Noi possiamo scegliere, iscriverci a un corso di alpinismo, prendere una guida, salire nelle ore opportune. Loro dovevano farlo con tutti i tempi, spesso di note, privi delle più semplici conoscenze e dotazioni...
Rawa Ruska
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Noi possiamo scegliere, iscriverci a un corso di alpinismo, prendere una guida, salire nelle ore opportune. Loro dovevano farlo con tutti i tempi, spesso di note, privi delle più semplici conoscenze e dotazioni...
Rawa Ruska
Le zone glaciali interessante dalla " Guerra Bianca" erano, all'epoca, alpinisticamente più facili:Citazione:
Originariamente Scritto da pinco
Il ghiacciao era molto più esteso e si raggiungevano le varie insellature o cime più direttamente, il permafrost era compatto e stabile, lo spessore del manto nevoso sempre abbondante tanto che solo di rado scompariva per lasciare affiorare il ghiaccio vero e proprio.
Gli eserciti per vivere stabilmente su quelle zone costruirono poi una serie di teleferiche, gallerie in ghiaccio, e sentieri attrezzati davvero impressionante (basta pensare al sentiero Castellaccio-Lagoscuro-Payer, alla via degli Alpini sulla parete del Cavento o alla via P.sso di Lares-Punta Attilio Calvi).
Tutto questo non va assolutamente a scapito del valore del singolo combattente, uomini d'altra tempra e forgia rispetto a noi contemporanei, uomini abituati al lavoro, alla fatica e con un enorme senso del dovere.
Concludo citando il Capitano Aldo Varenna, famoso Adamellino, il quale in un'intervista fatta negli anni '60 orgogliosamente diceva:
<<dove gli esperti ci dicevano : non si può passare, non si può stare , non si può vivere...noi siamo passati, abbiamo vissuto e abbiamo fatto quello che dovevamo fare...questa è la dimostrazione che per gli Alpini la parola IMPOSSIBILE non esiste!>>
Saluti
Cavento
ah dimenticavo, se volete vedere qualcosa di meno recente provate qui:
viewtopic.php?f=63&t=30732&start=0
Ciao
Propaganda a parte, erano uomini più forti di noi in tutto, ma come noi sarebbero rimasti molto volentieri nelle loro case con le loro famiglie, piuttosto che andare a rampergarse su rocce e ghiacci...
comanda chi può, obbedisce chi deve.
Parole sante : le condivido in toto [264Citazione:
Originariamente Scritto da kleiner pal
Ciao
Michele
Condivido molte affermazioni fatte qui da altri.
Salire certe montagne era "tecnicamente" più facile grazie alla copertura nevosa e dei ghiacciai. Questo naturalmente dopo che i reparti di punta (es. Guide Ardite di ValZebrù) avevano assestato gli accessi, marcando i punti pericolosi, sistemando scale e corde fisse. Non meno faticoso di oggi, e mediamente più freddo, ma tecnicamente alla portata di più persone.
Ho una copia della Guida CAI della regione dell'Ortler (quella famosa del Bonacossa) datata Aprile 1915. Giusto un mese prima dell'inizio della tragedia. Era la "bibbia" degli ufficiali in comando sul terreno. Ebbene, ho confrontato personalmente molti itenerari descritti, e la differenza coi giorni nostri è abissale. Dove la guida dice "Si risale facilmente il ripido nevaio sulla destra, eventualmente gradinando...." non c'è più traccia di neve già a Giugno e fino a Novembre: solo ghiaia fine e instabile percorsa da scariche di sassi dalle pareti sovrastanti, non più cementate dal permafrost. Semplicemente impercorribile e da girargli alla larga!
Detto questo, visti i tempi di percorrenza che venivano dati, e che si leggono anche nelle relazioni degli episodi bellici, erano uomini d'altra tempra, altro che!
Se si tratta di granata esplosiva allora la polvere gialla potrebbe essere acido picrico o TriNitroFenolo. Da NON toccare... a meno che non soffriate di angina. Ha un forte effetto vasodilatatore, un tempo sfruttato anche in medicina, e viene assorbita attraverso la pelle. (oggi si usano i cerotti alla nitroglicerina per lo stesso scopo).Citazione:
Originariamente Scritto da andreab
Inoltre può esplodere per forte sfregamento. Ancora peggio se è stata a contatto con metalli: forma sali picrati molto meno stabili dell'acido picrico, che possono esplodere per semplice urto accidentale. Non per nulla l'esplosivo era contenuto in un sacco o cartone interno catramato per impedire il contatto con le pareti del proiettile.
Se invece si tratta di schrapnel potrebbe trattarsi della colofonia, una resina che veniva usata per tenere assieme stabilmente il materiale sfuso (pallette) all'interno del proiettile. Inoltre colorava l'esplosione, facilitando l'osservazione del tiro. E' inerte ma... lo schrapnel contiene alla base una carica di polvere nera, anche questa facilmente infiammabile anche per sfregamento.
Tutte ste parole non per far sfoggio di erudizione, ma per ribadire ancora una volta (non basta mai) che certe cose NON SI TOCCANO per buone ragioni e non solo perchè lo dice la legge.
Fategli tante belle foto però!!!!
Franz
Grazie Franz per l'ottima spiegazione tecnica. [264
Penso che dobbiamo ringraziare anche Cavento per le sue parole Serie, [257
...dopo averne sentite tante che potevano essere risparmiate per far più bella figura!! [126 (vedi "potrebbe salirci una bambina 2 anni...", "ma solo bombe escono dai ghiacciai??..., "a sentir vostro per praticare quelle zone ci vuole un brevetto...") PS anche io abito al mare...
Ciao
concordo in pieno quanto detto circa le difficolta' tecniche e alpinistiche che all'epoca era molto piu' semplice, non trovavo le parole adatte per intervenire prima.
la loro vera impresa e' difficolta' e' stata il viverci per anni e sopratutto combattere, diversa cosa e' paragonare ad oggi una uscita o escursione in zona [249
stefano
[264Citazione:
Originariamente Scritto da cavento