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ciao Mau65,
ho riletto la tua risposta ed anche la mia e mi sono convinto che NON comprerò il libro da te consigliato. Mi sono reso conto che ciò che mi interessa è andare alla ricerca, un po' come Indiana Jones, di qualcosa di perduto. Ho già con me il libro del Corbetta sulla Linea Cadorna, così come ho la cartina redatta dalla provincia di Varese nel 2006, con gli itinerari escursionistici lungo la Linea Cadorna. Entrambi hanno lacune, mancanze ed errori ( anche se il Corbetta ammette che la sua è stata una ricerca parziale e lascia ad altri il piacere di scoprire ciò che lui non è riuscito a fare ed eventualmente di completare ).
Ho la possibilità di consultare il rapporto del 1917, con le indicazioni dei luoghi dove trovare le batterie, il tipo di calibro e l'artiglieria prevista.
A questo unisco il paragone tra le piantine altimetriche dell'I.G.M. disponibile oggi sul sito della regione Lombardia ( cartine che uso per i miei schizzi ), con le stesse cartine dell'I.G.M. datate 1925, che posso consultare grazie ad alcune conoscenze al CAI. Preferisco un lavoro di ricerca e studio, piuttosto che una semplice consultazione di una cartina ed una visita, stile museo all'aperto.
Nella tua risposta, confermi che gli armamenti della Forcorella sono degli "obici da 210".
Credo che il libro, che mi suggerisci, abbia come fonte lo stesso rapporto del 1917 e quindi abbia una descrizione approssimativa delle armi previste. Infatti tu mi confermi, forse perché possiedi il volume in questione, un calibro ed un'arma generica, perché le fonti in possesso non dicono di più.
Ora tenendo presente che il progetto di questa linea difensiva è del 1898, ti renderai conto che la definizione "obici da 210" è generica, perché nel 1898 esisteva un solo obice da 210, e precisamente il 210/13. Mentre durante la Prima Guerra mondiale gli obici da 210 erano due: 210/8 e 210/13.
Tieni presente che nel rapporto del 1917, molte postazioni per artiglieria hanno una specifica ben precisa. Viene cioè specificato se si tratta di un 149A oppure un 149G. A volte però viene solo riportato solamente "calibro 149", senza precisare il tipo di arma.
Questo mi permette di fare supposizioni in base al tipo di costruzione realizzato. Infatti solo le misure sul campo permettono di capire quale arma effettivamente era prevista. Ed è per questo che faccio i miei rilievi e le mie misurazioni.
Questo è il vero piacere: la ricerca, con dati alla mano, presi di persona, della reale disposizione delle armi in campo.
Forse pecco di superbia, ma se mi seguirai nel mio vagare tra i monti del varesotto a misurare le costruzioni, ti accorgerai, come già mi sono accorto io, che anche il rapporto del 1917 non è del tutto veritiero ed affidabile ( solo guardano il disegno in scala della cannoniera in caverna del San Martino in Culmine ed i dati relativi all'artiglieria prevista ti rendi conto che qualcosa non quadra ), perché, credo io, il rapporto è redatto e firmato da un generale, declassato da comandante di corpo d'armata, inviato a comandare una "organizzazione", e non un corpo dell'esercito, solo perché reo di "portare sfiga" ( vedi le lettere scritte dal Cadorna ai familiari nel maggio e giugno del 1917, nonché la lettera del 13/07/17 al figlio e la definitiva del 15/07/17 in cui esonera il generale e gli offre "..... la sorveglianza della frontiera Svizzera" ), dopo il fallimento della battaglia dell'Ortigara. Un generale che, con la rotta di Caporetto, vede definitivamente sfumare una qualsiasi possibilità di rifarsi un nome, perché relegato in luogo di infimo piano, neanche secondo.
Sto parlando del Gen. Mambretti, inviato a comandare l'O.A.F.N. nel luglio 1917, dopo che il Cadorna aveva fatto diventare la costruzione della Linea di Difesa alla Frontiera Nord un elemento indipendente dalla 5a armata, già nel marzo 1917.
Dopo questa tirata, sono comunque contento di vedere che qualcuno mi segue da vicino e mi piacerebbe che commenti e critiche al mio lavoro arrivassero più spesso.
Ti ringrazio ancora.
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Allegati: 25
poiché la prima parte dell'escursione a Cuasso al Monte, località Castello, ha problemi nella apertura degli allegati delle foto, provo a rimettere le foto, sperando che non ci siano problemi. Limiterò i commenti al minimo.
Piantina
Allegato 258670
Disegni in scala delle postazioni
Allegato 258671
Allegato 258672
Entrata ai camminamenti
Allegato 258673
Cameretta 4x4
Allegato 258676
Allegato 258674
Allegato 258675
Allegato 258677
Prima postazione
Allegato 258678
Allegato 258679
Allegato 258680
Allegato 258681
Allegato 258682 entrata
Allegato 258684 luce di volata dall'interno
Allegato 258683 luce di volata dall'esterno
seconda postazione, scala d'accesso.
Allegato 258685
COS'E' ?
Allegato 258686Allegato 258687
Allegato 258688 entrata
Allegato 258689 luce di volata
Allegato 258690
Allegato 258691
Allegato 258692 uscita alla postazione successiva
Terza postazione
Allegato 258693
Allegato 258694
Tenete presente che le foto che ho scattato sono sempre molte di più di quelle effettivamente postate. Cerco di mostrare le più significative. Nel caso qualcuno dei modellisti fosse interessato ad avere anche altri dettagli delle postazioni per, magari, ricostruire una della postazioni, può chiedermele e gliele invierò
A presto.
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Ciao spinger,
Il lavoro sul terreno è molto importante e permette di completare il lavoro in archivio. Per anni ho percorso zone fortificate senza dati (erano ancora segreti). il piacere della scoperta era notevole. Poi l'accesso ai dati, reso possibile per me, ha cambiato notevolmente il modo di guardare queste opere.
In effetti una postazione per tale arma può sempre essere utilizzata per un'altra (in particolare con la linea Cadorna - senza una grande tipologia di affusti da fortezza, ne feritoie blindate), ma queste informazioni si possono trovare solo in archivio.
Ora per la Cadorna: non ho mai visto un lavoro scientifico globale su tutta la linea, ma solo studi molto parziali - e molti articoli generici. Negli archivi svizzeri è possibile trovare un rapporto finalizzato nel 1921 con una sintesi e moltissime cartine e foto (su certe, prese da notevole distanza, si vedono anche i pezzi d'artiglieria
- ma lo sguardo da oltre confine resta parziale in quanto non si poteva accedere alle opere ;-). Se un lettore di questo forum (si, purtroppo, non più molto attivo) conosce un tale studio sarei grato per la segnalazione.
Buon lavoro !
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Ciao Mau65
credo che un'opera completa sulla Linea Cadorna dallo Stelvio al Sempione richiederebbe veramente anni di lavoro.
E' una cosa su cui ho fantasticato, ma devo lavorare ed anche occuparmi degli affetti. Se potessi farlo di mestiere, lo farei di sicuro.
Tieni presente che i documenti dal lato italiano sono sia a Milano, sia a Roma, oltre che presso molti dei comuni interessati alla costruzione. Poter consultare tutto è molto difficile, perché spezzettato.
Io comunque amo la ricerca sul campo, perché amo molto la montagna e fin da ragazzo entrare ed uscire dai camminamenti mi divertiva, e mi diverte tutt'ora.
ci sentiamo appena avrò altre foto e rilievi da postare.
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Poiché sono costretto a stare a casa, a causa dell'età e degli abusi a cui ho sottoposto il mio fisico nelle ultime sei settimane, occupo il tempo in modo proficuo.
Oggi tratterò di quella parte della "Linea Cadorna" non costruita nel periodo bellico, ma prima.
Mi permetto di fare, anzi di rifare, un po' la storia di queste costruzioni.
Quella che oggi vine chiamata Linea Cadorna tra il passo dello Stelvio fino al Sempione, altro non è che la Linea di Difesa alla Frontiera Nord, un progetto studiato nel 1898 dallo Stato Maggiore, a difesa del confine con la Svizzera. Alcune costruzioni verranno costruite prima del 1916, altre, la maggior parte, durante la Grande Guerra.
Il periodo che va dal 1909 al 1914 vide la costruzione di alcuni forti e precisamente:
Forte di Oga o Venini, situato sopra Bormio in Valtellina, a copertura del passo dello Stelvio. Iniziato nel 1908 verrà terminato nel 1912.
Forte Sertoli, situato sopra Tirano, a copertura del passo del Tonale. Iniziato nel 1911, verrà terminato nel 1914.
Forte Lusardi, sopra Colico ultimo baluardo a chiusura della Valtellina e della Val Chiavenna.
Forte di Montorfano, sopra il lago di Mergozzo, a chiusura della valle del Toce. Sarà iniziato nel 1912, ma i lavori verranno interrotti nel 1915. I lavori di fortificazione della valle del Toce riprenderanno nel 1916, ma il forte non verrà terminato.
Questi forti erano del tipo "Rocchi" ed avevano quattro postazioni a pozzo e copertura a cupola in acciaio, per pezzi da 149.
Il forte Venini ed il Lusardi sono visitabili, perché recuperati, anche se solo il Lusardi ha ancora i pezzi d'artiglieria originali all'interno delle cupole di tiro.
Il Sertoli attende di essere recuperato.
Mentre ciò che resta del Montorfano è stato recuperato e visitabile come le costruzioni della linea difensiva a Viggiù qui a Varese.
Nello stesso periodo vengono costruite anche postazioni in barbetta sulla cima di alcuni monti. Quattro di questi si trovano in provincia di Varese. Si trovano sulla cima dei monti : Campo dei Fiori, Scerré, Martica e Piambello.
Il Piambello e il Scerrè vedranno anche altre costruzioni che saranno realizzate nel periodo 1915/1918. Ho già in parte trattato alcune di queste costruzioni e precisamente le postazioni per artiglieria della Forcorella di Marzio e di Cuasso al Monte, le postazioni per fucilieri e mitragliatrici nel tratto Cadegliano sul monte Piambello. Mentre i tratti di trincee da Masciago Primo a Cunardo e da Cunardo a Ghirla fanno parte della fortificazioni del monte Scerré.
Oggi tratterò di tre di queste postazioni in barbetta ( purtroppo non ho ancora terminato il materiale relativo al monte Martica ).
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Allegati: 16
Monte Piambello
Allegato 261327
A questa postazione in barbetta ci si arriva da due strade militari costruite entrambe nel periodo 1911/1912. Una è la strada che passa dal paese di Boarezzo ( ed è la più corta e più pratica per una visita ). Subito dopo l'abitato di Ganna si prende la strada a salire verso il paese di Boarezzo. Appena passato il paese la strada è ancora asfaltata, ma, da quando la pista di sci da fondo che si trova poco più su è stata chiusa, non viene fatta più manutenzione e quindi occhio alle buche !
Arrivati all'entrata del vecchio villaggio del tuoring club ( costruito negli anni '20 ed ora lasciato in completo abbandono, sic ), vi si lascia la macchina. A salire comincia la strada militare sterrata. Noterete subito sulla destra la pietra miliare del km 2. Questo perché la strada militare cominciava già prima del paese. Si tratta di una dei due rami della strada militare Boarezzo - Marzio, che diventa in alcuni punti SP41, menzionata nel thread della Forcorella di Marzio. Da questa pietra miliare alla cima ci sono circa 3 km di passeggiata nei boschi. Nel camminare passerete anche a fianco delle costruzioni per artiglieria costruite nel 16/18 e troverete anche l'indicazione per la cannoniera in caverna dello stesso periodo, ma di questo tratterò prossimamente.
L'altra strada militare parte dal parco dell'ospedale di Cuasso al Monte ( ex sanatorio Duca d'Aosta ), quindi con accesso limitato, ed è molto più lunga come percorso ( dall'ospedale alla cima sono circa 7 km ). Questa strada però faceva da servizio anche alle postazioni d'artiglieria della Bocchetta Stivione e della Bocchetta dei Frari, alle postazioni di mitragliatrici delle "Rocce Rosse", nonché all'osservatorio del monte Derta.
Particolare buffo, all'incrocio fra le due strade militari si trovano ben tre pietre miliari. Salendo da Boarezzo sulla destra si trova la pietra del km 4.500, dopo pochi metri, sullo stesso lato, si incontra la pietra della strada di Cuasso con il km 6.390, ma di fronte a queste due pietre, sul lato opposto troverete la pietra miliare km 0.
Allegato 261328
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Allegato 261330
Lo schema di questa postazione in barbetta è a forma di T rovesciata
Allegato 261331
Viste le dimensioni della postazione e viste le dimensioni richieste dal "Manuale di istruzioni pratiche per il graduato d'artiglieria da fortezza" di Anacleto Ranelletti, del 1915, che stabiliscono 6 mt di larghezza e 7,5 di profondità per ogni piazzola per un pezzo da 149, la barbetta doveva portare 10 pezzi in totale.
A mio parere, visto l'orientamento della T, gli 8 pezzi che si trovavano al centro dovevano essere messi a spina di pesce, ma é una mia congettura.
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Vista dal fondo
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Particolare dello spessore del parapetto
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Particolari di alcune nicchie.
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In fondo al parapetto era posto un cippo per l'orientamento. Qualche simpaticone ha deciso di staccarlo e di farlo rotolare lungo il sentiero che scende all'osservatorio del Sass di Boell.
Allegato 261342
- - - Aggiornato - - -
Dimenticavo, se andate su google maps e guardate le foto dal satellite, poiché sono state prese in inverno dopo una nevicata, la forma a T della barbetta è ben visibile.
Potrete anche notare i semicerchi di dieci delle altre postazioni, nonché la strada che conduce alla cannoniera in caverna.
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Allegati: 11
Ho ricontrollato quello che ho scritto poco sopra e, secondo i calcoli i pezzi che potevano essere schierati in barbetta erano 12 e non 10. Infatti 8 andavano nella parte centrale lunga, e quattro, due per parte, ai lati.
Monte Scerré
Allegato 261349
La strada più corta sarebbe arrivare a Ganna e alla rotonda girare per l'abazia di San Gemolo. Di fronte all'abazia sale la strada per Mondonico. Il problema per arrivare in cima allo Scerrè da Mondonico è l'attraversamento della strettoia del paese. Già una macchina di media cilindrata fa fatica a passarci. Quindi proseguire per Bedero Valcuvia e prendere la strada che conduce in cima al monte. Attenzione, non seguite le indicazioni per la Linea Cadorna, perché vi porterebbero alle costruzioni del tratto Cunardo Ghirla, che passano anche per Bedero Valcuvia.
La strada militare si trova sulla sinistra, appena si arriva in cima alla strada. E' sterrata e non sempre si riesce a vedere la pietra miliare di inizio. Quindi, se arrivate in cima e poi cominciate a scendere, tornate indietro e troverete una sterrata che sale alla vostra destra.
Allegato 261350
Le postazioni in barbetta sono due, una più grande a forma di diamante, l'altra un semplice parapetto a ] sdraiata.
Disegno del parapetto più grande.
Allegato 261351
Anche qui vengono rispettate le misure del manuale citato in precedenza, perché ogni parapetto è lungo 24 mt. Le ali laterali sono lunghe 6 mt ( invece di 7 ) ma c'è molto spazio dietro da permettere il rinculo del 149 un problema da poco.
Il parapetto piccolo è lungo 24 mt, con le ali da 6 mt.
Il totale di pezzi sono 12, cioè 3 batterie complete.
A differenza della barbetta precedente, non ci sono nicchie sotto il parapetto.
Il muro di protezione della strada dietro il parapetto
Allegato 261355
L'entrata alla piazzola, con pietra miliare di fine strada.
Allegato 261356
La piazzola grande.
Allegato 261357
Allegato 261358
Allegato 261359
Pilastrino dell'I.G.M. con l'indicazione del nord
Allegato 261360
Seconda piazzola.
Allegato 261361
Allegato 261362
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Allegati: 21
Monte campo dei Fiori.
Questo è il punto più a sud di tutta la linea difensiva, nella provincia di Varese. Infatti la città di Varese stessa si sviluppa sul massiccio del Campo dei Fiori.
Le postazioni si trovano un po' distanti una dall'altra. O meglio, l'unica realmente integra, e che è meta di gita da parte di tutti i varesini e varesotti, è il cosiddetto "Forte di Orino", questo perché si trova su di una cima del massiccio nel comune di Orino ( abbiamo anche altri paesi con nomi buffi da queste parti ).
Le costruzioni in barbetta erano all'origine tre.
Una è stata smantellata per fare posto alla piazzola dell'eliporto di servizio alla caserma che è stata costruita su questa cima. Dalle dimensioni della piazzola, si deduce che aveva le dimensioni del parapetto piccolo del Monte Scerré.
La seconda è diventata il piazzale pic nic dell'osservatorio astronomico, quando il parco di quest'ultimo è stato trasformato in area didattica.
Dalle dimensioni e dalla forma del piazzale e sopratutto del basamento del muro di sostegno, che si può vedere dal basso, prendendo il sentiero che dalla pensione Irma scollina sul lato nord del monte, si deduce che aveva la forma e le stesse dimensioni del diamante del monte Scerré.
Il terzo, come dicevo, è il forte di Orino, dove il parapetto ha la forma di una L e non di una ] rovesciata.
Allegato 261363
Per arrivarci bisogna entrare in Varese, andare verso il palazzetto dello sport e salire verso il quartiere Sant Ambrogio. Al bivio per il quartiere di Fogliaro ci sono le indicazioni per l'Osservatorio astronomico del Campo dei Fiori. Dobbiamo arrivare proprio all'osservatorio astronomico. Poiché l'accesso all'osservatorio è limitato, si può lasciare la macchina nel parcheggio della Pensione Irma, che è di fatto un parcheggio pubblico.
Ritornando verso l'osservatorio troveremo troveremo una strada asfaltata, che ci porta su di una piccola cima laterale che sale al Monte Tre Croci. In un tronco di faggio troveremo l'unica pietra miliare di questa strada militare.
Allegato 261364
Continuando arriveremo all'eliporto ci si presenterà un piazzale, dove solo una nicchia del parapetto è stata conservata e sulla quale è stata apposta una lapide a ricordo. Dall'altro lato del non più parapetto è stato posto un obice 75/13.
Allegato 261365
Allegato 261366
Allegato 261367
Questa è la vista sulle montagne svizzere che si gode da questo punto.
Allegato 261368
Allegato 261369
Questa batteria copriva le spalle alle postazioni sul monte Piambello, Martica e Scerré
Allegato 261370
Si torna all'osservatorio. Qui è possibile entrare solo nei fine settimana, quando il cancello è aperto per le visite al parco.
Pur essendo parco pubblico, ma all'interno di un'area privata, preferisco non postare le foto, anche perché vedreste solo delle panchine e dei tavoli in cemento.
Se il cancello dell'osservatorio è chiuso, dal piazzale davanti all'entrata parte la strada militare verso la terza piazzola. E' una camminata di circa un'ora / un'ora e mezza, a seconda del passo. Il comune ha rimesso, dopo che erano andati distrutti per incuria quelli messi negli anni '70, gli attrezzi per il percorso vita. Quindi se volete potete fare esercizi all'aperto ( parallele, travi d'equilibrio etc. ) per gentile concessione del comune di Varese. La strada è pressoché tutta in piano ad eccezione degli ultimi 200 mt, dove un paio di curve strette vi faranno uscire dal bosco ed arrivare su una piccola spianata che permette la visione a 360 gradi, dalle montagne alla pianura. Nei giorni invernali, quando l'aria ti taglia le orecchie, ma è limpida da far paura, la vista arriva ben oltre Milano.
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Allegato 261376
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Particolare delle nicchie
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Panorami vari, ci vorrebbe un filmato.
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Allegato 261382
Allegato 261383
Appena possibile terminerò la serie delle costruzioni precedenti all'inizio della Prima Guerrra Mondiale con la cima del monte Martica.
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Caro Spinger, con queste immagini mi riporti indietro di 35 anni... quante pattuglie in quei boschi.
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Ciao, hai fatto il militare qui al confine con la Svizzera ?