che meraviglia!!!!!!
ChM
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che meraviglia!!!!!!
ChM
Ciao a tutti,
purtroppo non sono riuscito a trovare immagini che mi permettessero di identificare la scritta della targa. Per il resto il lavoro è terminato. Ho cercato di fare il meglio possibile anche se per alcuni particolari ( ad esempio il sistema di elevazione a vitone che non appare in nessuna immagine) ho dovuto dare una mia interpretazione.
Comunque, se mai dovesse venire fuori qualche nuova foto tale da identificare le scritte famose, il fare la targa ed aggiungerla sarà sempre possibile.
Vi posto alcune immagini e se qualcuno fosse interessato può consultare il wip completo a questo indirizzo: link
Il modello è stato realizzato per una campagna ospitata su quel sito.
Allegato 215480
Allegato 215481
Allegato 215482
Allegato 215483
Allegato 215484
Allegato 215485
Allegato 215486
Allegato 215487
Ciao a tutti e grazie
Enrico
Il regio esercito italiano si interessò alle artiglierie su affusto ferroviario solo nel 1916, quando ricevette in prestito alcuni pezzi francesi.
Nonostante la scarsa efficacia globale di simili complessi, vista la disponibilità delle bocche da fuoco preparate dall'Ansaldo nel 1915 per la corazzata Cristoforo Colombo della classe Caracciolo, le super corazzate mai realizzate, a scopo eminentemente propagandistico si decise di montare questi pezzi da 381/40 su affusto ferroviario, dando origine a sette complessi d'artiglieria su affusto ferroviario di produzione completamente nazionale.
Ogni affusto era dotato di doppio carrello, anteriormente di otto e posteriormente di sei assi, per sopportare le 212 tonnellate di peso del complesso (la sola canna ne pesava 82).
Il cannone da 381/40, detto anche il "cannonissimo" o "885" dal peso in chili del proiettile, aveva una gittata massima di soli 23,950 m con un'inclinazione di 25º e una velocità alla bocca di 700 m/sec. Anche per il complesso italiano il tiro avveniva nella direzione del binario di marcia o utilizzando un binario di curva appositamente costruito per il brandeggio orizzontale.
Nell'agosto del 1917, durante la XI battaglia dell'Isonzo, l'unico complesso disponibile al momento sparò le sue granate su Trieste.
I comandi italiani supponevano che il "cannonissimo", con la sua presunta grande precisione, potesse colpire gli obiettivi militari austro-ungarici della città senza danneggiare per errore le abitazioni civili, come era già accaduto con i bombardamenti aerei, ma le supposizioni erano errate e a essere bersaglio del fuoco del "cannonissimo" fu ancora la popolazione civile.
Dopo la rotta di Caporetto i complessi d'artiglieria su affusto ferroviario furono schierati a difesa della zona del basso Piave e di Venezia .
https://it.wikipedia.org/wiki/381/40_Mod._1914
https://it.wikipedia.org/wiki/381/40_AVS
https://it.wikipedia.org/wiki/340_mm_Mle_1912_G
https://it.wikipedia.org/wiki/340_mm_Mle_1912_B
interessante perchè riporta che
In conseguenza della resa della Francia, come molte altre artiglierie anche i Mle 1912 B furono catturati dai tedeschi, che li ridenominarono 34 cm KW (E) 674(f). La Wehrmacht cedette tre di questi cannoni ferroviari al Regio Esercito italiano, insieme a 12 cannoni da 194 mm TAz Mle. 1870/93 ALVF e 4 da 240 mm TAz Mle. 1884/17 ALVF. Queste armi furono utilizzate dagli italiani come artiglieria per la difesa costiera, alle dipendenze dei corpi d'armata; i pezzi da 340 mm, denominati cannoni da 340/45 Mod. 1912 ALVF furono assegnati in particolare alla difesa costiera di Taranto.