[SARDEGNA] La Maddalena, mare, forti e batterie

INTRODUZIONE.
L`arcipelago di La Maddalena è forse la parte più bella della Sardegna, è comunque quella che io consiglio di vedere a chi si vuole fare un`idea di cosa la natura possa fare unendo il granito e il mare.
Dal punto di vista più strettamente forumistico, sintetizzare la storia militare dell`arcipelago di La Maddalena in maniera sintetica e leggibile è un`impresa molto difficile, ma ci proverò. Altra premessa fondamentale è che il mio interesse principale sono le batterie della Seconda Guerra Mondiale, il resto lo ho fotografato e ve lo racconto perchè sono strutture comunque belle ed interessanti. Quella che segue è la prima puntata.

IL PERIODO PRE-UNITARIO
L`interesse dei Savoia per le cosidette Isole di Mezzo si concretizzò attorno al 1767 quando fu chiesta ai pastori corsi (unici abitanti dell`arcipelago) la formale sottomissione. La guarnigione sabauda creò un primo trinceramento in località* Trinita poi negli anni successivi iniziò la costruzione di una serie di forti che ancora oggi si mostrano nella loro severa bellezza.

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Una vista generale dell'arcipelago con le fortificazioni settecentesche

Il primo forte chiamato semplicemente La Torre, venne costruito sull`isola di Santo Stefano, nella zona della frequentata (perchè riparata e dotata di sorgente d`acqua potabile) Cala di Villamarina. La Torre risulta terminata nel 1773.

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La Torre vista dal traghetto tra Palau e La Maddalena

Successivamente furono costruiti altri forti a difesa dell`abitato di La Maddalena e dell`intero arcipelago. Una posizione chiave per il controllo del traffico era (ed è tuttora, visto che vi è installato il centro di controllo V.T.S. delle Bocche di Bonifacio) quella di Guardia Vecchia, il punto più elevato dell`isola con i suoi 146 metri sul livello del mare. Il forte fu denominato San Vittorio ed aveva la funzione di proteggere dall`alto tutte le altre opere, oltre che di avvistamento del traffico, specialmente di quello proveniente dalla ostile Corsica.

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Guardia Vecchia vista da Tegge, con il temporale che si avvicina.

I cardini della difesa dell`abitato erano la Batteria Balbiano ad ovest di Cala Gavetta, la Batteria Sant`Agostino ad est della stessa cala e il Forte S.Andrea alle spalle dei due precedenti ed in posizione dominante.
La Batteria Balbiano costruita nel 1792 è ora inglobata da altre costruzioni ma è ancora riconoscibile, mentre quella di Sant`Agostino è praticamente indistinguibile nel tessuto urbano. Il Forte S.Andrea del 1790 domina ancora l`abitato con la sua mole bianca.

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I pochi elementi riconoscibili della Batteria Balbiano.

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Forte Sant'Andrea

Ad ovest dell`abitato in località* Tegge fu costruito dopo il 1793 il forte Santa Teresa, abbandonato a metà* del 1800 ed ora quasi completamente in rovina.

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Forte Santa Teresa

A questo punto è necessario fermarsi nella descrizione (sommaria) delle fortificazioni per raccontare uno degli episodi più salienti della storia di La Maddalena. I nomi Domenico Millelire e Tommaso Zonza probabilmente non dicono niente alla maggior parte di voi, quello di Napoleone Bonaparte è noto invece a tutti. Cosa hanno in comune questi 2 maddalenini, il corso persone e La Maddalena?
Riporto la vicenda rielaborando la voce Domenico Millelire presa da Wikipediarosa
Nell'ultimo decennio del Settecento la neo-repubblica francese, spinta da mire espansionistiche, preme sui confini del Regno di Sardegna. I soldati di Vittorio Amedeo III contrastano efficacemente l'armata francese ai piedi delle Alpi ma i transalpini cambiano strategia: mettono a punto un piano per invadere la Sardegna per fiaccare così la resistenza del Regno. Una flotta di 22 navi, ben equipaggiate e armate, salpa da Bonifacio alle 4.00 del mattino del 22 Febbraio e già* alle 9.00 una parte delle truppe da sbarco comandate dai luogotenenti Bonaparte e Quenza si impossessano dell'indifesa isola di Spargi. Sull'isola della Maddalena intanto la popolazione civile viene evacuata nell'entroterra di Palau e ci si prepara alla difesa nonostante la manifesta inferiorità* di uomini e mezzi. Sull'isola madre i miliziani sono circa 500 di cui la metà* volontari e mal equipaggiati mentre sulla costa gallurese ci sono circa 200 combattenti, principalmente pastori e artigiani galluresi. La flotta Sarda è composta di due mezze galere, la Beata Margherita e la S. Barbara, di 4 galeotte e di legni minori, l'isola di S.Stefano è armata di tre cannoni alla Torre e presidiata da 25 uomini mentre in quella della Maddalena sono presenti le batterie S. Andrea, Balbiano e Sant`Agostino.

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Vista della zona di Tegge, sullo sfondo la Sardegna

La fregata francese Fauvette nel frattempo si avvicina all'isola madre ricevendo il fuoco dei cannoni della batteria Balbiano e quello delle mezze galere e viene costretta a ripararsi nella rada di Mezzo schifo dove cala l'ancora.
Nel pomeriggio, i francesi sbarcano, senza essere visti, sull'isola di S.Stefano, dove il luogotenente Bonaparte fa piazzare un mortaio d'assalto e alcuni cannoni che nella notte bersagliano senza sosta i forti maddalenini, la flotta all'ancora e lo stesso abitato della Maddalena. La situazione è grave e il nocchiere Millelire sa che La Maddalena non può resistere a lungo, prende il comando di una piccola lancia sulla quale è imbarcato il piu grosso cannone della "Balbiano", e lo trasporta a Punta Tegge nella parte ovest dell'isola per metterlo in batteria.
Da qui, con una pioggia di palle riesce a danneggiare la fregata "Fauvette" e costringerla a riparare in un luogo più sicuro per gettare l'ancora nella cala di Villa Marina a S. Stefano.
La vicina isola di Caprera non può più essere presidiata, gli uomini vengono richiamati per difendere il difendibile ma Millelire non si arrende e da Punta Tegge, dove si trova, concepisce un piano molto ardito: fa montare una batteria sul litorale della Sardegna per cannoneggiare le navi francesi ancorate nella Cala di Villa Marina.
Si imbarca sul suo lancione, scortato dalla galeotta Sultana e con l'aiuto di Tommaso Zonza, altro eroico Maddalenino, approda nei pressi di Palau e, con l'aiuto di alcuni pastori piazza il cannone da dove apre il fuoco sulla flotta all'ancora, la quale subisce danni pesantissimi ed è costretta nuovamente alla fuga ma Millelire ne anticipa ancora le mosse: Fa spostare la batteria a Capo d'Orso, a sud di Palau e colpisce ancora i francesi in fuga provocando un ammutinamento nell'equipaggio il quale, in preda allo sconforto, chiede di navigare in gran fretta verso la Corsica.
Il Generale Colonna-Cesari, Comandante della spedizione emana l'ordine di ritirata ma Buonaparte non ci sta e continua il fuoco sulla Maddalena che risponde, seppur a corto di munizioni. Il Nocchiere Millelire ora reimbarca il suo cannone sul lancione e insegue il convoglio nemico in una disordinata fuga, s'imbarca poi su di una scialuppa cannoniera e insegue, non ancora pago, la flotta francese fin quasi in Corsica.

Domenico Millelire è la prima medaglia d`oro della Marina Sabauda, il primo di una lunga serie di eroi che arriva fino a noi.

Ottimo servizio, molto interessante. Sono andato in vacanza da quelle parti diverse volte, ma non avevo mai notato queste fortificazioni. La prossima volta farò più attenzione. [ciao2]

Complimenti per le fotografie e sopratutto per l'accurata ricerca storica.Pur essendo anch'io interessato principalmente alle Fortificazioni del periodo del secondo conflitto,o immediatamente precedenti ho apprezzato molto il tuo reportage che mi ha permesso di scoprire aspetti sconosciuti ed interessanti delle batterie costiere settecentesche.Ti invito quindi a continuare.
[ciao2]Gianfranco

Scattata da Capo Orso...

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Molto belle foto e descrizione dei personaggi. Io come Millelire conoscevo il sommergibile, adesso so anche perchè portava quel nome.
Certo che quando veniva disturbato questo Millelire si incazzava parecchio e non te le mandava mica a dire, veniva di persona col cannone!![;)][;)]
Aspetto il seguito.
Ciao
Andrea

I FORTI OTTOCENTESCHI: PRIMO PERIODO
Dopo l`incursione del 1793 ci si rese conto che erano necessarie altre opere per rendere l`arcipelago più sicuro dalle "attenzioni" francesi. Una protezione indiretta (ma non troppo!) venne fornita per un lungo periodo dalla Royal Navy che al comando dell`ammiraglio Nelson fece dell`arcipelago la propria base per oltre un anno
La storia la potete leggere nel seguente link, utile per approfondire la conoscenza sul tutti gli aspetti dell`arcipelago

http://www.lamaddalena.it/nelson_horathio.htm


I forti costruiti in questo periodo seguono concettualmente quelli del periodo settecentesco mirando al rinforzamento delle difese in generale e al superamento dei difetti evidenziati dall`incursione francese. Nei primi anni del secolo furono quindi costruiti i forti di San Giorgio sull`isola di Santo Stefano (allo scopo di controllare meglio il canale di Palau e di non lasciare troppo isolata la Torre) e il Forte Carlo Felice (allo scopo di proteggere il versante orientale dell`isola di La Maddalena, con il passaggio di Moneta e Cala Camicia).

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E` abbastanza evidente dall`immagine satellitare che il sistema di forti poteva fornire una efficace protezione dell`abitato e degli ancoraggi tra La Maddalena e Santo Stefano, mentre lasciava quasi del tutto sguarnito il resto dell`arcipelago. Per lunghi anni l`assetto delle fortificazioni non venne modificato e queste inevitabilmente divennero obsolete tanto che nel 1856 vennero formalmente abbandonate.

I FORTI OTTOCENTESCHI: SECONDO PERIODO
Intorno al 1890 la Piazzaforte di La Maddalena tornò per così dire di moda, sempre in funzione antifrancese: l`Italia faceva parte dal 1882 della Triplice Alleanza con la Germania Imperiale e con l`aquila bicipite austro-ungherese.
Lo scopo dell`enorme rafforzamento dell`arcipelago era quello di fornire un ancoraggio sicuro alla giovane flotta sabauda (oltretutto la battaglia di Lissa non è troppo lontana..), di impedire alla flotta nemica (leggi: Francese) di impadronirsi di un punto d`appoggio sicuro e di controllare il passaggio delle Bocche di Bonifacio. Praticamente si volle creare un bastione esterno a difesa della penisola, concetto ripreso anche nella Seconda Guerra Mondiale. Per darvi un`idea della centralità dell`arcipelago in funzione antifrancese, riporto alcune distanze (indicative) tra La Maddalena e alcuni porti.
La Maddalena – Civitavecchia : 120 miglia
La Maddalena – La Spezia : 180 miglia
La Maddalena – Genova : 200 miglia
La Maddalena – Napoli : 120 miglia
La Maddalena – Tolone : 200 miglia
La Maddalena – Marsiglia : 220 miglia
La Maddalena – Barcellona : 320 miglia
Per darvi un`idea dei tempi di percorrenza, le corazzate classe Caio Duilio entrate in servizio intorno al 1880 avevano una velocità massima di 15 nodi e in meno di una giornata di navigazione sarebbero potute arrivare a bloccare la flotta francese nei suoi porti. Per inciso si trattava forse delle più potenti navi da guerra in servizio in quell`epoca con 4 cannoni da 450/20 in due torri binate, calibro superato solo dai 457 di quei meravigliosamente inutili incrociatori classe Furious e dai 460 dalle potenti corazzate classe Yamato.

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Dall'immagine si nota l'espandersi del perimetro difensivo della piazzaforte.

In questo periodo vengono costruiti le seguenti installazioni:
1. Nido d'aquila (a controllo del braccio di mare tra Spargi, Maddalena e la Sardegna).
2. Punta Tegge (a controllo del braccio di mare tra Spargi, Maddalena e la Sardegna).
3. Stazione Fotoelettrica di Punta Nera.
4. Stazione torpediniera della Padule (per sbarrare il passaggio tra la Maddalena e Palau).
5. Batteria della Peticchia (a controllo del canale di Moneta).
6. Opera Guardia Vecchia (posta nella stessa zona del vecchio forte ed armata molto potentemente)
7. Opera Villa (a controllo del canale di Moneta)
8. Batteria Trinita (nella zona del primo campo trincerato del 1767, per controllare il versante nord dell`isola e le isole settentrionali)
9. Batteria Arbuticci (sull`Isola di Caprera per controllare in concorso con l`Opera Villa il canale di Moneta)
10. Batteria Stagnali(sull`Isola di Caprera gli ancoraggi tra Caprera stessa, Santo Stefano e La Maddalena)
11. Poggio Rasu Inferiore (sull`Isola di Caprera per proteggere alle spalle la batteria di Punta Rossa e Stagnali e concorrere al controllo dell`accesso orientale dell`arcipelago).
12. Monte Rasu Superiore (sull`Isola di Caprera per battere il largo davanti allo sbarramento di levante e rafforzare il sistema difensivo dell'imboccatura di levante)
13. Punta Rossa (sull`Isola di Caprera. La batteria aveva lo scopo di impedire l`accesso orientale in concorso con l`annessa stazione torpedini e con le batterie sulla costa Sarda)
14. Capo d`Orso (sull`omonimo famoso capo sulla costa sarda a controllo del passaggio con Santo Stefano, come da foto di Blaster)
15. Barrage (tra Palau e Capo d`Orso, con gli stessi scopi del precedente)
16. Monte Altura (nelle vicinanze di Palau sulla costa sarda per il controllo dell`ancoraggio di Mezzoschifo e del canale)
17. Punta Sardegna (sulla punta omonima a controllo dell`accesso occidentale el canale di La Maddalena)

Lo so, forse troppe parole e poche immagini, abbiate pazienza, arriveranno anche quelle!

Nota importante: non ho sottomano tutti i libri che ho usato in questa veloce ricostruzione, sarà mia cura citarli appena possibile.

Io mi accontento anche delle sole parole, se poi arrivano le immagini come contorno meglio, mangerò di più
Ciao

Complimenti per il topic..
PS.
Ho bellissimi ricordi di quelle zone che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo..

Interessante questo servizio.
Belle le foto e ottime le spiegazioni.
Complimenti.
[ciao2]

Ottimo Sidescanner!
Io sono stato tre volte in vacanza a Caprera ed un'altra ho girato la Maddalena durante un tour in campeggio. Sono sempre rimasto impressionato dalla quantità* di opore miitari presenti nella zona e dalla grandezza degli stessi che si mimetizzano benissimo nella macchia mediterranea ingannando sulle reali dimensioni.
Ho fatto delle escursioni sui punti panoramici di Caprera attraversando dei veri "musei all'aperto" che per i miei occhi erano pieni di "tesori" irraggiungibili!!
Ho solo potuto raccogliere alcuni bossoli e proiettili tolti letteralmente da sotto i piedi dei turisti, fissi a guardare in alto, metre io sono fisso a guardare in basso.....
Invidia, te che puoi girare comodamente questi luoghi....
[ciao2]

Veramente un ottimo reportage,completo e preciso.

bravo sidescanner, grande lavoro !!
[ciao2]

Eccomi di nuovo a voi con le promesse immagini[:)]

Per iniziare, un piccolo passo indietro alle fortificazioni settecentesche con le scansioni dei piani (scusate l'invadenza della firma, ma è materiale comunque "delicato")

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Mappa del primo trinceramento a Trinita

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Forte Santa Teresa a Tegge

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Forte Carlo Felice, una delle prime fortificazioni ottocentesche

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La Torre di Santo Stefano

Ora cominciamo con le immagini dello stato attuale delle Opere.

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Forte Carlo Felice è attualmente all'interno delle chiudende scuole della Marina Militare e perciò non visitabile. In alto la posizione dominante di Guardia Vecchia


Le prima Opera che vi mostro è Nido D'Aquila, una delle più importanti e complesse. Al momento della sua entrata in servizio intorno al 1890 risulta che il suo armamento principale fosse composto da 3 cannoni da 15cm GRC (cosa voglia dire GRC non lo so...), da 2 cannoni da 149mm a scomparsa, da 2 cannoni da 68 tonnellate e da un cannone Zalinsky per torpedini.

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Vista dall'esterno, un aspetto molto medioevale!

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Altra vista dall'esterno che rende molto l'idea di campo trincerato che si aveva quando queste opere furono costruite. Sullo sfonfo la torretta metallica del telemetro della batteria da 152 della II guerra mondiale

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Su una pubblicazione questa postazione circolare è stata riferita ad un cannone da 149mm a scomparsa, ma io non son convinto. Notate le rotaie per i vagoncini del rifornimento dei pezzi.

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Particolare di uno scambio

Dopo Nido D'Aquila, la vicina Tegge. Quest'Opera risulta armata con 6 cannoni a tiro rapido da 57mm e da 2 cannoni a scomparsa da 149mm.

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La piattaforma avanzata con le 6 postazioni dei cannoni da 57 mm

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Particolare delle postazioni; la riservetta era alle spalle delle postazioni. Sullo sfondo il punto d'osservazione della batteria della II guerra mondiale

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Una delle 2 postazioni per il cannone vista dalla piazza d'armi.

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Particolare della scalinata

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Ancora la scalinata, dall'alto

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L'altra postazione da cannone; sullo sfondo il molo di servizio della batteria

Ora ci spostiamo sull'isola di Caprera, più precisamente a Staganali dove c'era una batteria, ma soprattutto la base della difesa mobile. Parte delle caserme sono state riutilizzate come musei (uno del mare e uno mineralogico, curato da un mio amico).

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Vista dall'alto del Borgo di Stagnali: tutte le costruzioni hanno origine militare

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Guardate che piccola meraviglia: nel 1910 alcuni miltari si presero la briga di costruire un'Italia in minatura, con le principali basi navali e i distretti militari...ovviamente mancano Trento e Trieste!!

Sidescanner

Citazione:

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3 cannoni da 15cm GRC (cosa voglia dire GRC non lo so...)

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Risposta:
GRC è la sigla che distingueva quel pezzo d'artiglieria e significa:Ghisa Rigato Cerchiato e se per caso dopo GRC trovi anche ret quest'ultima sta per retrocarica.
Complimenti per report e fotografie.
[ciao2]Gianfranco

Giancarlo, mi hai preceduto di un pelo !
sempre precisissimo !!!
ottimo sidescanner, le tue foto fanno venire voglia di partire !!
[ciao2]

Prima di continuare con le immagini, devo segnalarvi le mie fonti bibliografiche:

L'Isola della Maddalena - Documenti e appunti storici - 1989 - Scritto dall'architetto Pieluigi Cianchetti, fondamentale soprattutto per l'evoluzione della piazzaforte dall'inizio a fine 1800

Le fortificazioni del Litorale di Palau - Comune di Palau - Centro di Documentazione del territorio di Palau -
Anche questo scritto dall'Arch. Cianchetti, breve ma completo excursus sulle fortificazioni sulle coste di Palau

I forti dell'Arcipelago - Comune di La Maddalena - Un po'un bignami dei 2 precedenti

La Maddalena 1943 - La piazzaforte di latta - Un saggio e una raccolta di documenti d'archivio - Scritto da Salvatore Sanna, si focalizza sull'incursione aerea dell'aprile 1943 quando fu affondato l'incrociatore Trieste e sugli avvenimenti dopo l'8 settembre.

Le armi delle navi italiane nella II guerra mondiale - Albertelli Editore. Scritto da E.Bagnasco, un nome che non ha bisogno di presentazioni per gli appassionati di storia navale.

Dopo queste doverose precisazioni,torniamo alle Opere ottocentesche con quella che secondo me è la più affascinante, Punta Rossa all'estremità* meridionale dell'isola di Caprera.

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I magazzini delle torpedini degli sbarramenti,con le relative rotaie sul molo di servizio.

La stessa zona vista dall'Opera
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L'ingresso della zona delle batterie

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Una dei depositi armi. Credo che la ferroguida sul soffitto servisse per la movimentazione dei proietti/cariche

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Particolare della guida

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Altra riservetta, di tipo leggermente diverso con un tabernacolo di non chiara funzione

Particolare del tabernacolo: alle spalle c'è un lungo corridoio che corre parallelo alla struttura
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L'uscita dell'Opera verso sud; si nota il "piano terra" dove sono i depositi e gli alloggiamenti.

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Le costruzioni del piano intermedio. Il chiaro in alto a sinistra è la parte posteriore di una piazzola

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Vista da sud verso nord, con le meravigliose nuvole lenticolari che si formano sulle Bocche quando c'è molto vento.

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Una delle 2 grandi piazzole adiacenti. Le rotaie si uniscono al centro delle 2 e da li parte uno spezzone di binario che portava verso il bordo interno della costruzione dove c'era l'elevatore

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Il parapetto esterno delle 2 piazzole

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Scusate, ma la mia presenza in formato gabibbo psichedelico rende l'idea delle dimensioni del pozzetto all'interno delle piazzole. Cosa si fosse montato non lo so...dai libri risultano 2 cannoni da 15cm GRC, 3 da 57mm (e questi sicuramente NON sono), 2 cannoni da 149mm a scomparsa e 2 cannoni da 68 tonnellate, cioè lo stesso armamento di Nido d'Aquila con gli stessi dubbi...

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Visione raso suolo di una piazzola.

Bene, con questo ho finito con la antipasto sette-ottocentesco. Alla prossima puntata con il Novecento.

Ciao Andrea
grande servizio, se riesco faccio fare qualche foto ad un amico al Forte Carlo Felice dove possibile.
(Quando sei in zona chiama ci aspetta una bella pizza con Daniele e tutta la combriccola Assfort)

ciao da fede

Valeva la pena di aspettare per il contorno.
Ciao
Andrea

Isola stupenda.. Bellissime integrazioni.. complimenti..

LE BATTERIE DEL NOVECENTO

Oggi non mi va di scrivere molto, quindi farò parlare solo le immagini.Il perimetro difensivo della piazzaforte si espande ancora, coinvolgendo sempre più Caprera, Spargi e la costa sarda

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Iniziamo con la solita foto satellitare con l'ubicazione delle batterie.

Batteria di Nido d'Aquila
Armata con 3 cannoni Armstrong 1918 da 152/40mm fu pesantemente coinvolta negli scontri tra italiani e tedeschi dopo l'8 settembre.

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Le tre piazzole dei 152/40 e sullo sfondo il casotto blindato del telemetro, elemento comune e distintivo di tutte le batterie di medio calibro.

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La piazzola più meridionale con sullo sfondo la batteria di Tegge

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Il telemetro, in posizione dominante e relativamente lontano dalle piazzole.

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La batteria occupava tutta la parte pianeggiante del rilievo visto da Punta Tegge.

Batteria Carlotto
Posta a guardia del canale tra La Maddalena e Spargi risulta armata da 4 cannoni a doppio scopo Armstrong 1917 da 76/40mm. Questa postazione mi lascia assai perplesso perchè sono presenti 6 piazzole di tipo "ottocentesco" non citate nei miei documenti, ma tutta la zona è fortemente modificata dalla presenza di abitazioni e altro.

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Ora capite cosa intendo per fortemente modificata?

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Una delle piazzole di stile novecentesco con sullo sfondo quelle di stile ottocentesco e più lontana l'isola di Spargi


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Su una piazzola, notate la sigla EC (Erminio Carlotto, nome della batteria)e una struttura non identificata da cui sembra passassero cavi (elettrici o di altro tipo non so)

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A proposito di Spargi, un'immagine dal mare della batteria Rubin Cervin, armata con 4 cannoni da 203/45.

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In giro per La Maddalena si trovano alcuni P.O.C. di stile nuragico e molto suggestivi

BATTERIA DI SPALMATORE
Da documenti risulta armata con 4 cannoni Skoda 1914/1915 da 102/35 mm, ma ho trovato 5 piazzole. Notevole il grado di inserimento mimetico nell'ambiente circostante di tutta la batteria.

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L'osservatorio-direzione di tiro ed una delle piazzole


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Misteriose basi per qualcosa sull'osservatorio...

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Una delle piazzole dei cannoni da 102/35mm con l'ingresso della riservetta, direttamente scavato nel granito

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Un'altra piazzola con una struttura simile a quella vista alla Carlotto.

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Particolare del collegamento (elettrico?)

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A me questo panettone traforato di riservette fa impazzire! Una piazzola è in cima, un'altra si trova alla base e si intravede il passaggio in basso a destra.

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Un particolare degli edifici di servizio in stile etnico-militare

Al prossimo post si passerà* dalla Maddalena a Caprera

Strepitoso!!!Non ci sono altre parole per definire questo bellissimo reportage!!!Bravo,Sidescanner!!!
Ciao![ciao2]

Ancora molte foto con poche parole.

Come detto ieri, passiamo da La Maddalena a Caprera, iniziando dalla parte novecentesca del complesso di Punta Rossa. La batteria, nota anche con il nome Millelire, era armata con 3 cannoni da 152/40 mm e con un cannone da 120/40mm per tiro illuminante.

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La parte meridionale della batteria con il basamento del cannone da 120/40mm

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Particolare del basamento, con una curiosa doppia serie di bulloni

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Vista dalla piazzola più meridionale con le altre 2 e il casotto metallico del telemetro

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All'interno del casotto c'è questo particolare armadietto metallico solidale con la struttura

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Questa secondo me è la postazione della fotoelettrica, montata su un carrellino.

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Postazione del cannone da 152/40...

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...e relativo ingresso alla riservetta. Sullo sfondo l'isola del Porco dotata di apposita postazione anti aerea.


Risalendo verso nord si trova la batteria Messa del Cervo, armata con 4 cannoni da 102/35mm.

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Vista generale della batteria.

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Vista dall'alto delle postazioni.

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La parte più impressionante della batteria è la riservetta, interamente scavata nel granito e lunga più di 30 metri. Ho contato 68 ripiani per proiettili e cariche e quasi tutti con delle sigle che non son riuscito a decrittare del tutto.

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Il casotto del "custode"

Nelle vicinanze di Messa del Cervo c'è il POC di Punta Crucitta, molto suggestivo.

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Vista del POC dall'interno di un tafone

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Nelle immediate vicinanze c'è una doppia piattaforma, di cui non so la funzione.

Manca solo una batteria a questo veloce giro dell'arcipelago, Candeo.
E' in assoluto il mio sito preferito tra tutti quelli che ho visitato in Italia, un posto di una bellezza mozzafiato impreziosito da una serie di postazioni molto particolari e curiose. Se le opere settecentesche ed ottocentesche avevano un rigore costruttivo severo, quasi di stile romanico, Candeo è un'esplosione di fantasia applicata, io la definisco la Sagrada Familia delle postazioni militari...


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Vista della batteria da Messa del Cervo

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Vista della batteria dal mare

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Il porticciolo di servizio...non ci sono parole per i colori...

La garitta all'ingresso del complesso
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L'aspetto esterno di uno degli edifici di servizio

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Particolare dell'interno, con i ganci per le brande

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E siccome bisogna mangiare, la cucina vicina ai dormitori della batteria...

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Passando alla zona più propriamente militare si trova questa struttura con alla base i depositi dei proietti (separati da quelli delle cariche) e il corridoio elicoidale che porta alla piazzola del cannone.

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Particolare della riservetta dei proietti

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Panorama da una bifora del corridoio

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Piccola/grande sorpresa sul soffitto di una delle stanze interne.

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Siamo sulla sommità della struttura: in primo piano il basamento del cannone, subito dietro il pozzo di collegamento con la riservetta e sullo sfondo osservatorio e telemetro.

Anzitutto: bel servizio



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questo è l'abitacolo della lampada per l'illuminazione di sicurezza


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questa è la piazzola di un cannone da 68 t.

Ancora immagini da Candeo.

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Una piazzola per cannone da 152 con un curioso porta-proiettili

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Un'altra piazzola con sullo sfondo la Corsica, ancora innevata.

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La piazzola del cannone da 120/40 mm per il tiro illuminante

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Le 2 cupole dell'osservatorio e del telemetro quasi perfettamente inserite nell'ambiente granitico.

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Si può accedere all'interno delle 2 cupole facendo molta attenzione ai 2 pozzi di collegamento con i sottostanti locali scavati nel granito

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L'ingresso esterno dei locali sottostanti le cupole

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E per finire un'immagine appartenente in tutto e per tutto al passato, la batteria di Candeo e un sommergibile a propulsione nucleare americano (probabilmente un Los Angeles) in uscita per il suo pattugliamento. La base americana è stata chiusa definitivamente quest'anno e con la futura chiusura dell'arsenale della Marina si prevedono tempi durissimi per i lavoratori...per ora ho finito con le foto, la parte "teorico-storica" seguirà ...prima o poi[:X]

belin, sidescanner, foto da togliere il fiato !!!
posti meravigliosi e a quanto ho capito possentemente armati !!
i miei complimenti.
[ciao2]

Hai siglato uno dei reportage più belli in assoluto,Sidescanner.Ti faccio i miei più sinceri complimenti.
Ciao![ciao2]

Spettacolare questo reportage [panic3]e complimenti per le foto,in particolare quella con il sottomarino americano!Riguardo alle scritte presenti nelle riservette sono anch'io curioso di saperne il significato.Perche non posti quello che sei riuscito a decifrare? Chissà* che altri completeranno il lavoro.
[ciao2]Gianfranco

Innanzitutto grazie a tutti per i complimenti, credo sia abbastanza trasparente l'amore che ho per la mia terra e specialmente per l'arcipelago.

Tutte le foto del 2008 sono state fatte nei ritagli di tempo rubati durante una settimana di lavoro e in un provvidenziale giorno di maestrale molto forte che non ci ha permesso di lavorare.

Purtroppo sul campo ho avuto poco tempo per riflettere, quindi ho solo scattato a raffica senza troppo pensare (quasi mille foto...)e a casa mi sono accorto che comunque mancavano particolari importanti.

Grazie sopratutto a chi mi ha chiarito alcuni dubbi...

Per quanto riguarda le scritte nella riserva bisognerebbe chiedere a qualcuno degli esperti di artiglieria del sito, io posso solo ipotizzare che il c.a. che compare sia indicativo di contro aereo, che il numero romano sia relativo al pezzo a cui era assegnato quel determinato ripiano e che l'ultimo numero sia relativo al ripiano.

bellissimo servizio, immagini a dir poco favolose! Ho veramente scoperto un mondo impensato.
Però una riflessione con tali potenti difese sparse su gran parte del territorio sensibile, viene da chidersi come sia stato tanto facile, nel corso degli eventi, entrare e spadroneggiare per l'Italia praticamente a tutti....

Fregandomene del fatto di essere monotono, anche a Te dico:
[ciao2] <font color="red">farti i complimenti e dirTi di cuore "GRAZIE" non è abbastanza</font id="red">...[ciao2]
Noi ti si aspetta quando ripassi dal sud Sardegna.

p.s. comunque nel volgere di pochi anni l'armamento di alcune opere maddalenine mutò anche più di una volta. Non è sempre facile raccapezzarsi con esattezza circa armamento (e a volte perfino denominazione) di alcune di queste meravigliose opere...in uno dei posti più meravigliosi del pianeta.

Avevo lasciato incompiuto il racconto su La Maddalena, ora lo chiudo con queste veloci note.

Nel periodo fascista la base di La Maddalena riacquistò il suo valore strategico e allo scoppio della guerra si presentava (apparentemente) come una piazzaforte potentemente difesa. La realtà* dei fatti dimostrò che in realtà* La Maddalena come le altre basi italiane era inadeguata di fronte allo strapotere soprattutto aereo degli alleati.

Sono numerosi gli esempi di attacchi aerei alle varie basi navali italiane, a partire dalla famosa notte di Taranto (preceduta da altri attacchi di aeresiluranti a Tobruk ed Augusta), passando per la notte di Santa Barbara a Napoli. Nello specifico l`inadeguatezza della base fu dimostrata la mattina del 10 aprile 1943 quando fu affondato l`incrociatore Trieste e fu gravemente danneggiato l`altro incrociatore Gorizia (che non rientrò più in servizio).

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Le impressionanti immagini dell'attacco al Trieste sono tratte dall'ottimo libro La portaerei del Mediterraneo di Marco Coni e Francesco Serra

Le 2 navi erano state dislocate in Sardegna in vista di improbabili raid contro il traffico militare e mercantile sulle rotte del nord africa.

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Organicamente parlando la difesa dell'arcipelago sardo era affidata alla Terza Legione Milmart ed alla Regia Marina attraverso un complesso di batterie contraerei e navali abbastanza articolato che faceva capo ai Comandi Dicat RM e FAM di Maddalena.
Purtroppo non esistevano in zona apparati Radar e la localizzazione degli attaccanti era affidata esclusivamente ad una maglia di punti di avvistamento fissi in quanto non erano previste le vedette di sorveglianza a mare e neppure gli aerofoni, giudicati inutili in una zona ventosamente rumorosa come l`arcipelago. Non furono neanche installati nebbiogeni anch`essi giudicati inutili a causa della ventosità* della zona.

Per ospitare gli incrociatori furono attrezzati 3 recinti il più possibile vicino alla costa per tentare di mimetizzarli con la terraferma. Il Trieste quella tragica mattina si trovava nel recinto di Mezzoschifo, "protetto" dalla batteria a.a. di Monte Altura mentre il Gorizia era a Porto Palma sotto l`ombrello delle batterie di Poggio Baccà* ed Isola del Porco Le batterie entrarono in funzione ma non riuscirono a contrastare i bombardieri americani che poterono agire indisturbati. Oltre ai danni sulle navi vi furono ingenti danneggiamenti sulla base e sull`abitato di La Maddalena con molti morti.

La piazzaforte di La Maddalena fu coinvolta pesantemente nei caotici giorni dell`8 settembre con combattimenti aspri tra tedeschi e italiani. In particolare l`occupazione da parte dei tedeschi dei centri di comando e di alcune batterie della marina fu una concausa della tragica fine della corazzata Roma. La flotta italiana salpata da La Spezia era infatti diretta alla base anche in previsione del trasferimento in Sardegna del re e della famiglia reale. A questo scopo furono distaccati a Civitavecchia 2 cacciatorpediniere (Da Noli e Vivaldi), ma una volta saputo che i reali erano scappati verso Pescara essi tentarono di raggiungere la flotta e affondarono il 10/09 nelle Bocche di Bonifacio. La storia della Roma è nota con le bombe radiocomandate tedesche che colpiscono ed affondano la nave con la maggior parte dell`equipaggio; nello stesso attacco viene colpita la corazzata Italia (la ex Littorio) che benchè danneggiata potè rimanere unita alla flotta.

Per approfondimenti
http://www.lamaddalena.it/corazzata_roma.htm

Immagine:
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Il monumento dedicato ai caduti del mare, a Santo Stefano.

La situazione a La Maddalena in quei giorni fu caotica con combattimenti aspri e sanguinosi. In particolare ci furono scambi di colpi d'artiglieria tra le batterie occupate dai tedeschie e quelle rimaste in mano agli italiani. Il comandante della piazza era l`ammiraglio Brivonesi, un nome molto noto agli appassionati di storia per la triste storia del convoglio Duisburg e il cui comportamento in quei giorni suscitò parecchi dubbi.I combattimenti cessarono del tutto solo quando i tedeschi completarono il loro ritiro verso la Corsica.

Prima di finire vi consiglio un`ultima lettura, la storia del comandante Longobardo, un sommergibilista nato a La Maddalena e tragicamente scomparso durante la guerra. E` una storia di amicizia e morte, molto toccante.
http://www.lamaddalena.it/primo_longobardo.htm

Con queste veloci note finisce il mio inadeguato riassunto sulle fortificazioni di La Maddalena.
Devo ringraziare alcune persone, in particolare Tommaso per il rifornimento continuo di libri ed immagini e per la meravigliosa passeggiata a Punta Crucitta , ma soprattutto mia moglie che nell`ormai lontano 1998 quando non eravamo neanche fidanzati mi portò a visitare la fortificazione di Arbuticci per poi portarmi nella nostra prima vacanza da fidanzati a Candeo...e che ogni volta che nomino bunker e fortificazioni alza gli occhi al cielo (ma poi mi accompagna o mi ci manda[II].

Sarebbe un vero peccato se questo meraviglioso topic di Sidescanner finisse nel dimenticatoio, e quindi, grazie ad alcune foto scattate questa estate, mi permetto di integrarlo da dove è stato sospeso, ovvero...

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Incominciamo con gli alloggi della truppa...

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L' edificio che fungeva da magazzino viveri e da cucina...

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Gli alloggi degli Ufficiali...

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Qui erano situati cinque cannoni da 75mm...

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...e qui il deposito delle munizioni dei cinque visto dall' esterno...

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...e dall' interno...

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Piazzole...

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Scale laterali e piano inclinato per portare in cima cannoni e munizioni...

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[attachment=18:29xt461q]DCAM0091.JPG[/attachment:29xt461q]

...con tanto di foto d' epoca...

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Di queste strutture ammetto di non ricordarmi la funzione. Sorry...[0008024

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[attachment=13:29xt461q]DCAM0098.JPG[/attachment:29xt461q]

Punto di osservazione...

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Gli aeratori collegati direttamente alle riservette delle munizioni per i cannoni Armstrong...

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Le piazzole dei cannoni...

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...ed i cannoni stessi in una foto d' epoca...

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Un lungo vialetto porta a quest' entrata. Cosa sarà*?

[attachment=7:29xt461q]DCAM0095.JPG[/attachment:29xt461q]

Sulla porta dell' entrata vi è questa scritta, ahimè, ormai illeggibile...

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Riservette per i grandi cannoni Armstrong. Veduta esterna...

[attachment=16:29xt461q]DCAM0084.JPG[/attachment:29xt461q]

...veduta interna, rivolti verso l' ingresso...

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...corridoio che conduce alle altre riservette ( una per ogni cannone )...

[attachment=3:29xt461q]DCAM0115.JPG[/attachment:29xt461q]

Una delle stanze adibite a riservetta...

[attachment=2:29xt461q]DCAM0118.JPG[/attachment:29xt461q]

Questo è ciò che rimane della guarnigione che presidiava la fortezza...

[attachment=1:29xt461q]DCAM0119.JPG[/attachment:29xt461q]

Infine, questo è il punto della rada dove venne affondato il Trieste

[attachment=0:29xt461q]DCAM0058.JPG[/attachment:29xt461q]


Spero che queste mie integrazioni siano state gradite, o perlomeno che siano state lo spunto per rispolverare ed integrare un topic davvero splendido. [249
[00016009

Hai fatto bene; complimenti!
ranville

Ciao Blaster,
Vista la qualità* delle foto che hai postato prepara macchina fotografica e scarponi.
Si va sul Vallo Alpino.
[00016009 [00016009 Gianfranco

[257 Perfetto, grande!

Grazie a tutti, Ragazzi, troppo gentili!!! Spero che questo sia stato solo uno spunto per fare ripartire questo topic.
@Gianfranco: mi piacerebbe tantissimo, ma visto come è messo il mio ginocchio sinistro dubito che la cosa sia possibile. [11

Ottimo Alex! Non ho ancora perso la speranza di fare di te un... "cementista"! [icon_246 [249

Bellissimo servizio, anche il panorama non è da buttare.
certo, considerando la posizione dominante e la qualità* e quantità* dei cannoni antiarei (non da buttare) sembra strano che i bombardieri se la siano cavata senza perdite, che poi l'obietivo venisse centrato è altro discorso, probabilmente avranno attaccato non meno di 30/40 bombardieri...

Alcuni bombardieri vennero abbattuti ed infatti non lontano da Olbia ed anche alle Bocche di Bonifacio ce ne sono.
@Italien:stesso discorso che facevo a Gianfranco. Il ginocchio sinistro non me lo consente di essere un cementista.

Me lo ero quasi scordato pure io questo topic...quindi grazie per la ri-emersione!

Monte Altura, il forte mirabilmente illustrato da Blaster, a voler essere sofisti non è a La Maddalena ma a Palau, quindi sulla costa sarda [110.gif però ovviamente faceva parte dello stesso sistema difensivo.

La batteria, andando a memoria, durante la II GM era armata con cannoni da 102 che i tedeschi usarono contro le opere maddalenine nei convulsi giorni intorno all'otto settembre.

Se non ricordo male nel sito del comune di Palau dovrebbero esserci un paio di documenti in pdf sulle fortificazioni che altro non sono che i cartelli fotografati da Blaster.

Un saluto dal mare davanti Otranto!