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Li trovo interessanti questi documenti. Nelle fotografie dove si trovava? è tuo nonno, esatto?
Tutte ottime integrazioni :P
si è mio nonno, mi pare che si trovasse al parco della favorita a Palermo, in cui facevano gare di equitazione militare, l'anno non lo so, ma credo che la guerra fosse già* scoppiata
I militari ritratti indossano l'uniforme mod.40, dunque le fotografie sono certamente successive allo scoppio della guerra.Citazione:
Originariamente Scritto da FestungMessina
Riguardo Palermo è possibile ma poco probabile: per tutta la durata della guerra la divisione non fu mai schierata nel settore occidentale. A meno che tuo nonno ed altri suoi colleghi non abbiano partecipato alle gare di equitazione individualmente..
Un caro saluto, [249
nelle foto era già* capitano, quindi nel 42 .Alle gare ovviamente partecipava chi voleva. Se non ricordo male queste competizioni le chiamavano gare di Corpo D'Armata. Però mio nonno durante il servizio di leva nel 32 era stato a Novara e Lucca,, dovre credo vi fossero dei reparti e scuole di cavalleria, poi nel 35 nel 52° Rgt Art Peloritana, nel 36 nella batteria di accompagnamento da 65/17 del 146° rgt di fant, che faceva esercitazioni alla Plaia di Catania,nel 42 si addestrava a Poggio Zotte ( che forse è in Toscana) con un gruppo da 100/17, è andato anche in Germania per aggiornamenti vari
Ciao, ovviamente a queste competizioni partecipava chi voleva dietro autorizzazione del comando e non portandosi dietro tutta la batteria.. [249 Scherzi a parte se le stesse erano organizzate dal CA lo stesso non doveva a rigor di logica essere il XII di Palermo..Citazione:
Originariamente Scritto da FestungMessina
Riguardo la località* che citi non ho idea se possa essere in Toscana, mi dispiace..
su Google poggio Zotte mi risulta nei pressi di firenze, ho n paio di foto delle esercitazioni
Integro il topic sperando di non scrivere caxxate, ma in ogni caso qualsiasi interazione e correzione è bene accetta.
Parte prima
Le operazioni di sbarco degli americani a Licata iniziarono alle 02,45 di sabato 10 Luglio. Il principale obbiettivo consisteva nella cattura del porto I mezzi da sbarco che si avvicinavano alle 4 spiagge furono appoggiati dal fuoco navale e protetti da fitte cortine di fumo cosparse lungo la costa dai caccia Edison e Bristol. Fu utilizzato anche un Piper Cub con cui si fornirono le coordinate di tiro alle artiglierie navali. La colonna Joss, destinata al settore di Licata, costituita dal 3° battaglione Rangers, dalla 3° divisione del Generale Truscott e da unità* della 2° divisione di armata doveva attaccare e prendere le spiagge di Licata con due gruppi di invasione, da due diverse direzioni, uno ad un paio di chilometri dalla foce del Salso e l`altro nei pressi di Falconara. La colonna si divise in 4 contingenti d`attacco per gli sbarchi negli altrettanto settori individuati. Le operazioni di sbarco furono supportate dal potente fuoco di artiglieria navale contro cui fu inutile il fuoco opposto dalle batterie costiere italiane di limitata gittata, che furono colpite una per una. A contrapporsi a questa potente forza nemica c`erano i fanti e gli artiglieri del 139° regg costiero della 207° divisione. Poco prima che le navi vomitassero il fuoco nemico un ufficiale POA addetto al posto di osservazione e allarme nel comunicare la presenza di tutte quelle navi davanti alla costa, impressionato da quella visione, richiese l`intervento dell`aeronautica, perché a suo giudizio le navi erano talmente tante che bastava solamente bombardare dall`alto per prenderne qualcuna. Ma non appena gli fu ordinato di rimanere sul posto, per tutta risposta richiamando il comando disse che se non c`erano gli aerei non c`era neanche lui. Radunò gli uomini che dopo aver distrutto gli impianti si ritirarono sotto il fuoco nemico. Le altre postazioni rimasero sul posto.
Nella spiaggia rossa,settore 73 che era quella di Torre di Gaffe, cioè la più ad ovest, a circa 5 miglia dalla città*, i mezzi da sbarco del gruppo d`attacco ‘Gaffi` con il supporto del fuoco navale d`appoggio dei cacciatorpediniere Roe e Swanson e con la protezione delle cortine di fumo cosparse dai caccia Edison e Bristol, poco prima delle 04,00 si mossero staccandosi da quella enorme massa scura di navi zigzagando sul mare, e giungendo a riva la prima ondata pochi minuti dopo. Tra le 4,35 e le 5,00 sbarcò il II° btg del 7° reggimento di fanteria del Col. Harry B. Shermann che incappò sotto l`intenso fuoco degli uomini del 139° regg. della 207° divisione costiera.
Appena giunti gli americani furono messi a dura prova dal fuoco dei pochi soldati mitraglieri ancora in zona ed anche da coloro che si difesero attaccandoli con le bombe a mano ed anche, con colpi di artiglieria sparati dalle batterie posizionate sulle colline subendo molte perdite, ma il formidabile fuoco di artiglieria navale consentì agli uomini appena sbarcati di correre verso le postazioni italiane più a riva utilizzando anche i lanciafiamme nell`assalto alle casematte all`interno delle feritoie. Subito dopo l`artiglieria navale allungò il tiro sulle postazioni più arretrate in contemporanea al fuoco tracciante delle mitragliatrici dei mezzi da sbarco e dalle salve di razzi dirette contro i reparti più nascosti. e pochi minuti dopo un attacco aereo tedesco fu contrastato dal fuoco navale. Alle 04,45 il Capo di S.M della 207° Divisione costiera informò dello sbarco e dei combattimenti in corso. La lotta fu dura al punto che intorno alle 06,45 il comandante richiese di nuovo la sospensione degli sbarchi per le non poche perdite americane subite.
L`artiglieria italiana fu controbattuta da quella navale e dai pezzi di tre battaglioni di artiglieria da campagna giunti a riva, ma nonostante ciò il volume di fuoco italiano rimase fitto, al punto da richiedere un maggiore fuoco navale vomitato dall`incrociatore Brooklyn e dal caccia Buck su Monte sole con cui fu trebbiata la zona in cui sparavano gli italiani, riducendoli al silenzio intorno alle 7,15. Così intorno alle 08,00 lo sbarco del gruppo ‘Gaffi` avvenne con successo.
[attachment=3:2rre7xl1]SPIAGGE ROSSE.JPG[/attachment:2rre7xl1]
Nelle spiagge di Poliscia e di Mollarella, settori 72-71, spiagge verdi,assegnate al gruppo d`attacco ‘Molla` con il fuoco di protezione dei cacciatorpediniere Edison e Bristol, tra le 03,00 e la 03,40 sbarcarono le due ondate. Alle 03,00 in prima ondata ala Poliscia sbarcò il 3° btg Rangers del ten. Col. H. W. Dummer che costituiva il lato sinistro della tenaglia d`attacco alla città* ( mentre quello destro fu rappresentato dalle truppe provenienti da est di Licata, cioè dalle spiagge gialla e blu) giunti a riva e dopo aver spento le difese italiane, allestirono delle postazioni difensive sul lato occidentale della spiaggia. In seconda ondata dopo una quarantina di minuti, sbarcò il 2° btg del 15° reggimento fanteria del col Brady che incontrò nella zona della mollarella l`eroica resistenza di un tenente italiano. Avanzarono verso Licata e nei pressi del pozzo di Graniglia i Ranger ricevettero la resa del 49° btg.. Alle 07,35 il 2° btg ammainò il tricolore su Castel S. Angelo issando quella americana.
[attachment=2:2rre7xl1]SPIAGGE VERDI.JPG[/attachment:2rre7xl1]
Nella spiaggia di Plaia Montegrande, spiaggia gialla,settore 70 ovest, il gruppo d`attacco ‘Salso` coordinato dal capitano di fregata William O. Floyd, con l`appoggio del fuoco navale dei cacciatorpediniere Wolsey e Buck e dell`incrociatore Brooklyn, sbarcò tra le 03,40 e le 04,45 il 1° ed il 3° btg del 15° gruppo tattico reggimentale del col Johnson con il compito di chiudere la tenaglia d`attacco. Gli italiani non riuscirono a contrastarli. Alle 09,30 attraversarono il fiume Salso dirigendosi su Licata. I cacciatorpediniere Wolsey e Buck continuarono un incessante bombardamento su questa spiaggia.
[attachment=1:2rre7xl1]SPIAGGE GIALLE.JPG[/attachment:2rre7xl1]
Nella spiaggia di Punta due Rocche, spiaggia blu, settore 70 est, nelle vicinanze del castello di Falconara, il gruppo d`attacco ‘Falconara` supportato dal fuoco navale dei cacciatorpediniere Wilkes, Nicholson, ludlow, Birmingam, tra le 03.15 e le 04.22 sbarcò in prima ondata con il 3 btg del 30° gruppo tattico del col Rogers,( con il compito di stabilire un contatto con la Dime Force di Gela e di conquistare il colle Disusino) sulla spiaggia ai lati del castello dei Bordonaro sotto un fitto fuoco italiano di fucili, mitragliatrici e di mortai, i cui capo saldi furono presi alle spalle aggirandoli, mentre altre pattuglie giunsero sulla strada che da Licata portava a Gela.
Alle 04,45 gli incrociatori Brooklyn aprì il fuoco contro le batterie presenti sui fianchi del colle Disusino, mentre il Birmingam cannoneggiò le zone Faino, Poggio Lungo e le colline sopra Falconara. Alle 05,00 il Comando F.F. A.A. di Sicilia informò che Punta due Rocche fù conquistata dal nemico. Alle 07,50 circa in seconda ondata sbarcarono gli uomini dell`OSS(composti da italo americani) comandati da Max Corvo col grado di Maggiore e guidati da terra dal maggiore Frank Toscano ( registrato sui registri dello Stato civile come Toscani) dov`era ad attenderli, e conosciuto dalla popolazione civile come sovrintendente dei lavori di fortificazione su Monte Lungo, mentre secondo altre testimonianze come commerciante di pomodori.
Alle 09,18 le batterie italiane di Falconara e Desusino furono ridotte al silenzio.
[attachment=0:2rre7xl1]Copia di SPIAGGE BLU.JPG[/attachment:2rre7xl1]
Già* ho scritto la 1a caxxata. Nell'ultimo pezzo di Igm postato, la Stazione di S. Oliva non è quella, perchè si trova a nord di Licata. [916 [916
Parte seconda.
[attachment=16:2hp8lwpl]licata vista dal mare.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=15:2hp8lwpl]licata.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=14:2hp8lwpl]porto di licata.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=13:2hp8lwpl]porto di licata 2.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=12:2hp8lwpl]prigionieri italiani al porto di licata in attesa dell'imbarco.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=11:2hp8lwpl]Spiaggia di Mollarella.JPG[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=10:2hp8lwpl]allotta_9.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Alle 05,07 il gruppo tattico di Ravanusa del Console Negroni della 17° Legione cc.nn., composto dalla 259° cmp mitraglieri, da un btg cc.nn. e dal I° gruppo squadroni cavalleria Palermo, fu messo a disposizione del Gen. Ottorino Schreiber su ordine del XII Corpo d`Armata per avvicinare le riserve alle zone di impiego.
[attachment=9:2hp8lwpl]SCHREIBER OTTORINO.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Schreiber ordinò di giungere su Sant`Oliva, a pochi chilometri dal porto di Licata e di mettersi alle dipendenze del comandante del 139° regg. costiero per condurre un contrattacco. Secondo le fonti questo gruppo sembrò dissolversi ripiegando su Caltanissetta per ordine dello stesso Console Negroni e non entrando in contatto col nemico, mentre secondo numerose testimonianze locali la cavalleria fu decimata e lo squadrone Palermo ripiegò disordinatamente su Ravanusa.
Tra le 05,15 e le 06,00 il dragamine Sentinel fu colpito dagli Stukas tedeschi mentre si trovava al largo del settore di sbarco di Mollarella e Poliscia, subendo dieci morti e una cinquantina di feriti.
Tra le 06,00 e le 06,30 il cacciatorpediniere Buck e l`incrociatore Brooklyn aprirono il fuoco su Montesole e Torre di Gaffe.
Alle 06,45 il Capo di S.M. della 207° divisione costiera informò dell`aumentata penetrazione nemica nonostante il contrattacco italiano della compagnia di rincalzo del 419° battaglione, informando anche dello sbarco in corso a sud di Safarello.
[attachment=8:2hp8lwpl]CARTINA IGM.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
Alle 07,45 il Capo di S.M. della 207° divisione costiera informò che gli americani raggiunsero C. Urso, che il capo saldo di C. Sillitti fu circondato, della presenza di 15 navi davanti il porto di Licata, e alle 07,45 chiese ed ottenne l`autorizzazione di far brillare le interruzioni di Vallone Rio Secco per ostacolare la penetrazione verso l`interno.
Alle 07,50 ci fu la prima richiesta di Schreiber a Guzzoni d`intervento dei semoventi da 90/53 del 10° raggruppamento di Canicattì, per metterlo a disposizione della 207° al fine di contrastare l`avanzata dei carri armati nemici verso Case Sillitti e Palma di Montechiaro.
Alle 10.00 gli americani si erano impadroniti delle posizioni italiane e riuscirono anche a respingere un contrattacco italiano portato dal 538° btg costiero, nei pressi della stazione di S. Oliva, dove per ordine del comando del settore di Licata si riunirono tutte le forze li presenti per mandarle al contrattacco contro le numerose forze americane, forti di molti mezzi corazzati. Ne seguì un micidiale fuoco in cui molti italiani caddero sul campo e pochi furono quelli che si salvarono.
Alle 10,00 circa Guzzoni avvisò il Gen. Arisio di far sapere al Gen. Rodt dell`eventuale ordine di spostamento in questa zona della divisione Sizilien.
Tra le 11 e le 11,15 seguirono altre due richieste del Gen. Schreiber di far intervenire i semoventi. Alcuni reparti americani raggiunsero una batteria a nord-ovest del poggio Safarello, mentre altri reparti s`impossessarono del ponte sul fiume Salso uccidendo gli italiani del posto di blocco che si opposero.
[attachment=7:2hp8lwpl]licata ponte sul fiume salso.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
Il treno armato della Regia Marina che sparò dal molo coi suoi quattro cannoni da 120 mm fu messo fuori uso dal Bristol. L`ammiraglio King comandante in capo della flotta statunitense scrisse che a Licata ci fu un momento critico in cui senza l`appoggio delle artiglierie navali così efficienti le truppe da sbarco sarebbero state ricacciate in mare.
[attachment=6:2hp8lwpl]allotta_3[1].JPG[/attachment:2hp8lwpl]
Tra le 09,00 e le 10 gli americani s`impossessarono della strada e della linea ferroviaria Licata- Agrigento, e si diressero anche verso il campo di fortuna. In tal modo con l`avanzata di un btg nemico verso Campobello ed altre forze verso Palma di Montechiaro, la nuova minaccia si spostò verso l`interno. Schreiber inviò da Agrigento a Palma di Montechiaro un plotone della 1° cmp bersaglieri moto mitraglieri, che dopo essersi piazzati con non poche difficoltà ad est di Palma si spostarono nella parte ovest dell`abitato, mentre il Comandante del 10° raggruppamento Col. Bedogni, dopo aver atteso invano notizie di un ufficiale inviato in avanscoperta a Licata, inviò, lungo la strada ingombra di sfollati e di soldati sbandati, 8 semoventi da 90/53 del 161° gruppo presso la stazione di Favarotta.
[attachment=5:2hp8lwpl]moto mitraglieri bersaglieri in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
La minaccia restò anche su Campobello, dove per fronteggiarla, il Comando del XII° C. D`A. mise a disposizione di Schreiber una batteria da 105/28 del XII° gruppo che si trovava a Chiusa Sclafani inviandola ad Aragona, il Comando del 177° regg bersaglieri comandati dal Col. Venturi ed il 526° btg bersaglieri dislocati ad Aragona inviandoli con gli autocarri a Canicattì per affiancare il 161° gruppo semoventi nell`avanzata verso la stazione di Favarotta ( distante in linea d'aria da Campobello poco più di 5 chilometri). A causa del ritardo nell`esecuzione di questi ordini, gli americani giunsero per primi alla stazione di Favarotta, registrandosi intorno alle 16,00 gli scontri tra le loro truppe avanzate e gli italiani . Si decise di piazzarsi più a nord, a Campobello, dove il Col Venturi assunse il comando di un gruppo formato dal suo Comando del 177°, dai suoi bersaglieri del 526° btg, dal 161° gruppo semoventi, ed affiancati dalla 1° cmp moto mitraglieri. Il Comando del XII C.D`A. sul calar della sera mise a disposizione della 207° il XXII° Gruppo da 105/28, il 35° e 73° btg bersaglieri del 10° reggimento del Ten. Col. Storti, e la 12° btr del 103° gruppo da 75/27 per il contrattacco dell`11 con lo scopo di respingere gli americani. Il contrattacco si sviluppò in due settori. Uno in quello della strada Canicattì-Campobello di Licata-Favarotta, e l'altro in quello delle strade Agrigento-Naro e Agrigento-Palma di Montechiaro, mentre nella zona di Gela ci sarebbe stato quello italo tedesco. Il XII° Gruppo ed i 2 btg bersaglieri di Storti dislocati a Chiusa Sclafani , vennero sostituiti dal III° battaglione fanteria e dal 233° Gruppo Centauro da 75/27, e dal 19° gruppo Centauro da 105/28.
Nel primo settore l`11 mattina alle prime luci dell`alba circa alle 05,40 partì al contrattacco il gruppo tattico comandato dal col. Venturi, comandante del 177° bersaglieri, costituito dal 526° btg bersaglieri, dal 161° gruppo semoventi da 90/53 e dalla 1° cmp moto mitraglieri. Gli americani precedettero il contrattacco puntando su Campobello lungo la strada 123 ed i semoventi del 161°furono impegnati in duri combattimenti con i mezzi meccanizzati del III° btg Rangers e del II/15° ftr . Durante la battaglia si alternarono attacchi e contrattacchi per la conquista di Favarotta, dove furono distrutti 3 semoventi e ci furono molte perdite tra i bersaglieri del 526° btg del Magg Maritati e della cmp moto mitraglieri.
[attachment=4:2hp8lwpl]semovente in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
[attachment=3:2hp8lwpl]allotta_1[1].JPG[/attachment:2hp8lwpl]
Il btg bersaglieri conquistò gli obiettivi assegnati, cioè le alture sovrastanti la stazione di Favarotta a costo di molte perdite. In quei combattimenti morì il gen. Francisci ,ucciso durante un`ispezione in prima linea mentre in piedi osservava impassibile i movimenti dei carri armati americani nonostante i suoi ufficiali lo avessero esortato di mettersi al riparo. Si disse che ormai disperato perché era certo di non poter opporre nulla al dilagante fuoco nemico , si fosse esposto volontariamente forse per cercar la morte sul campo. Fu decorato alla medaglia d`oro alla memoria . Era l`ufficiale di collegamento tra il comando della VI° Armata e la Milizia, e alle 07,05 fu incaricato di assumere il comando della forze della zona di Campobello di Licata- Canicattì. Il col Venturi rimase ferito ma restò al suo posto di comando fino a quando divenuto insostenibile lo scontro, il gruppo di Venturi intorno alle 09,00 fu costretto a ritirarsi per attestarsi intorno alle 12,00 a Casa S. Silvestro, a pochi km da Canicattì, lasciando al nemico Campobello. Per rafforzare questo nuovo schieramento, il 163° gruppo di semoventi da 90/53 fu messo a disposizione di Venturi insieme alla 1° e 3° batteria del 22° gruppo da 105/28.
[attachment=2:2hp8lwpl]gen della milizia defrancisci.gif[/attachment:2hp8lwpl]
Intanto movendo al contrattacco da Agrigento verso Palma di Montechiaro, il 527° btg bersaglieri, rinforzato da un solo plotone della 1° compagnia moto mitraglieri ed appoggiato dalla 2° batteria da 105/28 del 22° gruppo, si impadronì a sorpresa del centro abitato, ricacciando il 3° btg del 7° gruppo tattico americano, mentre altri reparti italiani furono impegnati a sud e sulle alture circostanti per tutta la mattinata fino al primo pomeriggio, quando intorno alle 15,30 furono accerchiati e sopraffatti dalle superiori forze americane e dall`intervento dei carri armati. Gli attacchi aerei sul 22° gruppo di artiglieria, che si registrarono lungo la strada 115 distrussero quasi del tutto la batteria, lamentando la mancata protezione aerea italiana, nonostante le ripetute richieste di intervento.
Intanto il 73° btg bersaglieri del 10° reggimento giunse a cavallo della strada sistemandosi sulle sponde del Naro con un pezzo superstite della batteria da 105/28 e la batteria da 100/22, costituendo un nuovo fronte di resistenza.
[attachment=1:2hp8lwpl]nostro anticarro in sicilia.jpg[/attachment:2hp8lwpl]
La nuova controffensiva che doveva partire da Naro diretta su Palma di Montechiaro, sarebbe dovuta scattare contemporaneamente a quella di Venturi, ma fu rinviata al pomeriggio per il ritardato arrivo presso Naro del 35° btg del 10° reggimento bersaglieri e della 12° batteria da 75/27 del 103° gruppo di artiglieria. Nel frattempo verso le 12,00 elementi del 41° battaglione reggimento corazzato americano occuparono Naro, muovendo le avanguardie in avanti lungo la strada per Canicattì, avanzata che fu interrotta dall`azione del 35° btg bersaglieri del Magg. Moccia che si mosse intorno alle 13,30 conquistando le alture a nord di Naro. Ma intorno alle 16,00 il 35°, con soli due plotoni di rincalzo, respinse il contrattacco americano sostenuto dagli aerei, respingendoli a circa 3 chilometri a nord est di Naro. Ma trovandosi adesso in posizione molto esposta si ritirarono in nottata, lasciando così agli americani le posizioni conquistate. Questo episodio mostra un atteggiamento ripetuto diverse volte dagli americani in Sicilia durante le avanzate, cioè un atteggiamento di molta prudenza che li portava a fermarsi per richiedere una valanga di fuoco massiccio di artiglieria navale ed aerea per scardinare il punto di resistenza. Nell`azione appena narrata il 35° btg, nonostante l'intenso fuoco aereo nemico, raggiunse ed occupò un passo tra due colline prima che una compagnia americana lo raggiungesse, ma una volta che arrivò in vista del passo e trovandosi sotto il fuoco italiano si fermò in attesa dei rinforzi per poi riprendere l`attacco con l`appoggio del fuoco aereo e quello di artiglieria. Il Maggiore Moccia dopo aver vinto un momento di esitazione se ripiegare o meno, decise di contrattaccare con una sessantina di uomini che armati di mitragliatori e moschetti presero sul fianco la colonna americana, che ritenendoli essere l`avanguardia italiana, e non i due plotoni di rincalzo, indietreggiò su Naro, protetta dalla loro artiglieria. Sempre giorno 11 alle 08,10 Guzzoni ordinò di trasferire in zona, sotto il comando di Schreiber, il III/30° fanteria autotrasportato dell`Assietta, il 233° gruppo art da 75/27 a traino meccanico e il II/6° fanteria autotrasportato dell`Aosta e la 2°compagnia controcarri. Schreiber che si trovava ad Agrigento, alle 09,20 ricevette l`ordine di assumere a Canicattì il comando di tutte le forze italiane e tedesche tra cui il gruppo Neapel del col Geisler della 15° divisione Sizilien. Il comando della 207° fu affidato al gen De Laurentis. Alle 09,45 e alle 09,55 al XIX° gruppo art. da 105/28 e alla compagnia moto mitraglieri della 208° divisione costiera fu ordinato di unirsi a questo raggruppamento. Schreiber giunto a Canicatì intorno alle 11,30 preparò tempestivamente il contrattacco che iniziò alle 13,30. Il nuovo contrattacco che avrebbe avuto anche lo scopo di proteggere il fianco del XVI° C. D`Armata, scattò alle 13,30 ma solo col gruppo Neapel, che dopo aver sfondato le linee del 15° gruppo tattico americano si spinse fino a due km da Campobello di Licata, dove qui fu ricacciato dai corazzati americani, e Schreiber constatando che gli americani erano ben piazzati a Campobello, decise di non inviare nessun reparto di fanteria, sia per l`impossibilità immediata di un altro contrattacco da parte del gruppo Venturi, che era già stato impegnato molto duramente, sia per la forte reazione dell`artiglieria americana e sia per la minaccia dell`avanzata delle avanguardie americane sul fianco destro, le quali dopo aver conquistato Naro puntavano verso nord, su Canicattì, e ad est su Campobello, dove il gruppo Neapel rimase a protezione del ripiegamento delle forze italiane presso Casa S. Silvestro. Intorno alle 18,00, mentre a Casa S. Silvestro gli italiani apprestavano in fretta le difese, il 15° gruppo reggimentale tattico statunitense scattò al contrattacco, ma i corazzati americani furono fermati dai semoventi piazzati a sud della cittadina.
[attachment=0:2hp8lwpl]allotta_8[1].JPG[/attachment:2hp8lwpl]
Ottima integrazione con belle immagini [264
quoto... [264Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
.. me lo sono letto tutto! c'è voluta un oretta ma ne valeva assolutamente la pena!!! complimenti a tutti i relatori per la passione, la conoscenza, l'obiettività* "giornalistica" (è assolutamente un complimento e ben meritato) e il risultato..... grazie.....
Terza ed ultima parte.
Ringrazio e saluto Luciano ed Hassel e Mufasa.
Intorno alle 20,00 Schreiber ebbe da Guzzoni l`ordine di contrattaccare il 12 luglio nella speranza di ritardare l`ulteriore avanzata americana e di bloccare le strade d'accesso verso l`interno dell`isola, ma Guzzoni non era al corrente della reale situazione in continua evoluzione che vedeva per gli americani affacciarsi la possibilità* di prendere alle spalle questo schieramento italo tedesco. Così ecco che iniziò un imbarazzante malinteso che poteva portare accuse di insubordinazione a carico di Fullriede. Il col Fullriede avendo assunto il comando delle forze tedesche e quindi del gruppo Neapel, presentandosi a Schreiber, ed avendo ricevuto l'ordine di mettersi a sua disposizione, presentò la situazione e la minaccia di un aggiramento americano a nord di Canicattì per l`avanzata dei carri armati provenienti da Gela col rischio di essere presi alle spalle. Informò Schreiber di aver riunito il grosso dei reparti tedeschi a nord di Canicattì avendo già* predisposto la loro copertura inviando dei distaccamenti tedeschi ad est, a Sommatino e a Delia, consigliando a Schreiber di far lo stesso coi suoi reparti a seguito degli ordini ricevuti dal comando della VI° Armata, e cioè di mantenersi sulla difensiva in attesa del gruppo Ens che proveniva dalla parte occidentale dell`isola. Questo disorientò lo stesso Schreiber che dopo aver comunicato col comando del XII° C. D`Armata vide confermato l`ordine di contrattaccare per il 12. Ordine che trovò un netto rifiuto in Fullriede. Il Faldella ricorda che il comando della VI° Armata avendo ordinato tramite Von Senger, alla divisione Sizilien di muovere in vista del contrattacco su Licata appena avrebbe riunito tutte le unità*, non escludeva che le truppe avanzate mantenessero il contatto con gli americani. Però per Schreiber presentandosi un caso d`insubordinazione tedesca la situazione si chiarì dopo parecchie telefonate che spiegarono la confusione del momento, e che chiarirono l`ordine di limitarsi a contrattacchi parziali purchè non comportassero onerosi dispendi di forze. Quindi Schreiber ordinò di ripiegare in nottata a nord di Canicattì evitando in tal modo un disastro della cui conferma si ebbe il 12 mattina per la perdita di una batteria italiana da 105/28 sopraffatta dalle forte pressione americana e dislocata a Serralunga lungo la strada che portava a Naro. L`attacco americano accompagnato da un pesante bombardamento navale e terrestre precedette l`entrata degli americani a Canicattì che avvenne alle 15,00, arrecando forti perdite agli italiani ed altrettante perdite ai due distaccamenti tedeschi dislocati ad est, a Sommatino e Delia per lo sfondamento in quel settore dei carri armati americani.
[attachment=24:2jmgzcfu]canicattì.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
Oltre Canicattì cadde nelle mani nemiche anche il crocevia tra le strade 123 proveniente da Licata e la 122 che collegava Agrigento con Caltanissetta. Intorno alle 19,00 del 12 luglio gli italiani ed i tedeschi si ritirarono tra Serra di Falco e San Cataldo per lo sfondamento americano nel settore del gruppo tattico tedesco, ed il nuovo fronte fu approntato in nottata tra il 12 e del 13 luglio sotto la protezione dei rinforzi giunti a Schreiber in mattinata, e cioè del III/30° fanteria dell`Assietta (con un grande percentuale dei siciliani che si dileguarono, 30 autocarri persi e solo una decina di feriti), del II/6° fanteria Aosta (comprendente solo 7 ufficiali, un centinaio tra sottufficiali e militari di truppa ed una mitragliatrice), del 233° gruppo artiglieria da 75/27( con 6 pezzi solamente), del 19° gruppo artiglieria Centauro da 105/28 ( con 4 pezzi e trattori), della 28° compagnia controcarro Aosta (con 3 ufficiali, 54 uomini tra sottufficiali e truppa e 3 pezzi da 47/32) e della compagnia moto mitraglieri della 208° divisione costiera. Rinforzi di poca efficienza e di dubbia capacità* operativa, e che furono colpiti oltre che dalle parecchie defezioni anche da molte perdite subite durante i trasferimenti per i bombardamenti aerei. Il 13 luglio in questo schieramento si registrarono dapprima scontri di pattuglie tra San Cataldo e Serra di Falco,
[attachment=21:2jmgzcfu]pg000_1_02.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
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ma nel corso della serata gli italo tedeschi resistettero al forte attacco americano. Nella mattinata giunse da Santa Ninfa il gruppo del Col Ens che vide riunita quasi tutta la 15° div. Panzergrenadier e che permise a Schreiber nella notte del 14 di estendere il suo schieramento da Caltanissetta a Barrafranca saldando così ad est il fronte retto dai reparti superstiti della Livorno dislocati nella zona di Piazza Armerina e la Hermann Goering sulla strada 124 Caltagirone- Grammichele. Gli ordini di Guzzoni del 15 luglio di arretrare non vennero rispettati dal gen. Rodt e da Von Senger per attenersi agli ordini dello stesso Hitler di resistere sul posto.
[attachment=23:2jmgzcfu]generale rodt.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
così durante il 15 e la nottata del 16 mentre ad oriente il fronte arretrava tra Valguarnera- Raddusa e la zona sud di Catania, il gruppo Ens a Barrafranca si scontrò duramente con il 70° btg corazzato americano, del 26° gruppo tattico reggimentale della 1° divisione, che proveniva da Gela- Butera – Mazzarino, facendoli arretrare nella prima fase dello scontro. Ma nel proseguio della battaglia gli americani respinsero i Tedeschi con l`intervento della fanteria e dei 3 gruppi di artiglieria. In nottata del 16 il 16° reggimento di fanteria americano sostituendo il 26° gruppo tattico occupò Barrafranca e il 17 attraversando il fiume Salso tagliò la strada 122 ad est di Caltanissetta. In tal modo la Sizilien il 17 si allineò al nuovo fronte.
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[attachment=18:2jmgzcfu]179_leave_Caltanissetta_Sc.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=19:2jmgzcfu]Marching_Thru_Caltan.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
Ad est del fronte di attacco, il 12 luglio gli sbarramenti difensivi lungo le strade di accesso in direzione di Agrigento furono presidiati dal 73° btg bersaglieri sul fiume Naro e dal 35° btg bersaglieri a sud davanti a Castrofilippo. I bersaglieri quindi erano schierati coi resti della divisione costiera in senso trasversale da nord a sud per tagliare agli americani la strada costiera per Agrigento.
[attachment=17:2jmgzcfu]Copia di Copia di AGRIGENTO SAN LEONE PORTO EMPEDOCLE.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
Quel giorno si registrò l`abbandono delle 4 batterie da 90/53 della milizia contraerea di Agrigento che per il Faldella sarebbero state molto utili sia come contraerea che come controcarro avendo anche disponibili una grande quantità* di munizioni, e che fu seguito anche dal personale di una batteria antinave da 76/40. Fu grazie all`intervento di un ufficiale della fanteria che fu fermato il personale di una batteria della Milizia contraerea consentendo così almeno l`utilizzo di una batteria, restando però inutilizzati 12 pezzi da 90/53, 4 pezzi da 76/40 e 26 mitragliere da 20 in funzione contraerea che controcarro.
[attachment=16:2jmgzcfu]porto empedocle 1.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=15:2jmgzcfu]Porto empedocle 2.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=14:2jmgzcfu]pORTO eMPEDOCLE 3.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
In tal modo la situazione difensiva risultò notevolmente danneggiata facendosi sentire a Porto Empedocle dove, essendo così assente la contraerea, gli americani incontrastati bombardarono col fuoco navale di una ventina di navi tra le quali gli incrociatori Brooklyn e Birmingham. Fu un bombardamento diretto contro le batterie costiere che man mano vennero distrutte. La cittadina era difesa dall`artiglieria contraerea dislocata con cannoni e mitragliere sull`altipiano della Lanterna, da due treni armati uno con funzione controarea nel porto, e l`altro con pezzi per la difesa costiera nascosto nella galleria della ferrovia pronto ad intervenire, da pezzi 88 della Flak che avevano come serventi queste ultime dei ragazzini di 16 anni, e dalle fotoelettriche. Nell`entroterra c`erano le batterie di più grosso calibro che si distinsero il 15 luglio facendo fuoco contro un gruppo di navi americane colpendo un incrociatore le cui fiamme furono coperte dalle cortine di fumo emesse dalle altre navi.
[attachment=13:2jmgzcfu]Batteria altipiano della Lanterna.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=12:2jmgzcfu]pacinotti.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
Gli alleati a seguito delle numerose perdite aeree subite nei precedenti bombardamenti, non effettuarono a quanto pare incursioni provenienti dal mare per non essere più presi d`infilata dalla contraerea, bensì di notte provenivano dall`interno costringendo non tutti i pezzi a brandeggiare di circa 180 gradi. Infatti a riprova delle perdite alleate subite va ricordato che nel corso della seconda guerra mondiale un tale Tenente Salvatore Morello, che al comando delle batterie diresse il loro fuoco abbattendo una ventina di aerei nemici, che ancora a distanza di anni vennero riportati a riva dai pescherecci. Ma Porto Empedocle, sempre nel corso della seconda guerra mondiale era conosciuta anche per i depositi di mine e siluri ed anche con la presenza solita di una decina di caccia torpediniere e torpediniere, e per la presenza della nave officina Pacinotti.
Ma ritornando a quei giorni del luglio 1943, a fronte di questo pesante bombardamento navale, le forze terrestri americane poterono approfittarne il 13 luglio per attaccare il fronte di resistenza sul Naro anche se qualche batteria era ancora rimasta. A seguito di tanta distruzione e dopo l`esempio di abbandono dei pezzi contraerei, il panico stava avendo il sopravvento su alcuni reparti costieri che furono riportati all`ordine grazie all`intervento energico del col Ravaioli e di qualche ufficiale.
[attachment=11:2jmgzcfu]da Palma verso Naro.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=10:2jmgzcfu]prigionieri italiani tra cui dei feriti a Palma di Montechiaro.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
Nella serata del 12 si venne a conoscenza che gli americani avanzarono lungo la ferrovia con le camionette a cui cambiarono le ruote, che minarono i ponti tra Palma e il fiume Naro e che stavano sistemando Palma a caposaldo, per cui si ordinò di approntare blocchi ferroviari e di organizzare un contrattacco per la riconquista della città* di Naro per poi intervenire su Campobello.
[attachment=8:2jmgzcfu]truppe americane che transitano a Campobello.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
A Naro il 12 luglio la battaglia fu dura e vide l'abitato più volte perso e riconquistato. Il 13 luglio a seguito del bombardamento dell'aeronautica italiana con 15 bombe da 50 chili lungo la strada Palma - Naro furono molti i mezzi americani colpiti. 5 navi nemiche bombardarono le posizioni italiane tenute sul fiume Naro.
Durante il 12 ed il 13 luglio si distinsero i bersaglieri del 35° btg comandati da un eroico Moccia, che nonostante fosse stato ferito sei volte ed avere subito l`amputazione del braccio destro continuò a combattere, riuscirono a respingere a Castrofilippo diversi attacchi del 30° gruppo reggimentale tattico americano perdendo circa 200 uomini tra cui lo stesso Moccia decorato con la med d`oro alla memoria. Nonostante il forte fuoco aereo nemico, furono abbattuti due aerei, distrutti tre camionette, due mortai ed un cannone. Ancora in nottata i superstiti continuarono a contrastare gli americani, ritirandosi su Favara e sostenendo l`indomani altri scontri bloccando gli assalti delle avanguardie americane. Solamente il 15 il 35° coi suoi superstiti, travolto dai Rangers e dal II/7° fanteria a Favara, si ritirò a Spinasanta. Il 13 luglio le batterie costiere dei gruppi 35° e 60° sul fronte del Naro appoggiarono insieme ai resti della 2° batteria del 22° gruppo di artiglieria il 73° btg bersaglieri il quale riuscì a tenere le posizioni arrecando forti perdite alle autoblindo ed ai carri armati americani, catturando alcuni prigionieri. Ma a causa della distruzione di un ponte dell`11 sera e di qualche cavalcavia più a nord autodistrutto il 13 luglio, rimase al di qua del fiume per essere sopraffatto ed accerchiato fino al 16 fino a quando dovette cessare ogni resistenza. Il 74° btg bersaglieri giunse ad Agrigento il 13 per difendere gli accessi alla città*, ma tentando disperatamente di rompere l`accerchiamento in cui era chiuso il 73° subì fortissime perdite causate dall`aviazione americana. In tal modo i due btg del col Storti, sostenuti dall`art del ten col Ravaioli resistettero fino al 16.
[attachment=7:2jmgzcfu]Page 186.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=6:2jmgzcfu]Page 188.jpg[/attachment:2jmgzcfu]
[attachment=5:2jmgzcfu]Copia di SICULIANA MARINA PORTO EMPEDOCLE 2.JPG[/attachment:2jmgzcfu]
Il 13 luglio la costa di Siculiana fu bombardata dal fuoco navale di tre incrociatori e tre caccia, e poco dopo furono attaccati dall'aeronautica italiana. Ma nonostante ciò continuarono a bombardare la costa con due - tre navi, mentre a Siculiana Marina fu bloccato un tentativo di sbarco. Anche a San Leone nonostante l`accanito fuoco navale gli italiani riuscirono a far saltare un tentativo di sbarco americano. Quel giorno l'ininterrotto fuoco navale si abbattè tra Siculiana, Porto Empedocle ed Agrigento arrecando forti perdite.
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Le truppe della 3à* divisione americana dopo aver conquistato Favara si avvicinarono ad Agrigento da nord ovest, e nonostante la resistenza del 35° gruppo di artiglieria costiero, conquistarono le posizioni difensive di Cozzo Mosè il 15 e l`indomani mattina il III° btg Rangers provenendo dalla strada 118 di Raffadali aggirando Agrigento, con la conquista di Montapetto completarono l`accerchiamento della città*. Il 16 mattina si registrarono altri abbandoni tra elementi della Regia Marina, mentre alle 14,30 circa, gli americani dopo aver attaccato da dietro le batterie del 160° gruppo costiero, raggiunsero Porto Empedocle ultimando l`accerchiamento e stringendo il loro raggio d`azione a Rupe Atenea nella zona archeologica di Agrigento con le artiglierie navali e terrestri, dove al centro era situato il comando della 207° divisione costiera ancora tenuto dal Gen. De Laurentis.
20,11 circa del 16 luglio gli americani entrarono in Agrigento dove cessò la resistenza italiana non per resa ma per l`impossibilità* di resistenza. Radio Londra definì fiera la resistenza italiana nel contrastare l`avanzata americana, mentre il Morrison definì virile il modo in cui combatterono gli italiani per Agrigento. Qualcuno fa notare giustamente che questa resistenza italiana acquista maggior risalto considerando la defezione di alcune batterie contraeree.
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Altre immaggini
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.. e poi complimenti sinceri e vivissimi a te totino72 a te in particolare per questo "libro" che hai impostato e riempito.... come scrivevo attorno al wehrpass della HG caduto sotto Taormina ho sempre letto veloce e superficiale sull'invasione di Sicilia.... invece qui è appassionante... in particolare sulla pagine 5 e 6 appunto sulla Hermann Goering in piena confusione di comando e ancora tutta da diventare... ti ho letto (vi ho letto) e vi rileggo riga per riga... sono dietro a un altro (un soldbuch che sto prendendo) appunto del 2 Gr. Reg. appunto della HG caduto il 12 luglio, a Comiso.... bravo, veramente bravo....
Mufasa ti ringrazio davvero per i complimenti che mi fai. Sono pienamente daccordo con te che il merito di questo bel topic è di tutti quanti che con gli interventi e le testimonianze lo stiamo arricchendo parecchio. Spero solo che non sarò l'unico a continuare a scrivere su questa campagna siciliana, perchè c'è ancora molto da raccontare arricchendo tutti insieme questo bel libro anche con le eventuali correzioni, dato che a volte si riscontrano le contraddizioni anche nelle didascalie.
[00016009
http://www.csmsct.org/
http://picasaweb.google.com/palermoricordi
sperando di non fare ripetizioni....
il primo da due interessanti aneddoti sui Ponte sul cielo,il ponte costruito dai genieri americani a Capo Calavà* (ME) per ovviare ad un pezzo della ss113 fatta saltare dai tedeschi durante la ritirata verso Messina sulla ss113
Secondo articolo di Bovi sugli Sherman ad Acireale,dello stesso autore in rete un interessante articolo sull'uso dei Nebelwerfer in Sicilia.
Una informazione chiedo ai siciliani...
Da appassionati nel siracusano che girano col detector gira voce insistente della presenza di un Tigre finito nel Simeto causa un errore di manovra durante una trasferta notturna ,ma non ho altre notizie ATTENDIBILI e CERTE,qulacuno sa qualcosa a riguardo?
Grande Totino.
sul tigre del simeto si dice molto ma si vede poco, se esiste(ma dubito visto i lavori che hanno interessato tutto il bacino del simeto negli anni 50.
E la zona è quella di ponte barca a paternò
Con ritardo, ottime integrazioni Totino [264
Interessanti Hassel75 i link [264
ciao totinciao marco cougars ciao a tutti
bravo totino bel lavoroooooooo
caro marco le voci sono tante sul carro armato. e qualcuno lo ha raccontato a modo suo del luogo ove giace.
comunque appena possiamo dobbiamo andare nella zona di grammichele per quello che ho detto tempo fa'
a prestooooooo
Complimenti vivissimi a totino per l'eccellente intervento sullo sbarco a Licata. Foto e cartine molto interessanti.
Vorrei comunicarvi che il mio ultimo saggio su una pagina dell'Operazione Husky è terminato. E' intitolato "Ignis in Corde - La battaglia degli Iblei 10-16 Luglio 1943". Sarà* pubblicato dal Cetro Servizi Culturali del Comune di Ragusa. Non sarà* distribuito nelle librerie, per cui, chi fosse interessato, può contattarmi al 366-6895210 o all'indirizzo domenico.anfora@alice.it
In calce invio la presentazione, la premessa e l'indice:
PRESENTAZIONE
Nella punta sud-orientale della Sicilia, tra il 10 e il 16 luglio 1943, sulle bianche e calcaree cime arrotondate o pianeggiati dei Monti Iblei, sui suoi versanti ripidi e sulle cave scavate dai poveri corsi d`acqua siciliani, sui suoi campi coltivati e suddivisi in terrazzi delimitati da muretti a secco, si sviluppò una dura battaglia tra le avanzanti truppe britanniche appena sbarcate sulle spiagge del golfo di Noto e di Capo Passero, e le truppe italo-tedesche schierate a difesa. Per le unità* dell`Asse i Monti Iblei rappresentavano il baluardo per contenere la marea nemica che, conquistate le spiagge, puntava sulla Piana di Catania, per poi dirigersi su Messina e bloccare la via di ritirata alle truppe italo-tedesche verso la penisola italiana.
L`importanza dei Monti Iblei nei piani difensivi dell`Asse si rileva anche dal Promemoria n° 5S del gen. Alfredo Guzzoni, comandante delle truppe italo-tedesche in Sicilia:
"TENTATIVO DI SBARCO INTERESSANTE LA CUSPIDE SUD ORIENTALE DELL`ISOLA
â?¢ Le forze in difesa costiera e gli elementi vari di rinforzo già* a loro disposizione resistono sul posto ad oltranza.
â?¢ I gruppi mobili intervengono a difesa degli aeroporti o sono impiegati in rinforzo ai gruppi tattici.
â?¢ I gruppi tattici intervengono nelle medesime forze indicate ai comma a), b) e c) per il caso precedente (eventuale sbarco ad occidente).
Nella eventualità* c) (le forze in difesa costiera sono sostanzialmente superate e il nemico procede in massa verso l`interno) si tenga presente l`importanza che assume il possesso della displuviale degli Iblei e delle propaggini che se ne distaccano, per arrestare ed appena possibile contro manovrare l`avversario che tendesse verso l`interno, lavorando tra la piana di Gela, quella di Catania e quella di Pachino.
Detta displuviale deve essere mantenuta e difesa a qualunque costo".
I Monti Iblei, dunque, eretti ad enorme caposaldo della difesa italo-tedesca.
L`autore, raccolti numerosi documenti provenienti dai vari paesi belligeranti (Italia, Germania, Regno Unito, Canada e USA), testimonianze, fotografie, cartine, ha ricostruito quei sette giorni di guerra decisivi per la campagna militare di Sicilia, da vari punti di vista: i civili, i soldati, gli ufficiali, i comandi. Macrostoria e microstoria, attraverso episodi personali, combattimenti, bombardamenti, fame e sofferenze. Si raccontano gli scontri di Noto, Floridia-Solarino, Ispica, Comiso, Priolo-Augusta, Francofonte, S. Pietro di Caltagirone, Vizzini, Grammichele, con i quali gli anglo-americani hanno estromesso le truppe italo-tedesche dagli Iblei.
Dopo tre anni da Dunkerque, gli anglo-americani rimettevano piede in Europa, partendo proprio dalla Sicilia sud-orientale. Soldati di cinque nazioni si scontravano in quell`estremo lembo dell`Italia, guidati da condottieri quali Montgomery, Dempsey, Leese, Wimberley, Berney-Ficklin, Kirkman, Simonds, Urquhart, Currie, Richards per i britannici, Guzzoni, Rossi, Gotti Porcinari, d`Havet, Ronco, Busalacchi per gli italiani, Conrath, Schmalz, Heilmann e Walther per i tedeschi, Bradley, Middleton e Anckorn per gli americani.
Fu il primo passo della lunga, sanguinosa ed estenuante campagna d`Italia.
PREMESSA
"Ignis in Corde", cioè "Fuoco nel Cuore", era il motto del 75° reggimento di fanteria del Regio Esercito, in organico alla 54a divisione "Napoli". Nell`estate del 1943, alle porte dello sbarco in Sicilia degli anglo-americani, tale reggimento era schierato sui Monti Iblei, vasto tavolato che occupa l'intera punta sudorientale dell'isola, dal mar Ionio al mare di Sicilia e che ha avuto origine dalla sovrapposizione di più strati di sedimenti calcarei. Il 75°, con comando a Palazzolo Acreide, aveva il compito di agire a protezione della piazzaforte di Augusta-Siracusa e, eventualmente, verso la piana di Gela, contrattaccando le teste di sbarco nemiche.
Il colonnello Francesco Ronco, comandante del 75°, per svolgere il suo compito aveva a disposizione una forza organica di 3.279 uomini, suddivisi in un comando e compagnia comando, 3 battaglioni di fucilieri (costituiti da una compagnia comando, 3 compagnie fucilieri, e una compagnia armi d`accompagnamento e c/c), una compagnia zappatori ed una cannoni c/c da 47/32. Il giorno dello sbarco gli furono messi a disposizione anche il gruppo mobile "D", i gruppi artiglieria X e XVI da 105/28 , la compagnia cannoni divisionale da 47/32 , la 354a batteria a/a da 20 mm e il 54° battaglione mortai. Dunque, Ronco aveva una forza di circa cinquemila uomini, di cui molti logorati dalla campagna di Russia con gli arti piagati per i congelamenti, altri malarici o scabbiosi, dal morale basso per la situazione generale più che precaria, dal vestiario e dall`equipaggiamento in cattive condizioni, dall`armamento nettamente inferiore al nemico, dal pessimo e insufficiente vitto, dai continui bombardamenti aerei. Le armi a disposizione (oltre a quelle portatili) erano 18 carri armati da 10 tonnellate (residuati bellici francesi), 16 vecchi cannoni risalenti al 1913 privi di proietti perforanti (indispensabili per il tiro controcarro), una ventina di cannoni controcarro da 47/32 (inefficaci contro i carri da 30 tonnellate americani), mortai da 81 e da 45, mitragliere da 20 mm per il tiro antiaereo e mitragliatrici Breda e Fiat da 8 mm. Gli unici pezzi moderni erano i quattro obici 75/18 del gruppo mobile "D".
Con questo armamento, con questa forza insufficiente, con questo morale basso, privi di protezione aerea, privi di automezzi per la fanteria, i fantaccini del 75° attaccarono e combatterono per quattro giorni contro due divisioni britanniche, appoggiate da due reggimenti corazzati, da due reggimenti d`artiglieria e dall`aviazione. Sparsi sugli altipiani iblei, precipitati nei ripidi versanti, negli strapiombi e nelle cave attraversate dai corsi d'acqua, c`erano tanti corpi inerti di militari italiani. Il 75° fu sconfitto, lasciando sul campo circa 200 caduti e 800 tra dispersi e feriti, dimostrando un ardore ed un coraggio degno di una causa migliore, meritandosi il motto "Ignis in Corde" e guadagnandosi una medaglia d`argento alla bandiera . I singoli militari del 75° e delle unità* ad esso aggregate si guadagnarono per il loro valore 36 decorazioni.
INDICE
Abbreviazioni..................................... .................................................. ...................................pag. 1
Presentazione..................................... .................................................. ......................................... 2
Premessa.......................................... .................................................. ........................................... 3
Ringraziamenti.................................... .................................................. ....................................... 4
1° Capitolo: Antefatto......................................... .................................................. ...................... 5
Operazione Husky 5 – Le forze contrapposte 5 – La difesa dell`isola 8 - La 54a divisione di fanteria "Napoli" 10 - Criteri generali d`impiego della 54a divisione 12 - Efficienza dei reparti 13 - Il morale delle truppe 15 - Lavori difensivi 17 - La difesa aerea 18 - I servizi divisionali 20 - Progetti di allarme 21 - Il 107° Deposito di Vizzini 22 - Lo spionaggio 23 - I bombardamenti 25 - Condizioni sanitarie 28 - Situazione alimentare 29 - La difesa costiera 29 - In attesa dello sbarco 31
2° Capitolo: Lo sbarco............................................ ......................................... 34
La flotta anglo-americana 34 - Gli aviosbarchi 35 - Lo sbarco sulle spiagge 38 - Lo sbarco del XIII corpo d`armata 40 – Cassibile 42 – Avola 44 – Noto 45 - Lo sbarco del XXX corpo d`armata 46 – Scoglitti 50 - Il contrattacco della 206a 53
3° Capitolo: Il contrattacco italo-tedesco........................................... .................... 58
Il contrattacco del gruppo tattico di Canicattini 58 - Gli ordini di contrattacco 61 - La via crucis della colonna Ronco 62 - La presa di Siracusa 65 - I civili nella bufera della guerra 66 - Aeroporto S. Pietro di Caltagirone 67 - La battaglia di Solarino 70 - Guerra sul litorale ionico 75 - Contrattacco verso Gela 77
4° Capitolo: La difesa degli Iblei e degli Erei.............................................. ........... 80
La strage di Comiso 80 - La ritirata italo-tedesca 81 - La resa della 206a divisione 82 - La caduta di Palazzolo Acreide 86 - Il Deposito deve saltare 91 - La caduta di Solarino 91 - La fine della colonna Ronco 97
5° Capitolo: La linea Caltagirone – Vizzini – Agnone............................................ .. 105
La caduta di S. Pietro di Caltagirone 105 - Le stragi di Biscari 108 - I due ponti 113 - La battaglia di Francofonte 116 - La battaglia della stazione di Vizzini-Licodia 120 - La prima fase della battaglia di Vizzini 126 - La seconda fase della battaglia di Vizzini 129 - La terza fase della battaglia di Vizzini: la conquista 139
6° Capitolo: Nella Piana di Catania........................................... ......................... 148
Grammichele e Caltagirone 148 - Militello e Scordìa 152 – Palagonia 154
Conclusione....................................... .................................................. ....... 158
I giorni della battaglia 158 - Gli scontri decisivi 158 - Il costo della battaglia 159 - Il comportamento delle unità* 159 - I comandanti 164 - Analisi e considerazioni tattiche 165 - Il ritorno 165
Bibliografia...................................... .................................................. ......... 167
Allegato n° 1................................................. .............................................. 170
Allegato n° 2................................................. ............................................. 173
Allegato n° 3................................................. ............................................. 179
Domenico Anfora
Ottime integrazioni Mimmo [264
Mimmo complimenti davvero per il nuovo libro. [264
E' questo il libro di cui mi avevi parlato?
.. non si scrive mai maiuscolo nei forum .... ma quando ci vuole. ci vuole........ AD MAJORA!
Totino, non ricordo di quale libro ti ho parlato. Io ho scritto "La cresta a coltello" nel 2006, stampato da una tipografia. Nel 2007 lo stesso testo ampliato è stato pubblicato dalla "Parisi Editore". Nel 2008 ho stampato "Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini". Lo stesso anno avrei voluto far pubblicare una terza edizione de "La cresta a coltello", considerando il corposo materiale raccolto nel frattempo, ricevuto dagli uffici storici di SME e SMA e dagli archivi reggimentali americani e britannici. Documenti, foto, cartine, testimonianze che hanno arricchito notevolmente il testo. La Parisi Editore mi ha chiesto circa 3.000,00 euro per la pubblicazione. Così, oltre a cercare finanziamenti pubblici, ho scritto un appello su worldwar per vedere quanta gente fosse interessata. I comuni consultati non mi hanno neppure risposto, del nostro forum, purtroppo, nessuno ha manifestato interesse.
Nel 2009 ho scritto "Ignis in corde". Per fortuna mia ho conosciuto lo studioso del Verga prof. Nino Cirnigliaro, autore di numerose opere, presidente del Centro Servizi Culturali del Comune di Ragusa, il quale, dopo aver letto e valutato le mie opere, ha proposto al Centro di stampare "Ignis in Corde". Così, questa volta, posso procedere senza aver l'assillo di dovere recuperare le spese tipografiche, ma solo quelle relative alla ricerca, recuperabili con la vendita di un centinaio di copie.
Ciao
Mi riferivo al tuo ultimo libro "Ignis in corde". Nella fretta non avendo letto bene non lo avevo individuato, mentre dopo leggendo meglio e con calma la premessa, ho capito che è questo. [264
caro mimmo, per ovvi motivi sono interessato al libro [257
intanto leggete questo mio articolo su un evento sconosciuto ma significativo
http://magazine.messinaweb.eu/?p=156#more-156
Sempre interessante leggere tante integrazioni sullo sbarco e la battaglia per la conquista della Sicilia.
Ho un quesito da porvi, riallacciamdomi anche ad una foto precedentemente postata: io girovagando in rete ho trovato (e salvato) queste due foto che ritraggono mezzi abbandonati nei pressi di due ponti:
[attachment=1:2vo94cjr]1205661129_2008-03-13-025.jpg[/attachment:2vo94cjr]
e l'altra è questa, già* postata in precedenza...
[attachment=0:2vo94cjr]1205525947_Semovente_M_41M__da_90_53.JPG[/attachment:2vo94cjr]
I mezzi con tutta probabilità* sono stati ammassati dagli alleati (...bellissimi i vecchi e obsoleti Fiat3000!!) , ma il quesito è questo: in quale località* secondo voi è stata scattata la foto??...
Ciao Hetzer, intanto mi complimento davvero per questa tua bella fotografia [264
Personalmente io posso solo azzardare l'ipotesi che si tratti del ponte sul fiume Salso di Licata per alcune similitudini che riscontro con la foto già* postata,e cioè osservando i paletti col reticolato e quell'altro ponte in acciaio che si intravede, presenti in entrambe le foto, anche se però un dubbio mi sorge per la diversa altezza del tetto della casa sulla riva del fiume.
Ma se si trattasse di Licata penso che potrebbe essere Licata la località* dei mezzi ammassati a ridosso di quel bunker.
Lascio la parola agli altri....
Grazzzzie mille per la risposta Totino, in effetti il ponte è propppprio quello!!...rimane "il mistero" del perchè cotanti mezzi italici siamo ammassati sulla riva del fiume. Potrebbero averceli messi gli alleati dopo averli recuperati sul campo di battaglia??...altrimenti almeno i due semoventi avrebbero potuto oltrepassare il fiume passando sul ponte....sempre che nn avessero guai meccanici...o più semplicemente se avessero avuto ancora benzina nel serbatoio!!
Un saluto
Anche io penso che siano stati ammassati dagli americani come un bottino di guerra... e chissà* magari facevano parte del gruppo tattico del Col Venturi contro cui si scontrarono poco più a nord di Licata, tra Campobello e Favarotta.
Comunque resta il fatto che ogni volta che osservo una fotografia cerco inutilmente qualche dettaglio nuovo, quando invece chissà* quanto materiale fotografico inedito esiste negli archivi americani che ci tornerebbe molto utile...
... me lo sono riguardato perchè ormai per me è come avere in biblioteca uno dei migliori riferimenti dello sbarco in Sicilia.... sono molto interessanti per esempio i riferimenti alla decisa ed efficace copertura della Flak a protezione della ritirata tedesca da Messina alla Calabria.... mi stò interessando a questo "pezzo" perchè stò guardando un wehrpass di un artigliere dello Schwere (pesante) Flak Abteillung 281 tra Malta e lo sbarco in Sicilia dal gennaio 1943 al 17.08.1943... avete per caso qualche altra notizia su questo reggimento o sulla Flak durante la ritirata tedesca in Calabria?.......
Citazione:
Originariamente Scritto da mufasa
.. in particola il Flak Abt. 281 era appunto ad agosto nel Flakuntergruppe Messina.....
Ciao Mufasa, spero che qui qualcuno sappia darti notizie utili alle tue ricerche. Io purtroppo al momento non posso esserti d'aiuto.
Un caro saluto
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tedeschi in sicilia 1943
Ciao Lorenzo e benvenuto... A me sembra di leggere nella foto in basso a dx una AO...N, il che mi fa pensare subito Taormina. Aspettiamo gli altri cosa ne pensano
anche ingrandendola e facendo un "calcolo" delle lettere che potrebbero entrarci dietro alla testa del milite sembra proprio taormina