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E' partita una tradotta
E' partita una tradotta,
tutta piena di diciott'anni,
visi freschi, cuori spaccati
dalle granate dell'allegrìa.
Hanno preso la via del mare
questi giovani in grigioverde
col prurito nelle mani
e l'amore nei tascapani.
L'han chiamato "Il Battaglione
del figliol... di mamma mia!"
Fà una pernacchia e tira via
perchè c'è sempre qualche frescone...
Mamma mia, ma col moschetto,
bacio in fronte, te l'ho detto
salutando alla stazione,
questo è quello della mitraglia;
mamma mia, ma col pugnale,
chè la guerra non è finita,
scaglio l'anima nella partita,
lasciala andare dove vorrà.
I diciott'anni li consumiamo
tra la gavetta e le scarpinate,
poi verrà l'ora che batte il cuore
quell'ora santa delle legnate.
O Battaglione di primavera
dove si ferma nessun lo sa.
Ed ora andiamo oltre i confini
Battaglioni di Mussolini!
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Inno del Reggimento Giovani Fascisti, reparto regolare del R. Esercito composto interamente di giovanissimi volontari provenienti dai reparti della GIL che avevano partecipato nel 1940 alla cosiddetta "Marcia della Giovinezza" rifiutando di sciogliersi.
Costoro combatterono eroicamente gli inglesi a Bir El Gobi, parteciparono all' occupazione dell' Oasi di Siwa in Egitto e successivamente furono di retroguardia durante la ritirata delle forze dell' Asse dalla Libia in Tunisia, sino alla resa nel maggio '43.
Il reparto (inizialmente due battaglioni) nel corso del conflitto fu indicato con varie denominazioni: GRUPPO BATTAGLIONI VOLONTARI GG.FF. / REGGIMENTO GG.FF. / 136^ DIVISIONE CORAZZATA GIOVANI FASCISTI (in realtà ebbero solo due autoblindo AB 41 e alcune camionette di p.b. armate di cannoni) / BERSAGLIERI D' AFRICA (durante gli ultimi combattimenti in Tunisia e l' integrazione con un Btg. M ed alcuni Btg. Bersaglieri giunti via nave come rincalzi).
Dopo l' armistizio i GG.FF. rimpatriati per ferite o malattie e quelli rimasti in Italia come deposito aderirono in massima parte alla RSI in vari reparti. Nell' ambito del PNF esisteva anche una Compagnia "Bir El Gobi" composta da GG.FF.
I volontari GG.FF. in Africa portavano sull' uniforme del R.E. le fiamme a due punte gialle bordate di rosso (i colori di Roma), caricate della stelletta a cinque punte. Il copricapo era il fez nero. Non vestirono MAI la camicia nera.