giacca da carrista

Tre delle foto sono inadatte per pronunciarsi con un minimo di attendibilità.
Ma già da "lontano, l'inusuale rosa-confetto dei profili delle mostrine e delle spalline (apparentemente realizzati in panno di lana poco utilizzato all'epoca), la tipologia dell'aquila e la qualità del tessuto non depongono a favore dell'originalità del pezzo. Qualcun altro, poi, potrà eccepire sui bottoni o sull'ampiezza e l'angolazione dei revers. In ogni caso, con riserva di foto particolareggiate ed esame fisico dell'oggetto.
La sola foto utile ritrae qualcosa di allarmante. Il nome del fabbricante berlinese, più noto per la confezione di copricapo, appare stampigliato con un timbro componibile a caratteri mobili su un'etichetta interna , per altro assai povera, presente nei soli capi di sartoriaOve, il più delle volte, compaiono la data (e non il solo anno) di confezione unitamente ad altre diciture che qui mancano. Il capo sembra essere invece un oggetto di dotazione e come tale dovrebbe essere timbrato (e non "etichettato") direttamente sulla fodera, in altra posizione , con il nome del fabbricante e le taglie prescritte.
Lascerei perdere.
MP