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Re:
Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
quarta ed ultima parte
la Sicilia fu difesa come era possibile difenderla data l`enorme disparità* di forze.
Lo comprovano anche le perdite subite dagli invasori: 5.187 morti, 9.018 feriti, 3.348 dispersi.
Nei cimiteri dell`isola sono sepolte 4.278 salme di italiani e 4.325 di tedeschi
Ti quoto in pieno Luciano [264 .
Ti ringrazio perchè da questo tuo topic ben fatto vedo con piacere che sei un vero appassionato e molto informato dei fatti di quella campagna militare, che molte persone in realtà* quasi la considerano di pochissima importanza, dimostrando un pò di ignoranza!
Ma quello che in realtà* non mi va proprio giù, è quell' "appena 38 giorni" ,che leggo in diverse fonti, sulla durata della campagna di Sicilia.
Considerando l'enorme disparità* di mezzi, di armamenti, di uomini, il predominio aereo navale ed altri fattori e raffrontando i 29 ed i 40 giorni con cui i tedeschi conquistarono rispettivamente la Polonia e la Francia, e tra l'altro quest'ultima all'epoca disponeva di tutte le sue forze al completo, beh francamente mi meraviglio che gli alleati impiegarono 38 giorni per conquistare l'isola.Ed indubbiamente il merito fu da attribuire anche agli italiani che riscossero il plauso e l'ammirazione dei comandanti tedeschi ed americani e qto non lo dico io.
Forse mancò la volontà* politica di difendere meglio la Sicilia e ci si preoccupò agli alti livelli di macchiare con l'onta del tradimento l'esercito.Teoria che si allargò a macchia d'olio a seguito dell'articolo di Farinacci su un giornale con cui accusava fortemente i comandi militari dell'isola, fino al punto da far arrestare Guzzoni, liberato grazie all'intervento di Kesserling che testimoniò a suo favore. Ma ormai l'onta rimase a tal punto da diffondere come se fosse una certezza l'idea che in Sicilia i soldati italiani non avessero combattuto.
[00016009
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Re: Operazione Husky
Grazie Totino.
E' vero lo sbarco in Sicilia da alcuni è considerato come un qualcosa di categoria B ma assolutamente non lo fu.
E' vero anche come dici, per anni fu data consapevolmente l'impressione che il soldato italiano non avesse difeso a sufficienza l'isola, si scoprì poi che non fu così.
Da parte americana si ammise che la Sicilia fu difesa eccome, mentre da parte inglese meno anzi furono quest'ultimi che dichiararono che il soldato italiano fuggiva e questo perchè avanzavano in particolare su alcuni tratti della costa senza incontrare molta resistenza, dimenticando che non era la mancanza di volontà* di resistere ma semplicemente perchè non vi erano uomini sufficienti a presidiare la costa.
Nelle condizioni che si trovava l'isola i 38 giorni per espugnarla sono un' enormità* in considerazione dell' enorme apparato militare dispiegato dagli americani e inglesi, è sufficiente ricordare tra l'altro (come ho già* scritto) le certezze poi svanite di Alexander e Montgomery
Alexander aveva previsto di occupare tutta l`isola in 10- 15 giorni e Montgomery si era ripromesso di giungere a Catania in 5- 6 giorni e vi è giunto invece il 4 agosto, dopo 26 giorni.
La durata della lotta susciterà* poi recriminazioni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e perciò si può ben affermare che la Sicilia fu difesa come era possibile difenderla data l`enorme disparità* di forze.
[00016009
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Re: Operazione Husky
Ottimo lavoro Cocis, un topic veramente interessante che ho letto con grande piacere. Ottime anche le integrazioni di Totino e Fante71. [00016009
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Re: Operazione Husky
quoto Fabio..
un bel lavoro con interessanti integrazioni che sto seguendo con interesse..
relativamente ai "commenti" Inglesi su efficenza, combattività*, e qualt'altro delle nostre truppe..come già* accennato e come risulta da bibliografia Anglosassone un pò su tutti i fronti che videro impegnati gli Italiani contro le truppe di Sua Maestà*..è ormai assodato riconoscere una loro non propria obiettività*..ma questo dopo tanti anni non ci disturba più (almeno spero)
poichè i fatti e le testimonianze hanno dato modo al nostro Esercito (più che altro ai nostri soldati) di essere ben degni del proprio impegno..inoltre l'aver battuti gli "Albionici" in più di un'occasione, anche quando le forze in campo erano evidentemente sbilanciate in loro favore
non fa che confermare questo nostro punto di vista..
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da digjo
un pò su tutti i fronti che videro impegnati gli Italiani contro le truppe di Sua Maestà*..è ormai assodato riconoscere una loro non propria obiettività*..ma questo dopo tanti anni non ci disturba più (almeno spero)
poichè i fatti e le testimonianze hanno dato modo al nostro Esercito (più che altro ai nostri soldati) di essere ben degni del proprio impegno..inoltre l'aver battuti gli "Albionici" in più di un'occasione, anche quando le forze in campo erano evidentemente sbilanciate in loro favore
non fa che confermare questo nostro punto di vista..
Si Digjo è proprio questo e ne sono fermamente convinto.
Grazie ragazzi :P
[00016009
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da MP cougars
TRATTASI DI CASTELLO SITUATO IUN ZONA PONTE PRIMOSOLE..DETTO POI POSTO DI OSSERVAZIONE ITALOTEDESCO CENTRATO DA UNA BOMBA DA 1000
Si tratta per caso della Masseria Duca di Misterbianco,conosciuta come "il castello"?
ciao
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Re: Operazione Husky
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Allegati: 1
Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da MP cougars
si esatto
Ecco una foto d'epoca dove è indicato il "Castello" con la lettera C, mentre il Ponte di Primosoloe è indicato con la B
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Allegati: 3
Re: Operazione Husky
E visto che siamo in tema di Ponte Primosole, posto qualche fotografia
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Re: Operazione Husky
Belle integrazioni Totino [264
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Allegati: 18
Re: Operazione Husky
sicilia non credo che siano da commentare lo fanno loro stesse
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Allegati: 4
Re: Operazione Husky
[justify:1agxprwf]Interessanti immagini MP cougars, soprattutto la seconda cartolina.Io purtroppo ce l'ho solo come copertina del libro sullo sbarco di Gela scritto dal Professor Medoro
Inserisco il racconto in questo topic limitandomi molto per non annoiarvi, perché purtroppo c`è il rischio che senza le carte Igm ed una ricognizione sul posto tutta la sfilza di nomi di colline, poggi, montagne, reparti date ed orari annoierebbero soltanto. Sono stato tentato ma alla fine sarebbe solo una serie chilometrica di racconti . Lo scopo è solo quello di dimostrare l`eroico comportamento dei nostri che non si tirarono indietro, anzi....
Ovviamente non ho nessuna presunzione.... ,e tutte le integrazioni e correzioni ben vengano ad incrementare le mie conoscenze.
Riporto parte dei brani del diario del T.Col. Dante Ugo Leonardi(dal libro di N. Vicino) che narra l`eroico contrattacco del braccio sinistro della Divisione Livorno dell`11-12 luglio del 1943, avendo il Castelluccio come base di partenza in direzione di Gela.
A seguito degli ordini del Gen. Rossi le due divisioni della Livorno e della Goering dovevano coordinare il contrattacco dell`11 luglio. La Livorno si dispose in due colonne. A destra, partendo da Monti Zai , Dell`Apa e Falcone come basi di partenza, si spinse la colonna Mona composta dal: I/33°, I/34° con 2 cmp in meno; il III/28° e dal Btg mortai da 81 con una cmp in meno. Questa colonna era fiancheggiata sul fianco destro da quella del T. Col. Mastrangeli composta dal II/33° e dal IV/28°.
La "A" è M.dell' Apa , la "B" è M. Zai:
viewtopic.php?f=47&t=6494
Quello indicato dal n."I" è M. del Falcone:
viewtopic.php?f=47&t=8729
A sinistra dello schieramento c`era la seconda colonna del T. Col. Martini , e comprendente il III/34° ftr ( del T.Col . Dante Ugo Leonardi ), il I/28° art (Mag. Artigiani) in appoggio specifico, una cmp mortai da 81mm e ciò che rimaneva del gruppo mobile "E" dislocato a Ponte Olivo. La colonna in assenza giustificata del T.C. Martini fu guidata da Leonardi.
La seconda colonna (Leonardi) doveva partire da Monte Castelluccio verso Gela muovendosi a dx della ss.117, mentre il gruppo mobile "E" alla sx della ss, .restando in contatto con il fianco dx della Goering.
Il piano prevedeva l`inizio del contemporaneo contrattacco per le 06.00, preceduto da 10 minuti di colpi di artiglieria, ma il gen Chirieleison non avendo ancora notizie dell`apporto corazzato tedesco della Goering , decise di rinviare di un` ora . Questa decisione non giunse a Leonardi, che tra l`altro arrivò a Ponte Olivo intorno alle ore 23,00 del 10 luglio, e dopo aver vagato nel buio per trovare qualche informazione e scegliere la favorevole base di partenza, si posizionò poco prima dell`alba alle spalle di Monte Castelluccio, dove c`era un`ampia zona di depressione. Qui trovò la 155° compagnia bersaglieri, comandata dal Ten. Girasoli Franco, del Gruppo mobile "E". Alle 05,15 arrivò l`ordine di operazione e l`orario era stato fissato per le ore 06,00.
Le truppe di Leonardi già* all`alba erano pronte e qto fu quello che gli apparve all`alba:
" ...provammo a contare le navi nemiche alla fonda. Arrivammo fino ad una cinquantina, ma poi fu impossibile continuare; i nostri occhi non vedevano che navi, navi, navi, grandi e piccole, vicine e lontane. Soltanto a Gela sembrava di assistere alla radunata di un`intera flotta. In quel momento le artiglierie navali tacevano. Il giorno precedente esse avevano vomitato la distruzione e la morte nella piana di Gela. Ora, le navi se ne stavano lì, quiete, silenziose, imponenti, quasi a pavoneggiarsi della loro incontrastata potenza, perché nessuno osava disturbarle! "
Intanto alle truppe di Leonardi mancavano totalmente notizie del gruppo di artiglieria .Gli avversari erano posizionati a circa un 800 metri , la zona era priva di appigli, vegetazione, il grano era stato falciato qualche giorno prima e quindi l`attacco doveva effettuarsi allo scoperto sotto il fuoco nemico. Il battaglione si schierò sulla sx con la 9 cmp del capitano Capello con la squadra lanciafiammi, sulla dx con la 10 cmp del capitano Ferrara, con l`11 cmp del ten. Florio dietro la 10, ed un plotone mortai a Monte Castelluccio
" Ricognitori nemici perlustravano la Piana di Gela. Altre squadriglie di aerei passavano su di noi dirigendosi presso l`interno della Sicilia. Le artiglierie navali ed i mortai inquadravano già* il loro tiro sulle posizioni di Monte Castelluccio. Alle nostre spalle, verso Niscemi, si combatteva per il possesso del campo di aviazione di Ponte Olivo attaccato da paracadutisti nemici. Fu questa la prima visione di guerra che si offrì ai nostri occhi quando...il sole illuminò la piana di Gela..."
.
" Prevedevo...che molti di noi saremmo rimasti nella Piana di Gela, perché la guerra...si fa con le armi e non con le parole, col sangue e non coi giornali...compagni che cadono, feriti che gemono, pallottole che fischiano da tutte le parti; granate e bombe che schiantano l`anima, insidie e soprese, collegamenti che non funzionano...reparti decimati...munizioni esaurite...rinforzi che non giungono...Oh, si credo che l`inferno di Satana sia nulla di fronte alla lotta sostenuta nella Piana di Gela! "
La colonna leonardi ancora alle 05.50 ora in cui si sarebbe dovuto preparare il tiro d`artiglieria non aveva nessuna notizia del Gruppo di artiglieria che proveniva dalla zona di S. Cataldo
malgrado il Maggior Artigiani Enrico suo comandante arrivato prima tentò inutilmente di mettersi in contatto. Attesero fino alle 06.30 inutilmente, ma trattandosi di un attacco coordinato e non potendo correre il rischio di comprometterne l`esito stesso del combattimento, si decise di iniziare ugualmente senza l`appoggio e la protezione dell` artiglieria, sfruttando solo 4 cannoni, 6 mortai, 12 mitragliatrici di Battaglione e le armi di accompagnamento della 155^ cmp bersaglieri motociclisti a Monte Castelluccio. Quindi l`attacco fu dato alle 06.30.
A quell` ora nove bombardieri italiani Cant Z. 1007 bis provenienti dalla Sardegna attaccarono la flotta americana da alta quota. Il Monrovia nave Comando dell`ammiraglio Hewitt fu mancato per poco, mentre una bomba cadde vicino alla nave trasporto truppe da uccidere 7 soldati ed appiccare l`incendio nella stiva, così come il piroscafo Orizaba. Questi bombardieri furono seguiti da 4 Ju. 87 della nostra aviazione decollati da u aeroporto siciliano scortati da 7 nuovi M.C. 205.
Appena si mossero all`attacco, gli americani vomitarono un violentissimo fuoco navale. I reparti avanzati della 9^ e 10^ cmp si avviarono velocemente contro le prime truppe americane. Dietro seguì la 11^ cmp. I primi colpi sparati dalle navi furono quelli dell`incrociatore Savannah e ci fu anche l`intervento degli incrociatori Boise dei cacciatorpediniere Glennon , Laub e Cowie per tutta la mattinata dell`11.
"...le armi di accompagnamento dalle postazioni di Monte Castelluccio ...aprivano la strada ai fucilieri...il tiro delle artiglierie nemiche si intensificava... Improvvisamente si aggiunsero anche gli aerei! Da tutte le parti fu allora una pioggia di fuoco:
fuoco e ferro vomitava la terra!
fuoco e ferro rovesciava il cielo!
fuoco e ferro lanciavano le onde del mare!
...Le perdite cominciavano però ad essere sensibili. Le armi automatiche dell`avversario avevano buon gioco. La nostra artiglieria non era ancora intervenuta. Finalmente quasi di slancio, gli elementi nemici furono sopraffatti...Alcuni riuscirono a ripiegare, altri furono catturati assieme alle armi"
Da altre fonti questa prima linea di sbarco americana situata tra Poggio Frumento e Poggio Mulinazzo fu conquistata verso le 08.00 e furono catturati un centinaio di prigionieri avviati verso Monte Castelluccio e da qui verso Niscemi.
"....appena occupate le prime posizioni fummo accolti da nutrito fuoco proveniente da altre colline distanti circa cinquecento metri: era la vera linea di resistenza che si svelava improvvisamente!...ed il terreno era privo di vegetazione e di appigli tattici e completamente dominato dal fuoco nemico "
Sempre secondo diverse fonti questa seconda linea di fuoco nemica si trovava all`altezza di Poggio Rosario e di Case Salera e fu intorno alle 08,30 circa che l`artiglieria navale e in special modo l`incrociatore Savannah, armato con 15 cannoni da 152 mm e otto da 127 m, aprirono il fuoco contro la colonna . A proposito di Case Salera e di Poggio Rosario su un`altra fonte è riporta la testimonianza drammatica di un superstite:
¬- Eravamo stretti uno all`altro, uno sull`altro, il viso nella polvere. Una massa di uomini sconvolti dalla fatica delle corse in avanti con le spalle cariche, martellati da un sole costante, con la gola arsa, la paura di essere colpiti, la testa impazzita dal rumore degli scoppi, dalla constatazione che la tragica situazione non aveva altra temporanea via d`uscita che quella di stare il più nascosti possibile...Era un martellare implacabile di una quarantina di cannoni navali, di decine di pezzi di artiglieria campale, di mortai. I colpi ci piovevano vicinissimi, tutt`attorno , mentre schegge,proiettili, pallottole e sassi fischiavano sulla nostra testa. -
"....Erano circa le ore 08.00.In quello stesso istante, un fuoco violento e rabbioso di artiglieria si rovesciò sulla nuova linea nemica: era il nostro Gruppo che ad opera del maggiore Artigiani,entrava in azione battendo con precisione le nuove posizioni avversarie....non eravamo più soli!...non pensammo quanto povera cosa fosse la nostra artiglieria rispetto alla potenza delle bocche da fuoco navali....Avevamo ancora fede e credevamo...Poi a sera...ci rendemmo conto che non avremmo potuto vincere in alcun modo perché non v`erano truppe e mezzi sufficienti... allora continuammo a lottare per l`onore...Proseguimmo nell`attacco...La reazione avversaria era divenuta violentissima....le nostre file si assottigliavano sempre di più. Le artiglierie navali tempestavano palmo a palmo il terreno... e le armi automatiche avversarie falciavano...Lo spettacolo era tremendo, ma sublime per la prova di coraggio dei nostri magnifici fanti. Nessuno tentennava. Le iniziative individuali e gli episodi di valore si susseguivano con ritmo così accelerato che era impossibile seguirli tutti... Trascinati dalla foga i soldati sembravano veterani e non al loro primo combattimento...ora sostavano ed ora riprendevano il movimento senza bisogno di essere guidati dai loro comandanti...L`affluenza del munizionamento alle armi automatiche...avveniva con una regolarità* sorprendente...e le sostituzioni dei tiratori morti e feriti, si effettuavano quasi automaticamente...
Col diminuire della distanza, l`accanimento aumentava. Il combattimento andava prendendo un indirizzo sempre più episodico, frazionandosi in diversi gruppi...Mentre la 9^ e la 10^ Compagnia proseguivano nell`attacco, la 11^ seguiva a distanza lo stesso movimento della 10^...
La 9^ Compagnia arrestò improvvisamente il suo movimento. Il sottotenente Martino Giuseppe comunicava che il reparto non poteva proseguire a causa dell`intenso fuoco avversario e delle gravi perdite subite...Mentre la 9^ Compagnia tentava di riorganizzarsi..la 10 continuava... riuscendo a portarsi a distanza d`assalto dal nemico. Questo movimento indusse gli americani a schierare nuove truppe in linea che, con le numerose armi automatiche, minacciarono sul fianco sinistro la 10^ compagnia e poiché il terreno era completamente scoperto, essa fu presa contemporaneamente dal fuoco di fronte, dal fuoco di fianco e dal fuoco delle artiglierie navali e dei mortai, senza possibilità* alcuna di potersi riparare....In breve la 10^ Compagnia rimase senza ufficiali e con pochi uomini. Il Capitano Ferrara Aldo, comandante della 10^ compagnia...giaceva a terra ferito all`addome. Incosciente del suo grave stato,continuava ad incitare i fanti...Ad alcuni soldati che si erano offerti di trasportarlo al posto di medicazione, rispondeva: Non curatevi della mia persona. Andate a combattere per vendicare i nostri morti.
Ferito una seconda volta, perdeva i sensi....
Una mitragliatrice nemica, postata sulla sommità* della collina, prese di mira anche il personale del comando di Battaglione. Eravamo a breve distanza dall`avversario! Ci buttammo in un piccolo fosso..Le pallottole sibilavano ai fianchi, cadevano rabbiose davanti a noi, dietro a noi...nessuno poteva muoversi! Ad una ventina di metri, v`era un nostro fucile mitragliatore: poca cosa...Tuttavia il sergente Benassi Ezio..- modenese della frazione di S. Damaso - impugnato il fucile mitragliatore si metteva a far fuoco contro la mitragliatrice avversaria. Fra le due armi fu allora un eroico duello: serrato, violento, emozionante...La nostra ansia era grande!...L`arma nemica dominava. A tratti Benassi era costretto a sospendere le raffiche ed a ripararsi nel fosso. L`impari duello forse durò alcuni minuti soltanto, che però parvero ore! Ne attendevamo l`epilogo...La morte di Benassi appariva certa.. Ma improvvisamente, dopo una lunga raffica di fuoco bene aggiustata...la mitragliatrice tacque per sempre: era il trionfo del coraggio. Il sergente Benassi aveva vinto!
...La situazione era...grave: la 9^ compagnia arrestata nel suo movimento con gravi perdite; la 10^ compagnia quasi decimata a pochi passi dal nemico...Tutto sembrava dovesse finire ..nel sangue... e fatto intensificare il fuoco della nostra artiglieria ed avvicinare ..la 11^, ci lanciammo con essa all`assalto contro il fianco sinistro del reparto americano che fronteggiava la 10^. Contemporaneamente, la 9 Compagnia si lanciava anch`essa all`assalto..., ed i resti della 10...venivano trascinati anch`essi...senza nessuno che li guidasse perché privi di ufficiali...l`esempio della compagnia di rincalzo veniva seguito dagli altri...Il nemico non attese l`urto: dal nostro slancio forse capì che avremmo lottato fino all`ultimo. Bastò la sola minaccia sul fianco per indurlo a ripiegare e le sue posizioni, tanto contese, vennero finalmente occupate! I prigionieri furono numerosi ed il bottino rilevante...
Eravamo sfiniti! ...alla 10^ erano rimasti, in tutto, poco più di una trentina d`uomini!...La lotta purtroppo non era ancora finita: si riaccenderà* la sera, durerà* tutta la notte ed al mattino il III Battaglione del 34° Reggimento Fanteria Livorno non esisterà* più.
...Quando occupammo la seconda posizione della testa di sbarco americana, erano circa le undici. Per percorrere i cinquecento metri che ci separavano dal nemico, avevamo impiegato dunque ben tre ore!...Ma in guerra le distanze non si calcolano in metri, bensì in morti e feriti...Dopo un po` ..i reparti si riordinarono e ridussero il numero dei plotoni e delle squadre in conseguenza dei gravi vuoti...Con i resti della 10^ compagnia, fu costituito un plotone al comando di un ufficiale di altro reparto( tenente Petrillo )
...Il sottotenente Baldassarre, comandante plotone esploratori, si spingeva avanti con una pattuglia in direzione del nemico per conoscere la località* di ripiegamento...In quel momento, le artiglierie navali ed i mortai nemici tacevano. Avevano fatto fuoco ininterrottamente per l`intera mattinata!
...L`ufficiale esploratore ci faceva recapitare la seguente comunicazione: Nessuna traccia di americani nella zona da me percorsa. Essi continuano a ripiegare verso Gela. Sosto , con gli uomini, in osservazione, nei pressi del posto di blocco di Gela. Attendo nuovi ordini.
...Appariva chiaro che davanti a noi non v`era nessuno... il nemico intendeva lottare ai margini e all`interno dell`abitato di Gela. Avventurarsi fino a Gela...con il Battaglione ridotto in quelle condizioni, sarebbe stata una pazzia! Tanto più che non sapevamo nulla delle azioni svolte .dalle colonne di destra ( 33° Reggimento Fanteria ) e di sinistra ( divisione tedesca ).Tuttavia pensammo di sfruttare ..la situazione favorevole ..e decidemmo di andare avanti fino al posto blocco di Gela...
I reparti si disponevano sulle nuove posizioni dislocando le armi ancora efficienti nei punti più adatti....Dalle nuove posizioni, fu inviata al colonnello Martini una sintetica relazione di quanto avvenuto...le gravi perdite subite, la località*...e l`impossibilità* di poter procedere oltre senza grave rischio....si chiedevano munizioni...benzina...l`urgente invio di rinforzi per essere scavalcati e riprendere la lotta prima che gli avversari potessero riaversi...Il colonnello Martini rispondeva di aver già* segnalato la nuova situazione al comando divisione...l`invio di rinforzi...munizioni e benzina, e ordinava: di non andare oltre, di fermarsi sulle posizioni raggiunte fino all`arrivo dei rinforzi e di difenderle, intanto, ad oltranza, in caso di attacco nemico..."
Da altre fonti il nemico continuava a martellare le posizioni tenute dal Battaglione ed alle 13,00 il Ten Col Leonardi si recò a Monte Castelluccio dal Colonnello Martini per presentare meglio la situazione e richiedere nuovamente i rinforzi.
Tra le 15.50 e le 16.00 35 Ju.- 88 colpirono la Robert Rowan carica di munizioni che un`ora dopo affondò, ma in questa incursione furono abbattuti 3 bombardieri dagli Spitfire del 92° squadrone R.A.F.
" L`attesa dei rinforzi durava da alcune ore...Più tempo passava...più sentivamo sfuggirci l`occasione favorevole. Avremmo voluto lanciarci noi stessi...fino a Gela, per ributtare l`avversario in mare...ma eravamo rimasti in pochi e non avevamo i mezzi sufficienti per tentare un`impresa tanto temeraria.....Per l`intera giornate Gela era il centro delle nostre ansie...Non sapevamo nulla di ciò che nel frattempo avveniva negli altri punti dell`isola...ci sembrava che la battaglia di Sicilia si chiamasse per noi solamente Gela! Conquistando quella cittadina, eravamo convinti d`aver vinto!
...La notizia dell`arrivo di altre truppe fu da noi accolta con gioia. Ma...non si trattava del Battaglione chiesto, bensì della 3^ compagnia mortai divisionale (capitano Abate Antonio) ...continuammo ad attendere...rifiutando però di credere che ci avrebbero lasciati in quelle condizioni. La compagnia mortai prese posizione a Colle Frumento...inquadrò subito il tiro...Era un reparto ben comandato e bene inquadrato. Fino alle prime ore del giorno successivo, esso rimase a combattere con noi; poi riuscito a sottrarsi all`accerchiamento nemico, ripiegò verso l`interno della Sicilia...Al colonnello Martini ...nel distaccarlo con noi a Monte Castelluccio, gli avevano tolto gli altri due Battaglioni del Reggimento per impiegarli altrove...Questo spezzettamento del Reggimento, nella situazione che venne a determinarsi a Gela, fu una delle cause dell`insuccesso perché venne a mancare la continuità* dello sforzo proprio quando la vittoria apparve sicura...La notte cominciava a calare...Avevamo saputo dell`esito sfortunato delle altre colonne di destra (33° Fanteria ) e di sinistra (divisione tedesca ) "
La colonna di destra del Col Mona si seppe che era stata distrutta da truppe corazzate americane provenienti da Licata, e che i tedeschi ripiegavano su Caltagirone. Il Battaglione rimaneva solo nella Piana di Gela.
" ...Avevamo il presentimento che nella notte saremmo stati attaccati dal nemico...Erano circa le ore 22,30. Ce ne stavamo presso i resti della gloriosa 10 compagnia, dislocata all`estrema destra del Battaglione, sopra una collina. Improvvisamente, si accese un violento combattimento nel settore della 9 compagnia, situato all`estremità* opposta. Il fuoco era intenso d`ambo le parti. Ci avviammo allora verso la zona di combattimento...Il fuoco era intanto cessato...Al posto di comando della 9 compagnia, il capitano Capello ci riferiva che il nemico, profittando dell`oscurità*, aveva tentato di aggirare il fianco sinistro dello schieramento del Battaglione...La pronta reazione del reparto aveva disperso l`avversario...Ma i rinforzi non giunsero più, non giunsero mai!
Alle ore 24 circa, ci pervenne invece l`ordine di: ripiegare su Monte Castelluccio, ove opporre resistenza ad oltranza per dare tempo ai resti della divisione Livorno di organizzarsi a difesa in altre posizioni retrostanti...Il combattimento di Gela era dunque perduto...Perciò, se noi avessimo potuto intuire lo sviluppo successivo... e la misera fine di prigionia...non avremmo forse esitato...a rimanere con i nostri morti fino all`ultimo, piuttosto che abbandonare il dono del Loro Sacrificio. "
L`ordine di ripiegamento era stato dettato sia dal mancato intervento del braccio dx della Goering e sia dalla minaccia che si affacciava su Catania in seguito all`abbandono della piazzaforte di Augusta.
" ...la 9 compagnia fu lasciata... a protezione del ripiegamento...I reparti non erano giunti tutti su Monte Castelluccio quando si accese il combattimento fra la 9 compagnia e truppe americane attaccanti...La vedevamo sperduta nella notte buia, esposta a tutte le insidie nemiche...La 9 compagnia tenne testa al nemico per circa un`ora. Poi, premuta di fronte e sui fianchi, rimasta quasi priva di munizioni, cercò di svincolarsi... in parte riusciva a raggiungere Monte Castelluccio e in parte si disperdeva...
A Monte Castelluccio ci unimmo nuovamente alla 155° Compagnia Bersaglieri...
Dopo circa due ore, su Monte Castelluccio si scatenò un uragano di fuoco da parte delle artiglierie navali. Fu di breve durata...Lo schianto delle granate faceva tremare la terra. Il ritmo degli scopi rassomigliava a quello di una batteria di tamburi. Monte Castelluccio bruciava. Schegge e sassi fendevano l`aria. Le spesse mura del castello crollavano...
Cessato il fuoco d`artiglieria, le fanterie americane attaccarono. Dapprima l`azione fu frontale. Poi si estese ai fianchi, e successivamente anche alle spalle...l`alba del memorabile 12 Luglio 1943 ci trovò già* accerchiati da forze e mezzi schiaccianti. Tenemmo testa per diverse ore dando la possibilità* agli altri reparti della Divisione Livorno di organizzarsi a difesa sulle nuove posizioni retrostanti. Tra i Bersaglieri della 155° compagnia e fanti del III Battaglione, fu una nobile gara di eroismo. Man mano che il cerchio si stringeva , la lotta diveniva sempre più accanita. Attorno a noi, era una pioggia di fuoco proveniente da tutte le parti!...I comandanti di reparto, ad uno ad uno, comunicavano intanto che le munizioni erano finite e che si stavano utilizzando quelle dei morti e dei feriti...Il quadro della lotta era divenuto...disperato! Munizioni esaurite...perdite molto gravi...accerchiamento ridotto ad uno spazio ristrettissimo...fuoco da tutte le parti!
Di fronte a noi il nemico era a pochi passi di distanza. I fianchi erano stati avvolti. Alle spalle, esso trovavasi ad una cinquantina di metri soltanto. Sparammo gli ultimi colpi che ci rimanevano...lanciammo le ultime bombe a mano...poi fummo sopraffatti e sommersi da una valanga umana proveniente da ogni parte.
Erano circa le ore 7 del 12 Luglio: avevamo combattuto 24 ore quasi continuamente! "[/justify:1agxprwf]
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Allegati: 4
Re: Operazione Husky
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Allegati: 4
Re: Operazione Husky
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Allegati: 3
Re: Operazione Husky
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Allegati: 2
Re: Operazione Husky
concludo con la stele
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Re: Operazione Husky
AMMAPPA..ragazzi ..lavorone...
con calma mi leggerò l'ultima fase..
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Re: Operazione Husky
[quote="totino72"]
Da altre fonti questa prima linea di sbarco americana situata tra Poggio Frumento e Poggio Mulinazzo fu conquistata verso le 08.00 e furono catturati un centinaio di prigionieri avviati verso Monte Castelluccio e da qui verso Niscemi.
Hemm, scusate volevo dire di fuoco non di sbarco
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Allegati: 7
Re: Operazione Husky
ciao totino ciao a tutti
bene totino ora cioe' domani guardo tra le scartoffie
e vedo di postare tutte le cartoline dell'epoca
sulla battaglia di sicilia ne ho tante e di libri a perdita d'occhio
un onsiglio x trovare alcune cose molto significatve sulla sicilia
leggete ali silenziose oppure guerra a catania[attachment=6:3b8q59bu]sicilia3.jpg[/attachment:3b8q59bu][[attachment=5:3b8q59bu]sicilia4.jpg[/attachment:3b8q59bu][attachment=4:3b8q59bu]sicilia5.jpg[/attachment:3b8q59bu][attachment=3:3b8q59bu]sicilia6.jpg[/attachment:3b8q59bu][attachment=1:3b8q59bu]sicilia11.jpg[/attachment:3b8q59bu][attachment=0:3b8q59bu]sicilia.jpg[/attachment:3b8q59bu]
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Allegati: 2
Re: Operazione Husky
MPcougars,se non sbaglio nella terza foto dovrebbero essere nella piana di Catania(secondo quanto riportato su un libricino) perchè mi sembra essere scattata o prima o dopo questa che posto, che ne pensi?
Mentre all'ultima sono molto legato:è il mio avatar che spero di riuscire a riprendere [264
P.S. una curiosità* che ho sempre avuto.Guardate la foto del ponte di Primosole postata, e guardate adesso la stessa foto che posto.Probabilmente il negativo è stato sviluppato al contrario.Ora sapere qual'era la vera foto è difficile.Non solo certe didascalie a volte sono sbagliate , ma anche i negativi sono sono sviluppati al contrario e chissà* quante altre foto WWII.Un altro es è il porto di Licata anche se li non è difficile sapere qual'è quella esatta
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Re: Operazione Husky
Cavolo Totino hai fatto un grosso lavoro, ottimo ben raccontato bravo.
Molto belle e interessanti le foto, utili i collegamenti ai topic.
Ciao MP cougars, foto interessanti queste ultime e quelle precedenti , vorrei chiederti se puoi nel limite del possibile dirci qualcosa delle foto, magari citando la didascalia, così possiamo apprezzarle meglio,magari dalle prossime, grazie.
Attendiamo di vedere anche le cartoline.
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Re: Operazione Husky
Ciao Totino avrà* modo anche di risponderti MP cougars, per intanto ti dico che questa ultima foto l'ho anch'io e la didascalia mi dice "Artiglieria tedesca nella piana di Catania"
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Ciao Totino avrà* modo anche di risponderti MP cougars, per intanto ti dico che questa ultima foto l'ho anch'io e la didascalia mi dice "Artiglieria tedesca nella piana di Catania"
Grazie Luciano, sempre gentile.
Riguardo alla foto mi sa che è la stessa fonte :lol:
Esattamente la didascalia recita: " Artiglieria tedesca in azione nel corso degli aspri combattimenti che si svolgono verso la metà* di Luglio nella piana di Catania "
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da totino72
Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Ciao Totino avrà* modo anche di risponderti MP cougars, per intanto ti dico che questa ultima foto l'ho anch'io e la didascalia mi dice "Artiglieria tedesca nella piana di Catania"
Grazie Luciano, sempre gentile.
Riguardo alla foto mi sa che è la stessa fonte :lol:
Esattamente la didascalia recita: " Artiglieria tedesca in azione nel corso degli aspri combattimenti che si svolgono verso la metà* di Luglio nella piana di Catania "
Cavolo esattamente parola per parola e si credo che sia la stessa fonte :P
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Re: Operazione Husky
si certamente
esistono anche pochi filmati della battaglia di ponte primosole
88 tedeschi n.3 erano posizionati ove si trova la struutura ora esistente della ditta s.d.a altri due erano posizionati il luogo aperto ....facciamo una cosa ora manualmente ripprodurro' le posizioni delle artiglierie datemi tempo
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Re: Operazione Husky
Riguardo a ciò che ha scritto cocis 49 sulle perdite canadesi il giorno dello sbarco in Sicilia, non sono molto d'accordo. Dagli elenchi dei caduti britannici in Sicilia, risultano caduti il 10 luglio 7 canadesi ed 8 britannici dei Royal Marines aggregati alla 1^ div. ftr canadese. Il rapporto canadese parla di 25 perdite tra morti e feriti. 75 perdite riguardano il totale del XXX corpo d'armata britannico, dunque compresi i canadesi. La costa su cui sono sbarcati i canadesi, ad ovest di Capo Passero, era difesa dal 375° btg costiero che aveva una forza di circa 600 uomini. C'erano anche due batterie in appoggio. Inoltre, il 10 luglio la 1^ div. cnd dovette affrontare il contrattacco del gruppo tattico Sud di Ispica, forte di un btg della milizia, di un gruppo d'artiglieria, di una cp mortai, di una cp mitraglieri e di un plotone c/c, cioè di una forza di almeno 1.300 uomini. Per cui perdite di 15 caduti ed una quarantina di feriti possono considerarsi accettabili, o come definito dai canadesi "almost negligible" (quasi trascurabili).
A pag. 68 del libro "Il reggimento", nel quale si racconta la campagna d'Italia del rgt canadese "Hastings e Principe Edoardo", si legge: ... quasi tutte le unità* della difesa costiera si erano arrese; soltanto piccoli gruppi della milizia fascista davano ancora prova di una certa combattività*. Per notizia, il suddetto rgt subì il 10 luglio un solo caduto: l'anziano sergente maggiore Nutley.
Riguardo alla combattività* delle truppe italiane, ho da raccontarvi un episodio che ho letto nelle relazioni italiane che ho scovato nell'archivio dello S.M.E.. A Vizzini, dove si trovava il comando della 54^ div. "Napoli", erano state raccolte alcune decine di sbandati che furono aggregati ai reparti del genio e del comando della "Napoli" e messi agli ordini del t.col. Tron (com.te del Q.G.). Si trattava di circa 300 uomini armati di fucile e di un fucile mitragliatore che furono schierati tra la stazione di Vizzini città* e il cimitero. Appena apparvero i primi carri britannici provenienti da Buccheri, i Trecento, al contrario degli spartani, si dileguarono. Quando la sera del 12 luglio il comandante del genio divisionale t.col. Bombonato inviò un ufficiale di collegamento per verificare la situazione, constatò che in linea non c'era più nessuno e che Tron era segnalato a Caltagirone. Furono trovati tre giorni dopo dagli inglesi, nascosti sotto i tunnel della ferrovia. A Vizzini resistette per tre giorni il gruppo da combattimento Rebholz, della divisione Goering e la cittadina fu presa la mattina del 15 luglio dalla 51^ div. Highland, a cui era aggregata anche la 231^ brg Malta e il 50° rgt corazzato. Voglio precisare che i soldati italiani che decisero di non morire per Mussolini e per Hitler hanno tutta la mia comprensione, ma si deve raccontare ciò che fu la realtà*: tranne alcuni episodi, le truppe italiane cedettero soprattutto moralmente e dopo scarsa resistenza. A Vizzini. ad esempio, non ci fu neppure un caduto italiano, ma ci furono ben 700 prigionieri. Caddero, invece, una cinquantina di tedeschi, 45 britannici e 5 americani.
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Re: Operazione Husky
ciao mimmo
sono claudio a proposito di vizzini
verso monterosso cosa e' successo durante l'avanzata alleata?
lo so' e' una domanda stupida ma mi ha incuriosito il racconto del sig costa del comune
ed un ultima cosa a riguardo di gela sherman
ci si vede in giro ciao
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Re: Operazione Husky
Monterosso Almo era presidiata dal btg reclute del 75° ftr della "Napoli" al comando del magg. Rosario Catanzaro. Privo di mezzi, il btg si schierò a difesa del paese e il 12 luglio respinse una pattuglia esplorante della 1^ brg canadese. La rotabile Ragusa-Monterosso era affollata dalla 153^ brg scozzese, dal 1° btg del 157 rgt USA e dalla 1^ dic. cnd. Il 13 luglio entrò in paese il 1°/157° USA. Vicino al mulino della contrada Acquasanta, un po` fuori paese, c`era un deposito munizioni della "Napoli". A guardia di esso era rimasto un fantaccino, al quale, quando si avvicinò l`avanguardia nemica, un gruppo di donne anziane gridò da lontano:
"Arrenniti, ietta u fucile, ci su i miricani."
Il povero soldato, un giovane settentrionale, che impugnava il suo fucile Cà rcano modello 91, era indeciso e confuso e non si affrettò a gettarlo e ad alzare le mani. Una scarica di fucileria lo abbattè sulla sua postazione.
Questo fu l`unico episodio cruento della presa di Monterosso: tutto il battaglione reclute della divisione "Napoli" si arrese senza sparare un colpo.
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Re: Operazione Husky
Ciao Mimmo interessanti integrazioni.
Per quanto riguarda le perdite canadesi, non so dirti di più perchè come comprenderai i dati anch'io l'ho rilevati da libro.
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Re: Operazione Husky
grazie mimmo
si avvicina molto alla storia di mascalucia solo che il fante italiano fu' ucciso da un tedesco in ritirata
mimmo appena posso ti regalo un elmetto americano da scavo zona gela devo solo restaurarlo
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Allegati: 1
Re: Operazione Husky
Grazie per le risposte di cocis49 ed MPCOUGARS. Preciso che le perdite canadesi del 10 luglio furono di 7 caduti e 25 feriti, senza contare le perdite dei due battaglioni di royal marines aggregati (8 caduti e non ricordo quanti feriti). Nei rapporti e nei testi che ho letto, di provenienza canadese, si scrive che il primo scontro serio affrontato da quelle truppe fu a Grammichele il 15 luglio. Ecco, qui di seguito, il brano tratto da mio romanzo-diario "La cresta a coltello" che parla di quell'episodio:
La battaglia di Grammichele. La 1^ divisione di fanteria canadese avanza sulla SS 124 con avanguardia il reggimento "Hastings e Principe Edoardo" del tenente colonnello Bruce Sutcliffe. I soldati delle quattro compagnie del reggimento provengono dalle due omonime contee a sud del lago Ontario, in un mondo di rocce, alberi e acqua. I fanti canadesi, dopo quasi un mese di vita sedentaria di bordo, non sono più avvezzi alla fatica, ma hanno marciato a piedi per quattro giorni sotto una calura brutale, dopo la scaramuccia del 10 luglio durante lo sbarco sulle spiagge di Capo Passero. Con un tremendo sforzo hanno percorso un centinaio di chilometri, sopportando un sole rovente ed una polvere densa e palpabile. Ieri sono arrivati gli automezzi, così, finalmente, gli uomini viaggiano motorizzati, riposando le loro membra affaticate ed indolenzite. E` una calda giornata tropicale, ma ai soldati appare piacevole, non più costretti ad andare a piedi sotto il peso dello zaino e del fucile.
La colonna ha in avanti una parte di uno squadrone di Sherman del reggimento "Three Rivers" e la compagnia "Baker". Seguono le compagnie "Able", "Charlie" e "Dog", a bordo di una fila eterogenea di mezzi di trasporto, compresi i cingolati. Ai lati della strada bianca e tortuosa si ergono aride colline e, lontano a nord, si nota alto il cono dell`Etna o Mongibello. Nei campi biondi di grano gruppetti di anziani e rugosi contadini alzano le schiene e danno un`occhiata distratta alla colonna militare straniera, piegandosi subito dopo per continuare il gravoso lavoro.
L`atmosfera è esaltante e i soldati sono ansiosi di entrare in azione dopo quasi quattro anni di faticoso addestramento. Improvvisamente, intorno alle 8, all`altezza del bivio per Mineo e sotto un singolo albero, la testa della colonna si arresta per osservare cosa c`è dentro quel nuvolone di polvere che si avvicina da nord. Ora s`intravede la sagoma sconosciuta di un camion che marcia a velocità sostenuta e frena quando sta per finire sul carro armato di testa. Quando la polvere si dirada, saltano dalla cabina del camion due spaventatissimi soldati tedeschi con le mani ben alzate e gli occhi sgranati per il panico. I due poveretti hanno letto male la loro cartina sbagliando strada.
Presi i due prigionieri, la colonna continua la sua marcia, giungendo in una vasta e piatta pianura, da cui, alla fine di essa, si vede un costone irregolare, sulla cui cresta si erge un villaggio che appare abbandonato. Nella pianura deserta e priva di presenza umana tutto sembra immobile. Solo due grandi rapaci, forse due poiane, volteggiano nel cielo terso.
Dai bastioni di Grammichele il maggiore Hahm osserva col suo binocolo Zeiss quel reparto motocorazzato nemico che imprudentemente e sfidando le regole della guerra avanza nella vasta conca, senza mandare avanti alcun reparto esplorante. La colonna si snoda per un chilometro e mezzo e l`ufficiale tedesco si sfrega le mani, convinto della riuscita della trappola e della distruzione di quei novellini. Hahm, in ottemperanza all`ordine del XVI Corpo d`Armata ricevuto con tele n° 01/9280/op alle 3,30 della notte appena trascorsa, si sta ritirando sulla SS 124 verso Piazza Armerina, per schierarsi sull`alto corso del torrente Gornalunga. Il gruppo di combattimento Hahm ha lasciato indietro una retroguardia formata da una compagnia di fanteria, da una batteria da 88 mm e dalla 7^ compagnia del reggimento panzer, schierata sulle colline di Grammichele, con l`ordine di ritardare l`avanzata nemica.
Il tenente colonnello Sutcliffe, coraggioso e generoso ma ancora inesperto, monta su un fuoristrada Rover osservando col suo binocolo il profilo dentellato di quel povero villaggio. E` sospettoso, ma non abbastanza da fermare la colonna ed inviare degli esploratori. La colonna canadese raggiunge il centro abitato. Il carro armato di testa svolta a destra, entrando nel corso principale. Accovacciati dietro lo scudo corazzato del cannone da 88, sette serventi tedeschi non riescono ad aspettare oltre e fanno partire un colpo. Il grosso proiettile perforante penetra lo Sherman di testa, attraversandolo da cima a fondo. Dal motore zampillano fiamme, mentre l`ufficiale in torretta spalanca il portello, facendo sovrumani sforzi per uscire. Il proiettile gli ha tranciato una gamba all`altezza del ginocchio, così i suoi sforzi risultano vani e le fiamme lo avvolgono, spegnendo le sue angosciose urla e la sua vita. Dietro lo Sherman in fiamme c`è il Bren Carrier del caporale Ernie Madden che, spinto dalla disperazione di quella visione infernale, lancia il suo piccolo corazzato verso il cannone. I tedeschi sono sorpresi mentre ricaricano e vengono schiacciati sul posto. Dalla cresta della collina aprono un fuoco serrato gli altri cannoni e diverse mitragliatrici sulla colonna canadese nella pianura sottostante. Sotto una pioggia di proiettili e di schegge il tenente colonnello Sutcliffe si rende conto che ha poche probabilità per disimpegnare i veicoli di testa. Forse l`unica possibilità di salvezza per il reggimento è la fuga verso oriente, abbandonando tutto ciò che non può essere salvato. Sutcliffe è un veterano del reggimento, ma non ha mai avuto un`esperienza al fronte, così gli manca la prontezza decisionale. Paradossalmente è proprio l`inesperienza del reggimento ad evitare una precipitosa ritirata, poiché gli uomini non si rendono conto della reale gravità del pericolo. Essi si sono trovati sotto il fuoco svariate volte solo nel corso di esercitazioni ed hanno ripetuto continuamente le manovre tattiche conseguenti. Ora, automaticamente, le attuano di nuovo, senza preoccuparsi del letale tiro nemico, come se si trattasse di un`ennesima manovra nelle campagne inglesi.
Il maggiore Hahm osserva con preoccupazione la perfetta manovra di quei novellini. Non ha intenzione di farsi agganciare, dato che gli ordini sono solo di ritardare l`avanzata nemica. Così, il comandante germanico decide di ritirare le proprie truppe verso Caltagirone. Alle 11,40 Sutcliffe vede con gioia e soddisfazione che i mezzi tedeschi si ritirano precipitosamente. Sul campo rimangono alcuni corpi di caduti tedeschi, un panzer III e un panzer IV germanici, 12 carri, 3 autoblindo e numerosi camion canadesi, nonché 25 tra morti e feriti nordamericani.
Finita la battaglia, i soldati canadesi si riposano nella torrida pianura sotto Grammichele. Quelli che entrano nel centro abitato notano della gente, soprattutto contadini, estremamente povera che abita in case che sono catapecchie o poco più. Comunque, la truppa fa una salutare pausa per recuperare le forze. Domani si ripartirà all`attacco. Nuovo obiettivo Caltagirone. Infatti, Montgomery, deluso nel suo piano di una veloce avanzata lungo la costa orientale, scrive al comandante del XXX corpo d`armata, il generale Oliver Leese:
"Sulla destra, le operazioni si svolgono con una certa lentezza e tutti i rapporti indicano che il nemico si sta spostando verso est, dal settore Caltagirone-Enna e attraverso la piana di Catania, nel disperato tentativo di precluderci la strada verso gli aeroporti intorno a quest'ultima città . Poiché sulla destra siamo temporaneamente bloccati, è più che mai necessario avanzare sulla sinistra; procedete dunque alla massima velocità possibile verso Caltagirone, per puntare successivamente su Valguarnera-Enna-Leonforte. Porta avanti i canadesi a tutta forza!".
A Vizzini si sono sentiti i rumori della battaglia di Grammichele, ma in paese tutto è tranquillo. La gente comincia ad uscire dai rifugi e dalle grotte. Torna dalle case di campagna per verificare i danni nelle abitazioni in paese. C`è la gioia di poter camminare nelle vie senza il rischio di essere colpiti da una granata o da una pallottola vagante. Nonostante la fame, la sporcizia, i disagi, il dolore per i caduti, per i feriti e per i prigionieri, l`allontanarsi della guerra insinua nei cuori delle persone una certa euforia.
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
ma si deve raccontare ciò che fu la realtà*: tranne alcuni episodi, le truppe italiane cedettero soprattutto moralmente e dopo scarsa resistenza. A Vizzini. ad esempio, non ci fu neppure un caduto italiano, ma ci furono ben 700 prigionieri. Caddero, invece, una cinquantina di tedeschi, 45 britannici e 5 americani.
Ciao Mimmo mi fa piacere che sei intervenuto integrando qto bel topic arricchendolo di notizie certe e approfondite e complimenti per il tuo libro [264
Faccio i complimenti a Cocis per avere avuto il merito di fare un ottimo lavoro integrandolo con fatti per me inediti ed interessanti e se magari noi a volte non abbiamo notizie molto certe, capirai che non tutti abbiamo la tua fortuna o la possibilità* oltre che la passione di poter consultare certi libri o l'archivio dello Stato Maggiore dell'Esercito, per non parlare poi di alcuni che si improvvisano scrittori e riportando castronerie fanno disinformazione. Ma in qti casi l'intervento di gente come te ben venga perchè è sempre un' arricchimento culturale. Però perdonami su una cosa, non sono daccordo sui maggiori casi di scarsa resistenza italiana rispetto a quelli di resistenza. Molte battaglie lo insegnano e poi se dobbiamo dirla tutta anche i tedeschi non si comportarono bene. Il Faldella parla " dello scarso mordente dimostrato dalla divisione tedesca il 10 e l`11 luglio, che aveva causato profonda delusione sia al Comando della 6^ armata , sia al gen. Von Senger."
Per gli italiani certamente se si fosse trattato di scarsa resistenza il Gen. Canadese Simmonds il 12 luglio non avrebbe concesso al Gen. D`Havet di conservare la pistola per il "riconoscimento del valore dei suoi reparti in combattimento e segno d`onore per tutta la divisione", e per non parlare dei numerosi casi di eroismo, cme ad es quello della med d`oro Ten. Vincenzo Barone caduto sulla spiaggia di Marzamemi così come tanti altri,il rogo del sughereto di bivio gigliotto vicino San Michele di Ganzaria dove pur di non arrendersi morirono arsi molti italiani, il Cap Pellegrini che dal bunker di Porta Marina in Gela con la sua mitragliatrice fermò per ben 4 ore il nemico sulla spiaggia, nemico che vigliaccamente lo pugnalò letteralmente alle spalle.
Il Ten. Angelo Navari di Forte dei Marmi che fermo col suo carro Renault alle porte di Gela, appena il suo commilitone scese per rimetterlo in moto e venne ucciso, lui incurante di tutto il fuoco avversario che gli pioveva addosso, bombe a mano e raffiche di mitragliatrici, continuò l` irresistibile avanzata rompendo il fuoco avversario. Le vie, il Corso e la Piazza piene di soldati e mezzi all`improvviso si svuotarono. Si videro soldati americani correre per la discesa del Bastione " Come on, come on!..., Germany " .Era invece Angelo Navari che disorientò il nemico che credette di trovarsi di fronte all`imminente arrivo delle forze italo tedesche. Il Ten. Navari, erano le 08.30, fermatosi in Piazza Umberto I a pochi metri dal comando americano continuò nella sua azione scese ma fu crivellato di colpi.
( N.Vicino,La battaglia di Gela)
Il Ten. Col. Darby, comandante dei rangers, si trovò di fronte questo carro che avanzava verso di lui sparando all`impazzata, incurante del fuoco di cui era oggetto dai suoi uomini. Afferrò un bazooka gli sparò contro un razzo, ma mancò il bersaglio. Ricaricò il bazooka e questa volta colpì in pieno il carro, immobilizzandolo. Il Ten. Navari continuò a far fuoco finchè un proiettile non perforò la corazza del veicolo, incendiandolo.( H. Pond ).
Darby si guadagnò la Croce di Guerra per non aver esitato ad attaccare e a distruggere un carro armato italiano(Carlo D`Este, 1943 Lo sbarco in Sicilia)
Il Ten. Col. Darby chiese l`intervento dell`artiglieria navale che non fece in tempo ad aggiustare il tiro che già* i carri entrarono in città*. Superati gli sbarramenti anticarro e addentrandosi per le vie della città* eliminavano i centri di fuoco che incontravano cercando di eliminare quelli annidati dentro le abitazioni " I carri sparavano senza fermarsi, facendo roteare le torrette e rovesciando proiettili su tutti i bersagli possibili, con un`audacia che destò l`ammirazione persino degli spericolati rangers" ( Hugh Pond )
I Rangers di Darby quando i carri entrarono nelle strette vie di Gela fecero uso di bombe a mano e lanciarazzi. Alcuni combatterono da sopra i tetti delle case gettando grappoli di granate sui carri e quando due di loro rimasero senza granate , portarono dei blocchi da 8 kg di tritolo sul tetto di un edificio e li fecero cadere sui carri.( Carlo D`Este, 1943 Lo sbarco in Sicilia)
Ed altri innumerevoli episodi ancora. Quindi secondo il mio modestissimo parere non credo che furono più gli atti di scarsa volontà* di resistenza rispetto a quelli di compimento del dovere fino in fondo.
Cordialmente
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Re: Operazione Husky
Ciao Totino72. Ciò che dici è vero: furono molte le azioni valorose delle truppe italiane in Sicilia: basta pensare a ciò che fece la "Livorno" a Gela, i bersaglieri sul Naro, un battaglione dell'Aosta a Troina, ecc. Il mio giudizio negativo è però non sui singoli, ma sul complesso dell'organizzazione militare italiana in Sicilia che, indubbiamente, cedette nel morale, nella disciplina, nell'efficacia dei contrattacchi, nel sistema logistico, nella protezione antiaerea, ecc. La mia non è una critica storica, poiché in quel contesto ciò che accadde fu giustificato dal momento politico, dall'assoluta superiorità* del nemico, dalla stanchezza degli italiani per una guerra che durava da tre anni, dalle condizioni economiche e sociali, dall'inefficienza delle FF.AA., dall'esaurimento delle risorse, da un ingombrante alleato che pretendeva di decidere anche in casa altrui e che operava solo in funzione dei propri interessi.
Ma analizziamo le grandi unità* una per una. Hai citato la 206^ costiera che, in effetti, dimostrò una certa combattività* a Fontane Bianche, Cassibile e sulla costa di Avola, ma che non reagì che in rari casi a Capo Passero, dove il XXX Corpo d'Armata britannico sbarcò con perdite irrisorie. Basta leggere le testimonianze dei militari britannici, i quali avrebbero l'interesse a far passare il nemico per tenace, che raccontano di uomini che cedevano facilmente, che fuggivano o che alzavano le mani. Nell'aeroporto di Pachino, ad esempio, fece fuoco un unico aviere che fu prontamente ucciso.
La XVIII brg costiera si comportò nel complesso bene. La 207^ costiera cedette senza resistere in vari punti e l'artiglieria sabotò i cannoni appena vide il nemico. Le divisioni costiere 202^, 230^, 208^, il Comando Porto N, il 136° rgt e la XIX brg non spararono un colpo. La piazzaforte marittima di Siracusa-Augusta, il fulcro su cui si sarebbe dovuto appoggiare la difesa della Sicilia sud-orientale, si sciolse prima di vedere il nemico. La 213^ costiera si impegnò solo con un battaglione. Delle divisioni di manovra abbiamo detto dell'assoluto valore della "Livorno". La "Napoli", invece, ebbe un comportamento alterno: il 75° rgt contrattaccò con vigore verso Siracusa, ma cedette di schianto a Palazzolo; il 76° rgt, impiegato soprattutto nel territorio di Francofonte e Scordia, ebbe un numero di diserzioni impressionante. Nella relazione del col. Salerno, comandante di rgt, risultano dal 10 al 18 luglio le seguenti perdite (mancano i dati del 1° btg): morti 11, feriti 17, dispersi 1812. E' difficile parlare di valore per un reparto forte di 3.250 uomini che in 9 giorni di combattimenti ne perde oltre la metà* per diserzione, subendo un numero irrisorio di caduti e feriti.
Le altre due divisioni mobili, l'Assietta e l'Aosta, schierate ad ovest, furono fatte ritirare verso i Nébrodi, ma, massacrate dall'aviazione tattica nemica, si sciolsero strada facendo. Ciò che rimase fu inserito nelle unità* germaniche, combattendo, a volte, con valore (soprattutto l'artiglieria), come a Troina. Come esempio di cedimento morale clamoroso si può citare l'episodio di un btg di CC.NN. della 17^ Legione dell'Assietta che, schierato a Mistretta, disertò in massa. Anche quando i reparti italiani opposero una certa resistenza, come il 75° rgt a Solarino, non c'era quell'estrema volontà* di sacrificio dimostrato in diverse occasioni in Russia o in Nordafrica. Un tenente della 69^ brg inglese combattente a Solarino affermò: i soldati italiani non si dimostrarono cattivi combattenti o pavidi, ma in essi mancava una forte volontà* di resistere, tanto che, prima che il nemico si avvicinasse troppo, essi alzavano le mani.
Gli oltre 5 mila caduti italiani parlano di un sacrificio fatto col sangue, ma è fuor dii dubbio che l'istituzione FF.AA. cedette. Non c'erano le armi, non c'erano i mezzi, non c'erano le risorse, non c'era un'organizzazione efficiente, non c'era più la volontà* né dei capi né dei subalterni, non c'era l'appoggio materiale e morale della popolazione.
La mia non è una critica gratuita agli italiani che, personalmente giustifico. Penso, infatti, che nell'estate del 1943 non valeva la pena morire per far rimanere in sella un governo che aveva portato il Paese verso la catastrofe con una guerra d'aggressione, con centinaia di migliaia di morti, di feriti, di prigionieri, con la popolazione civile alla fame e bombardata giornalmente, con il territorio nazionale invaso da vari eserciti. Un governo che aveva non solo mostrato un assoluto disprezzo della vita e della libertà* altrui aggredendo altri Paesi, ma dimostrando un assoluta incapacità* strategica ed una non dignitosa subalternità* alla Germania.
Il sacrificio di quei soldati italiani in Sicilia avrebbe meritato una causa migliore.
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Re: Operazione Husky
sono tante le gesta eroiche italiane che non le puoi elencare tutte
e purtroppo tante gesta eroiche sonosciute..
dalla testimonianza di un anziano ex ombattente della piana disse
non sapevamo quanti erano i nemici chi dieva ento chi mille e chi centinaia di migliaia
so' solo che ovunque mi giravo vedevo nemici davanti lateralmente e dietro le nostre linee
non potevamo aprire il fuoco su tutti i lati perche' avevamo timore di colpire i nostri compagni o alleati
una confusione totale che i primi a scappare furono i tedeschi
e noi conoscendo il loro valore pensammo che avessero ragione a mollare il tutto e che il nemico era molto di gran lunga superiore in forze ed armamento al nostro confronto
,,ma dopo la fine della guerra si scopri' che il nemico proveniente da tutti i lati non era niente che altro gruppi di para' aliantisti dispersi nella piana che x ritrovare il luogo a loro assegnato si sparpagliarono facendo credere a loro insaputa di essere tantissimi e mettere in subbuglio le difese che si trovarono a loro malgrado attonite da tutto quel caos
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Re: Operazione Husky
Mimmo sono d`accordo con te su diverse cose, però non sfiorandomi minimamente l`idea di giustificare il comportamento arrendevole di certi reparti italiani, sarebbe interessante capire a cosa furono dovuti (tranne per il vile episodio di Augusta).La situazione logistica militare era quella e non c`era niente da fare se non prendere atto della reale inferiorità*. Sul carattere arrendevole si è detto tanto e sicuramente usciranno fuori sempre cose nuove, ma penso che bisognerebbe considerare anche l`elemento siciliano di molte truppe presenti sull`isola, e la netta inferiorità*, ma senza generalizzare troppo anche perché è sempre facile giudicare da una poltrona o da un bar o cmq in una situazione di tranquillità*. Per quel poco che so si riteneva che affidando la difesa dell`isola a molti siciliani si era sicuri della loro combattività* nel difenderla quando in realtà* erano preoccupati per le loro famiglie(i bombardamenti, la fame vera, i saccheggi e le violenze sulle donne tra cui quelle dei marocchini il cui maggior numero( si parla della maggior parte) dei caduti in quella campagna fu dovuto alla reazione dei civili a difesa della donne).Ma qta non è una giustificazione!
Però bisogna pur riconoscere che siciliani erano tra l`altro anche i soldati del I btg del 5° rgt della Aosta che arrestarono per 5 gg gli americani a Troina, la cui battaglia a è ricordata da questi ultimi come tra le più dure se non addirittura la più dura combattuta in Sicilia. Siciliani erano anche gli uomini del I btg del 76° rgt Napoli che si distinse nei combattimenti nei pressi della Stazione di Sferro, quelli della 206^ costiera. Qto un esempio per dire che non si può generalizzare. Mentre sul crollo morale di alcune truppe penso che anche li bisognerebbe capire senza voler giustificarlo perché era tutto un continuo evolversi di situazioni diverse.Un esempio è quello dei soldati delle divisioni costiere che in gruppi di 30 35 uomini dovevano controllare 1 o 2 km di costa e difenderlo da attacchi nemici molto superiori.Ritornando ai canadesi come sai la 1^ divisione canadese con 16.000 uomini sbarcò su un fronte di soli 8 km difesa da soli 250 fanti che attaccati dal bombardamento aereo navale, dai carri armati e dalla fanteria causarono 75 perdite ai canadesi(Faldella), e non penso che furono poche qte perdite se restiamo nelle proporzioni. In più aggiungendoci le carenze di armi controcarro, delle artiglierie prive di quella gittata capace di ingaggiare scontri con la flotta, i bunker privi di quelle caratteristiche necessarie per resistere ai grossi calibri, penso che in tali situazioni qualunque esercito sarebbe crollato moralmente.
Una curiosità*, ti risulta vero che i "bei ragazzi" come erano definiti i canadesi del 48° Highlanders per la cura che dedicavano alla loro persona, rimanendo privi della loro roba personale a causa del non riuscito sbarco dei mezzi che la trasportavano, furono tra le truppe più lacere sporche e barbute della divisione? a proposito di qto c'è una foto che posto
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Re: Operazione Husky
Ottime integrazione Mimmo e Totino.
Vi leggo con molto interesse.
A quanto avete ben detto ho poco da aggiungere.
In buona sostanza tutti e due confermate che il soldato italiano in Sicilia si comportò bene visto anche quanto poteva gettare in battaglia.
Mi piace ricordare quanto il Morison disse a riguardo alla maggiore resistenza opposta all'avanzata della 7a armata che si verificò a Troina " La 15a divisione e la divisione Aosta, offrirono un'intrepida resistenza, contrattaccando almeno 24 volte" definendo quel fatto d'armi il più sanguinoso di tutta la campagna.
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Re: Operazione Husky
ciao cocis
su troina c'e' tanto da dire ma una cosa sola si esnte raccontare dalla popolazione di troina solo 2 postazioni di mg blocarono l'avanzata degli alleati in troina ho delle carte della battaglia nel mio bunker a giorni riordinero' il tutto e poi mettero' il tutto in evidenza gli italiani non si sono mai dimostrati vigliacchi o lavativi come si disse poi dopo la guerra mancarono le armi non il coraggio
esempio di un sergente a gela che da solo fece x cento e poi pugnalato alle spalle da un soldato americano di colore (manco' poco al reimbarcarsi delle truppe alleate x il suo coraggio)
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Re: Operazione Husky
Citazione:
Originariamente Scritto da MP cougars
gli italiani non si sono mai dimostrati vigliacchi o lavativi come si disse poi dopo la guerra
mancarono le armi non il coraggio
esempio di un sergente a gela che da solo fece x cento e poi pugnalato alle spalle da un soldato americano di colore (manco' poco al reimbarcarsi delle truppe alleate x il suo coraggio)
Scusami se mi inserisco MPCougars ma l`episodio del mitragliere pugnalato alle spalle mi è rimasto impresso.Grazie per aver citato l'episodio perchè mi dai lo spunto per parlarne per quel poco che so.
Il cap. magg Cesare Pellegrini di Serravezza del 429° btg costiero sparando dal bunker di fronte Porta Marina in Gela bloccò per ben 4 ore sulla spiaggia falciandoli nel suo raggio d`azione gli americani che sbarcarono. Si sparava anche da un bunker nei pressi del giardino pubblico, ma l`episodio di Pellegrini è molto caro a Gela per il suo atto eroico e per il vile modo con cui fu ucciso!Vile per due motivi a mio parere:per la pugnalata alla schiena e per l`abbandono dei compagni!
Da un racconto in rete:
"...Al Calvario ed a Porta Marina un sergente ed un caporale opponevano un' accanita resistenza agli americani che sbarcavano, facendo strage con le mitragliatrici.
Il caporale di Porta Marina (Cesare Pellegrini) sparava senza preoccuparsi, perché sapeva che i suoi compagni erano ai suoi fianchi nella postazione; eppure è stato il contrario, in quanto i suoi sono fuggiti lasciandolo solo, mentre seduto sparava senza voltarsi. Gli americani osservando che il fuoco si vedeva soltanto da quella parte, hanno aggirato la postazione e lo hanno pugnalato alla schiena... "
Dalla Battaglia di Gela di N. Vicino:
Il cap. mag Cesare Pellegrini da dentro il fortino di Porta Marina sparò per poco più di 4 ore falciando sulla spiaggia gli americani i cui corpi si ammucchiarono inerti sospendendo le operazioni di sbarco nel suo raggio di azione, però scapparono i compagni lasciandolo solo, cosicché una pattuglia americana guidata da un graduato di colore aggirò il fortino.Una donna avrebbe voluto richiamare l`attenzione del cap. un`altra avrebbe voluto gridare ma rimasero terrorizzate, mentre un ragazzo che avrebbe voluto intervenire in soccorso ne fu impedito. Così qto graduato di colore penetrando all`interno lo pugnalò alle spalle!!!
Ma l`eroico Pellegrini non morì subito in quanto che quei pochi temerari che dopo riuscirono a passare da lì lo videro aggrappato all`arma non ancora morto, con la piastrina di riconoscimento a terra vicino alla mitragliatrice. Vi era all`interno anche la sua valigia aperta con delle lettere sparse dappertutto. La rigidità* cadaverica rese difficile la rimozione dell`arma con i resti mortali del Pellegrini.
Un altro episodio da cui si vede l`ardimento con cui si batterono gli italiani accadde il 10 luglio sempre a Gela. Gli americani erano già* penetrati nell'abitato ed appostati agli angoli delle vie, mentre nei pressi del fortino del "Bastione" si combattè selvaggiamente anche all`arma bianca.Un fante colpito al ventre con la baionetta da un americano, pur tra gli spasimi della lancinante ferita, riuscì con molto ardore ad afferrare con le mani il collo del nemico fino a soffocarlo uccidendolo, ed entrambi rimasero inerti uno sull`altro. Questo è un esempio che merita molto!
A Gela si combattè furiosamente anche da dentro le abitazioni, da sopra i tetti.Un es. lo cita il Pond: " Il soldato semplice Hoffmeister ricorda che faceva fuoco col Browning appoggiato all'anca mentre si precipitava dentro una casa per appostarsi a una finestra dalla quale poteva dominare tutta la strada. Un momento dopo, un altro soldato venne a inginocchiarsi accanto a lui; spararono a fianco a fianco per qualche minuto, poi Hoffmeister toccò col gomito il compagno e gli accennò di spostarsi davanti a un'altra finestra. L'altro ribattè parlando rapidamente in italiano e i due si fissarono sbalorditi, poi l'italiano lasciò cadere il fucile, Hoffmeister gli fracassò la testa col calcio del Browning e uscì in fretta e furia dalla casa, evidentemente occupata dal nemico. "
Ciao
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Re: Operazione Husky
Ciao MP cougars grazie per l'intervento che citando il fatto del soldato pugnalato (ricordavo molto ma molto vagamente) ha fatto sì, che Totino ci potesse raccontare molto bene questa triste storia onorando così il cap.magg. Cesare Pellegrini.
Ottima integrazione.
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Re: Operazione Husky
Ciao Totino72. Dalle relazioni dei comandanti delle grandi unità* italiane risulta che la 206^ aveva il 60/70% di siciliani, la Napoli ne aveva i 2/3 e l`Aosta era nelle condizioni della Napoli. Livorno e Assieta erano in gran parte formati da continentali. Il I/76° che citi era già* stato falcidiato dalle diserzioni di siciliani quando affrontò la battaglia di Sferro, tanto che lo stesso comandante del 76° (col. Salerno) nella sua relazione cerca di spiegare le motivazioni che hanno condotto i militari originari dell`isola a scappare. Lo stesso aveva subito la div. Aosta prima di schierarsi sui Nebrodi. A mio parere, più che un fatto caratteriale come disse Salerno, la motivazione principale di questo fenomeno fu la vicinanza della casa e il fatto che il soldato siciliano vedeva con i suoi occhi la sofferenza dei suoi conterranei.
Facendo un`analogia con un altro sbarco in Sicilia, quello del 1860 di Garibaldi, io penso che l`esercito italiano fece una delle peggiori campagne della sua storia, con la disgregazione di numerose unità*, così come l`esercito borbonico che, malgrado il comportamento valoroso di alcune unità* (come 8° cacciatori a Calatafimi, la brg esteri a Palermo e la brg Bosco a Milazzo), nel complesso ebbe una disfatta.
Riguardo alla volontà* combattiva del singolo militare italiano, vi posso dire che, dopo aver intervistato numerosi combattenti di quella campagna, per la maggior parte mi hanno comunicato che non credevano per nulla alla causa che servivano e che aspettavano solo l`occasione propizia di tornare a casa o di arrendersi. Vi invio due giudizi sul soldato italiano in Sicilia, uno di un ufficiale inglese, l`altro di un sottufficiale tedesco.
Ten. David Fenner, 6° btg Durham della 151° brg ftr, combattente a Solarino contro il 75° rgt ftr, una delle unità* italiane che si sono battute: "Gli italiani avevano dimostrato di non essere vigliacchi né cattivi soldati, e diversi carri armati leggeri avevano sferrato attacchi di una certa audacia. Ma la sua impressione fu che la stragrande maggioranza degli italiani combattesse fino a quando il nemico non si avvicinava troppo e che, a quel punto crollasse, finendo per arrendersi".
Serg. Reinhold Pabel, kampfgruppe Schmalz,, schierato a S. Maria di Licodia: "I nostri alleati italiani avevano perso completamente quel poco di disciplina e di decisione che avevano all`inizio. A faro, il punto di imbarco per il continente, gli ithakas, come li chiamavamo noi, presero d`assalto alla rinfusa le navi reperibili, e molti gettarono via le armi. ... I guerrieri di Mussolini andavano benissimo per le parate come se fossero mascherate o operette, e molti di loro sapevano suonare meravigliosamente la chitarra. Ma di fronte ad una situazione difficile, che richiedeva coraggiosa tenacia e disciplina, si poteva, di regola, star sicuri che ne sarebbero usciti buoni secondi. Negli ultimi mesi i nostri alleati erano diventati ancora più apatici ed indolenti, e non lo nascondevano. Verso la fine non si sforzavano neppure di nascondere la loro completa ostilità* nei nostri riguardi, sentimento, del resto, da noi condiviso. Era una situazione grottesca. Mentre rispettavamo i nostri nemici angloamericani, non potevamo fare a meno di considerare i nostri alleati con rassegnato disprezzo. Ci veniva spesso la voglia di scatenare una piccola guerra con i nostri compagni d`arme. Non ci facevamo scrupolo di liberare i loro autocarri o il loro equipaggiamento quando ne avevamo bisogno".
Il militare tedesco, così come la maggior parte di quel popolo più propenso a marciare e ad obbedire che a riflettere sulle motivazioni, non riusciva a capire l`atteggiamento del soldato italiano che, a mio parere, è comprensibilissimo: nell`estate del 1943 era molto più immorale uccidere e morire per un governo che aveva dichiarato guerra contemporaneamente alle più grandi potenze mondiali (oltre ad un`altra decina di Paesi) che tornare nella propria famiglia a costo di disertare o arrendersi. Il popolo tedesco seguì il suo Fuehrer fino alla totale catastrofe, quello italiano no, e fece bene.
Hai detto bene, Totino: giudicare dalla propria poltrona, come quando si guarda un film di guerra di John Wayne o di Rambo, è molto più facile. I soldati italiani nell`estate del `43 si trovarono a decidere se morire per il Duce e il Re (o meglio per Hitler), magari lasciando diversi disgraziati orfani, o tornare a casa dalla famiglia. Questo dopo aver vissuto fronti come i Balcani, o la Russia o l`Africa, dove avevano superaro immensi sacrifici e visto morire tanti compagni, magari spappolati o dopo mille sofferenze. Se si sono defilati generali ed ammiragli (vedi Pavesi e Leonardi), re e ministri (vedi Vittorio Emanuele e Badoglio), non vedo perché non avrebbe dovuto disertare un fantaccino.
Io, grazie a Dio, non ho visto la guerra, ma ne ho vissuto in prima persona un assaggio, cioè la guerra di mafia. Negli anni `80 ero carabiniere in Aspromonte, dove le cosche De Stefano e Condello si scannavano senza ritegno, paralizzando la società* civile. Ogni tanto ci scappava anche il morto innocente: il poliziotto, il carabiniere, il commerciante, il parente del nemico, ecc. Io, giovane ventenne, malgrado militassi in un`arma che lottava per una causa sacrosanta (la lotta al crimine organizzato), di fronte ai morti, di fronte al sangue, di fronte al volto sconfortato e terrorizzato dei parenti, avevo un grande desiderio di tornare a casa, di ritrovare la pace.
Relativamente alle perdite canadesi, Faldella, probabilmente, confonde le cifre, prendendo quelle dell`intero XXX C.A.. Dai rapporti canadesi e dagli elenchi dei sepolti nei sacrari del Commowealth in Sicilia, risultano 7 caduti e 25 feriti canadesi; 8 caduti dei royal marines aggregati alla 1^ div. cnd; 7 caduti della 51^ div. (con la 231^ aggregata). In totale, dunque 22 caduti, a cui aggiungendo una cinquantina di feriti si arriva alle circa 75 perdite di cui parli. Considerato che il D-Day il XXX C.A. sbarcò oltre 50 mila uomini, si può affermare che le perdite furono molto basse. Inoltre, devo precisare che la maggior parte delle perdite inflitte alla 1^ div. cnd non sono state causate dai costieri, ma dal contrattacco del gruppo tattico "Sud" della Napoli, di stanza ad Ispica, e formato da un btg di CC.NN., un gruppo d`artiglieria, una cp mitraglieri, una cp mortai da 81 e un plotone c/c, con una forza di almeno 1.300 uomini.
Riguardo ai "bei ragazzi", ti scrivo cosa ho letto sul testo "Sicilia!" di Hugh Pond:
"In nove giorni i fanti canadesi avevano percorso oltre duecentoventi chilometri lungo sentieri sassosi o attraverso campi disseminati di massi, con un caldo allucinante, imprecando contro il polverone che li avvolgeva ogni qualvolta passava accanto a loro un mezzo cingolato o un camion di munizioni. ... Erano stanchi, coi piedi sbucciati, e i loro commenti erano velenosi. Quelli che avevano sofferto più di tutti erano gli uomini del 48° Highlanders canadese, noti comunemente come i "Bei Ragazzi", per la cura che avevano della propria persona. Il mezzo da sbarco che portava tutta la loro roba personale si era allontanato a tutta velocità* dalla spiaggia non appena avevano incominciato a sparargli addosso e non era più tornato. La conseguenza fu che, alla fine della campagna, i "Bei Ragazzi" erano l`unità* più barbuta, lacera e sporca di tutta la divisione".
Ciao da Mimmo