Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
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Originariamente Scritto da Decca
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Originariamente Scritto da Festungsartillerie
O un' altra possibilità* è che siano stati gli austriaci a gettare tutto nel giugno 1916 quando a loro volta arrivò il momento di ritirarsi, necessità* magari prevista con qualche giorno di anticipo e che potrebbe spiegare lo smontaggio di strutture come i montacarichi delle munizioni buttati nella cisterna insieme con quel po' di materiale italiano che avevano trovato nel forte; a riguardo, le fonti storiche comunemente reperibili sono così lacunose sui dettagli minuti, .....
Anche questa è una ipotesi che potrebbe spiegare l'accaduto.
Mi ricordo che la moglie di Panozzo mi raccontava di una grotta che gli Austriaci avrebbero scavato , e dove si troverebbero tutte, ma proprio tutte le munizioni e approvvigionamenti che non poterono portare via in quel giugno del 1916.
Inutile dire che , come ogni buona leggenda , la manodopera locale una volta finita la guerra provò a tornare sul posto , ma non riuscì più a trovare né la strada né il posto.
Comunque che sia vera o no , la ritirata non avvenne improvvisamente , essendo anche il forte non in prima linea.
Questo avvalora la tua ipotesi.
Mi piace proprio questa aria di mistero del forte. [264
Non ti nascondo che mentre mi raccontata questa storia mi brillavano gli occhi come un bambino, e già* mi immaginavo di poter io stesso ritrovare (per caso [00060034 ) la grotta. [0008024
[00016009
confermo la storia della grotta, a sapere dov'è....
Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
Ma la grotta era nei pressi del forte o si parla di una qualsiasi grotta costruita dagli austriaci in un punto imprecisato che può essere come in Austria ke in Italia??
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""[( confermo la storia della grotta, a sapere dov'è... )]""
Quando la trovo ve lo dico... [17
Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
sono stato la fortino sabato e i reperti, almeno quelli esposti in vetrina, sono veramente in ottimo stato di conservazione.
peccato che i propretari del forte ricevano pochi aiuti, sia finanziari che di manodopera, da parte delle istituzioni, a loro dire.
se non ci siete mai stati vi consiglio di visitarlo sia per la struttura che per lo splendito ambiente naturale. [264 [264 [264 [264
Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
Sono stato recentemente al forte, e l'ho trovato in ottime condizioni, valorizzato molto bene. Prima o poi inserirò qualche foto. Riguardo ai rinvenimenti di qualche mese fa, ho trovato su un sito un testo interessante di Ilaria Panozzo, autrice di una monografia sul Corbin appena pubblicata, lo riporto qui sotto:
UN POZZO DI MEMORIE A FORTE CORBIN
La pulizia di una cisterna suscita nuove curiosità* sul passato della fortezza
Il Forte di Punta Corbin, dopo quasi un secolo dalla Grande Guerra, fa ancora parlare di sé, accendendo l`interesse degli appassionati con i preziosi reperti che vengono continuamente alla luce grazie ai lavori di restauro svolti dalla famiglia Panozzo.
La fortezza fu attiva per un solo anno durante il conflitto, per poi diventare luogo di scontro e oggetto di contesa tra il nostro esercito e quello austriaco. Durante la Strafexpedition gli italiani si videro costretti a ritirarsi sul Monte Cengio e, prima di abbandonare il forte, causarono l`inquinamento dell`acqua con lo scopo di rendere difficile la permanenza degli avversari. Fonti certe hanno riferito che diversi litri dell`olio usato per i generatori vennero versati all`interno di una cisterna per la raccolta dell`acqua piovana situata davanti alla palazzina operativa del Corbin.
Così, quando gli austriaci occuparono il forte, lo trovarono privo delle risorse idriche. Dopo circa un mese, non riuscendo a scendere in pianura a causa della resistenza italiana, le truppe nemiche si ritirarono e i nostri soldati poterono riconquistare la fortezza. A quel punto la cisterna, ormai inutilizzabile per la presenza delle sostanze lubrificanti, divenne luogo di deposito di materiali scartati.
La "vasca dell`olio" -così veniva chiamata dalla gente del posto alludendo alla patina grassa che affiorava sulla superficie dell`acqua- negli anni `80 fu completamente chiusa dai proprietari che, durante i primi lavori di restauro, la riempirono con le macerie estratte dall`interno della palazzina.
Nascosta sotto terra e sottovalutata per anni, negli ultimi tempi la storia della cisterna inquinata ha stuzzicato la curiosità* di Federico Panozzo, figlio dei proprietari, il quale, spinto anche dal desiderio di ripristinare le strutture originali della fortezza, ha iniziato gli scavi con l`aiuto del cognato Simone Frigo. Contro ogni aspettativa, la vasca si è rivelata di grandi dimensioni, rendendo i lavori molto più difficili del previsto. La fatica è stata però premiata con ritrovamenti eccezionali: le sostanze oleose presenti dal 1916 hanno permesso l`ottima conservazione del materiale che, una volta ripulito, ha fornito interessanti indicazioni per la ricostruzione della storia del Corbin e dei suoi soldati. Tra i vari oggetti, sono stati recuperati elmetti, parti dei montacarichi, pale e badili con il manico in legno, posate, pezzi di un lampadario, una scarpa, una matassa di cavo elettrico e altro ancora, tutto in buono stato. I reperti più importanti e particolari sono alcune gavette personalizzate da incisioni e targhette di ottone: due presentano il nome completo dei loro proprietari, Albertoni Ernesto e Baligna Ferruccio, mentre altre due indicano solo i cognomi Contini e Scalabrini.
Con il valido aiuto di Giovanni Dalle Fusine, esperto e appassionato della Grande Guerra, i Panozzo hanno potuto riconoscere i diversi modelli di gavetta e hanno iniziato le ricerche per risalire alla provenienza dei soldati indicati, diffondendo la notizia in internet e contattando il Colonnello Bisiach del Commissariato Generale per le Onoranze dei Caduti in Guerra. Secondo Dalle Fusine, questo tipo di ritrovamento indica con certezza la presenza di quegli uomini al Corbin, e, con grande probabilità*, la loro morte sul posto, perché un soldato non avrebbe mai abbandonato la propria gavetta, tantomeno se personalizzata. Inoltre, l`ipotesi che i contenitori per il rancio siano stati usati da altri commilitoni e poi abbandonati al forte è esclusa dalla superstizione del tempo, secondo la quale usare gli effetti di un caduto avrebbe portato sfortuna.
I proprietari non si aspettavano certo di ottenere ben quattro nominativi svuotando una cisterna, dato che negli anni scorsi i loro tentativi di risalire ai soldati presenti al forte avevano portato a soli due nomi: Carlo Morè (incontrato di persona negli anni`80) e Mario Sensini. Ora la famiglia Panozzo attende notizie sui proprietari delle gavette e sui loro compagni, con la speranza di poter realizzare una lapide commemorativa e di arricchire le già* ampie conoscenze sul Corbin, raccolte in un libro che uscirà* il mese prossimo.
I numerosi turisti che ogni anno raggiungono la fortezza potranno visitare il piccolo ma interessante museo che, dotato di un sistema anti-scasso dopo i furti subiti, continua ad accogliere gli oggetti ritrovati durante i lavori di restauro. Da quest`anno avranno la possibilità* di ammirare la grandezza della vasca ripulita e comprendere meglio l`imponenza dell`opera costruita all`inizio del secolo.
Le gavette, rese uniche dalle incisioni, saranno esposte nella mostra, dove i nuovi preziosi pezzi prenderanno il posto di quelli rubati e saranno il nuovo "tesoro" di Forte Corbin.
Ilaria Panozzo
Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
Grazie dell'integrazione. [264
Re: Ritrovamenti al Forte Corbin
sulla grotta misteriosa:
Conosco gente del posto che per anni ha cercato quella fatidica grotta, eppure mai nessuno si è vantato di averla trovata.
Vien da chiedersi se sia mai esistita.
Per quanto riguarda il materiale trovato nella vasca di recupero acque: il materiale trovato al suo interno stava nel fondo, sotto al materiale composto da terra e sassi. Possiamo dire con sicurezza che tutto sia stato gettato dagli AU durante il periodo che il forte stava in mano loro.
Le gavette poi col numero sulla targhetta in ottone o col nome sono del primo tipo in dotazione all'esercito IT, se pensiamo che il forte ha subito perdite tra la guarnigione durante gli attachi con cui la spedizione pun. AU si portava avanti, ne deduciamo che qualche artigliere è di certo caduto colpito dalle artiglierie, pertanto la gavetta non gli sarebbe servita (purtroppo)
by GDF