..sarebbe meglio quella con il laccio superiore poichè quella semplice era in dotazione al personale non montato delle truppe montate.
Questo qui tanto per fare un esempio:
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..sarebbe meglio quella con il laccio superiore poichè quella semplice era in dotazione al personale non montato delle truppe montate.
Questo qui tanto per fare un esempio:
sisi perfetto allora! per trovarle in giro si trovano abbastanza vero? ho dato un occhio a qualche sito e ne ho trovate! molto bene appena finita la posto!intanto grazie mille!! [chick
Ciao, normalmente per il trasporto della gavetta sul tascapane erano previste le comuni cinghie da cappotto in entrambe le configurazioni (corrette le indicazioni riportate da Alessandro se vogliamo applicare le norme che regolamentavano l’uso facendo riferimento alla dicitura originale), tuttavia queste cinghie risultavano spesso corte pertanto poco pratiche all’uso. Esistono cinghie d’affardellamento più lunghe c.ca 56 cm. provviste di otto fori distribuiti verso la punta e quelle vanno bene, mentre la cinghia speciale ideata per il trasporto sul trapezio dorsale è la più adatta ma anche più specifica per quel tipo di equipaggiamento.
Nella foto puoi osservare due cinghie specifiche nella versione in cuoio e canapa più una cinghia d’affardellamento che misura 56 cm. (più lunga secondo lo standard) adatta per una gavetta, per finire un insieme di cinghie tra le più comuni e per svariati usi..
grazie per la dritta, sono solo indeciso adesso se prendere o quella che mi hai postato te o una di quelle di alessandro!visto che me la devono vendere chiederò altre foto particolari soprattutto per quanto riguarda la lunghezza! sul libro blitzkrieg ho notato che la cinghia pare proprio essere uguale a una delle tre che mi hai mostrato! [264
In sostanza non è tanto importante il tipo di cinghia quanto appunto la lunghezza, per trattenere una gavetta al tascapane la cinghia deve misurare almeno 55/56 cm. Se non hai la possibilità di provarla assicurati dal venditore che la cinghia che ti manda vada bene per questo scopo.
Se non lo hai e magari pensi di procurarti in futuro un trapezio dorsale cerca la cinghia specifica un po’ più rara e costosa, con quella sei sicuro..
Ciao Andrea,
vorrei chiarire che la cinghia da te sopra descritta avente 56 cm di lunghezza, non è un ulteriore modello oltre a quelli noti ('semplice', 'doppia' con cinghia aggiuntiva e quella con tre passanti) ma trattasi solo di variante dovuta a qualche inesattezza costruttiva. Chiaramente, aveva il pregio di agevolare il soldato nello stringerla alla gavetta.
Per la lunghezza mi è stato detto che misurano entrambe sui 60 cm quindi adesso si tratta solo di scegliere quale delle due applicare.. intanto grazie per i consigli:al trapezio ci penso in futuro adesso sto cercando un bel tascapane da abbinare a gavetta e borraccia! [icon_246
Ciao Alessandro, concordo sul fatto che una cinghia più lunga dello standard non sia da considerarsi come modello specifico, ho solo puntualizzato che sono esistite cinghie più lunghe (pochi cm. di differenza) che si adattavano meglio alla gavetta. Non so se si può parlare di inesattezze costruttive dal momento che le misure di queste cinghie sono sempre piuttosto variabili..
A prescindere dal fatto che alla bisogna un soldato poteva utilizzare cinte dei vari tipi elencati, mi consta che da regolamento la cinta specifica per la gavetta doveva essere del tipo semplice, non ad "Y", per intenderci (Mantelriemen fur unberittene der Berittenen Truppen) ma di lunghezza maggiore, in quanto quelle "normali" non cingevano appieno la gavetta.
La tipologia avente tre passanti è oggetto specifico ed inscindibile dal basto ad A e non andrebbe presa in considerazione, sebbene ideata per trattenere la gavetta.
Quanto sopra è comunque altresi' indicato dai testi di Angolia ed a maggior ragione di ciò aggiungo che ebbi a suo tempo la fortuna di trovare una gavetta con la sua propria e rara cinta che posto nella foto seguente per comparazione.
3 cinte di affardellamento del tipo semplice denominate "Mantelriemen fur unberittene der Berittenen Truppen" usate per i consueti affardellamenti ed una cinta specifica da gavetta di misura più lunga (66cm fibbia esclusa) avente 18 fori.
[attachment=0:3rw1uzge]riemen.jpg[/attachment:3rw1uzge]
Ciao Carlo!
Angolia è l’unico testo peraltro ancora molto attendibile, tra quelli che conosco, che fa riferimento a questo tipo di cinghia che tu hai la fortuna di possedere. Studi più recenti non ne citano l’esistenza ma a questo punto è logico chiedersi come mai questa semplice cinghia destinata a un oggetto praticamente usato da tutti i soldati sia cosi rara da essere più rara della già rara cinghia a tre passanti?
Buongiorno, mi inserisco per sapere il periodo di utilizzo di questa gavetta mod. alto tutta in alluminio tranne la chiusura (in ferro) verniciata nero e caratterizzata dalla totale assenza di marchi o date. ( viene dalla Francia , ce ne erano due assolutamente identiche) . io penserei ad un periodo prebellico anni '30. Qualcuno ha qualche idea circa la mancanza di punzonature?
grazie anticipate e cordialità a tutti.
Ciao Carlo,
non metto in dubbio il tuo discorso (oltretutto rinforzato dal ritrovamento della gavetta con annessa la cinghia lunga 66 cm), però, considerando ad esempio che le mie cinghie di tipo semplice variano da 54 a 57 cm, tre delle quali hanno solo 8 fori e le altre 17, considerando anche che Angolia parla invece di lunghezza 61 cm (24"), mi pare che di fronte a questo marasma di cinghie tutte simili ma diverse, alla fine siano solamente varianti costruttive. Per questo motivo non mi sento di avvallare l'ipotesi della cinghia specifica da gavetta (ovviamente di tipo precedente a quella per basto).
A presto,
Alessandro
Ciao ragazzi e davvero bentrovato Andrea.
[110.gif Andiamo per ordine....come anche asserisce il buon Angolia ritengo che la cinta da gavetta sia certamente una realtà [icon_246 anche se passata inosservata dai più e "confusa" con altre cinte (vedi articoli in proposito dei nostri "cugini" francesi su MM e AeU).
Che possano essere esistite varianti sulle misure delle Riemen questo può essere, in parte dovuto probabilmente a criteri di fabbricazione diversificati. Che l'utilizzo di cinte del tipo semplice o ad Y siano state utilizzate per gavette, può essere anche questo.... però va da sè che se utilizziamo queste cinte per serrare una gavetta notiamo la loro "insufficenza" [1535 al proposito e la loro impossibilità [204 a serrare la gavetta se comprensiva di manico. La cinta da gavetta a tre passanti era appannaggio del basto che non era neppure distribuito a tutte le unità combattenti...assurdo pensare che tale cinta fosse utilizzata, svincolata dal basto, in maniera regolamentare per la gavetta , mai visto in foto d'epoca.... [22050002
Tutto sommato non vedo grande marasma di cinte e relativa confusione....vedo tipologie ben precise e codificate che possono umanamente differire sensibilmente tra loro eventualmente in virtù delle varie fabbricazioni, come del resto lo studio della militaria ci ha sempre insegnato per quasi ogni oggetto.
La cinta regolamentare della gavetta sicuramente è una mosca bianca che può passare facilmente inosservata alla maggior parte dei collezionisti ed anche ai libri sull'argomento...ciò probabilmente perchè tende a confondersi con le riemen "normali"... ed anche perchè, ipotizzo, possa essere stato oggetto sottoposto ad uso pesante da parte del soldato e probabilmente destinato magari a rompersi e a perdersi con maggior facilità rispetto le altre cinte.
Comunque posso affermare di aver trovato gavetta con sua cinta appropriata "d'epoca", come già detto, e ritengo che questa possa esserne in fondo la miglior riprova....considerando anche che tale cinta ha la stessa misura della cinta per la gavetta a tre passanti del basto ad A, poi perchè il buon Angolia ne sigla la misura a 24 inch-61 cm, onestamente non lo so; forse e probabilmente c'è un errore, oppure anche queste erano sensibili a variazioni piu o meno comprese nell'arco dei 5 cm. [137
La gavetta di Alpino 67 è assimilabile ai modelli politico-paramilitari, difficile dire a quale organizzazione. La fabbricazione è riconducibile al periodo bellico e l'assenza di marchi puo' anche starci, dal momento che non tutte le gavette recavano per forza marchi.
Saluti
kdg
ciao, in risposta ad Alpino, la gavetta nera in alluminio potrebbe anche essere periodo Prima Guerra Mondiale. Ne ho una uguale senza marchi e in vari forum francesi la puoi vedere chiaramente classificata come modello 1915/17. Che poi sia stata utilizzata negli anni del dopoguerra ... o ristampata negli anni '20 (anche se l'alluminio era diventato raro e costoso soprattutto nella Repubblica di Weimar).... tutto può essere ma rimane comunque una modello 1915/17, variante in alluminio prodotta quando l'alluminio ancora non scarseggiava (successivamente furono prodotte in materiale ersatz e spesso smaltate). Esistevano un modello 1910 e un modello classificato da alcuni come modello 1915 o 1917 che aveva come caratteristica la falda dell'attacco del manico ripiegata (come nella gavetta fotografata da Alpino) per evitare lo scivolamento della stessa dal tornister (come spiegato sotto).
Ciao, Tonle
segue riepilogo di un piccolo studio (effettuato in base alle poche pubblicazioni esistenti e all'osservazione di alcuni forum francesi) che avevo fatto tempo fa per cercare di capirci qualcosa di più. Spero possa essere utile:
KOCHGHESCHIRR modello 1910 e 1915/17
Modello 1910: il 10/1/1910 il Ministero prussiano della Guerra decise di adottare un nuovo modello per le truppe appiedate (colorato di nero), mentre la cavalleria continuava a usare il vecchio modello di alluminio della capacità di 2 litri e ½. Il nuovo modello 1910 era di dimensioni ridotte e aveva una capacità di 2 litri. Il coperchio era alto 5,8 cm, lungo 17 cm e profondo 10,4 cm e il manico era incardinato al coperchio e fissato così in modo permanente, a differenza del precedente modello. Forchetta e cucchiaio, che potevano essere colorati, erano alloggiati all’interno della gavetta. La versione per la cavalleria era di alluminio più pesante e non pitturato di nero.
Modello 1915/17: a guerra inoltrata, il modello 1910 venne sostituito con una gavetta realizzata in lamiera d’acciaio sottile stagnata e opacizzata dipinta in color feldgrau o in lamiera smaltata, al posto dell’alluminio che cominciava a scarseggiare. Il manico venne semplificato e venne eliminata la barra di rinforzo. Tale modello venne distribuito, per la prima volta, ad esercito e truppe montate. Nel 1917 venne introdotta un’ulteriore modifica: la punta della parte superiore della cerniera snodabile che reggeva il manico venne ripiegata per evitare lo scivolamento della cinghietta di cuoio che reggeva la gavetta al tornister o allo sturmgepack e renderla quindi maggiormente stabile.
Principali marchi
Gavetta modello 1910 in alluminio
1) A. lamprecht 14
2) BASSE SELVE 13
3) D.W. & M.KARLSRUHE 11
4) E. HUECK 14
5) E.T.A.G. THALE A/H 13 e 14
6) M. BOHME 14
7) WILH. BERG 12 E 14
Gavetta modello 1910 – 1915/17 in lamiera stagnata e dipinta
1) BELLING 1916
2) ESCHEBACH RADEBERG 14
3) Korkmann Ahlen
4) Industria 15
5) RMB 16
6) THIEL SOHNE 15
7) ULLRICH 15 ANNWEILER
8) WESTERMANN ENHEIM 1917
Gavetta modello 1910 – 1915/17 in lamiera smaltata
1) BING 16,17
2) FCB
3) S.&E. St. L. (16 o 18?)
4) SILESIA 16,17 e 18
5) ULLRICH 18
6) WUPPERMAN 17 e 18
Il piacere è mio Carlo e sempre nel rispetto delle opinioni altrui mi ritrovo piacevolmente a chiacchierare su un argomento tanto semplice quanto interessante per la piega che ha assunto.
Alcune considerazioni personali: sono perfettamente d’accordo nell’associare la cinghia con tre passanti al basto e inscindibile da questo (almeno nelle intenzioni) ma forse la vera cinghia da gavetta è proprio questa, negli altri casi sono state confezionate cinghie con misure variabili tra i quali quelle più lunghe adatte anche ad appendere una gavetta al tascapane. Il discorso che fai relativamente a quanto riporta Angolia potrebbe confermare quanto scrivo dal momento che in quella nota si fa riferimento a una cinghia che misura c.ca 61 cm. Sempre secondo me e non volermene [249 , la tua cinghia più che specifica da gavetta è da considerarsi solo abbondantemente lunga..
Un sincero ringraziamento a tutti soprattutto a Tonle [257 [257
figurati Alpino, è stato un piacere poter condividere esperienze comuni. Sarebbe interessante uno studio approfondito di tutto quello che riguarda le gavette tedesche nelle due guerre e nel periodo intermedio .... chissà che il buon Mulòn non ci stia già pensando ..... del resto la letteratura è scarsa e spesso non c'è accordo nemmeno sulla classificazione dei vari modelli .... Ciao, Tonle.
Intanto, e prima di tutto, un caro saluto a Tonle.....che penso nemmeno di conosecre (almeno con questo nick) ma che apprezzo profondamente per la stima dimostratami.
Poi, se mi è permesso, vorrei puntualizzare alcune cose sulle cinghie d'affardellamento.
Partendo dal presupposto che ho notato con estremo piacere l'utilizzo della parolina magica "variante" (quando l'ho fatto io son stato messo incroce...ma va bbeh....) per magari sbrogliare la matassa, arrivo subito al dunque postando quache foto che si commenta da sola e che vale più di mille parole:
"konvolut" a tema di effetti riconducibili ad una produzione iniziale (notare, ad esempio, i finimenti del pellame nn ancora anneriti di borraccia e riemen):
[attachment=1:16r191ca]RIEMEN 002.jpg[/attachment:16r191ca]
Konvolut a tema di effetti tutti riconducibili ad una produzione di inizio/metà guerra:
[attachment=2:16r191ca]RIEMEN 001.jpg[/attachment:16r191ca]
Notato nulla di strano? Ebbene si, ho montato le gavette sui relativi tascapane utilizzando quelle che, secondo me, sono le cinghie preposte per questo uso, ovvero quelle aventi solo 8 fori che, guarda caso, sono tutti nell'estremità della cinghia stessa, e non ho avauto nessun genere di problema a fissare la gavetta con questa tipologia ben definita di cinghia.
Però andiamo avanti.
Concordo con heerx sul suo discorso relativo alla cinghia del'amico Carlo. Il fatto che l'abbia trovata su di una gavetta vuol dire poco o nulla. Colleziono da soli 9 anni, ma della ricerca di dettagli/curiosità/particolarità/varianti etc di quello che dai "grandi" è ancora considerato erronemanete collezionismo "povero/di serie B" insomma, ne ho quasi fatto una ragione di vita per ora (ho detto quasi eh....ho anche altro a cui pensare fortunatamente), e nel mio girovagare nelle rete non ho mai visto nulla del genere, e senza nulla togliere ai blasonati nonchè fondamentali "tomi" della militaria (come quello di Angolia) penso che solo la rete, con i suoi innumerovoli canali di informazioni, possa soddisfare ogni curiosità, ma proprio tutto.
Detto questo, sono anche dell'avviso che prima di parlare di varianti con estrema certezza bisognerebbe trovare almeno più esemplari di suddetta variante perchè, come si suol dire, se due indizi sono una teoria...tre sono una prova(lo dicono nei film polizieschi prima di arrestare qualcuno [icon_246 )
Ma torniamo a bomba sul quesito inziale, e quindi posto la foto della mia collezione a tema di cinghie d'affrdellamento tedesche.......che, ricordo, sono frutto di minuziosa ricerca nonchè di acquisto previa visione di centinaia e centinaia (nn sto esagerando....) di esemplari, sia dal vivo che in rete. Penso che alla fiere sono l'unico a cercare certa roba.....
Ecco la foto:
[attachment=0:16r191ca]RIEMEN 003.jpg[/attachment:16r191ca]
In questa foto vediamo ben sette modelli differenti di cinghia d'affardellamento, ma vorrei focalizzare l'attenzione su quella oggetto di questa piacevole discussione.
Si tratta della terza dall'alto, cinghia che si presenta in condizioni eccezionali anche se è ancora deformata/indurita da quella che era la sua ubicazione naturale, ovvero la gavetta... marcata e data 1938 con timbri WL, ha 8 fori, è lunga 58cm e mi sento di poter affermare con tutta tranquillità che, per me, quella è la cinghia per l'affardellamento della gavetta. Questo prima dell'avvento del bastino dorsale e di relativa cinghia d'affardellamento a tre passanti....
Ho anche, ovviamente, tutta la sequenza fotografica che dimostra in modo inequivocabile di come è messa e di come ci stia bene e senza nessun genere di problema, ma penso non serva postare il tutto.
Scusandomi per essermi dilungato troppo (è colpa di tonle che mi ha chiamato in causa [110.gif ) saluto tutti e me ne torno nel mio esilio.
Giancarlo.
PS:quasi dimenticavo.....posso documentare (con evidenza d'epoca) l'utilizzo di una cinghia a tre passanti per fissare una gavetta sul tascapane...
Salve,
di fatto l'unica descrizione che abbiamo della cinghia per la gavetta è la didascalia di Angolia, detto ciò, la cinghia che meglio si adatta a tale descrizione e come concezione costruttiva è quella lunga dai 58 ai 65 cm con gli otto fori distribuiti verso il terminale, che poi vennero utilizzate anche cinghie a 18 fori lunghe oltre i 60 cm è fuori discussione.
Posso altresì confermare l'utilizzo di cinghie in cuoio a tre passanti, specifiche per basto dorsale, per affardellare la gavetta al brotbeutel, sempre e naturalmente nell'ottica che: di necessità se ne fa virtù.
Ora vado che ho le piantine di Gelsomini da curare [17
Ciao
Roberto
Non volendo più entrare nello specifico, voglio solo dissentire dalla teoria che pone Angolia come la bibbia della militaria tedesca. In particolar modo, il tomo relativo all'equipaggiamento ha dei limiti di veridicità piuttosto profondi. Vedesi ad esempio l'inversione dei modelli relativi ai portapala pieghevoli.
@Giancarlo: con l'uso del termine 'variante', ho voluto precisare che le innumerevoli fabbriche produttrici di materiale in cuoio avevano comunque piccole possibilità di spaziare con le caratteristiche dei propri manufatti, vedesi ad esempio le difformità dei portapala di tutti i tipi che esistono fra produttore e produttore. Quindi non vedo perchè non dovessero esserci piccole difformità anche nelle cinghie per affardellamento...
Poi, in assenza di ordini ufficiali come in questo caso, ognuno può rimanere della propria idea.
Ciao Alessandro,
Sono in linea con Te, errori dovuti a stampa, trascrizioni e catalogazione/classificazione su Angolia, ce ne sono e diversi.
Di certo non è la bibbia, ma resta comunque una base di consultazione con tutti i limiti del caso, poi sta a noi ricercare e opportunamente valutare le situazioni.
Di fatto tanto scrivere a partire poi da una didascalia, quando poi ci sono miriadi di foto d'epoca a testimonianza.
Fine trasmissione.
Ciao
Roberto
pur essendo collezionista di materiale WW1, non posso che complimentarmi sinceramente con tutti voi per questo bellissimo post. L'argomento "gavette & borracce" mi ha sempre affascinato, quindi ho una sincera ammirazione per la passione con cui persone come Mulòn si dedicano alla ricerca e catalogazione di tutto lo scibile sull'argomento. Ritengo che la mera citazione di regolamenti e circolari non aiuti la comprensione dell'argomento "militaria", quindi è grazie a forum come questo che il collezionista o il semplice appassionato possono farsi un'idea dell'equipaggiamento del soldato "sul campo". Un caro saluto, Tonle
P.S. per Mulòn .... se passi da Militaria a Novegro fammi un fischio via MP.
E’ altresì vero che non si può collezionare o perlomeno pretendere di affinarsi se si continua un percorso di possibilismo alimentato esclusivamente dalle ipotesi. Sono d’accordo con robertochiac quando scrive che i testi e in particolare quelli che hanno fatto scuola sono base di consultazione con tutti i limiti del caso, pertanto è opportuno valutare le situazioni con l’esperienza acquisita aggiornandosi con studi più recenti, ma forse i più vecchi possono ancora ricordare quanto è stato utile Angolia con le sue imperfezioni, quando per toccare qualcosa bisognava fare km e andare alle fiere o a casa del collezionista. Oggi è molto più semplice confrontare centinaia di close-up a suon di clic ma teniamo ben presente che se da un lato abbiamo un oceano di informazioni gratuite (non tutte attendibili) al quale possiamo comodamente accedere stando seduti davanti al monitor, dall’altro dobbiamo attenerci a quelle ordinanze e regolamenti che sono le uniche certezze dal quale possiamo partire per conoscere meglio lo sviluppo e l’evoluzione di questa complessa materia.
nessuno, penso, possa mettere in dubbio che regolamenti e circolari non siano alla base del collezionismo serio, però, soprattutto nel campo della militaria della Prima Guerra Mondiale spesso l'esperienza, il buon senso e l'osservazione dal vivo (di collezioni, musei, fotografie, diari di guerra, ecc...) sono altrettanto importanti di libretti e circolari. Un esempio per tutti è la nota questione della mimetizzazione degli elmetti germanici, prevista a partire dal 1918 da apposita circolare del Ministero della Guerra, con rigidi criteri teutonici. Ebbene, come si evince da ritovamenti sul campo e fotografie coeve, tale mimetizzazione, nelle forme e nei colori, era spesso influenzata da reali esigenze di chi combatteva o semplicemente dalla disponibilità di materiali e colori, più che da una puntuale osservanza della circolare.
Il mio ultimo intervento, quindi, non aveva alcuna nota polemica nè voleva sminuire l'importanza dello studio della documentazione "ufficiale". Ci mancherebbe ... purtroppo oggi molti giovani (lo so e lo vedo per esperienza professionale occupandomi di editoria militare) pretendono di iniziare a collezionare senza prendersi la briga di studiare, leggere e confrontarsi .... e sempre più spesso tale leggerezza porta a tristi (soprattutto per il portafoglio) conseguenze. La mia, in realtà, era una semplice incursione in un settore che conosco molto poco ma che mi interessa comunque molto (soprattutto quando vedo certe fotografie e certe fotoricostruzioni). Un saluto a tutti, Tonle
Salve a tutti, ho di recente acquistato questa borraccia "noce di cocco" da 1L, ma purtroppo non ci sono né punzonature né timbri; Qualcuno saprebbe darmi qualche info al riguardo?
Da quel poco che so la Borraccia da 1L veniva data al personale sanitario o ai GJ
http://img193.imageshack.us/img193/945/sam0880j.jpg
http://img28.imageshack.us/img28/4544/sam0881i.jpg
http://img853.imageshack.us/img853/631/sam0882v.jpg
http://img826.imageshack.us/img826/3130/sam0883b.jpg
[264
Abbi fede...
Appena arriva l'esperto in borracce avrai tutte le delucidazioni del caso...
Da profano ti dirò che mi piace...
Così "a pelle"...
[249
Ehehe si devo ammettere che aspetto con ansia l'esperto :D, purtroppo è molto "povera" di informazioni, tuttavia è davvero piacevole tenerla in mano :mrgreen:Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
Ciao Santi,
così a pelle, mi pare che sia post bellica. Le noci di cocco sono state prodotte anche nel dopo guerra per le Grenztruppen, le guardie di frontiera, discernibili dalle originali per avere i lacci in cuoio in luogo di quelli in canapa oltre che ad una colorazione della fiaschetta più tendente al violaceo che al marrone. Nel tuo caso la borraccia non presenta alcun laccio, ma possiede una colorazione tipica del modello suddetto oltre che un moschettone che con i vari modelli bellici non ha nulla a che spartire.
Citazione:
Originariamente Scritto da Alessandro
Ciao Alessandro, ti ringrazio, effettivamente c'erano troppe cose che non quadravano: assenza del classico timbro sul corpo della feldflasche, moschettone e tappo "anonimi" ed il colore tendente ad un vinaccio. Lo pagata poco, tuttavia non avrei mai sospettato che ci fossero feldflasche "noce di cocco" post-belliche [1334 .
In questo caso non credo che il fatto che sia di 1 Litro possa cambiare il suo stato :?: ?
Santi
Salve a tutti posto due foto della mia gavetta:
http://i41.tinypic.com/14wf4wl.jpg
http://i42.tinypic.com/mq8ev.jpg
Santi
Salve a tutti ecco le foto della mia kokosnuss [264
http://i39.tinypic.com/bd4ev.jpg
http://i40.tinypic.com/352rul5.jpg
http://i41.tinypic.com/ajwa2t.jpg
Bis Bald [264
[151 [151 [151
Bei pezzi...
Se poi si prova ad immaginare la storia che ci stà dietro...
Più che dietro dentro ... [17Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
Plinio
A tal proposito ho notato una curiosa crepa, dalla forma sembrerebbe creata da una scheggia.Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
Si nota nella 2nda foto
La "graspa" o lo "schnapps"...???Citazione:
Originariamente Scritto da plinio
Da una nota canzone: ...il soldato muore meglio quando è "pieno"...
A ciò ti riferivi...???
Me ne ha raccontate di storie in proposito mio nonno...
Salve vorrei se possibile vostre oppinioni su questa feldflasche l'unico marchio presente è quello postato non vi sono date e atri timbri,solo quello.Potrebbe essere delle SA?Grazie anticipatamente per vostr risposte Gabriele.
Ciao Gabriele credo propio di si,potrebbe essere sa,come hj,insomma organizzazioni politiche. [264Citazione:
Originariamente Scritto da avio
Sì, dev'essere la borraccia di qualche scuola militare. Però, Sa potrebbe essere anche indicativo della città o del gau dove si trovava la scuola.
Solitamente questo tipo di borracce sono conosciute per essere usate dalle organizzazioni politiche, non essendo capaci di contenere il bicchierino, caratteristica principale del modello per organizzazioni militari. E' però evidente che, come diverse documentazioni fotografiche attestano, venivano usate assiduamente anche dai soldati al fronte.
Ecco le mie fedflasche.