heheeh
si da quello trovato qualche mese fa in stato di abbandono a Gela.............................ma che fine avrà* fatto!!!???
Visualizzazione Stampabile
heheeh
si da quello trovato qualche mese fa in stato di abbandono a Gela.............................ma che fine avrà* fatto!!!???
Sarebbe interessante sapere dovè finito, spero non in qualche fonderia.Citazione:
Originariamente Scritto da Marcocougars
p.s. nella foto "dopo" vedendo la chiesa più vicina rispetto al "prima" la foto sembra proprio presa da dove c'era il carrier [264
Ciao Marcocougars complimenti per il prima ed il dopo, davvero molto bello, e scusa per il ritardo nel risponderti. [264
ciao
A proposito del gen. D'Havet:
La costa della cuspide sud orientale della Sicilia era presidiata dalla 206^ divisione costiera, costituita il 15 novembre 1941 ed affidata al gen. Achille D`Havet, marchese, proveniente da una nobile famiglia di Firenze, ma nato a Bologna nel 1888. Vecchio alpino, aveva partecipato alla guerra italo-turca ed alla prima guerra mondiale, sulla frontiera italo-austriaca, ricevendo, per il valore e la competenza dimostrati, due medaglie d`argento, una di bronzo ed una croce di guerra. Nel 1939 aveva comandato la divisione alpina Cuneense e nel novembre 1940 aveva assunto il comando della divisione di fanteria Bari, partecipando al tragico e fallimentare conflitto con la Grecia. Dal 1° gennaio era transitato nella riserva, ma era rimasto al comando della 206^ quale richiamato in servizio.
Nell`estate del 1943 la 206^ presidiava un settore lungo 132 chilometri che confinava a nord-est (Masseria-Palma) col Comando Piazza Militare Marittima di Augusta-Siracusa e a sud-ovest (Punta Braccetto) con la XVIII brigata costiera. La divisione aveva una forza di 400 ufficiali e 8.000 uomini, aumentata a 450 ufficiali e 9.600 uomini dopo l`allarme del 22 maggio 1943, quando furono aggregate le unità di corpo d`armata operanti in zona. In totale D`Havet aveva a disposizione 8 battaglioni di fanteria, uno mitraglieri, 3 gruppi misti, 5 gruppi d`artiglieria, uno semoventi ed altre unità minori.
Da un testo in inglese:
While the Axis generals talked, the Allies continued to advance on a broad front. On the morning of July 12 the Canadians ran into unusually stiff resistence at Modica. All or parts of four Canadian battallions finally stormed the place, capturing seven field guns, five medium guns, and one antitank gun, along with several hundred Italian prisoners.
Mentre i generali dell`Asse parlavano, gli Alleati hanno continuato ad avanzare su un vasto fronte. La mattina del 12 luglio i canadesi impattarono in una resistenza insolitamente rigida a Modica. Tutta o una parte delle truppe di quattro battaglioni canadesi, infine, hanno investito la piazza, catturando sette cannoni da campagna, cinque cannoni medi ed un pezzo anticarro, con diverse centinaia di prigionieri italiani.
The reason for the tougher than normal defence was the presence of General di Divisione Achille D`Havet, commander of the 206th Coastal Defence Division. He was finally captured by a Canadian sergeant but asked to be allowed to surrender to a high-ranking officer. As a major escorted him out of town, much of the civilian population of Ragusa came out to boo the fat little general. He was finally taken to General Simond`s headquarters, where he surrendered to the commander of the 1st Canadian Infantry Division. He was the first Axis general captured by the Canadians in World War II.
Il motivo della difesa più dura del normale era la presenza del Generale di Divisione Achille D' Havet, comandante della 206th divisione costiera. Infine, fu catturato da un sergente canadese, ma richiese di arrendersi ad un alto ufficiale. Appena un maggiore lo accompagnò fuori dalla città , gran parte della popolazione civile di Ragusa contestò il grasso e piccolo Generale. Infine, fu portato al quartier generale del Generale Simond, dove si arrese al comandante della 1^ divisione di fanteria canadese. Era il primo generale dell`Asse catturato dai canadesi nella seconda guerra mondiale.
D`Havet capture also signaled the end of the 206th Coastal Defence Division. After the fall of Modica, a Platoon of infantry, supported by a troop of tanks, turned south to clear the village of Scicli, between Modica and the coast. The Edmonton Regiment`s unit diary reported that "the tanks fired three shots over the town and 1,100 prisoners emerged from the hills and gave themselves up". During the night large numbers of Italians were rounded up in the hills around Ragusa by the 2nd Canadian Infantry Brigade. Other units of the 8th Army made similar progress. By nightfall the 23rd Armoured Brigade was within sight of Vizzini.
La cattura di D' Havet, inoltre, segnò la fine della 206th divisione costiera. Dopo la caduta di Modica, un plotone di fanteria, appoggiato da una troop di carri armati, deviava a sud per prendere il villaggio di Scicli, tra Modica ed il litorale. Il diario storico del reggimento Edmonton ha segnalato che "i carri armati hanno sparato tre salve sulla città e 1.100 prigionieri sono emersi dalle colline ed hanno alzato le mani. Durante la notte tantissimi italiani sono stati adunati sulle colline intorno a Ragusa dalla 2^ brigata fanteria canadese. Altre unità dell'8^ armata hanno realizzato simili progressi. Dal tramonto la 23^ brigata corazzata era in vista di Vizzini.
Riguardo all'efficienza della panzerdivision "Hermann Goering" nella battaglia di Gela, ecco cosa ho letto nel testo "The battle of Sicily", scritto da un americano e da un tedesco:
La panzerdivision Goering non si era dimostrata all`altezza delle unità* consorelle, mostrando diverse lacune: scarsa fanteria, un numero di carri inferiori all`organico previsto, un insufficiente coordinamento tra fanteria e corazzati. Ma la peggiore deficienza della divisione era l`impreparazione degli ufficiali superiori. Ad esempio, il t.col. Hans Urban, comandante del rgt panzer, era un pilota di bombardieri, declassato ai servizi di terra a causa di una malattia nervosa. Lo stesso 10 luglio, all`inizio della controffensiva verso Gela, fu rimosso dal comando per manifesta incapacità* a guidare reparti corazzati. Infatti, nei pressi di Case Priolo, la sua retroguardia, formata da un reparto esplorante e da un`unità* del genio, fu ingaggiata da paracadutisti di Gorham e da elementi del 16° rgt ftr, e Urban ritornò indietro velocemente. Il comandante di divisione, Conrath, che accompagnava quella colonna, destituì immediatamente Urban e prese personalmente il comando del gruppo di combattimento. Un destino peggiore ebbe il t.col. Helmut Funck, comandante del 1° rgt granatieri corazzati, il quale, nel pomeriggio dello stesso giorno, si spinse troppo avanti e fu bloccato per un ora da alcuni tiratori americani. Privi del suo comandante che non poteva neppure alzare la testa dal suo riparo, il rgt granatieri si arrestò alle 3,30 p.m.. Poiché i collegamenti radio tra il reggimento e il comando di divisione si erano interrotti, immediatamente Conrath inviò il suo capo di stato maggiore, col. Hellmut Bergengruen, a verificare la situazione della colonna di sinistra. Quando Bergengruen comunicò al generale ciò che stava succedendo, Conrath destituì immediatamente Funck, passando il comando a Bergengruen, il quale lo tenne per tutta la battaglia di Gela. Funck fu mandato alla corte marziale.
A leggere qto stralcio di diario sembra che gli uomini della 206° costiera erano vigliacchi o peggio, ma mi rifiuto di crederlo, perchè basta leggere nel Faldella gli avvenimenti nel settore della 206° divisione costiera dal 10 al 12 luglio per rendersi conto dei numerosi casi di eroismo e di senso del dovere italiano.Citazione:
Originariamente Scritto da mimmo anfora
Poi riguardo alla cattura del gen. D'Havet venne un sottufficiale a parlamentare per la resa immediata sotto minaccia di un bombardamento navale di Modica.
Riporto quanto scritto sul Faldella:
" All'alba del 12 luglio reparti canadesi attaccarono la posizione tenuta dal Gruppo tattico del console Busalacchi dinnanzi a La Sorda e furono respinti. Cadde valorosamente combattendo, il soldato Diamante, medaglia d'argento alla memoria. Altre forze, pure canadesi, avevano però già* circondato Modica. Alle 11 un parlamentare canadese fu accompagnato al comando della divisione per intimare al generale d'Havet di arrendersi e di far immediatamente cessare le resistenza, altrimenti le artiglierie navali avrebbero bombardato Modica. Il generale, visto che il parlamentare era un sottufficiale, gli ingiunse di ritornare a chi lo aveva mandato. Poco dopo si presentarono un tenente colonnello ed un maggiore che, dopo aver ripetuto l'intimazione, chiesero al generale di consegnare la pistola. Questi rifiutò e rispose che avrebbe trattato soltanto con un comandante di grado pari o superiore al proprio.
Fu così accompagnato dal comandante della divisione canadese, gen. Simonds, il quale gli fece presente che, essendo ormai crollata ogni resistenza, doveva considerarsi prigioniero e gli concesse di conservare la pistola, come riconoscimento del valore dei suoi reparti in combattimento e segno d'onore per tutta la divisione."
Il bollettino di guerra italiano del 13 luglio 1943 segnalò la divisione: " per la magnifica difesa della posizioni ad essa affidate, merita l'onore di speciale citazione la 206° divisione costiera comandata dal generale Achille d'Havet "
Cordialmente
Interessante la fonte inglese che citi.
Addirittura Peter Kemp dice: " a Modica due sottufficiali canadesi si erano imbattuti nel generale comandante la 206a divisione costiera.
Sono stati fortunati gli inglesi che con solo tre salve di cannone di carro armato, hanno fatto 1.100 prigionieri.
Certo è, che la presa della Sicilia nel suo complesso non fu molto così semplice a giudicare da quello che aveva previsto Alexander di occupare tutta l`isola in 10- 15 giorni e Montgomery che si era ripromesso di giungere a Catania in 5- 6 giorni e vi è giunto invece il 4 agosto, dopo 26 giorni e il 17 agosto gli americani entrano in Messina dopo 38 giorni dallo sbarco.
Certo (tanto per citare un particolare) che nella relazione dello stato maggiore canadese si addice , a prova di scarsa resistenza degli italiani, il fatto che la 1ª divisione canadese durante lo sbarco perdette soltanto 75 uomini fra morti e feriti, ma se si considera che sul fronte della divisione non vi erano più di 250 uomini e il fatto che essi abbiano colpito 75 avversari, dimostra che hanno combattuto e sparato anche molto bene e per fortuna in nessuna battaglia moderna è stata raggiunta una tale proporzione, per cui 100.000 uomini abbiano ucciso o ferito 30.000 nemici.
Casualmente, la scarsa reazione delle truppe in Sicilia citata spesso dagli inglesi, non eviterà* poi recriminazioni in Gran Bretagna e Stati Uniti per la lunga durata della lotta.
Certo Emilio Faldella (italiano) dice: "si può ben affermare che la Sicilia fu difesa come era possibile difenderla data l`enorme disparità* di forze" e di ciò lo comprovano anche le perdite subite dagli invasori: 5.187 morti, 9.018 feriti, 3.348 dispersi.
Nei cimiteri dell`isola sono sepolte 4.278 salme di italiani e 4.325 di tedeschi.
Preciso che essendo nato sei anni più tardi certe cose le devo necessariamente leggere, non ho il dono della verità*, ho evitato di citare le memorie di Wiston Churchill forse un pò di parte, ma Peter Kemp oltre ovviamente Emilio Faldella.
ciao a tutti
ho fotografato i luoghi dello sbarco del 3 commando.............anche perchè delle difese italiane non si trova più niente.......penso sono finite sotto le case.forse c'è qualche cosa sopra la costiera rocciosa.....indagherò.
così vi stimolo ad approfondire loperazione del 3 commando e visto le mie foto del ponte primosole anche l'operazione fustian.
ciao
Marco per quel pò che so, il 3° commando di circa 180 uomini sbarcò intorno alle 03.00 con sette L.C.A dalla Prins Albert, a Scoglio Imbiancato a nord di Cassibile, mettendo a tacere con le loro 21 mitragliatrici l'unica mitragliatrice italiana che faceva fuoco.Un obiettivo del 3° commando era l'81a batteria dislocata a masseria cafici. E' da ricordare l'episodio di un contadino che all'improvviso sparò contro la testa del commando (con un fucile da caccia o carabina?) ma fu ucciso all'istante, il che fece dire ad un soldato inglese:" peccato doverlo uccidere aveva lo spirito giusto".E a quanto pare furono tra i primi a toccare terra ed in perfetto orario di marcia, mentre si registrò " una certa confusione e mancanza di controllo... " negli sbarchi della 50a divisione inglese nella zona di Avola, sbarcando all'alba.
" Giù il portellone!...Sicilia, tutti fuori! " . Anche se la reazione italiana a quanto pare non fu molta furono inflitte delle perdite. A detta del marinaio K.G.Oakley: "L'acqua era diventata un mare di sangue e di membra: i resti di quelli che erano stati grandi combattenti e non sarebbero stati mai identificati".Lo stesso marinaio vide saltare un mezzo da sbarco della 50a ed estrasse dalle onde un "Uomo con un braccio appeso a brandelli di stoffa e carne che gridava: Il mio braccio!Guarda mi hanno colpito".
Lascio agli altri la parola sperando di saperne anche io qualcosa di più
Ciao
Ciao!
questo è il saluto alla Sicilia della 51a Divisione di fanteria delle Highlands.
http://mysongbook.de/msb/songs/f/fawelsic.html
Penso che deve essere stata abbastanza tosta per portare i coriacei scozzesi a comporre tanto!!
Ciao
Ivano
Per quanto abbia capito io (non sono una cima in inglese), le tre salve furono sparate contro Scicli e non contro Modica. In effetti, dalla sua relazione, risulta che il col. Primaverile accettò la resa del suo 123° rgt costiero senza opporre resistenza, dopo aver ricevuto la proposta da un parlamentare la tarda mattina del 12 luglio. Oltre al centinaio di uomini del comando del 123°, si arresero anche i resti del 381° btg, delle due cp bers. del 542° btg e del XXVIII gruppo art. Nel complesso è verosimile che superassero i mille uomini.
Riguardo alla resa di D'Havet, vi riporto ciò che scrisse lo stesso generale nella sua relazione, a partire dalle 8,30 del 12 luglio:
Rientro al mio comando, tento telefonare a quello tattico ed a Scicli, ma le linee non funzionavano più.
Poco dopo, viene da me introdotto un parlamentare canadese che mi avverte che il comandante la divisione chiedeva di far cessare la resistenza alla Sorda, altrimenti le artiglierie navali avrebbero distrutta Modica, inoltre, mi attendeva per trattare la resa.
Da ciò arguisco che il nemico credeva che la consistenza della forza fosse assai superiore, se voleva trattare una resa che io prevedevo avvenisse già* il giorno precedente.
Mando allora, in mia vece, il Capo di S.M.
Io intanto compilo una situazione da inviare al Comando di C.A. col capitano Marino, vestito in borghese, perché sfuggisse alla cattura.
Ritorna nuovamente il console Busalacchi e mi dice che tutto era crollato e chiedeva di essere autorizzato a darsi alla macchia. Lo ringrazio, bacio e congedo ma.....poco dopo è catturato.
Il Capo di S.M. ritorna al comando e mi avverte che il comandante canadese voleva conferire personalmente con me.
Lui era accompagnato dal Capo di S.M. della divisione nemica e da un tenente colonnello dei carri armati. Questi mi chiesero la pistola. Ma io gli risposi: "Se necessario, la consegnerò ad un generale mio pari grado o superiore". Acconsentirono.
Alle 11,15 lascio, con loro, Modica (verso Pachino). Oltrepassato il Posto di Blocco di Villa Beneventano, incontriamo il generale Sir Oliver Leese, comandante del Corpo d`Armata, al quale vengo presentato.
Mi chiede varie notizie militari alle quali rispondo che non mi sentivo autorizzato a rispondere.
Io per contro gli domando d`avere l`onore delle armi perché con le sole mie forze, avevo per tre notti e quasi tre giorni tenuto fronte ad almeno tre divisioni corazzate.
Mi risponde: "Vedremo", mi saluta e mi fa accompagnare dal comandante della divisione.
Dopo una breve sosta presso il generale di brigata Conrad, sono condotto dal maggior generale Simond al quale ripeto la mia richiesta di avere l`onore della armi, dimostrando, a lui pure, la grande sproporzione fra le mie forze e le avversarie.
Dopo aver radiotelefonato (evidentemente al generale Leese) ordina che mi sia lasciata la pistola.
Ciao Totino
Lo sbarco a cui mi riferisco io è quello delle 22:30 del 13 Luglio di 400 uomini del 3° Commando coperti dalla nave HMS Prince Albert. sulla spiaggia di Agnone Bagni a 5 miglia dal ponte dei malati.
Ho trovato in rete questo articolo che ho tradotto con un traduttore e ordinato in più ho cercato di integrarlo con il libro Bitter victory(non ho la versione in italiano) di Carlo D'este. Purtroppo ho prestato il libro assalto a 3 ponti dove Marcon parla della resistenza degli italiani e se non ricordo male del gruppo del Caporale Tropea........come sempre gli inglesi parlano solo dei tedeschi e in questo caso del gruppo Schmalz e del loro Tigre, che fu fondamentale per la riconquista.
Questa operazione si può integrare all'operazione Fustian del 13 luglio che con il lancio dei parà* diavoli rossi doveva conquistare il ponte primosole.
Sicuramente Montgomery aveva pensato a salvaguardare i 2 ponti che lo separavano da catania e eveva sottovaluato la resistenza degli italiani e dei tedeschi ignorando la presenza dei diavoli verdi.
Per questo i gruppi dei parà* e dei commandos erano piccoli e non armati con armi pesanti, anche perchè si pensava che il grosso delle truppe sarebbe arrivato in pochissimo tempo........ma così non fu.
Ponte dei Malati - 3 Commando Bridge. 14th/15th luglio 1943.
In WW2, i ponti che hanno svolto un ruolo importante: - Kwai, Remagen, Toko Ri, Pegasus, ecc Primosole Questa è la storia di uno che è stato dimenticato.
Tre chilometri a nord di Lentini vicino alla città* di Siracusa, l'isola di Sicilia, si trova il Ponte dei Malati. Oggi è ora su una strada secondaria, in ombra del nuovo ponte massiccio di cemento armato. Questo non era così nel 1943.
Con il 13 luglio l'8 ° Armata sotto il comando del Generale Montgomery si sposta verso nord. L'intenzione era quella di spingere verso Messina e la punta di nord-est della Sicilia le forze dell`asse. L'ufficiale comandante del 3 Commando, Lt.Col. JFDurnford-Slater è stato convocato alla banchina a Siracusa e ricevere ordini dal generale Dempsey per catturare il ponte dei Malati sul fiume Leonardo. Montgomery aveva capito che questo ponte sulla strada principale a nord di Catania doveva rimanere intatto e nella mani delle forze alleate per garantire l`avanzamento della 50° divisione.
Il 3° Commando è stato sbarcato a terra a nord di Augusta nel golfo di Agnone dalla nave HMS Prince Albert e seguendo la linea ferroviaria procedette verso ovest in direzione Lentini. Si era pensato che l'unica resistenza sarebbe da difensori italiani dispersi, ma subito il commando è contrastato dal 3 ° Battaglione del Reggimento Hermann Goering. Ciò significa che su tutta la strada verso il ponte vi è stata intensa lotta, ma il loro obiettivo è stato raggiunto dal 03:00 del 14 luglio.
Gli italiani di guardia al ponte sono stati rapidamente sopraffatti e il ponte passò sotto il controllo britannico. Le difese che ostruivanoil ponte sono state rimosse e il commando ha ora il compito di organizzare il ponte fino a quando fosse arrivata la 50 ª Divisione. Questa è stata la rotta nord per l'8 ° Armata sud e per il ripristino dei rifornimenti dei tedeschi e la loro principale via di evacuazione verso nord, in modo che il Malati Bridge è diventato il fulcro di numerose battaglie. Un carro tedesco Mc VI Tiger è apparso non più di 200 metri(proveniente da Lentini) ed ha iniziato la sua battaglia a colpi di mitragliatrice pesante nei confronti del commando che erano intorno e sotto il ponte senza copertura. Un certo numero di uomini sono stati feriti e alcuni, tra cui Lt Tony Butler, che fu aggregato al 3° Commando dal Regimento Cavalleria nord irlandese , sono stati uccisi. Altre carri furono visti scendere lungo la strada con la 50a divisione non ancora in vista, dopo una breve discussione si è deciso che i restanti comandos si ritirernno nelle colline a est. Una volta che ci sono visti sotto un pesante fuoco fu ordinato di dividersi in piccoli nuclei un appuntamento sulla costa. Con grande difficoltà* la maggior parte ha raggiunto questo obiettivo, anche se alcuni sono stati catturati (solo per sfuggire alla loro rapitori poco dopo). Lt Butler e Lt Grotta insieme con altri quattro morti commandos, sono stati sepolti al ponte. Gli altri morti e feriti sono stati recuperati dalla zona circostante, il totale delle vittime da questa azione sono stati 153 tra morti, feriti e dispersi. Questa cifra potrebbe avere fatto l'operazione appare come un fallimento, ma il fatto che il ponte non è stato distrutto e la confusione che ha causato alle forze dell'Asse dal 3° Commando ha fatto sì che la 50a divisione Continuasse la sua corsa verso nord.
Dopo la caduta di Catania, il generale Montgomery ha ordinato che fosse scolpita una pietra con "3 Commando Bridge" e questa pietra fosse cementata alle porte del ponte dei Malati.
Il ponte oggi appare esattamente come ha fatto in una fotografia 1943, Montys pietra ancora in vigore e la grande casamatta di guardia alla fine. Permanere sotto il ponte (come Lt Butler e suoi compagni avevano fatto), in questa calda, soleggiata, tranquilla pomeriggio è stato difficile immaginare quelle giorno 62 luglio anni fa.
Lt Butler e Lt Grotta sono sepolti fianco a fianco a Catania cimitero militare del Commonwealth. Altri agenti e gli uomini del 3 Commando sono sepolti a Siracusa cimitero militare del Commonwealth. Essi e quelli di Commando 3 (Esercito), che sono sopravvissuti non saranno dimenticati. C.H.
.
Ci ricorderemo loro.
Nota:
Per un conto in profondità* di questa azione vedere "Tempesta dal mare".
di Peter Young (1989) Nuova edizione - Wren's Park 2002.
-------------------------------------------------- -------------------------------------------------- --
Questo articolo è dedicato alla memoria di Antonio Lt Danvers Cavendish Butler del nord irlandese a cavallo, Royal blindati Corpo e n. 3 Commando.
Ucciso il 14 luglio 1943 di età* compresa tra 27.
Marco ti ringrazio davvero per le informazioni per me molto interessanti e dettagliate che fornisci.e grazie ancora per le belle foto.Spero di incrementare la mia conoscenza su quelle battaglie e sopratutto su quella combattuta per il ponte di primosole dove secondo quanto ho letto da qualke parte ci furono diversi scontri nel corpo a corpo.
Ringrazio DdayDoger e Mimmo per l'interessante racconto del gen. d'Havet
[00016009
GRUPPO MOBILE "E"
Nel testo "The battle of Sicily" di S.W. Mitcham e F. von Stauffenberg ho trovato un brano riguardante il gruppo mobile "E" che descrive l`operazione del 10 luglio contro gli americani, non limitato all`azione della compagnia corazzata del cap. Granieri, ma descrivente l`azione di tutto il reparto. Ciò non l`ho trovato in alcun testo in italiano. Pur non essendo bravo in inglese, ho tradotto le relative pagine. Gli autori hanno gonfiato la forza del gruppo mobile "E" sia in carri che in uomini. Esso, comandato dal t.col. Conti, aveva in forza la 1^ cp del 101 btg carri R35, la 2^ cp del 102° btg c/c da 47/32, la 4^ cp del 501° btg costiero, la 155° cp motomitraglieri, 1^ sez. della 326^ btr da 20 mm dell`Assietta e la 9^ btr da 75/18 del III gr. art. della Napoli, per circa 700 uomini. Dai testi e dai documenti letti, mi risulta che in totale il 101° btg R35 aveva 55 carri. Ogni compagnia era formata da 18 carri, di cui 5 per ciascuno dei 3 plotoni, 1 per il comandante di cp e 2 radio.
Gli autori americano e tedesco descrivono ed ammettono il valore di questa piccola unità*.
Il gruppo mobile "E" era una forza tattica della dimensione di un battaglione con circa quattro compagnie di fanteria motorizzata, una compagnia di cannoni anticarro da 47 mm, uno squadrone di motociclisti e due compagnie corazzate. Le unità* corazzate erano equipaggiate con circa trenta carri Renault-35 che i tedeschi avevano ceduto all`Italia dopo la resa della Francia nel 1940. Questi pesavano solo 10 tonnellate ed erano armati con cannoni da 37 mm. Inoltre, il gruppo mobile aveva sedici carri leggeri da 3 tonnellate ed alcuni Fiat della prima guerra mondiale, i quali erano pure leggeri. Certamente essi non erano all`altezza di affrontare i carri Sherman, ma gli Sherman erano ancora lontani dalla costa, a bordo di LST nel golfo di Gela.
La colonna di sinistra del gruppo mobile "E" si mosse su una colonna di autocarri, seguita dai corazzati, alcuni pezzi d`artiglieria e alcune autoblinde. Essa procedeva verso Casa Priolo, circa un miglio e mezzo a nord dell`obiettivo americano "Y", l`incrocio della strada di Niscemi con la statale 115. Non si rendeva conto che stava cadendo in un agguato.
Prima del giorno, il ten. col. Gorham, comandante del 1° btg del 505° rgt ftr paracadutista, si era impadronito delle spoglie e pietrose colline denominate Piano Lupo, dove aveva adunato una forza di quasi 100 uomini. La maggior parte dell`unità* di Gavin avrebbe dovuto lanciarsi su quel territorio, ma Gorham non se ne preoccupò. Egli voleva giocare le sue carte.
"Naso Duro" Gorham era un militare duro, risoluto, eroico e autonomo. Abbastanza stranamente, egli aveva solo 28 anni e si era diplomato a West Point solo cinque anni prima. Dell`equipaggiamento lanciato e sparpagliato nelle campagne, riuscì a recuperare due mortai da 60 mm con cinquanta granate e tre mitragliatrici con seimila cartucce. Prima dell`alba, alcuni suoi uomini avevano conquistato un caposaldo italiano (una fattoria dalle spesse mura in pietra). Essi avevano ucciso quindici italiani e ne avevano catturati più di quaranta, oltre a venti mitragliatrici con quasi 500.000 colpi. Questa rappresentava la maggiore vittoria per quelle truppe paracadutiste armate leggermente. Gorham distribuì rapidamente le armi ai suoi uomini. Poi egli preparò un agguato sulla strada di Niscemi e aspettò qualcuno per sparare.
A quel punto la colonna di sinistra del gruppo mobile "E" apparì. Immediatamente Gorham fece aprire il fuoco sugli autocarri, i quali contenevano due compagnie di fanteria italiana. Per qualche ragione il comandante del gruppo non aveva inviato i carri, così in terreno aperto i fanti, sorpresi, furono massacrati. L`uccisione continuò fino a quando gli italiani piazzarono un pezzo d`artiglieria fuori dal raggio di tiro della postazione americana. Appena il cannone iniziò a sparare, Gorham si ritirò verso Piano Lupo. Gli italiani corsero anche verso le colline e le raggiunsero per primi. Lì ricominciarono i combattimenti con i paracadutisti.
Nello stesso momento, proveniente dalla spiaggia, dove aveva vinto una leggera resistenza, il 16° RCT era avanzato lungo la litoranea (SS 115) verso il previsto contatto con il 505° rgt a Piano Lupo. Esso arrivò alle 08.42 a.m., quando trovò una disperata battaglia in corso. Gli italiani avevano appena impegnato i loro carri, quando giunse il 16° RCT. Esso attaccò immediatamente gli italiani e chiamò la marina per un fuoco di supporto. Il cacciatorpediniere Jeffers rispose con diciannove salve dei suoi cannoni da 5 pollici. La fanteria italiana immediatamente si occultò a Piano Lupo e non avanzò oltre le colline, relativamente sicure.I venti carri, comunque, avanzarono attraverso la fanteria e spinsero indietro di un miglio il 16° RCT, quando caddero sotto il tiro dell`artiglieria navale americana. Due carri furono messi fuori combattimento, altri erano colpiti, e privi del supporto della fanteria il resto del reparto corazzato si sganciò, ritirandosi sulle colline a nord-est di Gela. Alle 11,00 a.m. il 16° RCT si collegò con i paracadutisti e li aiutò a cacciare la fanteria italiana da Piano Lupo.
Nel frattempo, i rangers e i genieri a nord di Gela avvistarono la colonna di destra del gruppo mobile "E", circa 25 carri, avanzanti in una piana. Essi erano un obiettivo perfetto per i cacciabombardieri alleati, ma questi non apparvero nonostante le insistenti chiamate delle truppe di terra. L`aviazione si giustificò affermando che le richieste dovevano essere inviate almeno venti ore prima. Fortunatamente, la marina era più flessibile. Il cacciatorpediniere americano Shubrick bombardò i carri italiani più pesantemente possibile, con il tiro diretto da un punto d`osservazione della spiaggia. Tre carri furono sbalzati fuori strada, gli altri rallentarono la corsa. Poi nove o dieci di essi accelerarono ed alle 10,10 a.m. penetrarono nel perimetro difensivo americano di Gela.
Non supportati dalla fanteria, i carristi italiani erano ovviamenti incerti su ciò che avrebbero potuto fare. Un gruppo eterogeneo di rangers, fanti e genieri li combatterono dalle cime dei tetti e dai vicoli con bazooka, dinamite, lanciarazzi, bombe a mano e cannoni anticarro da 37 mm. I carri italiani non potevano elevare molto i loro cannoni per sparare sui rangers, e le loro perdite furono alte. Alcuni carri furono danneggiati e due furono messi fuori combattimento nei 25 minuti di battaglia. Poi, alle 10,50 a.m., tutti i carri italiani sopravvissuti, meno uno rimasto indietro, si ritirarono verso le colline, bersagliati dai cannoni navali. Il solitario carro che era rimasto dietro si arrese.
Se conoscete altre fonti che descrivono l`azione del G.M. "E", mi piacerebbe confrontarle.
Buon Natale e Buon Anno
C'è da aggiungere che intorno alle 09.00, mentre il Ten. Di vascello C.G. Lewis volava su un aereo di osservazione scorse il braccio sx del Gruppo Mobile "E" a circa 5 km dall`incrocio con Piano Lupo, la cosidetta "Y" dove si incrocia la ss115 con la strada che a nord porta a Niscemi. Così alle 09.10 Lewis chiamò il cannoneggiamento navale del Boise.
Un altro cannoneggiamento navale si ebbe per proteggere l`avanzata del 16° di Fanteria che avanzava verso l`incrocio per congiungersi con i parà* sulla strada per Niscemi e all`incrocio di Piano Lupo, la "Y". Altri cannoneggiamenti navali furono sparati da altre navi sugli italiani che avanzarono sempre su Piano Lupo.
Per il braccio dx c'è da ricordare l'avanzata inarrestabile fin dentro Gela e anche l'eroico atto di eroismo del Ten. Angelo Navari di cui ho già* accennato nelle precedenti pagine, ed anche che " I carri sparavano senza fermarsi, facendo roteare le torrette e rovesciando proiettili su tutti i bersagli possibili, con un`audacia che destò l`ammirazione persino degli spericolati rangers" (Hugh Pond )
E poi è da segnalare l'intervento dei " Bersaglieri della 155° compagnia al di là* del " funnucu i tavola" stavano per riconquistare la città*, ma la reazione del nemico fu durissima, scatenando l`inferno carbonizzandoli letteralmente".(N.Vicino)
Sul Gruppo Mobile "E" il 10 luglio furono sparati 572 colpi dalle artiglierie navali.
[00016009
Continuo a leggervi con molto interesse.
Una sola parola, bravi [264
[00016009
scusate x la ia assenza forata..lavoro .fisico a pezzi x stress ..e probl.con connessione
allora operazione usky
in questi giorni inviero' foto gell'epoca viste dall'alto zona simeto e quelle attuali di oggi e disegni.di ieri ed oggi e vediamo se riusciamo a cavarne qualche ragno dal buco..
a prestooooooooooooo
Di quanto la battaglia di Sicilia fosse stata combattuta duramente da entrambe le parti man mano che ci si addentrava sempre di più bastano i soli nomi di città come Agira, Regalbuto, Catenanuova, Centuripe, Troina e via dicendo. Ci furono anche numerosi scontri corpo a corpo.
Ad Agira ad es. " Al passaggio dei carri armati americani volavano cannonate dentro l'abitato, anche a Piazza Garibaldi dove si accendeva una violenta lotta corpo a corpo.
Presso l'ufficio di acqua e luce stava fermo un tedesco diritto, immobile, altero, appoggiato al muro col suo fucile mitragliatore in mano, quando una raffica di mitra gli segava il ventre!
Egli continuava a star fermo, diritto, immobile, altero, pur mandando sangue, essendo mortalmente ferito!
Il canadese, che aveva tirato il colpo, al vederlo pallido e quasi vacillante, gli si avvicinava per il pronto soccorso, ma quello facendo cadere per terra la sua arma, lo afferrava fra le sue braccia erculee e lo stringeva come in una morsa, assestandogli alle reni il suo pugnale!
I due corpi rotolavano pesantemente sulla gradinata del vicolo cairoli.."
Da un libro del 1950 di G. Di Franco.
Visto che più volte sui vari forum è stato fatto notare che da parte della letteratura inglese si tende a nascondere o attribuire ai tedeschi azioni di una certa abilità bellica, relegando agli italiani il ruolo di quelli che si arrendevano, spinto da una serie di discussioni che si sono aperte con il post di alcune immagini sui paracadutisti italiani nel 1944 ho deciso di pubblicare due episodi legati all`operazione Husky, che Marcon spiega benissimo sul libro Assalto a 3 ponti, da cui io ho liberamente tratto i racconti.
Il primo episodio parla di un attacco di 2 motosiluranti italiane alla Prins Albert la notte del 13 Luglio, durante l`operazione per la conquista del ponte dei Malati da parte del 3 commando.
2 motosiluranti della 3° squadriglia di Messina, la MS63 del cap. corv. Pighini e la MS 71 del ten. Vasc. Ferrari salparono da riposto alle 10.30 con 10 arditi del II btg, da sbarcare nel siracusano a S. Panagia, con lo scopo di compiere atti di sabotagio dietro le linee nemiche.
Arditi del dipendenti al 10 rgt e formato dalle cp 112, 113 e 120, al comando del magg. Marcianò, di stanza ad Acireale con il preciso scopo di compiere questo tipo di atti.
Il caso volle che questa azione dall`11 fosse spostata al 13 luglio, permettendo, casualmente, l`incontro con la Prins Albert.
Procedendo a 24 nodi le 2 unità , poco prima dell`1:00, si trovarono a circa 10 miglia a largo di Agnone.
Qui intravidero subito la sagoma della grossa nave inglese che scambiarono, per la particolare sagoma, per un grosso caccia.
Pighi, nonostante la sua missione, rispettando la tradizione dei suoi mezzi decise per l`attacco:
Dal rapporto della MS 63 si legge che Pighi, comunica a dritta la sagoma della nave, che identifica come supercaccia, con un solo fumaiolo.
Comunica al 71 l`attacco e descrive da subito le manovre di contrasto della nave inglese che viaggia a moto lento.
A 1200 mt fa uscire il primo siluro 533 da dx, che manca il bersaglio.
Quindi rimesso in unteria fa uscire il secondo siluro 533 da sx che manca di pochi metri la poppa.
Quindi decide per i 2 W200, quello di dx non parte e quello di sx viene evitato dagli inglesi accostando di prua.
Contemporaneamente aveva lanciato la MS71, ma la manovra aveva evitato anche questo siluro.
Non essendo stati individuati la 63 si ferma attendendo il secondo attacco della 71.
Ma nel frattempo era stata avvistata una seconda unità , più piccola di tipo Jervis(era il c. t. Tetcott), quindi la 71 decide di lanciare il 533 di sx verso questa unità , da 800 mt.
Quindi viene descritta un esplosione ma anche la reazione contro le MM. SS. Con granate e mitragliatrici, si notano, descrive, salve di 6-8 colpi calibro apprezzato 120 mm, quindi continua dicendo di mettere avanti massima e disimpegno.
Qundi dava ordine alla 71 di continuare l`attacco fino all`esaurimento dei siluri e di incontrarsi all`alba a largo di taormina, visto che dato il ritardo l`azione di sbarco andava annullata.
Anche se l`azione delle due MS non aveva avuto gli effetti sperati aveva ottenuto il ritardo dello sbarco della seconda ondata, che fu contrastato dai rinforzi che nel frattempo erano giunti sulla spiaggia.
Su una nota si legge che gli inglesi parlano dell`episodio di un attacco di 3 MS e che il ct Tetcott ne avesse affondata una.
Il secondo episodio invece parla dell`assalto degli arditi, per riconquistare il ponte primosole, tra la notte del 14 e il 15 luglio.
Fino alle 21.30 gli arditi del 2btg, al comando del sott Donia, avevano perlustrato il Simeto, con le loro camionette.
I Tedeschi che conoscevano bene le capacità di queste unità chiesero a Donia se poteva dargli una mano "alla loro maniera".
Donia chiamò subito, al comando, e fece subito venire in prossimità del ponte 3 pattuglie della 113 cp, ogniuna con 2 camionette ed un totale di 56 uomini armati di mitragliatrici, mitra, pugnali e tanto coraggio, da far invidia ai commandos.................l`unica differenza stava nel numero, gli italiani erano troppo pochi.
Marcianò diete il comando al vice comandante il cap Paradisi. Alle 01:45, dopo l`azione preparatoria dei tedeschi, le camionette presero a percorrere il ponte a tutta velocità piombando in un baleno sugli avversari, che se la dettero a gambe verso le retrovie a bivio Jazzotto.
Marcianò nel suo rapporto descrive l`azione: le pattuglie dopo aver serrato sotto, lasciavano le macchine e si infiltravano sulle postazioni nemiche. M a alcuni colpi di mortaio provocavano la perdità di 4 camionette, con il conseguente controattacco degli inglesi, che riusciva ad accerchiare gli arditi.
Ma gli arditi, lottando come leoni, riuscirono a rompere l`accerchiamento, portando indietro le camionette supestiti, mentre gli arditi rimasti appiedati dopo un corpo a corpo ritornarono nelle loro file.
Marcianò continua lodando il cap Paradisi che in una battaglia di 1hr e 40` aveva ridato il ponte ai tedeschi provocando numerose perdite agli inglesi.
Ci furono 5 morti, di cui 2 ufficiali, 4 feriti e 16 dispersi, tra cui spiccano le medagli d`argento alla memoria al ten. Duse e all`ardito Maccarrone mentre al cap. magg D`amico e l`ardito Basso ebbero quella di Bronzo.
Tra i sopravvisuti ebbero l`argento il cap Paradisi, i tenenti Taini e Friozzi, l`ardito Gironi, mentre il bronzo decorò il sott bartolozzi, il serg magg. Badalamenti, i serg. Olivati e Castoldi e gli arditi Furlan e Napolitano.
Il battaglione ebbe il plauso dei Tedeschi ma gli inglesi lo hanno nascosto o in alcuni casi attribuito ai tedeschi..
Marcon parla di costante inglese sulla campagna siciliana: gli arditi furono scambiati per tedeschi, le Moto siluranti, per la loro sagoma, con le Schnellboote tedesche mentre i RE 2002 del 5 stormo furono scambiati per FW90............intenzione o pregiudizio.
Ciao a tutti.
Complimenti per il topic
mi permetto di segnale questo link ad un wargame x pc sull'operazione Husky a livello di battaglione-compagnia.
buona visione
marcuzzo
http://www.hpssims.com/Pages/products/P ... icily.html
ottima integrazione Marcocougars...
ciao
Quoto [264Citazione:
Originariamente Scritto da digjo
voglio reaccontarvi ua storia di una strana coincidenza dll'operazone husky
un giorno di circa 8 anni fa' conobbi un ex militare in difesa (di modica giuseppe di licodia eubea catania) nella zona belvedere augusta le batterie ricevettero un messaggio che nell'arco della serata ci sarebbe stato una azione di avio sbarco simulato
tutti i pezzi caricarono a salve le batterie (solo nella zona interessata)
si fece sera e ad un tratto in lonatanaza si udirono i rumori di motori d'aerei in avvicinamento a bassa quota
subito scatto' l'allarme
ma visto che si trattava di un addestramento erano caricate a salve
all'avvicinarsi della costa per poi entrare in territorio italiano partirono i primi colpi di contraerea
lo stupore fu' cosi alto quando gli addetti ai pezzi videro aerei che si scontrarono tra di loro e cercavano la fuga verso il mare
rimasero sconcertati per l'accaduto e si sentirono in colpa gli artiglieri pensando ai poveri ragazzi ialiani che morirono quella notte nel cielo.
ma ad un tratto una notizia li lascio a bocca aperta non erao italiani ma bensi' alleati
fu' una delle prime volte che gli alleati provaro uno sbarco avio nella zona siracusana
un mio amico esperto della marina e sub di professione e ricercatore storico della zona
ha potuto documentare il tutto nelle acque circostanti con la sua macchina fotografica
di alianti caduti in mare con il carico..... ed uno n particolare a capo murro porcu che cadde in mare e tuttora e' messo con la punta verso il basso a 20 mt di profondita'
non conosco il punto preciso ma appena viene in sicilia chiedo le documentazioni di tutto
visto che lui si trova in liguria a fare scava scava e servizio...
ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ho sintetizzato il suo acconto anche peche' alcune frasi erano incomprensibili (siciliano troppo stretto) e nel raccotarlo era troppo eccitato che a poco ci rimaneva visto la sue eta'
non pensavo che fosse accaduto una cosa del genere ma alcuni ex ragazzi mi confermarono la storia
esistono tanti racconti fatti da popolazioni e paesani che non ci immaginiamo nemmeno che importanza abbiano dato alla storia e che non ci sono stati trasmessi
una piccola comunicazione x marco cougars
appena puoi passa dal bunker che ti do' materiale
ciao a tuttiiiiiiiiiiii
Gentili amici ed appassionati, vi scrivo per comunicarvi che avrei in progetto una nuova edizione del mio libro "La cresta a coltello", dopo aver fatto fruttare i documenti acquisiti presso gli uffici storici dello S.M.E. e dello S.M.A., ed aver ricevuto numerosi documenti, foto e cartine dagli USA e dal Regno Unito. La casa editrice non ha alcuna intenzione di investire sul mio libro, per cui stamperebbe a carico mio. Questo è il contratto che mi ha proposto:
numero totale di copie 600
numero copie a carico dell'autore 500
prezzo di copertina 15,00
costo totale a carico dell'autore 2.280,00
Il comune di Castelfrentano ha richiesto 60 copie, ma sono troppo poche per ammortizzare la spesa ed io non saprei come vendere 500 copie, visto che la casa editrice ne metterebbe in vendita nelle librerie solo 100.
Se volete aiutarmi, potete richiedere un libro (specificando 2^ edizione) alla Parisi Editore nel sito http://www.aped.it .
I documenti utilizzati per scrivere questo saggio sono i seguenti:
TESTI:
?, The History of the 51^ Highland Division
?, The History of the 157th Infantry Regiment
?, Middlesex Regiment 1755-1966
AA.VV., Gli eserciti del XX secolo
AA.VV., Soldati e battaglie (vol. 5°)
Altamore Giovanni, Anni di lotta – Esperienze sindacali e municipali nel latifondo siciliano
Attanasio Sandro, Sicilia senza Italia – Luglio-agosto 1943
Caruso Alfio, Caltagirone e gli Alleati – Politica e società* 9 luglio 1943 – 25 gennaio 1944
Fava Giuseppe, La ragazza di luglio
Fergusson Bernard, The Black Watch and the King`s Enemies
Francaviglia Fabrizio, La breccia nella "Festung Europa" – Sicilia 1943
Greenhill Gardyne C., Life of a regiment
Hanson W. Baldwin, Battaglie vinte e perdute 1941 – 1943
Hopwood John Adam, History 1° Battalion – The Black Watch, 1939-45
Marcon Tullio, Assalto a tre ponti – Da Cassibile al Simeto nel luglio 1943
McGregor John, The Spirit of Angus
Montalto Antonino, Eventi bellici in Sicilia nella seconda guerra mondiale
Mowat Farley, Il reggimento – La storia del reggimento canadese che combattè dal `43 al `45 dalla Sicilia sino a Ravenna
Nicolosi Salvatore, La guerra a Catania
Pabel Reinhold, Porgi l`altra guancia
Pagliaro Grazia, Giorni di Guerra in Sicilia (diario per la nonna: 9 maggio – agosto 1943)
Russell D.F.O., 7th Black Watch History
Santoni Alberto, Le operazioni in Sicilia e in Calabria (luglio – settembre 1943)
Santoni Alberto, Museo storico dello sbarco in Sicilia
Sgarlato Nico, La battaglia di Sicilia
Sudano Orazio, Solarino nella seconda guerra mondiale
Von Senger und Etterlin Frido, La guerra in Europa
Archivio Comune di Vizzini: documenti vari.
Archivio Ufficio Storico S.M.A.:
Comando Aeronautica Sicilia, Memorie Storiche per gli anni 1936-1937-1938;
Comando Nucleo Aeronautica della Sicilia, Relazione sullo stato di efficienza degli aeroporti, depositi, impianti vari;
Comando Aeronautica Sicilia, Diari Storici 1940, 1941, 1942;
Bollettino Ufficiale – Dispensa n. 5; Dispensa 43^ - onorificenze e ricompense;
Cartella Incidenti Aerei.
Archivio Ufficio Storico S.M.E.:
Diario Storico-militare XVI Corpo d`Armata;
Note sull`invasione e sulla difesa della Sicilia, Anno 1943, colonnello Ronco;
Cartella 1427: allegato 59/2 (Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal colonnello Ronco tra il 10 e il 13 luglio 1943 nella marcia tra Palazzolo Acreide e Siracusa); allegato 59/4 (Stralcio relazione del generale Fiumara Rosario, comandante fanteria Divisione "Napoli" per gli avvenimenti dei giorni 9-10-11-12 luglio 1943 relativamente alla difesa di Palazzolo e Vizzini); all. 59/6, Relazione sullo svolgimento delle operazioni della 206^ D.C.; all. 59/7 Relazione avvenimenti del 122° rgt ftr costiero; all. 59/8, Relazione settore del 123° rgt ftr a Scicli; allegato 59/9 (Relazione sugli avvenimenti bellici nel settore costiero di Noto interessanti il 146° rgt costiero dal 9 al 15 luglio 1943); all. 59/10 Relazione del col. d'artiglieria Romeo Escalar; all. 59/11 Relazione sull'impiego del Gruppo Tattico sud; all. 59/12 (Relazione sulle operazioni di guerra svolte dal Gruppo Mobile "F" disclocato a Rosolini); all. 99 quater (Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI C.A. dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943);
Cartella 2124/A, 54^ Divisione di fanteria "Napoli" (relazione del gen. Gotti Porcinari sui fatti d`erme dei giorni 9-10-11-12-13 luglio 1943);
Cartelle 2124/B e 1427, allegato 59/5, comando 76° rgt ftr Napoli (relazione del fatto d'armi dei giorni dal 10 al 15 luglio 1943);
Cartella 2124/B Relazione del gen. D'Havet in data 1 dicembre 1945; Breve relazione su quanto fatto per la difesa di Vizzini.
National Archives and Records Administration (USA): Report of Operation of 45th Infantry Division in the Sicilian Campaign.
TESTIMONIANZE E MEMORIE dei signori:
All`epoca
ALTAMORE Giovanni contadino ventiduenne di Grammichele
BURRONE Vito allevatore ventunenne
CUNSOLO Giuseppe sergente maggiore del 75° rgt ftr
CUNSOLO Sebastiano aviere del 107° Deposito
GARRA Giuseppe bambino di Vizzini
GIARDINELLI Luisa ragazza sedicenne
GRAFFAGNINO Peter ufficiale medico dell`U.S. Army
INTERLANDI Francesca ragazza sedicenne
INSERRA Giovanni ragazzo quattordicenne
IPPOLITO Carmela ragazza diciassettenne
LO PRESTI Giuseppe bambino di 9 anni di Vizzini
MALLUZZO Angelo sergente della contraerea del R.E.
MERLO Giovanni contadino diciannovenne
PATERNO` Salvatore ragazzo tredicenne
SANGUEDOLCE Salvatore militare della "Napoli"
TERLATO Giuseppe caporal maggiore dell`Assietta
VERDEMARE Giuseppe seminarista
VERDI Carmelo bambino di Licodia
Avendo già* affrontato di tasca mia tre pubblicazioni, non mi sento di chiedere un altro sacrificio alla mia famiglia, considerato anche che la casa editrice non farebbe neppure un'adeguata distribuzione. Per cui, se raggiungerò un numero di richieste che dimezzi almeno la spesa, partirò con la nuova edizione, in caso contrario pazienza, il libro rimarrà* nel mio cassetto. Grazie dell'attenzione e ciao.
mimmo puoi dare qualche info tecnica?
pagine, foto, n° capitoli argomentazione e soprattutto fatti inediti!!!!
io penso che qua ci sono molti interessati, ma dovresti vedere con altre case e soprattutto enti e comuni.
tienici agiornati
"avevo un forte convincimento di raggiungere CATANIA entro la notte del 14; avendo un po` di fortuna Io sentivo che poteva essere possibile; Ma io dovevo avere fortuna"MONTGOMERY
La battaglia del ponte primosole
Tante sono state le convinzioni errate e quindi le scelte che hanno portato a fare dell`operazione Husky un operazione da dimenticare.
Il fatto che in 3 giorni l`8 armata aveva raggiunto e quasi conquistato la roccaforte di Augusta, con poche perdite sul campo e una flebile resistenza, tolto qualche "enclave" come cozzo Telegrafo, aveva convinto Monty che poteva conquistare Catania entro il 14 luglio.
Quindi avendo spinto gli americani ad occidente, con il colpo di mano di Vizzini, sentiva di aver già* vinto la gara per la presa di Messina.......ma..........
Ma non aveva fatto i conti con quello che diventerà* il fulcro di tutta la campagna dell`8 armata britannica.....il ponte Primosole, un brutto ponte, che poi diventerà* il modello di tanti ponti costruiti dagli alleati durante la guerra, in ferro e lungo circa 300 m.
A circa 10 km dalla città* portuale di Catania, con il suo importante aereoporto, e a 15 km da Lentini.
Era attraversato, come lo è ai giorni nostri il nuovo ponte, dalla SS114, che da sud dal bivio Jazzotto arrivava al ponte dopo una serie di curve che attraversavano le colline fortificate, dette in codice Johnny 1, 2 e 3, mentre a nord continuava su un lungo rettilineo fino a Catania, attraversato a circa 4 km dal fosso buttaceto, una perfetta trincea naturale per le forze dell`asse che li si trincerarono, abbastanza larga da non fare passare i carriarmati.
Il ponte che era praticamente a un km dalla foce del fangoso Simeto, che all`epoca subito dopo il ponte faceva un ampia ansa, che l`alluvione degli anni 50 ha praticamente chiuso deviando il corso del fiume, sulle cui sponde c`era il castello del duca di Misterbianco trasformato in torre di avvistamento.
Vicino alla foce a nord si tovano il lago Gornalunga con le sue pinete fortificate e quindi la zona paludosa, mentre a ovest, subito dopo la confluenza del Gornalunga, il guado naturale usato dagli inglesi, incominciava la piana di Catania su cui preseguerà* la campagna, una volta fallita la corsa per Catania.
Mentre a Sud subito dopo il ponte, si trovava la masseria Di Stefano, oggi profondamente modificata ma possiede ancora oggi l`unico bunker risparmiato dalla bonifica, con i sui vigneti, teatro di tanti scontri, molti corpo a corpo.
Lungo tutto il rettilineo si trovavano 2 file di eucaliptus, la pianta australiana introdotta per bonificare i pantani, perfetto riparo per gli 88, che saranno fondamentali per evitare agli Sherman di attraversare il ponte.
Altro punto strategico era, sempre a sud a circa un km dal ponte, la masseria Torreallegra, con il suoi cannoni navali, che sarà* il massimo punto di avanzamento degli inglesi della Duram e dove si trova la croce del 10 rgt. Berkshire.
Mentre la Duram è ricordata all`imbocco a sud del ponte, con il monumento che è già* stato ristrutturato e spostato 2 volte, dal punto originario dove i soldati attraversando il ponte lasciavano un sasso in ricordo dei compagni caduti.
Montgomery aveva già* in fase di programmazione pensato di come fosse fondamentale il ponte per la conquista di Catania e il collasso delle difese italiane gli aveva fatto pensare che tra lui e questo traguardo ci fossero solo i tedeschi del gruppo Schmalz, e che Catania fosse totalmente indifesa, tanto che il 12 luglio (D+2) già* aveva telegrafato, con entusiasmo, che sperava di prendere Catania il 14 sera.
Chiaramente era una constatazione errata, prima perché gli italiani fuggiti dalla roccaforte di Augusta si raccolsero al ponte, le difese di Catania erano ancora efficenti, con in più la presenza dei reparti del X arditi ad acireale, ma principalmente non aveva considerato che Hitler, appreso dello sbarco aveva ordinato di spostare immediatamente la 1° divisione Fallshirmjaeger agli ordini del General der Fallschirmtruppe Richard Heidrich, di stanza ad Avignone nella Francia meridionale: qui i reparti si stavano riposando dopo un lungo periodo di duri combattimenti sul fronte orientale. Formata nell'aprile del 1943 dalla 7a divisione aviotrasportata (7.Flieger-Division) in Francia, dalla fine di maggio l'unità* era dislocata a Flers (vicino Avignone) in riserva, alle dipendenze dell'XI.Fliegerkorps/Heeresgruppe D. Nella notte tra il 10 e l'11 luglio, i paracadutisti della divisione furono messi in stato di allerta. Dopo solo poche ore, i primi reparti ricevettero l'ordine di trasferimento in Italia: il 3° reggimento paracadutisti, il 1° ed il 3° battaglione del 4° reggimento, il battaglione mitraglieri paracadutisti insieme ad altri reparti vennero lanciati o fatti atterrare nell'area intorno a Catania. Il 1° reggimento paracadutisti raggiunse Napoli via ferrovia, e qui attese il trasferimento in Sicilia. Il 3° reggimento come arrivò in Sicilia, dispose i suoi reparti in posizione difensiva: il 2° battaglione del maggiore Rau si attestò presso Francofonte, mentre il 1° ed il 3° battaglione gli ordini dei maggiori Boehmler e Kratzert furono dislocati più a nord nella zona di Lentini e Carlentini. Il battaglione attestato a Lentini fu raggiunto il 13 luglio dal battaglione mitraglieri e da altri reparti. In poco tempo venne completata la disposizione di tutti i reparti, comprese le compagnie anticarro e di artiglieria. Il 4° reggimento della divisione si attestò nell'area intorno al ponte di Primosole sul fiume Simeto.
Già* in Maggio il Generale Hopkinson aveva pensato ad un operazione da effetuare con parà* e alianti a D + 2/3, con la 1° Divisione, che rimase in standby in tunisia già* dalle prime ore dello sbarco.
Ed effettivamente l`operazione, chiamata Fustian, fu autorizzata la notte tra il 13 e il 14 luglio.
La Fustian era un`operazione combinata con lancio di paracadutisti accompagnati da aviosbarchi di aliantisti muniti di armamento pesante. Le forze di assalto inglesi comprendevano la 1a Brigata Paracadutisti inglese, il 1° squadrone di genieri paracadutisti e la 16a unità* di sanità* aviotrasportata appartenente al Reale Corpo medico dell`esercito, per un totale di 1.856 uomini. Questi sarebbero stati appoggiati da un distaccamento di artiglieria, 77 uomini con 10 cannoni controcarro, 18 jeep per il trasporto caricati sugli alianti. I para inglesi sarebbero stati trasportati sull`obiettivo da 116 C-47 (DAKOTA) del 51° Stormo trasporto truppe, e gli alianti da 7 Halifax e 12 Albemarle della 295a e 296a squadriglie inglesi. I parà*, i noti Diavoli rossi, sarebbero stati lanciati un pò dovunque nella campagna coltivata attraversata dal fiume Simeto, avrebbero dovuto attaccare ogni punto fortificato o centro di resistenza nemico col quale fossero venuti a contatto e convergere verso il ponte di Primosole per assicurarsene il possesso.
La partenza dei parà* anticipò quella degli alianti di 3 ore e comunque era talmente alta la percezione di una buona riuscita dell`operazione che la scorta di munizioni e l`armamento pesante era al minimo, perché certo era il congiungimento rapido delle truppe di terra dell`8 armata.
Nelle stesse ore il 3 commando veniva sbarcato poco più a sud per conquistare il ponte sul san Leonardo, noto come ponte dei Malati che Montgomery ribattezzerà* con due lapidi, come 3° commando bridge.
Gli aerei decollarono alle 22 dagli aeroporti tunisini, e malgrado fossero stati avvertiti i comandanti delle forze navali alleate, già* al largo delle coste di Malta, i velivoli furono colpiti della loro stessa contraerea. Due C-47 vennero abbattuti dalle navi alleate, e 9 furono costretti a ritornare agli aereoporti di partenza a causa dei danni subiti. La flotta aerea superstite continuò la sua avanzata verso Catania, continuando ad essera fatta segno dallo stesso fuoco amico. Nove aerei con paracadutisti a bordo vennero centrati dalla contraerea, ma la maggioranza riuscì a lanciare gli uomini; tre rimorchiatori vennero colpiti e abbattuti, ma gli alianti al seguito riuscirono in qualche modo a prendere terra; 14 aereoplani andarono persi e altri 34 gravemente danneggiati. I lanci dei paracadutisti, iniziarono alle 23.15, sotto il fuoco, questa volta, della contraerea tedesca. La maggior parte dei parà* finì a molti chilometri dagli obiettivi prefissati: alcuni gruppi atterrarono sull`Etna ad oltre 30 km a nord di Catania. I para inglesi del secondo assalto, scesero proprio nell'area controllata dal battaglione mitraglieri paracadutisti della 1a Fallschirmjäger Division, a nord del ponte. Infatti sia i tedeschi che gli inglesi avevano scelto la medesima zona di lancio e i tedeschi avendo preceduti gli inglesi avevano scelto come base un agrumeto(che esiste ancora oggi) ai margini della pianura. Al comando del battaglione tedesco era giunta la comunicazione dell'arrivo di altri reparti per rafforzare le posizioni lungo il fiume Simeto: i para inglesi vennero così inizialmente scambiati per parà* tedeschi, aiutati dalle tenebre e dalle uniformi quasi simili. Ma già* molti tedeschi si erano accorti del colore diverso del paracadute e quando gli inglesi iniziarono ad usare i fischietti e a "parlare" in lingua inglese, l'equivoco si risolse. Di contro i primi parà* atterrati, già* si erano accorti che qualche cosa non adava, perché il terreno era disseminato dei contenitori di lancio dei tedeschi, inotlre alla parola d`ordine "topi del deserto" non segui la controparola "uccidi gli italiani" ma frasi in tedesco. Quindi i tedeschi iniziarono a sparare all'impazzata costringendo gli inglesi a ritirarsi verso sud-est proprio verso il ponte. All`una del 14 luglio il generale Lathbury, comandante delle forze aviotrasportate inglesi, era riuscito a radunare solo un centinaio di uomini con i quali tentare di conquistare il ponte sul Simeto. A questi si unirono, una volta giunti a Primosole, una cinquantina di uomini del 1° btg. paracadutisti, che agli ordini del capitano Rann si erano assicurati l`accesso nord del ponte alle 2.15. Alle 4.30, gli inglesi dopo aver eliminato le sentinelle italiane avevano iniziato a disinnescare le cariche esplosive piazzate sotto il ponte. Nel frattempo cominciarono ad arrivare gli altri alianti; quattro vennero abbattuti, compreso quello pilotato dal maggiore Cooper con a bordo il comandante del gruppo di artiglieria e tutto il suo Stato Maggiore. Altri quattro alianti finirono in mezzo alle truppe italo-tedesche e gli equipaggi vennero fatti tutti prigionieri, uno colpi il traliccio superiore del ponte.
Alle 5.30 140 uomini del secondo battaglione si posizionò sulla collina della Johnny 1, che dominava il ponte, insieme a circa 500 prigionieri italiani, che senza nessuna guardia, furono sistemati in una masseria sulla collina.
Gli inglesi furono molto colpiti dal fatto di trovare italiani e che molti combattevano ancora insieme ai tedeschi, ma alle 7.00 il diario del 3° battaglione diceva che gli italiani dai loro nascondigli a sud del ponte si stanno arrendendo.
Il ponte non più protetto dagli italiani fu preso diverse volte lungo la mattinata, ma spesso da piccoli gruppi di parà*, a volte armati con armi italiane e tedesche, quindi la forte reazione a colpi di granate dei tedeschi causava l`immediata ritirata e riconquista da parte di quest`ultimi.
L`ultima volta il 14 fu quando il 3° battaglione con 120 uomini e 3 cannoni anti carro costitui la testa di sbarco a sud del ponte per difenderlo.
Verso sera, del 15, iniziarono a giungere per gli inglesi, i rinforzi via terra: una brigata della 50a divisione di fanteria inglese, i carri Sherman del 44° Reggimento corazzato e altri reparti. Con queste nuove forze gli inglesi tornarono all'assalto del ponte. All'alba del 15 venne respinto un attacco di carri e fanteria inglese: i para tedeschi, nascosti nella fitta vegetazione lungo la riva del fiume, attaccarono i carri nemici a distanza ravvicinata, mettendone fuori uso diversi. Un secondo attacco corazzato venne respinto grazie al fuoco del micidiale 88mm.
Ma la confusione, il mancato arrivo dei rinforzi e la forte resistenza degli italiani e dei tedeschi a nord del ponte, tra cui si deve ricordare la presa di mano degli arditi, durò per tutto il 14 luglio e causò il fallimento della presa di Catania e il fallimento di una rapida conclusione dell`operazione Husky.
Tra il 14 e il 17 luglio ci fù una delle poche battaglie tra forze paracadutiste di tutta la guerra, diavoli verdi e rossi si sono scontrati a sud del ponte tra la Johnny 1 e 3 e nella piana immediatamente sotto, ma anche tra i vigneti a nord del ponte in una cruenta battaglia.
Ma nonostante l`appoggio delle navi che martellavano le colline e l`aeroporto di Catania gli inglesi non riuscirono a sfondare anche perché i tedeschi ebbero un grosso appoggio dagli 88 ma anche dai pochi aerei italiani e tedeschi che riuscirono a partire da Catania e Gerbini.
A quel punto si decise di raggiungere Catania da Sferro per ricongiungersi con i Candesi ma ormai l`evaquazione con l`operazione Lehrgang era incominciata, quindi dopo la sanguinosa battaglia di Sferro e Gerbini Catania fu evaquata dalle forze dell`asse.
Liberamente tratto principalmente da assalto a 3 ponti e Bitter victoy.
Mi scuso anticipatamente per eventuali fatti non riportati o riportati non correttamente, sicuramente non è un fatto voluto ma accidentale dovuto principalmente al tempo.
Totino spero ti ho accontentato.........in attesa di vederci proprio nei luoghi della battagli insieme a Claudio
Chiaramente avete carta bianca per qualsiasi integrazione, domani vedo di postare qualche mappa interessante.
ciao
mappe e foto da Bitter victory
Ponte primosole
Grazie a Marcocougars per il racconto della decisiva e sanguinosa battaglia del Ponte Primosole. Sono, però, in disaccordo con un concetto: i militari della guarnigione di Augusta non si schierarono dietro la linea del Simeto, ma se la squagliarono o furono catturato dalle avanzanti 5^ e 50^ divisioni britanniche. Solo un gruppo di milizia artiglieria marittima (in parte) arretrò mantenendo una certa compattezza. Per il resto, si trasformò in una fiumana di uomini e mezzi che cercavano scampo verso Catania o verso le loro case, chi in divisa, chi in borghese, quasi tutti senz'armi.
Marcon parla che la roccaforte di Augusta era considerata la vera spina nel fianco dell'operazione Husky, ma praticamente appena fu confermato lo sbarco la maggior parte delle postazioni fu presa dal panico e come dici tu i più scapparono, eccetto pochi casi come Cozzo telegrafo.
Quelli che arrivarono al ponte primosole furono rispediti nuovamente ad Augusta, ma ormai il sistema era saltato.
E' innegabile che i siciliani preferirono prendere la strada di casa ma molti italiani e anche siciliani continuarono combattere.
Tra tutti l'azione di contrasto ad agnone, sia a mare che in spiaggia, che gli uomini di Tropea al ponte dei malati.
Per quanto riguarda il concetto che gli uomini di augusta combatterono al ponte primosole effettivamente devo darti atto che non ho approfondito la questione, chiarendo che i più furono catturati o si arresero, quindi la parte di italiani che tornarono indietro fu trascurabile, mi scuso per aver fatto intendere una situazione totalmente diversa dalla realtà .
Mimmo ti chiedo se puoi dare qualche notizia in più sul tuo libro.
Il libro parla degli accadimenti sia di macrostoria sia di microstoria che hanno coinvolto i centri abitati dei Monti Iblei, dallo sbarco degli anglo-americani all`ingresso nella Piana di Catania. Sarebbe la 2^ edizione di quello presentato nel febbraio del 2007.
Ne è uscito fuori un lavoro che racconta i fatti dei singoli uomini coinvolti nella tempesta della guerra, ma che descrive anche le operazioni militari svoltesi a Comiso, Chiaramonte Gulfi, Palazzolo Acreide, Buccheri, Ferla, Cassaro, Licodia Eubea, Giarratana, Monterosso Almo, Vizzini, Francofonte, Grammichele, Militello in Val di Catania. Il racconto segue l`avanzata degli angloamericani che procedono velocemente verso l`interno dell`isola. Il XXX Corpo d`armata britannico del generale Leese penetra nei Monti Iblei, sull`asse Palazzolo-Vizzini, mentre la 45^ divisione di fanteria americana del generale Middleton, più ad ovest, attraversa gli altopiani ragusani, prendendo Vittoria e Comiso e minacciando Licodia e Vizzini. La divisione italiana "Napoli" e le tedesche "Goering" e 1^ "Fallschirjaeger" si schierano per difendere gli sbocchi verso la Piana di Catania. Tra l`11 e il 15 luglio si accendono duri e sanguinosi combattimenti a Comiso, Licodia, Vizzini, Francofonte e Grammichele, mentre le popolazioni locali cercano di sopravvivere alla bufera della guerra, nascondendosi e cercando di procurarsi il cibo necessario per non morire di stenti. Il testo conterebbe 224 pagine, ha un formato di 14,5x20,5, è arricchito da 58 fotografie (quasi tutte d`epoca) dei luoghi e delle persone citate e da 11 cartine.
Mimmo ciao sono interessato al tuo libro scrivimi a hassel75@alice.it o manda il tuo numero di cellulare in MP
mimmo anche a me interessa, eventualmente ci sentiamo in MP.ciao
Grazie Marco per il tuo intervento.
Riguardo all`accanimento della battaglia per la conquista della piana di Catania un ufficiale inglese riguardo a quella del ponte di primosole scrisse che:"... laggiù la lotta fu la più feroce che io ricordi nel corso dell`intera guerra e posso ancora rammentare il fetore della carne in decomposizione sulle rive di quel fiume."
Mentre per Monty:".. è stata una delle più dure che si siano mai avute nella mia armata. Fu una strage davvero sanguinosa."
I tedeschi si batterono così accanitamente da dar l`impressione di essere fanatici nazisti anche se come osserva giustamente il C.D`Este poteva trattarsi di un giudizio sbagliato.
Esempi dell`accanimento della battaglia, specialmente quella del 17 furono i casi di corpo a corpo, di un sergente inglese che fece a pugni con i tedeschi, di un graduato inglese preso a calci da un soldato tedesco per avere utlizzato una pistola tedesca, l`episodio di un parà tedesco che ferito ed alzandosi da terra e lanciando una granata , venne nuovamente colpito, ma rialzatosi di nuovo, al grido di "Heil Hitler" si uccise col pugnale.
La Durham ricorda che:" L`area intorno al ponte era un vero inferno; ovunque erano sparsi fucili e armi automatiche fracassati, pezzi di equipaggiamento contorti, indumenti macchiati di sangue, scatole di munizioni capovolte e corpi di inglesi e di tedeschi morti. Era una scena di terribile distruzione e offriva la testimonianza della lotta accanita che si era svolta e durante la quale né da una parte né dall`altra era stata chiesta o offerta una tregua...."
Riguardo ai vigneti dove gli scontri furono molto cruenti tra diavoli verdi e rossi, si combattè anche all`arma bianca. Furono utilizzate anche le baionette. Alcuni tedeschi furono presi alle spalle dagli inglesi che strisciando li fucilarono e infilzarono con le baionette sul posto stesso. Ovviamnte all`alba dell`indomani, il 17, i tedeschi restituirono la cortesia e fu un altro scontro molto cruento, talmente cruento da spingere le due parti a concordare una tregua per soccorrere i feriti.
Addirittura "...Tedeschi e inglesi si aiutarono a vicenda indicandosi dove si trovavano i loro feriti più gravi..."
Un`idea della zona dei vigneti la offre il C.D`Este che descrivendoli dice ".. I vigneti erano inframmezzati da olivi che si estendevano per una profondità di 300-400 metri... Per una persona distesa bocconi la visibilità dei vigneti era praticamente nulla a meno che non si trovasse in mezzo ai vigneti dove poteva vedere a circa 10 metri di distanza."
E hai fatto bene in precedenza a ricordare l'azione degli arditi...
Ciao
Si deve considerare anche il periodo, con un caldo molto forte, quindi delle condizioni della battaglia molto dure.
per i vigneti si vedono benissimo in una delle mappe ed erano principalmente a nord, oggi non esistono più, essendo stati sostituiti dagli agrumi o da terreni liberi.
Come vedi totino da integrare su questa battaglia c'è ancora molto............
ho trovato un interessante link in pdf del giornale La Sicilia con importanti considerazioni sullo sbarco e sulla battaglia del ponte primosole
http://www.scuolamediaprivitera.it/ns/l ... menti7.pdf
...................................e da La Sicilia di oggi:
http://giornale.lasicilia.it/giornale/1 ... vipdf.html
Si confermo che il diario di guerra di Sir Mark Henniker della 9à* (Airborne) Field Company Royal Engineers 1st Airborne Division, è interessante. E' a cura del professore La Rocca che tra l'altro ha scritto anche altri libri che meritano di avere, ed è una persona molto cordiale e competente.
Ciao
hehehe totino....mi sa che ti chiederò qualche libro quando ci vediamo.......... [257
nell'articolo confermano che il diario è interessante, anche se avanzano qualche dubbio sull'enfasi dell'azione e sul fatto che effettivamente l'aliante sia atterrato a capo murro di porco.
ciao