Caro Kanister, il MAB 38 non può essere paragonato ad un archibugio. Deriva da un'arma nobilissima!
Sempre cordialissimi saluti
Giuliano
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Caro Kanister, il MAB 38 non può essere paragonato ad un archibugio. Deriva da un'arma nobilissima!
Sempre cordialissimi saluti
Giuliano
Giuliano, non sono io a fare questi paragoni (che comunque mi vedono d'accordo) ma parecchi autori anche stranieri. Non vorrei dire eresie ma il MAB 38, secondo me è l'estrema evoluzione del MAB 18 ( detto "siringone") figlio diretto della pistola mitragliatrice Villar Perosa...ma su questo bisognerebbe aprire un nuovo post altrimenti si va fuori tema!Citazione:
Obbiettivamente mi sembra un pò troppo paragonare Tullio Marengoni a Browning ed a Colt. Il primo era dotata di inventiva e genialità*. Il nostro Marengoni copiò, modificò, semplificò. Certamente attività* rispettabili, ma prive di genio inventivo ..... nulla di originale. Lo stesso MAB 38 fu la copia modificata del Mitra Bergmann, se ben ricordo.
io considero la 34 razionale, sufficientemente potente, ben fatta e con materiali di qualità*.Citazione:
Effettivamemte, la 34 è l'espressione di un paese povero! Fu adottata in quanto costava veramente poco.
Giuliano..io parlavo di armi italiane.Sulla HP concordo al 100%Citazione:
Io, dovendo andare al fronte: una HP, una Radom o, meglio, una TT33. Le Beretta solo come armi da difesa ... civile. Anche se, essendo una persona ... "complicata" preferirei una Walther PP (non PPK).
Per me il MAB 38 era tra le migliori armi automatiche del periodo.Citazione:
Per fortuna nessuno ha ancora paragonato il MAB ad un archibugio, altrimenti qualche similarità* l'avrebbe trovata.
Beh, la canna ce l'hanno tutti e due......Citazione:
Originariamente Scritto da giualfi
E comunque non sono certo io che appoggio queste idee.
Caro Andrea, sono d'accordo che il MAB era un'ottima arma, forse un poco pesante.
Per concludere questa nostra discussione, io penso che:
1) la Modello 1910 era un'arma originale, progettata con cura eseguita con materiali ottimi (salvo che per le guancette) e con macchinari altrettanto ottimi (forniti dalla Ludwig Loewe: che era azionista della Metallurgica Bresciana Tempini). Quest'arma era all'altezza delle armi corte dell'epoca e funzionava bene se si impiegavano le sue cartucce. Per altro le 9 Parabellum, all'epoca, erano diffuse solo in Germania.
2) Le prime pistole Beretta adottate durante la I Guerra Mondiale erano oggetti copiati. Ad esempio, l'innesto della canna era copiato da quello delle Mauser Mod. 1910 e 14; il carrello otturatore con la doppia finestra pure da queste copiato. Sulle pistole Beretta si dovette eliminare la finestra di espulsione perchè dava luogo ad inceppamenti (questo non si verificava sulle pistole della Mauser). Il sistema di scatto era mutuato da pistole spagnole tipo Ruby, l'impugnatura delle 1915 calibro 9 Glisenti era scomodissima, sia per angolazione che per dimensioni, la mancanza di sistema di ritardo di apertura dava luogo ad un notevole rinculo con notevole rilievo dell'arma. Il tentativo di ammortizzare il rinculo con la molletta e lo spessore di cuoio era qualche cosa di estremamente approssimato e rustico. Per quanto riguarda il forte riculo, lo stesso vale per la Beretta Mod.1923.
Essendo le capacità* progettuali di questo Fabbricante quelle che erano, si dovette ricorrere, per gli usi di guerra, al calibro 9 Browning short (9 Corto), ottenendo la Mod. 34.
Queste pistole erano ottimamente eseguite ed efficienti. Il caricatore, però, era copiato da quello della Glisenti, che era un capolavoro di funzionalità*, anche rispetto a quello delle P08.
L'innesto della canna, a slitta, fu mutuato da un'altra arma, la Long Tom tedesca, ma mi potrei sbagliare. Tullio Marengoni, che ne seguì lo sviluppo a partire dal Modello 1931, poteva lasciare quello prima mutuato dalle Mauser, molto meno soggetto, anzi, per niente soggetto a consumi.
Eccellente, per le 34 e per le 35, l'impugnatura, estremamente confortevole. Queste Beretta, infine, hanno una forma molto accattivante.
La Glisenti, rispetto alle Beretta costava molto di più e l'Italia del primo dopoguerra non era più quella dei primi del Novecento, quando si avevano velleità* di assurgere a livello di Potenza Mondiale!
La Glisenti non era certamente una "schifezza", anzi era estremamente dignitosa e rappresentava quello che allora voleva essere l'Italia: autosufficiente, autonoma, romanticamente aggressiva. Pensa all'angolo del passante della fondina, tiene lo stesso orientamento di una spada!
Caro Andrea e cari Amici, penso che si sia capito che voglio bene alla Glisenti.
Questo è nato quando, da giovane, un amico mi disse che l'unica caratteristica positiva di quest'arma era quella di mantenersi in equilibrio sulla suola del caricatore. Mi posi il problema e studiai (per quanto possibile alle mie capacità*) la pistola. Mi resi subito conto che questa caratteristica era un fatto estremamente positivo. L'arma, sia carica che scarica, in mano era sempre bilanciatissima ( ... diversamente dalle Beretta della serie 92) .... e poi il resto!
Veramente cordialissimi saluti, caro Andrea ed Amici tutti
Giuliano
Bella!
Mi piace questa disquisizione sulla Glisenti, fatta con il giusto ardore moderato dalla cortesia ed intriso di cultura!
Così dovrebbero essere portate avanti tutte le discussioni costruttive! [264
Posso aggiungere poco sul tema...
Ho conosciuto il sig. Simoni personalmente, si affacciò una volta all'armeria del TSN e fece "morbido" il Presidente fin quando non mi telefono pregandomi di mostrare i nostri pezzi come richiesto. Ho passato un paio di interessanti pomeriggi disponendo in bella mostra molte delle armi conservate perché le potesse fotografare a proprio agio...
Della Glisenti abbiamo solo le minuterie, l'otturatore ed il caricatore, probabilmente di un'arma andata distrutta molti anni fà*. Come tecnico metalmeccanico (specializzato nella fresatura CNC e con esperienza di stampaggi e creazione manuale di stampi a tranciare, etc etc....) rimango affascinato dalle numerose lavorazioni richieste per la realizzazione di ogni particolare. Tenendo conto che per ogni fase di lavoro occorreva avere un macchinario predisposto per quella unica operazione l'impegno industriale doveva essere notevole. Oggi una singola macchina CNC esegue moltissime operazioni differenti arrivando addirittura a restituire un particolare completamente finito partendo da una barra grezza, con un magazzino utensili a bordo macchina di 40/60 posizioni sostituisci altrettante macchine tradizionali.
Resta indubbio il fatto che più una cosa è complicata più è facile che sia soggetta a malfunzionamenti, come si usa dire in meccanica "quello che non c'è non si rompe!".
Occorre anche valutare la "destinazione d'uso", le armi corte erano (oggi più che mai) destinate alla difesa ravvicinata non all'attacco sulla lunga distanza. Meglio che fossero sempre in grado di sparare ad un metro che di colpire una moneta in fondo ad un campo di calcio solo se curatissime (sono un tiratore agonista di Carabina Libera, abituato a tenere le mie "bambine" nell'ovatta)...
La Glisenti a mio personale avviso resta un'arma di classe, finissima, rappresentativa di un'alta qualità* di lavoro ma abusata nell'impiego alla quale fu destinata.
Leggere che Giualfi si adopera per salvare pezzi simili mi rende felice, se mi perdonate questo termine, perché questo significa difendere la cultura della tecnologia e della storia dall'ignoranza in materia di chi riveste ruoli decisionali in merito.
Penso che comunque la sfortuna di questa bella pistola sia stata decretata anche dal grande numero di cartucce cal. 9 Luger che hanno invaso il nostro paese durante il conflitto, cosa che nella cultura partigiana prima e popolare poi l'hanno relegata ad un ruolo di "scatoletta di latta" rispetto alle concorrenti straniere.
Caro Centerfire, sono veramente contento di sentire il giudizio di un tecnico, quale sei tu, in merito alla fabbricazione delle Pistole Glisenti. Si trattava di oggetti che richiedevano, per la loro produzione, di macchinari di primissima qualità*. Infatti, erano forniti dalla Loewe. Ma non solo la meccanica era eccellente, con minimissime (sic) tolleranze, ma anche le finiture, sia interne che esterne, erano di primissimo ordine. Questo dimostra che chi produceva queste armi era orgoglioso di ciò che faceva: "Lo faccio io e vedete che faccio"! Altri tempi ed altre persone. Oggi è tutto "usa e getta" (dopo poco tempo). Ti dico la verità*, questo non mi piace.
Sono assolutamente d'accordo che la cattiva fama asquisita dalla Nostra deriva dal fatto che, con queste, si impiegarono le 9 Parabellum ed, ancora di più, le M38. In gioventù, con queste cartucce, spaccai il ginocchiello di una P08 ... l'ignoranza !
Cordialissimi saluti
Giuliano
Le due contendenti. Brutto sfondo ma belle pistole!
Saluti
Giuliano
Qusta bella immagine è il giusto sugello a questa animata e piacevolissima chiacchierata (discussione mi fa pensare più ad un litigio che ad un piacevole confronto). Pur rimanendo delle mie convinzioni ed apprezzando anche io l'intervento di un tecnico come Centerfire, aggiungo solo che, da collezionista, posso solo apprezzare queste due armi che, nel bene e nel male, hanno contribuito a scrivere la storia della nostra Italia. Un saluto a tutti.Citazione:
Le due contendenti. Brutto sfondo ma belle pistole!
Andrea
Caro Andrea, sono d'accordo! E' stato divertente e costruttivo.
Saluti
Giuliano
Posso solo unirmi ai ringraziamenti per questo bellissimo ed istruttivo post.
Da "quasi" profano della materia posso solo aggiungere che, (tralasciando l'aspetto estetic0) non ci sono pistole belle o brutte, ma solo pistole che fanno il loro dovere, dandoti una possibilità* di salvezza, e quelle che non riescono a farlo. Una pistola efficace a 15/20 mt sicuri è una garanzia. Se si vuole più margine si deve allungare l'arma.
saluti
Cari Amici, voglio comunicarvi che è uscito, edito da Tuttostoria, il libro sulla Glisenti Mod. 1910.
Cordiali saluti a tutti
Giuliano
Potresti farci una recensione?
Appena mi arriva, certamente. Conunque gli Autori sono Emanuele Marcianò, Direttore di Diana Armi, e A. Simoni. Emanuele Marcianò è un mio vecchissimo amico, Simoni non l'ho conosciuto personalmente.
Comunque, durante la stesura del libro ho avuto contatti con gli Autori. Il libro, per quello che so, è un'analisi dell'arma dai primi prototipi (già questa è una grossa novità) fino agli esemplari definitivi. La documentazione iconografica è molto ricca (350 illustrazioni foto a colori, disegni e tabelle) mentre la pagine sono 191. Il libro costa 32 Euro. Di più nin so (per adesso)!
Vi dico la verità, sono curiosissimo. Quest'arma, come si sarà potuto facilmente notare leggendo questo Thread, mi piace veramente. Perciò, saperne di più mi fa veramente piacere.
Saluti cordiali
Giuliano
Inetressante anche il prezzo non mi sembra eccessivo ma è già uscito?
Già ordinato su "tuttostoria.it"Citazione:
Originariamente Scritto da garand
Saluti
Oscar
Ho visto adesso sul catalogo tuttostoria, si intravedono molte foto della mauser 96
Cari Amici, il libro sulla Glisenti Modello 1910 è arrivato proprio oggi.
Vi dico la verità, non mi sembra proprio male. L'argomento viene introdotto da una carrellata delle pistole semiautomatiche della fine dell'ottocento agli inizi del novecento disegnate e prodotte all'estero. Per le armi italiane sono trattate le primissime pistole disegnate da Abiel Bethel Beaumont Revelli, di un certo Waefler di Torino (con fotografie di questa sconosciuta arma), dal Colonnello Giuseppe Vitali, da Alessandro Cuccurullo, anche tutte queste con le fotografie. Poi si passa ai prototipi Glisenti sino a giungere al Modello 1910. Si passa, poi, alla storia della cartuccia 9 Glisenti ed, infine, si tratta anche della Pistola Modello 1913, cioè della Brixia. Di quest'ultimo si descrive anche il Modello 1920, cioè quello con alzo, canna lunga e fodero calciolo in legno, il tutto a simiglianza con la Mauser Modello 1899.
Vi dico la verità, mi sembra un'opera interessante e documentata.
Cordialissimi saluti
Giuliano
Tavole e testo tratti da manuale per l'addestramento alle armi da fuoco degli Ufficiali del 1915.
..continua...
Ragazzi, giusto tutto quello che avete detto. Campanilismo Italianismo, ecc, ecc.
Ma volete mettere la 1911 con la glisenti ?? (e pensare che ne furono approntate anche per concorrere all'adozione di un'arma semiautomatica per l'esercito USA) !!!
(ps- grande la nostra soddisfazione, quella si !!! quando furono soppiantate dalla nostrana Beretta 92.....
comunque ecco le due mie """Bambine...."
Colt1873
Ciao, qualcuno di voi ha esperienze di tiro con una di queste 2 armi? Con una ricarica giusta e un arma in buone condizioni credete che si possanano fare delle buone sessioni di tiro (anche in sicurezza?) ???
Ciao a tutti,
ricordati che sono armi camerate per il 9 mm Glisenti : dimensioni uguali al 9 Para ma notevolmente di potenza inferiore !!!!!!!!!
Se l'arma è in condizioni tali da essere usata e trovate le ricariche giuste non vedo perchè tu non possa divertirti.
Ma veramente fai attenzione a quanto detto ! La Glisenti è una bellissima pistola ma non è la prima che "salta" proprio per il munizionamento non adeguato.
Ciao
Michele
Io sinceramente eviterei....una in buone condizioni ha un costo non proprio economico e se si rompe qualche pezzo è praticamente impossibile reperire ricambi (e se li trovi ti costano un occhio..). Se devi sparare una decina di colpi ok (con ricarica di precisione "maniacale") ma per delle sessioni di tiro vere e proprie lascerei decisamente perdere.
La Brixia la metterei direttamente sotto vetro!!! [255(pur essendo èiù robusta della 910)Citazione:
Quindi mi sconsigli di fare tiro dinamico con la Brixia usando munizioni a fattore major? :o
Io posseggo sia la Brixia che la 1910 .Essendo oltre che collezionista anche tiratore qualche colpo con entrambe l'ho tirato .La Brixia è un'arma relativamente robusta che funziona ottimamente con cartucce ricaricate come un 9 para a 3/4 di potenza e qualche colpo si può esplodere senza particolari patemi anche perchè ,secondo me ,le armi vanno godute;per la 1910 il discorso è un po' diverso ed è opportuno utilizzare munizioni ricaricate al livello minimo per garantire l'automatismo.E'assolutamente opportuno rimuovere per il tiro le ultradelicate guancette in bachelite,se presenti,ed impugnare l'arma nuda o con le sue guancette in legno o con le riproduzioni che si trovano in rete.Per chi volesse rischiare con la preziosa ebanite consiglio di rimuovere almeno il chiavino di smontaggio alloggiato sotto la guancia sn.Una volta provate le armi ed assaporate le emozioni che trasmettono al fuoco non credo che valga la pena,se si è collezionisti,di insistere.
Saluti
Ciao Centerfire, hai ancora i ricambi Glisenti 1910?