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Allegati: 19
Ciao a tutti.
Grazie all'archivio fotografico che fu del Centurione Mario Lazzari della 230^ Legione CC.NN. "L'Aquila", noi oggi disponiamo, tra l'altro, di una sequenza di bellissime e dettagliate immagini di quella che fu la Festa del Mascal, tenutasi ad Adua il 26 e 27 settembre 1936 come da didascalia.
Alla festa partecipò l'intera 3^ Divisione CC.NN. "21 Aprile" ed una nutrita schiera di Ascari delle Regie Truppe Coloniali, unitamente a tanta gente del posto.
Mascal è la festa commemorativa dell’invenzione della Croce, che si celebra in Etiopia il 17 maskaram, coincidente con la fine di settembre o i primi d’ottobre del calendario giuliano. La leggenda, nella sua forma vulgata presso la Chiesa Copta, vuole che Santa Elena, incerta del luogo dove si trovasse il sacro legno, si lasciasse guidare dal fumo di un falò acceso dopo ardenti preghiere. In ricordo di ciò si accende un gran falò composto di croci di legno (damarà).
Tutte le foto riportano sul retro, con la calligrafia del Centurione Lazzari, l'indicazione "Adua - Mascal 1936", quindi pubblico solo le didascalie più significative.
La sequenza inizia con due foto dell'arrivo alla festa del Generale di divisione Giacomo Appiotti, comandante della 3^ Divisione CC.NN. "21 Aprile" e sono le uniche due un poco mosse:
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sullo sfondo schierata la 3^ Divisione CC.NN. "21 Aprile"
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il fuoco rituale del Mascal
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in questa foto, e nella successiva, si muove lo schieramento di Ascari
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La pubblicazione prosegue.
Saluti, Giovanni
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Allegati: 33
Ciao a tutti.
Continuo con le foto coloniali dall'archivio del Centurione Mario Lazzari della 230^ Legione CC.NN. "L'Aquila":
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in questa foto, come nella successiva, si procede alla distribuzione di viveri e farina alla popolazione locale
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primo a destra seduto, un Ascaro sovraintende alla distribuzione di farina
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una colonna di Ascari in marcia nella piazza di Adua
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una serie di foto, prive di didascalie, di una cerimonia militare nel cortile di una caserma del Genio
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una banda musicale delle truppe coloniali entra nella Caserma Mista Genio
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un campo di calcio
alcune foto dalla Città sacra di Axum
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Due foto di Asmara:
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Le foto seguenti sono di Adua:
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La pubblicazione prosegue.
Saluti, Giovanni
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Allegati: 35
Ciao a tutti.
Una serie di panoramiche africane, alcune molto suggestive, dall'archivio fotografico già del Centurione Mario Lazzari da Picerno (Potenza), Aiutante maggiore di battaglione della 230^ Legione CC.NN. "L'Aquila", nel periodo della seconda Guerra d'Etiopia e di poco successivo:
Panoramiche della Città di Adua e dintorni:
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Nelle tre foto che seguono panoramiche dal Monte Sullodà, prospiciente alla conca di Adua:
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reticolati di filo spinato in primo piano
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al centro si staglia la piccola sagoma di un Ascaro
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Il Torrente Gurungurà (anche chiamato Torrente Hasem) nell'omonima valle
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affluente al Fiume Tacazzè
La pubblicazione prosegue.
Saluti, Gikovanni
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Allegati: 68
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Ci stai facendo vivere veramente un mondo lontano e sconosciuto. Grazie della condivisione. Una curiosità: dietro una foto leggo la scritta Donna Allegra; cosa pensi significhi?
Grazie
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Allegati: 48
Ciao a tutti.
Siamo alla conclusione del nutrito gruppo di foto che fu del Centurione Mario Lazzari, 230^ Legione CC.NN. “L’Aquila”, relativo alla campagna di Etiopia ed alla successiva permanenza in loco.
Ho tenuto, per ultimo, una consistente e dettagliata serie di foto che testimoniano la grande operosità italiana posta in essere nei territori etiopici da poco conquistati.
Il Centurione Lazzari, con la sua Legione, dipese alla 3^ Divisione CC.NN. “21 Aprile” che, ultimata l’offensiva bellica intorno al marzo – aprile 1936, fu trasferita nella zona del Tacazzè, dove venne impiegata in un ciclo di lavori viari, tra cui la costruzione dell’ardito ponte in ferro e muratura sul Fiume Tacazzè, ed esperimenti agricoli.
Diverse sono le foto già pubblicate in questo thread relative alla zona del Fiume Tacazzè, interessata da numerose azioni belliche. Gli eserciti etiopici ed italiani lo attraversarono più volte passando nei guadi, nel corso della guerra ed in particolare nella Prima e Seconda Battaglia del Tembien. Poi il II. Corpo d’Armata (a cui appartenne anche la 3^ Divisione CC.NN.) per velocizzare l’offensiva favorendo il passaggio anche dei pesanti mezzi a motore, nel febbraio del 1936 gettò velocemente sul Tacazzè alcuni ponti in legno e ferro tra cui quello lungo 110 metri. Quest’ultimo ponte poco dopo verrà sostituito da una solida struttura in cemento armato e ferro, sempre a cura dell’ Amministrazione Militare e sotto la direzione dell’ Arma del Genio.
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Dal web, questa è una delle poche fotografie disponibili del tempo del ponte sul Fiume Tacazzè.
Dai Comunicati del Ministero Stampa e Propaganda, durante la Campagna di Etiopia 1935-1936:
COMUNICATO N. 162.
«Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
«Il 21 corrente (ndr. Febbraio 1936) un nostro apparecchio, avvistato un altro aeroplano etiopico tipo “Fokker” sul campo di Babat, lo ha attaccato e distrutto.
«In quattro giorni sono così stati distrutti quattro apparecchi nemici.
«Il giorno 22 nostri apparecchi hanno bombardato é distrutto a Babat due capannoni adibiti a deposito di munizioni.
«Prosegue incessante, sino alle linee più avanzate la sistemazione logistica dei territori occupati.
«Sul Tacazzè è stato ultimato un ponte della lunghezza di centodieci metri.
«Al nostro Comando militare dello Tzellemti, oltre il Tacazzè, si sono sinora presentati notabili é clero di cinquantatré paesi delle regioni adiacenti, consegnando le armi.
«Sul fronte somalo l'aviazione ha effettuato un bombardamento in massa su Giggiga. Gli impianti logistici, magazzini e depositi sono stati distrutti».
Il Fiume Tacazzè (conosciuto anche con i nomi Tecassé e Tekezé. Superficie del bacino, al tempo dell’Impero, kmq. 67.910 circa, lunghezza del corso dalle sorgenti al confine sudanese km. 600 circa) nasce dalle falde Ovest del Monte Catcèn, nella zona tra Muggià e Aldìa. Diretto dapprima a Ovest, riceve le acque del versante Sud dell’Abuna Iosèf e quelle del versante Nord del Monte Gunà, poi volge a Nord con un letto profondamente incassato nelle rocce ora granitiche, ora basaltiche, ora tufacee. Riceve sulla destra il Torrente Tsellarì, che scende dall’Abuna Iosèf e lambisce la base Est del gruppo montuoso Semièn-Tsellemtì. Alla confluenza da destra del Mài Uerì, che scende dall’Enticciò e dall’Haramàt, piega ad angolo retto verso Ovest intorno agli speroni dello Tsellemtì. Poco a valle di Mài Timchèt, volge verso Nord-Ovest e riceve sulla sinistra il Mài Dequiquò che reca le acque del ciglione di Debarèc, e lambisce la base del gruppo dell’Amba Bircutàn. Alla confluenza del Sittona, prende nome Setìt, e prosegue in direzione Ovest, per varcare il confine a Ovest di Om Ager e sboccare nell’Atbara. Il Tacazzè è ricco d’acqua anche nella stagione secca. Il canyon formato dal suo corso ha una profondità di circa 2000 m, è il più profondo del continente africano e uno dei più profondi del mondo. Dalla confluenza dello Tsellarì al confine sudanese il Tacazzè segna il confine tra Eritréa e Amara e grosso modo tra la lingua amarica e la lingua tigrai. Il Tacazzè sarebbe l’Astaboras degli antichi Romani. Attualmente interessa i territori dell’Etiopia, dell’Eritrea e del Sudan.
Il ponte in ferro sul Fiume Tacazzè, costruito in due tempi dagli italiani nel 1936, di cui alle foto, sembrerebbe essere ancora in piedi ed utilizzato. Dalle mie ricerche sul web non sono riuscito a trovarne una foto, ma di un ponte in ferro sul Tacazzè ne parlano alcune agenzie di viaggi turistici, tra gli obiettivi da visitare.
Le foto dal gruppo del nostro Centurione:
lavori stradali in genere:
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si vedono i soldati al lavoro lungo la carreggiata stradale (eventualmente cliccare sulla foto per ingrandirla)
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piccolo ponte sempre sul Fiume Tacazzè ma in altra località, ad opera della 2. Compagnia, CCXXX Battaglione CC.NN. "L'Aquila"
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in questa foto e nella successiva la panoramica e la teleferica sul Tecazzè nel luogo ove sarà eretto il ponte
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si vede ancora solo il guado
Nelle foto seguenti la prima versione del ponte in legno e ferro lungo 110 metri sulla strada dal Tecazzè per Gondar, la teleferica passava in alto a lato del ponte
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Da altra foto sul web questa prima versione del ponte sembrerebbe intitolata a tale “Carlo Manzo”, ma dalle mie ricerche nulla altro in merito è emerso, sino ad ora:
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Le foto che seguono sono della solida e definitiva versione del ponte sul Tacazzè in cemento armato e ferro:
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in alto a sinistra la teleferica
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Le tre foto che seguono dovrebbero essere relative alla sistemazione di un accampamento:
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Le due foto che seguono sono pertinenti alla coltivazione "sperimentale" di orti e terreni, altro compito della 3^ Divisione CC.NN.:
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Operaio in officina meccanica, foto probabilmente donata dall’operaio al Centurione Lazzari.
La pubblicazione delle foto dal gruppo del Centurione Mario Lazzari è così ultimata.
Saluti, Giovanni
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Citazione:
Originariamente Scritto da
sven hassel
Ci stai facendo vivere veramente un mondo lontano e sconosciuto. Grazie della condivisione. Una curiosità: dietro una foto leggo la scritta Donna Allegra; cosa pensi significhi?
Grazie
Detto con garbo da parte dell'ufficiale: disponibile nei confronti dei soldati, se non prostituta...
Grazie dell'attenzione.
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Allegati: 6
Ciao a tutti.
Da un ulteriore controllo sono emerse ancora quattro foto interessanti dal gruppo del Centurione Mario Lazzari.
Le prime due raffigurano personale delle CC.NN.:
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in questa prima foto, al centro, c'è il Seniore (Maggiore) Riccio, che già avevano visto nella foto 319 seduto sulla panchina di fianco al Lazzari, ed al centro del gruppo di ufficiali nella foto 320
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foto di una CC.NN. sconosciuta.
Degno di nota che solo in queste due foto, sul retro, appare il timbro tondo "REPARTO STAMPA-PROPAGANDA-STORICO-CINEFOTO M.V.S.N. in A.O." (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale in Africa Orientale)
Le ulteriori due foto chiaramente non sono ambientate in Africa, piuttosto nelle montagne del Nord Italia. Le pubblico perchè in una di esse c'è il Centurione Mario Lazzari (indicato con la crocetta), ma in uniforme da ufficiale, mi sembra coi gradi da Capitano, degli Alpini del Regio Esercito. Non vi sono didascalie e non è possibile sapere se queste due foto sono precedenti o successive a quelle della Guerra di Etiopia:
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Saluti, Giovanni
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Allegati: 29
Ciao a tutti.
Mi è arrivato questo altro gruppo di 64 fotografie relativo alla Guerra di Etiopia 1935 – 1936 da parte di una Legione di Camicie Nere della M.V.S.N.
L’unità è chiaramente evidenziata dalla foto che segue, si tratta della 263^ Legione CC.NN. “Aspromonte”, altrimenti chiamata “Tommaso Gulli”, con sedi e bacino di arruolamento a Reggio Calabria e Catanzaro, comprendente due Battaglioni di CC.NN. contraddistinti dai numeri romani CCLXIII e CCLXIV.
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La 263^ Legione CC.NN. nella campagna di Etiopia, fu comandata dal Console Generale Giovanni Ivan Doro, e dipese dalla 3^ Divisione CC.NN. “21 Aprile”, comandata dal Generale di Divisione Giacomo Appiotti.
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dal web, il Console Ivan Doro
La 3^ Divisione CC.NN. “21 Aprile” è già ben nota in questo thread in quanto il precedente gruppo di foto pubblicate, quello del Centurione Mario Lazzari della 230^ Legione CC.NN. “L’Aquila”, appartenne alla medesima Divisione. Non è quindi il caso di ripetere la storia della grande unità.
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dal web, il simbolo divisionale
Non è stato possibile identificare con certezza il primo proprietario nonchè protagonista di questo gruppo di 64 foto che, seppure quasi tutte dotate di chiara didascalia sul retro da lui apposta, non riportano mai il suo cognome, a volte solo un generico “io”.
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il protagonista delle foto
Il soggetto è presente in numerosissime foto, una volta si sottoscrive col suo nome “Gianni”, di certo un ufficiale col grado di Capomanipolo (due barrette – pari a Tenente) anche se nelle immagini appare quasi sempre privo di indicazioni di grado visibili, ritengo ricoprì l’incarico di medico militare.
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primo a destra, si firma "Gianni"
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il protagonista, al centro in piedi in camice bianco, cita gli indigeni in foto quali "...miei affezionati clienti..."
Pubblico qui di seguito le rimanenti foto corredate delle chiarissime difdascalie:
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Gianni è il primo a destra
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qui il penultimo a destra
Il Fortino Mequam è attualmente una rovina nello Stato regionale di Tigray, Etiopia. Si trova ad un'altitudine di 1.454 metri sul livello del mare.
Le sue coordinate sono 14 ° 27'0 "N e 38 ° 45'0" E in DMS (Gradi MinutiSecondi) o 14,45 e 38,75 (in gradi decimali). La sua posizione UTM è DR79 e il suo riferimento Joint Operation Graphics è ND37-06.
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in questa foto, come nella seguente, due etiopi condannati a morte, circondati dai Carabinieri e dagli Zaptiè
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in questa foto e nella seguente il protagonista è il penultimo a destra seduto.
Al momento, dalle mie ricerche sul web, non ho trovato traccia di questo "Forte Cornebsi" (almeno così mi sembra scritto), evidentemente una piccola struttura difensiva edificata all'inizio del 1936 in una qualche località etiope interessata dall'offensiva italiana.
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in questa foto, priva di didascalia, Gianni è il terzo da destra, ed il secondo da sinistra in quella che segue
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certo è che le cucine furono alquanto spartane...
La pubblicazione prosegue.
Saluti, Giovanni
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