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Da un amico sloveno, a Tarnovo si trovavano ancora una decina di anni fa armi ancora in buone condizioni nelle casupole abbandonate o presso i contadini.....Ma mi sa che ancora lì c'è possibilità* di cercare... qui ormai neanche il materiale della GIL è originale...
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Mulon, se posso vengo...
Ciao Fiume o morte, il problema è che Tarnovo è un po' lontano... beato chi ha la fortuna di passarci...
Comunque i luoghi più pieni di roba militare (della wwII) abbandonata ad oggi sono le isole tropicali attorno al Giappone, ricordo che una volta in un documentario mostrarono ciò che restava della guerra nella jungla e tra le varie cose saltò fuori un caccia giapponese Zero. [self]
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Dai,prova,che così conosci tutta la pattuglia triestina al gran completo....e dopo ghe demo de "civa"[self]
Cmq,tempo fà*(ma non troppo)è saltato fuori un K98 da una casa di campagna in Croazia,che ora fa la sua bella vista nella cantina di un cacciatore del posto.
Beati loro...[Star]
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Roba in Croazia ce nè parecchia...[innocent]...ma tutta roba dell'ultima guerra (1991-1995). Parte di questa è già* stata traslata a casa mia, il resto è meglio se resta là* [;)]
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Ciao a tutti.
Quando, una vita fa, andai a vedere, dopo lunga arrampicata, l' ospedaletto da campo introvabile, mimetizzato, e partigiano slavo, di Franja-Cerkno, fra le cose che più mi rimasero impresse ci fu neanche a farlo apposta l' armeria. Tutta di armic atturate e tutte italiane. Fra queste spiccavano alcune Breda 37 e parecchi fucili mod. 91/41 (o 42? al momento mi sfugge).-
Adesso la zona sotto che giurisdizione è? Che esista ancora così com' era 4 lustri fa?
Cordialità
baffobruno
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Fino ad un paio di settimane fa esisteva ed era visitabile...dico era xchè un'ondata di maltempo mai vista prima in zona ha reso il sito impraticabile,almeno penso....Questa notizia l'ho letta di sfuggita qualche settiamana fa ma non mi ricordo dove,come non sono neppure sicuro che si tratti proprio dell'area da te indicata,anche se penso che la 90% si tartti proprio dell'ospedale da te indicato.
Ah si,ora è Slovenia!
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Nonostante gli anni che sono trascorsi provo a fare mente locale per chiedere ai forumisti di questa discussione se nel mio caso si trattava proprio di quel famoso ospedale partigiano intitolato alla dottoressa Franja, vicino a Cerkno, in Slovenia, siccome a quanto mi fu detto non era l' unico...
questi sono i ricordi:
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gola con relativo corso d' acqua e cascata, passando sotto la quale ebbi modo di... rinfrescarmi...;
l' impianto da me visitato era composto da una dozzina di baracche in legno, opportunamente sollevate dal suolo, più un corpo di guardia pure costruito con lo stesso materiale, ma apparentemente più robusto, se non ricordo male. Il pavimento di ogni baracca posava su massi di roccia più verosimilmente che non blocchi di calcestruzzo. Costruzioni di dimensioni ridotte ma al momento ancora in buone condizioni. Insomma, anche se visibilmente sorpassate come tipologia e attrezzature avrebbero potuto ancora essere utilizzate per il loro scopo. Come diceva il custode, un tipo di poche parole, la costruzione, iniziata nell' autunno-inverno del 1943, si era protratta con successive aggiunte di fabbricati, un giardinetto e persino una fontanella con getto continuo, sino alla primavera del 1945, quando venne completata anche l' ultima struttura, convalescenziario compreso. Fra i vari ospedaletti da campo partigiani deve essere stato uno dei più attrezzati, comprendendo oltre alla sala operatoria (piccola) una centrale schermografica, per quanto secondo me il legname dai raggi X schermasse ben poco, e non ho visto traccia di pannelli di piombo radioassorbenti, forse nel dopoguerra smontati, un locale per invalidi, una sezione ortopedia e protesi, una centrale elettrica, alla quale il responsabile non ci lasciò accedere, ma che sicuramente doveva funzionare perchè tutti i locali erano, seppure debolmente, illuminati, ed elettrodotti nelle vicinanze non ne avevo notati, un reparto stampa e propaganda con ciclostile a mano, macchina da scrivere ecc. e ovviamente un' armeria con fucili, mitragliatrici e munizioni, principalmente armi ex-italiane. Non ricordo di aver visto impianti radio o telefonici. Alcune delle baracche recavano manifesti progandistici inneggianti a Tito e a Churchill e all' amicizia anglo-jugoslava, ritratti a mezzobusto di una dottoressa con la bustina con la stella rossa in testa e altro personale medico o paramedico, foto incorniciate di personalità militari e politiche allora ed anche oggi a me sconosciute. I toni dei manifesti andavano invariabilmente dal grigio al rosso cupo all' azzurro carta-da-zucchero. La capienza massima dichiarata dalla guida poteva arrivare a un centinaio di degenti. I decessi ammontarono a una sessantina di pazienti durante tutto l' arco di tempo in cui l' ospedale funzionò. Non ricordo però se esistesse un sepolcreto. Tutti i feriti coscienti diretti al centro venivano accuratamente bendati e ivi condotti per lo più nottetempo. Segretezza e mimetizzazione erano ritenuti fondamentali per sfuggire a rastrellamenti e ricognizione aerea. Anche i dimessi venivano riaccompagnati a valle o ridestinati alle bande di appartenenza da bendati e di notte. Le baracche erano accuratamente mascherate e dipinte con mimetizzazione a chiazze di vernice grigio-azzurra, verdognola e ocra. La località era accessibile solo tramite ripidi sentieri, men che mulattiere e passerelle pedonali. Insomma, per le quali passava 1 persona alla volta. In caso di necessità erano previste casematte e caverne sia per un' estrema difesa che per ricovero dei degenti, ma non ce le fecero vedere, ed erano state predisposti nidi di mitragliatrici e trappole esplosive.
Ovviamente nel frattempo disattivate, spero. L' area a quanto pare riuscì a sfuggire a tutti i rastrellamenti e all' aeroricognizione o quantomeno i rastrellamenti suggeriti dalla ricognizione non andarono a buon fine. Un altro elemento che mi farebbe propendere per quella zona è che proprio un paio di anni fa vi si sia abbattuto un fortunale di eccezionali proporzioni, tale da provocare smottamenti del sedime e il crollo di alcune costruzioni. Almeno, a detta di altri turisti di mia conoscenza che non vi poterono accedere. Se era quello.
Altro particolare, anche se vago: ricordo ancora che da lì alle grotte di Postumia impiegammo, in auto, un tempo ragionevole. Cioè riuscimmo a visitare entrambe le località in giornata per tornare di qua del confine prima che facesse buio (ovviamente d' estate).-
baffobruno ringrazia.
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Dè che "fritto misto"!!!Cmq.approposito di ritrovamenti,sulle colline di Spezia in località* Visseggi,posto tristemente noto inquanto si è tenuto l'ultimo scontro tra reparti della RSI presi "in mezzo" con gli alleati che salivano dal mare e dalla parte opposta con i reparti partigiani che salivano dalla Vl di Vra,con un finale del tipo"non si fanno prigionieri"da parte dei buoni!!!!Ebbene qualche tempo fà* ,durante dei lavori di sbancamento è saltato fuori una cisterna piena di armi stoccate in maniera religiosa.Lo strano che in una frazione di secondo sono arrivate le forze dell'ordine!!!All'interno,fonte di chi materialmente ha visto,le armi sia leggere che pesanti,un paio di mortai Mg 42 due cal.30'ed una 50',erano in ottime condizioni inquanto erano state "trattate"per resistere alle ingiurie del tempo.Il tutto è stato caricato su due camion della Polizia di Stato.Le pesanti sono finite ad Alessandria mentre le altre sono state stoccate nel deposito di Marimuni e poi....non si sà*!!lo strano è stato il tempismo dell'intervento della P.S.come se stessero ad aspettare.S è vociferato che il deposito fosse uno dei "vari"della famigerata Gladio mah!!Peccato non ci sia arrivato prima un mio amico che sono anni che batteva la zona e che ha trovato diversi souvenir,belli come stemmi metallici e buffetteria ma anche brutti come resti d'ossa,a testimonianza dello scontro da me citato.Per la cronaca dei "ragazzi"della milizia non si salvo'nessuno!!
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Lucido, ti sembrerà* strano ma anche dalle mie parti (provincia di Reggio E.) la "voce di popolo" parla di una cisterna similare, e anche in questo caso "pare" che sia guardata a vista dai C.C. in quanto materiale... buono per la prossima volta!
La cosa mi fu confermata anni fa da un ex capo partigiano ora deceduto, che mi fece chiaramente il nome di Gladio.
...Mah!
[II]
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Voi parlate di voci ma qui nel savonese cinque o sei anni fa fu rinvenuta una grotta piena di Mauser e 91 di vario tipo, oltre ad un paio di mitragliatrici da 20. Ne parlarono televisioni, anche nazionali, e giornali, sia locali che nazionali. Peccato che non fossero state trattate adeguatamente perchè vidi in un servizio che alzando un Mauser per la canna il calcio si sbricciolava a terra. Il divertente fu che tra le prime notizie apparse sui giornali, corredate di foto, ed il ritrovamento da parte dei carabinieri qualcuno riuscì a far sparire le mitragliatrici e solo una decina di giorni dopo la procura se ne accorse. Chissà* dove son finite. Ciao