Quoto [264Citazione:
Originariamente Scritto da totino72
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Originariamente Scritto da totino72
Il libro "Ignis in Corde" è in vendita presso la libreria Dovilio di Caltagirone.
GRANT SKORPION IN SICILY SICILIA 1943
by lobox@libero.it
http://i56.tinypic.com/fd94lu.jpg
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http://www.lambadoria.it/bunker/bunker.html
nuova sezione modellismo sicilia 1943
lorenzo bovi
Molto interessante [264 .
Link messo tra i preferiti, così me lo guarderò con calma, in particolare i modellini [264
grazie luciano
Gli Arditi di Acireale – seconda parte
Cesare ARTONI ed i suoi Arditi Nuotatori - SICILIA, 31 luglio 1943
Un grande contributo alla conoscenza degli Arditi in Sicilia ci viene da Salvatore Paci che con un bel libro ci racconta le vicende del Tenente Cesare Artoni e della "missione impossibile" realizzata dalla sua pattuglia di Arditi Nuotatori.
Il 26 aprile 1942 (!) lo Stato Maggiore dell`Esercito decide di costituire un battaglione di Arditi da usare in azioni di Commandos dietro le linee nemiche. Tutti volontari, fisicamente preparati e fortemente motivati saranno comandati da ufficiali superdecorati e che abbiano dimostrato "sul campo ... e non sulle poltrone!" le loro qualità di comando.
Vengono formate 3 compagnie da 100 uomini, ciascuna con le sue caratteristiche specifiche, una di PARACADUTISTI, una di NUOTATORI ed una di CAMIONETTISTI. Ogni compagnia è divisa in 10 pattuglie da 10 uomini, tutte al comando di un ufficiale ed in grado di lavorare autonomamente. Stiamo quindi parlando di 30 nuclei operativi distinti, pronti ad effettuare azioni spettacolari, spericolate e fortemente dimostrative, che col loro valore possano infondere coraggio ed entusiasmo negli italiani tutti.
Il 20 agosto 1942 viene costituito il II° battaglione che insieme al I° formerà il X° Reggimento Arditi (Deposito 82° Regg. Fanteria); nel febbraio 1943 sarà poi formato un terzo battaglione.
Nel maggio 1943, in previsione di uno sbarco anglo-americano, il II° battaglione viene inviato in Sicilia ad Acireale: la 113° compagnia in centro (Villa Comunale), la 112° compagnia "Nuotatori" nella frazione sottostante di S. Maria La Scala (sul mare) e la 120° compagnia "Speciale" nella vicina Capo Mulini (sempre sul mare).
A partire dal 10 luglio, giorno dell`INVASIONE anglo americana, le varie pattuglie vengono impiegate in azioni anti-commandos. Il 13 luglio catturano 20 paracadutisti nemici che erano stati lanciati nei pressi di Acireale. Nella notte tra il 14 ed il 15 luglio vengono chiamati dai tedeschi a riprendere il Ponte di Primosole sul Simeto, l`azione che li renderà famosi! Una cinquantina di Arditi, al comando del Capitano Paradisi, lanciate le camionette a tutta velocità attraversano il ponte sparando all`impazzata, sorprendendo il nemico e ricacciandolo alcuni chilometri più a sud, sulle alture del Bivio Jazzotto. Ponte che sarà poi tenuto per parecchi giorni ancora e che insieme alle difese del Fossato Buttaceto (invalicabili), impediranno agli inglesi l`ingresso a Catania fino al giorno del ripiegamento italo tedesco. Da qui parte il nuovo racconto di Paci, che aggiunge un altro tassello "documentato" alla storia di questi reparti.
Siamo alla fine di luglio e proprio mentre si combatte quella che da Montgomery verrà definita "la battaglia più dura di Sicilia", ovvero la "mattanza" che si tenne tra il fiume Simeto ed il Fossato Buttaceto alle porte di Catania (una striscia di terreno devastato, dilaniato ed estirpato dai bombardamenti, su cui per un bel pezzo "non crescerà l`erba"), i tedeschi chiedono agli Arditi di effettuare un`azione spettacolare e dimostrativa oltre le linee inglesi. L`azione dovrà svolgersi alle spalle degli invasori, cercando di colpirne magazzini di munizioni o di carburante che esplodendo possano creare scompiglio e terrore nelle file dell`esercito anglo-americano. Il blitz avrà successo, creando l`effetto sperato ed alleggerendo la pressione inglese alle porte di Catania che di fatto risulterà poi ridursi ad un`attesa del ripiegamento italo-tedesco.
Per questa "Missione Impossibile" viene scelta la IV° pattuglia Arditi NUOTATORI, comandata dal tenente Cesare Artoni, nativo di Augusta, che quindi conosce bene quei luoghi.
Artoni ha 33 anni, figlio di un ufficiale dell`Esercito, partecipa alla Guerra civile in Spagna, in cui viene nominato comandante di un plotone mitraglieri. Ferito al petto da un proiettile che gli perfora il torace e che, uscito dalla schiena, spezza la gamba ad un suo uomo, ordina di non curarsi di lui ma di continuare il combattimento. Per questo comportamento verrà decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Richiamato in servizio con lo scoppio della guerra, viene nominato Tenente e mandato a Pachino per seguire la preparazione delle opere difensive, proprio con quel 243° battaglione costiero che sosterrà da solo l`impressionante urto nel giorno dello sbarco. Ma lui si annoia a scavare trincee e saputo della costituzione del corpo Arditi chiede di farne parte.
La missione spettacolare che ora gli viene prospettata è proprio quello che lui cerca: l`occasione di riscattare gli "augustani" da quella macchia abnormemente vergognosa che si sono visti cadere addosso, a seguito dell`abbandono e della distruzione delle batterie costiere della Piazzaforte di Augusta, "senza sparare un colpo", ed ancora prima che un solo inglese si vedesse all`orizzonte. Vicenda questa che a tutt`oggi risulta ancora ben lungi dall`essere chiarita.
Ma veniamo ai fatti: la sera del 30 luglio 1943 la pattuglia di Arditi Nuotatori salpa da Giardini (Giardini Naxos – Albergo Nazarò) su tre mezzi d`assalto della Regia Marina, scortati da tre motosiluranti al comando del C.V. Lenzi. Dopo una navigazione tranquilla arrivano in vista della costa augustana, a sud di Brucoli, dopo Capo Campolato. I dieci uomini salgono su due canotti e nel buio fitto raggiungono silenziosamente la riva. Purtroppo la corrente li spinge lontano dal punto designato ed un canotto si fracassa contro gli scogli. Portano a terra il materiale rimasto ma non riescono a recuperare il canotto sano, che se ne va portato dalle onde, insieme ai 3 piccioni viaggiatori che sarebbero serviti ad inviare informazioni. Sono soli, fradici, dietro le linee nemiche e senza mezzi per la fuga. Vedono una grotta e vi si infilano dentro, trovandola però piena di gente sfollata da Augusta. Scambiandoli per militari sbandati gli sfollati forniscono utili informazioni sulla posizione degli inglesi e sulle migliori strade da seguire.
La pattuglia si sistema in assetto da marcia e con fare marziale sfila sotto il naso di un accampamento inglese, di una batteria antiaerea ed infine di alcuni grossi depositi di munizioni e carburante. Il buio della notte confonde le sagome agli inglesi che li scambiano per commilitoni (cosa accaduta spesso in tutti i fronti di guerra). Artoni memorizza gli obiettivi e dopo 5 km di marcia raggiunge la sua casa di campagna in contrada Celona. I familiari di Artoni nascondono gli Arditi nella legnaia, dove resteranno a riposare per tutto il giorno mentre lui, in abiti civili, incontrerà alcuni amici ed ottenute le informazioni sulla presenza inglese nella zona risolverà il problema del rientro trovando una barca.
Alla sera, verso le 22 la pattuglia giunge nelle vicinanze dei depositi visti il giorno precedente, sistema di nascosto le cariche di esplosivo strisciando sotto il naso delle sentinelle dandosi poi appuntamento alla barca. Arrivano tutti incolumi, ma ... nella barca non ci sono i remi. Eppure bisogna scappare perché è già passata la mezzanotte e tra poco le cariche esploderanno; staccano allora delle assi dalle panche e remano con quelle. Inoltre la barca è vecchia ed in secca da molto tempo, per cui comincia a filtrare acqua. Alle ore 01:30 quando si trovano già al largo, in direzione di Catania (in mano agli italiani) odono un grande boato che diventa poi un incendio spaventoso: la missione ha avuto esito positivo!
La notte passa remando, ma alle 8 di mattina del 1° agosto gli Arditi sono ancora alla foce del Simeto, la barca è lenta e la salvezza non è ancora raggiunta. Gettano le divise e nudi vengono scambiati per pescatori da un aereo inglese che li sorvola. Si alza un forte vento contrario che li spinge indietro e non riescono ad avanzare. Ad un certo punto gli avamposti inglesi sul fiume Simeto li scoprono e cominciano a farli tiro di mortaio. Gli Arditi sono costretti a buttarsi in acqua e distanziarsi l`uno dall`altro per sfuggire al fuoco nemico, anche un nuovo aereo che li sorvola comincia a sparargli contro. Artoni ordina allora di tentare di raggiungere la riva a nuoto, verso le postazioni italiane. Grazie ai duri mesi di addestramento precedente, ce la faranno tutti, davanti agli occhi increduli dei fanti del 372° battaglione costiero che tiene quel settore, ma proprio dopo aver toccato terra, stanco e distrutto dalla fatica, Artoni viene colpito alla testa da una scheggia di mortaio e tornerà ferito a S. Maria La Scala.
La fortuna aiuta gli audaci, ma anche la preparazione, l`addestramento, la volontà .
Il Quartier Generale di Montgomery è stato colpito di sorpresa, dove mai avrebbe pensato, e sebbene i danni siano stati alla fine irrilevanti, vista l`enormità di disponibilità di risorse anglo-americane, questa azione ha il sapore della beffa, dello schiaffo dato dal moscerino all`elefante. Di fatto però l`avanzata inglese verso Catania prima e verso Messina poi, si limiterà ad una semplice attesa della ritirata italo tedesca.
Il 13 agosto il battaglione viene traghettato in Calabria e trasferito a Roma. L`8 settembre le compagnie 111° e 122° proteggeranno la fuga del re opponendosi ai tedeschi. Le altre compagnie si divideranno, chi salendo a Vercelli entrando poi nella divisione S. Marco dell` RSI, chi nell`Esercito del Sud. Ma la storia del X° Reggimento Arditi finisce lì.
Artoni intanto viene ricoverato in ospedale, prima a Messina e poi in Piemonte. Dopo varie vicende decide infine di tornare a casa. Nel 1950 gli viene confermata la Medaglia d`Argento per l`epica impresa, già proposta sul campo al ritorno dalla missione, e nel 1992 a titolo d`onore è nominato tenente colonnello. Morirà nel marzo del 1997.
LA PATTUGLIA di Cesare ARTONI – Arditi Nuotatori - SICILIA, 31 luglio 1943
Cesare Artoni (Tenente Com.te – Medaglia d`Argento), Salvatore De Filippis (Sergente – Medaglia d`Argento), Tommaso Cortese (Cap. Maggiore – M. di Bronzo), Guido Giordano (Caporale - M. di Bronzo), Alfredo Stanzani (Ardito - M. di Bronzo), Dino Sacchetto (Ardito - M. di Bronzo), Giuseppe Pietrazzo (Ardito - M. di Bronzo), Mario Vanacore (Ardito - M. di Bronzo), Mario Chirico (Ardito - M. di Bronzo), Giovanni Dato (Ardito - M. di Bronzo).
BIBLIOGRAFIA:
La Missione di Cesare Artoni e i suoi Arditi ad Augusta nel 1943 – di Salvatore Paci
I Reparti Speciali Italiani nella Seconda Guerra Mondiale – di Longo L.F.
Lo sbarco e la difesa della Sicilia – di Emilio Faldella
Il X° Reggimento Arditi – di U. Postiglioni
Lesse e scrisse per voi,
Lorenzo Bovi - lobox@libero.it
ARDITI ARTONI
Storie che leggo con interesse e delle quali sono praticamente all'oscuro...
Partecipare a questo forum è occasione per colmare lacune abissali!
Grazie Lorenzo! [264
Ottime integrazioni sia scritte che foto [264
Complimenti Lorenzo per il bel lavoro [264
grazie a tutti
Il saggio storico "Ignis in Corde" (la battaglia degli Iblei) di Domenico Anfora sarà* presentato il 17 giugno prossimo, alle ore 18,30, presso l'aula consiliare del Palazzo Comunale di Vizzini.
Il libro sulla tragedia del Conte Rosso è scaricabile dal sito Lamba Doria al link
http://www.lambadoria.it/stampa/libri%2 ... index1.htm
(è pesantino, ci vuole un po' di pazienza per scaricarlo tutto)
Un saluto a tutti. Sono un appassionato dell' argomento che state trattando. A proposito dei 15 volontari che agirono, il 10 Luglio 1943, a Santa Croce Camerina, a fianco dei Militari di stanza sul posto, essi furono guidati dal capitano di lungo corso Marinelli che fu, effettivamente, il primo ad intraprendere tale iniziativa. Tuttavia, stando a quanto appreso da alcuni anziani che all' epoca erano poco più che ragazzini, una parte di tali volontari fu "invitata" da rappresentanti dell' Amministrazione Comunale del tempo a prendere dei moschetti per recarsi alla periferia Ovest del paese, laddove un belvedere fungeva da protezione agli stessi contro l' avanzata statunitense. La reazione dei Militari e dei civili insieme, attestati tra il predetto belvedere ed una casamatta sita alla periferia Nord - Ovest, sorprese gli americani che risposero a colpi di mortaio. Fuoco arrivò anche dalle navi: su una di esse c' era anche un Ufficiale i cui avi erano proprio di Santa Croce Camerina! Crollò qualche casa, ci furono morti e, tra essi, bambini. Un colpo di mortaio colpì il cornicione della Chiesa Madre e fu lì che Monsignor Di Quattro, dopo un duro scontro verbale avuto con il Ten. Col. Francesco Milazzo, decise di esporre un lenzuolo bianco dal campanile, segnale che, di fatto, sancì la resa della cittadina. Successivamente, il Marinelli incontrò il comandante del gruppo di fuoco americano che, compreso l' ideale e l' animosità del civile, ne lodò l' iniziativa intrapresa.
Grazie per l'integrazione [257
Grazie a voi per aver creato ed animato questo forum. Purtroppo, molte volte (non è il nostro caso) si liquida l' argomento dell' invasione anglo-americana limitandosi a dire che i nostri Soldati erano soliti arrendersi senza combattere o disertare. Certamente ci furono di questi casi, ma la tesi semplicistica secondo la quale ad opporsi agli invasori siano stati solo i tedeschi è offensiva per la memoria di quanti, animati dallo spirito di sacrificio in nome della Patria, dalla piena e consapevole adesione alle consegne ricevute, perirono battendosi contro il nemico. Ed, ancora peggio, soprattutto a partire dal dopoguerra, fu l' ostinata volontà* di dimenticare quei Figli, morti per aver adempiuto al loro dovere sino alla fine. Grazie all' interesse crescente mostrato da storici, ricercatori o semplici appassionati, le cose sono cambiate ma, a mio avviso, al fine di coinvolgere per intero la società*, è necessario che le Amministrazioni locali facciano qualche passo in piena autonomia, provando ad andare oltre al semplice patrocinio della pubblicazione di un nuovo testo editoriale. Basterebbe apporre una targa commemorativa in memoria di un Fante, intitolare una via ad una Batteria di stanza nella zona, ricordare il 10 Luglio (o i giorni a venire) alla stessa stregua del 4 Novembre. Magari coinvolgendo le scolaresche. Bisogna mantenere viva la memoria di quegli avvenimenti ed il valore dei nostri Soldati. ONORE ai nostri Caduti.
Ciao 383 Battaglione Costiero, mi complimento e ti ringrazio anke se in ritardo per le notizie dettagliate che trovo interessanti. Quest'anno come saprai dalle parti tue e di punta braccetto è nata qualche iniziativa con cui si è cercato di onorare qualche caduto italiano
Confermo. Giorno 10 luglio ero presente alla commemorazione dei caduti italiani a Punta Braccetto, in particolare dei due finanzieri uccisi durante lo sbarco del 157° rgt usa. Erano presenti le autorità comunali di Ragusa e S. Croce, le FF.AA. e il comandante della GdF di Ragusa col. Fà llica. Dopo ci siamo recati presso le casematte vicine a Villa Criscione dove caddero in combattimento il ten. Sella e i suoi fanti, difendendo la postazione contro i paracadutisti americani. C'erano Moscuzza e Bovi per la Lamba Doria, e gli autori Iacono e Bartolone, oltre a me.
Ciao Totino, ciao Mimmo,
aggiungo che l' iniziativa (alla quale anch' io ho partecipato) è nata proprio per volere del Colonnello Fallica che, qualche mese fa, ha avuto modo di apprendere da un anziano del luogo le vicende in cui si imbatterono alcuni Finanzieri di stanza a Punta Braccetto il 10 Luglio 1943. Due di loro, Tribastone e Carnemolla, entrambi nativi di Ragusa, perirono nel corso dello sbarco delle truppe americane. Tribastone, più esposto, fu il primo a cadere; Carnemolla, inizialmente solo ferito, fu finito mentre si ritirava insieme agli altri tre verso la vicina boscaglia. Dei fiori sono stati adagiati vicino alla postazione che li proteggeva, tipo "Tobruk", prossima alla riva, ancora oggi visibile come visibile è anche il camminamento scavato nella roccia per raggiungerla. A poche centinaia di metri da tale postazione c' è un rudere, anche questo vicinissimo alla riva. Non l' ho mai visitato ma, due anni fa, il titolare di un camping di Punta Braccetto mi ha detto che appartiene alla Guardia di Finanza e, forse, potrebbe essere proprio la Caserma che li ospitava.
I Sindaci di Santa Croce Camerina e di Ragusa si sono impegnati a rinnovare il ricordo del loro Sacrificio anche l' anno prossimo. Inoltre, sembra che ci sia l' intenzione di creare una piazza e, se non ho capito male, di erigere un monumento in loro onore.
Prima della conclusione della cerimonia, sono stati ricordati altri due Caduti, morti nelle stesse ore ma in un altro settore della costa.
A proposito, un discendente del Finanziere Carnemolla è, a sua volta, nipote di un Carabiniere di Santa Croce Camerina che ha combattuto sia la I che la II Guerra Mondiale. Quando ero in V Elementare, senza essere addentrato in questi argomenti, gli feci un' intervista per un compito che ci avevano assegnato a scuola. Nel II Conflitto Mondiale ha combattuto in Africa Orientale, è uno dei sopravvissuti di Culquaber. Si è spento circa 15 anni fa.
Buongiorno ragazzi.
La tentazione di recarmi a Punta Braccetto per rendervi partecipi dei luoghi dell' invasione americana in questo settore è stata forte. Quindi, stamattina ci sono tornato ed ho scattato qualche foto che ho provato più volte a postare nel forum senza riuscirci, in quanto "il file immagine" da allegare "non è valido". [142
Tuttavia, con l' occasione, mi sono avvicinato ai ruderi citati, siti a pochi passi l' uno dall' altro. Ebbene, uno dei due è l' antica Torre del Braccello (o Vigliena), costruita dai Marchesi Celestri intorno al 1600 per proteggere le coste dalle invasioni dei corsari (insieme a questa, nello stesso periodo e dai medesimi feudatari, vennero innalzate la Torre di Pietro o di Mezzo - in località* Torre di Mezzo - nonché una terza a Punta Secca). Ebbene, la Torre del Braccello (o ciò che già* all' epoca ne restava) fu probabilmente adeguata a sistema difensivo nei primi anni '40 visto che appare "rinforzata" al proprio interno a tale scopo, adatta ad ospitarvi dei militi. Anche questa costruzione è munita di un camminamento esterno, sebbene questo non serva ad immettersi dentro la fortificazione; il camminamento, alla stregua di una piccola trincea, appare fornito di feritoie ed è esposto sul lato Est della Torre, guardando esso verso Scoglitti - Gela. Alle spalle della Torre c' è un rudere che potrebbe essere proprio una ex Casermetta. Devo andare a consultare "Quel caldo Luglio 1943", testo scritto dal Prof. Giuseppe Miccichè, in quanto (non ce l' ho al seguito), se non ricordo male, mi pare che si indichi tale posto come il luogo in cui i Finanzieri Tribastone e Carnemolla si trovavano di guardia. A questo punto, se le cose stanno in questo modo, penso che la corona di fiori sia stata deposta nella postazione difensiva più vicina al luogo in cui lo scorso 10 Luglio sono intervenute le Autorità* per ricordare il sacrificio dei due Militi: immagino che ciò sia avvenuto solo per motivi di opportunità*, visto che i ruderi in questione non sono facilmente raggiungibili da tale piazzetta e per giungervi la strada più praticabile passa all' interno di un camping privato. Ma, come detto, devo verificare e, dopo, provare ad inserire le foto per farvele vedere.
Ad ogni modo, chiunque può notare che tale postazione permetteva di abbracciare, quantomeno a vista, il tratto di mare che da Punta Braccetto giunge fino a Punta Secca ed il tratto che, sempre da Punta Braccetto, interessa l' odierna Forestale di Randello, anche quest' ultima area interessata dallo sbarco visto che il Santoni parla della spiaggia del "Branco Grande" (ad Est di Randello) quale zona in cui gli americani sbarcarono.
A proposito della zona boschiva di Randello. Questa fu creata nel Dopoguerra e mio nonno (classe '27), all' epoca, vi lavorò insieme ad altri concittadini. Mi ha raccontato che non erano rari i casi in cui trovarono delle bombe a mano lungo la spiaggia e nell' immediato entroterra. In tale occasione, per disfarsene, esse venivano consegnate ad un veterano dell' Africa Settentrionale, presente fra i tanti braccianti che prestavano in loco la loro opera. Questi, che le aveva già* utilizzate, le faceva esplodere lanciandole in mare.
Grazie per le integrazioni e per quanto mi riguarda rimango in attesa di una tua conferma dal libro del Miccichè. Di questa Torre del Braccello non ne trovo traccia nell'opuscoletto pubblicato dalla Provincia di Ragusa sulle opere di fortificazione anni fa e sarebbe interessante vederla almeno in foto. Magari postala anche nel topic sulle fortificazioni in Sicilia.
[00016009
Ringrazio Cocis per il bel lavoro di memoria storica, ma devo effettuare una correzione di un probabile errore di battitura: la 1^ div. cnd non era formata dal 40° e dal 41° Royal Marines, ma dai seguenti reparti:
1a divisione fanteria canadese: comandante gen. Guy Granville Simonds
â?¢ 1a brg fanteria (gen. Graham)
The Royal Canadian rgt
The Hasting and Prince Edward rgt
48° Highlanders of Canada
â?¢ 2a brg fanteria (gen. Vokes)
The Princess Patricia`s Canadian Light Infantry
The Seaforth Highlanders of Canada
49° rgt The Edmonton
â?¢ 3a brg fanteria (gen. Penhale)
The West Nova Scotia rgt
The Carlton and York rgt
Royale 22° rgt
â?¢ 4° rgt Reconnaissance Princess Louise Dragoons Guards
â?¢ 1° btg Saskatoon Light Infantry
â?¢ 1° rgt art. da campagna RCHA
â?¢ 2° rgt art. da campagna RCA
â?¢ 3° rgt art. da campagna RCA
â?¢ 1° rgt art. c/c
â?¢ 2° rgt art. c/a leggera
â?¢ 1a, 2a e 3a cp genio, 2a field park cp
â?¢ corpo sanità
1a brg corazzata canadese
11° Ontario Rgt
12° Three Rivers of Quebec Rgt
14° Calgary Rgt
I due battaglioni di marines erano temporaneamente aggregati alla 1^ div. cnd limitatamente alle operazioni di sbarco.
Riguardo alle perdite della 1^ div. cnd il D-Day, dalle mie fonti risultano 8 caduti e 37 feriti tutte dei Royal Marines. Ma in questo numero sono compresi anche i colpiti dall'artiglieria, dalle mine e dagli attacchi aerei.
Ciao a tutti, complimenti per questo splendido post, che essendo pure il primo che ho letto (per modo di dire, perchè è molto lungo e ora è tardi, ma lo leggerò bene appena avrò un po' di tempo), rappresenta davvero un bel biglietto da visita per questo sito.
Spero di dare un valido contributo ricordando l'Eroe Barbadoro che difese Palermo praticamente da solo, il cui cippo commemorativo, a lungo abbandonato, è stato recentemente restaurato dalla associazione di cui faccio parte:
http://www.ilcovo.mastertopforum.net/1- ... 2b0eebc913
http://fondazionersi-roma.blogspot.com/ ... leroe.html
Mi sono letto tutto il post e ne è valsa la pena. Complimenti a tutti coloro che hanno contribuito, specie a chi ha messo a disposizione notizie e informazioni di famiglia, e ai cultori di storia locale che in questo caso diventa Nazionale e internazionale.
Spero di dare un piccolo ma gradito contributo segnalandovi questi link dove trovate rispettivamente un interessante articolo di E. Cernuschi sui treni armati della Regia Marina in Sicilia, e di seguito uno con le motivazioni delle MOVM della campagna di Sicilia.
Interessante l'articolo di Cernuschi anche perchè cerca di "giustificare" militarmente, diciamo così, la vergogna di Augusta. A mio giudizio non riesce tanto, perchè ormai è chiaro - come già era chiaro a A. Trizzino 45 anni fa - che la marina, o per meglio dire "gli alti papaveri di superficie" (magari in accordo con la monarchia) avevano già raggiunto un tacito accordo con gli alleati garantendo un contegno passivo e arrendevole. Però...
Io credo che Pantelleria e Augusta precedono Malta, e caso strano da giugno in poi i bombardamenti angloamericani sui porti della flotta terminarono... Per il resto un certo sfaldamento avutosi specie tra "i territoriali" è più che comprensibile visto lo stato generale del paese e di ciò che ne sarebbe conseguito di lì a poco... A maggior ragione rifulge tuttavia il coraggio di chi ha combattuto senza squagliamenti.
E a maggior ragione Pantelleria e Augusta precedono ambiguamente Cassibile e l'unico caso storico al mondo di flotta consegnatasi al nemico (forse che qualche monarca del XX sec. pensava di poter fare come i suoi antenati nel XVII sc. o Andrea Doria nel XVI...)
http://www.ilcovo.mastertopforum.net/qu ... t1799.html
http://www.ilcovo.mastertopforum.net/si ... t1885.html
Aggiungo anche questo
http://ilcovo.mastertopforum.net/sicili ... -vt62.html
imho , diciamo che , tranne che per alcuni spunti storici , non e' che il sito da te linkato sia il massimo come della apartiticita' .Citazione:
Originariamente Scritto da Benidux
Mbeh, sbagli perchè per essere apartitico è assolutamente apartitico, anzi antipartitico.... semmai non è apolitico... [257Citazione:
Originariamente Scritto da u03205
Bellissimo approfondimento :) potresti sapere dove trovare foto o documenti da inserire in questa discussione su Messina in quei giorni? come penso sappiate la città è stata tra la più bombardate dell'intero conflitto, e ancora se ne vedono i segni dopo 68 anni
http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA ... y-p377.jpg
In rete ho trovato questo... bombe su zona Viale dei Tigli?
per le immagini puoi pazientemente cercare nei vari bomb group, per esempio:
http://www.450thbg.com/real/html/links.shtml
Salve a tutti,
stavo cercando di approfondire la morte del Luogotenente Generale della Milizia Enrico Francisci ma mi sono imbattuto in informazioni contrastanti. Mi spiego.
Innanzitutto ho letto questo:
“La sera del 10 luglio 1943” - scrisse il comandante della VI Armata Guzzoni (Borghese 31 die. 1954, pag. 885) - “destinai il gen. Francisci ad assumere il comando delle truppe che erano state inviate nel settore Canicattì- Campobello di Licata per resistere alle avanzate delle avanguardie corazzate americane. Si rendeva necessaria coordinare l’azione che doveva essere svolta da truppe di diversa provenienza. Il gen. Francisci, valorosissimo ufficiale, accolse l’ordine con giovanile entusiasmo; giunse a Campobello nella notte fra il 10 e l’11 luglio, ed alle prime luci dell’alba dell’11 raggiunse gli elementi più avanzati del 177° bersaglieri e del 161° gruppo semovente che erano a stretto contatto col nemico. Alla testa delle nostre truppe che contrattaccavano, fu colpito in pieno da una granata di carro armato americano e scomparve nella nuvola di fumo dello scoppio. L’ho proposto per la medaglia d’oro, l’unica che inoltrai: ma la proposta non ha avuto seguito”.
Però, nella già segnalata relazione del Generale Ottorino Schreiber sui "fatti d'arme svolti dal 10 al 21 luglio" dal suo raggruppamento tattico, vi è scritto che i reparti partecipanti ai combattimenti nel settore di Favarotta all'alba dell'11 luglio erano guidati dal Colonnello Venturi, comandante il 177° Reggimento Bersaglieri. Tali reparti erano: 576° btg. bersaglieri, 161° gruppo semoventi 90/53, 1^ cmp. motomitraglieri. Francisci non è proprio nominato.
Chi mi chiarisce il dubbio? [257
Grazie
Guarda, aspettando gli autorevoli storici della campagna di Sicilia, non credo sia difficile ipotizzare che il col. Venturi fosse il comandante sul campo, e il console Francisci il tramite tra le direttive del comando (Guzzoni) e colui che doveva attuarle poi praticamente sul campo (Venturi). Francisci appunto probabilmente portava ordini e direttive dal comando di Guzzoni per tutti i reparti del settore, con facoltà di confermare, modificare o annullare quanto deciso dal comandante sul campo che passava alle dipendenze di Francisci. Considerando poi che Francisci è caduto proprio mentre cercava di rendersi conto di persona della situazione, di fatto avrà avuto poco tempo per supervisionare l'attività già stabilita dal comando locale.
Ciao a tutti. Mi fa piacere che interveniate perchè è evidente che questa fù una campagna che continua ad interessare, arricchendo il topic con le vostre integrazioni. [264 Ovviamente io non sono uno storico e in attesa che altri intervengano posso solo riportare quel pò che so.
[attachment=0:3dsszois]image001.jpg[/attachment:3dsszois]
I gruppi di contrattacco italiani in direzione di Licata, partirono andando da est ad ovest dalle tre direzioni di Campobello, Naro e Favara. Il primo gruppo di attacco si mosse intorno alle 05,40. Comandato dal Col Venturi partì da Campobello, ma si scontrò con gli elementi meccanizzati del III° Btg dei Rangers e del II/15° fanteria che però prevenirono il contrattacco italiano puntando su Campobello. In questi accaniti combattimenti che durarono circa tre ore per la conquista di Favarotta morì il Gen Francisci che era un ufficiale di collegamento tra la VIa Armata e la Milizia e che fu designato intorno alle 07,15 Comandante delle truppe della zona di Canicattì- Campobello. Dopo la morte del Gen. Francisci il Gen Schreiber alle 09,20 circa ebbe l’ordine di prendere il comando di quelle forze, che intorno alle 09,20 dopo un’aspra lotta furono costrette a ritirarsi più a nord vicino Canicattì, arrivando sul posto intorno alle 11,30
Vi volevo segnalare questa discussione, che magari è poco collegata al tema, ma può interessare i nostri amici siciliani cultori di storia locale, perchè può dare loro molti spunti per ricerche sulle poco note rivolte "antiangloamericane" in Sicilia dopo l' 8 settembre
http://www.ilcovo.mastertopforum.net/la ... t2055.html
CIAO A TUTTI
vi segnalo il bel sito www.lambadoria.it
pieno di foto e materiale sulla guerra in Sicilia
anche modellismo
saluti a tutti
lorenzo bovi
lobox@libero.it
Bello molto interessante [264 , messo tra i preferiti.
Grazie della segnalazione [257
http://www.lambadoria.it/?caduti/Elenco%20Caduti/?elenco%20caduti.html
REGALO DI NATALE 2011
Per tutti gli studiosi di Seconda Guerra Mondiale in Sicilia
ho inserito nel sito della lambadoria
http://www.lambadoria.it/?caduti/Elenco%20Caduti/?elenco%20caduti.html
gli elenchi dei CADUTI TEDESCHI, AMERICANI, INGLESI E CANADESI
chi volesse collaborare può inviarmi quelli che mancano
grazie e Buone Feste a tutti
lorenzo bovi - lobox@libero.it
Per tutti: Buon natale.
Hallo Forum,
Io cerco la permanenza di Sig. FF Otto Thiede, JU88A-4, V4+MH, al giorno 27.7.42 ?risulto disperso? in Sicilia.
Il giorno 27.7.43 lui è parte dell'aeroporto Foggia e non ritornato.
L'uffcio pubblico "WAST" a Berlino scrive seguite: risulto disperso nella Gela baia
Nella lista immagine per disperse persone "VBL" si torve successive:
- Sig. Thiede nella collonna: ultima notizia = Gela
- radiotelegrafista di bordo Sig. Herbert Schaaf = Palermo
- osservatore Sig. Wenzel Rohm = Gela
- fucilieri di bordo Sig. Adalbert Wiener = Sicilia
L'aeroplano si è trovate fin'questi giorni nel KG1 (Hindenburg), gruppo primo e solo i giorni 26/27.7.43 se è spostato a Foggia, nella ?KG26?
Io so, ci sono stati ca. 30 aeroporti nella regione Foggia. Al giorno 23 (25) luglio 1943 se furono il JU88A4 (con caratteristica V4+MH) comandato da Italia Nord a Foggia-Morin.
Non so, cambiato solo una macchina o eventuale il gruppo I nella KG1 completo.
Il giorno 27.7. l'equipaggio partito ad un volo avversari (nemico).
Force per motivi di disturbo del rifornimento americano nella Gela baia (scritto l'ufficio WAST).
più vedere: http://www.heinrich-schwenker.italodito ... 4-mh_.html
in tedesco:
ich suche nach dem Verbleib von FF Otto Thiede, JU88A-4, V4+MH, am 27.7.43 in Sizilien ?vermisst?.
Otto Thiede ist am 27.7.1943 vom Flughafen Foggia gestartet und nicht zurück gekehrt. Die WAST schreibt: vermisst in der Gela - Bucht, die VBL schreibt zu den Einträgen von:
Thiede in der Spalte : letzte Nachricht gleich = Gela.
Bordfunker Herbert Schaaf gleich = Palermo
Beobachter Wenzel Rohm gleich = Gela und
Bordschützen Adalbert Wiener = gleich Sizilien.
Die Maschine befand sich bis dato in der KG1 (Hindenburg), I.Gruppe und wurde erst am 26./27.7.43 nach Foggia zum ? KG26 ? versetzt.
Es ist mir bekannt, dass es in der Region Foggia ca. 30 Flugfelder gab. Am 23. (25.) Juli 1943 wurde Die JU 88 A4 (mit der Kennung V4+MH) von Norditalien nach Foggia-Morin befohlen. Es ist mir nicht bekannt, ob noch mehrere Maschinen, ev. die ganze Gruppe I des KG1 velegt wurden.
Am 26.7.43 hatte die Besatzung frei und startete am 27.7.43 zu einem Feindflug, wahrscheinlich, zwecks Störung des amerikanischen Nachschub in die Gela-Bucht (lt.WAST).
Dieter
mi spiace Dieter, ma non ho informazioni su Otto Thiede, JU88A