Anche questo è vero... ottimo appunto Luciano!
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Anche questo è vero... ottimo appunto Luciano!
Preciso intervento (come sempre del resto) cocis![^]
Eh sì, schierare delle divisioni d'élite del nostro Regio Esercito, come quelle alpine, sulla piatta steppa russa fu una cosa da pazzi.
Sempre meglio direi....mi ha particolarmente incuriosito questa frase di Alpino X:Fu così che quando la Julia resistette per un mese ai poderosi attacchi sovietici per ben due volte fu menzionata dai bollettini tedeschi ed i suoi Alpini furono soprannominati "Panzer-Soldaten".
E' la prima volta che sento un qualcosa del genere.Puoi dirmi qualcosa in più?
L'ho letto credo in "100000 gavette di ghiaccio" di Bedeschi. Quando il Btg Cividale venne assegnato al settore della Quota Signal, la conquistò e venne ceduta a reparti tedeschi che la persero; allora intervennerò di nuovo quelli del Cividale e la riconquistarono. Credimi, accadde così per 4-5 volte e i nostri Alpini riconquistarono tutte le volte (ovviamente con perdite non tracurabili) quella quota, tant'è che venne appunto ribattezzata Quota Cividale.
Grazie AlpinoX,d'altronde com'è quel detto che il soldato tedesco ha stupito il mondo,il soldato italiano ha stupito il soldato tedesco,giusto?[;)]
Non è proprio un detto... lo disse Rommel: "Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco".[^]
Chiedo venia....[:I][:I][:I][:I][:I]
[;)]
Più che una strizzata d'occhio mi meritavo un calcio nel sedere.....certe cose non si possono confondere,dimenticare,certe affermazioni fatte da certi personaggi sono storia,la nostra storia mannaggia,e proprio io che studio la Wehrmacht mi sono dimenticato una frase così celebre detta da uno dei migliori generale che la Wehrmacht abbia avuto,Edwin Rommel,la volpe del deserto.....che pirla che sono,altro che strizzata d'occhio...[nero][nero][nero]
Mi scuso per l'OT,ora vado ad autofustigarmi,voi intanto continuate con questo strepitoso topic.....dateci sotto anche con le foto,che sono sempre un bel vedere,dai[;)]
No caro Giancarlo nessuna fustigazione intanto l'hai ricordata e poi il senso della frase non cambia i bersaglieri sono comunque soldati.
Questa frase a suo tempo in riferimento al topic su El Alamein l'avevo riferita.
Ti dirò che alcuni dicono come frase "soldati".
Scusate l'OT.
[ciao2]
sto seguendovi..ed è un bel leggere..
vorrei mettere anche all'attenzione, quelle che furono le reazioni in Italia a tale disfatta..quelli che ritornarono..anche dopo mesi..(ci sono giri assurdi che alcuni di questi uomini hanno compiuto per tornare in Italia)..si trovarono di fronte un'opinione pubblica assente..nella realtà*, solo chi aveva parenti stretti e familiari ritornati sapeva grossomodo di come fossero andate le cose, un velo di mistero ammantava la vicenda..i soldati ritornarono e furono accolti da un senso di colpa di carattere nazionale..la grande armata italiana era stata sconfitta!..certo si sarebbero aspettati fiori e discorsi al loro ritorno..l'affetto di una nazione..ma non fu così per molti casi..scese l'oblio..la nazione si iniziò a ricordare di loro quando più forti si fecero le ricerche dei dispersi, quando l'opinione pubblica venne messa al corrente di cosa successe veramente..quando migliaia di famiglie si trovarono senza punti di riferimento maschili..mariti, figli, fratelli..fortunatamente ci fu chi tornò..e scrisse tanto su questo e quell'altro fatto..oggi molti di noi possono dire di conoscere bene o male questa vicenda proprio perkè hanno letto dei resoconti, delle testimonianze..moltissime famiglie Italiane furono coinvolte in quella che fu la tragedia russa....e non era finita..a breve quella "Africana" con i suoi 40/50 gradi all'ombra (stavolta)..avrebbe dato il colpo di grazia..
ciao
digjo
Ottima integrazione Digjo,hai riportato all'attenzione un'altra scomoda verità* di casa nostra.....
Luciano,ti ringrazio per la comprensione.
Sempre per restare in tema inviterei a postare ancora foto,se ce le avete,dai[;)]
All'appunto di Digjo bisogna anche aggiungere il fatto che molti prigionieri rimasti in russia, finita la guerra vennero "dimenticati" dall'allora governo italiano e non fecero più ritorno...
per carità silent..nessun "appunto"..solo una considerazione ad implementare..e come dici l'oblio durò troppo..c'è un topic dove insieme ad alpino ed altri sviscerammo un pò quei fatti..anche in riferimento ad un libro letto..ci siamo accalorati ma ne uscì un bel topic..Citazione:
Originariamente Scritto da silent brother
ciao
digjo
Ecco,esatto,speriamo che non accada anche qui e che sioprattutto non si vada OT in questo splendido topic,ne convenite?Citazione:
Originariamente Scritto da digjo
Io,intanto,insisto per le foto.....[innocent][;)]
giusto!...(ma neanche ci pensavo..)Citazione:
Originariamente Scritto da MULON
per le foto...daje LUC....andiamoooo...fotooo..
(adesso mi uccide)
ciao
digjo
giusto!...(ma neanche ci pensavo..)
Lo so,non mi riferivo assolutamente a te[;)]
Giusto quanto dici digjo.
Aggiungo che per me non furono ignorati o dimenticati perchè sconfitti ma perchè fu un fatto puramente politico e per evitare di andare OT mi fermo e perciò parlero degli alpini.
Tutti gli eserciti hanno a disposizione speciali corpi addestrati per la guerra di montagna più o meno sviluppati a seconda della natura orografica del paese al quale appartengono.
La natura delle truppe alpine e strettamente difensiva.
Fra l`altro proprio perché è nato e sviluppato per operare in teatri limitati, il corpo alpino non ha grande mobilità*, i suoi uomini sono oberati da grossi carichi di materiale necessario per vivere e combattere in climi e situazioni proibitive e sono costretti altresì a spostarsi con l`aiuto dei muli animali fidati e utili ma lenti.
Pertanto la mobilità* di una divisione alpina non si avvicina a quella di una divisione di fanteria e l`idea di far combattere un alpino in cooperazione con dei carri armati è illogica (pur se attuabile come tutte le cose di questo mondo).
Si possono quindi usare gli alpini in situazioni eccezionali per esempio sulle montagne greche,albanesi,sul Caucaso, sulle ambe africane o nelle sierre spagnole ma non in pianura dove detta legge la fanteria.
Invece dopo essere state decimate in Grecia e in Albania vennero mandate in tutta fretta nelle sconfinate pianure russe ad interrarsi dentro una linea rigida e senza riserve alle spalle.
Come materiali di dotazione gli alpini erano equipaggiati per la guerra di montagna come la fanteria era equipaggiata per quella in pianura, cioè con mezzi piuttosto poveri e spesso inadeguati.
Gli indumenti mimetici prevedevano ingombranti camicioni bianchi che erano più di intralcio che altro.
Gli scarponi potevano essere adatti ad un inverno sulle Alpi non certo a resistere al gelo russo.
Le onnipresenti mollettiere poi, completavano il quadro.
Sin dall`inizio del primo inverno furono mandati in Italia dei campioni di "valenki" gli stivali russi di feltro e una ditta presentò un preventivo per fabbricarne un buon quantitativo in tempi molto brevi e a prezzi irrisori dato il materiale impiegato, ma la cosa rimase lettera morta e centinaia di alpini si dovettero accorgere con raccapriccio che quando si toglievano gli scarponi e le calze, restavano loro in mano, come petali di un fiore, le dita del piede, ormai nere e in cancrena dal gelo.
Solo poche unità* come il battaglione Monte Cervino erano equipaggiate molto bene ma si trattava di piccoli gruppi, che sullo sconfinato e pianeggiante fronte russo facevano lo stesso effetto di una goccia nel mare.
Così anche se ben diretti ed uniti da legami di amicizia o parentela in quanto spesso provenivano dallo stesso paese e creavano così un blocco umano veramente monolitico, i ragazzi con le "penne nere"vennero mandati allo sbaraglio, male equipaggiati e destinati in partenza allo sterminio.
Le nostre belle unità* alpine, il fior fiore degli uomini di tanti paesi di montagna, si consumeranno con abnegazione nella steppa russa senza avere né il tempo né la possibilità* di chiedersi il perché.
Dopo tanto scritto un pò di immagini.
Il generale Messe il primo a sinistra
http://www.milistory.net/Public/data...20sinistra.jpg
Un posto di comando alpino in Russia.
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Una nostra sentinella.
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Nostri soldati
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Alpini del battaglione Monte Cervino
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Una pattuglia esplorante del battaglione Monte Cervino
http://www.milistory.net/Public/data...%20Cervino.jpg
Il mio voleva solo essere un ricordo per quei poveri soldati e non intenzione di polemica, assolutamente! la politica non mi interessa anche se forse ingenuamente ho corso il rischio....
Volevo postare questa cartina, che dopo tanto cercare finalmente ho trovato
Immagine:
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E aggiungo anche queste foto
Una batteria alpina in movimento, e un mitragliere in azione
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...9_img%2043.jpg
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Inverno 1942, l'impressionante Colonna in ripiegamento
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...4_img%2044.jpg
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Bene bene,finalmente foto[^][^][^]
Luciano è partito in quarta....grazie,anche a te Silent[;)]
Mi e' sembrato di assistere ad una proiezione cinematografica.
[^]
Ottimo silent interessante la cartina e foto molto belle.
[ciao2]
Bravi ragazzi, davvero. Io possiedo molte foto ma sono tutte sui miei libri e purtroppo non ho tempo di scannerizzarle.
Mi permetto, senza che nessuno me ne voglia, di commentare quanto scritto sopra: cocis ha raccontato perfettamente la vicenda dei valenki, infatti i nostri soldati avevano gli scarponi chiodati, la neve era trattenuta da essi e raffreddava velocemente il piede. Gli uomini del "Monte Cervino" erano i meglio equipaggiati, gli unici con completi mimetici bianchi, non a caso i russi li sprannominarono "satanas bieli" che significa diavoli bianchi.
La seconda fotografia col posto di comando sul fondo di una grande balka non l'avevo mai vista, è molto bella e si vede il classico camino al centro dell'isba.
Fatta bene è anche la carta postata da silent brother, purtroppo però mancano i nomi di molte località*, in particolare di quelle sul primo sbarramento (cioè a nord di Rossosch ed a sud di Opyt), ma purtroppo ne esistono poche precise e sono tutte su cartaceo.
Se non erro la quarta foto dilent brother dovrebbe rappresentare la parte est (quindi coperta dai nemici) del famoso costone di Nikolajewka.
Un saluto e mi scuso se non posto immagini, ma prendere quelle che si trovano qua e là* in rete non lo considero costruttivo e purtroppo di tempo per scannerizzare quelle che ho sui libri, mi ripeto, non ne ho. [^]
Si alpinox di cartine ne ho cercate altre ma di precise sulla ritirata non riesco a trovarle e questo forse perchè data la grande confusione del ripiegamento con le varie direttrici la cosa risulta imprecisa.
Per quanto riguarda le foto nessun problema ogniuno contribuisce per come può.
La penso anch'io come te sul fatto delle immagini infatti tutte quelle da me postate in tutti gli argomenti sino ad ora affrontati sul forum sono frutto esclusivamente del mio cartaceo quelle che si trovano in rete non hanno lo stesso sapore.
Gli uomini del "Monte Cervino" avevano tra l'altro, (ne salvò molti dal congelamento degli arti inferiori) in luogo degli scarponi chiodati e mollettiere,scarponi a gambaletto con una spessa suola con disegno a "carroarmato" realizzata in Vibram e in più la tuta bianca, comoda e confortevole oltre che ottinma da un punto di vista mimetico si componeva di due pezzi ed aveva un giaccone a "parka" sul tipo di quelli utilizzati dai tedeschi.
Anche l'elmetto è coperto da un telino bianco e sul lato sinistro, reca fissata ad una sacchetta di cuoio con passante in filo di ferro la caratteristica penna nera.
..........come non si pensò agli uomini non si pensò a dotare i mezzi di trasporto di impianti magari rustici di riscaldamento o, ancora più importante, di artifizi da applicarsi alle ruote motrici per impedire che slittassero.
Nel terribile inverno russo quando il manto di neve caduto ad ottobre diviene una sola lucida lastra di ghiaccio anche una modesta pendenza riesce insuperabile.
Sarebbero bastate le comuni catene o ramponi, da applicare ai mozzi delle ruote che del resto erano già* in uso sui trattori d`artiglieria Pavesi-Tolotti.
L`aver trascurato questo dato essenziale causò la perdita di migliaia di autocarri che dovettero essere abbandonati durante la ritirata ai piedi di salite insignificanti che però essi non riuscivano a superare.
All`inizio di agosto 1942 le tre divisioni salirono sui loro 54 treni merci che le avrebbero portate a 4.000 km. di distanza.
Come è stato detto ad esse venne aggregata la divisione di fanteria Vicenza forte di circa 10.500 effettivi cioè 9.637 soldati ed 809 tra ufficiali e sottufficiali, totalmente priva di artiglieria ed armi pesanti ed essa sarebbe dovuta servire con una decisione alquanto miope come serbatoio umano per colmare le perdite del corpo alpino.
La povera unità* assai peggio equipaggiata degli alpini persino come vestiario venne subito battezzata dall`8a armata la "divisione Brambilla".
Lentamente i convogli percorsero le sterminate pianure magiare, polacche e poi russe, finchè le tradotte vennero fermate ad Isjum, grossa città* ucraina a 250 km. dal Don qui le divisioni furono fatte scendere coi loro 15.000 muli, i carriaggi, i pezzi e i mezzi a motore.
Alla fine di settembre 42 il corpo d`armata raggiunse le posizioni lungo il Don un settore di circa 50km. in linea d`aria ma in realtà* 80km. dal momento che il grande fiume faceva un seguito di lente volute.
Alcune foto.
Il 26/6/41 i primi contingenti del CSIR partono per il fronte orientale
http://www.milistory.net/Public/data...%20leggere.jpg
Truppe italiane in marcia di avvicinamento. Il CSRI raggiunse la zona del fronte il 1° agosto
http://www.milistory.net/Public/data...eggere%201.jpg
Gli italiani impegnano i primi combattimenti
http://www.milistory.net/Public/data...la%20metto.jpg
Il primo numero del CSIR organo del Corpo di Spedizione Italiano in Russia
http://www.milistory.net/Public/data...%20leggere.jpg
Aspetti di un campo d'aviazione italiano in Russia
http://www.milistory.net/Public/data...eggere%201.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...eggere%202.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...eggere%203.jpg
Cavalleria italiana in ricognizione
http://www.milistory.net/Public/data...Cavaglieri.jpg
Cannoncino anticarro in azione
http://www.milistory.net/Public/data...Artiglieri.jpg
Movimento di truppe nelle retrovie italiane.
http://www.milistory.net/Public/data...%20leggere.jpg
Carro armato interrato dai russi e adibito a fortino corazzato
http://www.milistory.net/Public/data...ro%20russo.jpg
Luciano,quando fai sti lavoroni mi impressioni ogni volta.Quanta dedizione,quanta passione....comincio a pensare che la decorazione ti stia veramente stretta!
Io aggiungo queste tre (a mio dire) bellissime foto tratte da un altrettanto bellissimo libro, sempre a proposito della tenuta da combattimento bianca e anche a riguardo dei Cappellani Militari che se ne era anche già* accennato in altro topic sempre su un argomento simile, se non erro...
http://www.milistory.net/Public/data...5_img%2049.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...3_img%2047.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...6_img%2048.jpg
Hai ragione Silent,sono davvero "incisive"![;)]
Si silent davvero molto belle a giudicare dal vestiario nella prima foto sembrerebbe un soldato del Monte Cervino, la seconda anche sul mio libro conferma pattuglia nel medio Don(ho provveduto a toglierla tra le prossime da postare)molto significativa quella del cappellano.
Complimenti.
[ciao2]
Splendido questo topic...
non posso far altro che leggerlo con interesse...e sapendo che fra "loro" c'era anche mio nonno è difficile trattenere le lacrime...
Vorrei riportare una frase di Giulio Bedeschi, che mi ha sempre "toccato" e che simboleggia lo sforzo sovrumano che i nostri soldati hanno dovuto compiere durante il ripiegamento:
"Gli uomini erano ciechi, muti, vivi solamente per il proprio dolore: la vita aveva principio e limite unicamente nel passo."
Si è un topic che tocca l'anima e anch'io leggendo e rileggendo per contribuire ne resto toccato.
Oggi non parlerò dei fatti d'armi ma di "Pope Mazzoni", un cappellano che anche i russi adottarono.
Perchè ritengo sia giusto ricordare questi uomini che tanto hanno aiutato spiritualmente i nostri soldati nelle condizioni più avverse e molti sono morti e con lui voglio onorarli tutti così come ho già* fatto in questo stesso topic.
Pope Mazzoni così è chiamato dai russi il cappellano del 3° Bersaglieri del colonnello Caretto che la notte della vigilia di Natale del 41, in terra russa a Rassypnaja, rubando istanti preziosi al suo riposo, era riuscito a mettere insieme un piccolo presepe per quelli che chiamava "i suoi ragazzi"
Alla mattina dopo, presto, era già* dietro al camion dove aveva collocato il suo altare, per celebrare la messa.
Don Giovanni Mazzoni è nato ad Arezzo nel 1886 e degli aretini ha la tenacia e la combattività* che sa mitigare con la consapevolezza della sua missione sacerdotale.
E` un veterano di guerra, è già* stato cappellano in Libia nel 1912, sul Carso è rimasto gravemente ferito guadagnandosi la medaglia d`oro al valor militare.
Scoppiata la Seconda Guerra mondiale chiese ed ottenne di partire con il CSIR.
Viene destinato ad un ospedale da campo, ma lui non vuole stare nelle retrovie ed eccolo nell`inverno del 1941 nel caposaldo di Rassypnaja.
La mattina del 25 i sovietici attaccano.
Le pallottole fioccano da ogni lato, Don Mazzoni segue la battaglia.
Intorno a lui molti cadono, anche il trombettiere del comando.
A un tratto si accorge che un bersagliere, colpito chiede aiuto.
Le urla del giovane lo spingono a buttarsi in avanti.
Qualcuno gli grida "fermati è un sacrificio inutile" e lui di rimando "credi che possa rimanere qui, indifferente ?.
Di corsa attraversa il terreno ghiacciato poi, carponi, cerca di avvicinarsi al moribondo.
In quell`istante viene colpito a un fianco da una raffica.
Ha ancora la forza di trascinarsi fino al bersagliere caduto e sollevandogli il capo, di impartirgli la benedizione.
Mentre alza la mano benedicendo, un cupo colpo di mortaio centra in pieno il piccolo avvallamento dove si trovano i due uomini, un lampo , un fragore e poi i due corpi insanguinati, sulla neve,senza vita.
La battaglia dura dal 25 al 31 dicembre.
Quando termina, il corpo di don Mazzoni e del "suo" ragazzo sono ormai prigionieri del ghiaccio.
Solo dopo il disgelo sarà* possibile recuperare i resti.
Don Mazzoni è sepolto nel cimitero di Rassypnaja, vicino alla stazione ferroviaria, in mezzo ai suoi bersaglieri.
La sua tomba porta il numero 2.
Al valoroso cappellano venne concessa la medaglia d`oro- la seconda-al valor militare, che si aggiunse alle altre decorazioni che aveva avuto in precedenza: la medaglia d`argento(a Monte Zebio nel 1916), e due medaglie di bronzo (a Monfalcone, nel novembre del 1916 e sull`altipiano Carsico nel maggio del 1917)
La memoria è del Generale di Divisione Antonio Ricchezza.
Don Giovanni Mazzoni
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Don Giovanni Mazzoni comunica i Bersaglieri del 3° il giorno di natale 1941 a Rassypnaja. Assieme ai militari italiani partecipano alla funzione anche civili russi.
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Il cimitero del 3° Bersaglieri a Rassypnaja, dove è sepolto don Mazzoni
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Fronte russo messa da campo nel cimitero della divisione Torino
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SI RITORNA AL FRONTE
Figura di un alpino del battaglione Monte Cervino con un PPSh russo raccolto sul campo di battaglia, molto apprezzato dalle truppe al fronte per la sua affidabilità* e potenza di fuoco che sviluppava
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Nel 1941 l'aviazione del CSIR era costituita da un gruppo da caccia dotato di aerei Macchi 200, da un gruppo di trimotori S-81 da trasporto e da un gruppo da ricognizione su Caproni 310"Libeccio".
Questi reparti continuarono ad operare anche nelle difficili condizioni dell'inverno russo.
Nella foto a sinistra un rudimentale e ingegnoso sistema per immettere aria calda (già* precedentemente postato)nei motori del caccia Macchi 200, a destra specialisti al lavoro per mettere in moto un S-81
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Una pattuglia del CSIR nei pressi di un villaggio
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Soldati del CSIR cercano di liberare dalla neve un autocarro
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Le nostre artiglierie
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Veicoli corazzati immobilizzati nelle immediate retrovie della divisione Julia
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Alpino del 6° reggimento monta di vedetta all ingresso di un posto di comando.
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Molto bello il racconto del cappellano Don Mazzoni, a dir poco ammirevole ed eroico nel dare conforto e assistenza ai suoi soldati!
Quoto.Citazione:
Originariamente Scritto da silent brother
Le foto che ha messo Luciano sono incredibili,belle belle e ancora belle.Una domada,il cimitero fotografato,si trova ancora un Russia?Se si,c'è qualche assocciazione che se ne occupa o è lasciato fine a se stesso?
Si Daniele e come lui ve ne furono anche altri.
A volte le parole di conforto dei cappellani nei momenti bui davano ristoro tanto quanto del cibo.
Non sò Giancarlo la fine di quel cimitero ma forse qualcuno potrà* dire qualcosa.
[ciao2]
L'UNIRR con OnorCaduti se ne occupano.
Luciano: che lavorone che hai fatto! Bravo![^]
Questa è la settimana che culminerà* con la sfilata di domenica a Brescia, seguirò diverse "tappe" del programma ufficiale, penso che farò qualche foto da postare.
Stamattina ho partecipato a Darfo B.T. alle commemorazioni della Battaglia di Nikolajewka organizzate dalla sez.ANA Vallecamonica, ho parlato con diversi Reduci (presenti poco più di una decina), ma il momento più emozionante è stato la resa degli Onori alla tomba di Don Guido Maurilio Turla nella cripta sotto il Tempio votivo della Madonna degli Alpini.
Un saluto
Approfitto della velocità* del server.
Ritorno al CSIR per dire qualcosa sulla sua struttura.
Stabilito l`invio di un corpo d`armata, lo stato maggiore prese in esame se convenisse mandare un "corpo d`armata speciale", costituito da due divisioni celeri ed una di fanteria autotrasportabile ovvero un "corpo d`armata autotrasportabile" su due divisioni di fanteria autotrasportabili ed una divisione celere.
La scelta cadde su questa seconda formula e le unità* prescelte furono le divisioni di fanteria Pasubio e Torino e la divisione celere Principe Amedeo d`Aosta.
Vi era inoltre naturalmente un`aliquota di artiglieria e genio di corpo d`armata e un comando d`aviazione con un gruppo da ricognizione e un gruppo caccia.
Il tutto affidato al generale Messe.
E` bene intendersi sul vero significato di quella qualifica di " autotrasportabile"
Le divisioni di fanteria erano equipaggiate ed addestrate per l`autotrasporto ma in realtà* gli automezzi disponibili erano adeguati al trasporto di una sola unità* per volta in relazione allo schema di una teorica manovra di scavalcamento: mentre una divisione combatteva l`altra si portava avanti e, al momento opportuno, la scavalcava.
Nelle operazioni al fronte russo però le cose andavano in maniera ben diversa: combattimento e movimento costituivano due elementi integranti ed inseparabili della azione tattica così che una volta portata in linea una divisione ed impegnata non la si poteva lasciare priva dei mezzi di trasporto fino all`assolvimento della sua missione, e nel frattempo l`altra divisione rimaneva desolatamente appiedata incapace a rispondere alle esasperate esigenze di flessibilità* imposte dalla condotta tedesca della guerra.
Le due divisioni di fanteria erano del normale tipo "binario" del nostro ordinamento: con due soli reggimenti di fanteria, cioè invece dei tre reggimenti delle divisioni ternarie di tutti gli altri eserciti ed erano di conseguenza soggetti ad esaurirsi nelle operazioni prolungate.
La divisione celere era costituita da due reggimenti di cavalleria montata ed un reggimento di bersaglieri motorizzato, agile e flessibile con una buona potenza di fuoco ma lenta come anche la cavalleria rispetto ai motocorazzati tedeschi.
In fatto di mezzi corazzati il CSIR disponeva di una modesta aliquota di carri leggeri L3 destinati a fare una modesta figura di fronte ai colossi russi e tedeschi.
Infine le enormi difficoltà* cui andava incontro il nostro servizio d`intendenza per alimentare questa unità* isolata, nel dinamico schieramento tedesco, a 2.000 km.dalle sue basi nazionali e soggetta a continui spostamenti e dislocazione, ordinati con assoluta spregiudicatezza dagli alti comandi tedeschi, così come del resto usavano fare con le loro unità* nazionali con la differenza però che questi potevano con facilità* trasferirsi dall`uno all`altro canale di rifornimento, mentre il nostro corpo d`armata doveva sempre rimanere attaccato alla stessa e unica fonte di alimentazione.
Dopo tanto scritto qualche immagine.
Alpini si portano sul Don a valle di Voronez
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Un caposaldo interrato. Offrivano sufficiente e comoda protezione ma imponevano un fronte rigido difficile da tenere senza riserve
http://www.milistory.net/Public/data...0caposaldo.jpg
Camminamenti scavati nella neve in una posizione di prima linea sul fronte russo
http://www.milistory.net/Public/data...mminamenti.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...7_Italiani.jpg
Postazione di fanteria a difesa di un villaggio nella zona di Serafimovic
http://www.milistory.net/Public/data...Postazione.jpg
Cannone anticarro in posizione avanzata sul fronte orientale
http://www.milistory.net/Public/data...48_Cannone.jpg
Fanti italiani nei sobborghi di un centro industriale russo
http://www.milistory.net/Public/data...4017_Fanti.jpg
L'UNIRR con OnorCaduti se ne occupano
Meno male,ottima notizia.
Hai capito che grande il nostro Luciano,aspetta che il server vada e zac,ci dspara l'articolone...che grande,N°1![;)]
Nella fregola di postare non ho visto il tuo intervento Dario.
L'UNIRR con OnorCaduti................sono davvero contento che ci siano per ricordare i NOSTRI CADUTI .
Grazie dell'apprezzamento.
Grazie Giancarlo sì ne ho approfittato sapessi che fatica è costata postare i giorni scorsi
[ciao2]
Eh lo so Luciano,immagino.....
Ciao a tutti.
Sono appena rientrato dalla mostra allestita a Brescia sulla Campagna di Russia: che emozione.
Vedere quei Cappelli, quelle divise e quegli oggetti che sono ritornati è una cosa emozionantissima, come se non bastasse era esposto il cappotto che il Col.Signorini (Comandante del 6° Rgt Alpini) indossò durante il ripiegamento e che si intravede in più foto. Infine l'emozione più grande, ho parlato con tre Reduci (uno del Btg "Vestone", uno della 29^ btr del Gruppo "Valcamonica" e uno del Btg "Monte Cervino"). Appena finisco di sistemarle posto le fotografie che ho scattato.
Un saluto[^]
Sono proprio contento per te deve essere stata un'emozione bellissima.
Hai parlato anche con dei reduci se hai qualche racconto sarò tutt'orecchi.
Poi vedere ciò che è tornato da quell'inferno deve essere una cosa che non si può descrivere.
Ma attendiamo le foto spero anche dei cimeli.
[ciao2]