Interessante [264 , molto particolareggiata
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Interessante [264 , molto particolareggiata
Nel 1995 la batteria Doria era visitabile...pur fluttuando nella spazzatura...
Purtroppo aumenta lo stato di abbandono e di degrado, ma temo di più le demolizioni delle casematte a cui possono andare incontro per lo schifo in cui sguazzano...Citazione:
Originariamente Scritto da ciofatax
So che la battaglia di Sicilia non è solo quella combattuta dalla Livorno, ma avendone parlato un po` a lungo penso che forse possa interessare la diversità della motivazione per la concessione della declassata medaglia d`argento alle bandiere del 33° e 34° rgt fanteria adottata dal Ministero della Difesa rispetto a quella d`oro proposta dal gen. Guzzoni per il 34°.Eccole rispettivamente:
" Lanciato al contrattacco contro forze nemiche preponderanti per numero d`uomini e per numero e qualità delle armi, sbarcate in un importante settore costiero, ne arrestava l`avanzata e le respingeva, malgrado le fortissime perdite subite per la violenta azione delle armi terrestri alla quale si aggiungeva potentissima quella non contrabattuta delle armi navali ed aeree. Successivamente, in venti giorni di strenua lotta, contrastava ancora il passo al nemico, dando nuove, continue, superbeprove di valora, d`ardimento, di spirito di sacrificio. Gela- Bivio Gigliotto- Piana di Catania- Adrano, 10 luglio- 5 agosto 1943 "
" Fedele al motto divisionale tenacia e valore, lanciato al contrattacco di munitissima testa di sbarco, consolidata con dovizia di mezzi, in 30 ore di febbrile organizzazione, difesa da unità agguerrite e preparatissima, si avventava `a testa bassa` come era stato ordinato, riuscendo a rompere il poderoso cerchio di ferro e di fuoco che attorniava Gela, con irresistibile azione che sgominava l`avversario, l`obbligava a chiedere il fatidico S.O.S. e ad iniziare il reimbarco. Obbligato a ripiegare, in conseguenza di avvenimenti sfavorevoli verificatisi altrove; sottoposto ad impressionanti bordate di numerose unità navali, inseguito dal fuoco incessante delle artiglierie terrestri, aggredito, mitragliato, spezzonato da incontrastate intere squadriglie di aviazione che si susseguivano a catena ed a bassa quota, irrorava di generoso sangue piemontese la nobile terra di Sicilia, in un sublime leggendario gesto di solidarietà nazionale.
Successivamente, per circa 20 giorni, a malgrado delle gravissime perdite subite, privo di risorse e di rifornimenti, riusciva col reggimento gemello e con altra grande unità a contrastare passo per passo il procedere dellìavversario, già forte di 8 Divisioni, sostenedo con indomito valore combattimenti in ritirata, per una profondità di 100 km., nei quali scriveva pagine di insuperato e di insuperabile valore, fino a ridursi ad un pugno di uomini, stretti attorno alla gloriosa Bandiera.
I fanti del 34° confermavano così le gloriose tradizioni del passato e perpetuavano, col loro valore e col loro sacrificio, le mirabili virtù guerriere della Fanteria italiana.- Sicilia(Gela- Bivio Gigliotto- Portella Grado- Solfara Campana- Agira- Regalbuto), 11-29 luglio 1943 ".
A queste va aggiunta quella d`argento concessa al 28° rgt art. con questa motivazione:
" Da posizioni avanzatissime, occupate dai Gruppi con singolare ardimento, diede potente e decisivo contributo al contrattacco della fanteria divisionale lanciata contro il nemico che, preponderante per numero e mezzi, era sbarcato in un importante settore costiero. Nei successivi venti giorni il reggimento operò costantemente in primissima linea, sostenendo lotte cruente quanto impari contro artiglierie superiori in numero, calibro e gittata e contro potenti carri armati. Allorché i pezzi giacquero schiantati, e fino a quando gli ultimi resti del Reggimento furono ritirati dalla lotta, gli artiglieri continuarono a combattere con le baionette e con le bombe a mano, dando luminose prove di valore, di ardimento, di spirito di sacrificio.- Gela- Bivio Gigliotto- Piana di Catania- Agira, 10 luglio- 15 agosto 1943".
Anche il Faldella lamenta nel suo libro la mancata concessione della medaglia d`oro al posto di quella d`argento per il 33°, 34° fant e 28° art.
[00016009
Riguardo al contrattacco in direzione di Siracusa Augusta ho visto che spesso si cita il Gruppo Schmalz accennando in minimissima parte al sacrificio della colonna Ronco, così ho pensato di accennare all'azione di questa eroica colonna anche a costo di annoiare.
Il nemico essendo a conoscenza che gran parte degli elementi ed il comando della colonna Ronco della Divisione Napoli erano dislocati tra Palazzolo Acreide e dintorni, scatena un violento bombardamento intorno alle 18.15 del 9 luglio. Il nemico era anche a conoscenza del fatto che parte della Divisione Napoli destinata ad accorrere verso le spiagge ed i porti a difesa delle forze attaccate era stanziata tra Palazzolo Acreide, Buccheri e Sortino. L`opera distruttiva dei bombardamenti impegnò le truppe a sgomberare macerie, strade, spegnere incendi, salvare e disseppellire feriti civili e militari fino alle 04,00 del 10 luglio quando il col. Ronco ordinò di sospendere queste operazioni e di riunire le truppe in assetto di guerra a qualche km dall`abitato e ad organizzare i reparti per andare alla riconquista di Siracusa ( circa 30 km ).
Le perdite consistettero in una trentina di morti ed in un centinaio di feriti. Intorno alle 10,30 dopo un secondo violento bombardamento aereo i reparti sono riuniti. Dopo aver richiesto l`invio di mezzi di trasporto per sostituire quelli distrutti dai bombardamenti ed avere ricevuto a mezzogiorno l`ordine di partenza in direzione di Siracusa, il col. Ronco d`accordo con il vice comandante della Divisione gen. Fiumara decide di marciare per andare incontro ai mezzi scaglionando l`avanguardia, il grosso e la retroguardia con ampi spazi vuoti fra le truppe, per meglio proteggersi dagli attacchi aerei nemici.
Ma ciò, dopo aver percorso circa 7 km sotto il caldo di quei giorni, non basta ad evitare altre grosse perdite, ed intorno alle 14,30 a causa di ripetuti attacchi aerei a bassa quota, sono distrutti gran parte dei pezzi della compagnia cannoni divisionale che rimane con un solo plotone efficiente poiché gli altri pezzi sono distrutti, mentre i quadrupedi fuggendo perché presi dal panico disperdono i carichi. Ronco Dopo aver ordinato al ten. col. Sisino di riprendere subito la marcia, si avvia in direzione di Solarino, che dista un 26 km da Palazzolo Acreide, precedendo il grosso della colonna e raggiungendo la compagnia ciclisti mandata in avanguardia. Riesce a trovare mezzi con cui autotrasportare le sue tre compagnie di fanteria essendosi imbattuto in reparti fuggiaschi sui mezzi, e proseguendo verso Floridia precedendo la compagnia ciclisti poco fuori l`abitato e dopo aver attraversato il ponte subisce un attacco al suo mezzo, e ordina alla sua avanguardia di costituire posti di sbarramento. A Floridia vengono eliminati i nuclei di paracadutisti inglesi.
I reparti autotrasportati giungono a Solarino intorno alle 18, mentre le salmerie giungono intorno alle 21.
La sera giunge da Misterbianco il ten. col. Andretta comandante del gruppo mobile " D" mettendosi sotto il suo comando. Intanto i posti di blocco di Floridia sono stati travolti e il grosso dei reparti inglesi si attesta a Floridia in attesa di rinforzi, mentre ciò che resta della colonna Guzzardi I° btg 75° fant. e batteria da 75, ripiegano lungo la strada Belvedere- Ponte Diddino pressati dai reparti motorizzati inglesi.
Nella tarda serata si apprestano sbarramenti sia per le provenienze da Floridia e sia dal ponte Diddino, per poi riprendere la marcia all`alba. In nottata dapprima arriva il te. Col. Dejan del btg mortai divisionale con la forza ridotta ad una cpg mortai e una di fucilieri e dopo due sezioni flak tedesche . Alle 5 dell'11 luglio si emanano gli ordini per l`avanzata verso Siracusa ed alle 6 il col. Ronco muove la colonna che era attestata al km 154 della strada Solarino- Floridia, mentre contemporaneamente la colonna corazzata inglese le va incontro dalla direzione opposta, cioè da Floridia a Solarino, scontrandosi intorno alle 6.30 coi corazzati e paracadutisti.
Il gruppo da 105/28 infligge parecchie perdite agli inglesi distruggendo parecchi carri armati,protraendosi lo scontro lungo la strada fino alle 14.30 circa.
L`ala sinistra rimane scoperta per il mancato e contemporaneo intervento del gruppo Schmalz che bloccato a Priolo vicino Augusta è in ritirata in direzione di Catania.
Gli inglesi che sono fermati frontalmente cercano di aggirare il Ponte Diddino con la penetrazione di mezzi corazzati, ma grazie ai rinforzi che il Ronco invia al ten. col. Sisino la situazione si ristabilisce momentaneamente in quella zona, ma ci sono sempre minacce di aggiramento.
Verso le 11.30 la sezione tedesca da 88 dopo aver perso il suo comandante fa saltare i pezzi e si ritira senza aver ricevuto ordini mentre la pressione inglese aumenta sempre più. Quindi resistono solo gli uomini di Ronco di fronte all`accresciuta pressione inglese che dirige le artiglierie in direzione dell`abitato di Solarino. A questo punto si sa che per evitare di aver circondata la sua ala sinistra, il Ronco decide di indietreggiare sulle alture a nord di Solarino per una migliore difesa. Ma da una lettera inviata dallo stesso Ronco ad uno studioso di storia patria e pubblicata si apprende un particolare che gli rende onore:
" Le svelerò una cosa ...che non ho mai detto, e neppure scritto nelle relazioni ufficiali, e cioè che il mio ultimo atto di guerra in Terra di Sicilia ha avuto per obiettivo quello umano di salvare da distruzione l`abitato di Solarino e la sua gente...ripiegato da Floridia su Solarino, mi si presentavano due soluzioni: quella di barricarmi nel paese-vero nodo stradale- e di difenderlo ad oltranza, con le conseguenze che si possono immaginare, oppure farvi una difesa volante e ripiegare... sulle alture retrostanti... ho scelto la seconda soluzione..."
Ma la morsa degli inglesi sui resti del II° e I° btg del 75° si fa sempre più stretta fino a quando dopo aver combattuto duramente, alle 15 circa sono costretti alla resa.
Alle 16 circa la colonna è molto assottigliata e composta riguardo al 75° solo da un plotone ciascuno della compagnia comando e zappatori, da 2 plotoni della compagnia cannoni, dalla compagnia mortai e fucilieri molto assottigliate. Del Gruppo Mobile D rimane qualche carro Renault, pochi fucilieri motomitraglieri. Molto danneggiate sono la compagnia cannoni da 47/32 e la batteria da 75/18, mentre è ancora efficiente il gruppo da 105/28.
Gli scontri riprendono con molta durezza nel pomeriggio aumentando la pressione e l`avanzata degli inglesi che cercano di sfondare la difesa intorno alle 18 con l`artiglieria ed i mortai, ma sono respinti e terminano col calar della notte. Nel frattempo scarseggiano acqua, viveri e munizioni.
Alle 5 del 12 luglio riprendono gli scontri e gli inglesi rinunciando allo scontro frontale cercano di agire sui fianchi. L`attacco viene respinto e il Gen. Porcinari ordina al Ronco di riprendere l`avanzata verso Siracusa e di prendere contatti alla sua sinistra col Gruppo Schmalz, che in realtà* si è ritirato oltre Melilli. Ma di questa notizia il Ronco non ne è a conoscenza e scambia il forte movimento di corazzati inglesi provenienti da Priolo verso Floridia per il Gruppo Schmalz, e credendo di prendere gli inglesi tra due fuochi imbaldanzisce gli uomini che marciavano e combattevano da tre giorni.
Ma l`illusione lascia il posto ad una doppia delusione.Doppia perché le truppe inviate in avanscoperta riferiscono dell`equivoco e perché la colonna del gen. Fiumara è stata sopraffatta a Palazzolo Acreide dalle truppe provenienti da Avola e Noto con la conseguente minaccia della colonna Ronco di essere attaccata da dietro, essendo così costretto a disporre di un fronte alle spalle.
Il gen. Porcinari decide insieme al Ronco di proseguire verso Siracusa. I quattro carri R/5 lanciati all`attacco vengono messi fuori combattimento dalle mine, dai cannoni,e da un carro armato inglese.
Ma l`evolversi della situazione che vede la colonna Ronco presa tra due fuochi muta con sue intrepide azioni. L`avanzata verso Siracusa viene sospesa allorché alle spalle della stessa colonna Ronco compaiono i mezzi corazzati nemici provenienti da Palazzolo, così che si decide di invertire il fronte di attacco e di andargli incontro respingendo gli inglesi. Contemporaneamente gli altri nemici pressano da dietro e cioè dalla direzione di Floridia, ma vengono contrattaccati e messi in fuga dalla compagnia zappatori e dal battaglione mortai divisionale.
Durante la notte le artiglierie inglesi continuano a far fuoco, ma alle 4.00 del 13 luglio inizia un forte e violento fuoco di preparazione inglese per poi sferrare l`attacco mezz`ora dopo sia frontalmente che lungo i fianchi degli italiani che subiscono le infiltrazioni nemiche così profonde da costringere la fanteria ad arretrare sulle posizioni dell`artiglieria per evitare la minaccia di restare scollegati. Così si spera di resistere fino all`estremo. Durante le manovre lente di ripiegamento che vedono anche dei violenti contrassalti italiani muore il comandante del btg mortai divisionale ten. col. Dejan.
Si cerca di ostacolare l`avanzata dei potenti carri inglesi sbarrando la strada con automezzi dandogli fuoco e facendo esplodere quelli carichi di munizioni e con le puntate offensive dei modesti carri R/5. In più l`unico caccia tedesco che compare in quei giorni mitraglia gli italiani avendoli scambiati per inglesi.
Intorno alle 13 il fuoco nemico diretto su questa nuova posizione è incessante ed è " un uragano". La zona tutto intorno è coperta da fiamme, fumo, proiettili che esplodono, e la resistenza cessa man mano. Il comandante gen. Porcinari in prima linea viene preso con la pistola in pugno, mentre il col. Ronco riesce a sfuggire alla cattura approfittando della scarsa visibilità* causata dal fumo portando con sé la bandiera del 75° rgt Fanteria della Napoli e a pochi uomini.
Ciao
No non annoi :P .
Ho letto con molto interesse queste tue interessanti integrazioni
Ottimo come sempre [264
Riguardo al Gruppo Schmalz, mi limito solo alle poche cose che conosco, per cui ben vengano correzioni e/o integrazioni.
Il telegramma inviato dal col. Schmalz al comando supremo germanico e girato a Mussolini il 12 sera recitava:
" Sino ad oggi nessun attacco nemico ha avuto luogo contro Augusta. Gli inglesi non ci sono mai stati. Ciò nonostante il presidio italiano ha fatto saltare cannoni e munizioni e incendiato un grande deposito di carburanti. L`artiglieria contraerea in Augusta e Priolo ha gettato in mare le munizioni e poi ha fatto saltare i cannoni. Già* il giorno 11 nel pomeriggio nesun ufficiale e soldato italiano si trovava nella zona della brigata Schmalz.
Molti ufficiali avevano già* nel corso della mattinata abbandonato le loro truppe e con autoveicoli si erano recati a Catania e oltre. Molti soldati isolati o in piccoli gruppi si aggirano per la campagna; taluni hanno gettato le armi, le uniformi e indossato abiti civili."
A quanto pare l`aver amplificato questo episodio da parte di Schmalz mirava anche a coprire la sua condotta, ma come ha scritto qualche storico l`episodio "marittimo viene da molti per ignoranza e da parecchi per speculazione, tramutato in terrestre." Il gruppo Schmalz dislocato tra Paternò e Belpasso aveva il compito di proteggere la piana di Catania da un eventuale sbarco, così che quando Guzzoni escluse questo pericolo autorizzò che il gruppo muovesse in direzione di Siracusa, mettendosi in moto intorno alle 13 del 10 luglio. Aveva a disposizione un gruppo esplorante motocorazzato, due battaglioni di fanteria autotrasportati, un battaglione carri armati e un gruppo di artiglieria. In sette ore aveva percorso 80 km circa e giunse al bivio di Melilli che è il punto meridionale ma più sovrastante rispetto al porto di Augusta in tarda serata. Trova Augusta sgomberata con le batterie ed i depositi fatti saltare. Vede avieri e marinai della piazza militare marittima in fuga verso Catania. La mattina del 11 giunto a Priolo, che gli era stato ordinato di difendere, si limita a combattimenti sporadici con i carri inglesi senza a quanto pare impegnarsi veramente a fondo, così da ripiegare su Melilli abbandonando Priolo agli inglesi. L`indomani senza essere pressato dagli inglesi si ritira al bivio di Villasmundo - Augusta. Inseguito a distanza dai corazzati inglesi senza aver subito un attacco a fondo, in serata ripiega su Lentini e si schiera a sud della stazione ferroviaria di Agnone. Come ha detto qualcuno " Non si può certo affermare che il colonnello Schmalz sia stato ardito nella controffensiva, né tenace nella difensiva. Egli evitò il combattimento e ripiegò anche quando non era necessario."Fatto sta che se avesse resistito più a lungo avrebbe permesso alla colonna Ronco della Napoli di collegarsi col suo gruppo corazzato, collegamento che gli era stato previsto ed ordinato dal Comando dell`Armata. In tal modo la Napoli rimase senza il suo essenziale aiuto, e le fù attribuito dai tedeschi l`insuccesso in quel settore. Dopo qualche giorno il gerarca Farinacci sul " Regime Fascista" del 15 luglio, lanciò violente accuse contro i comandi militari italiani.
Ciao
Avendo accennato al sacrificio della colonna Ronco, mi sembra giusto ricordare che il gen. insieme al suo stato maggiore fù catturato a casa Russo "...in primissima linea ... durante un furioso combattimento".
E non invece quanto fu scritto pochi anni dopo gettando fango gratuito sul suo operato. Ma arriviamo ai fatti! Ne accenno perchè haimè ancora oggi si sente parlare della cattura del generale che "..attese gli invasori alla propria mensa".
Cosa totalmente smentita dal Faldella dallo stesso Ronco e da altre personalità .
Faldella: " Quella del gen. Gotti Porcinari fatto prigioniero mentre mangiava a mensa è una fandonia. Nel 1955 io feci un sopralluogo sul terreno dei combattimenti nella zona di Solarino e...il gen. Gotti Porcinari fu fatto prigioniero, in una postazione di primissima linea, nella quale rimase dal pomeriggio del 12 alle 12 del 13."
La testimonianza del Ronco ad uno storico: "...Il gen. Gotti Porcinari giunse al mio posto di comando verso le 11 del 12 luglio;...mi abbracciò e mi disse: Palazzolo Acreide è caduta in mano nemica; sono venuto a combattere e a morire con voi...
Tra le 12 del giorno 12 e le 13 del giorno 13 il gen. Seguì le vicende dei combattimenti di prima linea intervenendo col suo consiglio e..con diretta azione personale.
Costituito da me, verso le 10 del 13 luglio...l`ultimo caposaldo di c.da Trigona, il gen. mantenne il posto di Comando già precedentemente occupato sulla estrema destra della posizione, mentre il mio era spostato un centinaio di metri verso sinistra... Un piccolo rialzo roccioso mi ha impedito la visione dell` episodio, ma ho motivo di ritenere, con quasi assoluta certezza, che la cattura in combattimento del gen. sia avvenuta verso le ore 11-11,30... a seguito di un colpo di mano tendente ad aggirare il caposaldo dal lato destro che per la copertura del terreno e la scarsa visibilità dovuta al fumo degli scoppi e degli incendi, meglio si prestava all`avvicinamento al coperto e alle azioni di sorpresa
... il Comando di Divisione non aveva al seguito, non soltanto la benché minima attrezzatura, ma neppure viveri, tanto che il gen.., nelle ultime 24 ore, non si era nutrito che di qualche sorsata di cognac, ...della sua scorta personale..."
Il Maurano dice che: "..L`eroico col. Ronco riesce a sfuggire alla cattura, insieme alla gloriosa bandiera del suo 75°...e continua nei giorni seguenti a battersi...in altri settori. Il gen. Gotti Porcinari assai più pingue ed anziano, cade prigioniero dopo avere esaurito i caricatori della sua pistola."
La med di bronzo al v.m. Alliata Gianfranco di Montereale: "...il Generale, il quale era stato catturato armi alla mano, al suo posto di comando, investito da mezzi corazzati e fanterie nemiche dilaganti.., seppe tenere alto il prestigio e l`onore del soldato italiano,affrontando, le lusinghe e le minacce dei comandi inglesi che avrebbero desiderato ...la di Lui collaborazione. Per il suo fiero contegno il gen....fu trasferito ...nel più duro campo di prigionia(304)..., tanto duro che Egli vi contrasse la grave malattia che,...lo condusse a morte nel luglio del 1946, ad appena 58 anni."
Quando i mezzi inglesi giunsero nei pressi del caposaldo del Porcinari, per ancora un paio d`ore circa dopo la sua cattura, furono fermati dai controcarro italiani e in tal modo continuò la resistenza.
Mentre il col. Ronco a resistenza terminata approfittando del fumo che ricopriva la zona e impediva la visibilità agli inglesi, si gettò nel burrone Mandria di Donne sfuggendo alla cattura.
Ciao
Mi sento in dovere di intervenire.
Mio nonno, siciliano doc capitano 30 enne di art di cpl, della Div Napoli (54° rgt art ) sposato e padre di due figli, non scappò affatto ma fu uno dei protagonisti della battaglia di Solarino, combattè per 4 giorni senza lasciare mai le prime linee, sin quando senza munizioni, pur potendo andar via, si fece catturare insieme al suo colonnello, i due generali comandanti e pochi altri. Poco prima avevano ordinato ai soldati che nn volevano andarsene, di lasciare il posto.
Mio nonno si fece 3 anni di prigionia in Egitto, e nel 48 fu decorato al VM.
Quindi perfavore finiamola con sto fatto dei siciliani bla bla bla, perchè potrei elencare centinaia di siciliani che sono morti o non sono fuggiti o si sono fatti ammazzare pur di non arrendersi.Lasciate perdere i racconti e le dicerie di parte di certi storici inglesi che nn fecero altro che gettare fango, per coprire la grandssima ed inaspettata batosta subita dal 14 luglio in poi.
Per molti di questi pseudo storici gli italiani, se combattevano lo facevano inutilmente , se nn lo facevano erano vigliacchi.Atteniamoci ai fatti che dicono bel altro, c'è il bellismo volume del Santoni che racconta tutto nel dettaglio .
Husky che per molti strateghi allleati doveva concludersi in 10 15 giornri, fu un successo parziale, perchè l'obiettivo di intrappolare il nemico sull'isola nn riuscì.
l'ufficiale di spalle in foto è MIO NONNO, comunque ci sono altre foto
Quoto in pieno,e complimenti davvero per tuo nonno e per la bella fotografia, perchè ne conoscevo solo una della Napoli [264
I complimenti a tuo nonno per la decorazione al V.M. sono d'obbligo perchè come sai dato la decisione politica presa nel dopoguerra di decorarne il meno possibile, è evidente che tuo nonno deve avere compiuto un gesto molto alto.
Era ora che qualcuno che ha avuto qualche familiare in prima linea intervenisse per sfatare certe menzogne.
Mi permetto di aggiungere il libro, ormai raro, scritto dal professor Gaetano Zingali, che è ricco di molte testimonianze e lettere dei maggiori protagonisti italiani, e americani, che rendono in parte la giusta riconoscenza.
Cordialmente
come sempre la storia la scrivono i vinti...............
comunque il senso critico non deve portare al revisionismo storico a senso unico.
Se noi del forum ci limitiamo a narrare giustamente i fatti la verità* verrà* messa in evidenza da sola, e l'obbiettività* paga!!!!.
Husky a mio avviso non è stata un pieno successo solo nell'aver permesso ai tedeschi di andarsene, che per certi versi gli è stato permesso! ma anche per aver pensato che una volta che la piazzaforte di Augusta si era dissolta nel nulla la battaglia era vinta.
Per una pianificazione per certi versi sbagliata, nonostante la mole di informazioni che si avevano, che a portato ad un pieno fallimento della parte aviotrasportata, e per l'egoismo dei suoi principali protagonisti: Patton e Montgomery, che li a portati a quella sfida a chi avrebbe raggiunto per primo Messina.
Dall'altra parte non scordiamoci, sia gli italiani che i tedeschi, in fatto di tempismo non hanno certo brillato, avendo creduto che l'invasione sarebbe avvenuta da tutt'altra parte.
E comunque la superiorità* di uomini e mezzi era netta.
La linea da seguire, visto le 2 correnti che ci sono nel forum, penso sia che è vero che molti soldati, specie i Siciliani, visto che erano vicino casa, si sono arresi o sono scappati, ma molte volte non avevano scelta: armati di 91 e con le munizioni contate, per artiglieria avevano qualche preda bellica francese, per ore sono stati lasciati senza informazioni, molti della milizia costiera erano gente di una certa età* e spesso poco motivati.(Ricordiamoci cosa contro hanno combattuto!)
Di contro nonostante tutto questo ci sono stati molti soldati e tra questi anche siciliani che hanno combattuto, e si sono fatti onore, da soli e fianco a fianco ai tedeschi.
Vedi i carri a Gela, la battaglia di Solarino, la sacca di resistenza di cozzo telegrafo, il cotroattacco del ponte dei malati, la battaglia di Troina e al ponte primosole.
E non dimentichiamoci che dietro tutto questo ci sono i 4000 morti alleati, che riposano nei 3 cimiteri del commonwealth ed a anzio, e i 4000 morti tedeschi del cimitero germanico di motta e i 4000 morti italiani.
anche per questo abbiamo il dovere di non farci trascinare dalle polemiche e concentrarci sulla narrazione storica.
questo è il mio pensiero
Interessante integrazione FestungMessina, bella la foto.
Complimenti davvero a tuo nonno per la decorazione al V.M.
Per quanto riguarda il mio pensiero, resta fermo su quanto già* espresso, faccio presente che in tutte le battaglie vi sono state diserzioni, ma addossare la croce come hanno fatto gli inglesi mi sembra francamente eccessivo, da notare che da parte americana è stato lodato invece il comportamento delle truppe italiane.
Per quanto riguarda i tedeschi non potevamo certamente trattenerli sull'isola, ricordo (lo avevo già* scritto) che gli stessi tedeschi non permisero ai nostri di abbandonare l'isola in quanto avevano requisito tutto il galleggiabile per i loro materiali e uomini.
Preciso che quanto detto, non vuol essere una polemica verso chi la pensa in maniera diversa.
purtroppo la filosofia inglese è stata: Italiano se scappi sei un codardo, se combatti sei uno stupido. Inoltre visto che nell'operazione Husky hanno perso la sfida con gli americani, e rispetto a loro hanno avuto molti più "problemi".
diciamo che gli inglesi hanno preferito dare merito ai tedeschi(quindi le motosiluranti diventavano tedesche e gli arditi diventavano Falshimjager)che ammettere che le avevano prese da quello che loro stessi avevano definito il penultimo esercito al mondo.
Esclusa Troina gli americani praticamente non hanno avuto altre battute di arresto e hanno conquistato molto più territorio.
Gli inglesi invece sono stati fermati sul simeto, a 10 km da Catania. da li in poi la battaglia ha preso un altro corso perchè i tedeschi hanno incominciao la ritirata.
Per quanto riguarda l'abbandono dell'isola, certo non erano gli italiani che dovevano arrestare i tedeschi, ma gli alleati.
Conquistati, nei giorni dello sbarco, i principali aereoporti, come Ponte olivo, Biscari e Comiso, avevano una base aerea fissa in Sicilia, inoltre gli aereoporti di Catania e Gerbini erano costantemente bombardati, quindi avevano anche la supremazia aerea. Quindi se avessero voluto rallentare la ritirata lo avrebbero fatto sicuramente.
Per quanto riguarda le truppe aviotrasportate sicuramente i tedeschi hanno vinto la sfida visto che sono riusciti a spostare i paracadutisti dalla Francia al simeto senza intoppi, mentre sia li americani che gli inglesi hanno avuto ingenti perdite tra le truppe, sia tra i parà* che tra le truppe trasportate sugli alianti.
Però il fallimento ha permesso di migliorare tutti quegli aspetti che poi hanno permesso la riuscita dello sbarco in Normandia
Quoto [264Citazione:
Originariamente Scritto da Marcocougars
Totino e Cocis mio nonno fu decorato perchè rischiò la vita di brutto e rischiò di rimetterci le penne quando poteva benissimo evitare, la battaglia di Solarino fu molto pesante, quasi corpo a corpo, ho un rapporto scritto da mio nonno in cui racconta in che condizioni erano, ma come di fatto bloccarono gli Inglesi per diversi giorni, sbarcati tranquillamente a Siracusa, e che attaccavano con navi aerei, fanterie ed artiglierie terrestri.
Alla fine dei combattimenti il sig Montgomery era talmente incazzato che quando interrogò il Gen Porcinari e nn ebbe risposta, prese il portafoglio strappando le foto di famiglia del generale, che poi per ripicca fu schiaffato in un campo di prigionia in Egitto senza nessun riguardo, ed infatti si ammalò e solo l'intervento di Re Giorgio, amico del Principe Umberto che aveva avuto Gotti Porcinari come ufficiale di ordinanza, permise il suo ritorno in Italia dove morì a seguito della malattia contratta in prigionia.
Io parlo di fatti, nn di polemiche,nessuno vuole fare revisionismo, ma solo raccontare verità*.
Non è vero che gli alleati lasciarono andar via il nemico in continente, ma semplicemente nn riuscirono a fermarlo a Messina ( che fu spianata) nonostante la superiorità*, ciò per un sacco di motivi di natura tecnica, dato che per la prevalente mentalità* aviatoria pensavano di fermare il nemico con gli attacchi aerei ,che però dovettero vedersela con la flak glocke dello stretto, composta sia da batterie flak che Dicat di Messina.
Gli alleati ( che se attaccavo senza appoggio aereo e navale prendevano legnate) sottovalutarono le capacità* del nemico che organizzò una difesa terrestre formidabile, alla quale perteciparono sempre gli italiani ( le capacità* tedesche sono state quasi mitizzate quando invece spesso e volentieri erano gli italiani a combattere nelle prime linee permettendo la ritirata tedesca ),come : gli Arditi (riveriti persino dai diavoli vedi, il che è tutto dire) a Primosole (furono loro a scaccaire per la prima volta gli inglesi dal ponte ), Aosta ed Asietta a Tusa e Troina, la Livorno a Nicosia, la Napoli ad Agira, la difesa porto E di Catania, la 213 div costiera ecc ecc.Senza contare che la 206 div costiera resistette per 2 giorni prima di arrendersi insieme al suo generale, il validissimo Achille D'Havet. La piazza di Augusta fu lasciata preventivamente da chi pensava di facilitare il compito agli alleati ,che però dovettero fare i conti con le linee difensive approntate davanti e dietro all'Etna.Circa mas motosiluranti che operarono in Sicilia e Messina è bene fare alcuni nomi, il CV. Mimbelli comandante di squadriglia, coadiuvato dal CC Lenzi collega del'eroico messinese CC Todaro. A Messina operò anche il STV RIZZO figlio dell'ammiraglio milazzese, che poi morì nel 44 a portoferraio.
Vi cito alcune affermazioni che riprendo dalla mia pubblicazione. Queste frasi sono a cura di ufficiali alleati e nn italotedeschi.
Il Generale Eisenhower affermò riferendosi ai soldati Italiani: "Se queste truppe non sono vittoriose su qualunque campo di battaglia, è certamente perché attaccate da forze numericamente troppo superiori".
L`ammiraglio inglese Morrison affermava: "I generali Alleati immaginavano di essere loro a costringere il nemico ad indietreggiare mediante una serie di brillanti offensive. In effetti invece l`Asse stava effettuando una serie di azioni di retroguardia allo scopo di proteggere la ordinata evacuazione della Sicilia. Che fu eseguita con successo completo."
In un articolo del quotidiano Il Giornale di Sicilia, datato 27 agosto 1943, un gruppo di piloti Inglesi in licenza, che aveva operato sui cieli di Sicilia affermavano:
"Non riusciamo a comprendere perché in taluni nostri ambienti si continua a credere e a dire che la Campagna di Sicilia sia stata facile. Essa ci è costata terribilmente cara sia in vite umane che in materiali,tanto in terra, che nel mare e nel cielo. I nostri nervi erano a pezzi e le nostre menti completamente esaurite. Mai eravamo stati messi alla frusta come in questa Campagna. In Sicilia l`Etna non era il solo vulcano, poiché nella seconda fase della battaglia ogni metro del suolo Siciliano ribolliva di fuoco, peggio di un vulcano acceso. Anche nella nostra arma le perdite sono state di gran lunga superiori a quanto il nemico sinora abbia denunciato. Non sappiamo perché si seguiti a ritenere tanto facile la Campagna di Sicilia. Non sarebbe certamente di questo parere anche il più rozzo soldato di qualunque arma che ad essa abbia partecipato".
Lo stesso Feldmaresciallo Kesselring, spesso sprezzante con gli Italiani, dovvette ammettere" Mi corre l`obbligo di constatare che le unità* Italiane operanti a fianco dei reparti Tedeschi si batterono splendidamente".
Per chi volesse c'è sempre il mio volumetto che racconta cosa successe durante la fase di contenimento in seguito allo sbarco, e le operazioni nello stretto di Messina in relazione alla ritirata dell'esercito Italotedesco sul continente
Mi fa piacere che il topic si sia riaperto.
Per quello che so, in verità* gli americani furono fermati anche ad Agrigento per ben 5 giorni dal 177°, 10° bersaglieri e dalla costiera. Lì incontrarono una resistenza talmente forte che fu mandato a vuoto uno sbarco alleato a San Leone (Agrigento). Gli americani poterono entrare ad Agrigento solo intorno alle 21 del 16 luglio, e non per resa, ma per l`impossibilità* di resistere ancora contro la superiorità* nemica. A memoria del Gen. Quercia, Radio Londra elogiò la fiera resistenza degli italiani. Mentre per il Morison : " gli italiani combatterono virilmente per Agrigento ".
Riguardo ai siciliani ed all`evacuazione, gli ultimi a rimanere a Messina furono quelli della costiera e contraerea ed erano per gran parte siciliani.
I Siciliani non disertarono soltanto ma combatterono, e combatterono anche bene, e ad esempio il col. Primaverile, comandante del 123° reggimento di fanteria costiera, appartenete alla 206°, lo testimonia, quando racconta che Il 123°era composto da tre battaglioni. Il 542°battaglione, non composto- a differenza degli altri 2- da soldati Siciliani, era di riserva essendo dislocato in posizione arretrata anche rispetto al comando di reggimento, ma non si comportò in maniera molto gloriosa, ad eccezione di una compagnia aggregata, al 243° btg del 122° regg., che combattè con onore. Gli altri due battaglioni (383° e 381°), schierati sulla costa e composti quasi tutti da siciliani ufficiali compresi " fecero bravamente il loro dovere."
Ovviamente la disparità* di fuoco era enorme anche per la superiorità* dell`artiglieria navale. E " l`effetto fu indescrivibile. Sotto quelle bordate il terreno colpito ne sembrava sconvolto, spianato; molte cose sparivano addirittura. Una bordata sommerse le postazioni e travolse i pezzi. Tuttavia la fanteria,..in quella inconcepibile situazione, oppose fiera resistenza alle truppe sbarcate..."
Al momento della traversata dello stretto:"...Durante la traversata, accovacciati sul fondo dello zatterone, ci guardammo l`un l`altro. Non eravamo più soldati, ma fantocci vivi, senz`anima. Occhi pieni di sgomento e di terrore, volti resi pallidi...da tutto quello che avevamo sofferto; corpi incurvati dal peso della disfatta, di cui però non portavamo la vergogna. Le uniformi erano sporche e lacere, alcuni erano scalzi. Avevamo abbandonato...lo zaino, il pastrano, le cose personali, ma nessuno aveva abbandonato il fucile."
Riguardo all`evacuazione ordinata che fu un vero successo, il Montgomery dice che per "...incredibili errori... la campagna ebbe un esito insoddisfacente e le forze tedesche riuscirono a ritirarsi in Italia attraverso lo stretto di Messina..."
..." Il Montgomery ammette solo che i compiti erano quelli dell`attacco dell`isola, della cattura degli aeroporti e dei porti, e che nessuna decisione era stata presa su come sviluppare la campagna una volta sbarcati. In più accenna alla mancanza di un vero piano e chiaro, e scarica l`insuccesso sulle spalle degli americani colpevoli a suo dire di essersi spinti ad ovest verso Palermo facendogli perdere l`occasione di accerchiare l`Etna e la cattura di Messina.
Ma La mancanza di un piano sembra smentito da un rapporto dello stato maggiore canadese: " In una lettera del 10 giugno al gen. Simmonds..., il gen. Leese...aveva comunicato che gli autori del piano speravano che una spinta vigorosa effettuata dall`ala destra dell`VIII Armata avrebbe potuto permettere di dominare lo stretto di Messina fin dall`inizio, di isolare il nemico nell`ovest e di preparare le via all`invasione dell`Italia."
E dal Morison secondo cui " vi era un`intesa per cui i britannici avrebbero tentato di raggiungere rapidamente Messina e di dominare lo stretto, mentre gli americani avrebbero protetto il loro piano e catturato importanti aeroporti... Non appena la conquista di Messina fose stata assicurata( da Montgomery), le due Armate avrebbero manovrato allo scopo di circondare il nemico...a settentrione e ad occidente del... Etna e di impedire la...sua fuga in Italia. Questo era ciò che si sarebbe dovuto fare e ciò che il gen. Alexander sperava di fare; ma egli fu ostacolato...dalle forze dell`Asse nella pianura di Catania."
Ciao
Ottime integrazioni FestungMessina e Totino [264 :P :P :P
Certo Totino, il mio intento era quello di ravvivare il topic in modo da incominciare un dibattito, perchè così l'opera di assemblamento che sto conducendo(su invito di Norby, per poter realizzare un articolo da postare nella prima pagina di WW)si arricchisce anche di una certa critica, e non diventa una semplice copiatura di parti di libri.
e comunque anche il nostro dibattito migliora e diventa più interessante.
A tal proposito chiedo a Festung di postare la menzione al VM di suo nonno in modo da poter aver altri spunti inediti sulla battaglia di Solarino. e tutto quanto lo ricorda.
Chiaramente ai soli fini del forum.
Altra precisazione che voglio fare è sul mio pensiero sugli italiani e sui soldati siciliani.
Anche io concordo in linea generale sula fatto che gli italiani si sono battuti con onore e in alcuni casi anche validamente suscitando l'ammirazione di nemici e alleati.
Se no non avrei postato su questo tread il racconto dell'attacco degli arditi di Donia al ponte primosole e il fallito attacco delle motosiluranti alla Prince Albert durante lo sbarco del 3 commando ad agnone bagni.
Sono solo meno trionfalista su tutti i fatti narrati e anche più realista sul fatto che sono veri anche i fallimenti e le diserzioni.
Se consideriamo tutta la guerra di esempi di eroismi ne possiamo citare moltissimi, penso ai ragazzi della folgore ad El Alamein, gli alpini della Julia in Russia ma chiaramente sappiamo come sono andate a finire.
Sull'evaquazione dei tedeschi dalla Sicilia invece penso invece che è stato solo un errore strategico perchè anche se gli alleati effettivamente si sono fatti intimorire dall'orografia dello stretto di messina e dalle difese li predisposte, tecnicamente erano più che capaci di ostacolarlo se no fermarlo.
Senza fare processi alle intenzioni, che allora si dovrebbero fare anche per le forze dell'asse, vorrei ricordare che nei piani di Alexander gli americani dovevano convergere su Vizzini quindi la pressione sulla piana sarebbe stata totalmente diversa, invece in quella sfida folle tra Montgomery e Patton, gli inglesi con un colpo di mano si sono spostati anche su Vizzini, per spingere gli americani più a ovest, quest'ultimi inoltre hanno pensato di conquistare Palermo quando nei piani non era un obbiettivo primario.
Questa è il resoconto di Atkinson che condivido:
Kesserling aveva già* capito che la Sicilia era persa, anche se continuava a ripetere che i tedeschi avrebbero tenuti inchiodate fino a 12 divisioni. Mentre a Berlino si chiedevano chi immobilizzava chi! E memore di Stalingrado e Tunisi, già* prima dello sbarco aveva dato direttive sul fatto di risparmiare il materiale umano. Quindi già* i tedeschi avevano deciso di non difendere ad oltranza l`isola, e infatti il 26 luglio veniva già* ordinato di preparare l`evaquazione. Ma il tutto senza allertare gli italiani.
La difesa dello stretto fu affidata all`eccentrico colonnello dello Schleswing-Holstein, Ernst Gunther Baade.
La sua opera fu completata il 10 agosto, e Messina possedeva le opere di difesa più potenti di tutta Europa.
Sui 3 km di mare dello stretto si spalancavano 500 bocche da fuoco, e ben mimetizzati erano stati costruiti più di 10 approdi.
Inoltre aveva riunito 33 chiatte, 76 barche a motore e circa 10 Siebel, che erano stati progettati per l`invasione dell`Inghilterra.
Infine furono create riservette strategiche di viveri per le retroguardie.
Ai primi di agosto in piena tranquillità*, lasciarono lo stretto, 12000 soldati e 4000 mezzi.
Kesserling aveva previsto che l`evaquazione avrebbe richiesto 5 notti, e fu predisposta una rigorosa coreografia.
Le unità* arretrarono su 5 linee successive di difesa e furono facilitate dalla forma affusolata di questa parte dell`isola.
Man mano che si arretrava, fu distrutto tutto il materiale che non si poteva portare via.
Quindi non fu difficile ai comandanti italiani comprendere cosa stava avvenendo, quindi anche loro incominciarono la smobilitazione, anche se con discrezione.
Senza informare Berlino e Hitler, Kesserling, alle 18 di giorno 11 agosto diede via all`operazione Lehngrag, proprio mentre gli americani di Bernand erano arrivati a Brolo e combattevano aspramente con i tedeschi, li asseragliati.
La prima a partire fu la divisione Hermann Goring, che si accalcarono sui traghetti e le chiatte insieme anche a molti feriti e i malati di malaria.
La meta erano delle lampade ad olio sui moli schermate ai ricognitori alleati da teli mimetici, e ci volevano 30 minuti navigando a 6 nodi.
Tutti erano accumunati da un unico timore e stavano con gli occhi puntati al cielo per cercare di captare il ronzio degli aerei, che avrebbe significato il fine della corsa.
Aerei che non arrivarono mai, perché gli alleati non avevano previsto un piano anti evaquazione prima dell`inizio di Husky e non ne approntarono uno ora che l`operazione stava finendo.
Disattenzione o megli negligenza offri quella opportunità* che manco ai tedeschi in Tunisia, e cioè andarsene indisturbati.
Ai primi di agosto i servizi segreti avevano captato vari indizi che li dovevano indirizzare su questa strada, come l`assegnazione di traghetti alle divisioni tedesche e messaggi sulle scorte di carburanti e sulla dotazione di palloni di sbarramento.
Ma il 10 agosto Algeri affermò che non cerano le prove certe che il nemico stesse evaquando o si apprestava a farlo.
Alexander si era accorto dei preparativi e scrisse all`ammiraglio Cunningham e al maresciallo dell`aria Tedder, praticamente scrivendo che si augurava che esisteva un piano coordinato per affrontare questa eventualità*.
Ma Montgomery tirò la conclusione più ovvia: La verità* è che non esiste nessun piano.!!!
Alle 22 del 14 agosto, quando l`evaquazione era al suo 4° giorno, Alexander ricomunicò a Tedder che risultava che l`evaquazione era incominciata, quando da qualche ora il comando alleato aveva diramato una nota che non risultava nessuna evaquazione in larga scala.
Visto l`orografia della zona, uno stretto di mare racchiuso da due catene montuose, i piloti alleati avevano timore ad avvicinarsi, ed effettivamente Baade aveva predisposto una difesa antiaerea efficace, ma non fu tenuto conto che quasi tutta la produzione del nuovo Flack 81 da 88 mm, il solo in grado di raggiungere gli 8000 m a cui viaggiavano i B 17, era stata annientata in Tunisia.
Ma ugualmente i comandi alleati preferirono continuare le sortite su Napoli e Bologna.
E gli aerei meno potenti usati in Sicilia preferirono non avvicinarsi troppo a Messina.
Su 10 mila sortite effettuate da caccia e bombardieri alleati, tra fine luglio e metà* agosto, soltanto un quarto colpi obiettivi vicino a Messina.
I B17 prima dell`evaquazione bombardarono lo stretto 3 volte mentre il 13 agosto tutta la flotta fu mandata a bombardare lo scalo ferroviario di Roma.
Uguali timore esisteva nei comandanti delle unità* navali e a differenza della Tunisia Cunningham appoggiato da Hewitt era certo che non c`era modo di contrastare le difese di Baade.
Solo piccole unità* compirono inefficaci sortite di disturbo, mentre le grandi navi stavano lontane, tanto che lo stratega Fuller affermò che le 2 marine più grandi del mondo avevano cessato di avere una mentalità* marittima.
Non ci fu una solo riunione degli alti comandi per discutere la questione, e non c`è stata una sola richiesta a Eisenhower per far dirottare i bombardieri strategici e altre risorse per uno sforzo supremo.
Ormai il tutto era dirottato a pensare all`invasione dell`Italia a settembre.
Ma Eisnhower il 13 agosto incominciò a pensare alla questione in maniera nervosa, e pur a letto per affaticamento incominciò a parlare di quello che la storia avrebbe chiamato il suo erroe: non aver pensato da subito, nell`operazione Husky, di sbarcare le truppe su entrambe le coste dello stretto, bloccando così ogni possibile via di fuga dalla Sicilia.
E anche i tedeschi incominciarono a meravigliarsi della totale assenza di contrasto da parte alleata, specie il comandante della flottiglia di Messina, il capitano Gustav von Liebenstein.
Il tutto si svolse nella massima tranquillità* che si azzardarono anche degli attraversamenti durante il giorno, al mattino presto, all`ora di pranzo e a quello del tè, secondo le usanze anglosassoni.
Il comandante italiano del porto di Messina, lasciò la città* il 16, dopo aver minato i moli, e a retroguardia rimasero 200 granatieri tedeschi, a 6 km dalla città*.
Inoltre molte strade furono fatte saltare come la SS 113.
Ma anche questi se ne andarono, l`evaquazione fu completata il 17 agosto, con una barca tedesca che raccoglieva una pattuglia italiana di 8 uomini, mentre gli americani entravano in città*.
Ora in Calabria si trovavano 40000 tedeschi, 70000 italiani e 10000 veicoli, più di quelli che i tedeschi avevano portato in Sicilia, frutto di una razzia sistematica condotta durante la ritirata.
Inoltre erano stati evaquati 13500 feriti, 47 carria rmati e gli italiani riuscirono a portare con se anche una dozzina di muli.
Tanto che un maggiore britannico disse che i tedeschi avevano fatto una ritirata molto abile e quasi interamente secondo i loro piani e non i nostri.
Kesserling omettendo il fatto che aveva subito ingenti perdite, e che molti erano stati colpiti dalla malaria disse che tutte quelle forze erano pronte ad entrare in azione, ma chiaramente era lontano dalla verità*
Comunque saranno quelle divisioni che effettivamente uccideranno migliaia di soldati angloamericani.
gli arditi erano al comando del maggiore Vittorio Marcianò del II battaglione su tre compagnie
Guarda che nn è vero che nello stretto non ci fossero gli 88/71, ma c'erano tuti i tipi di 88 i i 105, ed i 90/53 Ansaldo della Dicat Milmart, migliori degli 88 . Addirittura era stata formata iin Calabria nel maggio 43 la 22° flak brigade con due sottogruppi, che sia aggiunse alle artiglierie del colonnello Baade raggruppate in schwere flak abtailungen (battaglioni di art pesante). Circa le quote massime questi cannoni arrivavano ad 8000 metri, che era quasi la quota massima dei B17 e B24 che volavano a circa 20 -21000 piedi, cioè circa 7 8 mila metri.Ti assicuro che dal maggio all'agosto 43 i bombardamenti furono fatti senza soluzione di continuità* da ogni tipo di aereo disponibile. Tanto è vero che i piloti coniarono il detto Messina in a Mess, Messina nei guai. Lo stretto era l'obiettivo primario con precedenza assoluta.
A luglio arrivò tra tanti altri reparti di artiglieria e genio, il 616 marine atillerie battalion con 4 batterie di cannoni a 170 mm morserlafette che impedirono qualsiasi avvicinamento dal mare all'interno dello stretto, nel quale transitavano i mezzi navali italiani armati con pezzi da 76 e 20 mm e tedeschi sotto il controllo del cap di V. VonKampz e di Freg Von Liebenstein ,anche essi armati con pezzi da 88 o 20 mm. La realtà* è che gli alleati nn riuscirono a far nulla contro questa imponente difesa che contava circa 350 400 pezzi di artiglieria di vara natura. Infatti mentre i bombardieri pesanti scaricavano tonnellate e tonnelalte di esplosivo su Messina e le vie per arrivare ad essa,i caccia e cacciabombarieri mitragliavano e spezzonavano i mezzi navali e le aree circostanti, ma tutto fu inutile. Tantomenoi riuscirono a sfondare le difese terrestri basate su 4 linee progressive di difesa ad oltranza e 3 di evcuazione, più un ultima area difensiva attorno Messina , infatti sino all'ultimo giorno effettuarono vari sbarchi aggiranti detti leapfrog, tutti vani. Considera anche che nel 43 gli alleati avevano previsto delle operazioni di aviolancio su Messina Milazzo, Isole Eolie, Villa San Giovanni e Reggio
Ciao Marco, giusto che ci sia una critica, perchè così si ravviva il topic, e sono daccordo con te che in tal modo il dibattito diventa più interessante. [264
Per quanto mi riguarda non credo di lasciarmi andare troppo a trionfalismi,volando con ali di carta, perchè la storia non la scrivo io e basta il Faldella per leggere la sfilza di nomi di decorati al V.M.
Da quando sono nato ricordo che non si è fatto altro che affibbiare a questa campagna l'immagine di una passeggiata alleata e dall'altra parte quella del soldato italiano vile, di ufficiali italiani incompetenti, con i tedeschi visti come gli unici ad essersi battuti, con coraggio, tacendo invece delle repentine ritirate a scapito degli italiani, senza distinguere le diserzioni volontarie dai casi di diserzione forzata dovuta agli scavalcamenti del fronte nemico. E purtroppo questa immagine ce l'hanno molti anche qui. Non si tratta di sopravvalutare l'operato del regio esercito facendoli passare tutti quanti per eroi, ma semplicemente di riconoscergli il giusto merito e onore dopo anni in cui si è narrato di questa campagna quasi sempre in una direzione. Io anche se non ho il dono della verità* rifiuto la convergente e conveniente immagine che degli italiani hanno dato gran parte degli angloamericani che dei tedeschi, ed anche certi italiani. E con tutto rispetto penso che chi vuole o voluto solo sminuire il valore degli italiani deve dimostrarlo coi fatti, evitando di accostare a certi episodi tutto il loro operato. Per questo spesso riporto brani e testimonianze scritte, e non per fare un semplice copia ed incolla.
Cordialmente
[00016009
anche i tedeschi spesso fuggivano, e dopo Gela il comandante dellea Fjpzgr Duiv H Goering sollevò dall'incarico i comandanti di reggimento madandoli sotto processo per scarsa attitudine al combattimento, invece il Ten Col Gianquinto comandante del II battaglione del 5 Rgt fant Aosta du decorato di croce di ferro dopo la battaglia di troina. Coi suoi uomini fece 24 contrattacchi contro il nemico
questa foto è arcinota, mio nonno è quello indicato dalla freccetta, il primo a dx è Gotti Porcinari, il primo da sx dovrebbe essere il vicecomandante Gen di Brig Fiumara, il terzo da sx è il Col. Moscato c.te del 54° rgt art
Grazie Festung per l'integrazione alla fotografia, ed alla motivazione della medaglia al V.M. Adesso posso dare un volto al donato Giovanni citato nel Faldella.
Complimenti davvero per tuo nonno [264
[00016009
Grazie [264
Anche altri libri lo citano, direi quasi tutti.
Comunque anche il suo colonnello comandante Amedeo Moscato fu decorato, ma di argento
ti cito tutti i decorati appartenenti alla Napoli:
Ten. Santangelo Antonio, art.oro alla memoria
Sten. Signorelli Guido ( gruppo di art), "" ""
argento alla memoria
Serg. magg. Boido Itaolo, 54 art
Ten. Cadeddu Antonio 76° fant
Ten. D'Avanzo Ferdinando (art divis.)
Sten. De MIranda Gerolamo, 54 art
Art. Diamante Giovanni, 54 art
Art. D'Iginio Egidio, 54 art
Cpl Magg. Ferrari Edoardo, 54 art
Cpl. Magg. Mangiafico Sebastiano ,76 fant
Cap. Randisi Vittorio, 76 fant
Fante Savini Nello, 75 fant
argento a vivente
Magg. De Nobile Alessandro, 76 fant
Magg. jacarelli Pietro, art.
Col C.te MOscato Amedeo, 54 art.
Col C.te Salerno Giuseppe 76 fant.
bronzo alla memoria
Art Fiorentino Filippo
Art Maiorana Tommaso
Fante Mancuso Emanuele, 76 fant.
Art Pozzi Costante
Serg. Magg. Vitale Sebastiano, 75 fant
Art. Zecchi Marco.
bronzo a vivente
Sten. Alliata di Montereale Gianfranco, art divis.
Cap Medico, Bartolotta Felice
Magg. Cosentino Biagio, 76 fant
Maresc. D'Antoni Nicola, 75 fant.
Ten. Col. Dejan Salvatore, fant.
Cap. Donato Giovanni ,54 art.
Ten. Gallo Antonino, 54 art.
Sten. OLdani Antonio, 76 fant.
Cap. Panusa Torquato, 75 fant
Ten. Col Parabbi Tito, 76 fant.
Sten medico, Profumo Domenico, 76 fant.
Cpl. Magg. Riva Luigi, art.
Col c.te Ronco Francesco, 75 fant (promosso Gen. di Brig per meriti di guerra)
Tan. Col. Sisino Giovanni, 75 fant.
Tan. Troiano Ettore, 75 fant.
Cpl. Venturi Olindo, 75 fant
Sten. Villani Francesco, 76 fant.
Sten. Zannini Franco, art divis.
Croce di guerra
Sten. Agnelli Silvestro, 54 art
Magg. Amadeo Nicolò
Sten. Bianco Pietro, 75 fant
Cpl. Magg. Biondi Aneglo (autiere)
Sten. Carrubba Saverio, 75 fant
Serg Magg. Ferronato Fortunato, art
Sten. Gasparinetti Alfredo, art.
Sten. Gelati Vittorio, 75 fant.
Ten. Napolitano Pietro, 75 fant.
Ten. Pellegrini Rinaldo, art
Cap. Peluso Gaetano, fant divis.
Ten. Russo Carmelo, 75 fant.
Ten. Col. Tucci Tancredi
argento alle bandiera del 75° e 76° Rgt
Ecco la foto in un quotidiano americano dell'epocaCitazione:
Originariamente Scritto da FestungMessina
ehheh molte foto sono all IWM di Londra
Ciao a tutti, questa volta riapro il topic per dare l'ultimo saluto a Walter Ferrando, artigliere del IV gruppo del 28° art. della Livorno, che come ricordate ne ho parlato a pag 11. Venerdi se ne è andato purtroppo.Per quel pò che l'ho conosciuto ho visto che era legato a questa terra molto distante da casa sua, e fino all'ultimo è ritornato qui. Che dire? da parte mia: GRAZIE.
Ciao a tutti, apprendendo questa sera la triste notizia dal mio caro amico Totino, vorrei anche io dare l'ultimo saluto all'Artigliere Sig. Walter Ferrando, abitante a Novi Ligure.
Ho avuto l'immenso piacere di poterlo incontrare in occasione delle celebrazioni del 66 anniversario della battaglia di Gela, il 10 Luglio 2009.
La sua presenza, la sua voce ancora piena di emozione, le sue "autentiche" testimonianze di ciò che era accaduto in quelle giornate di guerra, hanno consegnato alla memoria collettiva pagine di storia che non dimenticheremo mai. Grazie Eroe Walter
Con tristezza, mi associo al vostro ricordo.
Onore al soldato Walter Ferrando.
non ci sono parole ......................
a proposito festung quella foto e' stata scattata a vizzini vicino alla cunziria
ufficiali italiani prigionieri con tanto di nome e luogo
appena risistemo l'impianto stampante la posto
su quella giornata ho delle testimonianze di persone ancora vive e vegete
molto anziani ma ancora arzilli
ciao a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
io penso e dico una cosa.
era guerra ma guerra vera e crudele
tante volte ho immaginato di fare ritroso nel tempo a quei anni duri
e vedere realmente la situazione
i pro e contro
noi possiamo solo fare congetture supposizioni o sentito dire e per finire visto e letto su pezzi di carta o libri in genere.
ma la verita' qual'e'?
dove si nasconde?
dove e'?
vigliacchi ,eroi , super uomini , o vittime della situazione creatasi.
x tutti noi e' facile parlare di quei giorni e leggere sui libri quel poco che vogliono farci sapere.
mio padre anni addietro mi disse ,
la verita' sta' nel campo di battaglia e non nei libri quando ti fischiano i proiettili sopra la testa e vedi i tuoi compagni rannicchiarsi nelle loro buche anche di fortuna, in quel momento siamo tutti uguali nessuno e' piu' o meno dell'altro.
si vuole tornare a casa vivi e integri.
la paura incombe su tutti senza distinzione , come un proiettile che non fa' caso se tu sei un contadino in armi un avvocato o un generale.
non avere paura e' da incoscenti.
comunque il tutto va' ricercato nelle case nei campi nei tesitmoni che sono nati e cresciuti su quei campi di tanto sacrificio.
A tutti gli amici di questo forum, chiedo foto relative all'operazioni Husky scattate nella provincia di Ragusa. Ho scritto un libro dal titolo "La battaglia degli Iblei" e tali foto mi sarebbero molto utili.
domenico.anfora@alice.it
Perfetto Claudio, ho chiuso la discussione sul valore degli italiani, in quei giorni del 43 in Sicilia, perché se non fatta con il giusto senso critico rischia di rendere il tutto poco credibile.
Per me non sono stati ne tutti vigliacchi ne tutti eroi, ma sicuramente tutti uomini con tutto quello che questo comporta.
Ormai tutti noi abbiamo dimostrato che ci sono stati grandissimi atti di eroismo per tutto il periodo dell`operazione Husky, ma è innegabile che molti reparti si sono arresi.
Ma questo io non lo leggo come un atto di vigliaccheria ma di "realismo".
Cosa avrebbero dovuto fare i fanti della milizia con le munizioni contate e con il fronte che magari li aveva travolti e superati per km.
Altro discorso e l` "abbandono" della piazzaforte" di Augusta, ma qua entriamo in un discorso che esula dalle nostre discussioni e non è dimostrabile.
Lo stesso vale per l`evacuazione delle forze dell`asse.
Comunque torniamo alla storia raccontata, con una delle battaglie più dure combattute dagli americani in Sicilia, e ancora oggi ampiamente studiata dalla NATO, per l`orogafia del luogo e per le strategie adottate al tempo: La battaglia di Troina.........., inoltre ho inserito la citazione della medaglia al merito e l'elenco delle vittime civili:
Come tutte i paesi dell`interno siciliano, Troina, si trovava appollaiata sulla cima dei colli, e per di più con i suoi 1121 m di altitudine, era uno dei paesi più alti dell`isola, lungo la statale 120, a circa 20 km da Nicosia.
E proprio a Troina si erano attestati i granatieri panzer della 15° Divisione, che avevano lasciato la Sicilia occidentale 3 settimane prima.
Le pioggie torrenziali del 29 Luglio avevano gonfiato i fiumi e allagato le strade, rallentando l`inseguimento americano.
Pausa che fu sfruttata dai tedeschi per costruire rifugi fortificati e per disseminare di mine l`altopiano a sud e nord della cittadina, cosa che rese Troina il perno della linea dell`Etna, che da qui passava.
Questo era il settore nord della linea difensiva dell`Etna, che partiva da Sant`Agata, pasando per San Fratello quindi Cesarò e Troina.
Il Generale Rodt`s qui sistemo il gruppo Fulride che si sitemò anche sulle montegne a nord della cittadina, mentre a sud si trovava il gruppo Ens.
Qui era presente, a est di Troina, anche la divisione Aosta con 4 battaglioni, del 5° Rgt, di artiglieria, che erano sotto il controllo tedesco, ma vi erano anche delle batterie dell`Assietta.
Inoltre già* dal 19 luglio si trovava a Troina il comando della Livorno e vi furono spostati alcuni reparti della sanità* e della sussistenza.
Lungo la linea il 15° era in contatto a nord con la 29° Panzer Granadier Division, mentre a Sud si trovava la Herman Goring.
29° Panzer Granadier Division, che poi coprirà* la ritirata tedesca e con le battaglie di San Fratello, Sant`Agata e Brolo, dove eviterà* l`accerchiamento americano, permetterà* l`evacuazione delle forze dell`Asse.
Inoltre 4 batterie furono sistemate nelle gole a est della città* e le vedette sfruttarono l`altitudine per tenere sotto controllo la vallata sottostante, in particolare i granatieri sfruttarono le guglie gemelle della cattedrale normanna, avendo sotto di se una vista sterminata.
Da quella posizione in particolare controllavano benissimo la statale 120, e chiunque fosse venuto da Ovest si sarebbe trovato per oltre 5 km allo scoperto.
Quell`attenzione da parte dei tedeschi aveva provocato lo spopolamento da parte dei civili che si rifugiarono sui monti o nelle grotte nei pressi del paese.
A Cerami, altro paese arroccato su un colle, a soli 8 km da Troina, in direzione Ovest, si trovavano gli americani, e sabato 31 Terry Allen puntò il binocolo su quei 5 km di terreno scoperto e si fermo quando scrutò le guglie gemelle della tedesca Troina.
Il comando della 1° Divisione era stato sitemato nella decrepita scuola, i cui muri ricoperti di slogan fascisti tremavano a ogni colpo di cannone della vicina batteria di Long Tom da 155 mm.
Quindi Allen cerchio e contrassegno con la "E" ogni punto su cui pensava si trovasse il nemico.
Il fatto che a Nicosia avessero trovato una resistenza più tenace rispetto agli altri scontri, e la loro ritirata, faceva supporre che i Tedeschi si fossero ritirati in prossimità* di Troina.
Vista l`orografia sfavorevole agli americani, Allen sperava in un passo falso tedesco, e cioè in un controattacco prima dell`offensiva americana, già* programmata per quella notte, in modo che i granatieri si sarebbero trovati allo scoperto e sotto il fuoco delle numerose batterie americane.
Ma il servizio di intelligence già* il 29 aveva escluso questa possibilità* anche perché dava i tedeschi, stanchi, con molte perdite, scarse munizioni e dal morale basso, quindi era più facile che la ritirata verso Messina fosse continuata.
Il 2° Corpo d`Armata aveva dato delle indicazioni che davano Troina scarsamente difesa, e inoltre molti sfollati avevano detto che gli occupanti erano pochi.
Allen predispose che la cittadina fosse accerchiata da 2 reggimenti di fanteria, coperti dal tiro di 165 pezzi di artiglieria, ma visto la facilità* con cui aveva conquistato Cerami pensò di impiegare nell`attacco un solo reggimento, il 39°, che gli era stato prestato dalla 9° divisione.
Solo la ricognizione aerea avrebbe potuto svelare la vera consistenza delle forze tedesche, ma ancora tutte le fotografie aeree non erano ancora tornate dal Nord Africa dove erano state mandate a sviluppare.
Allen raggiunse un muro su un uliveto, forse con in mente le parole che aveva detto ai corrispondenti di guerra: "Uno da gli ordini e la Divisione li esegue, il resto è affidato al caso", o quelle confidate alla moglie: "Questa guerra è un mestiere davvero sgradevole, con lunghi periodi di estrema durezza, per la 1° divisione, e i momenti di tranquillità* sono pochi e distanti da loro".
Ma una lunga pausa era vicina, infatti la 1 Red One sarebbe stata sostituita dall 9 Div.
Ma Allen disse ai suoi ufficilai che avevano il dovere di prendere Troina prima del cambio.
In un momento di intimità* inoltre Allen prego di non avere inutili perdite e anzi si augurò di non avere nessuna perdita quella sera.
Ritornato al comando un sergente brizzolato lo rincuorò decendogli che avrebbero preso per lui quella maledetta città*.
Mentre il lungo crepuscolo estivo svaniva ad occidente, i 3000 soldati del 39° arrancavano ai lati della SS120 sotto Cerami, visto il terreno irregolare.
Don Withead rimase ad osservare le colonne che si muovevano verso Troina, i soldati avevano le tasche piene di viveri e munizioni ed ormai sembravano ombre frastagliate all`orizzonte, Withead disse che quella scena ogni volta gli procurava un nodo alla gola.
L`attacco era coordinato dal trentacinquenne colonnello J. J. Toffey III.
Aveva la camicia sudata e faceva avanti e indietro tra le mappe e la radio, alzando una gran polvere.
Subito alla radio disse di indirizzare il fuoco su 492-140 e lo gridò più volte: Voglio tutte quelle maledette armi su 492-140.
Ferito in Africa aveva era rientrato giusto il tempo per essere nominato comandante in seconda del 39° e quindi mandato in Scilia.
Il 30 Luglio a nord della 1° divisione operarono anche il 4° Tabor delle truppe marocchine del gruppo di spedizione francese che dovevano conquistare Capizzi.
Cosa che riuscirono a fare solo il 31, dopo che furono coperti dal fuoco dell`artiglieria.
E qui si verificò il primo sturpo sistematico da parte delle truppe africane ma i siciliani del piccolo paese si ribellarono e uccisero 14 soldati.
Ma le cose non andarono bene fin da subito e così per 6 giorni.
Il 1 agosto le truppe americane, che costituivano l`ala destra del 39°, arrivarono a 1,5 km da Troina, mentre l`ala sinistra fu colta dal fuoco di mortai e mitragliatrici e il controattacco tedesco li respinse fin quasi a Cerami.
Di un intero battaglione ne rimasero circa 300 e un ufficiale della 1 divisione riferì subito della reale consistenza tedesca e di come fossero finiti in bocca al nemico.
Quindi Allen ordinò ad un altro regimento di effettuare un azione a tenaglia da sud e nord, ma subito ci ripensò e annullo l`ordine spingendo il 39° ad un altro tentaivo di attacco su Troina.
Il nuovo comandante del regimento era H. A. Flint, il legendario colonnello che Patton aveva definito il più coragioso della 7° armata.
Nudo fino alla cintola e con la sua bandana nera al collo incitava gli uomini da uno spuntone di roccia.
Dopo circa un ora fu avvertito da un comandante di artiglieria che metà* dei suoi vecchi obici avevano il sistema di rinculo fuori uso, quindi la sua potenza di fuoco si era dimezzata.
Ma lui non si scompose e disse di non preoccuparsi e di sparare a velocità* doppia!
E Rosevelt che in quel momento si trovava con Flint non era dameno, infatti quando gli fu comunicato che era stata raggiunta la cifra di 1 milione di dollari di munizioni, replicò di spenderne un altro milione.
Ma neanche quella spavalderia ribaltò le cose, quindi Flint capì che si doveva attaccare con tutte le forze in campo, quindi da subito ordinò al 26° di aggirare da nord, il 18° da sud, mentre il 16° doveva dare supporto allo stremato 39°.
Flint comunicò a Bradley che Troina era un osso duro e che la 9° divisione sarebbe stata buttata nella mischia in un zona difficile.
Le truppe arrancavano conquistando e perdendo immediatamente i crinali.
Questo perché i tedeschi si erano trincerati e avevano mimetizzato le batterie benissimo, e avevano cariche a bassa emissione di fumo e neanche i ricognitori Cub riuscirono ad individuarle.
L`artiglieria non riuscì a dare il giusto supporto e inoltre si deve registrare in quei giorni anche l`attacco alle posizioni d`artiglieria americane anche da parte degli aerei della Luftwaffe, cosa molto rara ormai.
Il 3 agosto Allen ordinò un nuovo attacco da sud ma la mattina il 16° fu investito da il fuoco delle artiglerie e immediatamente fu travolto dal contrattacco tedesco, sia con panzer che con fanteria.
Solo il supporto delle batterie di C. Andrus evito l`annientamento del 16°.
Ormai tedeschi e americani si erano mescolati e quindi le batterie si fermarono nel timore di colpire i compagni, mentre i fucilieri nelle gole prima di sparare gridavano la parola d`ordine "Cioccolato" sperando di sentire la controparola "Bon Bon".
Al nord la situazione non era migliore, il 26° si trovava nei ripidi pendii di quota 1035 e si combatteva a colpi di bombe a mano, pistole e all`arma bianca.
Ma il nemico più temibile erano le numerose mine che erano state disseminate sul loro cammino, e si dovette aspettare la notte per curare i feriti.
Le sterpaglie in fiamme e i corpi in decomposizione rendevano la situazione ancora più difficoltosa, il 16° chiese subito delle munizioni, che arrivarono solo via mulo, mentre tutti i pacchi lanciati con gli aerei finirono in mano nemica.
Gli americani masticavano paglia per placare la fame e si sollevarono un po` il 4 agosto quando incominciò un bombardamento aereo, ma anche in questo caso molte truppe furono colpite dal fuoco amico, e qui Don Whithead racconta come un ufficiale i cui uomini asseragliati su una gola furono interessati dal lancio di bombe, ordinò di stendere le magliette sul crinale, convinto che i piloti li avrebbero riconosciuti......e Whitehead aggiunge si dall`etichette!
E quel bombardamento aereo ridusse la città* ad un cumulo di macerie e distruzione.
Al tramonto di Giovedi le compagnie della 1° divisione si erano ridotte a circa 60/70 uomini, un terzo degli effettivi, e la 1° compagnia del 26° aveva solo 17 uomini ancora in grado di combattere.
Mentre il comandante della compagnia F, che si trovava a 1,5 km da Troina, chiedeva per radio di sparare a 50 m dalla sua buca.
La cittadina nel frattempo agli occhi dei binocoli sembrava disintegrarsi, si alzavano lunghe colonne di fumo nero e il cielo divenne nero.
Allen stanco ormai di Troina programmò per la mattina del 6 un accerchiamento che doveva liberare la città* dagli ultimi tedeschi.
Ma quando le prime pattuglie entrarono di soppiatto tra le rovine videro che il nemico si era dileguato per evitare l`accerchiamento.
La 15° panzer in una settimana di combattimenti aveva perso 1600 uomini, mentre il 1° battaglione del 5° Aosta era rimasto con solo 170 uomini.
E Morrison registra come il 15° insieme ai fanti dell`Aosta avesse sferrato non meno di 24 controattacchi e i loro gruppi tattici coperti dalle artiglierie dell`Aosta e dell`Assietta resistettero 5 giorni alla pressione di 4 regimenti di fanteria americani, appoggiati dalle bocche di 15 battaglioni di artiglieria e 5 battaglioni di semoventi, più i bombardamneti aerei, che trasformarono la valle in un inferno.
Mentre i tedeschi a gran velocità* si ritirarono lungo la SS120, lasciando le loro impronte sulla strada, in direzione Cesarò-Randazzo, Kesserling autorizzò anche la Goring di ritirarsi da Catania.
La linea Etna fu abbandonata e furono predisposti solo dei bastioni difensivi lungo la penisola Messinese, in modo da permettere l`evacuazione dell`isola.
Alle 22 una pattuglia americana annucio " Città* sgombra dai nemici", pattuglia che era stata avvertita dai troinesi per evitare che le batterie continuassero a colpirli, ma di città* Troina ormai aveva ben poco, era un cumulo di macerie e d`orrore, i morti americani e tedeschi giacevano fianco a fianco e il loro stato obbligava solo a bruciarli. Anche la popolazione era stremata e si sentivano solo lamenti e pianti.
E un soldato che strappo la cintura a un tedesco, leggendo Gott mit Uns, esclamò che Dio aveva cambiato fronte.
Per le strade e dentro la torre medievale si contavano circa 150 morti, e una bomba inesplosa bloccava la navata di una chiesa, cosa che fece esclamare a un americano al miracolo.
Dentro il municipio si trovavano i feriti civili e tra le macerie fu trovato un neonato vivo aggrappato alla madre morta.
Whitehead aprì la porta della cripta della cattedrele e scorse centinaia di sfollati in condizioni terribili, ma il peggio era passato.
Troina è stata la battaglia più dura che gli americani avevano combattuto dalla prima guerra mondiale, e rimarrà* una delle più pesanti di tutta la 2° guerra mondiale.
La 1° divisione aveva avuto più di 500 morti e molti altri ne aveva avuti il 39°.
Medaglia d`oro al Merito Civile alla Città* di Troina
In data 28 marzo 2007 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, visto il
parere della Commissione Onorificenze del Ministero dell`Interno, ha conferito alla
città* di Troina (EN) la Medaglia d`oro al Merito Civile con la seguente motivazione:
Avamposto di notevole importanza strategica sulla "linea dell'Etna", occupato
dalle forze dell'Asse al fine di arrestare l'avanzata delle truppe anglo-americane
verso il continente, si trovò al centro di violenti combattimenti, subendo atroci
rappresaglie e rastrellamenti da parte dei soldati tedeschi e devastanti
bombardamenti alleati che provocarono centinaia di vittime civili e la totale
distruzione dell'abitato. La popolazione, costretta a trovare rifugio, tra stenti e
sofferenze, nella campagna vicina e in alloggi di fortuna, si rendeva protagonista
di eroici slanci di umana solidarietà* verso quanti avevano bisogno di aiuto e si
prodigava, col ritorno alla pace, nella difficile opera di ricostruzione morale e
materiale del paese.
Luglio-agosto 1943/Troina (EN)
Elenco delle vittime civili
N° COGNOME E NOME DATA DECESSO LOCALITA` ETA'
1 ALBERTI LUIGI 04/08/1943 VIA RELIQUIA DI SAN SILVESTRO N° 36 52
2 AMATA SILVESTRO 01/08/1943 VIA SAN SILVESTRO 43
3 ARTALE SILVESTRA 06/08/1943 C.DA SOTTO BADIA 67
4 ARTIMAGNELLA CONCETTA 03/07/1943 C.DA BRIGNOLO 27
6 BALLATO FRANCESCO 13/07/1943 C.DA SERRO CROCE 20
7 BARBIROTTO ANGELO 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 30
8 BARBIROTTO GIUSEPPE 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 3
9 BENTIVEGNA GAETANA 04/08/1943 VIA SAN SEBASTIANO N° 25 83
10 BENTIVEGNA GIUSEPPA 03/08/1943 C.DA PURRAZZO 67
11 BENTIVEGNA LUIGI 02/08/1943 C.DA CAMATRONE 78
12 BOTTITTA GIUSEPPE 06/08/1943 C.DA SANT'ANTONIO 33
13 CALABRESE FRANCESCO 25/07/1943 C.DA ARCIRU' 74
14 CALABRESE MICHELE 16/11/1943 TROINA
15 CALABRESE SILVESTRA 04/08/1943 C.DA CUGNO 52
16 CAMMARATA CARMELA 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 38
17 CAMPIONE ANGELO 21/07/1943 OSPEDALE CIVICO 64
18 CANTALE ROSARIO 01/08/1943 C.DA ARCIRU' 40
19 CARMECI ANGELA 02/08/1943 VIA SPIRITO SANTO 80
20 CATANIA SALVATORE 10/08/1943 C.DA MARCHELLI' 80
21 CENTAMORE LUIGI 04/08/1943 C.DA CUGNO 7
22 CENTAMORE SALVATORE FRA.SCO 10/08/1943 C.DA MUTO 11
23 CENTAMORE SALVATORE 04/08/1943 C.DA ARCIRU' 18
24 CHIAVETTA SALVATORE 01/08/1943 C.DA ANCIPA 8
25 CITTADINO SALVATORE 19/11/1943 TROINA 36
26 COMPAGNONE ROSA 04/08/1943 C.DA CUGNO 63
27 CONTI FRAN. SALVATORE 04/08/1943 C.DA MANNIA 19
28 DI COSTA ANTONINO 02/08/1943 C.DA CAMATRONE 41
29 DI COSTA LUIGI 04/08/1943 C.DA CAMATRONE 67
30 DI COSTA LUIGI 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 10
31 DI COSTA MARIA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 13
32 DI COSTA MARIA 24/08/1943 C.DA RUGNA 13
33 DI COSTA SILVESTRA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 1
34 DI COSTA VITO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 5
35 DI FAZIO PLACIDO 05/08/1943 VIA SAN PANTHEON 75
36 DI FINI GRAZIA 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 29
37 DI FINI MARIA 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 65
38 DI FINI ROSA 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 33
39 DI MARCO ANGELO 04/08/1943 VIA SAN PANTHEON N° 26 46
40 DI PAOLA ROSA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 74
41 FIORE ANTONIO PIO DONORO ROCCO 04/08/1943 VIA RELIQUIA DI SAN SILVESTRO 36
42 FIORE BASILIO 04/08/1943 VIA RELIQUIA DI SAN SILVESTRO 80
43 FISICARO GAETANO 04/08/1943 C.DA PURRAZZO 68
44 FRICANO ANGELA 30/07/1943 C.DA IMBIANCATO 13
45 FURIA SALVATORE 05/08/1943 C.DA PIANA 45
46 GAGLIANO SALVATORE 28/09/1943 C.DA MENTA 38
47 GAROFALO GAETANO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 7
48 GAROFALO SILVESTRA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 1
49 IMPELLIZZERI SILVESTRO 14/08/1943 C.DA MENTA 37
50 LA MOTTA SANTO 19/07/1943 C.DA SAN PAOLO 25
51 LEANZA SALVATORE 22/07/1943 TROINA 45
52 L'EPISCOPO MARIA 05/08/1943 C.DA ANCIPA 25
53 LICCARDI GIUSEPPE 12/09/1943 C.DA SOTTO BADIA
54 LO PRESTI FRANCESCA 05/08/1943 C.DA ANCIPA 48
55 MACCARRONE GIOVANNI 05/08/1943 C.DA MUTO 59
56 MACCARRONE SALVATORE 14/09/1943 C.DA MUTO
57 MALAPONTI CARMELO 04/08/1943 VIA RELIQUIA DI SAN SILVESTRO 36
58 MALAPONTI SALVATORE 04/08/1943 VIA RELIQUIA DI SAN SILVESTRO 2
59 MESSINA GIUSEPPE 29/11/1943 TROINA 1
60 MESSINA MARIA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 41
61 MIANO CONCETTA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 28
62 MIANO SILVESTRO 03/08/1943 C.DA CORVO 49
63 MIANO VITO 04/09/1943 OSPEDALE CIVICO
64 MILITELLO ANGELA 08/08/1943 VIA SOTERA N° 4 13
65 MILITELLO FRANCESCO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 59
66 MILITELLO MARIA ROCCA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 8
67 MILITELLO SILVESTRA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 45
68 MILITELLO SILVESTRA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 57
69 MIRAGLIA LUIGI 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 35
70 PAGANA ANGELA 01/08/1943 C.DA CAUCIRI' 33
71 PETTINATO GAETANO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 51
72 PETTINATO GIUSEPPE 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 10
73 PETTINATO SILVESTRO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 45
74 PETTINATO SILVESTRO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 1
75 PLUMARI ANGELA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 64
76 PLUMARI FRANCESCO 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 36
77 PLUMARI GIOACCHINO 03/08/1943 C.DA CAUCIRI' 46
78 PLUMARI PAOLO 06/12/1943 TROINA 15
79 PLUMARI PAOLO 02/08/1943 C.DA CAMATRONE 74
80 RANDELLI ANGELO 24/08/1943 C.DA SACRAMENTO 14
81 RANDELLI PERDINCA ANGELO 20/08/1943 OSPEDALE CIVICO 75
83 RINALDI PIETRO 13/07/1943 C.DA SERRO CROCE 44
84 ROMANO SALVATORE 01/081943 C.DA PIANO FOSSI 57
85 ROMANO SANTA 30/07/1943 C.DA IMBIANCATO 4
86 ROTELLA ANGELA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 29
87 RUBERTO SILVESTRA 30/07/1943 C.DA BRIGNOLO 1
88 RUBERTO ANGELA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 29
89 RUBERTO ANTONINO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 11
90 RUBERTO CONCETTA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 27
91 RUBERTO SALVATORE 22/07/1943 TROINA 40
92 RUBERTO SILVESTRA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 8
93 RUSSO MARIA 05/08/1943 VIA ANGELICA N° 9 30
94 SCHILLACI GIUSEPPE 03/08/1943 C.DA ANCIPA 56
95 SIGNORE ELISABETTA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 12
96 SIGNORE GAETANA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 10
97 SIGNORE GAETANO 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 6
98 SIGNORE GIUSEPPE 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 2
99 SIGNORE ROSA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 72
100 TRECCARICHI PIETRO 05/08/1943 VIA NAZIONALE N° 20 76
101 TROVATO ANTONINO 06/09/1943 VIA SQUILLACI N° 3
102 TROVATO BIAGIO 12/08/1943 C.DA ANCIPA 14
103 TROVATO GIOVANNI 12/08/1943 C.DA ANCIPA 11
104 TROVATO GIUSEPPE 09/08/1943 C.SO VITTORIO EMANUELE
105 TROVATO LO PRESTI GIUSEPPE 11/08/1943 C.DA PAINO FOSSI 7
106 TROVATO MENZA CARMELA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 32
107 TROVATO MENZA DOMENICA 04/08/1943 VIA SOTERA N° 4 44
108 TROVATO SILVESTRO 04/08/1943 VIA SAN MATTEO N° 7 70
109 ZINGALE LUIGI 21/07/1943 OSPEDALE CIVICO 16
110 ZITELLI CONCETTA 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 2
111 ZITELLI DOMENICO 28/08/1943 C.DA FICARAZZI 9
112 ZITELLI GAETANA 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 4
113 ZITELLI GIUSEPPE 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 10
114 ZITELLI LUIGI 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 7
115 ZITELLI MARIA 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 15
116 ZITELLI PIETRA 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 13
117 ZITELLI SALVATORE 04/08/1943 VIA ZITELLI N° 17 44
ciao marco ciao a tutti.
bene marco vedo che vuoi proseguire con troina.
ebbene ho quello che fa' per te.
carte e disposizioni dell'epoca.
ed in piu conosco il passo sui nebrodi e come ben sai l'ho visitato centinaia di volte da solo o in compagnia del mio amico testa matta durante i raduni e non di fuoristrada.
spero che a tutti i forumisti faccia piacere che si continui in direzione troina senza escludere l'inizio .
quali sarebbero state le rappresaglie tedesche a Troina?? Molti comuni siciliani furono rasi al suolo dai bombardieri alleati o cannoneggiati dalle flotte alleate e nient'altro.
Tronia (rotabile 120) che era il perno della linea San Fratello o Hube, fu solo uno dei tanti luoghi di battaglia in cui parteciparono attivamente gli Italiani (al contrario di quanto la propaganda filoalleata ha fatto credere), che spesso salvarono il posteriore ai tedeschi. A Troina si distinse il Ten. Col Gianquinto col suo I° Btg. del 5° Rgt Aosta,il Ten Col. fu decorato con croce di ferro. Insieme ai fanti italiani operarono anche alcuni reparti di artiglieria della Div Assietta. I tedeschi e gli Italiani fecero ben 24 contrattacchi.
Ma ci sono anche tante altre importanti battaglie combattute prima di Troina ( che cito nel mio libro) in cui combatterono gli Italiani, come Primosole ( II°Btg Arditi del Magg. Marcianò), Piana di Catania e zone costiere (difesa porto E e 213^ Div Cost.), Nissoria (gruppi tattici Coco e Mastrangeli della Div Livorno), Agira (II° Btg/34°Rgt fant. Livorno che ebbe 200 perdite), Nicosia (I° Btg /6° Rgt fant Aosta del Cap. Rezoagli) qusti ultimi tre luoghi dislocati al centro della linea Santo Stefano sula rotabile 120, anche Centuripe fu luogo di aspra battaglia anche se mi risulta che vi combatterono solo i Tedeschi.
Ciao Festung, aiutami a capire il tuo intervento, perchè voglio evitare polemiche, in primis per il bene del topic (visto che diversi utenti vi partecipano e ci tengono). Ma principalmente perché c'è un progetto di WW, di assemblare il tutto per pubblicarlo sulla nostra homepage, quindi tutti gli studiosi di Husky, sono invitati a partecipare alla discussione, in maniera costruttiva.
comunque visto che ci ho perso dei giorni a scivere il tutto, voglio evitare che sterili discussioni offuscano il mio lavoro, che preciso è incompleto(ma in questa fase avevo ritenuto di non approfondire più di quello che ho fatto, e inoltre non ho avuto il tempo di tradurre una pubblicazione in inglese, che avrebbe arricchito di molti dettagli, come il nome delle quote conquistate, ma visto sempre l`idea del progetto, al tempo debito, e magari con le vostre integrazioni, completero il tutto).
Inoltre penso, visto che tutti noi abbiamo diverse pubblicazioni e visto che in base alla nazionalità* di chi ha scritto il libro, si tende a mettere in risalto le vicende in modo diverso, tutti sono invitati a integrare e completare quello che viene postato.
Ormai è assodato che la partecipazione italiana è stata messa in cattiva luce, non piangiamoci su, lunica cosa che ci resta da fare è solo quella di parlarne in maniera costruttiva, postando tutte le vicende che nel bene e nel male hanno interessato le nostre forze armate nell'estate del 43 in Sicilia.
Tornando al tuo intervento, fai una polemica sulle rappresaglie tedesche e i bombardamenti alleati, non mi sembra questo il luogo e il modo, perché sono quelle cose che qui hanno innescato sempre discussioni, e penso comunque non sia corretto.
Nel mio elaborato, che evidentemente non hai letto, non parlo di rappresaglie tedesche ma tu hai solo letto la citazione al merito, e ti ricordo che è la citazione ufficiale del presidente Napolitano nel conferire la medaglia alla città* di Troina.
Che io ho semplicemnte riportato e non commentato.
Citazione che nasce dalla relazione che il comitato storico ha presentato alla commissione onoreficenze, che trovi in rete, da dove io ho preso la lista delle vittime, e proprio perchè mi aspettavo qualche discussione ho evitato di inserire (e ora dico a ragione) ,perchè erano riportate queste rappresaglie,(che poi sono un tedesco che spara alle spalle a un civile, e i tedeschi che sotto la minaccia delle armi si fanno consegnare diversi animali da un pastore, ma viene riportato anche l'episodio dell'americano che uccide 2 prigionieri tedeschi e costringe un fascista a soccorrere un terzo tedesco) e come si sa sono di quegli episodi che possono accompagnare l`atrocità* della guerra ma spesso difficilmente dimostrabili.
E sempre perché non hai letto, il tuo intervento diventa superfluo, perché ho riportato il primo stupro sistematico(o tentativo visto la ribellione che ne è scaturita) avvenuto a Capizzi da parte dei marocchini, del gruppo di spedizione francese in Italia
Se leggi io ho riportato sia la Livorno, che l`Aosta, che l`Assietta, specificando che i tedeschi si servirono delle loro artiglierie e come i gruppi tattici sia tedeschi che italiani abbiano compiuto almeno 24 controattacchi in 5 giorni(ma questa è una memoria storica americana, quindi almeno una volta il merito viene riconosciuto).
Non puoi negare che Troina sia stata una battaglia pesante o importante, ripeto ancora oggi vengono fatti sopralluoghi per studiare le strategie della battaglia, che da parte americana hanno registrato più di qualche lacuna.
E sono gli americani che hanno definito Troina una battaglia importante e una delle più dure.
Comunque non è questo il problema.
Forse non hai colto il senso del Topic che è quello di raccontare, analizzare e criticare l`operazione Husky a 360°, ma chiaramente come si fa in un forum in maniera molto libera, e senza una cronologia rigida.
A me mi andava di raccontare Troina e lo ho fatto, pensa che ora stavo studiando, e pensavo di postare la parte finale della battaglia di Primosole, perché c`è una piccola battaglia poco raccontata, di solo 24 h, tra inglesi e tedeschi.
Certo che ancora ci sono molte battaglie da raccontare, non hai citato Sferro, dopo Troina c`è la rottura della linea di San Fratello, con lo sbarco di Brolo, il lavoro è ancora lungo.
E il problema che si è venuto a creare nell`opera di assemblamento, è proprio questo, cioè che ancora non sono stati trattati tutti gli eventi, rispettando la cronologia siamo ancora alle prime fasi dell`Operazione.
Quindi, visto che hai sicuramente già* trattato, per i tuoi lavori, molti degli eventi che mancano, sarebbe bello, ed apprezzato una tua particepazione al topic, come hai fatto in maniera eccellente integrando i fatti della colonna Ronco(già* so che Totino, tempo permettendo, voleva scrivere in merito alla battaglia di Sferro.)
Ripeto la mia vuole essere solo una precisazione al tuo intervento, perchè diventa superfluo(perché critichi in maniera aleatoria un fatto di un documento ufficiale, e integri con cose che io ho riportato, facendo credere che io abbia scritto solo in merito ai tedeschi).
La critica ci deve essere, ma costruttiva e basata su cose fondate, per esempio avrei gradito(e penso anche il forum)un tuo intervento sulla motivazione alla croce di ferro del Col Giaqinto, o su tutto quello che ti andava di integrare.
Se ho travisato il tuo intervento mi scuso e allora prendete la mia risposta come stimolo a integrare in maniera più fattiva il bellissimo topic.
guarda che nn ho fatto nessuna polemica e tantomeno le mie sono cose sterili dato che ti ho fornito nomi e numeri, ho solo integrato alcune cose che mancavano e ritenevo doveroso scrivere per verità* storica, dato che anche tu avevi omesso la partecipazione italiana a tutte le battaglie di Sicilia, molte delle quali furono ben più pesanti e sanguinose di Troina ( se ci fai caso sulla mappa che hai postato nn c'e traccia delle truppe italiane, ma solo tedesche), che come detto è più conosciuta delle altre solo perchè era il perno della linea San Fratello , ubicata sulla rotabile 120, che permetteva di aggirare l'etna stellung ed arrivare praticamente a Messina. Circa le onorificenze di napolitano, beh come sempre siamo di fronte al solito colpo alla botte e colpo al cerchio tipicamente italiano, poi perchè medaglia d'argento e non d'oro boh?? forse perchè non fu un luogo di lotta partigiana? Questi ragionamenti a me vengono spontanei e comunque nn mi interessa più di tanto. Ritengo che sei vuoi fare un ricostruzione storica seria è necessario dire tutto ,prendendo spunto anche da fonti italiane, e nn solo inglesi o americane, spesso viziate dalla convenienza di mettere in cattiva luce il nemico.Anche i bombardamenti sono da considerare battaglia. Randazzo che tatticamente fu l'erede di Troina, venne bombardata già* dal 13 luglio , incendiata il 16 ed il 6 7 ed 8 agosto rasa al suolo da 745 bombardieri che effetturaono ben 24 incursioni, eppure questa cittadina non è decorata e tantomeno troverai queste notizie nelle cronache americane, solo una lapide che quasi quasi da la colpa dei bombardamenti alleati ai tedeschi.Circa le stragi, le prime in Sicilia furono per mano americana. I tabor marocchini di Capizzi erano aggregati ai reparti inglesi,e violentarono uomini donne ed anche il prete, e poi furono fatti fuori dagli stessi abitanti del paese a colpi di forcone e coltello.
Ti consiglio il testo dell'allora tenente Salvatore lauritano, del 1948 e quello del 1947 di Dante Ugo Leonardi, comandante del 34° reggimento fanteria delle divisione Livorno
Ben vengano le integrazioni, ma permettimi di dire che tu non hai integrato. L'unica cosa che hai aggiunto è del Col. Giaquinto. sulle onoreficenze che colpa ne ho io?sentenziando anche sull'argento e sul fatto dei partigiani è polemica.
io non ho commentato ne i bombardamenti ne le rappresaglie? perchè ci torni sempre?
Io ho negato la partecipazione italiana a tutte le battaglie Siciliane [137 [137 [137
io volevo parlare di Troina e basta.
Ti prego posta tutto quello che hai inedito e racconta tutte le battaglie che vuoi e come lo vuoi tu, riceverai solo il plauso di tutti, e principalmente da me. questo topic serve a questo.
chiuso
[22050002
Questo topic, grazie all'apporto di tutti voi, lo avete fatto grande [264 e desidero (come me altri) che resti tale.
ti ripeto che io ho solo messo i reparti Italiani che hanno partecipato alle battaglie oltre quella di Troina ( di cui ho aggiunto dei particolari), cosa che tu non avevi scritto, non vedo cosa ci sia di male. I bombardamenti sono parte integrante di una battaglia, e come tali vanno considerati sempre, dato che spesso hanno provocato morti e feriti in numero più alto rispetto a quelli degli scontri terrestri. Circa i riconoscimenti postumi dei politici ,specialmente dopo ben 70 anni dai fatti, ho espresso la mia legittima opinione ed i miei dubbi,se questo ti sembra strano non so che farci
Quoto [264Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Ciao a tutti, intanto ne approfitto per salutare il mio amico Gio iscrittosi da poco e mi complimento con Marcocougar per aver riaperto il topic con la battaglia di Troina perché da il là* a tutte le altre battaglie molto dure che ci furono in quei giorni nei paesini li intorno.
Sulle truppe marocchine sbarcate a Licata al seguito dell`VIII Armata come partecipazione francese a questa campagna, è innegabile che il loro apporto fù come minimo misero per il loro ignobile comportamento nei confronti della popolazione civile(stupri, ruberie), tanto è vero che se da un lato gli americani non si preoccuparono di questo loro atteggiamento dall`altro lasciarono campo libero ai siciliani nel farsi giustizia da sé a difesa delle donne, sbudell... evirandoli e finendoli in pasto ai maiali, al punto che quasi tutte le perdite avute dai reparti marocchini in Sicilia furono causate dalla reazione della popolazione civile. Il comando alleato le ritirò solo quando si rese conto che non poteva riceverne un serio apporto. Purtroppo ritornarono in Italia alcuni mesi dopo.
Tra le altre battaglie dure aggiungerei quelle di Naro, Agrigento e su di li, in cui anche i bersaglieri scrissero davvero pagine di storia.
Sulla dura battaglia seppur breve di Centuripe, per quel che so c'è da dire che nei giorni in cui si combatteva per la conquista di Regalbuto si combatteva nella valle Vaccaro-Rosamarina. Su Centuripe arroccata su un monte, accerchiato a settentrione dalle truppe alleate provenienti da Regalbuto (definita la piccola Stalingrado), ed a sud est da quelle che giungevano dalla vicina Catenanuova (caduta il 31 luglio prima di Regalbuto), ecco cosa scrisse Buckley :
" Piazzata alla sommità* di una montagna rocciosa, congiunta alla pianura catanese da una sola strada tortuosa...la sua situazione appariva sempre più formidabile quanto più le Forze Alleate si avvicinavano ad essa. La fanteria inglese erasi accampata sugli scoscesi fianchi del colle, in maniera che alle prime luci del lunedì aveva potuto impegnare i fucilieri tedeschi, i quali tiravano financo dalle finestre della case. Questo combattimento durò 24 ore, dopo il quale un battaglione inglese di forze fresche attaccò la città* in forze, e il successo della sorpresa fu aiutato dal fatto che i plotoni poterono rimanere per lungo tempo coperti al nemico dai numerosi fichi d`india della zona. Il 3 agosto Centurie cadeva in mano di reparti dell`VIII Armata......Preliminare dell`attacco a Centurie fu la conquista del fiume Dittaino, difeso strenuamente dall`artiglieria tedesca, che rimaneva distrutta. Se essa avesse avuto il tempo di fortificare Centurie e stabilirvisi, come più tardi fece a Cassino, la campagna di Sicilia sarebbe stata più lunga e le perdite alleate assai più sensibili..."
Ci provo a far visualizzare la zona e ad individuare la valle Vaccaro- Rosamarino aiutandomi con le carte IGM.