Ciao ragazzi,
vendo questo bel paio di scarponi da Gebirgsjaeger. Taglia intorno il 42/43.
280 euro.
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Ciao ragazzi,
vendo questo bel paio di scarponi da Gebirgsjaeger. Taglia intorno il 42/43.
280 euro.
Paio di scarponcini a lacci detto di primo modello (m. '37). Evidente è la presenza di occhielli e ganci, quest'ultimi rigorosamente ricoperti di materiale resinoso sintetico nero. Le suole sono entrambe chiodate e dotate di piastra in acciaio salva punta e salva tacco per prevenirne l'usura. Questo è il tipico esemplare di ordinananza, riconoscibile per lo stile e le caratteristiche costruttive di cui è dotato. Nasce per essere indossato con i pantaloni lunghi, con la tenuta da fatica e da lavoro. Nel corso della guerra,in accordo ad un ordine datato 24 Luglio 1941 (HM 41, N° 772), andranno a sostituire gli stivali da marcia in combinata con le ghette nelle unità non montate, soluzione non molto apprezzata dai soldati, per dire la verità.
Argomento non facile quello delle calzature e criptico alla maggior parte dei collezionisti...nonchè poco trattato nei vari forum di discussione.
Qui si è in presenza di un esemplare, primo modello, "text-book" in ottimo stato, poi sostituito successivamente dalle "Schnurschuhe mod.44" dotate solo di occhielli.
E' importante controllare negli scarponcini la presenza di punzonature espresse nella misura tedesca ( 26-27-28 ecc), a volte seguite da un numero matricolare e occasionalmente da un codice Rb o da una serie di numeri, uno dei quali indicante l'annno di produzione. Ovviamente questi marchi non sono sempre presenti e può anche leggermente variare da esemplare ad esemplare la costruzione a seconda dei vari fabbricanti.
Se si vuole andare sul sicuro è consigliabile scegliere calzature, se dotate di ganci, con i ganci di tipo piccolo-rettangolare e non a ferro nudo, come l'esempio postato da Alessandro, per quanto, pare si sia fatto uso di ganci anche del modello semitondeggiante.
Di norma il "ferro di cavallo" presente nel tacco dovrebbe avere punzonatura recante "L" e "R" nei rispettivi ferri destro e sinistro e dovrebbe essere del tipo stretto e alto nel profilo e non del tipo piatto.
La chiodatura in legno di solito appare più frequentemente in fila appaiata di tre chiodi e edislocata lungo il perimetro inferiore della calzatura.
La chiodatura in ferro può contenere chiodi dalle 30 alle 40 unità circa, da notare che esistono vari modelli di chiodi con gambo a stilo ed anche a coda di rondine e con facce pentagonali ed anche rotonde.
Nei primi esemplari ed in molti esempi appare una doppia suola non sempre presente nelle ultime produzioni.
kdg
io ne hò un paio identici ma di dietro anno un passante in cuoio
Ottima l'integrazione postata da Carlo; posso condividere tutto ciò da lui asserito con qualche piccola riserva riguardo il discorso degli occhielli 'nudi' e di forma tondeggiante. Onestamente opterei per un paio di scraponcini senza questa caratteristica visto il kaos che regna sovrano in questo campo.
Riguardo lo scarponcino di H. Mayer, vorrei prima vederlo per espormi al 100%, anche se già da subito potrei pensare che non si tratta proprio di un esemplare text book. Esiste comunque un ordine che sottoscrive la rimozione di questi passanti cuciti sul retro degli scarponcini anche se onestamente non ne ho mai visti fin d'ora presenti, se non in un paio per SS.
sono bellissimi complimenti!
Ti ringrazio per il commento!
Andrea
molto belli con chiodatura originale ,puntalini e salvatacco tutto ok faranno un figurone sul manichino ,mandami foto se ti va .
tanti auguri andrea .
herman
Ciao Fabrizio, ringrazio anche te per l'apprezzamento ricambiando gli auguri!
Delle due paia di stivali che ho presentato ho tunuto i primi postati solo per il fatto che sono chiodati, momentaneamente non posso postare foto del manichino poichè ho vestito un busto per ragioni di spazio.. [00016009
Nel vasto ed intricato panorama inerente l’uniformologia dell’esercito, le calzature cosituiscono senz’altro un punto di riferimento per il collezionista essendo queste caratterizzate da numerose interessanti varianti e modelli.
Nel contesto della Wehrmacht, rientrano in questa categoria gli stivali da marcia e gli scarponcini con lacci alle caviglie. Le loro regole di indosso sono diversificate, oltre che per la varietà delle varie tenute di uniforme, anche per i periodi che si susseguono, prebellico, inizio guerra e guerra inoltrata.
Questo studio sarà limitato ai soli stivali (Marschstiefel).
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Agli inizi degli anni ‘30, le calzature per tutti i ranghi erano per eccellenza gli stivali conosciuti dai soldati con lo pseudonimo “Knobelbecher”, bussolotto per dadi, per il rumore sordo che provocavano le loro chiodature nei selciati durante le marce. Di aspetto marziale simile a quelli dell’esercito prussiano, erano interamente realizzati in buon cuoio annerito con il gambale alto da 35 a 39 cm. Questi accompagnavano tutte le tenute eccetto quella da libera uscita, essendo questa caratterizzata da eleganti scarponcini con lacci di color nero lucido (Schnürschuhe) indossati esclusivamente con i pantaloni di tipo dritto.
Nell’Aprile del 1933, in seguito all’introduzione di diversi nuovi effetti da uniforme fra cui il primo modello di Feldbluse, emerse nella Reichswehr un nuovo tipo di calzatura, gli scarponcini con gambale allacciato, usati con la tenuta da campagna e da rapporto fino all’avvento della Wehrmacht che, a causa della loro impopolarità, ne minò le sorti. Questi erano di fatto poco amati sia dal corpo ufficiali che dalla truppa poiché andavano a rompere la ottocentesca tradizione tramandata dall’esercito prussiano.
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Subito dopo l’inizio delle ostilità, per ordine HM 39, N° 814 del 9 Novembre 1939, lo stivale da marcia fu oggetto di una riduzione di altezza a 29-35 cm col fine di risparmiare il cuoio divenuto ormai prezioso come ogni altra materia prima. Successivamente, con l’inserimento di ulteriori e più severe misure di restrizione, per ordine HM 41, N° 772 del 24 Luglio 1941, venne riformato il sistema di utilizzo delle calzature in seno all’esercito attivo (Feldheer) e di rimpiazzo (Ersatzheer). Ad eccezione della fanteria, del genio e del personale montato (cavalleria, battaglioni motociclisti, unità ciclisti, ingegneri ferroviari, battaglioni pontieri), per tutte le armi fu introdotto l’utilizzo dello scarponcino con lacci alla caviglia (Schnürschuhe). La loro iniziale misera fama fu accomunata ad un nuovo effetto, le ghette in tela (Wickelgamaschen), di cui ripetutamente nel 1943 e nel 1944 ne vennero indicate le modalità di indosso col fine di risparmiare l’usura del pantalone.
La produzione dello stivale si interruppe nel Settembre 1944, ma continuò comunque ad essere distribuito ai pochi reparti sopra menzionati fino ad ultimarne le scorte.
[center:17i1x4cw]foto sotto: diversità di Marschstiefeln indossati dai soldati: mod. corto (secondo da sinistra e primo a destra) e mod. lungo.[/center:17i1x4cw]
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[center:17i1x4cw]foto sotto: due modelli prebellici ed uno bellico (destra)[/center:17i1x4cw]
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In linea generale possiamo dunque suddividere lo stivale da marcia della truppa in due modelli, il prebellico ed il bellico riconoscibili per la loro differente altezza. Il secondo è di gran lunga il modello meno comune essendo stato caratterizzato da una più limitata produzione.
Descrivendone la caratteristica ed inequivocabile forma, possiamo paragonare la sua punta ad un becco di papera, di ampia larghezza con profilo molto basso.
Il tacco è costruito unendo vari strati di cuoio, rinforzato superficialmente con un ferro a 'U' corrisposto alla taglia del tacco stesso. La pianta è generalmente trattenuta al resto dello stivale tramite una serie di chiodatura realizzata in legno, riconoscibile tramite una serie di quadratini paralleli bianchi.
Alcune cuciture longitudinali posteriori trattengono una striscia di cuoio interna usata per irrobustire la giunzione delle estremità del gambale comunemente a tutti i modelli di stivali della Wehrmacht anche se alcuni esemplari, probabilmente di acquisto privato per scelta di pochi produttori, erano cuciti in entrambe i fianchi del gambale, rimanescenza caratterizzata dal modello usato durante la prima guerra mondiale. Internamente alla parte superiore vi sono cuciti due fettucce di robusta stoffa nera o bianca adatti per aiutare a calzare lo stivale.
Come tutte le calzature tedesche dell’epoca, le taglie sono impresse a caldo nel cuoio, corrispondenti alla lunghezza in centimetri dalla punta al tacco e alla larghezza della pianta. Generalmente nella sequenza di numeri viene apposto anche l’anno di produzione ed il numero di lotto corrispondente. Nei modelli prebellici è impresso, anche se raramente, il nome del fabbricante, cosa che invece avverrà immancabilmente nel modello successivo con il codice RBnr.
[center:17i1x4cw]foto sotto: dettagli dei vari tipi di marchiatura delle taglie, cucitura posteriore e chiodatura inferiore[/center:17i1x4cw]
[center:17i1x4cw][attachment=6:17i1x4cw]4.jpg[/attachment:17i1x4cw][attachment=5:17i1x4cw]5.jpg[/attachment:17i1x4cw]
[attachment=4:17i1x4cw]8.jpg[/attachment:17i1x4cw][attachment=3:17i1x4cw]7.jpg[/attachment:17i1x4cw][/center:17i1x4cw]
Il modello diversificato per la cavalleria era generalmente molto simile al modello standard con l’eccezione del gambale fino ad una decina di centimetri più alto, a volte con il tipico orlo obliquo. Possedeva una piccola protuberanza posteriore posto subito sopra il tacco per il posizionamento dei necessari speroni.
Gli ufficiali indossavano alti stivali di produzione privata con cuoio di qualità superiore a volte adornati di speroni anche se non facenti parte delle unità montate. La forma era leggermente più stretta ai lati del piede con un gambale alto e rigido perfettamente arrotondato per dare un maggiore tocco di colore ed essere meglio indossati con i tipici pantaloni a sbuffo. Essendo come detto di acquisto privato, erano caratterizzate da molte diversità, oltre al fatto di possedere o meno la chiodatura sottostante. Nel Giugno del 1943 (HV 43B, N° 533) l’uso dello scarponcino con lacci si allargò anche agli ufficiali dell’esercito di rimpiazzo togliendo definitivamente lo stivale dalla loro lista degli effetti, mentre a quelli dell’esercito attivo venne permesso di continuare ad indossare solo gli stivali di precedente acquisto in ragione di due paia.
[center:17i1x4cw]foto sotto: notare il gambale semirigido dello stivale dell'ufficiale [/center:17i1x4cw]
[center:17i1x4cw][attachment=10:17i1x4cw]25277_409979381802_240647936802_5146976_972885_n.j pg[/attachment:17i1x4cw][/center:17i1x4cw]
[center:17i1x4cw]foto sotto: stivali da ufficiale entrambe con il gambale rigido. Probabilmente quello di destra è appartenuto ad un ufficiale montato. [/center:17i1x4cw]
[center:17i1x4cw][attachment=1:17i1x4cw]10.jpg[/attachment:17i1x4cw][attachment=2:17i1x4cw]9.jpg[/attachment:17i1x4cw][/center:17i1x4cw]
Ufficialmente, le Panzertruppen dovevano fare uso di calzature prive di chiodatura con lo scopo di limitare la pericolosità dovuta all’innesco di scintille all’interno del carro. Questa regola viene smentita dalle numerose fotografie che ritraggono i Panzermänner con calzature normalmente chiodate. I carristi sostituirono lo stivale in favore dello scarponcino qualche mese prima delle altre armi, come da ordine del 18 Gennaio 1941 (HM 41, N° 109).
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foto sotto: notare la differenza degli stivali non chiodati del carrista ritratto dietro al soldato con l'uniforme feldgrau e quelli chiodati di quest'ultimo.[/center:17i1x4cw]
[center:17i1x4cw][attachment=9:17i1x4cw]PzIVC-1ss.jpg[/attachment:17i1x4cw][/center:17i1x4cw][youtube:17i1x4cw][/youtube:17i1x4cw]
[264
Che dire di più...
Hai già detto tutto...
Come sempre una bella e completa trattazione...
Corredata come al solito da belle e interessanti immagini...
Complimenti per la costanza e la passione che ci metti...!!!
[257
Grazie Franz, sempre presente e simpatico.
Ciao a tutti,
ottimo articolo !
La foto del soldato inglese a guardia dell'ufficiale tedesco è stupenda.
Ciao
Michele
Grazie Michele, in effetti in un sol colpo riassume la condizione di un intero popolo in quei giorni.
conplimenti vivissimi per questo stupendo servizio fotografico e riassunto scritto.
Bell'articolo e bei pezzi, penso che la calzatura tedesca è stata la piu' bella del periodo, è uno degli accessori che fa tanto di "tedesco",infatti nei racconti di mio nonno rammenta sempre gli stivali, l'elmo e l?mP40. [264
Al di là della bella trattazione...
Questa immagine mi ha davvero "colpito"...
Vi si legge la "quasi indifferenza" del vincitore e la stanchezza e lo scoramento dello sconfitto a cui può dare finalmente sfogo... e magari anche se non lo dà minimamente a vedere il sollievo che almeno per quanto lo riguarda "sia finalmente finita"...
[attachment=0:q3vq0rsr]25277_409979381802_240647936802_5146976_972885_n.j pg[/attachment:q3vq0rsr]
Bella foto davvero...
Magari è stata "costruita ad arte" però è innegabile che "coglie nel segno"...
P.S.
Alessandro mi autorizzi a postare la foto anche in altri forum...???
E' stupenda...!!!
gran bel topic come sempre! ottimi pezzi , ottime foto e ottima spiegazione Grazie!
Quoto [264Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
...vero! Si nota tutta la disperazione e frustrazione, stati d'animo comuni ad un popolo abituato a non rassegnarsi insieme ad un leggero senso di sollievo, come per dire: da domani si ricomincia...Citazione:
Originariamente Scritto da Franz56
Esatto, forse non è finita come avrebbe sperato ma per lui sicuramente era la fine di un "incubo"...Citazione:
Originariamente Scritto da Alessandro
Con la speranza di potersi ricongiungere a chi gli era caro e ricominciare una vita "normale"...
Davvero una bella foto, carica di significati...
Non ne ho viste altre così "coinvolgenti"...
Il soldato inglese con uno sguardo da "routine"... indifferente... anche se per lui la guerra non era ancora finita...
Il militare tedesco, con la testa fra le mani quasi a liberarsi finalmente, a dare via libera ai suoi sentimenti fino a quel momento "soffocati"...
Non possiamo saperlo, magari "un bel pianto liberatorio" trattenuto per troppo tempo...
Magari in quel momento si rendeva conto che tutto era finito e che da lì a poco sarebbe tornato ad essere un uomo "libero"...
Forse non subito ma un uomo libero di dedicarsi a chi gli era caro e libero di ricostruirsi una vita com'era prima della follia della guerra...
Probabilmente non lo sapremo mai, ma sarebbe bello sapere chi erano e cos'hanno fatto poi i protagonisti di quella foto...
Scusate l'OT ma questa foto mi ha veramente colpito... non so voi...
Visto che ho tirato fuori l'argomento Panzer, ecco un'ulteriore prova che i carristi indossavano le stesse calzature chiodate del resto della tuppa.
Complimenti Alessandro...
Sei una fonte continua di informazioni...
Meglio che leggere un bel libro di storia...
[264
Salve a tutti. Mi è stato detto che questi scarponi sono molto rari, assai più rari del relativamente comune modello di stivali in feltro, per la protezione dei piedi dal freddo dell'est. Siccome non è il mio campo e non mi interessa il materiale tedesco, vorrei capire bene di cosa si tratta prima di cederli. Mi è stato anche suggerito un prezzo da richiedere (caro) e anche su questo gradirei qualche consiglio in merito, magari in pvt. Magari non da parte di potenziali interessati all'acquisto però...! [257
Ciao,
partiamo col dire che erano dei sovrastivali, nel senso che i soldati di guardia ci entravano indossando i normali stivali da marcia. Avendo una suola di legno erano isolati dalla neve ed il feltro faceva il resto. Rispetto i normali feltro e cuoio sono quindi tutt'altro nel senso che questi ultimi erano per un uso quotidiano mentre i Frankenstein (soprannome dato dai soldati ai sovrastivali) erano per un uso specifico quello delle guardie statiche.
Riguardo il valore, direi che chi ti ha riferito della loro rarità e prezzo elevato si è sbagliato di grosso. Il loro valore è molto inferiore a quello che si possa pensare aggirandosi attorno ai 60/65 euro nel caso di esemplari nuovi.
Quoto Alessandro,nella perfetta spiegazione e sul valore dell'oggetto.Citazione:
Originariamente Scritto da Alessandro
Ciao
Michele
Buono a sapersi, grazie molte.
Confermo quanto scritto da Alessandro [264
ciao a tutti
vi posto le immagini di questo paio di stivali recuperati diversi anni fa in un mercatino dell'antiquariato, quando i tempi dei recuperi nelle bancarelle riservava ancora il piacere delle sorprese [249
Come vedete i marchi non sono chiaramente visibili, controluce però si distinguono bene, sono presenti in entrambi gli stivali, fatto stà, non mi illudo che siano stati effetivamente calzati da qualche ufficilale SS ma insieme proviamo a capirne un pò di più
A voi la parola [264
non sono un'esperto ma il marchio ss e rzm si vedono benissimo, originale o punzonato ai nostri tempi per aumentarne il valore?
mah,aspettiamo il parere degli esperti [00016009
guarda...cosi' su due piedi il marchio mi sembra corretto, lo stivale pure. Andare a pensare di apporre un marchio SS per aumentare il valore di un paio di stivali mi sembra azione alquanto sterile...opterei effettivamente per un paio di stivali Allgemeine SS o acquistati presso magazzini RZM da qualche ufficiale Waffen SS.
Un saluto
KDG
grazie per gli interventi.
Non aggiungo niente di nuovo all'argomento ma anche se a prima vista sembrano ben evidenti ho faticato con l'angolazione per farveli vedere, tra l'altro nel secondo stivale si vedono meno nitidamente, questo solo per dire che, a mia impressione, se qualcuno ha voluto farli a in tempi sospetti avrebbe fatto in modo di renderli più visibili.
Davis
Più che sterile a me pare una cattiva azione.Citazione:
Originariamente Scritto da der graf
MP
Osservo che il secondo numero (quello dopo la barra) nei marchi RZM ../.. SS solitamente é a due cifre che indicano l'anno di commessa piuttosto che l'anno di fabbricazione. Qui leggo solo un "5" e, mi sembra, senza abbastanza spazio per un'altra cifra che lo precede. Vedere, per es., l'articolo apposito sulla buffetteria SS pubblicato sul bimestrale "Uniformes". Su un forum di militaria (Warelics.eu, ma potrei sbagliarmi) vidi un corposo "thread" su marchi e punzoni SS, ma non riesco a recuperarlo.
Questo marchio pare più simile nella numerazione ai marchi "classici" RZM che seguivano un'altro sistema di codifica.
Spero di non avere seminato il dubbio, personalmente prenderei volentieri questi stivali. Se, poi, sono stati comprati bene ed in tranquillità, il problema non si pone nemmeno!
MP
Vorrei porvi una domanda... Ma le placche per talloni di questi stivali potevano anche essere in bronzo? ve lo chiedo perchè ne ho trovata una fatta con questo metallo. La forma è la stessa di quelle fatte in ferro forgiato...
Veramente interessantissimo!!!Grazie per la condivisione delle info e delle bellissime immagini!! [264 [264
Ciao a tutti ho comprato questi stivali ho preso una fregatura ho no ? sono in buone condizioni , riportano un numero di serie . tengo a precisare che ho speso veramente poco .
Sono un paio di stivali tedeschi comunemente detti feltro e cuoio e concepiti per i rigori invernali della campagna di Russia. La stampigliatura è consueta nelle calzature del Terzo Reich e dovrebbe identificare il lotto produttivo e l'anno ad altre info che ancora al giorno d'oggi non sono particolarmente chiare. Nel mercato tali stivali si trovano ad un prezzo abbordabile. I modelli tra loro possono essere leggermente difformi a seconda dei fabbricanti.
[attachment=6:c6kzivyl]IMG_4189 (FILEminimizer).JPG[/attachment:c6kzivyl]Posto questo paio di scarponi da montagna trovati un po di tempo fa in un mercatino.
La caratteristica dell uso di chiodini in legno la forma quadrata della punta mi fa propendere che siano di provenienza tedesca.
Ho accertato la presenza di un timbro a tanpone di colore bianco, purtroppo poco leggibile .
Poi non ci sono altri particolari che li accumunano ai " classici scarponi da montagna tedeschi ( bordino di stoffa sul collo della scarpa, chiodatura classica con rombo centrale e altro )
Ora, qualcuno di voi, dalle foto che ho postato e dalla descrizione che ho effettuato mi sa dire qualcosa in piu? sopratutto, epoca di costruzione e esercito che li aveva in uso .Dovendo decidere se tenermeli in collezione aspetto con ansia i vostri pareri
Scarponcini da sci di produzione civile.