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Breve vita di un "Corsaro"
Per chi interessa
Il trattato di pace di Versailles, nel 1919, aveva stabilito, fra l'altro, che la Marina germanica non potesse costruire delle navi da guerra superiori alle 10.000 tonnellate di stazza o comunque dotate di una potenza di fuoco e di una corazzatura tali da dimostrarsi una minaccia per gli Stati vicini.
Tale clausola era stata scrupolosamente rispettata dai governo della Repubblica di Weimar, durante i quali la Germania non aveva proceduto che al varo di unità* leggere: dragamine, cacciatorpediniere e incrociatori leggeri.
Le cose cambiano con l'avvento al potere del nazismo. Nel quadro generale di riarmo delle forze armate tedesche, anche la Kriegsmarine riceve un forte impulso, nella prospettiva di fare nuovamente della Germania una potenza navale. Nasce così, presso l'Ammiragliato di Berlino, l'idea di varare alcune piccole corazzate di appena 10.000 tonnellate, in modo da non superare i limiti imposti dal trattato di Versailles; ma, per il resto, dotate di tutte le caratteristiche delle vere corazzate.
Originariamente designata dai tedeschi come Panzerschiff ("nave corazzata"), e chiamata dai britannici Pocket battleship ("corazzata tascabile").
Sono tre queste mini corazzate, che vengono subito battezzate «corazzate tascabili»: Deutschland(poi ribattezzata Lutwow (pareva brutto che affondandasse "Germania" :lol: ), Admiral Scheer e Admiral Graf Spee. Si ritiene che esse possano superare in velocità* qualunque nave pesante e, in potenza di fuoco, qualunque unità* veloce, anche se non è del tutto vero. Gli incrociatori da battaglia inglesi Hood, Repulse e Renown e le corazzate francesi Dunquerque e Strasbourg sono ad esse superiori sia in fatto di velocità*, che di armamento. Un po' come nel caso degli Stukas per l'Aviazione, la leggenda ingigantisce il potenziale bellico delle «corazzate tascabili»: saranno i fatti( e come anticipato in altro topic, magistralmente impostato da Cocis sulla Tirpitz, l'assenza perenne di una vera "squadra") a mostrare che le reali prestazioni di queste unità*, pur eccellenti sotto molto rispetti, non sono però così fuori dell'ordinario, quali le aveva dipinte il timore - o la propaganda - del nemico.
La Admiral Graf Spee è stata battezzata con il nome dell'ammiraglio che, all'inizio della prima guerra mondiale, comandava la squadra degli incrociatori tedeschi dell'Estremo Oriente, con base a Tsingtao, e che venne interamente distrutta nella battaglia delle Isole Falkland, dopo aver riportato un brillante successo sulle coste del Cile, nello scontro di Coronel, contro l'ammiraglio Cristopher Cradock (cfr. F.. Lamendola, L'ultima crociera dell'ammiraglio Spee. Battaglie navali di Coronel e Falkland, novembre-dicembre 1914.
Un curioso destino vorrà* che anch'essa trovi la sua tragica fine nelle acque orientali del Sud America, proprio come era toccato agli incrociatori corazzati Scharnhorst e Gneisenau e agli incrociatori leggeri Nürnberg e Leipzig, l'8 dicembre 1914.
Il 23 agosto 1932 Il contratto di costruzione è stato siglato con la Marine Werft a Wilhelmshaven, con la denominazione Panzerschiff "C"(nave corazzata). La commessa affidata alla ditta di cui sopra,col "contratto" di avvio dei lavori n ° 124 presso il Werft, Wilhelmshaven.
Il primo ottobre viene completata la chiglia, nel bacino n.2 , nell`aprile del 1933 lo scafo completo viene trasferito al bacino n. 2, immediatamente dopo il varo della Scheer
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Il 30 giugno del 1934, l'admiral Graf Spee viene varata !
Nome Admiral Graf Spee
Tipo nave corazzata da battaglia "tascabile"
Classe Deutschland
Unità* Deutschland / Lutzow
Admiral Graf Spee
Admiral Scheer
Cantiere Reichsmarine Werft, Wilhelmshaven, Germania
Impostazione 1° ottobre 1932
Varo 30 giugno 1934
Completamento 1935
Servizio 6 gennaio 1936
Dislocamento standard 13.600 tonn.
pieno carico 16.023 tonn.
Dimensioni lunghezza f.t. 186,00 m.
lunghezza linea d'acqua 181,70 m.
larghezza 21,65 m.
immersione da 5,80 a 7,34 m.
Motore 8 motrici diesel M.A.N. a 9 cilindri
potenza 53.650 bhp
2 eliche
Velocità* max 26 nodi
forzata 28,5 nodi
Autonomia 19.000 miglia a 15 nodi
8.900 miglia a 20 nodi
Combustibile nafta 3.500 tonn.
Protezione superstruttura 140 mm.
cintura 80 mm. max
ponte 45 mm. max
torri 170 mm. max
barbette 125 mm.
torrione 150 mm.
Armamento origine:
4 pezzi binati Skoda SK da 350 mm. / canna 45 calibri
12 pezzi singoli Skoda C16 da 150 mm. / canna 45 calibri
8 pezzi singoli Skoda SK MPLC 06 da 88 mm. / canna 45 calibri
5 tubi lanciasiluri GR H8 da 600 mm.
rifatto:
6 pezzi trinati da 280 mm. in due torri / canna 52 calibri
8 pezzi binati da 105 mm. in quattro torri / canna 55 calibri
6 pezzi binati da 88 mm. in tre torri / canna 75 calibri
8 pezzi binati da 37 mm. in due torri / canna 83 calibri
8 pezzi binati C30 da 20 mm. / canna da 65 calibri
8 tubi lanciasiluri da 533 mm.
Cadenza di fuoco:
cannoni da 280 mm: 2,5 proiettili/minuto
cannoni da 150 mm: da 6 a 8 proiettili/minuto
Gittata cannoni da 280 mm a 40° (proiettili perforanti): 36,475 km
Vita stimata dei cannoni:
cannoni da 280 mm: circa 340 proiettili;
cannoni da 150 mm circa 1.100 proiettili
Riserva di munizioni: Cannoni da 280 mm: da 105 a 120 proiettili per cannone
1 catapulta per 2 idrovolanti Arado Ar196
Equipaggio permanente effettivo 40 ufficiali e 1.150 marinai
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Allegati: 11
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Nel 1935/36 è completata...
Il 6 gennaio 1936 Admiral Graf Spee è stata conseggnata e posta sotto il comando del capitano Conrad Patzig.
Il 9 aprile 1936 Admiral Graf Spee entra a far parte della flotta dopo aver completato in mare le prove motori.
31 maggio 1936 : Come ammiraglia della flotta, partecipa in formazione, all'apertura delle cerimonie in onore del monumento navale di Laboe, vicino a Kiel
6 - 26 giugno 1936- La bussola di regolazione e le artiglierie, vengono messe alla prova, tali manovre vengono effettuate al largo delle Canarie. Subito dopo rientra in germania.
dal 13 dicembre 1936 –esce da Wilhelmshaven per pattugliare acque spagnole(causa Guerra civile) 14 febbraio del 1937 rientra a Kiel.Tornerà* nelle aqcque spagnole fino al
6 maggio del 37
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Complimenti, servizio di alto livello ! [17
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Allegati: 5
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Grazie, troppo gentile [264
15 - 22 maggio 1937 la Germania Rappresentata al Spithead Naval Review,in Inghilterra, in occasione dell` Incoronazione Giorgio VI(12 maggio),a Giugno partecipa alla Rassegna Navale a Kiel.
23 giugno - 7 agosto 1937 La nave esce da Kiel per pattugliare di nuovo le acque spagnole.
Nell`autunno del 37 la Graf Spee ha partecipa ad esercitazioni navali congiunte col resto della flotta
18-20 settembre 1937 l'Admiral Graf Spee visita Wisby,in Svezia, peridodo questo quasi un premio per quell che verrà*.
2 ottobre 1937 il capitano Walter Warzecha assunse il comando della Admiral Graf Spee.
dicembre 1937 .L`Admiral Graf Spee "visita" Kristiansand, Norvegia durante questo periodo vengono efeettuate numerose prove in mare e di tiro.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Ottimo racconto Giarabub [264
Foto stupende e molte a me sconosciute.
Complimenti bel topic :P
[00016009
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Ottimo lavoro, bellissime le foto. Complimenti [00016009
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Bravo, Giarabub, ottimo lavoro. [264
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
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Allegati: 4
Re: Breve vita di un "Corsaro"
grazie ragazzi
Il 7 febbraio 1938 parte da Kiel per pattugliare, di nuovo, le acque spagnole tornò indietro a Kiel il 18.
Dal 29 giugno - 9 luglio 1938 in crociera tra i fiordi della Norvegia.
22 agosto 1938 torna a Kiel per il varo dell incrociatore pesante Prinz Eugen, di fronte di Adolf Hitler e il Reggente ungherese ammiraglio Nikolaus von Horthy.
Autunno 1938- riprendono le esercitazioni navali, sempre come ammiraglia della flotta.
Nello stesso autunno, al posto dei sei 8,8 centimetri (Flak) gemelli, vengono scambiati per un calibro maggiore, 10,5 cm Flak, sullo stesso telaio, radar è stato installato sul telemetro della (foretop) cupola girevole.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Al comando di questa bella e modernissima unità*, il 1° novembre del 1938 viene chiamato il capitano di vascello Hans Langsdorff, 45 anni, veterano della battaglia dello Jutland. à? il classico ufficiale gentiluomo, determinato ma cavalleresco, e lo dimostrerà* facendo del suo meglio per assicurare il miglior trattamento possibile (o, almeno, il meno peggiore possibile) agli equipaggi delle navi nemiche catturate durante la sua crociera in qualità* di nave corsara. I suoi uomini lo adorano; perfino gli Inglesi dovranno dimostrargli rispetto, oltre che un certo grado di ammirazione per l'abilità* con cui comanderà* la sua nave.
La sua tragica fine, quando deciderà* di togliersi la vita per non sopravvivere alla perdita della Graf Spee, potrebbe far pensare che, dietro i suoi modi decisi e tuttavia cortesi, si celasse una certa fragilità* emotiva. Non è così: per tutta la durata della crociera, e durante il drammatico scontro del Rio de la Plata, Langsdorff mostrerà* di possedere ottime doti di padronanza di sé e sicurezza di giudizio.
La decisione di togliersi la vita verrà* presa in perfetta lucidità* di spirito - dopo che i suoi uomini avevano preteso che anch'egli si mettesse in salvo mentre la loro nave si inabissava - allo scopo di «lavare» dalla Kriegsmarine la macchia dell'autoaffondamento. Anche se un tale gesto può essere criticato dal punto di vista morale, bisogna tuttavia riconoscere che è perfettamente in linea con lo spiccato senso dell'onore del comandante Langsdorff.
Aprile 1939 esercitazioni su larga scala nell'Atlantico con le gemelle Deutschland e Scheer, nonché Gneisenau e numerose altre unità*. sotto il comando dell'ammiraglio Boehm.
Il 31 maggio 1939 Admiral Graf Spee è ad Amburgo per accogliere la Legione Kondor tornata dalla Spagna a bordo di navi di linea
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Allegati: 3
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Successivamente, avvenne il completamento "tecnico" del nuovo sistema radar, all'avanguardia per quei tempi, e di un congegno automatizzato di telemetria e guida al tiro per le torrette dei cannoni che aveva dell'avveniristico per i tempi, e che fu poi il primo elemento ad essere distrutto dall'equipaggio per non farlo cadere nelle mani degli inglesi dopo la battaglia del Rio de la Plata.
Il 21 agosto del 1939 la Graf Spee lascia definitivamente Wilhelmshaven,
undici giorni prima dell'attacco tedesco alla Polonia e tredici prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, dirigendosi dapprima verso la Norvegia, poi verso l'aperto Oceano Atlantico, e scende velocemente verso sud, per passare l'equatore, secondo un piano di marcia prestabilito.
Per assicurare alla Graf Spee l'indispensabile rifornimento di combustibile, è stato predisposto dall'Ammiragliato che si ponga a sua disposizione la magnifica petroliera di 12.000 tonnellate Altmark, comandata dal capitano Heinrich Dau. La busta per le istruzioni che i due comandanti, Langsdorff e Dau, ricevono dall'Ammiragliato, indipendentemente l'uno dall'altro, è sigillata e dovrà* essere aperta solo in caso di guerra, per assicurare all'operazione la massima segretezza. Entrambi ignorano che il destino sta per accomunarli in una breve, ma gloriosa crociera che renderà* la Graf Spee ben più famosa delle altre due unità* consorelle.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Complimenti, tutto molto bello e completo
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Allegati: 10
Re: Breve vita di un "Corsaro"
grazie andrea.
Il 1^ settembre , data d'inizio dell'invasione tedesca della Polonia , la Graf Spee si trovava a 700 miglia a nord -ovest delle isole del Capo Verde . S'incontra con l'Altmark che, proveniente da Port Arthur nel Texas, le reca il gradito rifornimento di 9.000 tonnellate di combustibile di eccellente qualità*. Procedendo di conserva, le due navi tagliano la linea dell'Equatore l'8 settembre; poi, dopo aver incrociato senza incontrare una sola nave nel triangolo compreso fra Trinidad, Ascensione e l'isola di Sant'Elena, Langsdorff, effettuato un novo rifornimento con l'Altmark - che, dora in poi, procederà* per conto suo, stabilendo l'appuntamento di volta in volta - decide di portarsi più vicino alle coste del Brasile, il 3 settembre Langsdorff apprese che Francia ed Inghilterra avevano dichiarato guerra alla Germania .
Gli ordini successivi furono che la Graf Spee divenisse una nave corsara , adibita soprattutto a tagliare le vie di rifornimento marittime vitali per l'Inghilterra .
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Allegati: 4
Re: Breve vita di un "Corsaro"
La prima preda a cadere in potere della Graf Spee, il 29 settembre, è il mercantile inglese Clement, di 5.000 tonnellate. Poi, fedele alla regola di allontanarsi rapidamente dal luogo delle sue catture, per non rivelare la propria presenza al nemico, Langsdorff volge decisamente la prua ad est e, il 5 e il 7 ottobre, al largo dell'Angola, cattura altre due navi, rispettivamente la Newton Beach, di 4.600 tonnellate, e il piroscafo Ashlea, di 4.200 diretto a Liverpool .Ufficiali ed equipaggio vennero trasferiti sul Newton Beech e la nave affondata . La stessa sera del 7 ottobre , non disponendo la Newton Beech di sufficiente carburante per seguire la Spee , Langsdorff a malincuore prese a bordo entrambi gli equipaggi e la affondo' .
Poi, il 10 ottobre, mentre la corazzata si dirige a sud-ovest, è la volta del mercantile Huntsman, di 8.300 tonnellate, carico di gomma e altri materiali; e il 22 successivo, proprio al largo di Città* del Capo, del coraggioso piroscafo Trevanion di 5.300 tonnellate, il quale, prima di essere colato a picco, riesce - ma inutilmente - a lanciare l'allarme radio, segnalando la posizione del corsaro.
Adesso, Langsdorff decide di disorientare gli Inglesi, che lo stanno cercando nel Sud Atlantico, doppiando il Capo Agulhas e spingendosi nell'Oceano Indiano. La sua crociera in questo settore durerà* solo una quindicina di giorni, giusto il tempo di spingersi in direzione del Canale di Mozambico e di catturare la piccola petroliera Africa Shell, di appena 700 tonnellate, che, essendo priva di combustibile, viene affondata il 5 novembre.
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Allegati: 8
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Con le stive ormai stracolme di prigionieri, e deluso per la scarsità* del bottino nell'Oceano Indiano, Langsdorff volge nuovamente la prua verso ovest e rientra in Atlantico, navigando sul parallelo del Capo di Buona Speranza, dove effettua una serie di catture spettacolare mano a mano che procede verso il Sud America.
Il 2 dicembre tocca al piroscafo Doric Star, di 10.000 tonnellate, che tuttavia , prima di essere affondato , riusci' a trasmettere un S.O.S. Per prudenza , Langsdorff , accortosi della trasmissione , ammaino' la bandiera tedesca per issare quella francese e truccare la Spee con un secondo fumaiolo di tela(qui Cocis dovrebbe aver qualcosa al riguardo [264 ) , in modo da renderla simile a un incrociatore francese . Il giorno dopo, stessa sorte tocca al mercantile Tairoa di 8.000 tonnellate,il cui comandante , capito che stava per essere attaccato da una corazzata tascabile tedesca ( nonostante le trasformazioni della Spee ) , penso' bene di trasmettere per ben due volte un S.O.S. , prima che il piroscafo venisse abbordato , evacuato dell'equipaggio ed affondato ;Il giorno 6 ha luogo l'ultimo incontro con l'Altmark, dal quale la Graf Spee si rifornisce di nafta e vettovaglie e alla quale affida gli equipaggi delle navi catturate, ad eccezione degli ufficiali. L'8 dicembre, poi, una mesta cerimonia ricorda il sacrificio dell'ammiraglio Spee nel 1914: una corona di fuori viene gettata nelle acque dell'Atlantico meridionale, per commemorare i caduti tedeschi nella battaglia delle Isole Falkland di venticinque anni prima.
Il 7 dicembre la Graf Spee piombo' sul piroscafo Streonshalh , e l'affondo' . Questa fu' l'ultima vittima della Graf Spee ; la Marina da guerra inglese era ormai sulle sue tracce : gli S.O.S. lanciati dal Doric Star e dal Tairoa erano stati regolarmente intercettati .
Nell'arco di meno di tre mesi di raid lungo le rotte commerciali battute dai convogli alleati provenienti dall'America del Sud, dall'Africa e dall'Oceano Indiano, la Graf Spee affondò o disabilitò ben nove navi senza colpo ferire (nessun marinaio mercantile fu mai ucciso, e l'unico ferito fu un marinaio inglese ferito leggermente ad una gamba che comportò una degenza di due settimane in infermeria). Il capitano Langdorff curò personalmente che tutti i prigionieri venissero trattati con il massimo rispetto, venissero alloggiati dignitosamente e venisse loro fornito un minimo di svago. Esistono foto del Capitano Langdorff che prende il sole in coperta con un'ufficiale inglese nominalmente prigioniero, ufficiale che poi scrisse un famoso diario sulla sua prigionia "all'acqua di rose" sulla Graf Spee.[senza fonte]
Nel frattempo la ciurma della nave si addestrava a quella che un giorno sarebbe stata necessariamente la sorte della nave: una battaglia nella quale tutta la potenza di fuoco e la tecnologia di questa nave avrebbero fatto i conti con i cannoni inglesi
Ancora vergine di fuoco, la Admiral Graf Spee arrivò agli inizi di dicembre 1939 con un problema logistico che si rivelò determinante per la sua sconfitta finale: il suo idrovolante ricognitore, un Arado 196, aveva fuso il motore per motivi assolutamente futili[senza fonte] (l'incauta pratica di ammaraggio che produceva eccessive quantità* di spruzzi d'acqua verso i cilindri che si crepavano), e il conseguente servizio di avvistamento venne del tutto a mancare, rendendo la nave praticamente cieca per alcuni giorni. Un motore di riserva per l'idrovolante era sulla nave supporto Altmark, ma la Graf Spee non l'avrebbe incontrata ancora per alcune settimane
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
molto bello questo topic Giarabub..
me lo sono gustato..ottime foto..
ciao
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
sono contento, Dijio, fin da piccolo ero innamorato di questa unità*, ne avevo una stampa incorniciata in camera (sparita anch'essa nei vari traloschi)...dispiace come detto, che il loro vero valore non si sia potuto dimostare, avendo dovuto combattere praticamente da sole.
Tranne una volte , con un piccolo capolavoro, nell'operazione Cerbero, magari più avanti se ne può parlare
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Allegati: 6
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Ottimo Giarabub [264
Foto stupende
Restando al punto in cui sei posto queste piccole immagini.
[attachment=5:3bp2uk2k]11111111.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
[attachment=4:3bp2uk2k]marinai della Graf Spee osservano una delle vittime mentre affonda.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
[attachment=3:3bp2uk2k]Africa Shell.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
[attachment=2:3bp2uk2k]Doric Star.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
[attachment=1:3bp2uk2k]new beach.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
[attachment=0:3bp2uk2k]Ashlea.jpg[/attachment:3bp2uk2k]
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Allegati: 5
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Intanto, però, la rete dei segugi si sta stringendo intorno alla «corazzata tascabile».
Sia il Doirc Star che il Tairoa hanno fatto in tempo, prima di essere obbligati a fermarsi, a lanciare dei messaggi che iniziavano con la sigla convenzionale RRR, che significa: «Assalto da parte di una nave corsara di superficie». Anche se Langsdordff si illude che il nemico lo creda ancora nell'Oceano Indiano, quelle due ultime segnalazioni hanno dato all'Ammiragliato inglese la certezza che egli si trova nel Sud Atlantico, a non grande distanza dall'estuario del Rio de la Plata. Mentre il comandante tedesco, informato che un convoglio di quattro piroscafi nemici si trova nell'estuario, dirige verso di esso, la trappola sta per scattare.
Le forze navali che la Gran Bretagna e la Francia hanno messo in campo per dare la caccia alla Graf Spee e distruggerla, sono addirittura schiaccianti. Si tratta di ben nove distinte squadre operative, contraddistinte da altrettante lettere dell'alfabeto, ciascuna con il suo settore di pertinenza.
La Forza F, costituita dagli incrociatori Berwick e York, pattuglia le acque orientali del Nord America; la Forza G (incrociatori Cumberland, Exeter, Ajax e Achilles) sorveglia le coste orientali del Sud America; la Forza H (incrociatori Sussex e Shropshire) sorveglia le adiacenze del Capo di Buona Speranza; la Forza I (incrociatori Cornwall e Dorsetshire e portaerei Eagle) è di stanza a Ceylon; la Forza J (corazzata Malaya e portaerei Glorious) sorveglia il Golfo di Aden; la Forza K (incrociatore da battaglia Renown e portaerei Ark Royal) staziona sulla rotta Pernambuco-Freetown; la Forza L (incrociatore da battaglia Repulse e portaerei Fur) è adibita alla scorta dei convogli atlantici; La Forza X (due incrociatori francesi e la portaerei inglese Hermes) copre la rotta Pernambuco-Dakar. Infine, a protezione di quest'ultima rotta, considerata particolarmente sensibile, è pronta anche la Forza Y (incrociatore da battaglia francese Strasbourg e incrociatore inglese Neptune) .
Come si vede, la Graf Spee è letteralmente circondata, e la sua fine è solo questione di tempo. à? sufficiente che il nemico riesca a localizzarla - come avviene dopo l'affondamento del Doric Star e del Tairoa - perché almeno una delle squadre in pattugliamento nell'Atlantico (o nell'Oceano Indiano) abbia buone probabilità* di incontrarla e impegnarla, trattenendola fino all'arrivo delle altre che si trovano più vicine.
E così avviene.
Avvertito dai messaggi dell'Ammiragliato il commodoro Harwood(forza G) si prepara a dare la caccia alla corazzata tascabile, di cui ancora non conosce il nome, con le unità* a sua disposizione:
l'incrociatore Exeter (capitano di vascello F. S. Bell), nave ammiraglia dislocata a Port-Stanley; 203 mm
l'incrociatore Cumberland (capitano di vascello Moore), dislocato a Port-Stanley;(che non participò alla battaglia)
l'incrociatore Achilles (capitano di vascello W. E. Parry), in servizio davanti a Rio de Janeiro; 155 mm
l'incrociatore Ajax (capitano di vascello C. H. L. Woodhouse), in navigazione verso il Rio de la Plata. 155 mm
tre incrociatori di minore potenza di fuoco rispetto alla Admiral Graf Spee (che aveva cannoni di calibro fino a 280 mm contro i 203 mm dell'Exeter ed i 155 di Achilles ed Ajax), ma che comunque insieme rappresentavano un grosso problema per la nave tedesca.
Harwood, calcola, in base alle ultime segnalazioni ricevute, che il 13 dicembre la corazzata tascabile dovrà* trovarsi in un punto ben preciso al largo del Rio del la Plata e si dirige verso quella zona. Il Cumberland, però, deve trattenersi a Port Stanley, proprio nelle Isole Falkland, per delle avarie
un passo indietro per comprendere meglio, il giorno 5 mentre Harwood dispiega le sue forze ed impone a tutte il silenzio radio, il comandante tedesco Langsdorff è incerto se proseguire la sua azione al largo di Rio de Janeiro o nel Rio de la Plata. Per lui decide il fato. Il 7 dicembre l'Admiral Graf Spee intercetta il mercantile Streonshaln, di 9.895 tonnellate. Dopo averlo fermato ed essere saliti a bordo, i tedeschi si accorgono che il comandante J. J. Robinson ha fatto buttare a mare tre sacchi zavorrati. Uno di questi viene ripescato ed in esso viene rinvenuto il piano delle rotte delle navi mercantili che lasciano il Rio de la Plata dirette in Gran Bretagna. La decisione è presa! Dopo avere affondato lo Streonshaln in posizione 25° S - 27°50' W, l'Admiral Graf Spee fa rotta per la baia di Santos.
L'INCONTRO
Alle ore 7.00 del 12 dicembre 1939 gli incrociatori inglesi Ajax, Achilles e Exeter si trovano in posizione 32° S - 41° W, dove tutte le navi che entrano ed escono nel Rio de la Plata sono obbligate a passare; mentre si esercitano ad un attacco simulato, la Graf Spee è in navigazione a 15 nodi diretta proprio verso le navi inglesi.
Il 13 dicembre, alle prime ore del mattino, vede la Graf Spee a 34°30' S - 49°55' W con rotta 155° a 15 nodi. La visibilità* è ottima. Alle 5.52 le sue vedette segnalano la presenza di navi a 31.000 m sulla dritta a proravia. Langsdorff ordina di aumentare la velocità* per avvicinarsi e capire di che cosa si tratti.
Alle 6.00 viene dato l'ordine "al posto di combattimento" e le navi riconosciute dai tedeschi come un tipo Exeter e due cacciatorpediniere. Si decide di attaccare.
Alle 6.10 Langsdorff riconosce che i due supposti cacciatorpediniere sono in realtà* due incrociatori: l'Ajax e l'Achilles. Anche gli inglesi si avvedono della presenza della corazzata tedesca.
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Allegati: 5
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Una piccola aggiunta all'ottimo racconto di Giarabub.
I tedeschi avevano visto la formazione britannica molti minuti prima di essere a loro volta riconosciuti e avevano ritenuto le tre navi, scambiate per un incrociatore e due torpediniere, la scorta di un convoglio.
Di conseguenza il piano di Langsdorff fu rapido: attaccare e sgominare la scorta, piombare poi sul convoglio e distruggerlo.
Fu il primo errore della giornata per il comandante tedesco.
Il rapporto delle forze erano: 6 cannoni da 280 mm. e 8 da 152 mm. oltre agli 8 lanciasiluri per la corazzata tedesca ai quali si opponevano complessivamente 6 cannoni da 203 mm. (Exeter), 16 cannoni da 152 mm. (Ajax e Achilles) e 22 tubi lancia siluri da 533 mm. di tutti e tre gli incrociatori.
C`era dunque una certa superiorità* tedesca per la presenza di quei pezzi da 280 mm., ma Langsdorff avrebbe dovuto sganciarsi, le istruzioni che aveva ricevuto gli prescrivevano di non impegnare combattimento, se possibile, con unità* da guerra .
Cose abbastanza ovvie per una nave corsara, anche se potente, in quanto non poteva correre il rischio di riportare danni, perché non aveva basi vicine dove poter riparare le avarie.
Anche se le navi di Harwood erano veloci e la stavano cercando, la corazzata di Langsdorff forse poteva sottrarsi, dato che furono i tedeschi ad avvistare per primi gli avversari.
Si può anche aggiungere che la guerra di corsa, quel fermare e affondare mercantili, fatta da una nave della potenza dell`Admiral Graf von Spee e costruita per combattere altre navi da guerra, era quanto mai logorante per gli ufficiali e i marinai.
[attachment=4:oaiimbto]Commodoro.jpg[/attachment:oaiimbto]
[attachment=3:oaiimbto]graf spee.jpg[/attachment:oaiimbto]
[attachment=2:oaiimbto]Achilles.jpg[/attachment:oaiimbto]
[attachment=1:oaiimbto]Aiax.jpg[/attachment:oaiimbto]
[attachment=0:oaiimbto]artiglieri.jpg[/attachment:oaiimbto]
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Grande Cocis, la penultima foto che hai postato è MAGNIFICA, quasi quasi chiuderei qui [255
delle fasi della battaglia non ne ho molte
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Citazione:
Originariamente Scritto da Giarabub
Grande Cocis, la penultima foto che hai postato è MAGNIFICA, quasi quasi chiuderei qui [255
delle fasi della battaglia non ne ho molte
Grazie.
Anch'io non ho molto dello scontro, ho solo la cartina con le varie fasi dello scontro se non le hai tu le metto io.
[00016009
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
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Allegati: 7
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Una cartina con il tragitto della Graf Spee
[attachment=6:26aba6am]cartina.jpg[/attachment:26aba6am]
Le fasi dello scontro
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Allegati: 5
Re: Breve vita di un "Corsaro"
stavolta sono io che integro alle perle di Cocis :D
La Graf Spee naviga ora a tutta velocità*. Alle 6,15 accosta per 115, per attaccare da dritta. La velocità* dell'Exeter è stimata sui 117 nodi. La posizione della Graf Spee è favorevole.
6,15: l'Exter segnala otticamente all'Ajax: «Credo si tratti di una corazzata tascabile».
Nello stesso istante, Rasenack dava istruzioni alla due torri affinché fossero pronte ad aprire il fuoco, quando la A segnalò: «Non brandeggio!»
Era quanto di peggio potesse accadere. C'era difatti un'avaria a un magnete, un bullone del quale si era allentato sicché l'apparecchio di rettifica dell'alzo era bloccato. La riparazione fu immediatamente eseguita.
ora i tre cannoni della torre a sono in condizione di sparare. A 20.000 metri, le due torri aprono il fuoco. Una, brandeggiata sull'Exeter, l'altra, sull'Ajax.
6,20: secondo il piano predisposto il giorno precedente dal commodoro Harwood, la 1a divisione Achilles e Ajax) incomincia un tiro concentrato da 19.200 yarde e accosta per 340°.
L'Exeter lascia la linea di battaglia.
Come in un baleno, la divisione inglese si distende. Così, la Graf Spee sarà* costretta a disperdere il proprio turo e sarà* presa tra due fuochi da navi meno armate, meno protette da corazza, ma più veloci e, soprattutto, animate dal desiderio di vincere.
L'Exeter s'allontana dalla 1a divisione e apre il fuoco alle 6,20. L'Achilles alle 6,21, l'Ajax alle 6,23. Nello spazio di tre minuti, la battaglia s'accende da tutte le parti e le colonne d'acqua dei proietti tedeschi da 280 si levano attorno all'Exeter e all'Ajax. Sembra che Langsdorff faccia fatica a scegliere i propri obiettivi.
Il tiro dell'Achilles è preciso. Questo incrociatore neozelandese, comandato dal capitano di vascello Parry, possiede in dotazione un «cervello», eccezionale direttore di tiro: l'Admiralty Fire Control table. Questa specie di calcolatore elettronico inghiottiva tutte le informazioni che gli si forniva: distanza, velocità*, rotta del nemico, , e dirigeva i cannoni tenendo conti della velocità* del nemico (25 nodi), di quella dell'Achilles (28 nodi), della forza del vento, della pressione barometrica.
6,25: la Graf Spee concentra il tiro dei suoi 280 sull'Exeter mentre la sua artiglieria leggera spara sugli altri due incrociatori inglesi.
Il comandante Langsdorff non ha lasciato le sovrastrutture. Sopra di lui, l'ufficiale di tiro Asher è meglio protetto del suo comandante.
Langsdorff può vedere in cima all'albero delle navi inglesi la lunga fiamma bianca - la White Ensign - insegna di combattimento, una tradizione nelsoniana. Egli non sa che, su ogni nave, parecchie White Ensigns sono pronte a essere inalberate nel caso la prima fosse abbattuta.
La terza salva della Graf Spee tocca l'Exeter. Un proietto esplode al centro della nave, uccide gli addetti al tubo lanciasiluri di dritta, danneggia il sistema di trasmissione e mette fuori servizio i due aerei sistemati sul ponte. Una squadra getta fuori bordo i due apparecchi. L'Exeter spara otto salve.
Un proietto da 280 colpisce il pieno la torre B dell'Exeter. Tutti i serventi ai pezzi della torre sono uccisi. Nonostante fosse ferito, il comandante Bell riesce a lasciare la timoniera inutilizzabile e passa con i suoi ufficiali a poppa. Di là*, dirigerà* la battaglia. I suoi ordini vengono trasmessi attraverso la nave da una catena d'uomini.
6,28: due nuovi colpi a prora - sono dei 280!
6,30: i cannoni d'una torre della Graf Spee sparano sull'Achilles e sull'Ajax, ch'è colpito tre volte.
Il tiro dell'artiglieria di medio calibro della Graf Spee, di troppo corta gittata, è inefficace.
L'Exeter conosce un momento di respiro.
6,32: l'Exeter accosta per ovest per lanciare i siluri dai suoi tubi di dritta, ma la Graf Spee accosta di 150° sulla sinistra e fa rotta a nord-ovest sotto la copertura di una cortina di fumo. A tutta velocità*, l'Ajax e l'Achilles abbandonano momentaneamente la loro linea di tiro, accostando per nord, poi per ovest, per avvicinarsi al nemico.
6,37: il tenente di vascello Lewin s'arrampica a bordo dell'aereo di ricognizione dell'Ajax. Operazione pericolosa. La coperta è sconvolta dagli spostamenti d'aria provocati dai cannoni dell'Ajax che non cessano di far fuoco nemmeno durante il catapultamento dell'aereo.
L'Exeter accosta ancora una volta. Si avvicina alla corazzata tascabile tedesca.
6,38: l'Exeter riceve nuovi colpi in pieno. Il primo proietto mete fuori uso la torre prodiera. Il secondo scoppia al centro della nave, nell'alloggio sottufficiali e provoca un principio d'incendio in un deposito munizioni. Alcune tubolature scoppiano. Il deposito dei proietti da 105 è allagato. Le avarie sofferte dai circuiti elettrici costringono il comandante Bell a servirsi d'una bussola di fortuna.
6,40: alcuni proietti colpiscono la prora dell'Achilles. Diversi uomini restano uccisi. Il comandante Parry è ferito alle gambe. I tedeschi usano contemporaneamente proietti perforanti e granate esplosive.
L'ufficiale di tiro Washbourn scrive:
«Le schegge ci crivellano dalla linea di galleggiamento alla cima degli alberi. Il fracasso dei colpi in arrivo ci assorda. Lo choc è stato tremendo. Mi ricordo d'essere rimasto piegato in due sul mio seggiolino, mentre mi reggevo a due mani la testa grondante di sangue. Ho avuto la prontezza di riflessi d'urlare che si avvertisse la stazione di governo poppiera di sostituirci, dopo di che mi misi a fare il bilancio della situazione. La sala aveva l'aspetto di un mattatoio all'ora di punta. Avevamo ricevuto sei colpi in pieno sulla dritta, niente a sinistra. Due dei miei radiotelegrafisti non erano più che una specie di mucchietti di sargia blu inzuppati di sangue. L'uomo incaricato del cannocchiale telemetrico aveva al viso e alle cosce delle ferite tutt'altro che belle a vedersi. Era crollato addosso a un osservatore degli scarti. Quanto a costui, malgrado le profonde ferite alle natiche, ebbe il coraggio di restare al suo posto senza un solo lamento.
L'operatore dell'inclinometro era stato stroncato da due schegge. Disgraziatamente, non me ne accorsi subito, di modo che abbiamo continuato per un certo tempo a dirigere il tiro con un morto seduto davanti ai suoi strumenti. Inutile dire che la nostra precisione ne ha risentito. Quando me ne resi conto, ordinai a un giovane marinaio di seconda classe di sostituire il morto. Egli non riuscì a togliere il cadavere del suo predecessore, si sedette allora su "quella cosa" e continuò imperterrito l'aggiustamento sino alla fine della battaglia».
6,50: l'Exeter è praticamente fuori combattimento. Due torri su tre sono inutilizzabili. La terza, quella di poppa, continua a tirare ma con un solo canone, e a occhio. L'ufficiale di tiro dirige e giudica i colpi a lume di naso, sporgendo la testa, «come ai tempi di Trafalgar».
L'incendio fa strage. Il castello di prua non è più che un ammasso di ferraglia. L'incrociatore, avendo imbarcato 650 tonnellate d'acqua a prua, pesca 90 cm. di più. Nessuna comunicazione radio possibile con le altre navi inglesi. Si cammina sul sangue. Cadaveri ingombrano i ponti e i corridoi. Bell, colpito al viso, accecato, decide: «Montevideo vicino... No. Vi saremmo internati... Governa per Port Stanley... 1.000 miglia. à? molto, ma ci arriveremo». L'Exeter si avvolge di cortine di fumo e s'allontana dal campo di battaglia.
6,56: a tutta velocità*, la Graf Spee accosta più volte, si copre di nubi di fumo artificiale. L'Exeter, nel disimpegnarsi, sbanda di 7° sulla sinistra, continua a far fuoco dalla sola torre di poppa. Via d'acqua a prua. La Graf Spee continua ad avere come principale bersaglio l'Exeter, ma il suo tiro comincia a mancare di precisione.
«Si è per forza costretti ad ammirare il modo in cui il comandante della Graf Spee manovra la sua corazzata» dice il giovane sottotenente di vascello H. B. W. Williams dell'Achilles.
Passiamo a bordo della Graf Spee che manovra per evitare i proietti inglesi e si avvolge di cortine di fumo. Ascoltiamo F. W. Rasenack:
«Frammenti di proietti nemici che erano scoppiati sotto la linea di galleggiamento - colpi troppo corti - battevano la nostra carena con rumore metallico. à? strano ciò che si prova in momenti simili! In ogni modo, eravamo tutti calmi e sicuri del nostro successo. Il personale della direzione del tiro lavorava con velocità* e precisione.
Non si tratta affatto di cacciatorpediniere, bensì d'incrociatori e penso che almeno uno debba essere quasi fuori combattimento, che un altro lo seguirà* e la faremo finita con il terzo. Bang! Questo non è uno dei nostri colpi! Dove mai ci avrà* colpito? Una scia di siluro a sinistra! Con una forte accostata, la corazzata sbanda, ma mi sento rassicurato perché deduco che, il tempo di ricevere la notizia, il siluro è passato». (...)
Il commodoro Harwood soffriva come se ogni colpo che cadeva sull'Exeter entrasse nella propria carne. Aveva visto l'incrociatore farsi incontro gagliardamente alla Graf Spee e i proietti da 280 colpirne la parte prodiera, devastarne la coperta. L'Exeter aveva assolto il suo compito.
7,10: è il momento, per Harwood, di piombare sul nemico. La corazzata si trova ancora a 15.500 metri dall'Ajax e dall'Achilles, quando il commodoro prende la decisione di avvicinarsi «anche se questa manovra - scriverà* - spostando il nostro rilevamento ristretto al bersaglio, diminuisce la nostra potenza di fuoco».
7,16: la Graf Spee emette una cortina di fumo, accosta per nord-ovest e, trascurando d'inseguire l'Exeter, apre il fuoco sull'Ajax e l'Achilles. L'Ajax è colpita da tre proietti da 280, tiro notevole da 10 km. di gittata.
La Graf Spee emette più cortine di fumo poiché il fuoco degli incrociatori inglesi diventa pericoloso. Langsdorff è ferito due volte, alla spalla e al braccio. Il sangue cola dalla sua uniforme lacerata. Tuttavia, non autorizza che una fasciatura provvisoria... Pochi secondi dopo, lo spostamento d'aria d'uno scoppio lo scaraventa a terra e gli fa perdere conoscenza. Il suo secondo, capitano di vascello Kay, lo sostituisce. Per poco: Langsdorff s'è rialzato e ha ripreso il comando. Ordina delle brevi accostate, a tutta velocità*. Langsdorff, già* ufficiale specialista di siluri, teme che gli incrociatori inglesi forzino la velocità* per lanciare contro di lui.
7,20: la 1a divisione, a tutta forza, facendo alcuni zig-zag per disturbare la punteria del nemico, si avvicina alla Graf Spee per 180 (Greenwich) senza interrompere il tiro dei propri pezzi d'artiglieria. I bruschi cambiamenti di rotta nuocciono alla precisione del tiro, ma alcuni colpi vanno a segno. Sembra che un incendio si sia sviluppato al centro della corazzata tascabile.
7,25: un proietto da 280 a scoppio ritardato attraversa le sovrastrutture poppiere dell'Ajax, diversi camerini, la camera relais della torre ove genera gravi guasti al macchinario della torre X, danneggia la cremagliera di puntamento della torre Y e va a terminare la sua corsa nell'alloggio del commodoro. I danni provocati da questo proietto sono irreparabili: le torri X e Y fuori uso, quattro morti, sei feriti.
Calmo, imperturbabile, il commodoro decide di lanciare contro la Graf Spee. L'Ajax accosta sulla dritta e lancia quattro siluri da una distanza di 8.500 metri.
In piedi, in cima ala coffa dell'apparecchio di punteria generale della Graf Spee, Langsdorff ha scorto la scia dei siluri. Lancia un ordine: «Accosta di 130° sulla dritta», e ciò senza rallentare neanche di mezzo nodo. Evitati i siluri, Langsdorff riprende la rotta nord-ovest.
La corazzata tascabile tedesca era stata più volte colpita dai proietti inglesi, le perdite erano state gravi anche perché l'artiglieria leggera e i cannoni antiaerei non erano protetti. L'aspetto della coperta, uno spettacolo di devastazione. Morti e feriti da per tutto. Tuttavia, nonostante le sue avarie - la coperta e poi il ponte di batteria trapassati da un proietto da 150 che è andato a esplodere nel montacarichi delle munizioni, uccidendo quattro uomini, un altro proietto scoppiato sull'impianto n. 3 dei 150, a poppa, numerosi morti - la Graf Spee conserva ancora ampia libertà* di manovra e la sua potenza bellica.
«Alle 7,38 [scrive il commodoro Harwood] ci troviamo a circa 7 km. dal nemico. Ricevo in questo istante un rapporto dell'Achilles che mi informa come non gli resti più che il 20% di munizioni, che le torri X e Y sono fuori uso come pure il montacarichi della torre B. La nave non dispone più che di soli tre cannoni efficienti.
Il tiro della Graf Spee, d'altro canto, diventa sempre più preciso, mentre sembra che le avarie subite dalla corazzata non siano importanti. Decido quindi di interrompere la battaglia, salvo a riprenderla con la protezione della notte. In conformità* a tale decisione, alle 7,40 l'Ajax e l'Achilles, protetti da una cortina di fumo, fanno rotta verso est.
Una delle nostre ultime salve messe a segno dalla Graf von Spee fa cadere l'albero di maestra dell'Ajax, recidendo tutte le sue antenne radio... La Graf Spee non tenta minimamente di avvicinarsi a noi, ma, ad una velocità* di circa 22 nodi, prende una rotta per 270° che la porta diritta all'estuario del Rio de la Plata».
Ha inizio così l'ultima fase del combattimento, con la Graf Spee - solo apparentemente in vantaggio, in realtà* messa dura prova da venti proiettili nemici andati a segno e a corto di munizioni - che punta verso l'estuario, tallonata dai suoi implacabili inseguitori, anch'essi malridotti, ma ben decisi a non mollare più la preda, adesso che sono riusciti a individuarla e intercettarla.
Alle 7.38, mentre le unità* britanniche si trovano a solo 7.000 m dalla corazzata tedesca, Harwood decide di interrompere la battaglia con l'intenzione di riprenderla nel corso della notte. L'Ajax e l'Achilles fanno rotta verso est. L'Achilles ha soltanto il 20% delle munizioni, le torri poppiere ed il montacarichi della torre B sono fuori uso. La Graf Spee, senza tentare di avvicinarsi, prende a 22 nodi rotta per 270°. Sembra dirigersi verso l'estuario del Rio de la Plata. Prima di interrompere il contatto la Graf Spee riesce a mettere ancora a segno un colpo sull'Ajax; colpo che abbatte l'albero di maestra con tutte le antenne radio.
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Allegati: 18
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Alle 7.40 inizia il pedinamento dell'Ajax e dell'Achilles nei confronti della Graf Spee. Alla velocità* di 24 nodi le due unità* britanniche fanno rotta per 140° una e 240° l'altra, mantenendosi ad una distanza tra i 20 ed i 24 km.
Si fa la conta dei danni e delle perdite. Sulla Graf Spee si contano 35 uomini uccisi, di cui un ufficiale, e 60 feriti. I danni sono prevalentemente concentrati a prora. Un proietto ha perforato il ponte corazzato. Per questo LANGSDORFF giudica la sua nave non più in grado di navigare nel Nord Atlantico in quella stagione. Tra i danni si deve annoverare la messa fuori uso di tutte le cucine, ad esclusione di quella del comandante, per cui non è più possibile sfamare adeguatamente l'equipaggio. Le perdite sull'Ajax e l'Achilles sono modeste: sul primo si contano 7 morti, sul secondo 4.
Alle 9.12 l'Ajax recupera l'aereo del tenente di vascello LEWIN; ha sorvolato per molto tempo l'Exeter in navigazione verso le Falkland. Su questo si conta la perdita di 5 ufficiali e 56 uomini.
Alle 11.04, quando la Graf Spee si trova nei pressi dell'estuario del Rio de la Plata, incontra lo Shakespeare. In un primo momento LANGSDORFF decide di affondare con il siluro il mercantile e per questo trasmette alle unità* che lo inseguono di provvedere al recupero dei naufraghi. Subito dopo ritiene poco conveniente per la qualità* dei rapporti con l'Argentina e l'Uruguay, di cui avrà* bisogno nei giorni successivi, affondare una nave proprio all'ingresso dell'estuario. Prosegue dritto per la sua strada. Il messaggio che LANGSDORFF ha trasmesso, firmato con il nome della corazzata tedesca, consente agli inglesi di conoscere per la prima volta il nome dell'unità* contro cui stanno combattendo. Credevano di avere di fronte l'Admiral Scheer.
Alle 19.15, quando ormai sta penetrando nel Rio de la Plata, la Graf Spee apre il fuoco contro l'Ajax con i cannoni da 280 mm. L'Ajax risponde ma nessuno dei proietti colpisce il bersaglio, da entrambi le parti. LANGSDORFF ha già* deciso di rifugiarsi nel porto di Montevideo ma questo HARWOOD non lo sa e dispone le sue navi in modo da contrastare la fuga dell'unità* nemica. Questa sarebbe possibile considerato che la Graf Spee conserva intatta la sua capacità* di combattimento mentre le unità* britanniche, oltre alle menomazioni subite, hanno un residuo 20% del munizionamento iniziale. In realtà* LANGSDORFF non possiede più le capacità* decisionali di cui è capace. Le ferite riportate hanno intaccato pesantemente le sue possibilità*. Questo non era noto all'Alto Comando tedesco quando, READER in persona, informato sull'esito della battagli, aveva lasciato tutte le decisioni alle capacità* discrezionali di LANGSDORFF. La Graf Spee pertanto prosegue la sua navigazione in direzione di Montevideo e sulla sua rotta incontra, a 2 miglia dall'isola di Lobos l'incrociatore neutrale Uruguay prima ed il transatlantico francese Formose poi.
A 10 miglia da Montevideo LANGSDORFF comunica all'equipaggio che la battaglia è finita. La Graf Spee da fondo all'ancora davanti a Montevideo alla mezzanotte del 13 dicembre 1939. Nel corso della notte ai prigionieri inglesi a bordo della corazzata, usciti tutti indenni dalla battaglia, viene comunicato che il giorno successivo saranno lasciati liberi.
La decisione di entrare nel porto di Montevideo è, probabilmente, infelice: l'Urugay è un Paese neutrale, ma propende per gli Alleati; molto meglio sarebbe stato puntare su Buenos Aires, dato che il governo argentino è in buoni rapporti con le potenze dell'Asse.
Una volta in porto, le leggi internazionali consentono una sosta di sole ventiquattr'ore a una nave da guerra di una potenza belligerante in acque neutrali, a meno che essa abbisogni di gravi ed urgenti riparazioni. Ha inizio, così, un tiro alla fune tra l'ambasciatore tedesco e quello britannico che ha per oggetto il diritto di permanenza della «corazzata tascabile».
Per Langsdorff ci vogliono almeno cinque giorni; è questo il tempo necessario non solo ad effettuare le riparazioni più necessarie, ma anche per concentrare davanti all'estuario un certo numero di U-Boote, in modo da attaccare la squadra inglese che si sta concentrando per interdire alla Graf Spee le acque del mare aperto. Per gli Inglesi, quest'ultima deve salpare entro le ventiquattro ore.
Il 14 dicembre due esperti del ministero degli esteri uruguaiano salgono a bordo della corazzata tedesca per controllarne le condizioni. Secondo la Convenzione dell'Aja dell'8 ottobre 1907 una nave belligerante non può trattenersi per più di ventiquattro ore in un porto neutrale. Un prolungamento è consentito se lo stato del mare o i danni subiti possono pregiudicare la sicurezza della nave. Trascorso il periodo accordato, se il porto non viene lasciato, la nave deve essere disarmata e l'equipaggio internato.
Mentre il Ministro degli Esteri dell'Uruguay, Alberto Guani, è in attesa del rapporto dei tecnici inviati a bordo della Graf Spee, gli ambasciatori di Gran Bretagna, Millington-Drake, e di Francia, Gentil, chiedono udienza al ministro, per consegnare una lettera dei rispettivi governi; lettera in cui si chiede di applicare la Convenzione dell'Aja.
Langsdorff nel frattempo cerca di trovare il modo per riparare i danni della sua nave. L'unico cantiere a Montevideo è proprietà* dei Voulminot, di origine francese, che si rifiutano di eseguire i lavori. Questi dovranno essere fatti dagli stessi marinai e da qualche volontario reperito tra i numerosi simpatizzanti alla causa tedesca di Montevideo.
Alle 19.00 i tecnici inviati a bordo consegnano il loro rapporto al Ministro degli Esteri. Nel rapporto si segnala la presenza di due falle a prora, una di 2 x 2 m, prossima al galleggiamento, e l'altra di 0.7 x 0.6 m, giudicate pericolose per la navigazione. Sulla base del rapporto il governo uruguayano concede alla Graf Spee una permanenza di 72 ore a partire dalle 20.00 del 14. Ciò significa che la nave dovrà* lasciare il porto entro le 20.00 del 17 dicembre.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
moolto bene..bravi!! [264
da farne un articolo..pesante!
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Allegati: 1
Re: Breve vita di un "Corsaro"
[264
considerazioni inglesi
Alle 11.03 la Graf Spee, avendo avvistato a non grande distanza una nave mercantile, usando il segnale di soccorso prebellico co municò all'Ajax: " Vi preghiamo di raccogliere le lance di salvataggio del vapore inglese. ". In realtà* Langsdorff non affondò la nave, la Shakespeare. Egli aveva ordinato all'equipaggio di abbandonare la nave, ma poiché, secondo quanto appare nel diario di guerra tedesco ciò non era avvenuto, il comandante cambiò idea... tenendo conto di quel la che sarebbe poi stata la probabile accoglienza riservata al suo equipaggio a Mon tevideo. Si deve rilevare che durante tutta la sua missione Langsdorff aveva affondato nove navi inglesi senza provocare la perdita di una sola vita umana. Gli inglesi passarono un brutto momento alle 15.30, quando l'Achilles avvistò in di rezione nord ovest una nave col fumaiolo affusolato. Nulla di simile appariva nei manuali di identificazione, ma nessuno aveva ancora visto una fotografia degli incrociatori tedeschi del tipo Hipper armati con cannoni da 203 mm. Un messaggio da poco diffuso aveva fornito dettagli sufficienti per tratteggiare uno schizzo approssimativo del la nuova unità* tedesca, e la somiglianza era impressionante. Anche se l'idea che si trattasse di una nave di quel tipo si diffuse in un baleno, prima di segnalare il fatto al l'Ajax il comandante Parry preferì attendere; quando infine sembrò non vi fosse più alcun dubbio, trasmise: " Emergenza! Nemico in vista rilevamento 297, " e poi: " Sospetto incrociatore con cannoni da 203 mm. Confermo quanto prima. " Per Harwood la notizia costituì un duro colpo; essa sembrava spiegare la rapida ri tirata della Graf Spee verso ovest i tede schi lo stavano attirando in una trappola. Pochi minuti dopo, però, l'Achilles comunicò: " Falso allarme. " Si trattava semplicemente di un mercantile di nuovo tipo, il De lane, con sovrastrutture affusolate. Alle 18.52, da una distanza di 13 miglia la Graf Spee sparò due salve contro l'Ajax e proseguì verso la costa dell'Uruguay, col sole che sarebbe tramontato alle 20.48. Durante l'ora seguente la Graf Spee sparò altre tre salve, ma l'Achilles, certo che i tedeschi non potevano scorgerlo nel l'oscurità*, non rispose. Le salve tedesche ebbero però un altro effetto. " Il fumo del la cordite era così scuro, " scrisse il comandante Parry, " che queste salve crearono una cortina fumogena dietro la quale era molto difficile distinguere la nave tedesca; solo due ore dopo il tramonto fu possibile iden tificarla nuovamente senza alcun dubbio. " Alle 22.13 il comandante Parry poté vedere la sagoma della Graf Spee stagliarsi contro le luci di Montevideo. Poiché la sola carta che Harwood aveva in mano era quella di tentare di trattenere il nemico in porto, egli chiese via radio al ministro plenipotenziario inglese a Montevideo di " usare tutti i mezzi possibili per ritardare la partenza della Graf Spee, in modo da guadagnare tempo e consentire ai rinforzi di raggiungermi. Suggerirei di far salpare navi inglesi e invocare poi la regola delle ventiquattro ore per impedire all'unità* tedesca di lasciare il porto. " (Secondo le norme internazionali, se una nave mercantile di un paese belligerante salpa da un porto neutrale, nessuna nave da guerra del paese nemico può salpare prima di 24 ore). Mercoledì 13 dicembre 1939, nell'ufficio dell'addetto navale presso l'ambasciata inglese di Buenos Aires giunsero notizie allarmanti. Fummo informati che il commodoro Harwood, la cui insegna era issata sul pennone dell'Ajax e che era accompagnato dall'Exeter e dall'Achilles, era im pegnato in battaglia con la Graf Spee. Sapevamo perfettamente che, in quanto a potenza, la sua formazione era relativamente più debole della corazzata tascabile tedesca, e sapevamo anche che non vi erano rinforzi che potessero giungere in aiuto prima di alcuni giorni. Col trascorrere delle ore, la tensione aumentava poi, con nostra grande sorpresa e sollievo, venimmo a sa pere che la Graf Spee si stava dirigendo verso il Rio de la Plata. Più tardi sentimmo che aveva mutato rotta e che stava puntando su Montevideo. La prima cosa che dovevamo cercare di fare era scoprire l'entità* dei danni subiti dalla Graf Spee. A tal fine, dopo esserci procurati una barca, girammo attorno alla nave mantenendoci a pochi metri di distanza. Eccettuato uno squarcio ben al di sopra della linea di galleggiamento, nella parte prodiera e qualche danno alle sovrastrutture, la nave appariva in condizioni discrete; e lo strano dispositivo del quale avevo sentito parlare ma che non avevo ancora avuto occasione di vedere, e di cui le navi di Harwood non erano ancora dotate, l'antenna radar sembrava funzionare in modo soddisfa cente. Gli uomini dell'equipaggio si occupa vano con aria tranquilla dei lavori di bordo. Evidentemente neppure i motori principali avevano subito gravi danni. Altrimenti, come avrebbe potuto la corazzata raggiungere Montevideo a tutta velocità*? La faccenda aveva tutta l'aria di un enigma, e noi concludemmo che il motivo che aveva indotto il comandante Langsdorff a portare la sua nave in porto fosse costituito da qualche grave guaio alle apparecchiature di comando delle artiglierie o quelle del tiro o dalla mancanza di munizioni, e che quindi per il momento la nostra politica avrebbe dovuto essere quella di esercitare pressioni sugli uruguayani affinché bloccas sero la Graf Spee internandone l'equipaggio o di insistere affinché, visto che appariva in grado di tenere il mare, alla nave non fosse consentito di restare in porto per più di 24 ore, secondo quanto stabilivano le norme internazionali. Riferii questo mio punto di vista al nostro ministro, Eugen Millington Drake, il quale già* tanto si era dato da fare per promuovere gli interessi inglesi in Uruguay, ed egli inviò immedia tamente una nota in tal senso al governo uruguayano.
Purtroppo scoprimmo ben presto di avere preso la decisione sbagliata. Il mattino seguente il commodoro Harwood ci spiegò come, in realtà*, stavano le cose: la Graf Spee era ancora una formidabile unità* di combattimento e, invece d'insistere affin ché fosse obbligata a salpare, avremmo do vuto fare tutto il possibile per tenerla in porto almeno fino a quando Harwood avesse ricevuto i rinforzi necessari per di struggerla. Devo rilevare che a quel tempo potevamo comunicare col commodoro solo con estrema lentezza. Poiché in Uruguay non avevamo alcun impianto radio clande stino (analogo a quello che, come scoprim mo più tardi, avevano i tedeschi) tutti i messaggi dovevano essere instradati sulla rete telegrafica ordinaria facente capo alle isole Falkland. Durante quel primo giorno il comandante Langsdorff e i suoi ufficiali furono molto attivi. Il comandante scese a terra per con ferire col ministro tedesco, Otto Langmann, e con l'addetto navale capitano di vascello Niebuhr. Essi fecero i preparativi per celebrare a terra il funerale degli ufficiali e dei marinai tedeschi caduti in combattimento e si accordarono con le autorità* uruguayane af finché queste ultime ispezionassero la nave, sperando probabilmente che in seguito a tale ispezione alla Graf Spee sarebbe sta to concesso loro di restare in porto il tempo necessario alla riparazione dei danni. I tedeschi interpellarono inoltre numerose imprese specializzate in riparazioni, le qua li inviarono a bordo i loro tecnici. Sabato mattina salii a bordo dell'Ajax dove trovai il commodoro da lui seppi che il Cumberland aveva raggiunto la formazione in sostituzione del l'Exeter, ma che i rinforzi, costituiti dal l'incrociatore da battaglia Renown e dalla portaerei Ark Royal, erano giunti solo a Rio 1000 miglia più a nord dove si stavano rifornendo di combustibile. Inol tre l'Ajax poteva impiegare solo la metà* del suo armamento principale Harwood sottolineò nuovamente quanto fosse importante bloccare la Graf Spee nel porto. L'altro suo principale motivo di preoccupazione era dato dall'atteggiamento del le autorità* uruguayane, specialmente per quanto concerneva le loro rivendicazioni relative alla questione delle acque territo riali. Quella mattina stessa l'Ammiragliato gli aveva comunicato di limitarsi a rispettare il limite delle tre miglia, senza minimamente preoccuparsi della rivendicazio ne dell'Uruguay sull'intero estuario del Rio de la Plata rivendicazione sostenuta, con l'appoggio degli Stati Uniti, da tutte le al tre repubbliche sudamericane. Tuttavia, rendendosi conto di quanto le nostre navi in missione nell'Atlantico meridionale di pendessero dall'atteggiamento di quei paesi nei nostri confronti, il commodoro esita va a sfruttare le istruzioni ricevute dal l'Ammiragliato. Mentre tornavo al mio ufficio mi avvidi che a bordo della Graf Spee si stava svol gendo un'intensa attività*. Molti operai, provenienti da Buenos Aires, lavoravano di gran lena, mentre il mercantile tedesco Turoma stava trasbordando sull'unità* da guerra un notevole quantitativo di provviste. Inoltre, sebbene il governo uruguayano avesse accettato la nota con cui prean nunciavamo, per la sera stessa, la parten za di un secondo mercantile, il Dunster Grange, le autorità* informarono il nostro ministro di non poter accettare ulteriori preavvisi poiché la Graf Spee aveva annun ciato di voler salpare il giorno seguente. Fu allora che si ebbe un lampo di genio, facciamo credere ai tedeschi che questa notte arriveranno in nostro aiuto grandi rinforzi; commissionan do un notevole quantitativo di combustibi le per rifornire tali rinforzi presso la ba se navale argentina, dovremmo riuscire a convincerli. Questo sotterfugio doveva pe rò essere approvato da Londra, e l'appro vazione doveva giungere in tutta fretta e ci giunse nel giro di quattro ore!. Si trattava ora di stabilire quale fosse il modo migliore per far filtrare questa in formazione negli ambienti tedeschi. Sape vamo che la linea telefonica tra Montevi deo e Buenos Aires era controllata se avessi telefonato all'ambasciatore inglese che si trovava in quella città*, con probabilità* i tedeschi lo avrebbero quasi subito. Il giorno seguente, domenica, il tempo era splendido. Una grande folla era confluita a Montevideo dall'altra sponda del Rio de la Plata e dal resto del paese vi era un'atmosfera di spasmodica attesa la radio aveva annunciato che la Graf Spee sarebbe probabilmente salpata quello stesso giorno e che era possibile che, appena fuori dal porto, scoppiasse una battaglia navale. Verso la fine della mattinata, una delle nostre vedette entrò agitatissima nell'ufficio dicendo: " Ci sono dei marinai che stanno scendendo dalla Graf Spee. Fin ad ora ne abbiamo contato un centinaio ". Scendendo al porto notai che la scala del cassero era stata nascosta con un telone, e vidi, accanto alla Graf Spee, una motolancia completamente coperta da tende cosicché era difficile riuscire a vedere chi o che cosa i tedeschi stessero imbarcando. La motolancia fece numerosi viaggi tra l'unità* da guerra e il mercantile Tacoma, e una delle nostre vedette, situata in un punto particolarmente fortunato, attraverso uno strappo nel telone era riuscita a vedere ciò che stava accadendo ed aveva tenuto il conto degli uomini che si spostavano. Più tardi i tedeschi abbandonarono ogni pretesa di segretezza e, verso la metà* del pomeriggio, tutti ormai sapevano che ottocento uomini avevano abbandonato la nave. Era dunque chiaro che essa non avrebbe potuto combattere.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
L'ambasciatore inglese protesta per il lungo periodo accordato ma il governo uruguayano conferma la sua decisione, anche perché sottoposto alle pressioni in senso contrario dell'ambasciatore tedesco. Mentre le ore passano, gli inglesi cambiano tattica, e da Londra arriva all'ambasciatore Millington-Drake la disposizione di fare di tutto per trattenere la corazzata tedesca nel porto di Montevideo per almeno altri 5 giorni. Così che la corazzata Renown e la portaerei Ark Royal possono raggiungere le navi di Harwood.
Venerdì 15 dicembre Millington-Drake si incontra con il Ministro Guani e chiede che, essendo una nave inglese, l'Ashworth, in procinto di salpare, alle 18.15, da Montevideo, in virtù del fatto che la Convenzione dell'Aja vieta ad una nave da guerra di lasciare un porto neutrale prima che siano passate ventiquattro ore dalla partenza, dallo stesso porto, di una nave mercantile del paese avversario, di proibire alla Graf Spee di lasciare il porto prima delle 18.15 di sabato.
Stessa scena si ripete più tardi nella giornata quando Millington-Drake informa Guani che il giorno successivo alle ore 17.00 il mercantile inglese Dunster Grange lascerà* Montevideo. Rinnova pertanto la richiesta di proibire alla Graf Spee di salpare prima che siano trascorse ventiquattro ore dalle 17.00 di sabato.
Mentre gli inglesi si davano da fare per tenere bloccata in porto la corazzata tedesca, Langsdorff aveva inviato a Berlino un telegramma in cui, oltre a segnalare l'impossibilità* ormai di raggiungere la Germania, proponeva di forzare il blocco esercitato dalle navi inglesi in direzione di Buenos Aires; chiedeva inoltre l'autorizzazione ad auto affondare la nave nelle acque basse del Rio de la Plata se il tentativo di forzamento doveva risolversi a svantaggio della Graf Spee, oppure farsi internare in Uruguay. Il 16 dicembre il grandammiraglio Reader invia a Langsdorff il telegramma di risposta in cui si invita a percorrere tutte le strade possibili per ottenere una dilazione del periodo di sosta, si autorizza a forzare il blocco in direzione di Buenos Aires, si autorizza l'auto affondamento piuttosto che l'internamento in Uruguay.
Mentre Harwood riceve il grado di contrammiraglio e viene nominato commendatore dell'ordine del Bagno il comandante Langsdorff sbarca e si reca, attorno alle 19.00 del 16 dicembre, presso la legazione tedesca di Montevideo. Li viene raggiunto da un nuovo telegramma di Reader che ordina, constatata l'impossibilità* di ottenere una dilazione, di forzare il blocco ed autoaffondarsi se la nave rischia la distruzione ad opera delle navi inglesi.
Dalle notizie disponibili in quel momento la Graf Spee per dirigersi verso Buenos Aires avrebbe dovuto combattere contro la Renown, armata di sei cannoni da 381 mm, l'Ark Royal, con una sessantina di apparecchi, il Cumberland e, ancora, l'Ajax e l'Achilles. La decisione è presto presa.
Nel tardo pomeriggio del 17 dicembre , data di scadenza dell'ultimatum , la Graf Spee lascio' lentamente il porto di Montevideo sotto gli occhi di migliaia di curiosi che avevano affollato la riva ed i moli . Aveva a bordo il suo Comandante e gli uomini strettamente necessari per la manovra , seguita a vista dai due rimorchiatori con il resto dell'equipaggio .
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Allegati: 11
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Appena superato il limite delle acque territoriali , Langsdorff fermo' le macchine ed innesco' le cariche esplosive per l'autodistruzione . Alle 20.44 del 17 dicembre 1939 , la Graf Spee , completamente deserta e dopo aver "smantellato" il telemetro , salto' in aria . Langsdorff , convinto a malincuore dai suoi uomini a non lasciarsi morire con la nave , si imbarco' su uno dei rimorchiatori e diresse verso Buenos Aires , ove riteneva che le autorita' argentine potessero considerare lui ed il suo equipaggio come normalissimi naufraghi ; invece vennero internati tutti in un quartiere dell'arsenale .
altre foto del giorno, con i "rilievi" inglesi, funerali ed altre "inedite"..ne metterò a breve.
saluti
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
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Allegati: 8
Re: Breve vita di un "Corsaro"
Ottimo racconto e altrettante ottime foto e belli i video [264
Avevo già* preparato una buona parte dell`integrazione [icon_246 pertanto scusate se resto un po` indietro e aggiungo qualcosa riguardo i prigionieri che si trovavano a bordo durante la battaglia.
Un gruppo di circa 30 ufficiali della marina mercantile britannica si trovava prigioniero nel quadrato di poppa degli ufficiali inferiori a bordo della Graf Spee e per uno strano gioco della sorte, il gruppo si trovò ad essere testimone oculare del memorabile scontro.
La posizione dei prigionieri, però fu indubbiamente singolare; se da un lato, infatti, non potevano augurarsi che la vittoria delle armi del proprio Paese, dall`altro sapevano perfettamente che ogni granata britannica giunta a segno poteva significare la fine per loro.
Tra questi ufficiali, che fortunatamente furono sbarcati tutti sani e salvi, tranne un ferito leggero, a Montevideo, si trovava il Capitano Dove, catturato poco tempo prima, che pubblicò circa tre mesi dopo un libretto intitolato "Sono stato prigioniero della Graf Spee" nel quale narrava le sue vicissitudini e quelle dei suoi colleghi di prigionia.
Solo qualche passo.
Avanzavamo sempre zig-zagando a tutta velocità* e ci inclinavamo così tanto che in certi momenti pensai che ci saremmo capovolti.
Potevamo vedere degli uomini che azionavano un sollevatore di munizioni e sembravano molto preoccupati.
Più tardi il capitano Langsdorff ci disse che ci trovavamo nella parte più sicura della nave, dietro la blindatura, ma subito ci disilludemmo, si udì uno scoppio assordante sulla copertura d`acciaio direttamente sopra le nostre teste.
Si spensero tutte le luci, schegge di acciaio contorto ed altri rottami ci piovvero intorno ed improvvisamente un raggio della luce del giorno si aprì un varco verso un angolo della nostra prigione.
Vidi che tutti correvano verso gli angoli della stanza, alcuni raccolsero giubbetti salvagente, mettendoseli sopra la testa come protezione, uno di loro si avvolse la testa con una amaca, altri si rifugiarono sotto i tavoli.
Il ragazzo ferito che non si poteva muovere ed era seduto sopra una pila di amache, fu trascinato sotto un tavolo su cui vennero ammucchiate molte amache a mo di rifugio antiaereo, ma era chiaro che tutto questo non riavrebbe assolutamente protetto.
La polvere, le schegge e l`odore degli esplosivi ci soffocavano.
Passò molto tempo prima che decidessimo di muoverci da questo asfissiate rifugio.
Da dove mi trovavo acquattato potevo vedere il danno causato dalla granata. C`era una fenditura dove iniziava la copertura, però fortunatamente la granata aveva colpito la sbarra d`angolo, di 6 pollici di spessore, della piastra di mezzo pollice di spessore sopra di noi, se fosse caduta sulla lamiera tra le sbarre, non avremmo avuto la possibilità* di salvarci, la granata sarebbe penetrata e scoppiata in mezzo a noi.
La granata aveva squarciato la copertura, ma solo enormi schegge erano arrivate sino a dove eravamo noi.
Malgrado tutto e per una nefasta coincidenza, l`unica persona colpita fu il ragazzo che già* era ferito, una delle schegge lo aveva colpito ad un braccio.
Sopra le nostre teste riprese la lotta, però la situazione era per noi cambiata.
La lamiera di acciaio del soffitto era volata via ed il vetro era andato in frantumi.
Attraverso la fenditura potevamo scorgere l`azzurro del cielo e, se salivamo sugli stipetti, anche il mare.
Era azzurro e tranquillo e ci balenò l`idea che, nel peggiore dei casi avremmo avuto almeno la possibilità* di metterci in salvo a nuoto.
Potevamo dedurre dalla posizione del sole che la Graf Spee navigava in direzione ovest e per le enormi ondate di prua e per il vibrare delle macchine, che la nave andava a tutta velocità*.
Tutti i cannoni che riuscivamo a vedere erano puntati verso poppa.
Da tutti questi indizi si poteva trarre una sola conclusione: la Graf Spee era in fuga e la stavano inseguendo.
Restando a Montevideo
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L' affondamento, successivamente riporterò quel che comunicò l'inviato speciale della BBC a Montevideo.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Montevideo 17 dicembre 1939.
Alle ore 19.30 di quel giorno l`inviato speciale della BBC trasmise il seguente servizio che poi fu ripreso da tutte le reti radiofoniche occidentali.
Qui Mike Fowler che vi parla da Montevideo.
Davanti a me al centro del porto c`è la corazzata tascabile Graf Spee la nave corsara che tutto il mondo parla.
Essa si è rifugiata da 4 giorni nel porto neutrale uruguaiano dopo un duro scontro con tre unità* britanniche che ora l`attendono oltre il limite delle acque territoriali.
Fra poco la Graf Spee dovrà* lasciare il porto infatti mancano pochi minuti allo scadere del tempo concesso dal governo uruguaiano per riparare i danni subiti.
Se fra poco questa nave non salperà* sarà* sequestrata e l`equipaggio internato.
Cosa faranno i tedeschi? Affronteranno le navi inglesi o lasceranno che la loro bella nave venga requisita?
Ci sono circa 300.000 persone ammassate sui moli, sulle terrazze e sui tetti della città*, tutti vogliono vedere con i propri occhi ciò che sta per accadere.
Sanno di essere testimoni di un avvenimento che passerà* alla storia.
Ma che succede?....scorgo del movimento sui ponti della Graf Spee........ma si ....la nave sta per salpare.....si sentono le macchine pulsare.......le ancore vengono alzate....sì, signore e signori la corazzata si muove.
Si dirige verso il largo, verso il nemico......i tedeschi hanno preso la loro decisione.....ora l`inevitabile sta per accadere......
Ma il cronista si sbagliò, infatti la nave non si diresse verso il nemico.
La nave si fermò all`imboccatura del porto, gli uomini dell`equipaggio si precipitarono nelle scialuppe dirigendosi verso alcuni battelli.
Pochi istanti dopo, un`alta colonna di fumo si levò al centro della corazzata.
Ma ecco ancora il racconto di Mike Fowler: ...che sta succedendo? Mio Dio i tedeschi hanno dato fuoco alla santabarbara!.
Ci giungono delle esplosioni terribili, tutti i vetri di Montevideostanno andando in frantumi.......la Graf Speer sta affondando....i tedeschi l`hanno fatta saltare....ma perché hanno fatto questo? Perché? Perché?.....
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Allegati: 8
Re: Breve vita di un "Corsaro"
o"grande Cocis !!
Il 19 dicembre , Langsdorff scrisse all'ambasciatore tedesco in Argentina assumendosi la piena responsabilita' di quanto accaduto e preannunciando di aver preso la decisione di togliersi la vita, questo il testo :
«Dopo aver a lungo riflettuto, ho preso la grave decisione di affondare la corazzata tascabile Admiral Graf Spee per evitare che cadesse in mano al nemico. Condotta la mia nave a Montevideo, mi sono trovato in una trappola, in condizioni che non mi lasciavano altre alternative e ne sono tuttora convinto: il tentativo di aprirmi il varco fino in alto mare era destinato a fallire per insufficienza di munizioni...
Il responsabile dell'affondamento della corazzata tascabile Admiral Graf Spee sono soltanto io e se, ciò facendo, ho gettato l'ombra del biasimo sulla nostra bandiera, sono lieto di pagare con la vita. Vado incontro al mio destino con ferma fede nella causa e nell'avvenire della patria e del Führer. Scrivo questa lettera nella quiete della sera, serenamente, perché Vostra Eccellenza possa informare i miei superiori e soffocare le dicerie».
Dopo aver salutato con un " auf wiedersehen " i suoi uomini , Hans Langsdorff , rimasto solo , si uccise con la sua pistola d'ordinanza . Di Lui si ricordano doti umane eccezionali nei confronti dei suoi uomini e dei suoi stessi nemici , grandi qualita' di combattente ed uno spiccato senso dell'onore .
I suoi uomini scoprirono il suo corpo quando mancò di comparire a cena e poi anche a colazione, decisero quindi di cercarlo ma venne rinvenuto ormai cadavere. Fatto sta che i destini della Graf Spee e del suo comandante Hans Langdorff sono rimasti uniti e non si sono macchiati di alcun crimine di guerra durante i pochi mesi di regno incontrastato lungo l'Oceano Atlantico del Sud periodo nel quale la nave tedesca e soprattutto il suo comandante, pur nelle avverse condizioni di una guerra che sarebbe stata la peggiore mai scoppiata si distinsero per spirito cavalleresco, compassione e aderenza fedele alle convenzioni militari dell'Aja
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Immagini a dir poco stupende e sconosciute, grande Giarabub [264
Con riferimento a quanto hai scritto "Fatto sta che i destini della Graf Spee e del suo comandante Hans Langdorff sono rimasti uniti e non si sono macchiati di alcun crimine di guerra durante i pochi mesi di regno incontrastato lungo l'Oceano Atlantico del Sud periodo nel quale la nave tedesca e soprattutto il suo comandante, pur nelle avverse condizioni di una guerra che sarebbe stata la peggiore mai scoppiata si distinsero per spirito cavalleresco, compassione e aderenza fedele alle convenzioni militari dell'Aja" infatti, risulta che nessun marinaio delle navi abbordate ed affondate ha perso la vita e che tutti sono stati tratti in salvo o si è fatto modo che venissero soccorsi.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
Super topic..
molte foto bellissime e dettagliate..
non posso fare a meno di "continuare" a complimentarmi con Voi..
come molti amo anche io queste Regine dei Mari e la Marina in genere..
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Allegati: 4
Re: Breve vita di un "Corsaro"
in conclusione,
La macchina della propaganda tedesca riportò che la Graf Spee aveva affondato un incrociatore pesante e danneggiato pesantemente i due incrociatori leggeri, riportando solo danni leggeri â?? il suo auto-affondamento fu quindi difficile da spiegare. L'accaduto contribuì alla scarsa opinione di Hitler nei confronti della flotta di superficie tedesca. La battaglia fu invece una grossa vittoria propagandistica per i britannici durante la finta guerra, e l'opinione sul Primo Lord del Mare Winston Churchill ne uscì migliorata.
La Exeter, gravemente danneggiata, venne portata prima alle Isole Falkland e poi a Devonport per essere riparata. Si è detto che venne danneggiata al punto da non rendere economicamente conveniente ripararla, ma Churchill decise di farla aggiustare lo stesso per non doverla dare per distrutta.
I prigionieri catturati dalla Graf Spee alle navi mercantili affondate, che erano stati trasferiti sulla sua nave rifornimento Altmark, vennero liberati dagli uomini della cacciatorpediniere britannica HMS Cossack, con un arrembaggio passato alla storia come l'Incidente della Altmark (16 febbraio 1940) â?? mentre la nave tedesca si trovava nello Jà¸ssingfjord, nella acque neutrali della Norvegia. I prigionieri che non erano stati trasferiti sulla Altmark ed erano rimasti sulla Admiral Graf Spee durante la battaglia, vennero rilasciati all'arrivo a Montevideo.
Il 22 dicembre 1939 oltre 1.000 marinai della Admiral Graf Spee vennero portati a Buenos Aires ed internati. Esistono molte storie, ma poche informazioni affidabili, sulle loro attività* successive nel periodo bellico, comprese fughe, ritorni illegali nelle forze armate tedesche, spionaggio, e approdi clandestini di sottomarini tedeschi in Argentina. Dopo la guerra molti marinai tedeschi si stabilirono permanentemente in diverse parti dell'Argentina e dell'Uruguay, alcuni vi ritornarono dopo essere stati rimpatriati in Germania.
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
immagini recenti di commemorazione in Argentina e recuperi
fonte: vari articoli nel tempo assemblati
vecchie collezioni: "i grandi fatti"
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Re: Breve vita di un "Corsaro"
eccellente, veramente eccellente, bravissimi a tutti e due !!!!