Hallo Lobox,
Forse ci sono informazioni su raid aerei tedeschi, in Sicilia su 27.7.1943?
Vielleicht gibt es Informationen über deutsche Luftangriffe auf Sizilien auf 27.7.1943?
Dieter
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Hallo Lobox,
Forse ci sono informazioni su raid aerei tedeschi, in Sicilia su 27.7.1943?
Vielleicht gibt es Informationen über deutsche Luftangriffe auf Sizilien auf 27.7.1943?
Dieter
se trovo qualcosa te lo dico - auguri
e' possibile
qualche notizia o qualche foto o cartina se e' posssibile sui combattimenti di ponte primosole sia da parte inglese che tedesca , grazie a tutti
[quote="mimmo anfora"]Chiedo notizie sulla battaglia di Regalbuto (testi, siti, foto, informazioni). quote]
Posso contribuire con la motivazione della medaglia di bronzo concessa al sottotenente Publio Corradi. Da notare che a partire dal settembre 1943 Corradi aderì alle formazioni partigiane ed alla fine della guerra fu comandante della brigata "Nuova Italia" attiva nel trevigiano. Sede della brigata era proprio il paese natale Caerano San Marco. Segnalo a chi ne fosse interessato un sito che descrive i combattimenti svoltisi nella zona di Cornuda negli ultimi giorni di aprile del 1945:
http://www.history-online.com/Liberatori/it/Home.aspx
Corradi Publio da Caerano San Marco (TV) cl. 1919
S.ten.
Medaglia di bronzo al V.M.
«Comandante di caposaldo attaccato da soverchianti formazioni avversari di fanteria e di carri armati, resisteva impavidamente sotto l'infuriare del fuoco nemico per oltre cinque ore, incitando con la parola e con l'esempio i suoi uomini a non desistere dalla lotta.
Consentiva, con la sua tenace resistenza, ad altre truppe di schierarsi in posizioni retrostanti. Esempio non comune di sprezzo del pericolo e di dedizione al dovere».
Regalbuto, 29 luglio 1943
[img]http://www.modellismopiu.net/m+gallerie/main.php?g2_view=core.DownloadItem&g2_itemId=83241 9
[/img]http://www.modellismopiu.net/m+galle..._itemId=832419
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[attachment=0:3nlybo0r]sicilia_ww2-lor.jpg[/attachment:3nlybo0r]
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Mi accorgo solo ora della bellezza i questo Topic!!Complimenti vivissimi!! [151 [151 [151
I SEMOVENTI DEL RAGGRUPPAMENTO BEDOGNI IN SICILIA
L' ultima cannonata la sparò l' ultimo carro ancora in grado di farlo, il 6 agosto del 1943. Da una postazione non precisata sui Nebrodi, da cui insieme con i fanti della divisione Aosta e i tedeschi della 15ª divisione Panzergrenadier "Sizilien" cercavano di rallentare l' avanzata verso Messina delle truppe del generale Patton. L' ultimo colpo prima di essere annientato dallo sbarramento di controbatteria dei pezzi e dei carri armati americani. Avevano cominciato la battaglia in ventiquattro. Al terzo giorno di battaglia si erano ridotti in quattordici; il 19 luglio, ne rimanevano dieci; l' 11 agosto erano tre ma non più in grado di combattere. Gli ultimi due, dopo aver esaurito tutti i colpi, riuscirono ad arrivarea Messina al comando di un tenente subentrato al capitano morto in combattimento; uno dei mezzi si muoveva a stento e l' altro dovette essere trainato; erano poco più che rottami e fu deciso che non valessero la fatica di traghettarli in Calabria. Il comandante della batteria ucciso si chiamava Verona e per lui i tedeschi proposero la croce di ferro di prima classe alla memoria. Imprevedibile riconoscimento da parte di un alleato che già considerava subalterne, e inaffidabili, tutte le truppe italiane "badogliane" ancora in grado di combattere. Era tutto ciò che rimaneva del 10° Raggruppamento semoventi, che era stato uno l' unico reparto italiano dotato di mezzi moderni ed efficaci, tecnicamente alla pari con gli analoghi tedeschi e angloamericani. Il reparto, all' inizio costituito per essere impiegato in funzione controcarro in Russia, era stato poi inviato in Sicilia, dov' era arrivato il 17 dicembre del 1942. Articolato su tre Gruppi, ciascuno dei quali con due batterie con quattro cannoni semoventi ciascuna, il 10° Raggruppamento era comandato dal colonnello Bedogni ed era stato assegnato al XII Corpo d' armata del generale Arisio dislocato nella Sicilia occidentale, fra Calatafimi, Salemi e Caltanissetta. I cannoni semoventi di cui era dotato, montati sullo scafo del carro armato M14, erano i modernissimi 90/53 costruiti dall' Ansaldo e nelle intenzioni dello Stato maggiore il semovente avrebbe dovuto essere impiegato controi nuovissimi e terrificanti tank sovietici T34, contro i quali i pezzi controcarro dell' Armir sembrava sparassero proiettili di burro tanto erano poco efficaci. Ma ormai, che andavaa fare in Russia? La ritirata dal Don, a dicembre era già una tragica rotta. Il 10° era appena arrivato in Sicilia che, nel gennaio 1943, fu passato in rassegna dal re Vittorio Emanuele III, in visita ispettiva. In una delle foto scattate per l' occasione, il re passa davanti al reparto schierato a bordo di un' auto scoperta e con folto seguito di generali: sul parafango destro dell' auto regale è visibile una vistosa ammaccatura, assente in un' altra foto di pochi giorni precedente. Tutti i soldati schierati in armi davanti ai semoventi, hanno lo sguardo fisso verso il sovrano, tranne uno (il terzo da sinistra) che guarda sornione verso quel parafango ammaccato. Possibile che nemmeno per il re si fosse trovata, in tutto l' autoparco della sesta Armata, un' auto in perfetto ordine? E venne l' alba del 10 luglio, con il mare davanti a Gela e Licata pieno di navi americane che rovesciavano tonnellate di proiettili sulle posizioni tenute dalla 207a divisione costiera e le sue poche artiglierie, che appena sparavano una salva erano individuate e messe fuori combattimento dagli incrociatori, che si erano avvicinati alla costa fino al limite del galleggiamento. I reggimenti di Patton presero Licata e avanzarono verso Campobello. Gli otto semoventi del CLXII gruppo del 10° sono di rinforzo dal generale Ottorino Schreiber (italiano nonostante quel nome tedesco), veterano del fronte russo, e riescono a costituire una linea di difesa, in appoggio agli altri reparti che il giorno dopo tentano un contrattacco. L' avanzata americana è, per il momento, contenuta: il gruppo ha perduto i suoi primi tre carri ma ha messo fuori combattimento non poche autoblindo e carri Sherman. I proiettili a carica cava dei cannoni da 90/53 perforano agevolmente i sessantacinque millimetri della corazzatura frontale dei carri armati americani, e anche quella da cento millimetri del più potente MkIII "Churchill" britannico. Comincia così la guerra del 10° Raggruppamento Semoventi. Ogni giorno, un carro in meno, mentre il generale Schreiber sposta combattendo la linea di difesa sempre più verso l' interno. Accaniti combattimenti per Palma Montechiaro. Davanti a Naro, i semoventi riescono a impedire che i carri americani entrino in paese. Il 17 i reparti italiani ripiegano verso Leonforte. Il 18 gli americani superano Santa Caterina Villaermosa. «Alle ore 7 - scrive al Comando d' Armata il generale Schreiber nella sua relazione sui combattimenti dall' 11 al 21 luglio - l' artiglieria nemica martella zone schieramento 90/53: il tiro si mantiene per tutto il giorno, particolarmente sensibili le perdite fra il personale dei pezzi 90/53, che però riescono a far indietreggiare su Santa Caterina autoblindo e carri arrivati a 1 km dalla Portella. Il 19, quattro pezzi colpiti sono resi inutilizzabili». Il 10° è ridotto a soli quattro semoventi e il 21 luglio è sciolto come reparto organico. L' unica batteria superstite viene aggregata alla 15a "Sizilien" e continua a combattere sulle montagne dei Nebrodi e delle Caronie, fino a quell' ultimo colpo, il 6 agosto. Alla fine, il bilancio del Raggruppamento fu: tre su sei comandanti di batteria uccisi, altri quattro ufficiali morti, due su tre comandanti di gruppo feriti, tredici ufficiali feriti, cinquanta soldati morti e centoventicinque feriti, più di venti decorati al valore fra morti e vivi; lo stendardo ebbe la medaglia d' argento e il "privilegio" di essere citato nel Bollettino di guerra del 24 luglio, il giorno prima della destituzione di Mussolini. «Avrebbe dovuto essere d' oro» commentò il generale Emilio Faldella, capo di Stato maggiore della 6a Armata, nel suo Lo sbarco e la difesa della Sicilia. Il generale Faldella aveva deciso di scrivere la ricostruzione dettagliata delle operazioni in Sicilia dopo aver sentito la domanda di un' alta personalità militare che, in viaggio nell' isola nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, si era meravigliata di trovarci cimiteri di guerra italiani: «Sono morti soldati italiani in Sicilia?»». Faldella era trasecolato e aveva deciso che era tempo di scrivere la storia di quegli sconosciuti e diffamati trentotto giorni di battaglie, che dall' una della notte del 10 luglio fino al 17 agosto avevano ucciso 4.678 soldati italiani. Tanti erano i caduti certificati, sepolti nei cimiteri militari ma era una contabilità incompleta: mancavano 36.072 dispersi. Erano stati tempi di coraggio ma anche di paura, di sbandamenti, qualche volta di viltà e diserzione, soprattutto di confusione: ma tutti quei soldati perduti non potevano essere liquidati come «forza assente» rintracciabile, prima o poi. Migliaia di loro erano morti: senza nome e senza corpo, sepolti a pezzi nelle fosse comuni, sciolti nell' aria dalle granate, impastati alla terra dall' arroventata estate siciliana.
Bellissima testimonianza Vex!!!!...ciò avvalora, anche se ovviamente nn c'è alcun bisogno, l'eroico comportamento dei nostri soldati nella sfortunata campagna siciliana, e nello specifico, mette in luce le ottime qualità del nostro semovente, ma oltremodo mette in luce la sua estrema vulnerabilità al fuoco di controbatteria nemico, e le dolorose perdite lo dimostrano!
Ma hai citato la famosa visita del Re in Sicilia, beh ho un numero de "L'illustrazione italiana" con alcune foto della visita (..l'ho ridotto per poterlo postare, posso postare le foto più grandi nello specifico...)
[attachment=4:1nory5td]militari 014rid.jpg[/attachment:1nory5td]
E sull'italico semovente, ho queste tre piccole foto foto scattate a Diano Marina nel 1943....
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....chiedo venia se le ho scannerizzate un pò piccine, ma devo prendere dimestichezza col mio scanner della Magneti Marelli a gasogeno!
Belle foto Hetzer! Ma la macchina del re mi pare che lì abbia il parafango a posto, o no?
Fotoshoppavano pure allora? [257
bellissimo pezzo sui semoventi e bellissime anch ele foto
grazie a tutti voi
Veramente interessantissimo!! [264 [264 [264
Salve a tutti
visto le ottime risposte generate dal mio topic riguardante gli arditi sul ponte di Primosole, provo a sottoporre a voi esperti del Forum le seguenti domande:
1) Con quali modalità è stato condotto l'attacco della Livorno a Gela? Fonti statunitensi per l'attacco italiano parlano di una vera e proprio Human Wave, caratteristica della prima guerra mondiale o degli attacchi dei coscritti russi nella seconda piuttosto che di quella che doveva essere una delle divisioni meglio addestrate del RE. Le fonti italiane fanno intendere che l'attacco venne condotto in modo più articolato e professionale, ma l'interrogativo resta. Se l'attacco fosse stato condotto a sbalzi, in piccoli gruppi, sotto copertura di fuoco, è pensabile che i cannoni di una sola nave l'incrociatore leggero Savannah, potessero fare tale distruzione di uomini ed armi d'appoggio se questi non fossero stati estremamente ravvicinati gli uni agli altri? tanto più che il tiro veniva sospeso quando la vicinanza tra gli opposti schieramenti diventava troppo ravvicinata e la Savannah aveva avuto tutti gli aerei da ricognizione abbattuti.
2) per quale motivo i carri R35 del gruppo mobile "E" sono penetrati nell'abitato dopo aver perso contatto con la propria fanteria d'appoggio? una volta rotta la linea di difesaamericana avrebbero potuto e dovuto supportare l'azione dei bersaglieri per cercare di riguadagnare una testa di ponte a Gela. L'esercito italiano a quel punto della guerra aveva una dottrina per l'utilizzo combinato di carri e fanteria.
Prima che qualcuno intervenga con l'uso delle solite aggettivazioni "eroico", "valoroso" ecc. ecc. chiarisco subito che la mia posizione sul punto è neutra.
Personalmente ritengo che l'attacco della Livorno e del gruppo mobile "E" siano stati condotti con grande coraggio da parte della truppa ma con pochissima perizia da parte di ufficiali e sott'ufficiali. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che la Livorno abbia di fatto cessato di esistere come Unità Combattente a seguito della battaglia di Gela riportandovi perdite superiori al 50% sui 13.000 effettivi che presentava all'inizio della battaglia. Quanto abbiano pesato gli ordini ricevuti dal generale Rossi non è dato sapere, ma il loro tenore era sufficientemente vago per permettere a subordinati efficienti e preparati di cercare di eseguirli senza distruggere il potenziale di combattimento dell'unità nel portarli a compimento.
Grazie a tutti per l'aiuto. Preciso fin d'ora che sono in possesso di quasi tutti i libri sull'argomento per cui evitate di trascrivere brani interi. Mi interessano soprattutto le vostre opinioni, che si sono rivelate molto preziose.
Grazie per le belle foto dei semoventi 90/53 dove ha prestato servizio mio padre ,dal suo foglio matricolare ho visto che apparteneva al 10 reggimento artiglieria controcarro di stanza a Casale Monferrato e dal 26 febbraio 1942 inserito nel 161 gruppo semoventi 90/53 al comando del maggiore Carlo Bosco ,nel maggio 1942 risultava presente a Nettunia caserma Tofano ed alla data del 13 dicembre 1942 risultava presente in Sicilia in territorio dichiarato in stato di guerra. Se le foto sono datate 1943 significa che le foto sono degli altri due gruppi 162 e 163 che forse sono stati inviati in sicilia successivamente ?
saluti Gino
Complimenti a tutti e sopratutto a vexillifer e ad Hetzer per avere condiviso il cartaceo [264 [264
Solo ora leggo.
Interessanti le domande di cosarara [264 Io non sono un esperto e non sapendo se ti riferisci o meno a me con quel "qualcuno etc...etc..." a proposito del valoroso ed eroico, personalmente ritengo che il comportamento della Livorno rimarrà sempre eroico e non lo dico per esaltare inutilmente o ingigantire più del dovuto le gesta degli italiani con lo scopo di prendere in giro me stesso, specialmente che non scrivo libri o creo giochi di guerra, e penso di essere neutro, ma da semplice appassionato andando spesso sulla piana di Gela, senza limitarmi solo a leggere, mi rendo conto che il loro comportamento fu tale perchè eseguirono gli ordini essendo quasi certi di avere già perso! Poi che tali modalità fossero giuste o sbagliate ognuno è libero di valutarle come meglio crede.
Se hai anche il Leonardi, il Nanni e qualche fonte insieme ad una foto panoramica fatta da una posizione più alta del Castelluccio e da cui si domina una parte del fronte di attacco e controattacco che seguendo la lieve ondulazione dei poggi e/o di qualche collinetta si affaccia sulla Piana, alla fine della quale vedi il mare immaginandolo coperto di navi, a cui devi aggiungere il fuoco aereo e terrestre americano, oppure una foto da m. s. nicola, beh non voglio sembrare presuntuoso, ma potresti capire il perchè personalmente ritengo "eroico" quel controattacco (giusto o sbagliato che fosse) forti di una inferiorità militare. Non ho la sfera di cristallo che mi permette di giudicare l'operato del Gen Rossi, e la mancata cooperazione tra la fanteria ed i mezzi corazzati, ma mi sono sempre chiesto se fosse cambiato qualcosa nelle modalità del controattacco italiano qualora l'altra divisione corazzata tedesca non fosse stata mandata erroneamente dal Kesselring altrove incidendo quindi sulla modalità di attacco italiano, ma so anche che li siamo nel campo dei ma, dei se e dei forse che non contano nulla. Riguardo al contrattacco del gruppo Mobile E, una relazione americana parla chiaramente dell'intervento dell'artiglieria navale molto preciso (grazie alle coordinate di tirotrasmesse da segnalatori della marina presenti in loco) a sostegno dell'artiglieria campale americana che, nonostante il fuoco vomitato sui mezzi del Gr M E, non riusciva a bloccarli, e quindi con l'effetto di macellarli riducendo molti soldati in brandelli di carne rimasti appesi sulle piante. Mi piacerebbe sapere a quale parte del fronte di controattacco italiano gelese ti riferisci perchè non mi sembra (ma non insisto)che intervenne solo il Savannah come incrociatore. Cordialmente... ne approfitto per fare gli auguri a tutti di buon natale e di buon anno
nel mio nuovo libro un capitolo è su bolla a catania - ciao
lorenzo bovi
Complimenti a tutti! [264
Cerco info e foto sul fatto d'arme rettifilo Solarino - Floridia del 12 luglio che vide protagonista il S. Ten. Carrista Profico Adamo, 3°Pl./3^Cp./CI Btg./131°Rgt. Cr. [137
Purtroppo non vi avevo ancora visti quando ho postato il mio topic in REGIO ESERCITO/VARIE. [142
Gli amministratori del sito potrebbero cortesemente spostarne qui i contenuti? [4
Grazie. [257
recensione libro lorenzo bovi
Ci sono foto della autocolonna inglese bruciata fuori Solarino? [137
io non ne ho
Forse all' archivio fotografico dell' IWM/MoD? Come posso contattarli via mail?
http://www.iwm.org.uk/collections/search?query=sicily
hai provato qui?
ci sono più di 2000 foto che puoi vedere sulla sicilia
ciao
"Ignis in Corde - La battaglia degli Iblei 10-15 luglio 1943" di Domenico Anfora, pag. 150 e seguenti;
"Solarino nella seconda guerra mondiale" di Orazio Sudano, pag. 54 e seguenti;
i due suddetti saggi descrivono con dovizia di particolari la battaglia di Floridia-Solarino, compresa l'impresa di Profico.
Per le foto relative alla battaglia di Floridia-Solarino si potrebbero contattare il dott. Orazio Sudano di Solarino e il prof. Vincenzo La Rocca di Floridia, molto forniti di foto dell'IWM di Londra.
Grazie delle dritte, Mimmo, vedrò cosa posso fare... a proposito, il tuo libro è reperibile presso Tuttostoria? Sennò dove lo trovo? Grazie ancora! [264
Il libro "Ignis in Corde" non è mai stato commercializzato, ma è stato distribuito gratuitamente dal Comune di Ragusa durante le presentazioni nel 2010.
[attachment=1:1hrhqr9b]promo-lo-1.jpg[/attachment:1hrhqr9b]nuovo libro lorenzo bovi
Ciao Lobox, ti seguirò a breve con "Obiettivo Biscari"
grande Mimmo!!!!!
Oh, tanta carne al fuoco! [17
Intanto date una occhiata alla mia foto nel topic sugli elmetti con telino della Div. Aosta in Sicilia, aspetto pareri.
Vi interessano altre foto dell' Aosta? Le posto qui? [137
Ho postato le foto in MILITARIA _ELMETTI_ELMETTI CON TELINO AS IN SICILIA NEL 1943
Dateci un' occhiata, aspetto pareri... [264
Voglio fare i miei complimenti a Lorenzo per il bel libro pubblicato, che si aggiunge dopo pochi mesi al volume n. 1. Belle foto e articoli davvero ben scritti, che ci riportano indietro alla calda estate del 1943, quando tanti nostri soldati diedero la vita combattendo una battaglia già persa in partenza, sia contro un nemico preponderante, sia contro un governo e un re che già gli aveva traditi....
E ripeto, nonostante tutto ciò migliaia di soldati non si arresero e compirono il loro dovere fino in fondo, spesso trovando una morte davvero orribile, che tristezza infinita....
Girovagando poi in rete, alla ricerca di tutt'altro, ho trovato una bella serie di foto sulla campagna siciliana, le volevo salvare tutte per poi postarle....ma ci avrei messo fino a sera....quindi posto il link
http://www.histomil.com/viewtopic.php?f ... start=3010
il post è lunghissimo, e contiene migliaia e migliaia di foto in molti casi favolose!!
Buona visione!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE - - -GENTILISSIMO -
p.s. chi volesse i libri li può chiedere anche direttam,ente a me
Consideralo come fatto, ogni occasione per rimpolpare il mio scaffale sull' argomento è buona...Citazione:
Originariamente Scritto da lobox
... poi ti mando 1 mail! [264
In occasione del 70° anniversario dello sbarco in Sicilia, la Mursia ha pubblicato il mio nuovo saggio storico dal titolo "Obiettivo Biscari".
QUANDO PATTON ESPUGNÒ AGRIGENTO
Compiuto lo sbarco, l' occupazione della parte occidentale dell' isola spettava agli americani della 7a armata agli ordini del generale George Patton; compito strategico prioritario era la protezione del fianco dell' 8a armata di Montgomery la quale aveva l' obiettivo di raggiungere al più presto il porto di Messina dal quale avrebbe potuto tagliare i rifornimenti alle truppe italo-tedesche bloccandone la fuga. Lo sbarco nella zona ovest avvenne ad opera della terza divisione di fanteria del generale Truscott alle prime ore del 10 luglio, nelle spiagge intorno Licata, la quale fu occupata nella stessa mattinata. Dopo aspri combattimenti, soprattutto nella zona di Campobello di Licata, la controffensiva italiana nella giornata dell' 11 fu respinta con la definitiva conquista di Palma di Montechiaro che era costata in due giorni la cattura di due dei battaglioni del 177° reggimento del colonnello Venturi. La linea del fronte nella provincia si spezzò in due tronconi. Sul fronte lungo la costa in direzione di Agrigento, a partire dalla cittadina di Naro sino alla foce dell' omonimo fiume, si schierarono il 10° reggimento bersaglieri con l' aggiunta di reparti minori del 177°; a queste forze si aggiungevano le artiglierie del 12° raggruppamento del colonnello Corrado Ravaioli. Fu a questo punto chiaro a Patton che era possibile poter puntare sulla conquista della città di Agrigento dalla quale si sarebbe spalancata la via verso Palermo. Ma fu proprio nelle giornate del 12 e 13 luglio che i fanti piumati del 35° battaglione bersaglieri, guidati dal maggiore Guido Moccia scrissero, a caro prezzo - con oltre 200 tra caduti e feriti - pagine di puro eroismo bloccando gli americani e causando loro serie perdite. Il comandante italiano fu successivamente decorato con la medaglia d' oro al valor militare, ma le azioni belliche gli erano costate l' amputazione di un braccio. Patton non si fece però scoraggiare e riuscì a farsi accordare dai suoi superiori una ricognizione in forze che affidò al 7° reggimento di fanteria rafforzato dal 3° battaglione ranger ed a contingenti corazzati e di artiglieria. L' azione finale per la conquista della città dei templi scattò la sera del 15 luglio. Un episodio rimasto in parte oscuro, chiarito solo in questi giorni ad opera di Giuseppe Todaro, un ricercatore empedoclino che partendo dalla testimonianza di Salvatore Navarra, un pastore nel cui terreno tra Villaggio Mosé e San Leone era posizionata una batteria costiera comandata dal capitano Nicola Sapio, è riuscito risalire ad un testo quasi del tutto sconosciuto, scritto proprio dal capitano d' artiglieria all' età di 90 anni, poco tempo prima della sua morte. L' autore citava tra l' altro la morte in combattimento, dell' amico capitano dei bersaglieri Ludovico Ricciardelli. «È stato possibile poter far luce sul mistero di questo eroico ufficiale - ha spiegato Giuseppe Todaro - grazie alla collaborazione con l' Albo d' oro del ministero della Difesa, il quale ci ha fornito le notizie contenute nella documentazione in suo possesso. Infatti non solo non si sapeva nulla di questo caduto, mai citato prima nelle altre pubblicazioni, ma non si conosceva neppure il fatto che alla battaglia di Agrigento avesse partecipato una compagnia del 525° battaglione bersaglieri, che si pensava fosse stato distrutto interamente il giorno dello sbarco, nei pressi di Palma di Montechiaro». In particolare si è pervenuti ad una dichiarazione del sottotenente Corrado Di Maio, fornita ai carabinieri soltanto il 2 dicembre del 1957 che così raccontava quei fatti lontani: «Nella notte tra il 15 ed il 16 luglio del 1943, gli americani infiltratisi dal mare verso l' interno, dopo aver travolto un nostro plotone situato a valle della quota Serra Sale, attaccarono la nostra posizione. Nel combattimento che ne seguì e che durò circa un' ora, il capitano decedette sul campo, da quando riferitomi da alcuni compagni catturati prigionieri, perché colpito da bomba a mano alla gola durante l' assalto. Io personalmente sentì nell' ultima fase del combattimento gridargli "avanti Savoia"». Le sorprese erano però soltanto agli inizi. Infatti nella speranza di poter trovare altri particolari sulla storia di Ricciarelli, Todaro è riuscito a rintracciare a Firenze il figlio dell' ufficiale caduto, Pier Nicola Ricciardelli, il quale è rimasto basito nel sentire qualcuno che dopo settant' anni anni avesse scoperto la storia del genitore, per il semplice motivo che il caduto, non risultava alla famiglia morto, bensì disperso. «Non ho potuto credere alle mie orecchie - ha raccontato al telefono il signor Ricciardelli - quando questo ricercatore agrigentino mi ha raccontato per filo e per segno come andarono le cose la notte in cui morì mio padre. Il suo corpo infatti non fu mai identificato, probabilmente per colpa di una leggerezza di mia madre. Infatti prima della partenza per il fronte, mia mamma gli regalò una piastrina tutta d' oro con i suoi dati anagrafici. Per tale ragione è presumibile che quando il corpo di mio padre rimase senza vita, qualcuno rubò la sua piastrina di riconoscimento e per tale motivazione la sua salma non fu più identificata. Sapevamo solo che era stato disperso durante i fatti d' armi in Sicilia». Adesso il signor Ricciardelli sta valutando la possibilità di poter chiedere un' onorificenza al ministero della Difesa in onore del padre caduto. La battaglia di Agrigento si concluse alle ore 20 dell' indomani, 16 luglio 1943, dopo una settimana di disperata resistenza.
CALOGERO CONIGLIARO
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... ref=search
REGALO PER LE VACANZE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per chi non è potuto venire alla cerimonia
potete scaricare gratuitamente l'ultimo libro di Alberto Moscuzza sulla battaglia al ponte sull'Anapo di Siracusa - grafica e impaginazione di Lorenzo Bovi - al link seguente:
http://www.lambadoria.it/stampa/libri%2 ... index1.htm
saluti
So che da venerdì è disponibile presso la posta centrale di Catania l'annullo postale per il 70* e dato che sono in zona volevo approfittarne per portarli a casa un bel ricordino, il problema e che non so dove cercare la cartolina, voi sapete dove trovarle?
Marco
Citazione:
Originariamente Scritto da lobox
Grazie [264
Per chi volesse è disponibile il mio terzo volume di foto inedite sulla guerra in Sicilia - prezzo speciale 10 euro per gli amici del forum (invece di 15) + spedizione - saluti a tutti -