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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Faccio una domanda:nei primi Anni Novanta un amico di famiglia era nella Folgore(più precisamente XIX "Linci",1° "Grizzano",183° "Nembo"),e ricordo che la sua tuta di lancio era molto strana.Mi spiego:aveva delle parti non in cotone come la policroma normale,bensì in sintetico tipo le giacche a vento.Ricordo che me la fece provare e sono sicuro che nella zona inguinale dove passavano i cinghiaggi era sicuramente in sintetico.Modifica sua od erano proprio così?
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da Blaster Twins
Faccio una domanda:nei primi Anni Novanta un amico di famiglia era nella Folgore(più precisamente XIX "Linci",1° "Grizzano",183° "Nembo"),e ricordo che la sua tuta di lancio era molto strana.Mi spiego:aveva delle parti non in cotone come la policroma normale,bensì in sintetico tipo le giacche a vento.Ricordo che me la fece provare e sono sicuro che nella zona inguinale dove passavano i cinghiaggi era sicuramente in sintetico.Modifica sua od erano proprio così?
In sostanza alloggiava a circa 150 metri da casa mia! :mrgreen:
Direi che era una modifica sua o "di reparto".
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Capito!!!Grazie,Jolly46!!! [264
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Integro aggiungendo l'indirizzo di questo topic:
viewtopic.php?f=4&t=7745&start=0&st=0&sk=t&sd=a
In un qualche modo inerente e interessante.
Ritengo che la copertura, dell'elmetto postato da Rarinantes1967 in fondo alla prima pagina e da lui descritta "...particolare a spicchi", sia confezionato con lo stesso tessuto della "Roma-87", quindi in dotazione alla stessa uniforme di quel periodo.
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Allegati: 2
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Posto la mia da paracadutista usata nel 1977 quando facevo il militare a Pisa nell'aviorifornimenti,non sono mai riuscito a trovare l'ibottitura interna.(il brevetto l'ho messo dopo a quei tempi non si usavano sulla tuta mimetica),ho notato che manca la tuta in un pezzo unico che forse è stata la prima e non riesco più a trovarla ,inoltre sono interessanti quelle del battaglione San Marco pezzo unico che posto e due pezzi, saluti Gabriele.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao Avio! Grazie per le tue integrazioni!
Per quanto riguarda la divisa da lancio, l'imbottitura interna non l'ho mai vista , ho sempre trovato la mimetica e basta.... che fosse un accessorio poco usato e diffuso? [137
Quanto a quella del San Marco, che non ho perchè faccio solo mimetiche dell'esercito, ricordo che posteriormente avevano delle piccole tasche a soffietto, anche la tua le ha?
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Allegati: 1
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Credo che fosse la San Marco in due pezzi che aveva una spece di cacciatora ti posto la giacca che ho trvato su un sito ma non c'era la foto posteriore.l'imbottitura della giacca da paracadutista era color marroncino se noti ci sono all'interno della giacca dei piccoli bottoni per applicarla,a presto Gabriele.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao Avio!
Si, li avevo notati, uno vede anche nella mimetica che ho postato a inizio topic, ma l'imbotttitura, mai vista....
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
nessuno a risposto a Lord Acton su queste domande:
1) ................................ ?
2) ....................................?
3) tutte le "verdone" avevano nelle tasche di sotto un "fermo" di tela ? per cosa serviva ?
4) ..............................?
5) che cosa sono le "verdone" con gomiti e ginocchia leggermente imbottiti ?
Forse posso rispondere al punto: il fermo di tela serviva per alloggiare le bombe a mano (le tasche non erano un lusso ma una necessità*) e quindi sopra caricatori e sotto bombe a mano.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Grazie per l'integrazione btgak 47!
Sono cose che anche io non conoscevo.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da Lord Acton
Altre domande:
1) della "verdona" esiste anche un modello nero o blu molto scuro ?
2) della "verdona" esiste anche un modello con le tasche di sotto più strette, ma non piccole come quelle di sopra, e chiuse da un solo automatico ?
3) tutte le "verdone" avevano nelle tasche di sotto un "fermo" di tela ? per cosa serviva ?
4) esiste una "verdona" senza spalline ?
5) che cosa sono le "verdone" con gomiti e ginocchia leggermente imbottiti ?
Poi vi dirò dove, e come, ho visto queste cose, tutte dal vivo, e cosa mi è stato detto, con risposte che non mi hanno convinto appieno... da militari in servizio, in risposta a queste mie domande [264
Allora... a qualche mia domanda non c'è stata alcuna risposta... mi sembra giunto il tempo che dia notizie di quello che sapevo già ...
1) ho visto in un deposito di un battaglione carabinieri delle giacche nere, uguali alle "verdoni", e mi è stato detto che era un modello sperimentale, completo di un giaccone, prodotto e distribuito in poche centinaia di esemplari nei primi anni '80, e di cui rimase poi in utilizzo solo il giaccone pesante. La stessa persona mi ha detto che ne esisteva anche una versione blu per la Polizia.
2) un modello con le tasche di sotto diverse, come ho descritto sopra, lo ho visto ad alcuni sottufficiali della Guardia di Finanza, e mi è stato detto che era un modello specifico della GdF distribuito negli ultimi anni.
3) mi avete cortesemente risposto...
4) le verdone senza spalline le ho viste in alcune fotografie di allievi dell'Accademia di Modena, mi è stato detto che, dal 1984 al 1987, tutte quelle distribuite nelle Accademie erano così, non ne ho mai vista una dal vivo.
5) mi avete cortesemente risposto...
Lord Acton
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao Lord Acton!
Da quello che hai scritto, molte delle versioni di quelle che avevi elencato non erano molto comuni, in pochi le hanno viste, quindi forse è per questo che non ti sono arrivate risposte...
Quella che tu chiami "verdona senza spalline", può darsi che sia una "drop"?
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
[quote=Lord Acton]
Citazione:
Originariamente Scritto da "Lord Acton":2b0cma2u
1) ho visto in un deposito di un battaglione carabinieri delle giacche nere, uguali alle "verdoni", e mi è stato detto che era un modello sperimentale, completo di un giaccone, prodotto e distribuito in poche centinaia di esemplari nei primi anni '80, e di cui rimase poi in utilizzo solo il giaccone pesante.
[/quote:2b0cma2u]
Io dovrei averne una di queste, ma sei sicuro che non fossero una sola da "imbottire" con una trapunta in sintetico nero?
ciao
p.s. lavoro molto interessante [264
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Molto interessante Mauro! Se riesci postala. [264
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Allegati: 2
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao a tutti,lamimetica senza spalline non e' altro che la prima giacca a vento con imbottitura asportabile.Veniva usata dai Carabinieri cinofili e dalle squadriglie antiterrorismo nell' alto adige durante la caccia ai sabotatori di tralicci elettrici.Lo stesso elemplare veniva usato dalla scuola allievi carabinieri Cernaia di torino per servizi di pattugliamento interno e nelle occasioni quando si andava a sparare al poligono di Albenga.
Eccovi le foto
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Allegati: 2
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Mimetica verdone di quando ero carabiniere 1980/81
Filippo
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Allegati: 1
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Mimetica dell' A.m. usata anche dai carabinieri internamente alle basi missilistiche nato 1981
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Allegati: 1
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
mimetica woodland dei carabinieri con alamari a velcro
Filippo
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Queste ultime giacche non andrebbero inserite nella Stanza " Nei Secoli Fedele "?
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Gran bella integrazione Filippo!
Per quanto dice Blaster, sono d'accordo, non starebbero male anche nella stanza sui CC.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
[quote=mauro]
Citazione:
Originariamente Scritto da Lord Acton
Citazione:
Originariamente Scritto da "Lord Acton":1st3671v
1) ho visto in un deposito di un battaglione carabinieri delle giacche nere, uguali alle "verdoni", e mi è stato detto che era un modello sperimentale, completo di un giaccone, prodotto e distribuito in poche centinaia di esemplari nei primi anni '80, e di cui rimase poi in utilizzo solo il giaccone pesante.
Io dovrei averne una di queste, ma sei sicuro che non fossero una sola da "imbottire" con una trapunta in sintetico nero?
ciao
p.s. lavoro molto interessante [264[/quote:1st3671v]
Hai ragione,ricordo nell inverno dell'80 che la indossava il battaglione mobile di Moncalieri(TO)
Filippo
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
ciao, ah ecco, vennero usate prima in Op e poi al battaglione, mi pare però fosse proprio una sola con, come ho scritto un'imbottitura in sintetico nero bella "cicciotta".
Foto adesso purtoppo non ne ho... dovrei andare a farle alla prima occasione [249
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ho però questa di cui non conosco il modello (se qualcuno lo sa....:-) usata però dalle truppe alpine anni 50 60 ho delle foto delle manovre ESCTA a Bardonecchia nel 63.
Ha cappuccio solidale e bretelle interne.
Il modello delle foto ESCTA non è proprio questo mi pare siano 2 automatici come quella di cicciomassiccio, forse questa è precoce.
ciao
http://folgore.altervista.org/_alter...bba_TA__1_.JPG
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Molto bella Mauro, ha una qualche targhetta o etichetta interna?
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
ciao
Si questa ha una targhetta delle VEDEME, si vede che le forniva all'esercito, ne ho però un altra -identica - anche nel tessuto che non ha mai avuto targhette.
Quest'altra, oltretutto è databilissima in quanto venne usata dal 11.8.56 al 31.1.58 dal fratello di mia nonna.
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Allegati: 1
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ecco la targhetta interna con l'attacco delle bretelle per portarla sulle spalle.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da mauro
Ecco la targhetta interna con l'attacco delle bretelle per portarla sulle spalle.
Grazie Mauro! [264
Lo stesso sistema era usato nelle giacche invernali della PS degli anni '70-'80, che tra l'altro da qualche parte ce l'ho....
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Giaccone usato dalle truppe alpine sino a gli anni 70 prima della "mimetica" verde.Io ne avevo una uguale colore grigioverde della Guardia di Finanza,molto comode le bretelle che permettevano di togliersi la giacca e tenerla come uno zaino sulle spalle.
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Allegati: 2
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ho queste ghette mimetiche ,fanno anch'esse parte dell'insieme mimetiche.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Sì, negli Anni Settanta ed inizio Ottanta si usavano per proteggere i pantaloni da sci nella parte bassa, visto che spesso si sciava con i jeans o con i pantaloni in tessuto elasticizzato che dopo un po' si inumidivano. So che ad esempio l' Invicta era una delle maggiori case produttrici, magari produceva anche quelle militari.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao. seguo questa discussione da quando è iniziata però non sono ancora riuscito a capire bene l'uso che fate di certi termini: per quasi tutti voi qualsiasi tenuta è "mimetica", sia che si tratti di tessuto policromo che tessuto in varie tonalità* di verde o sabbia.
Non mi sembra corretto, in quanto con questo utilizzo del termine erano mimetiche anche le divise grigio-verdi della prima guerra mondiale.
Non sarebbe più corretto utilizzare altri termini? ad esempio, per gli amanti dell'inglese, Battle Dress? oppure BetaDress, come ho sentito affermare molte volte? oppure più semplicemente Tenuta da combattimento? O forse l'uso di certi termini non è politically correct (come mi piacciono certe espressioni!!!) ?
Per completare il giaccone alpino postato era, negli anni settanta, distribuito solo in occasioni particolari, ricordo il servizio di vigilanza lungo le strade durante un "Giro d'Italia", e veniva restituito quando non più da utilizzare.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
in effetti ha ragione kanister, non dovremmo chiamarle tutte mimetiche, solo quelle in tessuto policromo. Quelle monocromatiche sarebbero uniformi o tute da combattimento...
Eviterei di utilizzare vocaboli stranieri per non confondersi.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
In effetti, mi riservo di verificare sul regolamento, attualmente la denominazione sarebbe "uniforme da servizio e combattimento" (scbt).
Per quanto riguarda la giacca a vento non era dotazione individuale del soldato ma dotazione di reparto ovvero conservata in magazzino di compagnia e distribuita alla necessità*.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Visto che ho aperto io il topic, vorrei dire la mia.
Sono d'accordo con Kanister sull'idea di cambiare il titolo del topic, quando ho aperto questa discussione le mie intenzioni erano solo per le mimetiche policrome, infatti nei primi interventi quando mi è stato chiesto di postare quelle "mono" sono stato un po titubante se metterle o meno (cosa che è anche stata me scritta e intuita anche da Blaster), ma mi dispiaceva disattendere alle richieste visto l'interesse (che non mi aspettavo) che aveva suscitato questo argomento, cosa di cui sono solo felice!
Quanto agli acronomi inglesi non sono d'accordo con Kanister, "il politically correct" non c'entra nulla, qui si parla di militaria italiana, non inglese, come post-bellica e non della prima guerra mondiale. [249
Sono d'accordo con Jolly46 con il titolo da lui ipotizzato "uniforme da servizio e combattimento", perchè in questo modo comprende tutte quelle da combattimento, in ogni caso, quali moderatori della stanza, lascio a lui o a Lord Acton, la decisione sul da farsi. [264
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da silent brother
Quanto agli acronomi inglesi non sono d'accordo con Kanister, "il politically correct" non c'entra nulla, qui si parla di militaria italiana, non inglese, come post-bellica e non della prima guerra mondiale.
Ciao, il mio "politically correct" si riferiva non all'uso di termini inglesi ma all'eventualità* di parlare di "divise da combattimento". Eliminato il ministero della guerra in favore del ministero della difesa, visto che si svolgono solo "missioni di pace", che assolutamente non dobbiamo avere aerei che possono portare offese ad un avversario, e tanti begli ammenicoli simili, temevo che le divise fossero anch'esse state epurate del termine "combattimento", troppo scorretto.
Vorrei aggiungere che se non mi piace usare termini stranieri quando esistono quelli italiani è solo perchè vedo in questo uso continuo due motivi: 1° è una dimostrazione che non conosciamo l'italiano, 2° a mio parere è un appiattirsi e uno scimmiottare gli stranieri come se facessero sempre la cosa migliore.
Aggiungiamo il fatto che se non riusciamo a tradurre in italiano un termine straniero vuol dire che non conosciamo nemmeno la lingua estera.
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Ciao Kanister! Non credo che siano problemi che ci riguardano e personalmente non ci penso nemmeno, qui di militaria se ne parla per passione della storia, collezionismo, modellismo, rievocazione ecc... Quelli che sono i problemi o le faccende del ministero della difesa non ci riguardano. In quello che si è scritto fino ad ora non c'è nulla di scorretto, quanto ai termini ognuno è libero di usare quelli che vuole, solo che sulle etichette delle divise e degli equipaggiamenti italiani c'è scritto in italiano, tutto qua. [264
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da silent brother
solo che sulle etichette delle divise e degli equipaggiamenti italiani c'è scritto in italiano, tutto qua.
Ciao, è proprio quello che intendevo io! Impariamo ad usare l'italiano almeno per il materiale italiano!
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da kanister
Citazione:
Originariamente Scritto da silent brother
solo che sulle etichette delle divise e degli equipaggiamenti italiani c'è scritto in italiano, tutto qua.
Ciao, è proprio quello che intendevo io! Impariamo ad usare l'italiano almeno per il materiale italiano!
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Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Citazione:
Originariamente Scritto da kanister
Vorrei aggiungere che se non mi piace usare termini stranieri quando esistono quelli italiani è solo perchè vedo in questo uso continuo due motivi: 1° è una dimostrazione che non conosciamo l'italiano, 2° a mio parere è un appiattirsi e uno scimmiottare gli stranieri come se facessero sempre la cosa migliore.
Aggiungiamo il fatto che se non riusciamo a tradurre in italiano un termine straniero vuol dire che non conosciamo nemmeno la lingua estera.
come non quotare questo intervento?
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Allegati: 5
Re: Le mimetiche italiane nel dopoguerra
Visto che non è ancora stato postato aggiungo il cappello da fatica ( noto come " Stupida " ) abbinato alla policroma, alla Roma 92.