grazie mille
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grazie mille
Fantastica! E pure nominale! [264
ma tutto l'equipaggiamento e' originale ????? dove le trovi le cose messe cosi bene???
Salve a tutti riprendo questa interessantissima discussione e vi mostro due canister insoliti e che attendono pulizia riuscite ad identificarli?
Penso siano due ersatz uno tedesco l'altro AU, come potete vedere non hanno il meccanismo di aggancio e si chiudono entrambi a pressione.
Per il primo non strozzato:
-Altezza 15,4/15,7 cm.
-diametro 12 cm. circa
Il secondo con strozzaturA:
-Altezza 15/15,2
-Diametro 12 cm. circa
N:B: NON HA IL COPERCHIETTO INTERNO PER I FILTRI MA HA IL SISTEMA DEL 1° CONTENITORE
Grazie attendo considerazioni e pareri
Icaro
Ciao Icaro. Il primo porta maschera è del tipo tedesco. Il secondo,quello con la strozzatura inferiore, se non ricordo male è l'ultima versione adottata dagli austriaci, e trovarlo in buone condizioni non è facile. Sembra sia abbastanza raretto.....
Grazie stahlelm ben trovato,
ti chiedo ancora ..quali modelli sarebbero? quali maschere ci vorrebbero per completari?
Ti chiedo bene perchè non sono molto ferrato in materia.
Confermi che sono tutti e due ersatz?
Grazie mille
Ersatz perché? Ersatz semmai è quello in cartone pressato, molto raro.
Rawa Ruska
A sinistra il barattolo austriaco in ottime condizioni, al centro una Gummymaske di produzione austriaca, a destra filtro di ricambio e scatola metallica per filtro:
Rawa Ruska
A seguire le buste in tela di primo tipo, a tre tasche (2 filtri e al centro la maschera) e di secondo tipo, portamaschera cilindrico e filtro sostituivo nella sua confezione:
Le tasche in tela chiuse:
Le istruzioni conservate nei barattoli:
Rawa Ruska
Belle Rawa Ruska coplimenti hai proprio un bel set...
La prima che hai postato non è propriamente idedntica alla mia, sai perchè ha quella differenza alla strozzatura ?
Pensavo ersatz per la mancanza del gancio per la chiusura, generalmente le ho viste sempre con il gancio.
Per la mia austiaca la denominazione giusta sarebbe modello 17 Gummimaske?
Per quella germanica?
Icaro
Vi propongo un mio vecchissimo articolo, uscito su Aquile in guerra, la rivista della Società Storica della Guerra Bianca, ancora attuale.
LA GUERRA CHIMICA
Dopo il primo inverno di guerra gli eserciti dei belligeranti erano immobilizzati nel fango delle trincee, dal canale della Manica alla frontiera svizzera e dal mar Baltico alla frontiera romena. Niente faceva pensare che i sistemi di guerra tradizionali potessero portare ad un repentino cambiamento della situazione e, mentre le diplomazie lavoravano alla ricerca di nuove alleanze, gli stati maggiori sperimentavano nuove armi che riuscissero a sconfiggere il binomio filo spinato-mitragliatrice, assoluto dominatore nelle sanguinosissime battaglie precedenti. L’industria chimica germanica, all’epoca senza rivali in Europa, fornì al proprio comando supremo un’arma nuova che avrebbe potuto risultare decisiva, il gas tossico. Ma la possibilità che anche gli avversari riuscissero a realizzare la stessa arma ed il pericolo che la utilizzassero in anticipo impedì che tutti i problemi comportanti l’impiego bellico dei gas tossici fossero studiati e risolti. Alle 17 del 22 aprile 1915 dalle trincee tedesche del settore fra Langemark e Bixschoote, in Belgio, si alzò una nuvola giallastra che, spinta dal vento, avanzò verso le linee francesi, sempre più grande e densa, fino a formare una muraglia: in tre quarti d’ora su quei sei chilometri di fronte circa 5000 uomini morirono e 15.000 furono gassati o feriti. Ma i comandi germanici non sfruttarono l’effetto sorpresa, l’attacco con il cloro liquido era stato solo un esperimento. Per lanciare il gas furono usati dei sistemi rozzi e primitivi: furono utilizzate delle normali e vulnerabili bombole da gas compresso, allineate nelle trincee di prima linea in lunghe file facilmente individuabili, e per iniziare l’attacco si dovette attendere che il vento spirasse nella direzione desiderata. Cosa ancor peggiore, non si misero a punto delle efficaci protezioni per i propri soldati, e anche i primitivi tamponi antigas furono distribuiti all’ultimo momento. I comandi francesi e britannici, superato il momento iniziale di panico, fecero tesoro delle esperienze germaniche, copiandone la tecnologia e sviluppando maggiormente la loro industria chimica. Da quel 22 aprile la tecnologia di lancio del gas tossico fu sempre migliorata. Gli obiettivi nelle retrovie erano raggiunti con l’uso di granate d’artiglieria caricate a gas, mentre le prime linee erano colpite con speciali proiettili lanciati da appositi lanciabombe e la formula stessa del gas tossico impiegato divenne sempre più complicata e letale. Contemporaneamente anche i mezzi di difesa migliorarono progressivamente, sia a livello individuale che a livello collettivo, cosicché non vi era mossa di un contendente cui non seguisse una contromossa appropriata dell’avversario. Solo sui fronti russo ed italiano, per la scarsa attenzione prestata dai rispettivi comandi all’incolumità dei propri soldati, l’uso dei gas tossici continuò a dare buoni effetti e notevoli risultati. In conclusione, l’uso di mezzi chimici di offesa, invece di cambiare le sorti del conflitto com’era nelle convinzioni dei comandi supremi, non fece altro che aumentare la violenza e la brutalità disumana della tragedia della grande guerra.
LE PROTEZIONI INDIVIDUALI AUSTRO-UNGARICHE
Già prima dello scoppio della guerra mondiale, in Europa era stata esaminata, in via teorica, la possibilità di un impiego dei gas tossici in combattimento, ma solo con i primi lanci di gas furono distribuite ai soldati delle primitive protezioni a tampone, consistenti in compresse contenenti cotone o più strati di garza, imbevute con speciali sostanze neutralizzanti. Naturalmente questi rudimentali palliativi, uniti ad una inesistente disciplina antigas, furono la causa della morte di decine di migliaia di soldati, sia fra le truppe attaccanti che fra quelle attaccate. Come per altri equipaggiamenti, anche per la guerra chimica l’esercito austro-ungarico si affidò alle forniture dell’alleato tedesco, sia per i mezzi d’offesa che per i mezzi di difesa, ricorrendo alla produzione su licenza per completare le dotazioni. Il primo modello di maschera antigas germanica consisteva in una tampone rettangolare in garza di cm 9 x 14 contenente pezzetti di cotone imbevuti di iposolfito di sodio. Due fettucce in tessuto per lato, da passare sopra e sotto ciascun orecchio e legare assieme dietro il capo, ne consentivano il fissaggio davanti alle narici. Sul bordo inferiore del tampone era cucito un triangolo in tela, che doveva impedire, aderendo alla bocca, di inalare inavvertitamente del gas. Questa maschera non comprendeva una protezione anche per gli occhi. Il secondo modello di maschera antigas germanica, introdotto nell’agosto del 1915, presentava diverse miglioramenti rispetto al modello precedente. Il tampone in garza era stato ingrandito fino a coprire tutta la parte inferiore del volto del soldato e, per aderire meglio alla faccia del soldato, non era più di forma piatta ma troncoconica. Sul bordo superiore era stato fissato un lamierino di metallo per adattare meglio il tampone alla sagoma del naso. I pezzetti di cotone all’interno della compressa erano aumentati ed ogni soldato aveva in dotazione una bottiglietta di soluzione diluita d’iposolfito di sodio o di boro per rinnovare le capacità neutralizzanti del tampone. Assieme alla maschera erano in dotazione occhialini isolanti di vari modelli. Ma questi mezzi erano decisamente insufficienti davanti ai nuovi temibili composti prodotti delle industrie chimiche. All’inizio dell’autunno del 1915 fu distribuita al soldato germanico la prima maschera antigas di concezione moderna, la Gummimaske mod. 15. Consisteva in un ampio facciale in tela, gommata dal lato interno, che si fissava dietro il capo con quattro fettucce elasticizzate, due per lato, e proteggeva tutto il volto del soldato. Al facciale erano ermeticamente fissati due cerchi metallici per gli oculari, in acetato di cellulosa, e un piattello metallico per avvitare il sistema filtrante, che era la maggiore novità tecnica. Abbandonati i sistemi comprendenti garze e cotone imbevuti di varie sostanze, i tecnici germanici decisero di utilizzare le proprietà assorbenti del carbone di legna, e misero a punto una vera e propria cartuccia filtrante, contenente strati di terriccio impregnato di carbonato di potassio e piccoli granuli di carbone attivo. La maschera era contenuta in un contenitore cilindrico in tela diviso in tre scomparti e appeso con due passanti al cinturone. Al suo interno si trovavano tre barattoli in metallo, due portafitro e un portafacciale più grande. Era evidente la macchinosità del sistema: in caso di necessità, estratti il facciale e il filtro dai loro contenitori, bisognava avvitare il filtro sul piattello ed infilare la maschera. Inoltre la maschera era sprovvista di una valvola di sfogo e sia l’inspirazione che l’espirazione avvenivano attraverso il filtro, con grave sforzo per il soldato. All’inizio del 1916 il sistema fu modificato per meglio rispondere alle esigenze dei soldati. Nell’esercito germanico, in un primo tempo, il barattolo portafacciale fu unito ad un barattolo portafiltro a formare un unico contenitore, in modo che nel contenitore in tela la maschera fosse già pronta all’uso, e in un secondo tempo lo stesso contenitore in tela fu eliminato, ingrandendo il contenitore in metallo, meno deperibile nel fango della trincea, e dotandolo di tre attacchi per il trasporto a tracolla. Il filtro di riserva rimase appeso al cinturone, contenuto in una piccola sacca in tela. Nell’esercito austro-ungarico il contenitore in tela fu subito sostituito con un contenitore in metallo, da portare a tracolla, formato dall’unione di un portafiltro ad un portafacciale ingrandito. Anche la maschera subì delle modifiche. Per sostenere meglio il peso del filtro e far aderire di più il facciale al volto, al sistema di fissaggio fu aggiunta una fettuccia elastica anteriore ad "Y". Per estrarre più facilmente la maschera dal suo contenitore, il diametro del piattello reggifiltro fu ridotto da 10 a 8 cm, come pure furono ridotte le dimensioni interne del facciale. Il filtro fu irrobustito, sostituendo la rete metallica di base con un lamierino traforato, al suo interno alle sostanze neutralizzanti fu aggiunta l’urotropina e, per facilitare la respirazione, fu aumentata la quantità e la dimensione dei granuli di carbone attivo. Nel 1917, a causa del progressivo esaurimento delle scorte di materie prime degli imperi centrali fra cui la gomma, il facciale della maschera fu prodotto in pelle impermeabilizzata, creando la Lederschutzmaske mod.17. A protezione dagli effetti tossici del fosgene, fu aumentata ancora la quantità di granuli di carbone attivo e, contro le arsine, all’interno del filtro fu inserito un disco di cotone trattato. Contro l’uso sempre più frequente delle arsine, nel 1918 fu introdotto un disco filtrante supplementare da applicare alla base del filtro, contenente sempre un disco di cotone trattato. Per i soldati cui non era possibile utilizzare la normale maschera, ad esempio i feriti gravi, nel 1918 fu prodotta una maschera antigas d’emergenza, la Schutzhaube. Era composta da un grande cappuccio in tela impermeabilizzata su cui erano fissati gli oculari ed il piattello reggifiltro della Lederschutzmaske. Per i feriti al capo e per i casi di emergenza fu realizzato anche un surrogato di maschera antigas, composto da un boccaglio in metallo, da avvitare su un normale filtro, da uno stringinaso a molla e da un paio di occhialini isolanti.
GLI AUTOPROTETTORI
Sviluppato dalla combustione della polvere da sparo e dalle esplosione delle granate d’artiglieria, l’ossido di carbonio letale in concentrazioni superiori allo 0,1 per cento. Anche durante lo scavo di caverne e gallerie per mezzo di esplosivi, sempre possibile che si sviluppino incendi, con la conseguente produzione di ossido di carbonio. In ambienti saturi di fumi o di gas tossici, l’effetto filtrante delle normali maschere antigas risulta inutile. Per sopperire alle necessità militari furono adottati gli autorespiratori già in uso nelle miniere e presso i corpi dei pompieri. Questi apparecchi non filtravano l’aria esterna, ma riciclavano l’ossigeno della respirazione, eliminandone l’anidride carbonica attraverso una cartuccia di potassio, la cui durata era comunque limitata. L’autorespiratore più diffuso prima della guerra era prodotto dalla ditta Dräger, e fu adottato da tutti gli eserciti in lotta, ma furono utilizzati molti modelli prodotti da altre ditte.
Prossimamente integrerò l'articolo con le maschere austro-ungariche di produzione nazionale e altre foto.
Esaustivo...
RR
Molto bello l'articolo grazie per averlo condiviso, me lo sono letto tutto d'un fiato,
interessantissima anche la spiegazione inerente alla storia ed ai retroscena riguardo l'utilizzo della nuova arma tossica.
Chissa quali pene hanno sofferto quei poveri fanti in trincea!
Molto esaustiva anche la spiegazione sulle maschere.
Attendiamo volentieri le altre integrazioni a questo punto!
Icaro
La rara maschera austro-ungarica di produzione nazionale, nella versione a due oculari e a visiera unica. Simile alla Gummimaske, una volta esaurito il filtro, non era possibile cambiarlo.
Immagini prese dalla rete.
Sempre dalla rete, il Gasschutzhaube. Come concetto il contenitore è praticamente uguale a quello della Polivalente italiana.
bellissima integrazione ragazzi ... ma una curiosità ... nel volume sulla Honvèd della Militaria Verlag si parla di un progetto austro-tedesco per la creazione e produzione del modello 17 della ledermaske che doveva sostituire, dal giugno 1917, sia per gli imperiali che per i germanici la gummimaske modello 15. La mia domanda è: al di là della presenza di timbri, come faccio a stabilire la provenienza della suddetta modello 17? Dall'aggiunta del filtro per le arsine? Dalla possibilità di smontare le lenti? Mi sono riletto anch'io l'articolo di Aquile in guerra ma forse mi è sfuggito. Allego foto di tre componenti una sturmkompanie con ledermaske modello 17. Ciao e grazie in anticipo, Tonle[attachment=0:3mae3q0h]lederschutzmaskeM17.jpg[/attachment:3mae3q0h]
e il dettaglio della foto. Ciao[attachment=0:2miuo000]leder2.jpg[/attachment:2miuo000]
chiaramente invito gentilmente chi possieda foto di soldati austriaci con maschere (soprattutto la modello 17) a postarle. Quelle di KP sono eccezionali ........ !!!!!!!!!!!!!
Le prime 1800 Leder venne consegnate il 26 aprile 1918 al Heeresgruppe Boroevic. LA prodizione iniziò in Austria solo nel febbraio del 18 per terminare causa mancanza di materie prme nell'ottobre dello stesso anno.
Rawa Ruska
grazie RR per l'informazione .... . Tonle
da una rapida visione del libro della Verlag Militaria sull'esercito tedesco par di capire che esistessero due versioni della Ledermaske. La prima denominata modello 17 era dotata di lenti con intelaiatura in metallo "a ragno" e amovibili e dal facciale in cuoio impermeabilizzato; la seconda chiamata modello 18 in versione più economica, con lenti fisse in celluloide e di tela gommata di colore marrone.... quello che mi domando è se la versione prodotta in Austria dal febbraio del 1918 sia il già citato modello 18 ... o fu prodotto anche il modello 17 con lenti "a ragno" .... spero di non avere scritto caxxxxte e di essermi fatto capire. Grazie come sempre, Tonle
Conosco l'esistenza del modello 18 della Lederschutzmaske, ma non ho la più pallida idea se sia stata fornita agli austro-ungarici o se gli stessi ne abbiano prodotte.
Prodotte da alcune fabbriche quali: Auer, Rothkostenletzter, Gebruedr Bruenner AG Glasfabriken & Raffinereien J. Inwald AG, Leopold Landeis AG.
Nel 18 ancora solo la Auer Gesellschaft AG e la Gasmaskenkonsotium producevano per l' AOK 500 pezzi al giorno.
Le fatture della AUER del luglio e agosto '18 parlano di 14.500 Leder e 50-70.000 Gummi.
Rawa Ruska
fonte: Wolfgang Zecha, Unter die Masken, OBV&htp, Wien, 2000
non ho parole .... dovreste aprire su internet una imperial-regiawikipedia. Grazie RR anche per la citazione della fonte. Un saluto. Tonle
Credo nei libri giusti. Internet è una bella cosa ma.........
Rawa Ruska
parole sante ....Citazione:
Originariamente Scritto da Rawa Ruska
[quote="LUCAS"]Vorrei creare un data base con i vari modelli di maschere in uso durante la grande guerra dagli imperi centrali.
Iniziamo con i tedeschi.
Questo è uno sturmtruppen che indossa un elmo mimetico M16 con soggolo ersatz in tela.
il suo equipaggiamento è costituito da una rara bandoliera supplementare per i colpi del Gew 98, una bomba a mano M17, un pugnale, e pinze tagliafili.
Sul viso porta una Ledermaske M17,e al collo la custodia per contenerla nella sua ultima versione.
La prima vera maschera antigas è la Gummimaske M15 con la custodia in tela che fu
Anche gli austriaci utilizzarono le maschere antigas tedesche in tutti i vari modelli, ma ne avevano anche di produzione nazionale.
Mi permetto di far osservare che il manichino da assaltatore austriaco è da sottufficiale ma porta una decorazione riservata al rango degli ufficiali, ossia la bronzene Militärverdienstmedaille
Mi permetto di far osservare che il manichino da assaltatore austriaco è da sottufficiale ma porta una decorazione riservata al rango degli ufficiali, ossia la bronzene Militärverdienstmedaille
Giusta osservazione! La medaglia è riservata agli ufficiali e va quindi tolta al nostro Zugsfuehrer.
Rawa Ruska
Ciao a tutti. A pagina 5 nel capitolo autoprotettori, la prima foto raffigura tre contenitori. Qualcuno saprebbe dirmi qualcosa sul primo a sx, con coperchio bombato?? Grazie. Ciao
Ciao a tutti ecco la mia Gummimaske austriaca ww1
Bell'esemplare in ottime condizioni. Bravo!
Modello 16.
Cari amici!
Vorrei presentarvi la mia maschera antigas a.u. “M17 Gasmaske (Gummigasmaske) mit Zubehör” e con „Wischfalte“.
Provenienza:
Secondo le mie informazioni questa maschera provenerebbe dalla regione Valsugana e Terme di Levico. Ottobre 1918 si trovavano alcuni reparti diversi la come:
Kuk 11.armata con (tra altri reparti più piccoli) la riserva kuk 10. KD „ungherese Budapest“, k.u. 58. (probabilmente) Brigata Honved e una battaglione da storma -a Levico si faceva anchè degli „Sturmkurse“ e le istruzioni per reparti da stormo.Nell`autunno di 1918 non troppo lontano della Valsugana e nei dintorni erano dislocati anchè la kuk 10.armata con XX. corpo (più vicino Riva), XXI e il XIV. corpo Edelweiss
La maschera si ci presenta in una condizione molto buona. La cinghia da tracolla del contenitore tipo tedesco (Bereitschaftsbüchse) manca tranne il piccolo resto di -come credo-origine austriaca. La stoffa cottone gummi della maschera è rimasta molto morbida. La maschera si lascia riporre facilmente al barattolo nominato.
Nella lettura speciale ho trovato incongruenze e discrepanze diverse particolarmente rigurdando la nominazione e nomenklatura delle maschere a.u. e tedesche. Inoltre appena siano trovabili informazioni servibili sulle marche, segni etc etc delle maschere e filtri o almeno non le ho trovato ancora….Comparata la situazione “letteratura elmetti” esistente in quanto tocca la qualità e volume-- la situazione “letteratura maschera antigas” si ci presenta abbastanza scarsa-soprattutto incongruente- esclusivamente l` opera standard bravissima “Unter die Masken” da W. Zecha. Magari quest autore quasi non si preoccupava delle kuk marche, segni etc sulle maschere e filtri……Adesso il problema -ovviamente irrisolvibile?- tocca ai collezionisti. A questo punto tante grazie particolarmente a k.p., Walzi o Rawa Ruska—tutti coloro qui hanno fatto un grande lavoro sul tema maschera antigas finora….
Qui mi ho fatto dei pensieri personali—giusti o falsi-- combinati con informazioni “compattate” dalla lettura speciale-i quali vorrei condividere con voi per fare un` inizio riguardando la nomenklatura maschera antigas……li ho fatti in italiano - lingua amata ma- verosimile con molti sbagli—scusatemi….
A.Segni, marche, timbri sulla mia maschera con considerazioni personali:
1.Filtro (Filter o Atemeinsatz):
probabilmente kuk produzione Aussig (oggi Usti nad Labem, Cechia)— da fine 1917 tutti i filtri nazionali k.u.k sono stati prodotti a Aussig.
Simbolisce l`abbreviazione AGD trovabile sui filtri tedeschi la provenienza Auergesellschaft—e di si—mostra la produzione solo tedesca o altresi la produzione in licensa austriaca?? Esistono filtri con AGD in metallo con timbro kuk, e filtri ovviamente tedeschi AGD senza kuk -e last but not least-- filtri kuk in metallo plus timbro kuk senza AGD come il mio….):
https://de.wikipedia.org/wiki/%C3%96...che_Produktion
Albert Gieseler -- Österreichischer Verein für die Erzeugung chemischer und metallurgischer Produkte
„101“ rosso
credo che siano marche erariali come il lotto da produzione comparabile alle piastrine d`acciaio per la produzione stahlhelm (pe. L312, P718 etc) il quale mostra il lotto, datazione e azienda-- necessario per conoscere prontissimo il lotto male se sarebbero qualche difetti...
Ho trovato tra altri pe. nr. 105 rosso sul filtro con la data 29.1. 1918 (la nostra maschera porta 101 rosso data 5.1. 1918)
Altri filtri visti portano altre combinazioni sempre rosso (p.e. M5..lotto tedesco AGD?)
Ma sono solo pensieri proprii.....
K.u.k. timbro blu per distinguere subito tra la produzione nazionale o tedesca in combinazione con kuk stanzato-o soltanto collaudo kuk anchè sui filtri tedeschi?
A2 timbro blu filtro antigas tipo 2? Altri filtri portano p.e A1 (su filtro autunno 1917, A2, P2, P3, D2 etc etc
N-F timbro blu produttore?
P2 (stanzato filtro antiparticolaro tipo 2?)
5.JAN.18 timbro blu data collaudo
k.u.k. (stanzato nel metallo probabilmente per averne certezza se il timbro kuk non sia più esistente—forse anchè segno della produzione genuino kuk, intanto che il timbro kuk mostrerebbe solo il collaudo kuk di un filtro produzione AGD)
Secondo il regolamento i filtri dovevano distinguibile subito tra:
Contenuto, provenienza, produzione a,u, o tedesca, efficacia valida
2. Maschera M17 con Wischfalte –
2.1 maschera esterna:
Kuk timbro nero
32 matita nero a mano – ev. numero corrente delle maschere approvate nel reparto—numero a mano tipico anchè sulle altre maschere
Il regolamente dice a senso che la maschera approvata con numero è parte inseperabile dell`arredamento del soldato. Numero e nome sarebbe scritto sul contenitore e/o maschera. Anchè all`ospidale etc. rimarrebbe la maschera al soldato.
Kuk G.Ü.St. geprüft con „gemeinsames ö.u.Wappen 1915-18“
timbro blu - da giugno 1917 venivano tutti i filtri e tutte le maschere collaudati alla
Gasmaskenübernahmestelle e Gasmasken-Prüfungsstelle Armeegasschule AGS Wien
AGS risponsibile per il collaudo e centro dell` istruzione AGS alla Rotunde/ Vienna. La Rotunde (edificata 1873 destrutto dall` incendio 1937 si trovava vicino al Prater viennese.
Il mezzo operativo della AGS era la SSB Sappeur Spezial Battaglione (nominata anchè SB 62 reparto da riserva Krems Bassa Austria -inizio schieramento 21. Febbraio 1916)
Probabilmente c` erano anchè sedi distaccate AGS (per sostenere collaudo e deposito delle maschere) come Vienna 13; oggi 14; Mitisgasse 4 , Vienna XI; 1.Heidequerstrasse (Dittmar-Brünner), St.Pölten/Wörth Bassa Austria forse la azienda da cuoio Flesch Wilhelmsburg Bassa Austria
4.JAN. 1918 data del collaudo
GGÖS103 28a timbro nero (Gasgruppe del ministerio e atto foggia lotto numero?? Gasgruppe nel kuk AOK (Armeeoberkommando) da 14.nov. 1917
Nel kuk Ministero della Difesa inizialmente gli affari militari gas venivano amministrati ripartiti tra la 5. Abteilung e la 14. Abteilung ; da novembre 1917 veniva iniziata un gruppo gas Gasgruppe proprio e nominato „19 G „
„3“ verosimile taglia piccola -produzione 30 percento di tutte
2.2 Maschera interna:
40, 33 (o 38), 23 lotto produzione o numero da controllo delle parti singole come p.e. diversi parti metallici di arme da fuoco?
3.Contenitore tipo tedesco (Bereitschaftsbüchse)
Nome illeggibile K u K xxxöncig ???(inciso al coperchio conforme al regolamento—chi possa deciffrarlo?)
Soltanto resto della cinghia a tracollo---mi sembra di materiale a.u.
Mentre la maschera mostra il colore marrone feldbraun- il colore della barratola è un tipo di feldgrau campo grigio. Da dicembre 1916 la consegna delle maschere sarebbe soltanto in combinazione con le Bereitschaftsbüchsen (contenitore da metallo pronta). Dopo avendo aperto il contentitore la maschera subito era pronta per l`uso. Prima si aveva portata la maschera in una sacca tessile—maschera e filtro entrambi separato.
B. Piccola Cronologia provvisoria a.u. maschera antigas
Ho cercato di fare una piccola cronologia della maschera a.u. usando i fatti della lettura speciale. Ma questi fatti talvolta si contradicono—oltre a cio` la realtà al fronte o alla guerra fosse ben diversa dalla quella “realtà” nei regolamenti, gli atti etc. Oggetti autentici storici sono tanto quanto importanti come regolamenti storici e spesso ci raccontano la verità più vera…se oggi potremmo leggerlo tutto…..
Allora ecco il mio proposito a voi—(indipendente della foggia tedesca per l`esercito a.u. e adeguata alla dizione a.u. ):
Aprile 1915: improvvisazioni diverse come bottiglie ammezzate ripienate con terra umida, stoppa etc. etc.
M15 produzione azienda O.Neupert Nachfolger Wien 8;. Ho letto anchè la nominazione “ö.u. Versuchsgasmaske” (a.u. maschera sperimentale) Neupert.
a) Estate 1915 (giugno, giuglio) ordinativo fino autunno 1915: 10.000 maschere antigas all`azienda Neupert Vienna (due modelli (prima tela batista dopo materiale cottone) con un` oculare e il filtro fisso non da scambiare (--come già presentato ottimo del nostro kleiner pal!) e delle stoffe diverse.
b) La qualità niente affato era soddisfacente quindi nuovo ordinativo ca. 12.000 maschere:
Produzione Neupert austriaca secondo la forma modello tedesco 15 con Wischfalte ma senza telaio e con due oculari-- molto simile alla maschera tedesca M15 ma—anchè filtro fisso non scambiabile. Dopo lùso antigas tutta la maschera! Si doveva mandare all`arsenale viennese. Queste maschere monoculari anchè non erano dense.
1915/16 in Germania introduzione 2 cm telaio da stoffa laccato per migliorare la densità della maschera (Rahmenmaske).
Autunno 1915 prime consegne tedesche per kuk, autunno 1915/principio 1916 contemporeamente concorso nazionale per maschere con telaio (Rahmenmaske). Partecipanti sono le aziende:
Semperit, O. Neupert Nachfolger/Vienna, Neumann, Ehrenfeld, Schottola, Harburg. Di successo erano Neupert, Neumann e Harburg.
Dicembre 1915 domanda a Germania per produzione nazionale in licensa; permissione tedesca solo 1917!! alla dipendenza austriaca della Auergesellschaft AGD.
Tra 1915/16 introduzione filtro „a 3 falde“
Gennaio 1916 riscossione tutte (o almeno la gran parte) maschere produzione nazionale fin qui—contemporeamente kuk ordinativo 200.000 maschere tedesche M16 (sono quasi m15 tedesche con telaio quindi M16 tedesche). Fino dicembre 1916 la parte massima delle maschere usate dagli imperiali regali erano tedesche.
Ma-- estate 1916 erano in uso 2 tipi (trasmesso secondo un rapporto di un commando kuk):
Maschera tedesca con filtro sostituibile e la versione nazionale con filtro e oculari -ovviamente già 2-non sostituibili……
-- sembra certo che prima del 4.giugno 1916 fosse niente produzione nazionale conforme sulla falsariga tedesca modello tedesco M16.
Guglio 1916 produzione maschere nazionale kuk sulla „falsariga tedesca“ comicia sebbene senza licensa tedesca. La licensa verrà concessa soltanto da 1917
Nonostante da questo momento si parlerebbe di una sincronizzazione produzione e arredamento gas tra a.u. e tedesca che faceva l` uso entrambi i filter a.u. o tedesco in una maschera diversa.
Da dicembre 1916 la consegna delle maschere sarebbe con le Bereitschaftsbüchsen (contenitore da metallo pronta). Dopo avendo aperto il contentitore la maschera subito era pronto per l` uso.Prima si aveva la maschera in una sacca tessile—maschera e filtro separato. All`alarme gas prima si doveva assemblare complicato la maschera con il filtro. La realtà sarebbe essere stata diversa—da 1917 esistono anchè contenitori tessili con maschere in sacca. A causa della mancanza di metallo da 1918 si usava anchè contenitori da cartone ersatz.
Dicembre 1916 le maschere nazionali prodotte hanno giunte una qualità sufficiente. Quindi seguiva la proggetazione per la “grande” produzione nazionale (1,5 mio maschere da marzo 1917).
Ca. 1916/17 produzione dei filtri kuk (tutti?? Probabilmente la maggior parte… a Aussig-oggi Usti nad Labem (Cechia)
Marzo 1917 concessione tedesca per produzione a.u. (“inländische Lizenzproduktion”)
19.aprile 1917 (probabilmente a Vienna) comincia anchè la produzione nazionale da una dipendenza AGD con licensa (concessione marzo 1917 –per me probabilmente ragione che tutte le gummimaschere a.u. e produzione a.u. prodotte in licensa sulla falsariga M16 tedesca tutte insieme ricevano la nominazione a.u. M17 vedete foto “Gasabwehr-obrana od plina”) del monopolizzatore Auergesellschaft Deutschland. Non chiaro e` la produzione probabilmente proseguita dai produttori genuini nazionali come Neupert, Semperit, O. Neupert Nachfolger/Vienna, Neumann, Ehrenfeld, Schottola, Harburg.
Pensabile che summa summarum 2 aziende producevano maschere kuk M17 (kuk M17 als Lizenzfertigung M16 deutsch)
—la Auergesellschaft “dipendeza austriaca”-e il kuk GASMASKENKONSORTIUM ( centrale a Vienna 1.; Salzgries 18) il quale probabilmente era composto di O. Neupert Nachfolger/Vienna, Neumann, , Harburg forse Ehrenfeld, Schottola, Semperit e anchè altre ---una supposizione personale da me….). Addizionalmente c`erano la fogge tedesche della Auergesellschaft Deutschland
Giugno 1917: Collaudo centrale di tutte le maschere e filtri alla AGS Vienna (non chiaro-evventualmente anchè alle filiali); addizionalmente l`ordine per una segnatura esatissima sui filtri: datazione della produzione, contento, provenienza e diversificazione tra filtro produzione kuk nazionale e tedesca; garanzia della efficacia. Penso che i numeri rossi –simile ai numeri sugli elmetti d`accaio- servissero per identificare prontissimo il produttore e lotto della produzione…..
Mezzo 1917 produzione al mese: 100.000 maschere; prezzo 9 Kronen/pezzo (1918 12 Kronen)
15.ottobre 1917 produzione di 3 taglie; dopo 15.ott. 1917 produzione 4 taglie (“1” 10 percento pc, “2” 60 percento, “3” 30 percento, “4” 10 percento di tutta la quantità);
Dicembre 1917 consegna addizionale contenitori ersatz cartone
Dal principio 1918 produzione delle maschere senza Wischfalten M17k fino ottobre 1918, contemporeanemente continuazione produzione M17 fino ottobre 1918
Gennaio 1918 introduzione della kuk Ledermaske M18 produzione a.u. prim consegna alle truppe 26. Aprile 1918 1.800 pezzi (test Ledermaske tedesca M17 da febbraio 1917 per lùso a.u.)
giugno 1918 cambiamento produzione taglie “1” 2pc, “2” 26pc., “3” 58 pc., “4” 14 pc.
Da agosto 1918 produzione al mese 50.000 gummimasken con wischfalte e 5.000 m17k senza Wischfalte (ca. 10 percento della maschera con Wischfalte), non è chiaro quante maschere da cuoio in summa.
Finalmente 1918 esistevano le note (forse anchè altre…) Gasschutzmittelübernahmekommissionen e Übernahmestellen (collaudo e deposito):
Vienna 13; oggi 14; Mitisgasse 4 112.000 maschere non consegnate plus filtri e contenitori. Interessantamente i contenitori trovati sempre sono stati meno che le maschere rimaste….
Vienna XI; 1.Heidequerstrasse (Dittmar-Brünner)
117.000 maschere non consegnate plus filtri e contenitori
St.Pölten/Wörth Bassa Austria
Solo apparecchi
Azienda da cuoio Flesch Wilhelmsburg Bassa Austria
28.000 maschere antigas da cuoio m18
Verosimile che la maggior parte delle maschere a.u. dell`arredamento personale sono gettate via dai soldati fine 1918 --o sono state raccoltate dai vincitori.
Gli alleati hanno proibito alla nuova repubblica Austria l`importazione, esportazione, produzione, deposito non solo delle sostanze chimiche ed apparecchi. Ca. 300.000 maschere sono state rimaste nei magazzini. Inizialmente l`esercito austriaco ne voleva usare 30.000. Ma anchè questi mezzi proggettivi sono stati proibiti dalla commissione alleata. Quindi tutte queste ca. 300.000 maschere rimaste nei magazzini sono state vendute all`estero o distrutte fine 1922 …….
C.Tentativo (incompleto??) di una nomenklatura migliorata….
C.1.Maschera produzione kuk a.u. inclusivamente la produzione nazionale Auergesellschaft in licenza della Auergesellschaft Deutschland esclusivamente consegna produzione genuina tedesca M15, M16, M17
M15 “Neupert” o Versuchsgasmaske due tipi
M16?? Non mai trovato questa nominazione a.u. per la produzione nazionale tra giugno 1916-marzo/aprile 1917, ma dopo mezzo 1917 sembrano chiamate tutte le maschere Gummigasmaske produzione nazionale a.u. –“M17 Gasmaske und Zubehör o Gummigasmaske)”-esclusivamente la variante migliorata
M17k e la a.u. versione Ledergasmaske M18
M17 (come M16 tedesca) Gummigasmaske mit „Wischfalte“ per pulire gli oculari vedete (produzione nazionale ufficiale e con licencesa dai tedeschi da giulio 19(Auergesellschaft ADG)17 fine sett.-ott. 1918)
M17k anchè materiale „Gummi“ come M17 ma senza Wischfalte principio 1918-ottobre 1918
ma senza Wischfalte, più piccola riguardando lo spazio intero tra maschera e la testa—quindi la Wischfalte non cèra necessario più.
M18 Gasmaske und Zubehör o Ledergasmaske (come la M17 tedesca)
C.2 Maschera produzione tedesca
M15 (da autunno 1915) senza telaio ma con Wischfalten
M16 con telaio (Dichtrahmen);
M17 „Ledermaske“
Ripeto--magari la letteratura tra le guerre fino da oggi non sempre distingurebbe correttamente tra M15 e M16 tedesca o M17 a.u. resp. M17 Ledermaske tedesca e M18 Ledermaske a.u., la M17k a.u. viene nominata falsamente da M18 o --tutte le maschere con forma Gummimaske—indifferente se produzione tedesca o austriaca, con telaio o no, wischfalte o no etc etc vengono chiamte M15—naturalmente tutte insieme veramente appariscono come le stesse o almeno molto simili.
D. Alcuni pensieri personali:
Avendo letto abbastanza lettura speciale e i commenti parzialmente eccelenti sul tema „maschera antigas a.u.“ nel nostro forum mi sono colpito questo:
Nella lettura speciale la nomenclatura dei tipi e modelli delle maschere a.u. e tedeschi non è omogena --magari si contradice come p.e. particolarmente nei libri -costosi- p.e. della edizione Militaria.
Magari la letteratura tra le guerre fino da oggi non sempre distingurebbe correttamente tra M15 e M16 tedesca o M17 a.u. resp. M17 Ledermaske tedesca e M18 Ledermaske a.u., la M17k a.u. viene nominata falsamente da M18 o --tutte le maschere con forma Gummimaske—indifferente se produzione tedesca o austriaca, con telaio o no, wischfalte o no etc etc vengono chiamte M15—naturalmente tutte insieme veramente appariscono come le stesse o almeno molto simili.
Questa situazione tema „maschere“ mi ricordo in qualche modo della situazione „pre-Baer e pre-Cocianni“ sul tema elmetti. Veramente non mi superisco ma penso che talvolta gli autori --con tutto il mio rispetto—tutto il materiale non avessero impostato abbastanza stringente o serrato.
Tutto questo mi sembra non molto soddisfacente perchè nonostante penso che -con tutto questo che sappiamo-cari amici- si possa fare una differenziazione e determinazione più adeguata e ragionevole.
Inoltre fino ad oggi nessuno si ha faticato di decifrare abbastanza le marche, timbri etc. sui filtri, maschere etc. Almeno non l´ho trovato …..
Questo non posso fare da solo---pure ho cominciato --- per questo si bisogna l`aiuto di tutti i collezionisti interessati.....
E. Fonti usati importanti (XXX grazie agli autori…):
Ortner/Hinterstoissner: Die kuk Armee im Ersten Weltkrieg- Uniformierung und Ausrüstung von 1914-1918 Verlag Militaria;
Sagvari: Die ungarische Honved Uniformierung und Ausrüstung von
1868 -1918; Verlag Militaria
W. Zecha „Unter die Masken“ öbv &hpt
„Gaskampf und Gasabwehr“ kuk AOK März 1918 Teil XIII
Link molto interessante:
http://www.heeresgeschichten.at/sons...f/gaskampf.pdf
https://de.wikipedia.org/wiki/Atemschutzfilter
http://spisy.upv.cz/Patents/FirstPag...03/0003707.pdf
http://epa.oszk.hu/02100/02171/00248...1912_51-52.pdf
http://www.dbc.wroc.pl/dlibra/plain-content?id=18114
http://s7d9.scene7.com/is/content/mi...letin%20-%20DE
http://www.draeger.com/sites/assets/...9045809_de.pdf
https://www.sozialversicherung.at/po...heability=PAGE
altre foto.....
ancora volta--altre foto
e finalmente.......:p