Ok! Teniamoci in contatto compreso Pinco che secondo me é l'assi nella manica ;-)
Visualizzazione Stampabile
Ok! Teniamoci in contatto compreso Pinco che secondo me é l'assi nella manica ;-)
O.K.. grazie... Mamussi.....
Volevo aggiungere a tutte le supposizioni fatte su questo sito, che in occasione della mia visita all'interno della struttura (non della galleria) nel 2012, mi fu raccontato dal titolare della Ditta che ha in uso l'area, che nel 2007 o 2008 ci fu un sopralluogo da parte di una unità NBC dell'Esercito per verificare la presenza di residuati chimici all'interno della Galleria ferroviaria e nelle sue immediate pertinenze. Tale sopralluogo ebbe esito negativo e non furono trovate ne ulteriori gallerie, ne ulteriori condotti di comunicazione con altre strutture militari. Premesso che anche se le avessero trovate non lo avrebbero certo raccontato in giro, eventuali ricerche dovrebbero essere incentrate nella zona limitrofa alla curva a quasi 90° presente all'interno della galleria (unica zona in cui poteva essere presente uno scambio) oppure lungo la parete della collina lato bunker dove, nascosto tra la vegetazione, ci potrebbe essere qualche deposito in caverna. Ricordo che quando disboscarono l'area dove è presente il bunker, era emersa una zona cementata tipo "area di servizio" che si estendeva da circa 4 metri il bordo della strada sino a ridosso della collina (tale zona era sotto il tiro diretto delle armi posizionate nel bunker).
Considerato che nel "Biscottificio" entrava l'iprite per caricare i proiettili (tramite la linea ferroviaria che passava sul ponte del Magra), questi ultimi da qualche parte dovevano pur uscire. Quindi, se si suppone che uscissero dalla galleria del treno, ritengo poco plausibile che i camion si posizionassero immediatamente fuori dalla galleria per essere caricati e quindi l'ipotesi di depositi in caverna collegati alla galleria del treno potrebbe essere plausibile. A tal fine, ricordo che l'amico MAB in un suo post sul medesimo argomento, scrisse che nella galleria erano presenti alcune nicchie cementate, che immaginava adibite luogo di riparto delle persone durante il passaggio del carroponte lungo i binari; ma se tali nicchie fossero state in realtà tunnel di collegamento (non documentati sulle mappe) verso depositi in caverna all'interno della collina?
Tutte ipotesi suggestive, che però sino ad oggi rimangono solo fantasie di noi cementisti...
Aggiungo questo riferimento ad un articolo di giornale del 2009
Secolo XIX (on – line) – 09/12/09 - Pag. 26
L’INCHIESTA DEL GIORNALISTA DI FEO
Secondo i servizi segreti inglesi, la Rumianca di Carrara aveva depositi di armi chimiche tra Sarzana, Aulla e Romito
L’UNICA, amara consolazione, è Che non siamo gli unici. Ma di certo la nostra zona, dal mare all’entroterra di Lunigiana, ancora conserva tracce nascoste e mai bonificate (e forse veri e propri interramenti) delle armi chimiche sviluppate negli anni Quaranta, sotto il fascismo. C’era, all’epoca, un grande arsenale di cui restano vaste testimonianze nei rapporti degli Alleati, conservati negli archivi nazionali di Londra.Ora,quei dati sono stati ripresi dal giornalista Giancarlo Di Feo, nel libro “Veleni di stato”, edito per Rizzoli: un libro che ha messo in allerta i comitati ambientalisti spezzini. Se a Carrara, alla Rumianca, si producevano armi chimiche con arsenico, tre depositi venivano indicati sulle mappe Alleate fra Sarzana, Aulla e Romito Magra. Inoltre, pare che altre bombe cariche di batteri, per infettare i nemici – fossero sperimentate durante grandi esercitazioni sulle coste di Ostia, La Spezia e Golfo Aranci. Il libro parla di 46 impianti che “hanno prodotto decine di migliaia di tonnellate di gas assassini ogni anno, laboratori nel cuore delle città per sperimentare sostanze sempre più mostruose, depositi con munizioni cariche di iprite in tutte le regioni”. L’autore racconta che questo l’arsenale di armi chimiche venne “costruito nel segreto assoluto dal regime fascista con il colossale programma varato nel 1923 e proseguito con ritmi crescenti per venti anni coinvolgendo industrie, università e forze armate”. Il problema è: dove sono finite tutte questa armi? Per lo più, purtroppo, in mare:. E le fabbriche? E i depositi, i laboratori? A quanto pare, non sono mai state bonificate: e ancora oggi,nascoste, “minacciano il nostro ecosistema”. Emerge, appunto, da documenti top secret finora inediti, custoditi negli archivi britannici, statunitensi e tedeschi, grazie ai quali l’autore ha costruito l’inchiesta sui «Veleni di Stato». Pare che gli esperimenti, siano avvenuto un po’ dovunque. Oltre 2.500 grandi bombe all’iprite sarebbero state gettate in mare nella zona di Pesaro, dai tedeschi: al momento della fuga verso il nord, dopo l’8 settembre. Altre, le avrebbero seppellite nel Mediterraneo gli stessi Alleati. Il fatto è, appunto, che non ci sono state bonifiche. Queste “scorte”, sono rimaste qui, da qualche parte, disseminate. Corrado Cuciniello, presidente del coordinamento dei comitati civici spezzini, chiede che le istituzioni approfondiscano i riferimenti ai depositi presenti sul territorio spezzino, in base a queste mappe recuperate da Di Feo: «Si parla di più strutture in Val di Magra, di un deposito a Romito, di esercitazioni con armi infettate da batteri sulla costa spezzina. Credo sarebbe doveroso verificare se esistano ancora capannoni in cui sono sepolti questi ordigni, dagli effetti sicuramente nocivi. Potrebbero essercene anche nei tunnel militari, che un tempo venivano usati come depositi. Pare che ancora oggi non si possa stabilire con esattezza quante armi chimiche siano state prodotte in Italia tra il 1935 e il 1945. Possiamo però verificare se esistono queste strutture in cui si celano. In una mappa, si accenna ad un finto“ biscottificio”in val di Magra, che in realtà aveva stoccato armi chimiche. Penso si possano trovare, volendolo, i riferimenti. Del resto, ancora si deve fare piena chiarezza perfino sui segreti della discarica di Pitelli».
Il libro di De Feo l'avevo acquistato ma non avevo visto la mappa di cui si parla; bisogna che lo riguardo attentamente.
si in effetti il discorso di una galleria parallela nn è male...l'intonaco fatto dentro le nicchie sembra molto ben rifinito quasi a sigillare qualcosa.....Allegato 180866Allegato 180867Allegato 180868
Bisognerebbe vedere se, battendoci con una mazza, "suona vuoto".
Tempo fa, avevo trovato una immagine di una galleria ferroviaria in Lunigiana, dove erano presenti aperture simili, collegate con delle stanze. Nella didascalia mi pare di ricordare fosse scritto che tali stanza servivano come sorta di "area di sosta" per i passeggeri in caso di problemi del treno. In effetti quelle della "nostra" galleria non mi sembrano così ampie da permettere di farci stare più di una persona (mi pare siano 180 cm di altezza per 170 cm di larghezza e 80 cm di profondità).
Questa discussione diventa sempre più interessante,complimenti mamussi per tutte le info.Farebbe piacere anche a me indagare più a fondo sull'eventuale presenza di camere o tunnel murati dentro la galleria,io una bella mazza da quadratore per blocchi di marmo ce l'ho se può essere utile sono qui.
appena viene freddo ( con meno curiosi in giro) sara' effettuata una perizia strutturale della cosa....( con la speranza ) di nn prendere qualche fucilata dagli attuali proprietari....
Giusto Pinco mi sembra la decisione più logica vista la stagione et la posizione della struttura,meglio evitare rischi di qualsiasi genere.
Concordo... organizziamoci per metà / fine settembre che è il periodo ideale (ne troppo freddo ne troppo caldo).
A presto e, se nel frattempo ci sono novità, teniamo aggiornato il post.
A proposito: i portoncini metallici dentro al comprensorio di cui abbiamo parlato, temo diano l'accesso a sale interne di stoccaggio e non a fantomatici tunnel in quanto gli stessi sono proprio di fianco allo sviluppo della galleria ed eventuali tunnel verso chi sa dove, la taglierebbero trasversalmente.
PS: Pinco, tu hai mai visto il secondo bunker che era in zona sotto la massicciata ferroviaria ? Per caso si trova dove ora, prima del ponte del treno, c'è quella specie di terrapieno circondato da una rete metallica ? E' l'unico sito dove si potrebbe effettivamente trovare....
A presto amici.
no Mamussi.. nn l'ho mai visto..... ci vorrebbe qualche vecchiotto della zona che ricorda qualcosa ... devo vedere .... forse uno ce l'ho se è ancora vivo....
Buonasera e complimenti a tutti. State facendo un ottimo lavoro. Sono Gianluca Di Feo, l'autore di Veleni di Stato, citato nella discussione. Ho inviato a uno dei membri del forum un piccolo studio sulle gallerie della linea ferroviaria Urbino-Sant'Arcangelo trasformata dall'Aeronautica in deposito di armi chimiche, poi trasferite dai tedeschi nel 1944. Giro il link a tutti voi perché forse potere scoprire qualche similitudine Quando Urbino poggiava su una polveriera chimica - Bombe in mare: 60 anni di dubbi
Personalmente, non credo che il caricamento avvenisse nelle gallerie: l'operazione aveva comunque dei margini di rischio e si preferiva gestirla all'aria aperta o in locali molto spaziosi. Il documento del Servizio Chimico che è stato pubblicato sul forum è estremamente interessante. Credo che l'Ufficio mobilitazione - ma posso essere impreciso - sia stato creato solo nel 1940 per il grande piano di potenziamento dell'arsenale chimico. Tra l'altro quella che avete individuato sembra essere una struttura utilizzata principalmente dalla Regia Marina: finora non ne avevo trovate. Nei prossimi giorni cerco di recuperare i documenti dell'intelligence britannica che ho usato per il libro e vi faccio sapere se riportano qualche altra informazione. Grazie. Gdf
aSalve Gianluca, ho letto con attenzione e ammirazione il libro che ha scritto e la ringrazio per tutte le eventuali ulteriori informazioni volesse condividere.
Ho avuto la fortuna di visitare e documentare fotograficamente il sito di Romito Magra e posso confermare che sono presenti ampi locali dove si poteva provvedere al "confezionamento" dei proiettili arricchiti all'iprite. Per ora in realtà l'utilizzo della galleria non è chiaro anche perchè all'interno non sono presenti (almeno a vista) locali adibiti a stoccaggio.
Rimaniamo in attesa di news e/o documenti sul topic.
Grazie mille ed è un onore averla "a bordo".
Maurizio
domanda.... ma attualmente il complesso compreso la galleria è in mano di privati o è ancora zona militare........?????
Ciao Pinco. Il complesso é in uso ad una ditta privata. La galleria lato ditta (dentro al complesso) é chiusa da una grata come dalla parte opposta (anche se da questa si può entrare). Credo che sia ancora tutto demanio militare. Ma la certezza potrebbe darcela Stefano Danese.
Eccovi una selezione di documenti dell'intelligence britannica provenienti dai National Archives di Londra. È una miscellanea, provengono cioè da dossier diversi redatti nella seconda parte del 1944. Gli inglesi avevano una lista di probabili impianti e depositi chimici italiani, basata sugli interrogatori di ufficiali dei reparti chimici (alcune delle notizie fanno riferimento a interrogatori di italiani catturati in Libia nel 1941), sulle notizie raccolte dai partigiani e da altri informatori. La lista venne elaborata e più volte aggiornata dall'inizio del 1944 con due obiettivi. Avvisare i reparti di prima linea dei rischi di contaminazione, nel caso in cui arrivassero ai depositi (sempre in Libia, alcuni inglesi furono gasati perché maneggiarono testate all'iprite confuse per normali granate); evitare bombardamenti casuali; essere certi che venissero messi in sicurezza dalle avanguardie. La lista era trasmessa a tutte le unità in prima linea. Come vedete, il vostro deposito era importante: stimavano in 1200 tonnellate la quantità di iprite custodita. Distinguono poi la galleria della Nobel e il Biscottificio: ma queste sono informazioni che voi potere valutare molto meglio di me. Se nelle schede notate altro che vi interessa, provate a chiedere. Non prometto risposte rapide: devo ricordarmi a memoria la posizione dei files e il mio incarico professionale mi lascia pochissimo tempo libero. Ma spero che già queste pagine possano dare un contributo alla vostra - splendida - ricerca.
Gdf
Grazie per i Docs; non è che riusciresti (ti do del tu visto che ormai sei della combriccola ;)) a postare la Mappa dei siti ?
PS: ieri ho ripresto il tuo libro "veleni di stato" e l'ho rincominciato a leggere sotto un'altra ottica.
Ho estratto dai documenti fornito da Di Feo le parti salienti che si riferiscono alla Lunigiana ( provincie di Massa e Spezia )
Allegato 181115Allegato 181120
In effetti ho il fatto che lo stabilimento Dynamit-Nobel e il “Biscottificio” fossero lo stessa installazione è solo una ipotesi anche perché a Romito non è che ci siano altri luoghi “misteriosi”.
Forse sarebbe il caso di approfondire questo fatto. Mi vengono in mente alcune ipotesi:
- Il “Biscottificio” è un altro e a Romito, ma dove? Andrebbero trovate le mappe a cui si riferiscono i documenti inglesi (95/P. 7211 e 95/P. 747096). Speriamo che Di Feo ci possa aiutare.
- Il “Biscottificio” era la galleria abbandonata usata come deposito di iprite con suo accesso autonomo protetto dai noti bunker, mentre lo stabilimento Dynamit-Nobel, in cui venivano caricati i proiettili, è dall’altra parte dove entrava anche la ferrovia. Se è vera questa ipotesi, poiché sembra che il gas fosse portato col treno dalla Rumianca di Carrara dove sembra producessero il fosgene, bisognerebbe sapere se i proiettili della Regia Marina venivano caricati con fosgene o con iprite.
Mia suocera che nel ’44 aveva 17 anni non ricorda a Romito nessun edificio con la scritta “Biscottificio” mentre ricorda di fronte al nostro sito che c’erano sempre dei marinai di guardia e questo confermerebbe che l’installazione era di pertinenza della Regia Marina e forse solo nel dopoguerra diventarono di pertinenza dell’Artiglieria dell’Esercito.
Riguardo al secondo bunker ricordo che c’era fino a 10-20 anni fa visibile a di fianco alla prima arcata del ponte ferroviario. Mi sembra che negli anno ’60 o ‘70 fosse seminterrato e di colore nero (non so se dipinto o affumicato). Quell’ arcata fu rifatta nel dopoguerra perché distrutta da un bombardamento. Alcuni anni fa rifacendo gli argini del fiume credo che sia scomparsa ogni traccia.
Alla ex Rumianca di Carrara Avenza, secondo il racconto di chi ci lavorava, sembra che durante la guerra e fino a tempi recenti c’erano due bunker che contenevano fusti di gas venefico (fosgene?). Il sito, come abbiamo visto ben conosciuto dagli inglesi, fu risparmiato dai bombardamenti e i partigiani sembra che vennero a conoscenza dei depositi solo nei giorni della Liberazione ma non seppero valutare l’importanza di ciò che avevano di fronte. Sicché il gas rimase al suo posto e anche nel dopoguerra c’era sempre una guardia armata e agli operai era vietato di andare a curiosare pena il licenziamento immediato. Che fine hanno fatto i bunker, ma soprattutto i fusti?
Ciao a tutti!
Siete decisamente agguerriti… Spiacenti, ma non ci sono mappe allegate a quei documenti. Dovete immaginare che i fascicoli sono stati digitalizzati dagli archivisti inglesi con estrema precisione, ma si tratta sempre di faldoni che avevano fatto la guerra… Bisognerebbe fare una ricerca nei National Archives statunitensi, perché l'area fu occupata dagli americani, ancora più meticolosi nelle schedature. A Londra ci sono solo quelle informazioni che gli americani condividevano con i britannici, ma la questione dei gas ha sempre creato grandi gelosie tra i due comandi. Più facile forse sarebbe rivolgersi all'archivio storico della Marina Militare, per vedere se lì è rimasto qualcosa: in genere sono cortesi e disponibili. Oppure - magari contattando qualcuno del Comitato Bonifica - far presentare un'interrogazione parlamentare per sapere se la zona è mai stata bonificata e così ottenere qualche informazione dal ministero su quei controlli che avete descritto nel forum. Ma se l'impianto era gestito dal Servizio Chimico, temo ci sia poco o nulla. Gli archivi del Servizio Chimico furono in gran parte distrutti l'8 settembre per impedire che cadessero in mano tedesca - o almeno così riporta una pubblicazione ufficiale dello Stato Maggiore - e poi saccheggiati dagli occupanti che ritenevano prioritaria la cattura degli impianti e dei centri studi italiani in materia.
Oggi se dovessi riscrivere Veleni di Stato avrei il doppio del materiale, grazie all'entusiasmo di gruppi come il vostro. Grazie. Gdf
Questa è la planimetria, seguita al rilievo, redatta nel 1937 per la successiva installazione di impianto antincendio secondo la normativa di difesa A.A.. Come si vede e si legge la galleria non era adoperata, il caricamento ecc. avveniva in un capannone (n° 1) ed il materiale caricato stoccato nelle cosiddette "pseudo cavernette". Riguardo alle nicchie nella galleria, tutte le gallerie ferroviarie le hanno .....
Il treno arrivava allo stabilimento dal vecchio ponte (quello crollato per la piena per intenderci).
Lo stabilimento Dinamite Nobel non era militare (almeno fino al 1940). Ciao
Personale della Marina maneggia fusti di Yprite.
Nella prima immagine bombe americane a caricamento speciale ripescate dal mare, nella seconda immagine, una bomba sempre a liquido speciale, anch'essa ripescata, a causa dell'usura dovuta alla corrosione rilascia il suo venefico contenuto.
Stefano, ma cos'è che non hai nei tuoi archivi ?? [255
Hai per caso qualche foto / info sul Bunker di San Terenzo (mio paese natale) e sai mica se in Località "Prulla" di Falcinello era presente qualche caserma ? Questa seconda domanda nasce dal fatto che lungo appunto Via Prulla c'è una località chiamata "La Caserma" e mia figlia ricorda di aver visto in zona (purtroppo non ricorda dove) un buker.
Grazie e mi raccomando.... continua così !!
PS: mi dimenticavo.. è già disponibile il 2° volume delle fortificazioni spezzine ? Ho il primo volume e mi piacerebbe reperire anche il secondo.
Per gli altri amici del forum, visto che è stata postata qualche foto dei bombardamenti del sito, ma senza citarne la provenienza, vi linko il sito inglese dove sono presenti le missioni di guerra svolte sulla zona della Val di Magra e relative foto (dalla 88 alla 90 se non ricordo male). B-26 Marauder 320th Bomb Group B-26 MarauderPhotos 3
A presto spero con qualche altra info.
Maurizio
A presto!
finalmente è chiaro a cosa si riferiva il nome "Biscottificio".
Una persona anziana che ha vissuto sempre nella zona mi ha detto che accanto allo stabilimento per il riempimento delle granate, dal lato verso Romito, c'era la fabbrica di biscotti "Falcinelli" . Tale fabbrica fu attiva finchè i bombardamenti del '44 non la dirstrussero completamente . Attualmente c'è uln largo spazio incolto dove sul fondo è sorta una casa.
L'agente inglese nel suo rapporto a Londra avrà creduto che il biscottificio e lo stabilimento fossero la stessa cosa e il nome servisse come copertura.
E magari proprio questo fu il motivo per cui fu distrutto nei bombadamenti.
pian piano la verrà a galla....
cordiali saluti a tutti.