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Dietro al carro si vede una 600 primo tipo (quella con le porte "a vento"), poi una 1900 Alfa. Mai visto, se non nei film, auto con la scritta US Army in quella posizione. E poi la stella cerchiata era utilizzata ad inizio guerra, quando la scritta era U.S.A. Ed anche l'auto, da quel che si vede, è un modello di fine anni quaranta.
Altre auto sono inglesi, francesi e tedesche che circolavano all'epoca sulle strade italiane, al momento non le ricordo tutte, ma con una veloce ricerca non dovrebbe essere difficile riconoscerle.
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tranquilli... dovrebbe ancora essere dal noto demolitore che si è trasferito dall'originaria sede dove lo vide Kanister a qui: DEPOSITO ESPOSIZIONE - Bentivoglio Bruno S.r.l.
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Ma è un parco dei divertimenti magnifico... come si comprano quelle bellezze?
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Basta un portafoglio bello gonfio.......
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Questo carro stava da Calò demolizioni. Uno sfasciacarrozze sull'Aurelia. 200 metri fuori dal raccordo anulare. Me lo ricordo quando ero ragazzo e andavo in bicicletta sull'Aurelia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
kleiner pal
Ma è un parco dei divertimenti magnifico... come si comprano quelle bellezze?
praticamente impossibile un srerio contatto via mail anche se previsto..... Bisogna andarci....
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Il carro è lo stesso, ma fu travestito da americano per un altro film dove una banda di rapinatori lo usava per rapinare un treno. Ricordo che nella stessa pellicola figurava anche un B17 residuato bellico. La foto come potrete vedere è la stessa senza il ragazzino. Lo sfascio sull' Aurelia aveva anche altre vetture usate a Cinecittà, tra cui la cisterna CALTEX apparsa ne "L' ultimo uomo sulla terra" con Vincent Price.
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Allegati: 2
Ecco la foto e il testo ANSA sul retro (piuttosto fantasioso e generico).
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Allegati: 1
Il film nel quale vennero aggiunte le stelle americane è "Colpo grosso alla napoletana" del 1967...
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La trama del film:
Cinque individui, bisognosi di denaro, rapiscono Don Cesare Celli, un ex- gangster di Chicago che vive in Italia. In realtà, nonostante le apparenze, Don Cesare non è ricco e tutte le sue entrate si riducono a un modesto assegno che lo zio Carlo gli manda tutti i mesi dall'America. Ferito nell'orgoglio e per mostrarsi all'altezza della fama di cui aveva fino allora goduto, Don Cesare propone ai cinque l'attuazione di un "colpo" eccezionale, ideato da un suo collega di Chicago: si tratta di assaltare un treno che porterà, da Napoli a Taranto, un carico di platino per il valore di cinque milioni di dollari. Postosi a capo della banda, don Cesare dopo essersi procurato con qualche difficoltà tremila dollari per le spese d'organizzazione, riesce a condurre a buon fine la difficile impresa. Il platino viene caricato su un aereo che decolla per il Marocco con tutta la banda. Ma un movimento incontrollato provoca l'apertura di un portello e la perdita del prezioso carico. Accolto con filosofia il disgraziato accidente, Don Cesare pensa a un nuovo "colpo".