Che dire Kleiner , una graditissima e completa fotografia dei fatti. La leggerò con pazienza e calma, grazie!
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Che dire Kleiner , una graditissima e completa fotografia dei fatti. La leggerò con pazienza e calma, grazie!
E non è finita...
Comunque, per dare un immagine più reale della situazione, immaginate che tutto questo accadeva su un terreno ristretto, aspro, pietroso e scosceso come il Carso dell'epoca.
Migliaia di uomini uscivano contemporaneamente dalle trincee, spesso semplici fossetti scavati a fatica nella roccia con fragili muretti di pietra e sacchi ripieni di sassi come protezione, e cercavano di avanzare, procedendo quasi spalla a spalla sotto una pioggia di granate, proprie e avversarie, verso una serie di trincee davanti a loro, trincee semidistrutte dal fuoco preparatorio dell'artiglieria, ma ancora protette da grumi di filo spinato, spezzato e aggrovigliato in matasse inestricabili.
Mitragliatrici invisibili sparavano in continuazione contro la massa avanzante, bombe a mano esplodevano tra gli uomini che, disperatamente, cercavano di raggiungere il loro obiettivo.
E una volta raggiunta la prima fila di trincee, davanti a loro trovavano un'altra trincea poco lontana.
E la danza tragica riprendeva, se erano sopravvissuti degli ufficiali per guidare il nuovo attacco.
Tutto questo spesso senza munizioni, senza acqua e senza cibo per l'impossibilità dei rifornimenti e delle truppe di rincalzo di raggiungere i reparti avanzanti a causa del fuoco di controbatteria austro-ungarico.
Appena possibile poi scattava il contrattacco austro-ungarico, le parti si invertivano ma il risultato non cambiava.
Un massacro senza pari, nel caos più completo a causa di un terreno di battaglia avvolto dal fumo delle esplosioni che non davano punti di riferimento ne' agli attaccanti ne' ai difensori. Essere colpiti dal fuoco amico era quasi normale.
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da cancellare, fuori ordine
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