Cavolo Cocis, in quel museo c'è della roba davvero unica! Ma non mi sembra facilmente trasportabile un oggetto del genere.[Panic2]
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Cavolo Cocis, in quel museo c'è della roba davvero unica! Ma non mi sembra facilmente trasportabile un oggetto del genere.[Panic2]
Grazie per la segnalazione, aspettiamo qualche bella foto (penso che ne valga la pena).. peccato che negli anni sia stato cannibalizzato da persone senza scrupoli.. Ottime foto Cocis..
PS.
[II][II][II][II][II][II][II][II][II][II][II] .. Ah !..Citazione:
Originariamente Scritto da MULON
Mi auto-cito così almeno la cosa è più chiara,Viper 4...
Citazione:
Originariamente Scritto da Blaster Twins
Guarda,Andrea,per me la storia di Cuneo non è un problema.Come dicevo,se mi arrivano le foto(ormai il condizionale è d'uopo)bene,sennò,pazienza.A cosa serviva dire che non ci andavo se poi tanto sapevo di andarci?Fare orecchi da mercante non serviva.Preferisco ammettere candidamente di esserci andato e di avere fatto sette od otto foto con i Ragazzi del Normandie 44.Citazione:
Originariamente Scritto da Andrea58
[/quote]
Alex guarda che non ti devi mica giustificare con me, ma visto che avevi il fianco scoperto ne ho approffittato per sfottere un poco.
Adesso che poi il post è andato avanti ho anche capito la sequenza dei fatti[;)][;)]
La prossima volta però le foto falle almeno con delle ragazze, le preferisco.
Ciao
Andrea
<font color="blue">VALLO ALPINO,Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
torretta per mitragliatrice. Se non erro, fa ancora parte delle collezioni.
Una torretta 4 feritoie enucleata è visibile al Museo Aviazione di Rimini.
[ciao2]</font id="blue">
Il treno corazato c'è ancora. in realtà* è solo la motrice e comunque ce ne sono due se non ricordo male... Si possono intravedere sbirciando dal cancello dell'entrata automezzi della caserma di via Cumano
Ciao Cocis, avevo visitato il museo all'aperto quando i locali lo chiamava "Campo carriarmati", mi pare nel 1973 e successivamente durante un paio di raduni di veicoli milirari organizzati dasll'Historica negli anni ottanta. Già* allora si parlava di materiale sparito, rubato, venduto per ottenere fondi.... voci ce ne sono sempre state. L'unica cosa certa è la morte di De Henriquez. Devo dire che quando durante uno dei raduni vidi dei carri tedeschi muoversi con i propri mezzi pensai che se certe vendite avevano portato a quei restauri erano accettabili. Spero sia così.
Vedo che le foto di Storia Illustrata portano sempre emozione, però, almeno per i più giovani frequentatori, forse sarebbe bene precisare che risalgono a trentacinque-quaranta anni fa.
Si kanister hai ragione comunque io dicendo ""Queste foto risalgono a 4 anni dopo che è nato Ado mentre voi due mulon e blaster......"" avevo indicato che si trattava di cosa un po` datata ma se non è stata compresa lo preciso <font color="navy">TUTTO QUANTO SCRITTO E FOTOGRAFATO RISALE AL 1972</font id="navy">.Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Quindi, poiché ritengo necessario a questo punto (visto l`interesse su questo museo o quel che resta)dire alcune cose su Diego de Henriquez e su questa grandiosa raccolta che credo molti non conoscono e credete leggendo del materiale che possedeva mi si sono drizzati quei pochi capelli che ho.
Dal 1911 data che segna l`incontro ufficiale di Henriquez con la Storia (l`episodio che accese i suoi interessi, fu la sua partecipazione, da bambino al varo della Prinz Eugen) la sua giornata è stata tutta una corsa al recupero del cimelio anche a discapito della sua vita pubblica e privata.
Il "grande momento per la raccolta avvenne quando nel 1945 intermediario nella capitolazione, riuscì a fare inserire negli atti una clausola nella quale otteneva per il suo museo di materiale bellico bandiere,uniformi e archivi.
La riorganizzazione del materiale accumulato in tutti questi anni e stipato in 15 magazzini e depositi di Trieste, è appena cominciata.
Infatti solo dal 1969 è stato costituito il "Consorzio per la gestione del museo di guerra" con l`interessamento del Comune, Provincia e Enti del Turismo.
Servirebbero almeno 15 guardiani e circa un centinaio di persone per i primi restauri e manutenzione e soprattutto personale specializzato, al posto di quelle 7 persone di cui solo 2 a stipendio fisso.
Il professor Henriquez con la carica di direttore rinunzia al suo stipendio mensile a favore del museo e fa opera di vigilanza notturna nel centro smistamento di via San Maurizio dove ha un alloggio di fortuna.
Le autorità* triestine decisero di stanziare dei fondi per la realizzazione di una quindicina di edifici che dovrebbero sorgere a Trebiciano per raccogliere l`immensa raccolta.
Un edificio dovrebbe raccogliere <font color="navy">l`armeologia (circa 10.000 pezzi di armamento portatile e accessori dalle primitive armi di pietra scheggiata al mitra della 2^ WW)</font id="navy">
Un secondo <font color="navy">l`uniformologia (circa 2.000 uniformi).</font id="navy">
Un` altro la <font color="navy">Marineria </font id="navy">e i mezzi di trasporto, un altro <font color="navy">l`Aeronautica</font id="navy">, le arti sanitarie, i mezzi civili collegati alla guerra.
Il comprensorio di Trebiciano è la mèta di tutto il materiale del museo, parte del quale ha già* avuto esposizione pubblica a cominciare dal 1917 a Trieste, con la mostra del primo nucleo della raccolta ( armi portatili e cimeli familiari) , poi nel 1928 a Postumia per la parte speleologica, poi nel castello di Duino nel 1966 e ancora a Trieste alla Stazione Marittima nel 1968 in occasione dell`anniversario dell`entrata delle truppe italiane.
Non tutto comunque ancora era accessibile al pubblico.
Per esempio nel capannone di San Vito (antica fortezza della città*) ci sono <font color="navy">vecchi tram trasformati in ambulanze durante la Grande Guerra</font id="navy">, c`è <font color="navy">il 18BLR Fiat il primo autocarro gru della 1^ Guerra,</font id="navy"> una <font color="navy">apparecchiatura radar germanica</font id="navy"> usata a Trieste, <font color="navy">un radar degli Alleati</font id="navy">, <font color="navy">il trattore del cannone atonico, il primo carro armato tedesco entrato a Trieste (Marder)</font id="navy">, anche <font color="navy">un`imbarcazione</font id="navy"> trovata in uno scavo fatto da Henriquez nella zona di Trieste.
Il capannone di San Vito e Trebiciano hanno subito dei veri e propri assalti da parte di numerosi osteggiatori della raccolta, c`è stato anche un incendio doloso e un arrembaggio di creditori appoggiati dalla polizia ( nel 1963 il prof. Diego salvò la sua raccolta annunciando alla folla, dall`alto della torretta di un carro armato, che sarebbe morto con le armi in pugno piuttosto che veder saccheggiata la sua collezione, in questa occasione si era asserragliato a San Vito prendendo in ostaggio due funzionari di polizia).
Le autorità* tedesche e poi gli Alleati favorirono l`attività* del museo fornendo guardiani e aiuti.
I rapporti furono meno facili con le autorità* italiane, ostili in diverse occasioni quando iniziarono i primi rapporti per la costituzione del "Consorzio"
Venne anche proposto il trasferimento del museo a Roma nell`intendo di favorire gli aiuti economici, ma racconta il professore – un miliardo e mezzo ottenuto con l`interessamento del ministro Medici venne fagocitato dal Ministero della Pubblica Istruzione ; e la stessa spedizione della raccolta subì furti e distruzioni (a Roma ci sono comunque ancora (forse ndr mia) 2 depositi del materiale di Henriquez.
"Il pezzo più bello del mio museo? à? il programma: Centro internazionale per l`abolizione guerre e per la fratellanza universale.
Henriquez conosceva ben 17 lingue.
continua
Un piccolo elenco degli oggetti contenuti nel museo di Diego de Henriquez
(queste le più preziose)
La <font color="navy">mazza</font id="navy"> d`argento di Pio IX
L`<font color="navy">elmo</font id="navy"> di Vittorio Emanuele II
Preziose <font color="navy">fibbie</font id="navy"> di spade di Samurai
L`<font color="navy">emblema</font id="navy"> di prua della corazzata britannica Queen Elisabeth
I <font color="navy">testi</font id="navy"> più rari dei 18.000 volumi di guerrologia in tutte le lingue, come il libro di bordo della fregata Donau quando seguiva l`impresa dei Mille
Un`<font color="navy">arma </font id="navy">composita del 1600 appartenuta a un principe dell`Italia centrale, che è una rivoltella a 8 canne più baionetta e manico a mazza ferrata, (inventariata per 30 milioni)
Ancora altro tralasciando la parte speleologica
<font color="navy">Corazze</font id="navy"> e <font color="navy">elmetti</font id="navy"> Farina completi di pinze tagliabili
<font color="navy">Scudi</font id="navy"> di Ras abissini in pelle di rinoceronte, argento e velluto provenienti dalla guerra d`Africa
Uno dei più antichi <font color="navy">cannoni</font id="navy"> da nave del 1380 proveniente da una galera della Repubblica Veneta affondata nella guerra di Chioggia il pezzo è unico al mondo completo di accessori.
La <font color="navy">divisa</font id="navy"> azzurrina da campo di Grancesco Giuseppe
La <font color="navy">spada</font id="navy"> del generale Giovanni Cavalli regalatagli da Vittorio Emanuele III
Gli <font color="navy">Stemmi e vessilli</font id="navy"> fascisti di Trieste e quelli partigiani di Lubiana ( ci sono circa 1.000 bandiere militari)
Moltissime sono le curiosità dal <font color="navy">modellismo</font id="navy"> militare in cartoncino, alle <font color="navy">pipe</font id="navy"> con decorazioni militari, alla <font color="navy">chiave</font id="navy"> antiscintilla per le polveriere a quella con serratura a pistola, al <font color="navy">bambolotto</font id="navy"> burlesco fatto dalle SS contro il maresciallo Tito, alla "<font color="navy">forca volante</font id="navy"> " appartenente a un reparto austriaco (basata su un lungo chiodo da fissare ad un albero o muro secondo l`occasione), alla <font color="navy">scatole </font id="navy">di conserve con immagini alludenti alla fratellanza italo-tedesca, all`unico esemplare dell`<font color="navy">elmetto</font id="navy"> fatto eseguire da Mussolini affinché le truppe italiane avessero un aspetto romano.
Nella collezione delle armi leggere tra fucili e spade vi sono circa 10.000 pezzi tra cui la <font color="navy">carabina</font id="navy"> fatta studiare dal generale La Marmora per i bersaglieri (corta, maneggevole, precisa e a percussione) o come il <font color="navy">fucile</font id="navy"> fatto costruire dal maresciallo di Vauban per Luigi XIV per le armate francesi a pietra focaia (ne esistono tre esemplari) o come l`unico <font color="navy">"91"</font id="navy"> italiano che è stato trasformato in automatico.
Oltre 2.000 tra <font color="navy">quadri</font id="navy"> di battaglie e personaggi storici, <font color="navy">stampe e disegni</font id="navy"> (c`è il piano difensivo germanico di Trieste) un <font color="navy">busto</font id="navy"> di Piccard con cui Henriquez collaborò nella realizzazione del batiscafo, appunto il Trieste.
Migliaia di <font color="navy">medaglie, distintivi e stemmi</font id="navy"> raccolti a mano a mano con la caduta dei regimi e stati.
35.000 <font color="navy">soldatini</font id="navy"> di piombo, gesso, cartapesta e figurine.
8.000 <font color="navy">fotografie</font id="navy"> tra cui una parte della raccolta appartenuta a Garibaldi.
300 chilometri di <font color="navy">pellicola</font id="navy"> di documentari di guerra e circa "70 metri" dei diari tenuti dalla Prima Guerra a oggi.
Sperando di non avervi tediato troppo posterò poi le pochissime foto del materiale dell'ex museo all'aperto
Ciao Cocis, scusa se ho insistito. Ho visto che tu hai giustamente inserito quei precisi riferimenti epocali, però ho anche notato che molti non li hanno recepiti....