morso di una vipera. Affrontato in duello Rassim, Ismail lo uccide ma, sospettato di intesa con gli invasori, è degradato e condannato a morte. L' arrivo delle truppe italiane risolve la situazione e i due innamorati si riuniscono.
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TRAMA ALTERNATIVA APPARSA SU: LA RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO, TORINO, 1928
Tripolitania, alla fine del primo decennio del secolo. In una casa araba, il vecchio padre accoglie Ismail il primogenito che ritorna dall' Europa, dove ha studiato, portando con sé idee di civiltà. Scoppia la guerra italo-turca: pattuglie di soldatacci, all' ombra della bandiera mezzalunata, scorrazzano pel deserto al fine di requisire armi, vettovaglie ed uomini, un vero e proprio saccheggio verso le già povere tribù di nomadi cammellieri. Mné, piccolo fiore del deserto, ha perduto la sua sorella cieca, morta di stenti; ora chiede soccorso ai soldati. Ma quegli uomini, ebbri di ogni più bieca passione, se la contendono vergognosamente. Ecco sopraggiungere Ismail, nel cui animo vibra possente la pietà per le sventure: egli accoglie nella sua casa la sperduta e la circonda d' ogni cura più premurosa, ponendole al fianco Taléb, un vecchio e fido schiavo. Rassim, ricco signore arabo che aveva messo gli occhi su Mné, offende la casa di Ismail, e da costui viene sfidato e ucciso. Il comando supremo turco, che aveva affidato a Rassim una delicata impresa contro gli italiani, giudica l' atto di Ismail come un tradimento e si appresta a condannare il giovane. Dopo il bombadamento italiano del forte di Kassarmuth, dove Ismail è stato rinchiuso, questi si salva e riesce anche a ritrovare la piccola Mné, ormai perdutamente innamorata del suo salvatore. Nel deserto, ove si sono rifugiati, vedono da lontano, sul forte di Kassarmuth, abbassarsi la bandiera con la mezzaluna e salire giocondamente un vessillo bianco, rosso e verde. << E' l' Italia !>> mormora lieto Ismail. E stringe a sè la sua piccola araba, mentre lì presso Taléb, attonito e commosso, mira la bella bandiera agitarsi nel sole.
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