E' lei, è proprio lei...
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E' lei, è proprio lei...
Grazie e complimenti al tuo occhio !
Se riesci a reperire foto della quota indicata da me , del tunnel di quella quota te ne sarei grato. Tra l' altro come immagino tu sappia a Sablici fu improvvisato un cimitero dei nostri Fanti.
Abbiamo la foto del cimiterino, appena la trovo (ho giusto un po' di casino nel computer...) la metto.
Subito dopo l'undicesima battaglia dell'Isonzo le due gallerie della ferrovia per Trieste furono teatro di un eccidio spaventoso...
Un incendio scoppiato all'interno di una di esse portò alla morte di tutti i soldati italiani che vi si erano rifugiati a causa del contrattacco AU...
Grazie ancora kleiner per proseguire l'approfondimento. Devo avere ancora una foto del 90° poi se vuoi inizierò ad inserire contenuti di lettere e delle ricerche dei caduti. A dopo
...e per ora i miei contributi fotografici sono giunti al termine. Vedremo se la fotografa riuscirà a salvare altro ....
Piccolo errore, le fabbrica concia pellami si chiamava Noak, non Noan.
Kleiner visto che sei di zona e molto preparato, mi confermi che il 78° venne sostituito in "linea" dal 90° per poi a sua volta ceduta la linea al 226° ?
Non ovviamente gli interi Reggimenti ma solo alcune compagnie degli stessi
Questo il documento di "cessione della linea" tra il 78° ed il 90° data purtroppo assente
Urca urca che chicca...
Dalla RURE.
XI battaglia dell'Isonzo (17/08-12/09/1917).
La brigata Salerno faceva parte della 34ª divisione.
Sulla RURE, anche se dettagliata, come pensavo non sono riportati gli spostamenti delle singole compagnie, comunque la Salerno sostutuisce in linea la Toscana nei giorni tra l'8 e il 16 giugno.
Oh questo non mi torna troppo. Flondar non avrebbe dovuto essere nel cono della Divisione dalla quale dipendeva la Salerno, eppure in Agosto li morì un mio trisavolo...magari alcune compagnie andarono in appoggio .
Per la datazione delle due cessioni di linea , ahimè le date mancano .
Negli anni ho potuto constatare che, vista la grandissima quantità di caduti in un tempo brevissimo, spesso il luogo di ferimento o di morte del soldato era indicato in maniera molto approssimativa, e a volte completamente errato.
Non c'erano computer all'epoca, era tutto scritto su carta, sempre in velocità a causa dell'incalzare degli avvenimenti e del caos del combattimento.
Specifico, per chi mi ritiene di parte, che all'epoca questo avveniva in ogni esercito.
Buondì Kleiner, sono assolutamente certo di ciò che dici . In questo caso devo dire che ci sono molte comunicazioni di ricerca e probabilmente essere caduto nei pressi del tunnel ferroviario ,deve aver facilitato le cose. Facilitato è un termine sbagliato in quanto si mosse l'intera famiglia ( fratello e padre del caduto entrambi alti Uff.li ). Questo portò forse una minor "approssimazione" riscontrabile sia nelle dichiarazioni dei colleghi o superiori come anche dalla CRI
Il tunnel di quota 43 fa però parte della zona Flondar...
Infatti Kleiner e dalle carte allegate nei tuoi passaggi mi pare sia la 28sima ad essere in quella zona . Banalmente , le linee da parte del Comando erano nette, poi sul terreno invece le cose andarono come andarono.
A memoria, la 34ª divisione doveva arrivare a Flondar da sud aggirando le due gallerie e puntare sull'Hermada. Cerco sulla RURE.
Ti ringrazio in anticipo per l'approfondimento, non voglio insinuare nulla , semplicemente mi rifacevo alla carta inserita rispetto agli scritti in mano.
L'XI battaglia dell'Isonzo fu il più grande sforzo effettuato dall'esercito italiano per sfondare le linee austro-ungariche e arrivare a Trieste.
Nonostante il numero spaventoso dei caduti da entrambe le parti, ancora una volta il risultato fu negativo.
Cadorna ben diceva che non gli occorreva l'aiuto di reparti dell'Intesa, soldati ne aveva anche troppi, gli sarebbero bastati cannoni e munizioni per annichilire l'avversario.
Invece i fanti italiani, ancora una volta, si trovarono privi del necessario appoggio dell'artiglieria, sia per la scarsità dei pezzi sia per l'esaurimento delle munizioni.
Il comando supremo commise in verità altri errori, ma fu la mancanza cronica di materiali che ancora una volta impedì ai soldati italiani di arrivare al successo totale.
Da parte austro-ungarica si rischiò il tracollo completo e solo la tenacia delle truppe combattenti impedì il disastro.
Come conseguenza del rischiato disastro, emissari del comando supremo austro-ungarico si recarono al comando germanico a chiedere urgenti aiuti, erano state messe le basi della battaglia di Caporetto e dichiarata la totale subordinazione politica e militare dell'Austria Ungheria alla Germania.
La relazione ufficiale italiana è tecnica e fredda, un elenco di spostamenti e di reparti che in nessun modo rende l'idea di quello che accadde in quei giorni di fuoco... la battaglia fu una vera bolgia dantesca e la morte faceva gli straordinari.
la preparazione
segue la preparazione
...segue la preparazione
il primo giorno di lotta
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