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Re: Reparti
Qual'è la differenza tra cecchino e tiratore scelto?
Si fa spesso confusione tra tiratore scelto e cecchini : i termini sono usati come sinonimi all'interno delle squadre paramilitari anti-terrorismo come le SWAT, benché solo una ristretta schiera usi effettivamente fucili efficaci nel lungo raggio, mentre il grosso è dotato di pistole mitragliatrici, efficaci nel combattimento corpo a corpo, o poco più.
Il tiratore scelto (in inglese marksman) è un soldato particolarmente addestrato al tiro di precisione con un certo tipo di fucile, ed è più comunemente conosciuto con le denominazioni di Squad Designated Marksman nell'esercito statunitense o di Designated Marksman nell'United States Marine Corps.
Alcune dottrine militari prevedono l'impiego del marksman assieme alla sua unità*.
Se assume tale ruolo, lo specialista in questione prende di mira bersagli a distanze piuttosto ragguardevoli, quando se ne ravvisa la necessità*, in tal modo estendendo la portata d'azione dell'unità* stessa.
Andrebbe tenuto concettualmente distinto dal cecchino (in inglese sniper - letteralmente cacciatore di beccacini), che è una figura più specializzata, e che â?? di regola â?? non opera con gli altri militari, né in condizioni "ordinarie" nè di combattimento.
Il marksman raramente agisce isolato, mentre gli sniper sono spesso schierati su specifici obiettivi in coppie, che consistono di snipers, appunto, e di osservatori.
Mentre lo sniper deve eccellere nelle tecniche di sopravvivenza e mimetismo, queste virtù non sono indispensabili al marksman.
Per questo motivo è errato definire cecchino il tiratore scelto che operò nell'esercito italiano (od anche nell'esercito austro-ungarico, visto che aveva un impiego simile al nostro) durante la prima guerra mondiale.
Solo gli eserciti che si fronteggiarono in Francia (eccezion fatta per l'esercito francese) ebbero scuole sniper (così come le intendiamo oggi) in cui gli allievi seguivano lezioni di vario genere ed avevano un esame finale che li qualificava con una specie di pagella.
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Re: Reparti
Un ulteriore OT interessante:
Ernesto Calatroni, sergente di artiglieria, classe 1893, ha abbattuto con una cannonata la sommità* del campanile di Nervesa (TV - oggi nota come Nervesa della Battaglia) dove era nascosto il tiratore scelto austriaco che, secondo il sergente, avrebbe sparato a Baracca abbattendolo.
(notizia tratta dal libro Il fronte dimenticato – la guerra nelle retrovie della linea del Piave)
La morte di Baracca, eroe dell'aviazione italiana, è tuttora avvolta nel mistero: c'è chi dice che fu il fuoco di fucileria della fanteria che stava mitragliando a bassa quota, chi appunto sostiene la tesi del cecchino, e chi dice che sia sparato per non cadere prigioniero (ignoro perchè Baracca avrebbe dovuto portare con sè un fucile austriaco, ma è stata avanzata anche questa ipotesi).
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Allegati: 1
Re: Reparti
Ed ecco la bella storia di un altro tiratore scelto italiano.
Francesco Sangregorio, di Avola (PA), classe 189?, tiratore scelto.
"Durante un assalto, uno dei tanti, ripetuti decine di volte in uno spazio di terra lungo non più di duecento metri, molti dei miei compagni caddero falciati dal fuoco della mitraglia.
Io ero il tiratore scelto e quindi dovevo rimanere assieme agli altri cecchini in trincea per coprire l`avanzata e l`eventuale ritirata degli altri.
Una misera possibilità di vivere più a lungo mentre tutti gli altri morivano".
[...]
"Fu l`ultimo assalto, poi il freddo e la neve.
Non più il suono audace della mitraglia ma quello di colpi solitari, come se la morte ricordasse sempre la sua presenza.
Ci fù ‘nsilenziu - ripeteva - si sintiinu parrari sulu li Strechi.
In questo modo tutti i Siciliani al fronte chiamavano gli Austriaci.
Mentre imbruniva, sentimmo lamentare. Era uno dei nostri.
Disorientati ci guardammo tutti con veloci sguardi d`intesa per decidere chi andare a prenderlo.
C`era ancora un po` di luce e troppa era la paura di essere colpiti dai cecchini.
Chiusi gli occhi, un pensiero veloce a mia madre e d`istinto uscii senza arma allo scoperto.
Correvo avanti non sapendo in che direzione andare e sperando che quella voce lamentasse ancora la sua posizione.
Cominciarono a fischiare i colpi e subito capii che forse era vicina la fine.
Disperato, trovai per caso, correndo in mezzo ai corpi inermi dei compagni caduti, quello ferito.
Lo misi sulle mie spalle e cominciai a retrocedere".
Con gli occhi che non riuscivano a contenere un grande imbarazzo e quasi impaurito di essere giudicato, mi disse: "Mu misi ‘ncoddu, e ‘du mischinu ca ciccaia aiutu, ammentri ca curria, m`arriparaia i spaddi ‘ra motti." (Me lo misi addosso, e quel povero uomo bisognoso d`aiuto, mentre correvo, mi copriva le spalle da morte sicura).
Riuscimmo a salvarci.
I compagni fecero il resto per soccorrere l`altro.
Stremato dalla stanchezza e dal terrore, non dissi mai a nessuno quello che provai e in silenzio rimasi per lungo tempo a riflettere su quello che avevo fatto e in che modo lo avevo fatto".
(da Una medaglia fra le dita, articolo tratto dal sito Storie di Avola che trovate qui)
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Re: Reparti
Citazione:
Originariamente Scritto da jampi
Qualcuna azzarda qualche ipotesi sull'ottica? E' una Galileo, o è come quell'ottica (giapponese) montata sul carcano sniper più famoso al mondo?
Ma come è fatta l'ottica Galileo di cui parli? A me sembra l'ottica di preda bellica che hai postato tu. [00016009
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Allegati: 1
Re: Reparti
Oggi è arrivato con la posta il libretto Compendio d'istruzioni per l'esame di tiratore scelto abilitato all'insegnamento - anno 1915! [257
Mi prendo un paio di giorni di ferie per leggerlo ed interpretarlo, perchè è pieno di annotazioni e schizzi a matita di chi affrontò nel 1915 l'esame da tiratore scelto; vi darò poi resoconto...
[17 [17 [17
[17 S ta y T u n e d [17
[17 [17 [17
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Allegati: 2
Re: Reparti
Citazione:
Originariamente Scritto da Jampi
1) durante la prima guerra mondiale non esistevano cecchini (così come oggi li intendiamo) italiani, piuttosto direi tiratori scelti (il termine inglese "designed marksman" rende meglio l'idea - è il membro dell'unità* che ha la qualifica di tiratore scelto) ed avevano fucili 91 "migliorati".
- affermazione di pagina 2 del topic -
Citazione:
Originariamente Scritto da Oscar
Leggo solo ora e per curiosità* chiedo: migliorati come?
Hai qualche fonte sicura circa l'esitenza di questi fantomatici 91?
- domanda di pagina 3 del topic -
Citazione:
Originariamente Scritto da Jampi
Il fucile era un Carcano -Mannlicher modello 91 calibro 6.5mm, modificato con una ghiera di precisione di tiro ed alleggerito.
[...]
(da Memorie di Guerra - il dovere o la ragione )
[...]
Quindi, riassumendo, i 91 modificati erano:
1) armi "ben" riuscite (le più precise che uscivano dagli arsenali)
2) alleggeriti nel peso
3) con organi di puntamento modificati
- risposta di pagina 4 del topic -
Citazione:
Originariamente Scritto da Oscar
La ghiera è un anello filettato di bloccaggio.
Cosa c'entra con gli organi di mira? Lo chiedevo a te perchè tu ne parlavi [137
- domanda di pagina 4 del topic -
Forse ho risolto l'arcano. [264
A pag.5 del Compendio d'istruzioni per l'esame di tiratore scelto si legge:
"...l'alzo fissato alla canna mediante il fermo e la ghiera d'alzo,...
Evidentemente il nostro cecchino si riferiva a questa: i carcano 91 modificati che si trovavano in armeria a Sella Nevea nel 1917 dovevano avere la ghiera d'alzo modificata in modo da rendere più precisa la mira.
Non ho idea di come ciò si possa realizzare(rendere più precisa la mira modificando la ghiera [137 ), giro umilmente la domanda agli armieri del topic (e qui ce se sono di davvero bravi e preparati) accludendo alcune immagini di alzi.
Lascio a voi capire di quali fucili si tratta..
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Re: Reparti
Scattare l'arme. - Per scattare l'arme si preme colla seconda falange dell'indice della mano destra sul grilletto.
Lo scatto avviene in due tempi.
Dopo un primo movimento del grilletto il tiratore sente un arresto, il quale serve a dare avviso che lo scatto è imminente.
Sentito questo arresto, si deve mantenere la pressione sul grilletto nel mentre si rettifica il puntamento; non appena la linea di mira è ben diretta nel segno, si aumenta leggermente la pressione sul grilleto e lo scatto avviene istantaneamente senza scosse.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
Detto manuale nella prima parte è estremamente tecnico.
Descrive minuziosamente l'arma nelle sue parti e le manovre per caricarla, sia col pacchetto caricatore da sei colpi, sia a colpo singolo (ma si sconsiglia di farlo perchè "...se ripeuto di frequente, può provocare la rottura dell'estrattore.").
Nella seconda parte descrive le tecniche di puntamento, che sto attualmente studiando, visti i numerosi riferimenti ed appunti che il primigeno proprietario del libro ha scritto a margine, pagina per pagina.
Devo ancora decifrare gran pare del materiale.
Seguite ancora perchè ne sentirete delle belle...
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Allegati: 1
Re: Reparti
@Furiere Maggiore
Una piccola aggiunta a quanto hai postato sul trofeo omerale da tiratore scelto.
Con la circolare n.242 del 22 Maggio 1911, viene modificato il colore del distintivo per tiratore scelto in lana turchina o rossa che diventa di lana nera sottopannata in grigio-verde.
Questo fregio doveva essere cucito sulla manica sinistra all'altezza del bicipite inclinato di 45° con la punta verso l'alto.
Ecco il trofeo in versione nera:
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Re: Reparti
PUBBLICA AMMENDA [204 :oops:
Citazione:
Originariamente Scritto da Bydand
A tale proposito mi sento di dirti che la foto che hai pubblicato il 3 luglio (quella del soldato con la fascia nera al braccio) si riferisce in realtà* ad un soldato francese.
Se non è così francese è sicuramente il fucile: la sagoma del terminale otturatore del Berthier è inconfondibile.
Su segnalazione di un utente di un altro forum, la foto che ho postato nella prima pagina di questo topic non si riferisce ad un soldato italiano ma ad un francese!
La sagoma del terminale dell'otturatore de fucile, il fregio che si intravede sull'elmetto...
Chiedo scusa per l'errato inserimento.
Dovevo essermi... [47 per non capire che non è un italiano.
[00060034
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Allegati: 1
Re: Reparti
Cavalletto italiano per tiro di precisione conservato nel museo di Borgo Valsugana (TN)
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Allegati: 3
Re: Reparti
@ giovanni47
Ecco le caratteristiche dell'ottica di mira prodotta dalla Salmoiraghi - Filotecnica di Milano.
E' una chiara derivazione dalla precedente ottica francese, ma migliorata.
Una rotellina a cursore bloccabile con apposita vite zigrinata permette di regolare il reticolo fino a 300 metri.
Il reticolo è di tipo 1 (come è classificato nei libri inglesi - vedi la fotografia 2)
Il cannocchiale è dotato di un ingrandimento 3x.
Diametro oculare 44 mm.
Diametro lente anteriore 38mm / Posteriore 46mm.
Lunghezza 26,5cm
Rispetto all'ottica francese è più avanzata perchè:
1) è più luminosa;
2) meno soggetta ad inceppamenti e rotture perchè ha una meccanica più "fluida" (più precisa);
3) è stato eliminato il mollone che avrebbe dovuto attutire il contraccolpo dato dal rinculo dell'arma ma che si è solo rivelato un inutile raccoglipolvere;
4) è stata accorciata di circa 2 cm;
5) è stata dotata di un pratico innesto di bloccaggio rapido a coda di rondine.
Spero di avere soddisfatto la tua curiosità*.
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Re: Reparti
A pag. 4 del Compendio d'istruzioni per l'esame di tiratore scelto si legge:
Velocità* iniziale di rotazione (impressa al proiettile da guerra) giri 3500 al secondo.
Velocità* iniziale di traslazione (impressa al proiettile da guerra) metri 700 al secondo.
Due rapidi calcoli mi portano a concludere che la palla ordinaria raggiungeva 700 x 3.6 = 2520 km/h cioè circa due volte la velocità* del suono, mentre 620 x 3.6 = 2232 Km/h è la velocità* della palla alla bocca del fucile Mannlicher M95 (ricamerato in calibro 8x56R) con munizione M1893, più noto come Ta-Pum (trovate qui una scheda di Absolut sul Ta-Pum)
[137 Perchè allora il 91 non è noto anch'esso come il Ta-Pum austriaco che deve il suo nome al fatto che adoperava munizionamento supersonico (si sentiva prima il colpo di arrivo Ta e poi lo sparo dell'arma Pum, per cui non c'era scampo, non si riusciva a buttarsi a terra per ripararsi dal fuoco) ?
E' anche questa una leggenda popolare come quella per cui non ci si può accendere in tre una sigaretta con lo stesso fiammifero?
Si racconta che veniva attirata l'attenzione del cecchino nemico dalla fiamma prodotta dal primo soldato per accendere la sigaretta, eseguiva il puntamento dell'arma sul secondo soldato che accendeva e faceva fuoco sul terzo. :mrgreen:
Venti giorni sull`Ortigara senza il cambio per dismontà* - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
E domani si va all'assalto, soldatino non farti ammazzar, - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
Quando poi si discende a valle battaglione non hai più soldà*. - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
Nella valle c'è un cimitero, cimitero di noi soldà*. - ta pum ta pum ta pum.. ta pum ta pum ta pum
Cimitero di noi soldà* forse un giorno ti vengo a trovà*. - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
Ho lasciato la mamma mia, l'ho lasciata per fare il soldà*. - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
Quando portano la pagnotta il cecchino comincia a sparar. - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
Battaglione di tutti i Morti, noi giuriamo l'Italia salvar. - ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...
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Allegati: 5
Re: Reparti
Maneggio dell'alzo e regole di puntamento
Normalmete l'alzo sta col ritto appoggiato sullo zoccolo; in tale posizione dicesi alzo abbattuto.
Premendo col pollice sinistro sul bottone di alzo e facendo rotare colla mano destra il ritto, questopuò rovesciarsi sulla cana verso la bocca, e si ha la posizioe di alzo rovesciato; oppure può arrestarsi ai vari segni numerati sulle alette, la sciando che la molla s'impegni nelle tacche laterali della laetta destra, e si hanno 15 posizioni dette lzo di 600, di 700m. ecc. fino a 2000 m.
L'alzo è al suo giusto posto per una data distanza quando la faccia superiore del ritto è fisata al segno che st sotto la cifra che rappresenta in ettometri tale distanza, sia la cifra a destra o sia essa a sinistra.
Nell'impiego della cartuccia a pallottola da guerra:
L'alzo abbattuto esatto per 450m., serve normalmente per qualsiasi tiro a tutte le distanze da zero fino a 500 m. incluso;
l'alzo rovesciato, la cui tacca fissa sullo zoccolo è esatta per 300 m., serve per tiri individuali, alle distanze inferiori a 400 m;
L'alzo di 600 m. serve per le distanze superiori a 500 m. fino a 650 m. incluso;
L'alzo di 700 m. serve per le distanze superiori a 650 m. fino a 750 m. incluso.
E così di seguito.
Nell'impiego della cartuccia ridotta e della frangibile:
L'alzo abbattuto esatto per 350m., può servire per qualsiasi tiro a tutte le distanze da zero fino a 400 m. incluso.
Nel tiro ai poligoni l'uso dell'alzo abbattuto si limita però alle distanze da 300 a 400 m.
L'alzo rovesciato la cui tacca fissa è esatta per 250 m., serve per le distanze da zero a 300 m. incluso.
Nel tiro ai poligoi l'uso dell'alzo rovesciato deve considerarsi come normale per le distanze da zero a 250m. incluso.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
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Allegati: 2
Re: Reparti
@ giovanni47
Ecco le caratteristiche dell'ottica di mira franese Schleiber.
Una rotellina a cursore bloccabile con apposita vite zigrinata permette di regolare il reticolo fino a 800 metri.
Il reticolo è di tipo 6 (crosshair come è classificato nei libri inglesi - vedi la fotografia 2)
Il cannocchiale è dotato di un ingrandimento 3x.
Diametro oculare 44 mm.
Diametro lente anteriore 38mm / Posteriore 46mm.
Lunghezza 29cm.
E' montato sul fucile in posizione dissasata per permettere la manovra di caricamento, per cui:
1) è difficile da tarare;
2) è difficile adoperaralo dalle feritoie praticate nei nostri scudi metallici, di forma ellittica;
3) è difficoltoso il puntamento sul bersaglio perchè costringe la testa del tiratore più a lato, impedendogli di appoggiare la guancia al calcio dell'arma.
Notare la particolare molla che doveva assorbire il rinculo dello sparo, ma che si rivelò inutile.
Piccola nota finale: conosco solo questa ottica che adotta un simile sistema per compensare il rinculo. Credo fosse un esperimento che poi fu abbandonato (dalla Francia, e mai adottato dalle altre nazioni) per soluzioi più moderne.
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Allegati: 3
Re: Reparti
mirare
verbo intransitivo (Note: ausiliario avere)
1 puntare l'occhio verso un bersaglio
esempio: mirare dritto.
Indipendentemente dal tipo di ottica e di fucile adoperato, bisogna tener conto di alcune cose importanti.
Le ottiche sono concepite per dare il meglio su distanze superiori ai 50 metri.
Sarebbe opportuno sapere di quanto sposta il punto di impatto dell'ottica ogni scatto(di alzo e deriva) a 100 metri, se l'ottica è continentale, oppure a 100 yarde (circa 91 metri) se l'ottica è inglese o americana.
Lo spostamento è dell'ordine di millimetri o al massimo 1-2 cm (a 100 metri).
Da quanto sopra si evince che nascono serie difficoltà* nella taratura per distanze al di sotto dei 50 metri.
Operazioni da eseguire all'aperto in assenza di vento:
1) Bisogna tarare l'hop up, poi si fissano le parti inferiori degli anelli portaottica, poi si fissa l'arma.
2) Si piazza la sagoma alla distanza per la quale si vuol tarare l'ottica e si sparano 3 o 4 serie da 5 colpi.
L'ottica nuova ha le regolazioni di alzo e deriva a zero, quindi la si posa sugli anelli e si cerca di far collimare il centro del reticolo col centro della rosata migliore (quella con meno dispersione).
Eventualmente si può aggiungere uno spessore tra l'ottica e la parte dell'anello anteriore (per abbassare) o posteriore (per alzare) il punto di impatto.
Una volta ottenuto un risultato accettabile, cioè una volta che il reticolo collima col centro della rosata, senza spostare l'arma, si piazza un nuovo bersaglio e si fa un'altra serie di tiri per le regolazioni fini di alzo e deriva.
Perchè gli spessori? Perchè ogni scatto sposta fisicamente il reticolo di qualche decimo, che già* a 100 metri diventano mm o centimetri, che a 30 o 40 metri non sono apprezzabili ma che alle lunghe distanze permettono di colpire o mancare un bersaglio.
Concludo l'intervento postando cosa dice in merito la libretta Norme per l'uso del fucile Mod.91 munito di cannocchiale di puntamento (tipo Scheibler) Roma 1916.
Evidentemente, la taratura veniva eseguita dall'armiere, anche se credo che ogni tiratore dovesse sapere tarare da sè l'ottica.
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Allegati: 1
Re: Reparti
Come dicevo prima, anche i francesi capirono ben presto che il loro cannocchiale di mira non era adeguato al compito affidatogli.
Quindi, dopo averlo fornito all'Italia, passarono dapprima ad una versione migliorate (con l'aggiunta di un grande oculare in gomma e l'accorciamento del "tubo" perchè fosse più luminoso), finchè, verso la fine del 1916 adottarono il Mie.APx, costruito dalla ditta G. Forest di Parigi, che andò ad equipaggiare i Lebel.
(Fonte: Out of nowhere di Martin Pegler)
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Re: Reparti
E gli austriaci?
In Ampezzo era rimasta la memoria del vessillo degli Schutzen e dei Veterani, nei ricordi degli anziani, nelle vecchie fotografie di Emil Terschak, di Antonia Verocai Zardini, in un diario della grande guerra. Gli Schutzen, noti nel Tirolo Italiano con l`appellativo di "Scizeri" o "bersaglieri" e gli ex combattenti delle guerre del 1848, 1859 e 1866, sono ritratti con la loro bandiera, davanti al poligono di tiro al bersaglio o "Standwesen"-Casino di bersaglio- in località* Pontechiesa dove dal 1871 si ritrovavano alcune domeniche all`anno per esercitarsi nel tiro a segno con almeno sessanta colpi. I migliori erano chiamati "Scharfschutzen", tiratori scelti.
(da Pagine di Storia Ampezzana che trovate qui).
Sulla "Montagnola", nel Carso, nel 1915, il suo Reggimento da tremila uomini fu ridotto a ottocento grazie all'infallibile mira dei tiratori scelti dell'esercito austro-ungarico (i famosi "cecchini") che dominavano tutte le alture.
La Compagnia di cui faceva parte mio padre era rimasta al comando di uno sprovveduto sottotenentino uscito poche settimane prima dall'Accademia militare di Modena!
Costui, di cui taccio il nome, mandava i nostri soldati al macello (in stile Cadorna!), sotto il tiro preciso dei "cecchini" austriaci.
Il sergente mio padre si oppose a questo massacro incontrando la veemente reazione dello sbarbatello che gli puntò la pistola in faccia intimandogli di eseguire gli ordini, che non furono più eseguiti, perchè mio padre Nicola escogitò un piano: chiese una squadra di zappatori e nottetempo fece scavare una galleria attraverso la quale i nostri soldati si trovarono alle spalle del nemico.
Così finì la mattanza.
(da Cronistoria familiare che trovate qui).
...parlando della postazione d`un tiratore scelto austriaco sul Sabotino, che l`esercito nemico disponeva notoriamente d`eccellenti tiratori (come è ben noto, detti dagli Italiani "cecchini", da "Cecco" ovvero Francesco Giuseppe d`Asburgo), d`un ottimo fucile, dal suono caratteristico (una sorta di schiocco paragonabile a quello d`una bottiglia di spumante stappata, reso nelle canzoni dei soldati con l`onomatopea "ta-pum") e d`una infinità* di posizioni atte ad esercitare l`insidia, in una guerra che si svolgeva su montagne, colline e zone carsiche. Oltretutto, i "cecchini" austro-ungarici facevano ricorso a proiettili a frammentazione ovvero dum-dum, seppure proibiti dalle leggi internazionali, e miravano preferibilmente alla testa.
Emilio Lussu racconta, nel suo scritto autobiografico "Un anno sull`Altopiano", ambientato sull`altopiano d`Asiago, d`un cecchino nemico il quale, con un fucile su cavalletto, riusciva a colpire all`istante, non appena qualcuno vi si affacciasse, una strettissima feritoia d`osservazione, in pratica un buco con un diametro paragonabile a quello d`un occhio umano, posta in una trincea italiana, tanto che era possibile adoperarla soltanto nelle ore notturne.
(da La Venezia-Giulia è italiana che trovate qui).
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Allegati: 3
Re: Reparti
Chi ha inventato le uniformi mimetiche? I Boeri, quelli che in Sudafrica fecero vedere i sorci verdi agli inglesi durante la guerra del 1880-81. All`inizio di quel conflitto un comandante britannico aveva dichiarato: "Combatteremo i boeri al mattino e giocheremo a polo nel pomeriggio", ma le cose andarono ben diversamente e i soldati di Sua Maestà* britannica, vestiti nelle loro splendenti divise rosse, ebbero inizialmente la peggio contro i boeri, vestiti di uniformi color kaki, che riuscivano a bersagliare gli avversari da grandi distanze occultandosi facilmente nella savana.
All`inizio della prima guerra mondiale l`esercito francese si presentava con uniformi di colore rosso-blu, mentre l`esercito britannico indossava divise color kaki. Lo svilupparsi della guerra di trincea diede però una sostanziale svolta, tutti gli eserciti coinvolti, infatti, si apprestarono a cambiare le loro uniformi con altre meno visibili. In questo periodo iniziarono le prime ricerche sul camuffamento.
L`esercito americano istituì il "Camouflage Corps" formata dalla quarantesima compagnia dei genieri nel 1917 (anno dell`entrata nella prima guerra mondiale). L`esercito Francese, grazie all`aiuto di un soldato-pittore (Louis Guingot) creò la prima uniforme mimetica al "Magasins Réunis", ne furono create solo 5 esemplari. Il disegno fu chiamato "Lèopard" (vedi foto).
In Italia i primi studi per una uniforme mimetica furono avviati da Luigi Brioschi, presidente del Club Alpino Italiano di Milano, proprio in considerazione della tremenda efficacia raggiunta dalle armi da fuoco. Gli esperimenti con il colore grigio-creta furono attuati nell'estate del 1905 in territorio bergamasco, presso il battaglione Morbegno del 5° reggimento Alpini.
Gli ottimi risultati consentirono, nell'anno successivo, di vestire in grigio-creta quaranta alpini: il cosiddetto "Plotone Grigio". Il fatto destò molto interesse in campo internazionale e dette il via alle innovazioni già* citate per le maggiori potenze europee (gli Stati Uniti avevano seguito la via del kaki inglese nel 1903).
Ulteriori studi e perfezionamenti tra il 1907 e il 1908 condussero ad una definitiva versione di uniforme in colore grigio-verde, ritenuto ottimale in relazione alle tonalità* dell'ambiente naturale italiano, che venne adottata il 4 dicembre 1908 per la fanteria, i bersaglieri, gli alpini e l'artiglieria, il 3 febbraio successivo per la cavalleria.
In data 13 febbraio 1909, con circolare n. 72 pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale, venne precisata nel dettaglio l'uniforme di panno grigio-verde per gli ufficiali, con esclusione di quelli dei Carabinieri, ai quali verrà* prescritta il 2 luglio 1915.
Tutti gli eserciti impegnati a combattere in montagna adottarono delle uniformi bianche o dei camicioni da indossare sopra l'uniforme di servizio e combattimento per mascherarsi nella neve.
Pochi però sanno che il primo impiego di una stoffa mimetica a macchie fu per le tende dell'Esercito italiano nel 1929.
Il telo tenda impiegabile anche come mantella individuale, restò in uso finoalla fine degli anni '80, e ispirò stoffe per le divise da campo della Germania, del Belgio e della Norvegia.
E i cecchini?
Come si mascheravano?
Avevano anche loro in dotazione una divisa mimetica come quella dei tedesci (vedi questo post) o quella degli inglesi?
Oppure ricorrevano a mezzi di fortuna?
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Re: Reparti
Saluti a tutti.
Un doveroso e grato ringraziamento a Jampi per le competenti ed esaustive risposte al mio quesito del 5 scorso.
Unica sorpresa è notare come i due cannocchiali siano paritetici per numero di ingrandimenti.
In effetti, avendo già* notato che quello francese presenta la tacca max di regolazione reticolare a 800 mt., ritenevo fosse anche proporzionalmente dotato di un maggior potere di avvicinamento dell`immagine.
Infatti, ancorchè con l`arma fissata al cavalletto, la vedo "dura" sparare con un 3x a distanze simili, soprattutto se il bersaglio è parzialmente coperto.
Ancora saluti.
Giovanni47
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Allegati: 1
Re: Reparti
@giovanni47
Citazione:
Originariamente Scritto da giovanni47
... quello francese presenta la tacca max di regolazione reticolare a 800 mt., ritenevo fosse anche proporzionalmente dotato di un maggior potere di avvicinamento dell`immagine.
Infatti, ancorchè con l`arma fissata al cavalletto, la vedo "dura" sparare con un 3x a distanze simili, soprattutto se il bersaglio è parzialmente coperto.
La cosa non deve stupire, perchè anche nei modelli successivi si sviluppò sempre un'ottica 3x (cito anche la fonte per non incorrerre in errori o fraintendimenti: [257 Out of Nowhere di Martin Pegler, di cui riporto il frammento in questione)
Evidentemente ci si accorse che l'impiego utile delle armi in trincea era entro i 400m. per cui era sufficiente un'ottica 3x.
Credo che noi italiani, checchè si dica, abbiamo capito fin da subito la questione: infatti l'ottica Filotecnica di produzione nazionale presenta la tacca max di regolazione reticolare a 300 mt. E questo, sempre speculando, ci fa capire che non eravamo proprio degli sprovveduti in questo campo, come spesso si trova scritto.
Abbiamo anche reso più luminosa l'ottica accorciandola..
Personalmente non ho mai sparato con un 91, ma consoco molte persone che lo hanno fatto e tutte mi hanno confermato che si tratta di una buona arma.
La perplessità* sta nella scelta del calibro ma, tenendo conto anche di quanto è successo in ambito NATO, preferire un calibro più piccolo dà* sempre dei vantaggi: più colpi nel caricatore, più munizioni trasportate dal singolo soldato, ecc...
Ma credo che discutere di questi aspetti forse sarebbe OT.
Lieto di poterti essere stato utile... continua a seguirmi perchè ho ancora molte cose da dire :mrgreen:
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Allegati: 2
Re: Reparti
@Furiere Maggiore
Ripensando alla foto dell'ufficiale alpino col brevetto da tiratore scelto cucito al contrario, di cui posto un ingrandimento, mi è balenata questa ipotesi.
Non potrebbe essere successo che, questo giovane ufficiale (mi pare un sottotenente), conseguita la qualifica di tiratore scelto, non prevista per gli ufficiali ( [257 come tu stesso hai detto), si sia fatto cucire il trofeo dal suo attendente il quale l'attaccò a rovescio?
Non credo che ufficiale facesse da sè questi lavori: o si rivolgeva ad una sartoria (che però avrebbe dovuto sapere come si applicava il trofeo) o li faceva fare alla sua ordinanza... :mrgreen:
Che ne dici?
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Re: Reparti
Il meccanismo di attacco rapido dell'ottica filotecnica al fucile 91 è alquanto interessante.
Vi posto due foto, senza commentarle, perchè possiate apprezzare il sistema di aggancio, ben diverso da quello francese.
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Re: Reparti
Non ho mai smontato un'ottica Filotecnica, ma credo che all'interno essa non sia dissimile da altri telescopi suoi contemporanei.
Ho trovato nel sito milsurplus (che trovate qui) degli articoli sull'ottica inglese No32 Mk2 dal titolo: Phoenix Rising from the Ashes - Part 1 e Part 2di Peter Laidler, un noto collezionista inglese.
In questi articoli si presenta il restauro di quest'ottica mostrando degli interessanti particolari interni, su cui mi soffermo:
1) Il gruppo di lenti dell'oculare (foto 1)
2) Il tamburo su cui è saldato il reticolo di mira di tipo 1 - analogo a quello italiano (foto 2)
3) Il gruppo centrale di lenti (foto 3 - quella più a sinistra sembra incrinata)
E' stupefacente notare la somiglianza del tubo dell'oculare, anch'esso in ottone come quello prodotto dalla Filotecnica.
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Re: Reparti
Per completezza posto due immagini (la prima viene da wiki, la seconda riporta in filigrana la fonte) in cui sono descritti i tipi di reticoli conosciuti e lo spaccato interno di una moderna ottica di mira, per capire come dovevano essere posizionate le lenti all'interno.
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Re: Reparti
Il telescopio, si sa, è un congegno molto delicato e va maneggiato con cura.
Fin dall'inizio, con l'adozione dell'ottica francese Scheibler, il Comando Supremo emanò una libretta in cui erano stesi dieci punti sull'impiego del fucile munito di telescopio.
Eccovene i punti salienti:
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Re: Reparti
E' anche interessare come all'inizio delle ostilità* (la circolare della formazione di nuclei tiratori scelti, il cui stralcio saliente è riportato nel primo allegato, è datata 7 Agosto 1915) il Comando pensasse di impiegare i cecchini come designated marksman all'interno dei propri reparti, sul modello francese.
La successiva libretta sull'impiego di tali uomini (la cui parte in esame è riportata nel secondo allegato) è datata 1916.
E qui c'è uno stravolgimento d'intenti perchè da essa si desume l'impiego dei cecchini in "squadre" sul modello inglese, impiegato con successo nel fronte occidentale.
Perchè?
Forse la chiave è il concetto che il fucile dovesse tornare alle nostre linee ad ogni costo!
Forse si ritenva "illecita" (che contravviene alle regole dell'onore, una vigliaccata insomma) questa attività* di tiro di precisione, per cui solo il nemico la praticava al fronte.
Noi, no.
Anche il nome cecchino sembre derivare dalla storpiatura del nome dell'imperatore austriaco Francesco Giuseppe, per cui il "cecchinaggio" (la caccia all'uomo, perchi gli Scharfschutzen, i tiratori scelti austriaci, erano in tempo di pace cacciatori: in tempo di guerra avevano solo cambiato selvaggina) era un'attività* che solo gli austriaci impiegavano.
Così almeno doveva essere per l'opinione pubblica.
L'impiego come marksman venne stabilito in seguito, tornando alla primitiva designazione, quando ci si accorse della scarsa estensione degli spazi "aperti" davanti alle trincee che si contrapponevano nel nostro fronte.
La "terra di nessuno" (no-man's land) del fronte italiano era molto meno estesa di quella presente nel fronte occidentale, che, essendo prevalentemente in pianura, non aveva grossi ostacoli naturali.
Pensiamo ad esempio il campo di battaglia del Pasubio, dove sicuramente operaro cecchini italiani (Michele Campana): esso non è più esteso di ottanta metri in profondità*.
A cosa sarebbe servito uno sniper lì!
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Re: Reparti
Ogni tiratore aveva un libretto in cui erano riportati i risultati ottenuti in poligono, che attestavano il brevetto di tiratore scelto conseguito.
Oggi i moderni sniper hanno più un libretto di caccia, in cui riportano i risulti conseguiti sul campo.
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Re: Reparti
Eccovi due pagie interne del libretto.
(Nota: ho eliminato i dati sensibili col fotoritocco)
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Re: Reparti
L'esercito austriaco aveva dei dispositivi da applicare nei congegni di puntamento dei fucili, per il tiro notturno.
L'esercito italiano aveva analoghi dispositivi?
Giro la questione agli armaioli del forum...
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Re: Reparti
Citazione:
Originariamente Scritto da Jampi
...si riteneva "illecita" (che contravviene alle regole dell'onore, una vigliaccata insomma) questa attività* di tiro di precisione, per cui solo il nemico la praticava al fronte.
Della serie: "...il nemico adopera armi sporche al fronte ..." una cartolina propagandistica dell'epoca.
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Re: Reparti
Posizioni del tiratore di fucile
In piedi. - Il tiratore è volto obliqu'a destr col piede destro spostato in dietro ed a destra di circa mezzo paaso, secondo la propria statura, le ginocchia tese, il peso del corpo egualmente ripartito sulle gambe, la testa volta di fronte, con lo sguardo fisso avanti.
L'arma coll'otturatore in posizione di sparo, è spianata e premuta contro la spalla destra con ambe le mani, ma senza sforzo, la mano sinistra in corrisposndenza del centro di gravità* col pollice disteso lungo il fusto, le altre dita unite e pigate di traverso senza toccare la canna.
Il braccio sinistro, naturalmente piegato, dirige l'arme verso l'oggetto da mirare, senza inclinarla nè a destra nè a sinistra; la mano destra stringe l'impugnatura col pollice disteso sul suo fianco destro; l'indice appoggiato leggermente sul grilletto; le altre dita unite e piegate in modo da avvolgere l'impugnatura; il gomito destro naturalmente rialzato senza oltrepassare la spalla; la testa leggermente inclinata verso il calcio, in guisa che l'occhio destro possa dirigere una visuale che, lambendo il fondo della tacca dell'alzo e la sommità* del mirino, vada all'oggetto che si vuol colpire.
Si può tollerare che la mano sinistra sia tenuta più avanti o più indietro del centro di gravità*, quando ciò sia più comodo per il tiratore.
La posizione dei piedi dev'essere tale da dare al corpo, senza che questo si irrigidisca e contragga alcuna delle sue parti.
Ogni visiosa disposizione del corpo è a adanno dell'immobilità* nel puntamento e rende meno agevole all'occhio la percezione del punto da mirare.
Le anche devono risultare disposte secondo la linea dei talloni, affinchè il corpo non sia contorto, le spalle alla stessa altezza e in posizione corrispondente quella delle anche.
Il tiratore deve essere addestrato a puntare con l'occhio destro, tenendo chiuso il sinistro.
Quando però, per grave difetto di vista dell'occhio destro taluno fosse costretto a servirsi del sinistro, è consigliabile ch'egli punti come se fosse mancino.
Così pure se taluno non sapesse, per invincibile difficoltà*, tener chiuso l'occhio sinistro, gli si potrà* consentire di puntare con ambedue gli occhi.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
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Re: Reparti
Posizioni del tiratore di fucile
In ginocchio. - Il tiratore col ginocchio destro posato a terra, dietro e un poco a destra del calcagno sinistro, ed il ginocchio sinistro piegato quasi ad angolo retto, è seduto sul calcagno destro, lo sguardo fisso avanti.
L'arme coll'ottratore in posizione di sparo è tenuta come nella posizione in piedi; il gomito sinistro è appoggiato sopra il ginocchio.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
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Re: Reparti
Posizioni del tiratore di fucile
A terra. - Il tiratore col corpo disteso bocconi a terra, le gambe o distese o leggermente aperte, ovvero incrociate, secondo che torna più comodo, appoggia a terra uno od ambedue i gomiti.
L'arma coll'otturatore in posizione di sparo, è tenuta come nella posizione in piedi.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
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Re: Reparti
Posizioni del tiratore di fucile
Da seduto. - E' posizione che può tornare adatta su forti pendenze o su speciali accidentalità* dl terreno.
Il tiratore è seduto in modo da sentirsi il più comodo possibile.
L'arme, coll'otturatore in posizione di sparo è tenuta come nella posizione in piedi; il gomito sinistro, quando ciò riesca comodo, è appoggiato sul ginocchio.
(Da Compendio D'istruzioni per l'Esame di Tiratore Scelto - Tiro a Segno Nazionale, anno 1915)
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Re: Reparti
Ed ecco una foto che documenta l'uso di congegni defilatori da parte austriaca.
La didascalia recita "fanti austriaci nel trincerone sul Pasubio", ma la stessa foto pubblicata altrove ha come didascalia "K.u.k. Infanterie-Regiments Erzherzog Rainer Nr. 59 in postazione sull'Ortigara".
Chi avrà* ragione?
Interessante il sottufficiale in fondo che osserva i tiri con un periscopio ta trincea.
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Re: Reparti
Alcuni interventi fa hai pubblicato un'immagine tratta dal calendario dell'arsenale che mi ha incuriosito.
Si tratta di un cannocchiale che sembra il congegno di puntamento di un mortaio.
E' un'ottica sperimentale a gomito del 1939, di cui allego una riduzione.
Sai dirmi qualcosa in più?
E' mai stata usata?
Grazie. [00016009
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Re: Reparti
Io ho alcune foto di soldati italiani col brevetto di tiratore scelto.
Sono tutte foto di sottufficiali.
Due ritraggono sottufficilai dei bersaglieri in uniforme storica.
Una è un sergente Reggimento Lancieri di Vittorio Emanuele II (10°).
[00016009
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Re: Reparti
Veramente belle!
Grazie romano.
Il primo è un plurispecializzato: tiratore scelto, mitragliere e ciclista!
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Re: Reparti
Ho trovato in rete anche questo soldato della compagnia della morte.
Che ne dici?
[00016009
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Re: Reparti
Urca!
Ha il fuciletto nero, mentre gli altri hanno quello dorato, per sottufficilai.
Hai notizie per caso di ufficiali che portassero il brevetto da tiratori scelti?