Nel 1947, il Tenente Colonnello Dante Ugo Leonardi, già* comandante del 3 ° Battaglione, 34 ° Reggimento di Fanteria della Divisione Livorno, ha pubblicato un piccolo libro dal titolo "Luglio 1943 in Sicilia" (luglio 1943 in Sicilia).
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Nel 1947, il Tenente Colonnello Dante Ugo Leonardi, già* comandante del 3 ° Battaglione, 34 ° Reggimento di Fanteria della Divisione Livorno, ha pubblicato un piccolo libro dal titolo "Luglio 1943 in Sicilia" (luglio 1943 in Sicilia).
Buongiono a tutti.
Sto effettuando uno studio tattico sull`azione che ha coinvolto il X rgt arditi al ponte di Primosole nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1943. Secondo la relazione Marcianò lo scontro si sarebbe svolto in due fasi distinte, la prima di concerto i parà* tedeschi contro gli inglesi che occupavano la parte sud del ponte che avrebbe portato all`occupazione dell`estremità* sud del ponte, laddove la seconda fase sarebbe consistita in uno scontro scontro sulla strada per bizio Iazzotto.
La prima fase del combattimento avrebbe dovuto essere effettuata contro i parà* inglesi, ma le fonti albioniche non ne parlano (anzi riferiscono di un ripiegamento dei parà* per carenza di munizioni effettuato all`imbunire del 14 sulle colline a sud del ponte). Purtroppo non leggo bene il tedesco e nulla so di eventuale documentazione sul punto del 3 rgt FJ.
La seconda fase del combattimento si è svolta contro il 9 btg del Durham Light Infantry, l'attacco delle AS42 viene infatti riportato nella storia reggimentale, e nello scontro un addetto controcarro venne segnalato per aver distrutto 2 "armoured cars" italiane (quale onore per le AS42 che corazzate non erano), impedendo che il comando di battaglione fosse travolto.
Qualcuno è in grado di rifermi qualche elemento in più sulla prima fase dello scontro (se effettivamente avvenuta) e sul punto esatto in cui sarebbe avvenuto il combattimento contro il DLI.
Grazie molte a chiunque sia in grado di aiutarmi.
per me stiamo parlando di due eventi diversi e non di due fasi dello stesso attacco, Marcianò stesso riferisce che i parà* chiesero di condurre questo tentativo.
Per il luogo dovrebbe essere l'estremità* sud del vecchio ponte(cosidera l'area di ingresso dei vivai Sciacca).
Già* ne abbiamo parlato del fatto che da parte Inglese si preferiva attribuire ai tedeschi questo tipo di azioni, come il tentativo di ostacolare lo sbarco ad Agnone.
comuque è interessante approfondire questa vicenda a arricchire quanto già* abbiamo scritto......
a proposito passa dalla stanza presentazioni
E' un fatto che da parte anglosassone si preferisca sminuire l'apporto dato dal Regio Esercito alla causa dell'Asse.
In questo caso però le fonti reggimentali dei parà* inglesi parlano di ripiegamento all'imbunire per carenza di munizionamento e minaccia di aggiramento del finco sinistro da parte di fanteria che si infiltrava a monte del fiume.
Non si parla nel modo più assoluto di attacchi notturni da parte dell'asse.
Per cui delle due l'una, o i parà* hanno preferito omettere lo scacco subito, oppure gli arditi si sono imbattuti nelle avanguardie dei DLI, le hanno messe in fuga e poi hanno proseguito l'attacco contro il resto del battaglione.
In ogni caso mi sarebbe utile sapere se qualcuno nel forum è in grado di fornirmi indicazioni sul luogo esatto dello scontro con i DLI, tra foto di ricognizione aerea dell'epoca, piantine e schizzi mi sono fatto una chiara idea dello stato dei luoghi. Devo solo collocare l'episodio.
Per quanto mi consta agli arditi vennero distribuite diverse medaglie d'argento per lo scontro, non sono però riuscito a reperirne le motivazioni.
Per te dove è avvenuto lo scontro?
per me avvenne con le pattuglie avanzate della DLI a sud del ponte.
se consideriamo che il ponte dalla caserma della finanza era rivolto verso i vivai sciacca e quindi con quella doppia curva(famosa per lo sherman colpito)che quindi la 114 si dirigeva verso il bivio Jazzotto attraversando le jhonny, gli scontri avvennero proprio nella zona compresa tra la rotonda, il vivaio e la zona di atterraggio sia inglese che tedesca.
Comunque l'assalto italiano permise di riconquistare la parte sud del ponte e permise sortite molto più a sud verso il bivio.
Poi sappiamo comunque come fu un fronte molto dinamico con molte sortite degli inglesi che guadarono il fiume a ovest della masseria Distefano, ma comunque mai oltre la masseria Torre Allegra, quindi sempre lontano dalla vera linea italiana e tedesca che era il fosso buttaceto, senza considerare che il simeto non era chiuso da argini così alti, come lo sono oggi e che a est del ponte il fiume deviava con la famosa ansa, quindi il castello non era a nord ma a sud del ponte.
Sicuramente gli arditi ebbero uno scontro con le pattuglie avanzate del DLI, ricacciandole, e poi arrivarono al comando di battaglione.
Si tratta di capire dove questo si era fermato in attesa dell'attacco all'alba. Forse qualcuno ne sa qualcosa.
Un benvenuto a Cosarara. Oltre ai testi che ho elencato in questa pagina, trattanti lo sbarco in Sicilia, ho il testo in lingua inglese "The battle of Sicily", scritto dall'americano Samuel W. Mitcham e dal tedesco Friedrich Von Stauffenberg. Ci sono molte notizie che non ho trovato nei testi in italiano. Se può interessarti, contattami all'indirizzo domenico.anfora@alice.it , ti risponderò mandandoti in allegato le pagine sulla battaglia del Simeto scansionate. Ciao
Ciao Cosarara, benvenuto [264 . Di dove sei e di cosa ti occupi?
Non so se può servirti, ma per quel pò che so, nella notte del 14 luglio due pattuglie di parà* italiani del 2° btg del X° rgt Arditi,mandati di rinforzo a sud del fiume Simeto, si scontrarono al bivio Iazzotto con un consistente commando inglese.
Da una testimonianza di un ardito di quel reggimento tale Angelo Caruso, lo scontro fu molto duro, e gli arditi compiuta la missione, all'alba ritornarono ad Acireale,a gruppi o isolati, lasciando sul terreno una gran quantità* di morti, un centinaio secondo quanto fu riportato dai tedeschi della zona. Ma anche tra gli Arditi ci furono delle perdite.In questa azione morì il tenente Bachiddu, sardo, che tra l'altro qualche giorno prima aveva annientato un gruppo di parà* nei pressi di un vigneto a monte di Acireale. Marcianò ebbe la medaglia d'argento. Nella nottata sempre del 15, il 9° btg Durham respinse un breve assalto notturno dei carri italiani, assalto che insieme alle marce faticose del 14 luglio li stancarono parecchio, ma la mattina del 15 avanzando fino al bivio Iazzotto insieme ad elementi scozzesi per riprendere il Ponte, furono colpiti dalle carogne in putrefazione dei muli e dei cavalli al punto da definire questo bivio, Dead Horse Corner, l'angolo del cavallo morto.
Per kratos, grazie per il tuo contributo, perchè per me è sempre qualcosa in più [264
Allego una parte di un documento ed una piantina relativamente a Marzamemi.
inserite foto monumento caduti in africa a siracusa
http://www.lambadoria.it/caduti/Mon%20C ... /index.htm
mimmo puoi postarle sul forum che interessano anche a me?
@ totino72
Mi intessa lo studio di scontri tattici, la puntata notturna delle AS42 mi interessa perchè poco nota e praticamente ingnorata da tutti. oltre a questo ha sciruamente influito nella folle decisione di un attacco frontale da parte del DLI il mattino dopo.
Andando al sodo. Mi potresti dire dove posso trovare informazioni più precise dello scontro tra arditi e commando della giornata del 14. Non ne avevo mai sentito parlare.
Quanto all'attacco notturno di carri armati al DLI tra il 14 e il 15, la cosa mi sembra alquanto improbabile, la storia reggimantale parla espressamente di "armoured cars" e uno dei partecipanti inglesi allo scontro riferisce che erano armate di Horkelion (confondendo evidentemente le 20/65 di cui erano dotate le AS42).
Grazie.
Ciao Cosarara, ti ho inviato un Mp.
LA BATTAGLIA DEL SIMETO
Dei 1856 paracadutisti britannici partiti per l`operazione Marston, solo 296 atterrarono nei pressi del Ponte Primosole, durante la notte tra il 13 e il 14 luglio 1943.
I primi ad agire furono i cinquanta del 1° btg agli ordini del cap. Rann, irrompendo alle 2,15 a.m. sul ponte da nord e sopprimendo la guarnigione italiana schierata nel posto di blocco e nella masseria Di Stefano.
Meno di un`ora dopo, da sud, attaccarono una trentina di parà al comando del gen. Lathbury, sopraffacendo i militari italiani di presidio e catturando un paio di camion tedeschi di passaggio ed un cannone da 75. Erano le 3,15.
Alle ore 4,00 a.m. del 14 luglio, la linea a nord del ponte era tenuta da 120 parà del 1° e del 3° btg, a sud vigilavano una cinquantina di parà del genio e della sez. ambulanza. Il 2° btg di Frost riunì 140 uomini ed assaltò la postazione "Johnny 3", sulla collina di S. Demetrio, nei pressi del bivio Jazzotto, ma gli artiglieri italiani l`avevano già abbandonata. Frost disse: "Piccoli drappelli di italiani vagavano nel buio cercando qualcuno a cui arrendersi, e la difficoltà stava nel sapere quale drappello volesse effettivamente farlo e quale invece volesse combattere".
Alle ore 5,30 a.m. gli uomini di Frost erano schierati a difesa di Johnny 1, nei pressi della masseria S. Paolo. Alle 6,00 iniziò lo scontro col btg mitraglieri del magg. Schmidt, parà tedeschi lanciatisi anch`essi in quella zona. A salvare i parà di Frost ci pensò l`incrociatore Mauritius che colpi i tedeschi con precisi tiri dei 152 mm. Le perdite per i britannici erano gravissime: 42 morti e circa lo stesso numero di feriti.
Intorno alle 13,00 scatto l`attacco tedesco da nord, su due colonne, una guidata dal cap. Stengerberg con una cp di formazione e l`altra dal cap. Fassl con la cp collegamenti. Fassl riuscì a guadare il fiume ed a prendere di fianco la postazione sud del ponte. Alle 19,30 i superstiti parà britannici abbandonarono il ponte, riunendosi a Frost. Su 170 uomini, solo una cinquantina riuscì a sganciarsi.
Nel frattempo, da Lentini giungeva la 151^ brg ftr del gen. Senior, appoggiata dal 44° rgt corazzato. Alle 19,00 circa, superava il bivio Jazzotto e scompaginava presso la masseria Codadivolpe il gruppo tattito Carmito del t.col.Tropea, caduto nello scontro.
Prima delle 20,00 l`avanguardia toccò il Simeto. Era formata da alcuni Sherman e dal 6° btg Durham. I tedeschi, vista la superiorità nemica, si ritirarono a nord del fiume. Senior, considerata la stanchezza dei suoi uomini che avevano combattuto e percorso a piedi 32 km, effettuò una sosta per farli riposare.
Intanto, sulla linea difensiva tedesca prendevano posizione i 450 genieri del cap. Adolff lanciatisi poco prima sulla Piana. Da qui lascio narrare Tullio Marcon, dal testo "Assalto a tre ponti" pag. 120 e seguenti:
Sin dalle 21,30 v`erano in perlustrazione presso il Simeto un paio di camionette del II btg arditi al comando del s.ten. Donìa; la fama del reparto era giunta da tempo all`orecchio dei tedeschi. Un ufficiale dei genieri fermò quindi Donìa e, dopo avergli illustrato il proposito di agire per riprendere il ponte, chiese che gli arditi vi dessero una mano alla loro maniera. Donìa chiamò per radio il magg. Marcianò, che lasciò subito il comando di battaglione dirigendo su Primosole alla testa di tre pattuglie della 113^ cp, ognuna con due camionette ed un totale di 56 uomini armati di mitragliatrici, mitra, pugnali e, soprattutto, coraggio da vendere, sì da fare invidia ai commandos; del resto, ne erano l`equivalente italiano, con l`unico difetto d`esser troppo pochi, troppo tardi.
Raggiunto il Simeto, Marcianò impartì le ultime istruzioni ai suoi uomini, che avrebbero agito al comando del cap. Paradisi, vicecomandante del battaglione. Alle 01,45 del 15, dopo l`azione preparatoria dei tedeschi, le sei camionette imboccarono il ponte a tutta velocità , percorrendo in un baleno e piombando sull`avanguardia avversaria che, in preda al panico, si dette alla fuga verso il bivio Jazzotto, ov`era il grosso della brigata. L`ulteriore svolgimento dell`episodio è desumibile dal rapporto di Marcianò:
"Le pattuglie, dopo aver serrato sotto, lasciavano le macchine e a piedi, infiltrandosi, attaccavano le nuove posizioni nemiche. Alcuni colpi di mortaio tirati sulla strada producevano l`incendio di quattro camionette. Il nemico, rianimato da questo fatto, pensando che le pattuglie si sarebbero trovate in difficoltà per svincolarsi, partiva al contrattacco e circondava gli arditi che si erano portati alle macchine per rientrare nelle nostre linee.
Da questo momento spiccano in modo particolare le doti di valore degli arditi che, battendosi come leoni, riescono a rompere il cerchio formatosi e, mentre alcuni saltano sulle camionette per portare in salvo quelle rimaste, gli altri, appiedati, combattendo corpo a corpo, proteggono questo movimento e riescono a rientrare nelle nostre linee.
In quest`azione si è particolarmente distinto, oltre a molti arditi, il cap. Paradisi Romolo, che ha saputo col suo contegno fermo, deciso, condurre i propri uomini all`attacco riuscendo a ricacciare il nemico dalle posizioni raggiunte.
L`azione che è durata un`ora e 40, è stata violenta ed ha procurato all`avversario numerose perdite, assicurando al battaglione tedesco il possesso del ponte.
Le perdite subite dalle pattuglie (5 morti, di cui due ufficiali, 4 feriti e 16 dispersi) dimostrano come sia stato duro il combattimento e come gli arditi si siano battuti, destando l`ammirazione del comandante tedesco che si è ripetutamente compiaciuto, ringraziando sentitamente per l`aiuto portatogli in un momento delicatissimo".
La memoria del ten. Duse e dell`ardito Maccarone fu onorata cpn la medaglia d`argento, quella del caporal magg. D`Amico e dell`ardito Basso con quella di bronzo. Tra i sopravvissuti, ebbero l`argento il cap. Paradisi, i tenenti Taini e Friozzi, l`ardito Gironi, mentre il bronzo decorò il s.ten. Bartolozzi, il serg. magg. Badalamenti, i sergenti Olivati e Castoldi, gli arditi Furlan e Napolitano.
Riconquistato il ponte, i genieri tedeschi misero la 1^ cp a sud e le altre due cp a nord. A sinistra erano schierate la 553^ cp mitraglieri e la 2^ cp del 372° btg costiero. A destra c`era il btg mitraglieri del magg. Schmidt.
La prossima volta vi invio il secondo scontro.
Molte grazie. Sei riuscito ad illustrari un pasaggio fondamentale, cioè il fatto che il 6 DLI aveva già¡ preso la parte sud del ponte e che quindi la prima parte dell'attacco delle AS42 avvenne contro il DLI e non contro i parà¡.
Mi resta sempre ignoto il punto esatto dello scontro avvenjto contro i controcarro del DLI e la compagnia comando del 9DLI. Secondo te le camionette sooarrivate fino al bivio oppure lo scontro è avvenuto nella strada tra il bivio Iazzotto e il ponte di Primosole?
Per mè lo scontro è avvenuto in prossimità* del ponte, e il tipo di azione e come la racconta Marcon lo conferma.
Proprio all'imbocco sud dove è presumibile che ci fossero le pattuglie più avanzate della DLI.
Arrivare al bivio Jazzotto significava non tornare più indietro per quel tipo di mezzi e per quella consistenza di uomini.
Mentre è più plausibile che un assalto di sorpresa avesse la meglio sulle pattuglie più avanzate.
Sono d'accord con Marco Cougrs, ma è difficile dire dove avvenne precisamente lo scontro. Nei testi che ho consultato fino ad ora non è specificato chiaramente. Sandro Attanasio, nel suo saggio "Sicilia senza Italia", scrive:
La 50^ div. Britannica Tyne and Tees si spinse avanti rapidamente, contrastata soltanto dalle deboli azioni sviluppate dalle retroguardie di Schmalz. Alle 16 occupò Lentini e a sera raggiunse il bivio Jazzotto, sulle mini alture a poca distanza dalla sponda sud del Simeto.
Dunque, secondo Attanasio, la sera del 14 luglio la 50^ occupò bivio Jazzotto. Considerando che normalmente l`avanguardia era costituita da truppe corazzate o blindate, probabilmente nel bivio erano giunti anche alcuni Sherman. Forse i britannici inviarono verso l`imbocco meridionale del ponte alcune pattuglie di fanteria del 6° DLI, le quali furono investite e respinte dagli arditi del 10° rgt. à? chiaro che gli arditi, privi di armi pesanti, non avrebbero potuto scontrarsi con i carri, ma furono molto efficaci contro la fanteria nemica. Marcianò, comunque, non parla di controcarro, ma di mortai che colpirono le camionette.
Attanasio continua:
Durante la giornata la contraerea tedesca del settore aeroporto di Catania aveva aperto un pesante fuoco sulle linee inglesi del fiume, ma il lungo ponte in travature di ferro non era stato scalfito dai proiettili. I tedeschi riuscirono a far avvicinare un semovente da 88 fino all`argine del fiume e presero a battere le posizioni nemiche. I colpi si abbatterono con violenza fino alla curva dove c`era una casetta e un piccolo bunker. Poi la stessa sera il II/10° rgt arditi del maggiore Marcianò e i paracadutisti germanici effettuarono un attacco contro la testa di ponte a nord del fiume. Italiani e tedeschi si buttarono contro le linee avversarie, le sconvolsero a colpi di granata e aggredirono il nemico. Gli inglesi, cacciati dal ponte, cercarono di abbarbicarsi disperatamente alla sponda sud del corso d`acqua. Arditi e paracadutisti passarono di corsa il letto del fiume e il ponte spazzati da un fuoco intenso e si precipitarono contro il nemico, che sotto la violenza dell`attacco, si ritirò fino alle alture del km 114. Al bivio Jazzotto la spinta dei soldati dell`Asse fu contenuta da numerose e potenti forze nemiche. C`era un`intera brigata corazzata, la 4^, e i btg della brigata di fanteria leggera Durham. I grossi Sherman rappresentarono un invalicabile ostacolo. Italiani e tedeschi, in generosa gara, erano riusciti a strappare al nemico l`unico successo conseguito con le operazioni della notte precedente.
Come leggiamo, secondo Attanasio gli arditi parteciparono anche alla prima fase dell`attacco, quella svolta il pomeriggio del 14, ma è smentito dal diario storico del XVI C.A. che esplicita chiaramente gli orari dell`azione. Così registra il Capo di S.M. del XVI C.A. col. Gian Felice Grosso:
ore 13.00 del 15 luglio: Il com.te della 213^ div. costiera telefona al capo di S.M. del C.A. le seguenti notizie:
â?¢ Ore 00,15: il com.te del II btg arditi, su richiesta del btg tedesco a presidio del ponte Primosole, invia in rinforzo una compagnia arditi.
â?¢ Ore 09,45: il com.te del II btg arditi informa che il reparto inviato a Primosole, dopo aver respinto il nemico sino a quota 114, tenuta saldamente dai tedeschi, è rientrato. Il nemico attestato al Simeto contenuto dai tedeschi e tre compagnie del 372° battaglione costiero.
Gli inglesi non avevano l'abitudine dip mantenere i carri in prima linea durante la notte. Venivano normalmente ritirati nelle retrovie all'imbrunire.
Per quanto riguarda l'intervento dei pezzi controcarro questo è quanto si legge nella storia reggimentale del DLI
The bridge was four hundred feet long with a superstructure of iron girders about eight feet above a sluggish reed-bordered river. North of the bridge were two small farms, one each side of the road, each consisting or two or three buildings and a barn. The road beyond the bridge could be seen running absolutely straight, between two lines of poplars, towards Catania. North of the river are thick vineyards, dotted with olive groves, to a depth of some four hundred yards; beyond them lies open country. Nothing, however, could be seen of the enemy positions nor of a sunken road some few hundred yards north of the river; indeed such cover as there was lay all on the enemy side of the bridge for the British side was completely flat and open. Both the 8th and 9th Battalions tried to snatch a few hours rest during the night. The 6th Battalion was still some way behind, after clearing un at Solarino, and did not arrive until later on the 15th. But at 4 a.m. the 9th was attacked by some Italian Armoured cars which penetrated as far as Battalion Headquarters before being halted. The Battalion antirank gunners quickly came into action and soon put an end to this desperate Italian bid from which there were fewenemy survivors.
E questa è la motivazione alla militay medal concessa
Lance Cpl Stanley Seymour Rose 9DLI Immediate Military Medal
One the night of the 14/15th July 1943 whilst the battalion was resting preparatory to making a dawn attack on the Primosole Bridge near Catania,seven Italian armoured cars suceeded under the cover of darkness,in penetrating to Bn HQ area.Here one 6pdr anti tank gun of which L/Cpl Rose was the layer,was sited in an open position on the side of the road.In great danger of being hit by the enemy Oerlikon guns who were firing in every direction.L/Cpl Rose held his fire until the nearest armoured car was only 30yds off.With his first shot he knocked it out.Then he was wounded.In great pain he continued to fire his gun until a second armoured car was destroyed andthe remaining ones routed.L/Cpl Rose had shown exceptional coolness and bravery in the most difficult circumstances.It was due to the sucessful handling of his gun that the enemy force was beaten off before they could inflict real danger to the Battalion
Nel loro testo "The battle of Sicily" a pag. 156 e seguenti Mitcham e Von Stauffenberg così raccontano gli scontri tra britannici e tedeschi sviluppatisi durante la giornata del 14 luglio (perdonate l`imperfetta traduzione):
Quando l`alba del 14 luglio si affacciò sui 295 paracadutisti britannici al Ponte Primosole, essi si vennero a trovare in una posizione molto isolata e pericolosa. Nessuno sapeva dove fosse la 50^ div. ftr e i suoi Sherman di supporto, ma evidentemente non erano a sud del Ponte Primosole, dove avrebbero dovuto essere. Quelle posizioni, appena oltre il perimetro difensivo britannico, era tenute dal 1° btg mitraglieri paracadutisti della Wehrmacht. Come se non avessero già* abbastanza problemi, gli infelici paracadutisti britannici presto incontrarono un diluvio di non benvenuti italiani, che desideravano arrendersi. Dalla mattina del 14 luglio più di 500 di quegli uomini si arresero solo al 2° btg paracadutisti. Essi furono riuniti dentro una fattoria vicina, dove furono lasciati senza guardie, poiché il col. Frost semplicemente non aveva un numero sufficienti di uomini.
La 1^ brg paracadutisti britannica schierò il 1° btg di Pearson a nord del ponte e il 2° di Frost a sud, per tenere le vitali colline di John I, II e III. Entrambi i battaglioni naturalmente avevano le dimensioni di compagnie. Il 3° btg che era stato disperso, aveva solo alcuni uomini sul ponte. Essi erano aggregati al 1° btg.
A nord del ponte gli italiani schierarono il 372° btg costiero e un btg di arditi (camicie nere anticommando). Il 372° era di valore limitato e molti dei suoi uomini avevano subito disertato. Anche il comandante di battaglione era misteriosamente scomparso. L`altro reparto, il btg arditi, organizzò alcuni attacchi in piccola scala, ma privo di armi pesanti non rappresentò un significativo pericolo. Il reale pericolo si rivelò a sud, dove all`alba gli uomini del magg. Schmidt iniziarono un mortale tiro di mitragliatrici e mortai. Il primo attacco tedesco fu respinto, ma nella tarda mattinata Johnny II cadde sotto un pesante fuoco. Il col. Frost lanciò un immediato contrattacco, ma fu respinto con perdite. Alle 9 a.m. circa l`osservatore navale di Frost riuscì a prendere contatto con l`incrociatore britannico H.M.S. Newfoundland. Immediatamente granate da 6 pollici caddero sulle truppe paracadutiste tedesche, che soffrirono perdite pesanti durante la prima fase della battaglia. Dopo ciò, Schmidt non organizzò più attacchi su vasta scala; piuttosto, egli concentrò sulle posizioni britanniche raffiche di mitragliatrici. Le perdite britanniche aumentarono così che la mattina trascorse lentamente. L`erba secca prese fuoco e le fiamme fecero ciò che i tedeschi non erano riusciti a fare: respinsero i britannici da Johnny I. Ora il perimetro difensivo di Frost si era pericolosamente ristretto, e le sue munizioni si stavano esaurendo velocemente. Un più esteso attacco avrebbe potuto distruggere la 1^ brg paracadutisti britannica perché, così come accadde più volte in Sicilia, le comunicazioni britanniche fallirono in un momento critico. Il radio osservatore navale era morto, e Frost non aveva modo di dirigere il fuoco dei cannoni pesanti della Royal Navy.Fortunatamente per i britannici, Schmidt non conosceva la situazione e quindi decise di non attaccare.
Nel frattempo, alle 10,30 a.m. un dispaccio tedesco fu recapitato a Catania al cap. Franz Stangenberg, un ufficiale di Stato Maggiore della Luftwaffe. Egli stava portando un messaggio al col. Heilmann, quando fu sparato dai paracadutisti britannici a nord del ponte Primosole.
Stangenberg decise di vedersela da sé. Egli si diresse verso il Simeto ma fu presto respinto dal tiro di armi automatiche. Poco più tardi tornò con venti uomini, ma il suo contrattacco fu rapidamente respinto.
A quel punto Stangenberg comprese la gravità* della situazione. Il vitale ponte doveva essere ripreso, ma non sarebbero arrivati rinforzi prima di notte. I britannici avrebbero potuto ben soccorrere i difensori da quel momento, e la via per Catania si sarebbe potuta aprire. Inoltre, il 3° FJR e la brg Schmalz avrebbero potuto essere tagliati fuori. Intuito questo disastro, Stangenberg lo segnalò al gen. Heidrich e ricevette il permesso di impiegare le unità* tedesche a nord del Simeto ancora non impegnate: la 1^ cp del cap. Erich Fassl del 1° btg trasmissioni paracadutisti, la quale era stata lanciata nel pomeriggio. Inizialmente destinata a provvedere alle comunicazioni per le altre unità* di paracadutisti, fu obbligata al ruolo di difesa costiera quando gli italiani disertarono Catania. Stangenberg inoltre impose il dovere di combattere ad ogni militare germanico su cui egli poté mettere le mani, inclusi impiegati, cuochi, meccanici, autisti, staffette, camionisti, chiunque. In questa maniera egli assemblò rapidamente un gruppo di battaglia di formazione forte di circa 350 uomini, inclusa una batteria contraerea germanica e alcuni cannoni anticarro.
Stangenberg lanciò il primo attacco verso le 2 p.m. e fu prontamente respinto. Il secondo attacco iniziò a spingere indietro i britannici. Tre cannoni antiaerei da 88 mm, uno dei quali semovente, distrussero le posizioni di Pearson. Il cap.Fassl si spinse quasi sul ponte e catturò alcuni prigionieri. Nel frattempo, i tedeschi mossero un 88 mm giù sulla strada di Catania ed iniziarono metodicamente a sbriciolare due bunker sul lato nord del ponte con tiri a distanza ravvicinata. I britannici, privi di armi pesanti, non poterono opporsi efficacemente a questa mortale minaccia.
Uno per uno i diavoli rossi britannici finirono le munizioni. Alle 5 p.m. circa i sopravvissuti del 1° btg si precipitarono oltre il ponte, e la metà* settentrionale del perimetro difensivo collassò. La testa di ponte dell`8^ armata al di là* del Simeto era stato eliminato. Poi, dalla riva nord, gli 88 distrussero i due bunker sul lato sud del ponte. Il brigadiere Lathbury non aveva scelta e fu costretto a far ritirare la sua brigata in una posizione a 1200 yards a sud del ponte. Circondati dal fuoco, Lathbury tenne fino a mezzanotte, poi scappò nell`oscurità* col resto dei diavoli rossi, lasciando indietro i feriti. Su 295 difensori del Ponte Primosole, 115 furono uccisi, feriti o catturati durante il combattimento del 14 luglio. I sopravvissuti percorsero la via verso sud lentamente, attraverso l`oscurità*, convinti che sarebbero stati rastrellati e catturati il giorno dopo. Essi avrebbero fatto bene a continuare la ritirata per altri venti minuti. L`avanguardia della 4^ brg corazzata e il 6° Durham Light Infantry erano accampati per la notte solo ad un miglio da loro.
Durante quelle ore, dietro al ponte, i medici/paracadutisti tedeschi bendavano con cura le ferite dei loro camerati britannici prigionieri, trasportandoli poi presso l`ospedale di Catania, gentilmente come poterono.
Volendo ricapitolare le giornate del 14-15 luglio 1943 nei pressi del Simeto e considerando un`azione unica, possiamo dire che il combattimento ebbe quattro fasi:
â?¢ Dalle ore 2,00 alle ore 5,20 a.m. del 14 luglio la 1^ brg paracadutisti britannica attacca i presidi italiani del Ponte Primosole e delle colline di S. Demetrio conquistando le postazioni.
â?¢ Dalle ore 6,00 alle 20,00 del 14 luglio sulle colline di S. Demetrio si scontrano i mitraglieri paracadutisti di Schmidt con i parà* di Frost. Quest`ultimo è salvato dall`intervento della Royal Navy. Contemporaneamente due colonne tedesche, comandate dai capitani Stangenberg e Fassl, assaltano e conquistano il Ponte Primosole. I superstiti paracadutisti inglesi si ritirano a sud del ponte.
â?¢ Dalle 19,00 del 14 luglio all`alba del 15 luglio il 44° rgt corazzato giunge al bivio Jazzotto, poi si scontra e scompagina il gruppo tattico Carmito nei pressi della masseria Codadivolpe. La 151^ brg britannica ha le avanguardie a sud del ponte. I tedeschi si ritirano sulla sponda nord. Si schierano i genieri fallschirmjaeger. Alle 1,45 del 15 luglio scatta l`assalto di tre pattuglie del II/10° arditi che fanno arretrare le avanguardie del 9° DLI.
â?¢ Dalle 7,30 alle 9,30 del 15 luglio il 9° DLI, supportato da due rgt d`artiglieria e da carri Sherman, assalta il ponte ma è sanguinosamente respinto dai genieri fallschirmjaeger, dagli arditi e dai mitraglieri italiani.
Mi complimento per il bel racconto, e visto finalmente che si parla della battaglia del Ponte di Primosole, mi permetto di integrarlo, sempre pronto a qualunque vostra correzione.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Da un lato solo il sedici per cento dei 1856 inglesi parteciparono agli scontri, ma è anche vero che più di un terzo non si lanciò. Un gruppo fu catturato quasi al completo alle pendici dell`Etna (ad eccezione di soli 2 uomini), ma non è indicata né l`indicazione del luogo esatto e né da chi furono catturati, e mi sorge una domanda che pongo a voi. Dato che in genere la letteratura anglo americana non nomina quasi mai i reparti italiani che ebbero la meglio, non potrebbe trattarsi di quel gruppo di parà* inglesi atterrati a monte di Acireale in un vigneto e annientato dal sardo tenente Bacchiddu dei parà* degli Arditi di cui parla il Nicolosi in "la guerra a Catania"? Ritornando al lancio dei 1856 parà* della Ia Brigata(comprendenti oltre ai tre battaglioni, il I° Rgt Batterie anticarro da sbarco aereo, Ia squadra paracadutisti, genieri reali, reparti della 21° compagnia paracadutisti indipendenti e due reparti di bombardamento navale), tale operazione risultò essere un insuccesso perché secondo il piano i 145 aerei, di cui 126 addetti al trasporto dei parà* e 19 trainanti gli alianti Horsa con a bordo le armi anticarro, dovevano sorvolare il corridoio aereo a circa 8 km dalla costa mantenendosi a distanza dal tiro navale alleato, deviando verso l`interno solo quando sarebbero stati in posizione parallela alla foce del Simeto, lanciando i parà* da una quota di 150 metri. Ma vennero presi di mira dal fuoco amico sia delle navi poste al largo di Malta che della costa siciliana, e dal fuoco nemico di batteria creando caos e panico, con aerei che zigzagavano per disimpegnarsi, aerei che avvicinandosi da posizioni opposte rischiarono di scontrarsi, alianti illuminati dai fari dei proiettori nemici col risultato di venire crivellati dalle mitragliatrici schiantandosi sul terreno. Ed in mezzo a tale caos 14 aerei furono perduti, 11 colpiti dalla contraerea, alcuni parà* riuscirono a lanciarsi prima che gli aerei si schiantassero in mare o sul terreno, 30 aerei lanciarono gli uomini sopra la zona di caduta, 9 nelle vicinanze e 48 aerei si ritrovarono lontani dagli obiettivi ad una distanza tra loro di circa 30 km. 4 alianti atterrarono nelle zone assegnate, 13 sparsi per la Piana di Catania, con alcune zone di caduta in fiamme per il fuoco appiccato dai proiettili incendiari, e 26 aerei ritornarono in Nord Africa senza aver lanciato i parà*. A tali perdite ed alle manovre di disimpegno degli aerei contribuì anche il fuoco del battaglione mitragliere di Schmidt, che senza saperlo si trovarono sulla linea di avvicinamento di molti aerei, esattamente nel corridoio di volo di due delle quattro zone di lancio e di atterraggio degli alianti. Un solo plotone distrusse 3 alianti, un altro 3 Dakota e furono catturati 82 parà*.
Il II° Btg ed una parte della compagnia A furono lanciati nella posizione a loro assegnata ed alle 05.30 circa 140 uomini del II° btg di Frost erano appostato intorno alla collina Johnny I.
C`è da aggiungere che un aliante si era scontrato con il ponte creando panico tra gli italiani che si trovavano li. Gli alianti schiantatisi intorno al Ponte furono 3 dei 19. Uno schiantandosi sulla riva del fiume si spezzò a metà*, con l`equipaggio di un cannone gravemente ferito ed i due piloti scaraventati fuori dai finestrini della carlinga e mutilatiCitazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Lathbury attaccò con circa 40 uomini avendo a disposizione solo gli sten ed avvicinandosi verso il lato sud del Ponte vide un aliante schiantatosi ad un centinaio di metri dalla riva del fiume. A pochi metri dal Ponte seppe che alcuni uomini di Pearson si trovavano sulla riva settentrionale. C`è da dire che nonostante l`atterraggio dei parà*, il fuoco contraereo, quello delle mitragliatrici, c`era un via vai di veicoli nemici lungo la strada 114 tra Catania e Lentini i cui fari furono notati dallo stesso Lathbury passare nei due sensi di marcia, che pensando alla possibilità* dei nemici di rimuovere i blocchi stradali per consentire il transito, decise di aspettare il sopraggiungere di una convoglio per attaccarlo con gli sten e le granate. Ma dopo essergli riuscita un`imboscata ad un convoglio, mentre attraversava il Ponte fu ferito dalle granate lanciate dall`autista di uno dei mezzi che stazionava all`estremità* settentrionale del Ponte, sul cui mezzo c`era un pezzo da 88mmCitazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Gli uomini di Schmidt scatenarono un fuoco infernale con mortai e mitragliatrici arrecando forti perdite agli inglesi ,scontrandosi così nei pressi della collina Jhonny III, che venne conquistata dai tedeschi. Tali reparti tedeschi non appartenevano al 4° Rgt paracadutisti Fallschirmjager 4, bensì al I° Btg paracadutisti mitraglieri che la notte precedente occupò le posizioni tra Johnny I e III per bloccare ogni tentativo nemico di occupare il Ponte attraverso la strada 114. Gli inglesi furono stupiti dell`attacco proveniente da Ovest e che ad attaccarli fossero parà* tedeschi,i quali attaccandoli con mitragliatrici da Jhonny III spinsero gli inglesi ad inviare una pattuglia per risolvere il problema. Ma la pattuglia fu costretta a ritirarsi subendo perdite causate da tre autoblindo. Nel corso di questo attacco,per gli inglesi la situazione diventava molto critica. Erano sotto il fuoco nemico delle mitragliatrici proveniente da tre lati che lo stava accerchiando. Il fuoco tedesco era ben diretto arrecando gravi perdite, le munizioni dei parà* inglesi stavano esaurendosi, l`erba secca a sud prendeva fuoco costringendo il calore delle fiamme a riunirli in un`area ristretta, mentre il fumo veniva sfruttato dai tedeschi per migliorare le loro posizioni. Ma alle 9 in soccorso degli inglesi arrivarono i colpi da 175 mm dell`incrociatore Newfoundland, con cui riuscì a mettersi in contatto un Cap della marina inglese. Gli uomini del Col. Pearson non ebbero un gran da fare per tutta la mattinata, anche se a metà* mattina uno squadrone di Focke-Wulfe 190 mitragliò la zona del Ponte senza arrecare danni.Intanto era ancora incerta l`ora di arrivo della 50° Divisione a causa degli scontri a Lentini. Nel frattempo Pearson sparpagliò gli uomini a nord del fiume e fu li che i tedeschi lanciarono i contrattacchi per riprendersi il Ponte. Questi contrattacchi furono opera del Cap. Franz Stangerberg, che dopo essere venuto a conoscenza della presenza degli inglesi lungo la strada 114 e che controllavano i Ponte, decise di dirigersi li venendo accolto da un fuoco violento. Così radunati una ventina di uomini si diresse nuovamente verso il Ponte, ma fu costretto a ritirarsi perché la rezione fu molto violenta. A quanto pare l`attacco iniziale di Stangerberg, i tedeschi avvicinandosi da Nord su due camion si fermarono a circa 2,5 km dal Ponte per consentire alle truppe di scendere. Appena avanzarono sui lati della strada alla distanza di circa 1,5 km furono fermati con alcune perdite e costretti alla ritirata per l`entrata in azione dei mortai inglesi.Quindi Stangerberg ritornò a Catania con lo scopo di costituire una forza idonea a ricacciare gli inglesi. I rinforzi non sarebbero arrivati prima di quella sera, così l`unica unità* disponibile era quella del Cap. Fassl, cioè la 1a compagnia del 1° Battaglione Paracadutisti delle Comunicazioni. Fu formata in breve tempo una forza di circa 350 uomini tra i circa 200 ragruppati dai suoi sottufficiali tra impiegati, cuochi, meccanici ed autisti ed i 150 di Fassl, rimanendo tale forza in contatto con una batteria contraerea pesante a sud di Catania, composta da un pezzo da 88mm e da u vecchio cannone italiano da 5 cm con serventi tedeschi. Con la Batteria pronta a dare una mano, Stangerberg dispose i suoi uomini su entrambi i lati della 114, mentre Fassl schierò i suoi uomini ad est con l`ordine di guadare il fiume e di attaccare il fianco destro degli inglesi.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Il primo attacco fu respinto senza difficoltà*, mentre il secondo dal fianco destro restrinse la linea difensiva del Col. Pearson. Oltre a due pezzi da 88mm del campo di aviazione di Catania i tedeschi avevano a disposizione anche un semovente da 88 e diversi cannoni anticarro, con cui fecero fuoco per due ore sui parà* inglesi.Il Vero pericolo veniva dall`attacco di Fassl che catturò i primi uomini. A Pearson intanto cominciava a mancare sia gli uomini che il fuoco necessario per resistere fino a che decise di abbandonare la riva nord del Fiume alle 17.30, ritirandosi sulla riva meridionale. Nel frattempo al 1° Btg si erano uniti altri soldati inglesi sbandati ammontando così a 160 uomini.Il Newfoundland senza contatti radiotelegrafici non era in grado di dare un buon supporto, ma intorno alle 15 eliminò una batteria di artiglieria nemica ad ovest di Catania, mentre un`altra sebbene non fosse stata ridotta al silenzio fu continuamente disturbata.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Nel frattempo sotto la forte pressione tedesca la difesa del Ponte diventava sempre più disperata, avendo i tedeschi portati un pezzo da 88mm sulla riva Nord da dove sparavano con alzo zero distruggendo le due casematte dietro cui si difendevano i parà* fin quando Lathbury alle 18.30 ordinò la ritirata sulle colline Jhonny.
Intorno alle 19.30 in un uliveto a sud della collina Jhonny I apparve il primo Shermann della Iva Brigata, seguito dopo due ore da una compagnia del 6° Reggimento Durham che aveva percorso una trentina di chilometri sotto il caldo, ma stanca e non nelle condizioni di entrare immediatamente in azione. L`arrivo degli Shermann costrinse i tedeschi a ritirarsi a nord del fiume.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
La mattina del 15 luglio il btg genieri fallschirmjaeger aveva sostituito in prima linea gli uomini di Stangenberg e Fassl. Erano 450 uomini al comando del cap. Paul Adolff. Il btg mitraglieri del magg. Schmidt si schierò ad ovest del ponte. Adolff mise la 1^ e la 3^ cp a cavallo della statale 114 a sud del ponte, la 2^ cp in riserva a nord.
Così Mitcham e Von Stauffenberg ci raccontano l`assalto britannico della mattina del 15:
La seconda fase della battaglia del Ponte Primosole iniziò la mattina del 15 luglio. Vedendo dissolversi le sue possibilità* di vittoria, il maggior generale Kirkman ordinò al brigadiere R.H. Senior, comandante della 151^ brg Durham, di lanciare un immediato attacco alle prime luci del giorno contro il ponte. Senior protestò perché i suoi uomini avevano marciato per 20 miglia durante il precedente giorno e quindi inabili per scagliare quell`attacco, ma le sue obiezioni furono respinte.
Alle 7.30 a.m. due rgt d`artiglieria britannici aprirono il fuoco contro le posizioni tedesche con i loro obici semoventi da 105 mm. Poi l`attacco scattò, condotto dal 9° btg di fanteria leggera Durham.
Essi non ebbero alcuna possibilità* di riuscita. I Durhams erano falciati dal fuoco delle mitragliatrici appena si avvicinavano al ponte, e la maggior parte di loro si fermò. Un plotone riuscì a guadare il fiume, ma impattò nei paracadutisti della 2° cp di Adolff e nel btg commandos italiano. Una grandinata di colpi di mitragliatrice e di mortaio colpì i Durhams dalla strada incavata a nord del ponte. Il 9° Durhams si ritirò dopo aver subito 100 perdite, tra i quali 34 caduti. Tre carri del 44° Royal Tank Regiment furono messi fuori combattimento. Lo scontro terminò alle 9.30 a.m.
Lo stesso episodio è così raccontato da Tullio Marcon:
Conclusosi l`attacco degli arditi, la 1^ cp genieri, comandata dal ten. Cords, prese posizione sulla sponda sud del fiume, presso il ponte; le altre due si sistemarono su quella nord, a cavallo del rettifilo, avendo sulla sinistra la 553^ cp mitraglieri e la 4^ cp del 372° btg costiero, e sulla destra i mitraglieri del cap. Schmidt che, nella notte, erano indietreggiati, appostandosi tra il Gornalunga ed il Simeto. In detta zona s`era inoltre sistemata la retroguardia di Schmalz, mentre il grosso, superato il fiume, ne guarniva la sponda settentrionale sin verso la confluenza col Dittaino.
All`appello mancava ancora il 3° FJR, ormai tagliato fuori.
E infatti, giunto in vista del Ponte dei Malati e constatato che sulla 114 v`era un traffico intenso di automezzi nemici, rendendone impossibile l`attraversamento di giorno, Heilmann decideva di comportarsi come aveva visto fare in Russia ai partigiani: ordinò agli uomini di nascondersi in un folto aranceto, in attesa del buio per riprendere il cammino verso nord.
Intanto, a Primosole, la Durham si preparava, inconsapevole o rassegnata, a quello che doveva rivelarsi il primo atto della sua più sanguinosa vicenda bellica, non solo in Sicilia: il 9° btg del t.col. Clarke avrebbe mosso contro il nemico alle 08,00 con un attacco frontale di tipo tradizionale e quindi destinato a rivelarsi fallimentare dinanzi ad un avversario ben piazzato ed agguerrito, quale era il battaglione tedesco.
Alle 07,30, gli "88" del 24° e del 98° rgt artiglieria aprirono il fuoco preparatorio, mentre la fanteria, seguita dai carri del 44° rgt, avanzava dal bivio Jazzotto verso il ponte, imbattendosi nei segni sempre più evidenti della lotta recente: fortini diroccati, pali elettrici divelti, mezza dozzina di carcasse appartenenti ai muli d`un reparto italiano di salmeria, e poi, i primi morti, inglesi e tedeschi. L`aria tutt`intorno cominciava ad essere irrespirabile.
Protetto dal fumo di alcune granate nel superamento dell`ultimo tratto più esposto, il 9° Durham mosse all`assalto con le baionette in canna. I genieri li attesero a pie` fermo finché non giunsero a cinquanta metri; poi, aprirono il fuoco falciando le prime file ed arrestando momentaneamente l`assalto. A questo punto, un ordine mal interpretato da Cords, lo indusse a ritirarsi con la sua compagnia dalla sponda sud a quella nord del ponte. Gli inglesi ne approfittarono e mossero nuovamente all`assalto, coperti dal fuoco dei carri; due plotoni guadagnarono la sponda nord, passando sul ponte o guadando il fiume. Ma la loro avanzata terminò lì, perché li accolse un micidiale fuoco di mitragliatrici che, tra l`altro, mirando alle torrette degli Sherman, impedirono ai capicarro di affacciarvisi per identificare gli obiettivi.
Dopo due ore, constatata l`impossibilità* di fare progressi, gli inglesi si ritirarono sulla sponda sud, lasciando sul campo 34 morti, tra cui 9 ufficiali, oltre 60 tra dispersi e feriti, e 3 carri. Naturalmente, vi furono perdite anche tra i genieri tedeschi ed i mitraglieri italiani.
Per un secondo tentativo, ci sarebbero volute delle ore: il tempo per entrambi i contendenti di leccarsi le ferite.
Per far meglio comprendere meglio a tutti l'ubicazione del Ponte, inserisco una parte della cartina IGM del 1925
Questo è sicuramente un esempio positivo da seguire e la linea da percorrere per l'interesse del topic e del forum tutto perchè ci legge.
Infatti senza considerare le nostre posizione, che a volte ci hanno portato a delle contrapposizioni, si è cercato di analizzare i fatti per trarre degli spunti utili allo studio di un episodio della battaglia del Simeto, l'assalto degli arditi.
Questo lo dico con sincerità* e sono contento che abbiamo avuto spunto proprio per riparlare della battaglia del Simeto che sicuramente rappresenta uno degli episodi che mi interessano di più anche perchè conosco bene i luoghi che ho visitato molte volte.
Ringrazio tutti perchè anche si è condiviso del materiale e si è narrato molto i fatti.
Tornando all'assalto io sono convinto che comunque si è trattato di un singlo episodio e non di una fase dell'attacco tedesco.
Poi analizzando la stessa carta postata da Totino ho visto che il km114 della SS114, all'epoca, corrispondeva all'altopiano dove ora si trova la discarica, quindi è plausibile che fosse il punto dove erano arrivati gli sherman.
Da li comunque gli inglesi coprivano il bivio jazzotto, la Johnny III e tutto il rettilineo fino alla masseria Primosole, sotto la Johnny I.
Quindi questo serve anche a capire che comunque gli arditi strategicamente non potevano arrivare fino al bivio jazzotto, ma superato il ponte al massimo potevano arrivare alla masseria Primosole, per avere un pò di copertura, senza considerare che comunque erano sempre allo scoperto se attaccati dalla johnnyII.
Questo anche perchè sempre dai racconti si parla che pattuglie avanzate avevano preso i bunker a sud del ponte e le due case coloniche (ancora esistenti) e sicuramente dalla johnnyI, quindi dalla collina codavolpe, tenevano sotto tiro il ponte.
Quindi le camionette degli arditi sicuramente fin da subito hanno avuto degli scontri, ma sicuramente l'effetto sorpresa, il buio che non avrà* fatto capire la reale entità* dell'attaccò, avrà* permesso di raggiungere la piana dove sono atterrati sia i tedeschi che gli inglesi, quindi per circa 1 km di raggio, proprio sotto la masseria Primosole.
Poi sempre interpetrando i racconti quando si parla che camminando 20' avrebbero raggiunto i carri, se consideriamo questo dal punto che dico io in 20' arrivi proprio al km114.
Poi certo si deve considerare una cosa, che l'attacco è stato condotto da un reparto che operarva per mentalità* e strategia non in maniera convenzionale, quindi non mi stupirei una penetrazione anche più profonda, ma strategicamenete per mè raggiungere il bivio jazzotto sarebbe stata una missione senza ritorno.
Spero che il mio punto di vista sia condiviso, ma comunque è interessante continuare la discussione e lo studio dell'azione.
ripeto ringrazio cosarara per aver riacceso il topi, mimmo per il materiale postato e per il confronto aperto che ha fatto..........e totino ma a lui le motivazioni le ho già* fatte di persona
Propongo un nuovo argomento: lo sbarco sulle spiagge del ragusano che portarono alla conquista degli aeroporti di Comiso e S. Pietro. Chiaramente, chiedo il contributo di tutti gli amici del forum "Husky".
La costa tra Scoglitti e Gela era difesa dalla XVIII brg costiera del gen. Orazio Mariscalco, col 178° rgt ad est (comando a Vittoria) e 134° rgt a ovest (comando a Gela). Alle spalle delle spiagge erano piazzate le artiglierie del 6° rgp.
Il gen. Bradley, comandante del II corpo d`armata americano, divise la sua forza in due parti: Dime Force destinato a Gela e Cent Force a Scoglitti. Quest`ultima era formata dalla 45a div. di fanteria del gen. Troy Middleton (ex preside dell`università della Louisiana) e dal 753° btg corazzato (2a div.). La 45a aveva il seguente organico:
â?¢ 157°, 179° e 180° rgt fanteria;
â?¢ 45° rgp ricognizione;
â?¢ 120° btg genio;
â?¢ 158°, 160°, 171°, 189° btg art..
La 45a aveva di fronte una zona di sbarco di quindici miglia in lunghezza. Nell`immediato retroterra c`era un largo piano. Ad una distanza approssimativa di dieci miglia c`erano le città di Acate e Comiso. Queste città , ed i campi d'aviazione omonimi, costituivano gli obiettivi primari della divisione. Il 180° gruppo tattico reggimentale (180° rgt fanteria rinforzato da artiglieria e genio) del col. Cookson avrebbe dovuto sbarcare a Scoglitti, ma per errori di identificazione degli approdi fu disseminato tra il delta del Dirillo e Scoglitti. Dopo lo sbarco, avrebbe dovuto proseguire verso nord per catturare Acate ed il suo campo d'aviazione, così come il Ponte Dirillo, dove la strada statale litoranea attraversa il fiume. Il 179° gruppo tattico reggimentale del col. Hutchins aveva il compito di sbarcare ad est di Scoglitti e proseguire per Vittoria. L`ultimo gruppo tattico reggimentale, il 157° del col. Anckorn, doveva sbarcare a sud di Punta Branco Grande, presso Punta Braccetto, per catturare il campo d'aviazione di Comiso, mantenendo anche il contatto con l`8a armata a Ragusa.
A notte fonda, quando era da poco scattata l`ora 00,00 del 10 luglio, un convoglio americano si avvicinava alle coste meridionali della Sicilia, tra Scoglitti e Capo Scalambri. A bordo c`erano gli uomini della 45a divisione di fanteria americana, la Thunderbirds . I giovani ed inesperti soldati dello zio Sam, quasi tutti coscritti, nell`oscurità , inciampavano e imprecavano, mentre tastoni cercavano il corrimano e dondolavano abbrancati alle scale a corda sui fianchi delle navi beccheggianti nel mare mosso. Alcuni caddero mentre tentavano di scendere dentro i mezzi da sbarco, infortunandosi seriamente. Un fante annegò.
A largo di Capo Scalambri il colonnello Charlie Anckorn, a bordo di una nave, guardava la costa italiana avvicinarsi e probabilmente rifletteva sulle capacità del 157° reggimento di fanteria, la sua unità , sperando che i suoi ragazzi fossero stati all`altezza della situazione. I mezzi da sbarco, carichi dei fanti del 157° rgt, giravano a cerchio, in attesa dell`ordine di sbarco, spostato dalle 2,45 alle 3,45 a causa del mare mosso. Gli uomini, sballottati a destra e a manca, vomitavano per la nausea, pregavano, imprecavano e vomitavano di nuovo. Questi cittadini americani alle armi erano stati istruiti a puntino, ma ora ognuno di essi si chiedeva se sotto il fuoco nemico, al primo combattimento, sarebbe stato in grado di svolgere i compiti ad esso affidati, con la paura che oscura la ragione. Improvvisamente iniziò il fuoco di sbarramento della flotta verso la costa siciliana, illuminandola al ritmo delle cannonate. Di fronte a quello spettacolo la nausea fu dimenticata e gli uomini guardavano quelle scie di fuoco e quelle esplosioni con gli occhi sgranati e le dita nelle orecchie. Dopo mezz`ora il fuoco cessò, i mezzi da sbarco si schieravano formando un`enorme V e puntavano verso le spiagge. Alle 4,30 le navi americane furono attaccate per un`ora da aerosiluranti e bombardieri italiani e quattro furono danneggiate. Oltre alle pericolose scogliere, erano sporadici gli ostacoli che gli italiani avevano posto per impedire lo sbarco: filo spinato e qualche postazione di mitragliatrice in casamatta. Le spiagge da Capo Scalambri a Camarina erano difese dal 383° btg del 123° rgt costiero (206a div.), quelle di Scoglitti dal 501° btg del 139° rgt costiero (XVIII brg), per un totale di 17 chilometri di fronte. In seconda schiera c`era il 389° btg del 139° rgt (col. Sebastianello). Le artiglierie consistevano in tre batterie da 75/27 del 21° gruppo (6° rgp del col. Giustino Freda).
Dei tre battaglioni del 157° reggimento, due sbarcavano a fianco a fianco come prima ondata, superando una lieve resistenza. Dopo sbarcava il battaglione di riserva e quello d`artiglieria. La batteria di Capo Camerina fu catturata, mentre quella di Scoglitti riuscì a reagire. In quest`ultima batteria un artigliere, preso dal panico alla vista dell`immensa flotta nemica, tentò di fuggire e fu ucciso a colpi di pistola dal suo capitano. Prima di essere colpita e messa fuori combattimento dai cannoni navali, la suddetta batteria colpì sette imbarcazioni. Le batterie di Punta Braccetto, Punta di Zafaglione e Casa Strasattata furono eliminate dopo un`ora di fuoco.
A Scoglitti la resistenza fu scarsa. I soldati italiani sopravvissuti al bombardamento navale erano intontiti e scoraggiati, così, all`arrivo delle truppe da sbarco della 45a div., alzarono le mani. Qui, dalla nave Ancon, sbarcò il gen. Bradley, comandante del II corpo d`armata, che installò il suo comando nella locale Stazione CC.
Lo sbarco era andato bene, al prezzo di 27 morti tra annegati e caduti. Il colonnello Anckorn aveva ricevuto l`ordine di proteggere il fianco destro del II corpo d`armata americano, di prendere S. Croce Camerina e di proseguire verso le alture a nord est dell`aeroporto di Comiso e verso Ragusa.
A Villa Criscione il posto di blocco del ten. Sajia fu attaccato prima dai paracadutisti, poi dalle truppe da sbarco della 45a , e conquistato dopo una prolungata resistenza. Più ad ovest, nella fattoria Randello del marchese Arezzo, fu spazzato via il comando del 501° btg costiero da reparti di paracadutisti.
Alle spalle della prima linea italiana, nel frattempo, operavano gruppi di paracadutisti americani. A S. Croce Camerina, all`interno di Capo Scalambri, il comando del 383° btg costiero (t.col. Milazzo), rinforzato dai carabinieri del Comando Stazione e da una quindicina di volontari civili, uccisero o catturarono diversi nemici. Verso il bianco paesino era diretto il 157° gruppo tattico reggimentale, forte anche di alcuni carri armati del 753° btg corazzato. La difesa consisteva in due posti di blocco: uno a Capo Comitini e l`altro in contrada Camemi, il primo con 22 uomini al comando del cap. Serra e il secondo con 15 fanti comandati dal ten. Sella. L`attacco scattò alle 7,30 ed ambedue i capisaldi furono sommersi dopo un`accanita resistenza. Tra i caduti italiani c`erano i due ufficiali. Alle 08,30 cadde il posto di blocco di Villa Criscione che, attaccato da centinaia di paracadutisti, aveva resistito tutta la notte. Nel pomeriggio il comandante del 383° btg costiero decise la ritirata verso nord, dopo le vivaci insistenze del parroco del paese, don Vincenzino Di Quattro, il quale temeva una carneficina. Alle 15,45 entrarono nel centro abitato gli americani.
Intorno alle 18,00 un gruppo di paracadutisti americani del 2° btg del 505° rgt aviotrasportato occupò Marina di Ragusa, poco ad est di Capo Scalambri, attestandosi nel villaggio in attesa di riunirsi con l`avanzante 45a divisione. Nello stesso momento caddero pure il caposaldo di Punta Secca e il posto di blocco 451, a sud di S. Croce, che era stato rinforzato dal personale della Regia Marina del posto. Alle 19,00, dopo vivace lotta, fu ridotta al silenzio da tiri navali aggiustati da aerei, la 73a btr da 149/35. Il caposaldo di Cozzo Cappello, di cui faceva parte la batteria, fu espugnato, però, solo alle 11,00 della mattina successiva. A Donnalucata si combatteva tra la 2a cp del 381° btg costiero (rinforzato da marinai e da 27 civili) e paracadutisti americani. Il 3° btg del 179° rgt occupò le alture attorno a Vittoria che si sarebbero rivelate di alto valore strategico contro le truppe corazzate tedesche.
In seconda linea era schierato il 389° btg costiero del magg. Roccuzzo che, dopo una dura resistenza e rimasto privo della copertura dell`artiglieria, fu schiacciato dai carri armati americani.
Superato quest`ostacolo, nessuna forza si opponeva più all`avanzata della 45a divisione verso l`interno. Alle 14,00 circa gli americani del 3°/179° entrarono a Vittoria dalla Via Milano, dove ebbero una scaramuccia con un gruppetto di soldati tedeschi ed italiani in ritirata. Da Vittoria gli americani si spinsero verso Acate e la conca del Dirillo, dove si scontrarono con la resistenza del NAP al comando del ten. Giulio D`Alì Staiti, rinforzato dai carabinieri della locale Stazione. Si sparò per tutta la notte e l`avanguardia della 45a si fermò in attesa dei rinforzi.
Nel testo "The battle of Sicily", a pag. 86-87, c`è questo brano che ho tradotto:
"Il piano per la 45^ div. di ftr (the Thunderbirds) prevedeva uno sbarco con due gruppi su entrambi i lati del piccolo villaggio di pescatori di Scoglitti. Lo sbarco su Cent, comunque, fu un fallimento sin dall`inizio. A causa delle cattive condizioni atmosferiche, lo sbarco principale fu rinviato di un`ora, ma era troppo tardi per ottenere i battelli guida e i mezzi da sbarco che già erano in acqua. Di conseguenza, gli sbarchi iniziali furono frammentari, e la confusione aumentò col passare del giorno. Tutte le spiagge di Cent erano sottoposte al vento di ponente, e le onde erano molto alte. Questi fattori, combinati con una corrente proveniente da sud-est, trascinarono alcuni battelli a sud dei loro obiettivi. La confusione era grande sul fianco sinistro di Middleton, nella zona del 180° RCT del colonnello Forest E. Cookson, forse perché i mezzi da sbarco trasportarono il colonnello e il suo intero staff sbarcandolo alcune miglia a nord, nella zona della 1^ div. ftr. Altri elementi del 180° sbarcarono alcune miglia a sud, su spiagge non previste. La confusione era totale, e senza capo il 180° era completamente disorganizzato.
Il resto della divisione non era in condizioni migliori. Il mare agitato, la mancanza di punti di riferimento, una forte corrente laterale, e l`inesperienza degli equipaggi dei battelli, disegnarono un quadro di completa disorganizzazione. Le perdite dei mezzi da sbarco furono alte, specialmente tra gli LCP, molti dei quali erano broached (?). Da metà mattinata da 150 a 200 mezzi si erano arenati o sommersi su ostacoli al largo e sulle spiagge da sbarco. Quelli salvati dal naufragio furono sopraffatti. Il giorno dopo, quando il generale Bradley sbarcò a Scoglitti con alcuni membri del suo staff, egli vide ciò che descrisse come <<una triste visione: più di 200 mezzi d`assalto rotolavano sulle onde dopo aver bruciato i loro motori nel superare le correnti nel venire a riva. Agitati bulldozer attraversavano la soffice sabbia, trascinando casse piene di rifornimenti dalla battigia per accatastarli in depositi dietro le dune erbose>>.
Addirittura quando una LCT o LCG raggiungevano sulla spiaggia prevista, non era un gran bene perché le dune sabbiose dietro la spiaggia erano troppo soffici per mezzi così pesanti. Come risultato, le spiagge divennero estremamente congestionate ed estremamente confuse. Malgrado lo sforzo, l`ammiraglio Kirk trovò le operazioni di scarico sulle spiagge ancora completamente bloccate fino alla mattina del 12 luglio. Non fu un buon inizio per la 45^ div. ftr Thunderbirds.
Gli artiglieri italiani della batteria di obici di Capo Camerina avranno osservato con stupore quella scena. Essi avrebbero potuto facilmente infliggere pesanti perdite agli americani, se avessero avuto le munizioni, ma essi non ne avevano. I loro cannoni erano di preda bellica francese, e le loro munizioni erano italiane e non adatte. Così essi se ne andarono a casa, come la maggior parte degli altri artiglieri costieri della 206^ div. difesa costiera.
continua.......
Continua dalla tradzione di pag. 87 del testo "The battle of Sicily":
Nel frattempo, nonostante la confusione sulle spiagge, il colonnello C.M. Anckorn riunì degli elementi del suo 157° RCT e mosse verso l`interno nella mattina dello sbarco. Avanzando rapidamente, egli catturò il suo primo obiettivo, la cittadina di S. Croce Camerina, alle ore 12 circa. Non fu una dura battaglia perché in quel settore non c`erano tedeschi, e gli italiani (501° btg difesa costiera) oppose solo una debole resistenza. Appena gli americani entrarono in paese, incominciarono ad apparire bandiere bianche. Cinquecento italiani si arresero ed altri fuggirono verso le colline. Nel villaggio si era unito ad Anckorn un reparto di paracadutisti della grandezza di un battaglione, che presto catturò il vicino villaggio di Marina di Ragusa e obbligò i difensori di Capo Scaramia (gli italiani del 383° btg difesa costiera, all`estremità* dell`ala destra della 206° div. difesa costiera) alla resa o alla ritirata.
Circa due ore più tardi, alle 2 p.m., il 1° btg del 179° RCT catturò finalmente Scoglitti dopo la rapida disintegrazione del 389° btg difesa costiera, appartenente al 178° rgt difesa costiera del colonnello Sebastianello. Qui una piccola baia di pescatori offrì un buon posto d`approdo per un LCT alla volta. Una pessima strada conduceva fuori Scoglitti verso la sporca cittadina di Vittoria (popolazione 36.000), circa sei miglia verso l`interno. Vittoria fu nelle mani degli americani nel tardo pomeriggio, e al cadere della sera Middleton spingeva il suo centro e il suo fianco destro circa sette miglia all`interno, con il 179° del colonnello Roberto B. Hutchins verso l`aeroporto di Comiso, sgretolando l`opposizione della 18° brigata difesa costiera della 206^ divisione. C`era una breccia sulla sinistra di Middleton, comunque, perché il 180° RCT era ancora sparpagliato su circa venti miglia di spiagge. Inoltre, le teste di sbarco dei Thunderbirds mancavano di corazzati, artiglieria e profondità*.
Continua.....
Molto interessante!Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
E' possibile sapere qualcosa in più su questi volontari civili? Chi erano? Erano stati, in qualche modo, "reclutati"? Se si, come?
P.S. Da quanto ho letto mi sembra che la valutazione della 206^ Divisione Costiera, considerata nella storiografia italiana come unico esempio positivo di combattività di un reparto costiero, debba essere rivista: o no?
Come tutte le unità* costiere, la 206a era una divisione scarsamente armata ed equipaggiata, con addestramento insufficiente, con unità* incomplete, con quadri formati da riservisti e con truppa di classi anziane. Aveva però un ottimo comandante, l`alpino Achille D`Havet, che nonostante le tante deficienze, riuscì a dare alla sua unità* una certa compattezza e a preservarne il morale dal disfattismo. Ma iniziamo dalla fine.
La prima unità* dell`Asse ad essere coinvolta dai combattimenti fu la 206a div. ftr costiera al comando del gen. Achilled`Havet. L`azione della divisione, seppur in alcuni casi tenace ed eroica, fu nel complesso inefficace a fermare o ritardare lo sbarco nemico. Bisogna, però, ricordare la sproporzione di forze sulle spiagge sud-orientali dell`isola tra gli italiani e le truppe da sbarco: 9.600 uomini contro circa 120 mila che godevano di copertura aerea, appoggio navale, truppe speciali e numerosi corazzati. La resistenza della 206a fu riconosciuta anche dal nemico. Il gen. Simonds, comandante della 1a div. canadese, lasciò la pistola al gen. d`Havet, a riconoscimento
dell`azione dei suoi reparti in combattimento. La rivista americana"Time", in un articolo del 2 agosto 1943, scrisse: "Due divisioni, la 206a e la 4° Livorno, hanno dimostrato spirito combattivo. Le altre, comprese la 26a e la 28a, hanno combattuto poco o nulla. Migliaia di uomini della Milizia Siciliana e di reparti regolari hanno rotto le righe, dirigendosi verso le retrovie".
Il Bollettino di Guerra nï?°ï?*114 del 13 luglio 1943 diceva: "Nella difesa delle posizioni affidatele, si è particolarmente distinta la 206a divisione costiera,comandata dal generale Achille d`Havet".
Il gen. d`Havet, per l`azione di comando svolta con valore, fu nominato Cavaliere dell`Ordine Militare d`Italia con Decreto Presidenziale 24 novembre 1947: "Comandante di divisione costiera, attaccata da forze preponderanti corazzate, appoggiate da truppe avio sbarcate e paracadutiste, da una imponente aviazione e dalle potenti artiglierie delle navi da guerra nemiche, oppose tenace e disperata resistenza. Guidate dal suo esempio, le truppe della divisione diedero prova di altissimo valore e furono sommerse solo dal numero preponderante e dalla potenza delle armi. Sicilia sud-orientale, 10-12 luglio1943".
Nella conclusione della sua relazione182 il gen. d`Havet così scrisse: "La mia serena, obiettiva e franca esposizione dimostra e conferma che la 206° divisione costiera nelle condizioni di forza, di armamento, di dotazioni e di estensione di territorio cui ho più volte accennato, non poteva fare di più ed ha pienamente assolto al suo compito ritardatore resistendo dalle prime ore della sera del 9 alle ore 12 circa del giorno 12, a grandi unità*, potentemente armate e che hanno effettuato l`attacco principale nel suo settore."
Non si conoscono con precisione le perdite subite dalla 206a div. costiera, ma nella sua relazione D`Havet calcolò dai 35 ai 40 ufficiali caduti e dai 500 ai 700 sottufficiali e militari di truppa. Il colombigramma inviato da D`Havet al comandante del XVI C.A. comunicava: "Ho l`orgoglio di assicurare V.E. che 206^ div. cost. ha fatto fino all`ultimo il proprio dovere. Tutti si sono battuti valorosamente cedendo solo per stragrande superiorità* nemica. Fanti, artiglieria, gruppo mobile "F" e tattico sud hanno gareggiato nel resistere all`attacco. Non ho più collegamento con alcuno. Mio comando sta per essere sopraffatto. Viva l`Italia – Viva il Re".
Il gen. Carlo Rossi, comandante del XVI C.A., così scrisse nella sua relazione relativamente al comportamento delle truppe:
"- costieri: bene in genere le artiglierie come le fanterie; tutti rimasti ai propri posti di combattimento; i pochi rincalzi sono accorsi celermente; i capisaldi hanno continuato la resistenza anche avvolti dal nemico; hanno ceduto (taluni dopo 48 ore) perché interamente sopraffatti dalla schiacciante superiorità* dell`avversario; molti sono gli episodi di valore dei singoli e dei reparti; in tutti, ferma, la volontà* di resistere;
- gruppi mobili: tutti molto bene; hanno contrattaccato con energia e decisione; avvolti, si sono aperti la strada combattendo, riuscendo in parte a ripiegare; mezzi corazzati facilmente messi fuori combattimento dalle armi nemiche.
Passiamo all`analisi del comportamento delle singole unità* della 206a.
- 146° rgt costiero. A difendere la costa tra Capo Ognina e Vendicari (circa 42 km.) c`era il 146° rgt costiero del col. Bartimmo Cancellara . Da nord-est a sud-ovest erano schierati i battaglioni 430° (a Cassibile, da Masseria Palma a Caponegro) e 374° (ad Avola, da Caponegro a Vendicari), mentre il 437° era di riserva in seconda schiera a Noto, con una compagnia a Pachino. Queste unità* si appoggiavano ad una decina di capisaldi, distanti tra loro un paio di chilometri, e a nidi di mitragliatrici, protetti da filo spinato, ma non da mine.
Circa a tre chilometri nell`entroterra c`era schierata l`artiglieria, basata su tre gruppi del 44° rgp: il 27° (ex 164°) da 149/35 con le btr 79a, 80a e 81a, tra S. Teresa Longarini e Cassibile; il 102° da 75/13, con le btr 47a e 48a, in posizione costiera a Villadorata, a cavallo del fiume Noto; il 224° da 100/22 con le btr 1a e 2a, a Cozzo Mazzonena Sichilli e a Bonivini Modica. Più arretrato era piazzato il 233° btg artiglieria semovente da 47/32 su tredici cingolati.
In quel settore sbarcarono gli scozzesi del 2° btg Royal Scots e del 6° Seaforth (17a brg./5a div.) alle 2,55, a sud di Punta del Cane. Alle 3,00 sbarcò a Scoglio Imbiancato il primo scaglione del 3° Commando, mentre il secondo scaglione sbarcò lì circa un`ora dopo.
I 3 battaglioni della 151a brg. (50a div.) sbarcarono alle 3,20 in parte sulla spiaggia Jig North di Capo Negro, come previsto, e in parte per errore a mezzo chilometro a sud di Marina d`Avola, sulla Jig South.
Infine, la 15a brg. (5a div.), destinata alla spiaggia How, ritardò lo sbarco di circa un`ora, poiché in possesso di una rotta sbagliata, mettendo a terra i fanti del 1° btg Yorkshire alle 3,45.
Il comandante del 146° ftr così scrisse: "Verso le ore 2 del 10 luglio, si ebbero le prime notizie della presenza di numerose navi nemiche lungo il litorale da Portopalo a Siracusa e dall`inizio di sbarchi di truppe; più tardi, prima dell`alba, vennero segnalati sbarchi anche nel settore costiero del 146° rgt cost. verso Ognina, Fontane Bianche, Foce Cassibile, Avola, Calabernardo e più a sud verso Marzamemi. Al levar del sole apparve dalla terrazza del palazzo Trigona in Noto, ove aveva sede il comando di rgt, l`imponente flotta nemica avvolta nella foschia, resa più densa dai nebbiogeni, le navi da guerra e da trasporto si potevano valutare a 600 circa di numero. L`aggruppamento più numeroso era nella spiaggia di Pachino. La nostra marina e la nostra aviazione erano assenti".
I combattimenti si accesero in maniera circoscritta, attorno ai capisaldi, dai quali i fanti costieri sparavano solo se attaccati direttamente, poiché al buio avevano una visibilità* molto scarsa. La mancanza di campi minati negli spazi tra i capisaldi permise ai britannici di infiltrarsi verso l`interno ed aggirare le postazioni nemiche.
Le truppe costiere italiane, già* impegnate contro i paracadutisti lanciatisi la sera prima, furono subito in grosse difficoltà*. Le batterie del 102° e del 224° spararono fino alle 11 del mattino, mentre le tre batterie del 27° erano state messe a tacere dai paracadutisti e dai commandos.
I sottosettori Acid North e Acid Center, tra Capo Ognina e Capo Negro, obiettivi della 5a divisione, erano difesi da quattro capisaldi tenuti dal 430° btg costiero. Da nord-est verso sud-ovest erano: S. Teresa Longarini, Torre Cuba, Fontane Bianche e Foce del Cassibile.
Alle spalle erano coperti dalle tre batterie del 27° gruppo da 149/35 (mag. Giuseppe Liberti): 79a, 80a e 81a. Quella che preoccupava più i britannici era l`81a, dislocata a masseria Cafici in contrada Spinagallo, a nord di Fontane Bianche, per la posizione più elevata. Essa costituiva uno dei due obiettivi del 3° Army Commando. Alle 3,00 presero terra a Scoglio Imbiancato (tra Capo Ognina e Fontane Bianche) 180 commandos di questa unità*, condotti dal t.col. Durnford-Slater, ridussero al silenzio una postazione di mitragliatrice nemica e dopo 85 minuti di combattimento conquistarono la postazione della 81a btr.
Più a nord-est l`80a btr del cap. Giuseppe Di Lorenzo, piazzata a masseria Platania, 4 chilometri da Cassibile, fu attaccata da una ventina di aliantisti del quartier generale della 1a brig., spegnendo la resistenza degli italiani alle 11,15. Non si conosce la fine della 79a btr, che comunque terminò di sparare durante la mattina del 10.
Il 1° squadrone del 2° rgt SAS sbarcò alla foce del fiume Cassibile, aggirò il caposaldo e catturò intatto il ponte sulla SS115, la strada che portava a Siracusa.
L`estrema sinistra del fronte italiano era difesa dal caposaldo di S. Teresa Longarini, a nord di Capo Ognina. Il presidio era costituito dalla 3a cp al comando del cap. Valle che riuscì a resistere per tutto il giorno 10. Attorno alle casematte si scatenò una feroce lotta con gli aliantisti della 1a brg.
Poco distante, al passaggio a livello, cadde dopo ore di resistenza il carabiniere Francesco Cascone. Ferrari, Cicchetti e Cascone ebbero la medaglia d`argento alla memoria.
A Capo Ognina il presidio al comando del ten. Giulio Tartarelli fu sopraffatto in poco tempo da ingenti forze della 17a brg, subendo 7 caduti bruciati coi lanciafiamme, tra questi lo stesso Tartarelli.
La spiaggia di Fontane Bianche fu investita da due battaglioni (2° e 6°) della 17a brg. Il caposaldo, presidiato da un plotone della 4a cp al comando del s.ten. Delio Bertolini, resistette con tenacia per molte ore, subendo la morte di metà* dei 26 uomini, compreso il sottotenente.
Il terzo scaglione del 3° Army Commando, guidato dal mag. Peter Young, era sbarcato erroneamente a Fontane Bianche; così si era incamminato verso nord-est, giungendo a Torre Cuba, suo principale obiettivo, una forte posizione soprelevata dominante, protetta ai quattro vertici da quattro mitragliatrici. Qui il presidio italiano, forte di 53 uomini, aveva respinto l`attacco di un paio di pattuglie della 17a brg che si erano spinte lì anch`esse da Fontane Bianche. Schierati i propri uomini, Young attaccò di slancio a colpi di bombe a mano e di Bren, sotto il tiro delle mitragliatrici nemiche. In un quarto d`ora lo scontro cessò con l`irruzione nel caposaldo e il ferimento di 8 italiani, un aliantista inglese prigioniero ed uno dei commandos. Proseguendo per Torre Ognina, intimarono la resa ai 17 italiani di presidio, i quali accettarono senza sparare un colpo.
Dove il 430° btg del magg. Federico si batté particolarmente bene fu tra Cassibile e Casanuova, dove i suoi uomini si guadagnarono 4 medaglie d`argento e 6 di bronzo alla memoria, 2 medaglie d`argento a viventi (una al comandante di battaglione). Le due località* furono conquistate dai btg 2° Northampton, 2° Royal Scots e 6° Seaforth della 17a brg, dopo aver superato la resistenza della spiaggia di Fontane Bianche. Il ten. Marcuccetti fu trovato morto abbracciato alla mitragliatrice, insieme ad altri 7 militari, alla foce del Cassibile. Il cap. magg. Agosti e 6 militari caddero al posto di blocco di Cassibile. Molti furono i feriti, tra cui diversi gravi.
Alle 10,00 i britannici avevano occupato Cassibile ed un lungo tratto della strada nazionale, fino a pochi chilometri a sud di Siracusa. Alle 10,08 l`amm. Toubridge poteva comunicare a Montgomery che tutte le spiagge erano state catturate e che il fuoco nemico era cessato, a parte sparute sacche di resistenza.
Le due spiagge Jig, tra Capo Negro e Calabernardo, erano difese da parte del 374° btg del mag. Umberto Fontemaggi. Su di esse si scagliarono i tre battaglioni della 151a brg. (50a div.) e se ne impadronirono alle 6,19, anche se subivano ancora il tiro dell`artiglieria che provocò diverse perdite ai britannici.
Al Lido di Avola oppose resistenza il caposaldo comandato dal ten. Giardina, coperto dalla btr di Cozzo Cappello, che fu distrutto dopo tre ore di aspro combattimento. In contrada La Guardiola resistette tenacemente un plotone al comando del ten. Spina, ucciso con molti dei suoi soldati. A Calabernardo il caposaldo continuò a resistere fino a mezzogiorno, anche quando era già* circondato, e fu annientato sul crocevia da dove partono le strade per Siracusa, Noto e Marina di Noto, dopo aver inflitto dure perdite al nemico.
Avola era presidiata da un paio di plotoni del 374° btg al comando del cap. Burgio. Alle porte della cittadina c`era una casamatta con una mitragliatrice, nella quale i pochi fanti italiani si difesero accanitamente a lungo. Alla fine rimase solo il mitragliere, Giuseppe Borbone (trentenne di Raddusa) che continuò a difendere la postazione fino all`estremo sacrificio: fu pugnalato alle spalle, ricevendo a ricordo del suo atto una medaglia d`argento alla memoria. Altri sporadici combattimenti si svolsero in vari punti del centro abitato. Verso le 10, i britannici assalirono uno sbarramento stradale sito lungo la statale per Noto, in contrada Santa Venericchia, dove caddero il ten. Alfonso Passanisi, il serg. Gazzetto e 13 fanti italiani, mentre tutti gli altri rimasero feriti. In quel combattimento cadde eroicamente il sottotenente Luigino Adorno (Noto, 17 agosto 1917, medaglia d`oro), il quale, ferito, era stato catturato, ma era riuscito ugualmente a lanciare una bomba a mano contro un automezzo nemico, uccidendone gli occupanti e venendo poi ucciso. Il suddetto presidio italiano, durante la notte, aveva respinto l`attacco di alcuni paracadutisti americani.
Le ultime resistenze si consumarono fuori Avola, presso la sede del comando di battaglione, dove il mag. Fontemaggi si era asserragliato con una settantina di fanti. Si arrese alle 17,00 e per l`onorevole comportamento ricevette la medaglia d`argento, unitamente al ten. Cammarata, al cap.mag. Ninglandi e al fante Rao, questi ultimi due alla memoria.
I gruppi d`artiglieria 102° e 224° (44° rgp), posizionati a sud e ad ovest di Avola, furono attivi fino a tarda mattinata, nonostante il tiro delle artiglierie navali nemiche, poi furono sommersi dalla fanteria britannica, appoggiata dai carri frattanto sbarcati.
Nella cittadina di Noto erano presenti il comando del 146° rgt ed il comando del 437° btg. A presidio di essa c`erano la 4a cp del 437°, il plotone ciclisti ed i cacciatori controcarro. Il resto del 437° aveva una compagnia dislocata a Marzamemi, una addetta alla protezione impianti e l`ultima di presidio alle opere del Tellaro e di Noto.
Il col. Cancellara inviò il plotone ciclisti sulla via di Piano della Pace, allo scopo di tenere aperta la comunicazione tra il comando di reggimento e il 374° btg di Avola. Il resto della truppa, appoggiata da tre semoventi, si schierava a difesa di Noto, su cui stavano puntando la 151a brg (50a div.), sbarcata tra Capo Negro e Calabernardo, e la 231a brg "Malta", sbarcata a Marzamemi.
Nel pomeriggio la situazione per il reggimento di Cancellara si presentava grave: le truppe nemiche sbarcate, continuamente alimentate in uomini e mezzi, aumentavano la pressione, isolando i centri di resistenza costieri; il 430° btg non comunicava più col reggimento dalle ore 13,00; le batterie italiane avevano quasi tutte cessato il fuoco; del 374° btg rimanevano solo pochi centri di resistenza isolati; il nemico stava avvolgendo Noto e non rimanevano aperte che le vie di S. Corrado e di Villa Oliva che conducono a Palazzolo; la strada di Rosolini era preclusa dopo il ripiegamento del 447° N.A.P.; dalle 15 le comunicazioni col comando della 206a div. e col 122° rgt erano interrotte senza speranza di ripresa; frotte di marinai, avieri e soldati fuggiaschi provenienti da Siracusa davano la città* per occupata.
Tragica era anche la situazione degli ospedali: tutti gli ufficiali medici ed il cappellano militare del 146° erano impegnati negli ospedali di Avola e di Noto, attivi soprattutto dove erano ricoverati i circa 400 feriti fra militari e civili sgombrati da Palazzolo, cittadina che aveva subito due terribili bombardamenti il 9 e il 10 luglio.
Alle 14,00 circa iniziava l`attacco su Noto. Il contrattacco fu lanciato dall`unica compagnia del 437° btg, guidata da due ufficiali del comando rgt: il cap. aiutante maggiore Valzani e il cap. Angeletti. La linea fu riportata a Villa Petrosa, ristabilendo temporaneamente la situazione, ma già* alle 18,30 le prime truppe nemiche riuscirono a penetrare nel centro abitato, scacciando da Villa Petrosa il presidio che si ritirò sulla villa comunale. Inoltre, guidati da gente del posto, colonne nemiche risalivano il vallone di S. Giovanni e puntavano su S. Corrado, alle spalle delle truppe italiane. Così Cancellara decise di arretrare col favore delle tenebre. Prima, alle 22 circa, la difesa arretrava a Noto Alta e S. Giovanni, poi, guidata dal colonnello, a mezzanotte una colonna formata dalla cp del 437° btg, da elementi misti del comando di btg, del 224° gr. art., del 233° gr. smv e del genio marciava su S. Corrado, con obiettivo Palazzolo, dove si sarebbe unita alle forze del 75° ftr. Il tiro dei nemici piazzati nel vallone di S. Giovanni non impedì alla colonna di raggiungere Villa Vela, oltre il ponte minato Castagna.
Le perdite per il 146° ftr erano state gravi: oltre un centinaio i caduti, un centinaio di feriti spedalizzati a Noto, lo stesso numero ad Avola. Le perdite più gravi erano state subite dal 430° btg ad Ognina, La Villa, Fontane Bianche, Foce Cassibile.
- 122° rgt ftr costiero. La ventina di chilometri di costa obiettivo dello sbarco del XXX corpo d`armata britannico era stata divisa in tre settori: Bark Est – zona Marzamemi; Bark Sud – zona Portopalo; Bark Ovest – zona Marza. Le spiagge erano difese da un migliaio di uomini appartenenti al 243° btg (t. col. Cataldi) e al 18° gr. art. da 149/35 . L`aeroporto 517 di Pachino era difeso da un comando difesa fissa su una cp di fanteria, due plotoni mitraglieri ed una batteria da 100/22. Sulla destra (settore che non sarà* impegnato da sbarchi), ad ovest di Capo Passero, c`era l`altro battaglione del 122° ftr, il 375° del magg. Pettinato con comando a Pozzallo, schierato con tre compagnie da ovest di Punta Castellazzo a Punta Religione e con la quarta di riserva a nord di Pozzallo. Più arretrata c`era l`artiglieria: una btr da 100/22 a Bonivini-Modica ed una btr da 75 a nord della stazione ferroviaria di Pozzallo. I N.A.P. erano a Pachino e Ispica.
La 231a brg maltese sbarcò a Marzamemi alle 03,00 circa, e fu contrastata solo da pochi finanzieri e da un plotone del 243° costiero, guidato dal sottotenente Vincenzo Barone che cadde nell`azione. Preso il villaggio, la 231a brg iniziò una marcia veloce verso il nord per unirsi al XIII Corpo d`armata a Noto, con un`escursione di circa 15 miglia.
Il 154° Brigade Group della 51a Highland sbarcò a Portopalo incontrando una leggerissima resistenza. Alle ore 9,00 il centro abitato di Pachino fu occupato senza resistenza.
A Bark Ovest, settore di Marza, all`estremo occidente dell`8a armata, sbarcarono alle 02,00 i btg 40° e 41° dei Royal Marines. Il primo a Punta Ciriga si diresse verso Marza; il secondo a Punta Castellazzo puntò verso Pachino; ambedue erano l`avanguardia della 1a div. canadese. Lo sbarco ebbe successo con poche perdite: un caduto e 20 feriti per il 40°; 7 caduti e 17 feriti per il 41°.
â?¢ - 123° rgt ftr costiero: comando a Scicli, comandante col. Giuseppe Primaverile
381° btg fanteria a Scicli
383° btg fanteria a S. Croce Camerina, t.col. Milazzo
542° btg bersaglieri a Scicli (una cp aggregata al Gruppo Mobile "F")
Cp mitraglieri
Il settore del 123° rgt non fu direttamente investito dallo sbarco, ma ci furono combattimenti contro le truppe paracadutiste americane. Il 383° btg fu investito sul fianco destro di S. Croce Camerina dalle truppe americane sbarcate a Punta Braccetto. Dopo aver resistito un giorno, supportato anche da alcuni civili, si disintegrò.
Il 542° btg fu utilizzato frazionato come riserva, costituendo un fronte sull`Irminio, dopo la caduta di S. Croce. Il 381° combatté a Donnalucata dove fu supportato da civili, da militari in licenza e dal piccolo presidio della marina. Si arrese la mattina del 12 luglio unitamente al comando di rgt.
- Gruppo Tattico Sud e Gruppo Mobile F. Queste due unità* miste aggregate alla 206a furono impiegate nel contrattacco del 10 luglio nella penisola di Pachino. Attaccarono vigorosamente la 51a Highland e la 1a ftr canadese, ma furono respinti dalla superiorità* numerica e di mezzi del nemico. Si arresero il 12 luglio a Modica, unitamente al comando di divisione.
Dopo il 12 luglio della 206a sopravvissero solo i resti del 146° rgt che si batterono a Vizzini Scalo il 13 luglio contro gli americani provenienti da Licodia Eubea. Poi furono mandati nelle retrovie.
Riguardo ai volontari civili, dalle relazioni dei comandanti di unità* risulta solo il numero, 15 a S. Croce Camerina e 27 a Donnalucata. Risulta anche che furono armati con moschetti e bombe a mano.
Sandro Attanasio, nel suo ottimo saggio "Sicilia senza Italia", ha scritto che tra i civili che combatterono a S. Croce Camerina, affiancando il 383° btg costiero, ci furono un certo Giovanni Giannone e un anziano capitano di lungo corso di nome Marinelli.
Riguardo al libro "Ignis in Corde", sono in attesa dell'autorizzazione del ministero per mettere in copertina il logo dei 150 dell'Unità d'Italia. Sono state stampate tutte le circa 300 pagine, tranne la copertina.
Mi complimento con Anfora per il bel lavoro fatto. Da parte mia, in attesa degli altri, do il mio contributo solo per aggiungere qualcosa.
Allego dalle carte IGM le zone della forza di attacco Cent, sperando di riuscire a dare un'idea dei luoghi e delle distanze chilometriche approssimative ed in linea d'aria.
[attachment=10:1sigjp5v]zona CENT.JPG[/attachment:1sigjp5v]
[attachment=9:1sigjp5v]Copia di località* indicate.JPG[/attachment:1sigjp5v]
Allego la mappa tratta dalla relazione della Task Force 85, ma che a causa delle dimensioni ridimensionate ho dovuto tagliare in due parti per essere meglio capita.Riguarda la rotta seguita dalle Task Force ad est di Gozo per poi giungere davanti a Scoglitti.
[attachment=8:1sigjp5v]Copia (2) di rotta cent.jpg[/attachment:1sigjp5v]
[attachment=7:1sigjp5v]Copia di rotta cent 2.JPG[/attachment:1sigjp5v]
La 45°,la "Thunderbird" chiamata così dal totem riprodotto sulle mostrine, era composta per la maggior parte da elementi della guardia nazionale americana. Le guardie nazionali di due dei tre reggimenti erano soprannominati " Uccelli del Tuono", perché composti per gran parte da indiani cherokee, seminale, choctaw, apache ed anche sioux. Il settore di sbarco era compreso nell`area costiera tra Punta Braccetto e Punta Zafaglione, difesa dal 178° rgt del Col. Sebastianello. Il convoglio che trasportò la divisione incontrò, prima del nemico, un ostacolo nei forti venti occidentali che battevano l`insenatura aperta e non protetta di Scoglitti, ma anche nelle onde alte fino a 4 metri. La divisione sbarcò intorno alle 04.25 sotto la protezione del fuoco navale, con l`utilizzo da parte dei cacciatorpediniere di munizioni al fosforo bianco accecante, contro le casematte e le postazioni di artiglieria italiane. La 45a nel 1942 si era esercitata in operazioni di sbarco nel Massachussets, ma lo sbarco della prima ondata avvenne nel posto sbagliato a causa dell`inesperienza dei nuovi piloti che erano terrorizzati dalle onde, dai banchi di sabbia contro cui si incagliarono i mezzi ed anche dal fuoco di artiglieria italiano, con il conseguente effetto di virare lungo la costa senza sapere come raggiungere le spiagge assegnate: "l`azzurra" e la " gialla 2". Ci furono barche della seconda ondata che si scontrarono tra di loro a Punta Braccetto. 38 soldati affogarono, mentre 4 riuscirono ad arrivare a riva. Le compagnie sbarcarono altrove dai punti prestabiliti.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Gli americani definirono le operazioni di sbarco all`insegna dell`inefficenza, data la mancanza di una vera programmazione, di controllo da parte di chi ne era preposto, ed all`insegna della confusione, con decine di mezzi da sbarco squarciati o allagati, e con circa 200 imbarcazioni arenate vicino alla riva o bloccati dai banchi di sabbia dei bassi fondali tipici del ragusano. C`è da dire che comunque la zona di mare della 45a era anche piena di scogli. La confusione fu tanta da chiudere le spiagge Green 2, yellow 2, la rossa, la verde e la gialla, spostando i successivi sbarchi in altre spiagge, dove furono aperti i varchi tra le dune utilizzando i Bangalore. Alcuni comandanti di navi data la lentezza delle operazioni di sbarco, invertirono la rotta tornando in Nordafrica temendo di essere colpiti dall`aviazione, che in effetti intervenne.
Il 180° SCR(Squadra combattimento reggimentale) che avrebbe dovuto sbarcare, nei pressi della spiaggia di fronte a Scoglitti, denominata 66, cioè ad ovest della foce del fiume Dirillo ed a contatto con l`ala destra della Force Dime(Gela), fu sparsa per circa una ventina di chilometri di costa. A proposito del campo di aviazione di Acate (chiamata all`epoca Biscari), sappiamo tutti che fu chiamato campo di aviazione di Biscari dagli americani, mentre in realtà* era il campo n 504 di Santo Pietro, borgo distante circa 18 chilometri da Caltagirone(Ct) al cui territorio appartiene, pur distando circa 8 km da Acate(Rg).
La mappa tratta dalle relazioni americane
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Il 179 SCR sbarcò ad est di Scoglitti nella spiaggia 66( Yellow e Green) intorno alle 03,45, ed insieme al 157 aveva il compito di conquistare l`aeroporto di Comiso.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Il 157° SCR era come una Task Force indipendente rispetto alle altre due. Sbarcò a circa 13 chilometri di distanza dai due reggimenti ( yellow 2 Green 2) ed a circa 25 chilometri dai canadesi che sbarcarono a Pachino. Sbarcò intorno alle 03,55Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Alle 04,00 il 389° btg comunicò la presenza di numerosissime imbarcazioni nella zona di mare di fronte Scoglitti, circa 800 natanti, e l`inizio delle operazioni di sbarco nei pressi del canale Mangiauomini. Le batterie intervennero, iniziando con la 74a da 149/34, ma nonostante furono colpite 7 navi, vennero ridotte al silenzio dall`incrociatore Philadelphia e dai cacciatorpediniere Thilmann e Knight dopo poche salve sparate con le perdite di due ufficiali, di circa 10 artiglieri e di molti feriti.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Alle 04,35 i paracadutisti interruppero le comunicazioni tra il 178° Rgt e la XVIIIa Brigata, costringendo in tal modo ad avvalersi dei motociclisti per comunicare. Di primo mattino si scorsero nella zona di mare antistante Scoglitti 11-12 corazzate distanti dai 7 ai 10 chilometri e molte imbarcazioni a non oltre 6 chilometri, mentre i primi scontri tra commandos ed elementi della 4a compagnia portarono alla cattura di un americano e da parte italiana ad un ufficiale e due soldati feriti, mentre le batterie di Punta Zaffaglione e Casa Strasattata aprirono il fuoco antisbarco.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Poco prima delle 08,00 la 4a compagnia del 389° battaglione e la compagnia di Case Strasattata si scontrarono presso il canale Mangiauomini contro almeno 500 americani. Fu chiesto l`invio di rinforzi ma non fu possibile riceverli per avere impegnato già* la compagnia di riserva. Ma nonostante i numerosi atti resistenza ad oltranza, furono travolti per la mancanza della copertura di artiglieria. Nel settore del 389°, nei presso di Fossa Nera, poco distante dalla foce del Fiume Dirillo morì il S.Ten. Ciraolo con tutti gli uomini del plotone ed il plotone del Ten. Bovio venne travolto dai carri armati.
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Tra gli altri atti ci fu l`eroica resistenza di due agenti della R. G. di Finanza che armati di solo moschetto spararono contro i commandos, venendo alla fine uccisi.
Le informazioni americane sulle postazioni italiane dagli interrogatori dei prigionieri
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I movimenti della Jefferson dalle 06,01 alle 06,43 sotto il fuoco nemico
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Gli attacchi aerei italo tedeschi durante il 10 e la nottata dell'11 luglio
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Il posto di blocco fu circondato da centinaia di parà* e cadde alle 08,30 dopo aver resistito per tutta la notteCitazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Il Col. Primaverile, data l`impossibilità* del Comando di Divisione di inviargli rinforzi, chiese ed ottenne dal distretto militare di Ragusa l`invio di 50 uomini in autocarro in soccorso del posto di blocco 452, ma inutilmente perché scontrandosi sulla strada Ragusa -Marina di Ragusa con gli americani dopo avere opposto la resistenza dovettero ritirarsi verso Ragusa subendo alcune perdite. Così senza ulteriori rinforzi il P.B. 452, a cui erano già* in precedenza stati inviati un plotone di ciclisti, resistette all`assalto nemico con mortai e carri armati fino alle 13,00 quando dopo avere terminato le munizioni delle tre mitragliatrici, quelle del pezzo da 47/32, effettuò l`estrema resistenza con le sole bombe a mano. Sul terreno rimasero trenta americani morti e tre morti e una decina di feriti italiani. Alle 15.45 gli americani occuparono S.Croce Camerina catturando circa 500 prigionieri. Ma questo solo dopo una strenua resistenza a cui parteciparono anche militari che si trovavano in licenza nel paese ed una quindicina di civili che furono armati di moschetto e bombe a mano dal Ten. Col. Milazzo.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
In entrambi i caposaldi i comandanti e gli uomini morirono dopo essersi rifiutati di arrendersi. Ancora a quell`ora il caposaldo di Punta Secca resisteva, mentre il comando del 381° Btg, presso la Fattoria Randello, vicino S.Croce Camerina, era circondato da parà* e forze corazzate stimate in due battaglioni.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Questa è la lista alla data del 14 Luglio dei prigionieri e delle relative navi americane.
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Questa è la successione cronologica degli avvenimenti tradotta dalle relazioni americane, sempre che abbia tradotto bene... [916
Io Luglio ore:
00.00 - Aumento di spari, razzi, e l`utilizzo del proiettore è stato osservato. Risulta che i trasporti possono essere osservati dalla riva, ma non c'erano prove certe che lo erano stati.
00.40 - L` Ancon è ancorata.
00.44 - Contattato l`RMS SERAPH dalla nave. Non aveva notizie da impartire.
02.46 - Il CTF 85 ordina che l` ora H deve essere ritardata, su richiesta del Commander Transport. Il Philadelphia da il segnale di far fuoco alle 03.45 (nuovo ora H).
03.30 - Tre razzi illuminanti muniti di paracadute 095. H-12 a H-4 cacciatorpediniere di supporto hanno bombardato le spiagge con il fosforo e con esplosivo ad alto potenziale. Essi sono stati seguiti dal fuoco di sbarramento della nave di supporto.
03,45 – E` cominciato lo sbarco come pianificato, i tempi come indicati negli allegati (H) e gli ordini come indicati nell` allegato (W).
03.54 - L` NCWTF dirige tutte le forze di terra il più velocemente possibile.
04.00 - L` H.M.S. ABERCOMBIE si sposta fuori dalla zona di trasporto fino all'alba.
04.38 - Gli aerei nemici bombardano con razzi e bombe le spiagge verde e gialla e gli incrociatori.
04.55 - Gli sbarchi iniziali stati portati a termine su tutte le spiagge della zona CENT, generalmente incontrastati a causa dell'effetto dei bombardamenti preliminari della costa da parte dei cacciatorpedinieri.
05,11 - Gli aerei nemici attaccano la zona CENT
06.00 - E` iniziato il servizio pendolare di scaricamento.
06,25 - Il Transdiv 7 si porta a 5000 yarde dalla spiaggia.
06,40 - Il Bernadou e il Dallas si sono uniti alla T.F. 85
06,45 - La comunicazione è stata stabilita con la spiaggia Gialla
0654 - L` Arcturus si è spostato con le barche dal settore dei trasporti DUE a quello UNO.
07.16 - Il Comdesron 15 non riporta alcuna attività* del nemico in Scoglitti.
07.18 - Il Funston inizia lo sbarco riservato alla spiaggia Rossa.
07.32 - L`Abercrombie inizia a far fuoco sulla spiaggia.
07.40 - Arrivano gli LCI(L)
07.42 - Il Transdiv 5 si porta a 5000 yards dalla spiaggia.
07.44 - Gli LCT effettuano gli sbarchi sulla spiaggia Rossa.
08.00 - Arrivano gli LCT e Gli LCT(5).
08.00 - Il Gen. Middleton, U.S.A. (45° Div.) scende a terra, il Col. Church (Capo di Stato Maggiore) rimane a bordo.
08,35 - Gli LST si dirigono verso le spiagge Verde 2 e Giallo 2. I rapporti del CG del secondo Corpo riportano che tutti gli sbarchi della 45a Div. hanno avuto successo, per la maggior parte incontrasti.
10.00 - I rapporti indicano la spiaggia Gialla non adeguata.
10.30 - Il Comtrasdiv 7 si dirige verso le spiagge per accelerare il recupero delle barche arenate.
10.35 - Il CTF 85 fornisce l`Abecrombie al CTF 81.
10,50 - Si inizia ad utilizzare la spiaggia Blue 2 per lo sbarco dei carri armati e dei mezzi pesanti.
11,00 - Le spiagge Verde 2 e Gialla 2 sono inadatte per lo sbarco degli LST.
11,25 - I rapporti indicano che tutte le spiagge sono adatte per le operazioni di sbarco ad eccezione della spiaggia Gialla. Gli LST sono sbarcati dai pontoni per raggiungere la spiaggia Rossa e il canale che è a 400 yard ad est della spiaggia Verde ed a 1000 yard ad ovest da P.ta Zafaglione.
14,15 - Scoglitti è catturata.
14,55 - I rapporti della Dime informano che il nemico si avvicina a Gela.
15,35 - I rapporti del Sit-in One riferiscono le perdite dell`esercito e della marina. Le perdite della marina non sono più del 10% . 2 incrociatori sono stati colpiti dagli aerei. Il Grosso delle truppe e dei materiali è sbarcato. La 45a Divisione preventiva che gli elementi possono raggiungere la linea della spiaggia Rossa col buio.
15,47 - Attacco ad alto livello con bombe sulle zone CENT e DIME.
17.36 - I rapporti del NCWTF riferiscono al CincMed: (1) le spiagge assalite resistono saldamente; (2) l`aria è illuminata dall`azione del nemico; (3) Il fuoco delle navi di appoggio agganciano i carri armati nemici giunti in rinforzo.
17,53 - Il Transdiv 3 ha l`ordine di avanzare verso i punti di ancoraggio assegnati di Scoglitti e di abbandonare le sue spiagge di assalto. Le nuove spiagge si trovano a 2000 yard a nord ovest di Scoglitti.
21,46 - il NCWTF ha ordinato che lo sbarco delle navi e degli LST fosse continuato alla velocità* massima per tutta la notte utilizzando tutte le imbarcazioni disponibili.
22.31 - E` stato comunicato che un pontone è stato sopraelevato alla spiaggia Gialla ed uno in quella Verde.
22.46 - Un rapporto di un Pontone alla spiaggia Blue 2 e di uno non piazzato.
[00016009
Complimenti Totino per l'articolata esposizione. Spero che sia l'inizio di una serie di interventi. Riguardo al 381° btg, devo precisare che non era presso la fattoria Randello, ma a Cava d'Aliga, costituiva cioè l'ala sinistra (orientale) del 123° rgt costiero.
Complimenti, totino72, m'interesserebbe proprio l'aspetto dei civili.Citazione:
Originariamente Scritto da totino72
Erano veri e propri volontari che si presentarono spontaneamente per difendere il suolo invaso o furono, in qualche modo, "arruolati" per necessità*?
Grazie a voi.Citazione:
Originariamente Scritto da GF84
E' riportato che i civili parteciparono volontariamente alla resistenza.
Anche a Gela ci furono episodi di resistenza volontaria da parte di civili, che unendosi ai carabinieri, che si stavano già* scontrandosi con gli americani, scagliarono le bombe a mano dal campanile della Chiesa Madre. I nomi erano quelli di Ferdinando Incardona, Francesco Zaffarana, Rosario Cacciatore e Crocifisso Tallarita.
Una curiosità*...Finora della presenza degli slavi ne ho avuto conferma nel libro di A. Caruso in Caltagirone e gli alleati, dove addirittura sono fotografati mentre spalano le macerie degli edifici bombardati, e nella tabella dei prigionieri che ho postato. Mi piacerebbe sapere a quali reparti erano aggregati.
A mio parere le due battaglie più importanti nel territorio ragusano sono state quelle di Biazzo e di S. Pietro (anche se sconfiniamo nella provincia di Catania).
Dopo aver conquistato le spiagge di Macconi, Scoglitti, Punta Braccetto, S. Croce Camerina e Marina di Ragusa, l`11 luglio la 45^ div., spalleggiata dai paracadutisti dell`82^, penetravano verso l`interno, puntando su obiettivi importanti come gli aeroporti di S. Pietro e di Comiso.
Vi scrivo la traduzione (speriamo corretta) della pag. 126 e seguenti del saggio "The Battle of Sicily", nella quale si racconta l`azione dell`11 luglio compiuta dalla colonna orientale della Goering al comando del col. Bergengruen e costituita dal rgt granatieri corazzati, da due batterie ed una compagnia corazzata di tigre.
"Il Kampfgruppe di sinistra non era in una posizione per uscire facilmente dalla battaglia. Esso aveva attaccato l`altura di Biazzo con 750 granatieri, i suoi tigre e un btg d`artiglieria corazzata alle 9 a.m., combattendo contro un gruppo misto americano formato da truppe paracadutiste e pochi elementi del 180° RCT. Sfortunatamente per loro, in quel momento il col. James M. Gavin era solo a mezzo miglio a sud-est, marciando lungo la strada costiera da Vittoria per Gela con circa 250 paracadutisti. Immediatamente egli si precipitò al tuonare dei cannoni e lanciò i suoi uomini al contrattacco. A quel punto sull`altura di Biazzo furono attirate tutte le unità americane come una calamita. Entrambi le parti subirono perdite pesanti, ma Middleton, che aveva il quartier generale solo tre miglia lontano, inviò tutto ciò che poté: bazooka, mortai da 81, obici da 75, batterie da 155, una mezza dozzina di Sherman e alcuni half-track rimorchianti cannoni anticarro. Nonostante ciò, il gruppo di battaglia tedesco avrebbe potuto espugnare le posizioni americane. Il maggiore Benjamin H. Vandervoort ricordò che <<essi avevano le capacità per espugnare l`altura>>. <<O l`uno o l`altro, o la loro missione era difensiva o il loro comandante era pessimo (Either their mission was to defend or their commander was lousy).
Nuovamente gli uomini del 1° Rgt granatieri corazzati H.G. cedettero dal punto di vista nervoso e il suo comando dimostrò di essere confuso. Il col. Bergengruen non fu capace di prendere l`altura, e quando giunsero le nuove unità americane, egli assunse una posizione ed un atteggiamento per lo più difensivi. Dalle 5 p.m. era fermamente in mani americane; il kampfgruppe di sinistra era stato respinto dal campo di battaglia, inseguito dal gruppo di combattimento di formazione di Gavin, il quale mise fuori combattimento alcuni Tiger, catturandone altri, e catturando alcuni cannoni da campagna e 12 mortai pesanti.
Gavin si azzoppò con un frammento di mortaio nella gamba. Non era una ferita grave, ma era dolorosa.
Attendo altri interventi sulla battaglia di Biazzo.
Con piacere integro per quel pò che so.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Gavin che fu paracadutato nei pressi di Vittoria, ad una trentina di chilometri dalla zona designata, dopo aver radunato otto paracadutisti ed aver sostenuto un breve scontro a fuoco con un gruppo dei N.A.P., in cui caddero due suoi uomini, cercarono di mettersi in salvo sganciandosi dagli italiani, dirigendosi in direzione di Gela, verso nord-est.Camminarono per tutta la nottata sussurrandosi la parola d`ordine "George" per ricevere la risposta "Marshall". La mattina del 11 luglio intorno alle 08,30 Gavin raggiungendo la strada statale 115, mentre si dirigeva in direzione Ovest lungo la stessa strada, riunì gruppi sparsi di parà e soldati della 45° con i quali attaccò un crinale che domina l`incrocio stradale tra Biscari(Acate) e Gela. Questo crinale si trova lungo la 115 e fu chiamato dagli americani Cima Piazzo. Qui resistettero contro la Task Force tedesca orientale della H.G. forte di 700 uomini circa di fanteria del 1° Rgt Panzer Grenadier, il btg di artiglieria corazzata e la compagnia dei carri Tiger.
Si impadronirono del crinale aprendo il fuoco contro i Tiger con l`appoggio di un solo mortaio da 81mm e da 2 pezzi da 75 mm.Furono installate delle posizioni difensive in attesa dei rinforzi, ma il terreno argilloso complicò la situazione, così che riuscirono a scavare, aiutandosi anche con l`elmetto, una trincea poco profonda quanto bastò per evitare i cingoli dei tanks tedeschi. I colpi dei bazooka non riuscirono a fermare i Tiger, rimbalzando. Gavin a brevissima distanza da un Tiger, a circa tre metri, verificò l`effetto ping pong di rimbalzo del proiettile del bazooka, preferendo il Panzerfaust tedesco ogni qual volta se ne recuperava uno. Con tale forza sufficiente ad annientar gli uomini di Gavin, i tedeschi rimasero in posizione difensiva per tutto il giorno anche se effettuarono una durissima pressione.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Nel corso della giornata con un obice da 75 mm bloccarono un Tiger sulla strada. Ma le perdite tra gli uomini di Gavin aumentarono a vista d`occhio, schiacciati dagli alberi che cadevano nelle trincee, così che lo stesso Gavin arretrò il gruppo di comando indietro, giù lungo la strada, all`interno di una conduttura in cemento. I tentativi della fanteria tedesca di aggirare le posizioni dei parà furono per fortuna bloccati dall`intervento di un plotone della compagnia B della 307° Aerotrasportata genieri. Tale plotone arrivò sul posto nel pomeriggio.Nel corso della giornata arrivarono altri parà isolati, guidati dai rumori dei cannoni. Sul calare della sera la situazione peggiorò, ma finalmente giunse l`atteso rinforzo di sei carri Shermann. Gavin, con l`appoggio degli Shermann e riunendo tutti gli uomini a disposizione tra parà , fanti, genieri, cuochi, conducenti di camion e due ufficiali della Marina, decise di contrattaccare i tedeschi, nonostante la forte inferiorità . Durante l`attacco, fuori da un Tiger fu catturato l`equipaggio tedesco. Vennero catturati 12 mortai da 120 mm.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
R 35 RENAULT A GELA - lorenzo bovi - lobox@libero.it - 1943
E' stato pubblicato il saggio "Ignis in Corde (La battaglia degli Iblei 10-16 luglio 1943). Attualmente è in vendita presso l'edicola Volatile in piazza Marconi a Vizzini. Vi farò sapere quando farò la presentazione.
Avviso a tutti coloro che siano interessati per motivi di studio o di passione per il saggio "Ignis in Corde" che racconta la battaglia degli Iblei: il libro è stato stampato in 1000 copie, sarà* presentato a Ragusa e a Vizzini. Per chi avesse difficoltà* ad andare alle presentazioni, può procurarsi il libro presso l'edicola Volatile in piazza Marconi a Vizzini.
complimenti per il libro - lo passo agli amici
lorenzo bovi
Ciao Mimmo grazie per la segnalazione e complimenti per il gran lavoro [264