Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		Vorrei ringraziare Ranville per questo suo post!!
Questo post mi ha aiutato e non poco a capire qualche cosa in un campo a me decisamente sconosciuto!!
Finalmente ho potuto capire qualcosa di quello che c'è scritto nei miei wehrpass!!! [icon_246 
Detto questo a breve posterò un pò di materiale in questa stanza.. [0008024 
Col vostro aiuto, spero di poter dare vita a questi veri e propri pezzi di storia, ma sopratutto  pezzi di  vita di chi la guerra l'ha vista davvero.
Saluti Andrea!
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		Aspettiamo di vedere i tuoi Wehrpass!!! [264
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		Vuoi dire con l'aiuto di Ranville....... [264 
Dai che aspettiamo.
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		
	Citazione:
	
		
		
			
				Originariamente Scritto da ThuleGesellschaft1919
				
			
			Vorrei ringraziare Ranville per questo suo post!!
Questo post mi ha aiutato e non poco a capire qualche cosa in un campo a me decisamente sconosciuto!!
Finalmente ho potuto capire qualcosa di quello che c'è scritto nei miei wehrpass!!! [icon_246 
Detto questo a breve posterò un pò di materiale in questa stanza.. [0008024 
Col vostro aiuto, spero di poter dare vita a questi veri e propri pezzi di storia, ma sopratutto  pezzi di  vita di chi la guerra l'ha vista davvero.
Saluti Andrea!
			
		
	 
 
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ranville
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		... posto qui perchè mi sembra il posto più giusto anche se il pretesto di questo "pensiero a voce alta" viene da una pagina qui sopra recentissima del "solito" Ranville (solito per fortuna!) sulla storia del giovane Hans Goszinski morto giovanissimo ad Anzio nel 1944.....  penso che non saprei esprire meglio e in una sintesi così efficace e completa come appunto la storia di Hans  di come e perchè mi piacciono i Wehrpass... ho anche qualche libretto inglese (i famosi Army Book AB64) poi qualche foglio matricolare italiano ma non c'è nulla come il Wehrpass secondo me che sa raccontare la storia di un uomo (non di un soldato, ma di un uomo)..... e la storia sono appunto  documenti, memorie, testimonianze, luoghi (non l'ho inventato io, quando ancora si insegnava a scuola bena la storia, si imparava già* in terza elementare quando ti portavano a vedere i monumenti ai caduti o le targhe in qialche posto)... e il wehrpass attraversa tutta la vita di un soldato oltre l'anagrafe e le date: la religione, le malattie, la scuola, i genitori, gli affetti, i mestieri, le attitudini, oltre la storia e la militaria.... poi quando diventa un Konvolut così straordinario, un cassetto così speciale da aprire foto per foto e giorno per giorno,  una storia da film o da libro da leggere tutto d'un fiato come è riuscito a farci leggere, vedere e sentire Danilo vuol dire che il libretto (come succede spesso anche a me e solo coi Wehrpass) diventa, con buona pace e il massimo rispetto di chi li colleziona solo perchè sono rari, o di un reggimento d'elite, o di soldati superdecorati, o (tocca a me) solo perchè sono passati da queste parti, diventano appunto solo un pretesto o uno strumento per ritornare indietro e sopratutto per riportare avanti: e la memoria, e appunto non si muore fino a che c'è memoria.... bravo Ranville!!!
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		
	Citazione:
	
		
		
			
				Originariamente Scritto da mufasa
				
			
			... posto qui perchè mi sembra il posto più giusto anche se il pretesto di questo "pensiero a voce alta" viene da una pagina qui sopra recentissima del "solito" Ranville (solito per fortuna!) sulla storia del giovane Hans Goszinski morto giovanissimo ad Anzio nel 1944.....  penso che non saprei esprire meglio e in una sintesi così efficace e completa come appunto la storia di Hans  di come e perchè mi piacciono i Wehrpass... ho anche qualche libretto inglese (i famosi Army Book AB64) poi qualche foglio matricolare italiano ma non c'è nulla come il Wehrpass secondo me che sa raccontare la storia di un uomo (non di un soldato, ma di un uomo)..... e la storia sono appunto  documenti, memorie, testimonianze, luoghi (non l'ho inventato io, quando ancora si insegnava a scuola bena la storia, si imparava già* in terza elementare quando ti portavano a vedere i monumenti ai caduti o le targhe in qialche posto)... e il wehrpass attraversa tutta la vita di un soldato oltre l'anagrafe e le date: la religione, le malattie, la scuola, i genitori, gli affetti, i mestieri, le attitudini, oltre la storia e la militaria.... poi quando diventa un Konvolut così straordinario, un cassetto così speciale da aprire foto per foto e giorno per giorno,  una storia da film o da libro da leggere tutto d'un fiato come è riuscito a farci leggere, vedere e sentire Danilo vuol dire che il libretto (come succede spesso anche a me e solo coi Wehrpass) diventa, con buona pace e il massimo rispetto di chi li colleziona solo perchè sono rari, o di un reggimento d'elite, o di soldati superdecorati, o (tocca a me) solo perchè sono passati da queste parti, diventano appunto solo un pretesto o uno strumento per ritornare indietro e sopratutto per riportare avanti: e la memoria, e appunto non si muore fino a che c'è memoria.... bravo Ranville!!!
			
		
	 
 
Colgo l`occasione del tuo intervento per ringraziarti e per esternare il mio pensiero.
Collezionare documenti  che sono riconducibili alla vita di una persona ben identificabile in genere mi spinge al pari di non so quanti altri a non si limitarmi  al puro oggetto ma a quello che c`è dietro.
Chi più chi meno si cimenta  a questo punto nella ricostruzione dettagliata ove possibile  della storia del loro possessore nel contesto degli eventi storici in cui è vissuto utilizzando fino in fondo tutta la documentazione di cui dispone; fare diversamente sarebbe un vero peccato.
Differenze di interessi e di modi di pensare nonché una differente sensibilità* sono fattori che caratterizzano noi tutti e che spingono chi scrive a far si che una storia sia impostata in una maniera piuttosto che in un'altra.
Questi stessi fattori inducono alla fine il lettore a percepire o meno quello che si intende trasmettere ed in questo sicuramente io e te siamo simili.
ranville
	 
	
	
	
		Re: “Werhpass” l'inizio di un interesse
	
	
		
	Citazione:
	
		
		
			
				Originariamente Scritto da ranville
				
			
			
	Citazione:
	
		
		
			
				Originariamente Scritto da mufasa
				
			
			... posto qui perchè mi sembra il posto più giusto anche se il pretesto di questo "pensiero a voce alta" viene da una pagina qui sopra recentissima del "solito" Ranville (solito per fortuna!) sulla storia del giovane Hans Goszinski morto giovanissimo ad Anzio nel 1944.....  penso che non saprei esprire meglio e in una sintesi così efficace e completa come appunto la storia di Hans  di come e perchè mi piacciono i Wehrpass... ho anche qualche libretto inglese (i famosi Army Book AB64) poi qualche foglio matricolare italiano ma non c'è nulla come il Wehrpass secondo me che sa raccontare la storia di un uomo (non di un soldato, ma di un uomo)..... e la storia sono appunto  documenti, memorie, testimonianze, luoghi (non l'ho inventato io, quando ancora si insegnava a scuola bena la storia, si imparava già* in terza elementare quando ti portavano a vedere i monumenti ai caduti o le targhe in qialche posto)... e il wehrpass attraversa tutta la vita di un soldato oltre l'anagrafe e le date: la religione, le malattie, la scuola, i genitori, gli affetti, i mestieri, le attitudini, oltre la storia e la militaria.... poi quando diventa un Konvolut così straordinario, un cassetto così speciale da aprire foto per foto e giorno per giorno,  una storia da film o da libro da leggere tutto d'un fiato come è riuscito a farci leggere, vedere e sentire Danilo vuol dire che il libretto (come succede spesso anche a me e solo coi Wehrpass) diventa, con buona pace e il massimo rispetto di chi li colleziona solo perchè sono rari, o di un reggimento d'elite, o di soldati superdecorati, o (tocca a me) solo perchè sono passati da queste parti, diventano appunto solo un pretesto o uno strumento per ritornare indietro e sopratutto per riportare avanti: e la memoria, e appunto non si muore fino a che c'è memoria.... bravo Ranville!!!
			
		
	 
 
Colgo l`occasione del tuo intervento per ringraziarti e per esternare il mio pensiero.
Collezionare documenti  che sono riconducibili alla vita di una persona ben identificabile in genere mi spinge al pari di non so quanti altri a non si limitarmi  al puro oggetto ma a quello che c`è dietro.
Chi più chi meno si cimenta  a questo punto nella ricostruzione dettagliata ove possibile  della storia del loro possessore nel contesto degli eventi storici in cui è vissuto utilizzando fino in fondo tutta la documentazione di cui dispone; fare diversamente sarebbe un vero peccato.
Differenze di interessi e di modi di pensare nonché una differente sensibilità* sono fattori che caratterizzano noi tutti e che spingono chi scrive a far si che una storia sia impostata in una maniera piuttosto che in un'altra.
Questi stessi fattori inducono alla fine il lettore a percepire o meno quello che si intende trasmettere ed in questo sicuramente io e te siamo simili.
ranville
	 
 
Ho letto con molta attenzione quanto avete detto...................................non mi resta che quotarvi  [264  [264