grazie herrx non sapevo dei portapala in tela verde salvia,io pensavo usassero quelli in cuoio normale.............hai delle foto????
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grazie herrx non sapevo dei portapala in tela verde salvia,io pensavo usassero quelli in cuoio normale.............hai delle foto????
Ho appena ricevuto la risposta del tipo che mi ha dato un codice di riferimento.....domani vado in posta vedere che mi dicono!
Io non ne possiedo una con i ribattini, ma puoi fare riferimento a quelle della WW1. Se ne vuoi una tedesca dell'ultima guerra, basta che controlli se compaiono i soliti codici a tre lettere seguiti dall'anno (o anche il nome per esteso); e se ci sono i nove punti di saldatura, è senza dubbio bellica! [ciao2]Citazione:
Originariamente Scritto da unorosso
Ho scritto anche [;)]. Per quel che ne so, hanno usato portapala in cuoio ed anche il modello pieghevole.Citazione:
Originariamente Scritto da walter nowotny
Ti allego una foto ed una tavola di Ron Volstad (perdona la qualità*);
nella foto si scorge la pala pieghevole..
http://www.milistory.net/Public/data...11195553_a.jpg
http://www.milistory.net/Public/data...21119571_b.jpg
Ottima integrazione Andrea,N°1[;)]
questa e la mia da notare il bordo affilato non per farsi la barba
ciao leon
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si e bloccato tutto
continuo
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come vedi e la sorella della tua ciao
Ma è stupenda,dalle foto non riesco a capire,ma sembra un fondo di magazzino praticamente,confermi?Condizioni impeccabili,bravo.
Spero di trovarne anch'io una così un giorno[;)]
Allora, cominciamo a discutere d'un argomento che è molto interessante, la Feldspaten della Wehrmacht è nota per il fatto che oltre ad essere stata usata per la sua funzione originale, quello di scavare, è stata usata come efficentissima arma per i combattimenti corpo a corpo, questa pratica venne particolarmente "raffinata" sul fronte orientale, dove i soldati Tedeschi erano abituati a continui e repentini assalti da parte dell'avversario sovietico.
La feldspaten Bellica si riconosce dal fatto che la lama era collegata all'aggancio per il manico per mezzo di cin que rivetti, con il progredire della guerra però si comnciò a fabbricarle anche con la lama saldata direttamente sull'affusto;
durante il conflitto sul fronte orientale anche i sovietici cominciarono a produrre una propria vanghetta da trincea, molto simile a quella Tedesca però distinguibile dal fatto che era leggermente più rozza della sua collega e dalla presenza di un anello di contenimento sull'affusto che veniva poi infilato nel manico.
Nel dopoguerra la DDR sviluppò anch'essa una propria vanghetta, distinguibile dal fatto che oltre ad avere la lama saldata e non rivettata, l'impugnatura veniva fissata mediante due bulloni.
La feldspaten fù poi copiata anche dall'esercito svizzero e se ne possono ancora trovare in giro parecchi esemplari, riconoscibili dall'impugnatura in legno squadrata anzichè tonda.
Il modello successivo a quella a lama fissa non riscosse eccessivo successo, a differenza della sua antenata, in quanto era meno resistente nella lotta corpo a corpo e tendeva a rompersi dopo breve.
Da testimonianze dirette di reduci dal fronte russo si sà* che le tecniche di uso migliori per la feldspten in combattimento erano quelle di usarle come un ascia, quindi tirando colpi laterali all'altezza del collo dell'avversario, decapitandolo, oppure colpi diretti di taglio all'altezza della testa, provocando così uno sfondamento della scatola cranica dell'avversario e quindi il decesso.
se particolarmente affilata e se usata con abbastanza forza poteva anche riuscire a penetrare le uniformi pesanti invernali sovietiche e quindi riuscire a provocare ferite da taglio nel torace o alla schiena che riuscissero a porre termine alla vita del nemico di turno.
Una nota: alcuni combattenti che usavano nelle lotte corpo a corpo la feldspaten e le altre armi da taglio in dotazione avevano l'usanza di immergere le lame negli escrementi o in altri materiali infetti così anche se non si riusciva a menare fendenti o stoccate che arrecassero un decesso istantaneo c'era la certezza che l'avversario sarebbe morto per infezione.
Saluti
Die Nadel