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Con quello di Corvo intendi "La campagna d'Italia dei servizi americani"? L'ho già letto. I libri di Sogno no. Molte sue peripezie le ho trovate però sul libro di Stafford "La resistenza segreta".
Sai consigliarmi i titoli precisi di Sogno e Tassinari così li cerco?
Resta l'interrogativo sull'uniformologia degli agenti italiani SOE.
Ora che mi viene in mente,c'è una foto di Paola Del Din,collaboratrice SOE e componente della missione SOE "Bigelow" , che può costituire un indizio.
Allegato 284670
Chiedo scusa per la ripetizione del messaggio ma il pc è temporaneamente impazzito.
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I libri non li ho sottomano e quindi non posso citarli esattamente ma credo che cercando in rete non dovresti avere difficoltà a trovarli.
Questa foto della Del Din, scattata evidentemente al sud o dopo la conclusione della guerra è indicativa di ciò che dico: secondo te poteva traversare le linee tedesche vestita così? Ti ricordo che inizio trasferendosi da Nord a Sud per portare documenti (addirittura sfruttando un passaggio su un veicolo tedesco) e solo negli ultimi giorni di guerra fu lanciata nell'Udinese.
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Quindi siamo finalmente giunti ad una risposta chiara dopo una decina di messaggi: che secondo te c'era un uso dell'uniforme finché rimanevano tra le linee alleate e abito civile dietro le linee.
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Forse non sono stato chiaro ma cercavo di farti ragionare: bisogna distinguere tra vita nelle linee alleate e vita tra i nemici.
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Una cosa mi lascia perplesso. Sicuramente l'eventuale scelta di abiti civili era conveniente per un rientro nelle linee alleate senza destare eccessivi sospetti. La motivazione di essere trattati da traditori se catturati in uniforme però non mi convince:una volta scoperti, che fossero in uniforme o in abiti civili, la sorte non credo sarebbe cambiata.
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Non sempre succedeva.
Ti ho già fatto l'esempio dell'operazione Ginny e quello dell'operazione Cold Comfort (tra l'altro uqesti ultimi stranamente sepolti a Genova Staglieno), ti aggiungo quello del capitano Hall, ucciso anche lui nei pressi del Brennero.
Ma ora ti faccio l'esempio del capitano Irving-Bell, catturato a fine febbraio '45 nel savonese e che sopravvisse alla guerra, quello dei componenti della missione del Col. Campbell, catturati tre giorni dopo il lancio ed anch'essi sopravvisuti e svariati altri.
Tutto dipendeva dal caso, a seconda di chi ti prendeva.
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Ok, ma il mio discorso era per il personale italiano.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
matt baker
Ok, ma il mio discorso era per il personale italiano.
Allora parliamo di quello accennato prima trasportato dal sommergibile Platino verso l'Alto Adriatico: di tre missioni una fu completamente eliminata, una a metà (due morti e due prigionieri) ed una si salvò per miracolo.
NB: tutto quanto ti sto scrivendo è frutto della mia memoria in quanto come detto prima i relativi libri sono in magazzino: potrei confondere qualche dato ma credo sia tutto esatto.
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Hai citato Tassinari: cercando in rete ho trovato questa immagine che lo ritrae in uniforme americana assieme ad altri due dell'ORI prima di una missione:
https://i.ibb.co/mNkjzp8/IMG-20200818-083011.png
(Operando dal cellulare non so se il link funziona. Credo comunque basti copiarlo e incollarlo sull'indirizzo di una nuova pagina).
Dunque vestivano in uniforme,quantomeno al momento del lancio e in quelli immediatamente successivi.
Su tuo consiglio ho provveduto ad ordinare il libro di Tassinari.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
matt baker
Dunque vestivano in uniforme,quantomeno al momento del lancio e in quelli immediatamente successivi.
No, sino al momento prima del lancio, poi se ci tenevano alla pelle vestivano abiti civili.
Eppure non mi sembra così difficile accettare che agendo dietro le linee avversarie non potevano certo mostrarsi in divisa "nemica".
Quando ti arriverà il libro vorrei un tuo commento sulla foto del Platino...