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Sulla seconda foto dell'ultimo gruppo, che poi sarebbe questa un po' pulita:
Allegato 193842
che sulla didascalia originale dell'IWM parla del lancio di questi tre su Castino (Cn), si notano,
uniformologicamente parlando gli speciali pantaloni da paracadutista da abbinare alla giubba del
BD.Caratteristica basilare: avevano due tasche portapacchetti medicazione sul retro ed il tascone
sinistro anteriore era foderato in pelle di camoscio all'interno.In genere, su lato destro vi era l'appiglio per il F-S
knife.Allegato 193843Altra versione, era quella che presentava due bottoncini di ottone
ai lati della patta del tascone. Cio' serviva a dare piu' forma al tascone, plausibilmente utile
anche a contenere, piegate, delle mappe.
[264PaoloM
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Dietro la testa del paracadutista di destra si intravede il vallone in fondo al quale giace Vesime, sede dell'aeroporto partigiano su cui il plotone di SAS fu lanciato in varie riprese nel mese di aprile 45.
Interessante notare che il paese di Castino è rimasto praticamente immutato da allora; da qualche parte ho delle foto che mostrano come anche le coltivazioni siano rimaste le stesse.
Questo team è dotato di mitragliatrice Vickers, qui scomposta nei tre carichi normali: trepiede, arma, tanichetta per espansione liquido.
Oltre ai nastri di mitragliatrice il portaarma e dotato anche di fondina per pistole tipo Colt 1911 (forse delle Ballester Molina? Erano molto diffuse i zona dopo il passaggio dei SAS) e di baionetta sempre USA
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Il pugnale e' plausibilmente un M.3 con fodero M.8. PaoloM
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Sono un pò di anni che vorrei fare un manichino SAS zona Langhe .............. notizie molto utili grazie a tutti e due. [73
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Allegati: 1
Citazione:
Originariamente Scritto da
mirco
Sono un pò di anni che vorrei fare un manichino SAS zona Langhe .............. notizie molto utili grazie a tutti e due. [73
Beh, quello che avevi presentato a Vesime in occasione della visita della MacDonald direi che non avesse molto di meno di quanto presentato.
Allegato 193861
Mi spiace solo che la foto faccia schifo, come tutte le mie......
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Corretto l'uso dell' Oversmock se sotto vi fosse la Denison mimetica. Da solo non veniva adoperato. (Solo noi italiani lo avemmo senza
Denison mimetica per la Herring I). Non vedo bene il copricapo del manichino. PaoloM
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Paolo Marzetti
Non vedo bene il copricapo del manichino. PaoloM
Appunto, merito dell'eccezzzzionale fotografo......
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Mahh sapete ....... si va a tentoni ...... comunque leggendo il libro di Paul Morton " Missione inside " che fu paracadutato alla Pedaggera, si notano alcuni particolari.
Innanzitutto ho l'impressione che questi uomini avessero una certa discrezionalità di scelta in fatto di armamento e vestiario, infatti si parla di un copricapo antiurto denominato "sissy" che penso sia quello in gommapiuma o similare da addestramento ( quello della non foto ) di stivali da motociclista portaordini e una 45 americana ( salvo poi buttare quasi tutto e abbigliarsi più comodamente una volta atterrati) comunque penso che una Denison di base con pantaloni canadesi e basco amaranto possano essere un buon inizio .............. che dite ?????? ahhh ps. complimenti per il libro Kanister. [264
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Allegati: 1
Foto. Dunque ..... ci metto il basco e la Denison, equipaggiamento inglese e dovrebbe andare bene ?? o NO ???Allegato 193900
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Dobbiamo distinguere tra membri del SOE e del SAS: mentre i primi erano in gran parte civili prestati allo spionaggio i secondi erano militari destinati ad operazioni speciali.
Il Paul Morton che citi era ad esempio un giornalista civile aggregato per scopi pubblicitari ad una missione composta da due militari, comunque del SOE.
Altri esempi li troviamo nel Maggiore Temple, un avvocato anglo-polacco, nell'autore del libro "From Cloak to dagger" (mi sfugge il nome) che era ingegnere minerario ed in tanti altri casi.
E abbastanza logico che per i primi la disciplina e la libertà di scelta nell'equipaggiamento e nelle armi fosse maggiore. E comunque vediamo che anche i secondi non scherzavano a libertà.
PS: Morton non scese alla Pedaggera, il pilota dell'aereo fu ingannato da dei fuochi accesi da partigiani "rossi" nella speranza di ricevere lanci di rifornimenti e li scodellò molto più vicino alle Alpi.