Parte seconda.
[attachment=16:2hp8lwpl]licata vista dal mare.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=15:2hp8lwpl]licata.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=14:2hp8lwpl]porto di licata.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=13:2hp8lwpl]porto di licata 2.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=12:2hp8lwpl]prigionieri italiani al porto di licata in attesa dell'imbarco.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=11:2hp8lwpl]Spiaggia di Mollarella.JPG[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=10:2hp8lwpl]allotta_9.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Alle 05,07 il gruppo tattico di Ravanusa del Console Negroni della 17° Legione cc.nn., composto dalla 259° cmp mitraglieri, da un btg cc.nn. e dal I° gruppo squadroni cavalleria Palermo, fu messo a disposizione del Gen. Ottorino Schreiber su ordine del XII Corpo d`Armata per avvicinare le riserve alle zone di impiego.
[attachment=9:2hp8lwpl]SCHREIBER OTTORINO.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Schreiber ordinò di giungere su Sant`Oliva, a pochi chilometri dal porto di Licata e di mettersi alle dipendenze del comandante del 139° regg. costiero per condurre un contrattacco. Secondo le fonti questo gruppo sembrò dissolversi ripiegando su Caltanissetta per ordine dello stesso Console Negroni e non entrando in contatto col nemico, mentre secondo numerose testimonianze locali la cavalleria fu decimata e lo squadrone Palermo ripiegò disordinatamente su Ravanusa.
Tra le 05,15 e le 06,00 il dragamine Sentinel fu colpito dagli Stukas tedeschi mentre si trovava al largo del settore di sbarco di Mollarella e Poliscia, subendo dieci morti e una cinquantina di feriti.
Tra le 06,00 e le 06,30 il cacciatorpediniere Buck e l`incrociatore Brooklyn aprirono il fuoco su Montesole e Torre di Gaffe.
Alle 06,45 il Capo di S.M. della 207° divisione costiera informò dell`aumentata penetrazione nemica nonostante il contrattacco italiano della compagnia di rincalzo del 419° battaglione, informando anche dello sbarco in corso a sud di Safarello.
[attachment=8:2hp8lwpl]CARTINA IGM.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
Alle 07,45 il Capo di S.M. della 207° divisione costiera informò che gli americani raggiunsero C. Urso, che il capo saldo di C. Sillitti fu circondato, della presenza di 15 navi davanti il porto di Licata, e alle 07,45 chiese ed ottenne l`autorizzazione di far brillare le interruzioni di Vallone Rio Secco per ostacolare la penetrazione verso l`interno.
Alle 07,50 ci fu la prima richiesta di Schreiber a Guzzoni d`intervento dei semoventi da 90/53 del 10° raggruppamento di Canicattì, per metterlo a disposizione della 207° al fine di contrastare l`avanzata dei carri armati nemici verso Case Sillitti e Palma di Montechiaro.
Alle 10.00 gli americani si erano impadroniti delle posizioni italiane e riuscirono anche a respingere un contrattacco italiano portato dal 538° btg costiero, nei pressi della stazione di S. Oliva, dove per ordine del comando del settore di Licata si riunirono tutte le forze li presenti per mandarle al contrattacco contro le numerose forze americane, forti di molti mezzi corazzati. Ne seguì un micidiale fuoco in cui molti italiani caddero sul campo e pochi furono quelli che si salvarono.
Alle 10,00 circa Guzzoni avvisò il Gen. Arisio di far sapere al Gen. Rodt dell`eventuale ordine di spostamento in questa zona della divisione Sizilien.
Tra le 11 e le 11,15 seguirono altre due richieste del Gen. Schreiber di far intervenire i semoventi. Alcuni reparti americani raggiunsero una batteria a nord-ovest del poggio Safarello, mentre altri reparti s`impossessarono del ponte sul fiume Salso uccidendo gli italiani del posto di blocco che si opposero.
[attachment=7:2hp8lwpl]licata ponte sul fiume salso.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
Il treno armato della Regia Marina che sparò dal molo coi suoi quattro cannoni da 120 mm fu messo fuori uso dal Bristol. L`ammiraglio King comandante in capo della flotta statunitense scrisse che a Licata ci fu un momento critico in cui senza l`appoggio delle artiglierie navali così efficienti le truppe da sbarco sarebbero state ricacciate in mare.
[attachment=6:2hp8lwpl]allotta_3[1].JPG[/attachment:2hp8lwpl]
Tra le 09,00 e le 10 gli americani s`impossessarono della strada e della linea ferroviaria Licata- Agrigento, e si diressero anche verso il campo di fortuna. In tal modo con l`avanzata di un btg nemico verso Campobello ed altre forze verso Palma di Montechiaro, la nuova minaccia si spostò verso l`interno. Schreiber inviò da Agrigento a Palma di Montechiaro un plotone della 1° cmp bersaglieri moto mitraglieri, che dopo essersi piazzati con non poche difficoltà ad est di Palma si spostarono nella parte ovest dell`abitato, mentre il Comandante del 10° raggruppamento Col. Bedogni, dopo aver atteso invano notizie di un ufficiale inviato in avanscoperta a Licata, inviò, lungo la strada ingombra di sfollati e di soldati sbandati, 8 semoventi da 90/53 del 161° gruppo presso la stazione di Favarotta.
[attachment=5:2hp8lwpl]moto mitraglieri bersaglieri in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
La minaccia restò anche su Campobello, dove per fronteggiarla, il Comando del XII° C. D`A. mise a disposizione di Schreiber una batteria da 105/28 del XII° gruppo che si trovava a Chiusa Sclafani inviandola ad Aragona, il Comando del 177° regg bersaglieri comandati dal Col. Venturi ed il 526° btg bersaglieri dislocati ad Aragona inviandoli con gli autocarri a Canicattì per affiancare il 161° gruppo semoventi nell`avanzata verso la stazione di Favarotta ( distante in linea d'aria da Campobello poco più di 5 chilometri). A causa del ritardo nell`esecuzione di questi ordini, gli americani giunsero per primi alla stazione di Favarotta, registrandosi intorno alle 16,00 gli scontri tra le loro truppe avanzate e gli italiani . Si decise di piazzarsi più a nord, a Campobello, dove il Col Venturi assunse il comando di un gruppo formato dal suo Comando del 177°, dai suoi bersaglieri del 526° btg, dal 161° gruppo semoventi, ed affiancati dalla 1° cmp moto mitraglieri. Il Comando del XII C.D`A. sul calar della sera mise a disposizione della 207° il XXII° Gruppo da 105/28, il 35° e 73° btg bersaglieri del 10° reggimento del Ten. Col. Storti, e la 12° btr del 103° gruppo da 75/27 per il contrattacco dell`11 con lo scopo di respingere gli americani. Il contrattacco si sviluppò in due settori. Uno in quello della strada Canicattì-Campobello di Licata-Favarotta, e l'altro in quello delle strade Agrigento-Naro e Agrigento-Palma di Montechiaro, mentre nella zona di Gela ci sarebbe stato quello italo tedesco. Il XII° Gruppo ed i 2 btg bersaglieri di Storti dislocati a Chiusa Sclafani , vennero sostituiti dal III° battaglione fanteria e dal 233° Gruppo Centauro da 75/27, e dal 19° gruppo Centauro da 105/28.
Nel primo settore l`11 mattina alle prime luci dell`alba circa alle 05,40 partì al contrattacco il gruppo tattico comandato dal col. Venturi, comandante del 177° bersaglieri, costituito dal 526° btg bersaglieri, dal 161° gruppo semoventi da 90/53 e dalla 1° cmp moto mitraglieri. Gli americani precedettero il contrattacco puntando su Campobello lungo la strada 123 ed i semoventi del 161°furono impegnati in duri combattimenti con i mezzi meccanizzati del III° btg Rangers e del II/15° ftr . Durante la battaglia si alternarono attacchi e contrattacchi per la conquista di Favarotta, dove furono distrutti 3 semoventi e ci furono molte perdite tra i bersaglieri del 526° btg del Magg Maritati e della cmp moto mitraglieri.
[attachment=4:2hp8lwpl]semovente in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=3:2hp8lwpl]allotta_1[1].JPG[/attachment:2hp8lwpl]
Il btg bersaglieri conquistò gli obiettivi assegnati, cioè le alture sovrastanti la stazione di Favarotta a costo di molte perdite. In quei combattimenti morì il gen. Francisci ,ucciso durante un`ispezione in prima linea mentre in piedi osservava impassibile i movimenti dei carri armati americani nonostante i suoi ufficiali lo avessero esortato di mettersi al riparo. Si disse che ormai disperato perché era certo di non poter opporre nulla al dilagante fuoco nemico , si fosse esposto volontariamente forse per cercar la morte sul campo. Fu decorato alla medaglia d`oro alla memoria . Era l`ufficiale di collegamento tra il comando della VI° Armata e la Milizia, e alle 07,05 fu incaricato di assumere il comando della forze della zona di Campobello di Licata- Canicattì. Il col Venturi rimase ferito ma restò al suo posto di comando fino a quando divenuto insostenibile lo scontro, il gruppo di Venturi intorno alle 09,00 fu costretto a ritirarsi per attestarsi intorno alle 12,00 a Casa S. Silvestro, a pochi km da Canicattì, lasciando al nemico Campobello. Per rafforzare questo nuovo schieramento, il 163° gruppo di semoventi da 90/53 fu messo a disposizione di Venturi insieme alla 1° e 3° batteria del 22° gruppo da 105/28.
[attachment=2:2hp8lwpl]gen della milizia defrancisci.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Intanto movendo al contrattacco da Agrigento verso Palma di Montechiaro, il 527° btg bersaglieri, rinforzato da un solo plotone della 1° compagnia moto mitraglieri ed appoggiato dalla 2° batteria da 105/28 del 22° gruppo, si impadronì a sorpresa del centro abitato, ricacciando il 3° btg del 7° gruppo tattico americano, mentre altri reparti italiani furono impegnati a sud e sulle alture circostanti per tutta la mattinata fino al primo pomeriggio, quando intorno alle 15,30 furono accerchiati e sopraffatti dalle superiori forze americane e dall`intervento dei carri armati. Gli attacchi aerei sul 22° gruppo di artiglieria, che si registrarono lungo la strada 115 distrussero quasi del tutto la batteria, lamentando la mancata protezione aerea italiana, nonostante le ripetute richieste di intervento.
Intanto il 73° btg bersaglieri del 10° reggimento giunse a cavallo della strada sistemandosi sulle sponde del Naro con un pezzo superstite della batteria da 105/28 e la batteria da 100/22, costituendo un nuovo fronte di resistenza.
[attachment=1:2hp8lwpl]nostro anticarro in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
La nuova controffensiva che doveva partire da Naro diretta su Palma di Montechiaro, sarebbe dovuta scattare contemporaneamente a quella di Venturi, ma fu rinviata al pomeriggio per il ritardato arrivo presso Naro del 35° btg del 10° reggimento bersaglieri e della 12° batteria da 75/27 del 103° gruppo di artiglieria. Nel frattempo verso le 12,00 elementi del 41° battaglione reggimento corazzato americano occuparono Naro, muovendo le avanguardie in avanti lungo la strada per Canicattì, avanzata che fu interrotta dall`azione del 35° btg bersaglieri del Magg. Moccia che si mosse intorno alle 13,30 conquistando le alture a nord di Naro. Ma intorno alle 16,00 il 35°, con soli due plotoni di rincalzo, respinse il contrattacco americano sostenuto dagli aerei, respingendoli a circa 3 chilometri a nord est di Naro. Ma trovandosi adesso in posizione molto esposta si ritirarono in nottata, lasciando così agli americani le posizioni conquistate. Questo episodio mostra un atteggiamento ripetuto diverse volte dagli americani in Sicilia durante le avanzate, cioè un atteggiamento di molta prudenza che li portava a fermarsi per richiedere una valanga di fuoco massiccio di artiglieria navale ed aerea per scardinare il punto di resistenza. Nell`azione appena narrata il 35° btg, nonostante l'intenso fuoco aereo nemico, raggiunse ed occupò un passo tra due colline prima che una compagnia americana lo raggiungesse, ma una volta che arrivò in vista del passo e trovandosi sotto il fuoco italiano si fermò in attesa dei rinforzi per poi riprendere l`attacco con l`appoggio del fuoco aereo e quello di artiglieria. Il Maggiore Moccia dopo aver vinto un momento di esitazione se ripiegare o meno, decise di contrattaccare con una sessantina di uomini che armati di mitragliatori e moschetti presero sul fianco la colonna americana, che ritenendoli essere l`avanguardia italiana, e non i due plotoni di rincalzo, indietreggiò su Naro, protetta dalla loro artiglieria. Sempre giorno 11 alle 08,10 Guzzoni ordinò di trasferire in zona, sotto il comando di Schreiber, il III/30° fanteria autotrasportato dell`Assietta, il 233° gruppo art da 75/27 a traino meccanico e il II/6° fanteria autotrasportato dell`Aosta e la 2°compagnia controcarri. Schreiber che si trovava ad Agrigento, alle 09,20 ricevette l`ordine di assumere a Canicattì il comando di tutte le forze italiane e tedesche tra cui il gruppo Neapel del col Geisler della 15° divisione Sizilien. Il comando della 207° fu affidato al gen De Laurentis. Alle 09,45 e alle 09,55 al XIX° gruppo art. da 105/28 e alla compagnia moto mitraglieri della 208° divisione costiera fu ordinato di unirsi a questo raggruppamento. Schreiber giunto a Canicatì intorno alle 11,30 preparò tempestivamente il contrattacco che iniziò alle 13,30. Il nuovo contrattacco che avrebbe avuto anche lo scopo di proteggere il fianco del XVI° C. D`Armata, scattò alle 13,30 ma solo col gruppo Neapel, che dopo aver sfondato le linee del 15° gruppo tattico americano si spinse fino a due km da Campobello di Licata, dove qui fu ricacciato dai corazzati americani, e Schreiber constatando che gli americani erano ben piazzati a Campobello, decise di non inviare nessun reparto di fanteria, sia per l`impossibilità immediata di un altro contrattacco da parte del gruppo Venturi, che era già stato impegnato molto duramente, sia per la forte reazione dell`artiglieria americana e sia per la minaccia dell`avanzata delle avanguardie americane sul fianco destro, le quali dopo aver conquistato Naro puntavano verso nord, su Canicattì, e ad est su Campobello, dove il gruppo Neapel rimase a protezione del ripiegamento delle forze italiane presso Casa S. Silvestro. Intorno alle 18,00, mentre a Casa S. Silvestro gli italiani apprestavano in fretta le difese, il 15° gruppo reggimentale tattico statunitense scattò al contrattacco, ma i corazzati americani furono fermati dai semoventi piazzati a sud della cittadina.
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