Originariamente Scritto da cocis49
Nel terminare, ecco alcune delle domande poste dalla Bombardment Investigation Mission statunitense dopo la guerra e le risposte ricevute da ufficiali giapponesi superstiti della 205^ divisione aerea, la divisione kamikaze.
Le domande mettono in rilievo la riluttanza degli alleati a credere che questi attacchi fossero stati effettuati volontariamente e non per costrizione, mentre ogni risposta giapponese riflette lo stupore dell`interrogato di fronte a questa incredulità*.
D: Il credo dell`unità* kamikaze è in totale contrasto con le idee prevalenti negli Stati Uniti dove nulla è più prezioso della vita. Secondo voi come è stato possibile che le forze giapponesi abbiano potuto costringere un così grande numero di piloti in attacchi suicidi?
R: La filosofia kamikaze risale ad un periodo molto antico della storia giapponese e nella lunga storia del nostro paese potete trovare molti esempi di questo tipo. La filosofia fondamentale del Giappone è quella del sacrificio individuale per il bene della patria e questa filosofia è profondamente radicata in noi. Durante la guerra nel Pacifico la situazione critica in cui ci venimmo a trovare ci costrinse ad adottare l`idea dell`attacco kamikaze. Questo tipo di attacco non venne quindi imposto, in alcun modo dall`esterno. Sono fermamente convinto che l`idea dell`attacco kamikaze si sviluppò in modo del tutto spontaneo nell`animo combattivo dei nostri più giovani piloti. Secondo me, il metodo migliore di combattere è quello di uccidere un migliaio di nemici con un solo soldato e di affondare una nave da guerra con un solo aereo.
D: Che cosa pensate del reclutamento degli uomini destinati alle unità* kamikaze? Era forzato o volontario?
R: Dall`inizio alla fine il reclutamento avvenne su base volontaria.
D:Come avveniva il reclutamento di volontari per le unità* kamikaze in patria?
R: Quando mi occupai del reclutamento di piloti kamikaze per l`addestramento in patria, potei constatare che praticamente ogni uomo dei gruppi aerei era desideroso di partecipare alle missioni. Alcuni di questi mi fecero addirittura pervenire il loro solenne impegno scritto col sangue altri mi svegliarono diverse volte durante la notte per arruolarsi.Qualche volta io stesso mi occupavo di selezionare i volontari, prendendo in considerazione la loro situazione sia personale sia familiare, un pilota che fosse figlio unico non veniva accettato. Una madre venuta a conoscenza della mia decisione attraverso una lettera scrittale dal suo unico figlio, mi scrisse supplicandomi di accettarlo. Da questi episodi potete facilmente dedurre come il carattere del reclutamento fosse esclusivamente volontario.
D: Basandoci su quella che è la mentalità* comune dei giovani americani sui vent`anni, ci è impossibile prestar fede a queste affermazioni. Senza aver alcuna probabilità* di sopravvivere come potevate pensare di immolarvi in attacchi suicidi per la patria e l`imperatore? Non esisteva qualche scuola speciale per indottrinare i giovani destinati alle unità* kamikaze?
R: Non esisteva alcuna scuola speciale di questo tipo.
D: Nella vostra qualità* di volontari per le unità* kamikaze, qual era il vostro stato d`animo?
R: Noi laureati avevamo soltanto un anno di istruzione militare, eravamo quindi più civili che non veri e propri militari. Tuttavia, in quanto civili, ci rendevamo conto che la situazione bellica era alquanto precaria ed eravamo convinti che in quelle circostanze il metodo dell`attacco speciale fosse il migliore. Ci arruolavamo quindi volontari decisi a sacrificarci affinché il Giappone potesse vincere.
D: Non pensavate che i piloti kamikaze eseguissero le missioni affinché il loro spirito potesse riposare in pace e il loro nome venisse celebrato sull`altare nazionale di Yasakuni? (l`altare è dedicato alla memoria dei caduti in guerra)
R: Non era necessario eseguire missioni kamikaze per essere celebrati sull`altare di Yasakumi, dato che ogni uomo caduto in combattimento, qualunque sia il suo grado e la sua provenienza, viene onorato sull`altare. Mai fummo spinti da un`idea di questo genere. La ragione vera che ci spingeva ad usare questo tipo di attacco consisteva nell`enorme divario esistente tra il potenziale produttivo dei due paesi e nella mancanza di metodi di combattimento alternativi.
D: Si svolgeva qualche specie di cerimonia prima di una missione? Ricevevate istruzioni da parte dell`ammiraglio? Scrivevate a casa o facevate testamento?
R: Nella zona delle Filippine, all`inizio, si svolgeva un ultimo brindisi con l`ammiraglio. Ma spesso era impossibile, data la difficile situazione bellica trovare il tempo per una qualsiasi tipo di cerimonia. Quasi tutti ricevevano brevi istruzioni da parte dell`ammiraglio. Alcuni di noi scrivevano a casa e facevano testamento, ma una volta sola, quando si chiedeva di essere arruolati e non prima di partire per una missione kamikaze.
Fine
Fonte cartaceo Luciano