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L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
La Royal Navy, nella persona del Comandante in Capo della Mediterranean Fleet, ammiraglio Andrew Cunningham, decise allora di allestire un'operazione per affondare o danneggiare le unità* navali italiane dislocate nella base di Taranto, perfezionando un piano di attacco notturno con aerosiluranti studiato già* nel 1935 dall'Ammiraglio Lumley Lyster, all'epoca della guerra d'Etiopia. Il piano era molto rischioso e contava molto sul fattore sorpresa, in quanto le portaerei da cui sarebbero decollati gli aerei per compiere la missione, dovevano portarsi ad almeno 130 miglia dalla costa italiana, con il rischio di essere scoperte dal nemico. Inoltre si doveva illuminare la rada ricorrendo al supporto di aerei bengalieri, mentre gli aerosiluranti avrebbero dovuto volare a pelo d'acqua, per eludere le batterie contraeree e per evitare che i siluri affondassero nel fango del fondale basso. Tuttavia, se le navi italiane avessero steso le cortine fumogene, l'azione sarebbe certamente fallita.
Il pomeriggio del 6 novembre 1940 l'operazione ebbe inizio: le navi da battaglia Malaya, Ramillies, Valiant e Warspite, la portaerei Illustrious, gli incrociatori Gloucester e York e 13 cacciatorpediniere, salparono da Alessandria d'Egitto diretti verso Malta, nei cui pressi stazionava la portaerei Eagle. L'8 novembre, allarmato da queste manovre nel Mar Mediterraneo, il Comando supremo della Marina italiana inviò unità* cacciatorpediniere, torpediniere e sommergibili di pattuglia nel canale di Sicilia, mentre nella base di Taranto fu fatto concentrare il grosso della forza navale italiana. Le navi britanniche raggiunsero Malta nella giornata del 10 novembre, ed il giorno seguente la portaerei Illustrious cominciò a dirigersi verso il punto prefissato per il lancio degli aerei verso Taranto. La portaerei Eagle non poté invece salpare a causa di un'avaria al motore: questo inconveniente dimezzò praticamente il numero di aerei disponibili, ma non costrinse a rinviare l'incursione.
Le ricognizioni degli aerei britannici su Taranto si protrassero fino alla sera dell'11 novembre, quando la Royal Navy apprese che nelle due rade del porto di Taranto si erano riunite le navi da battaglia Andrea Doria, Caio Duilio, Conte di Cavour, Giulio Cesare, Littorio e Vittorio Veneto, gli incrociatori pesanti Bolzano, Fiume, Gorizia, Pola, Trento, Trieste e Zara, i due incrociatori leggeri Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, Giuseppe Garibaldi e vari cacciatorpediniere. Per citare un'espressione dell'ammiraglio Andrew Cunningham: "Tutti i fagiani erano nel nido". A difesa del porto erano previsti 87 palloni di sbarramento, ma le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti ne avevano strappati 60 e non si erano ancora potuti rimpiazzare a causa della mancanza di idrogeno. Le unità* navali erano protette da reti parasiluri, ma degli 8.600 metri necessari per una difesa efficace, ne erano stati posati appena 4.200 metri. Queste reti erano comunque distese per soli 10 metri sotto il livello del mare, lasciando quindi uno spazio non protetto tra la rete stessa ed il fondale. L'Ammiraglio di Squadra Inigo Campioni inoltre, aveva richiesto che le reti parasiluri fossero sistemate ad una distanza dalle sue navi tale da poter salpare rapidamente, senza prima dover rimuovere le protezioni.
Alle ore 20.30 dalla portaerei Illustrious cominciarono le operazioni di decollo della prima ondata di aerei diretti verso Taranto. Giunti sull'obiettivo pochi minuti prima delle ore 23.00, furono accolti da un poderoso fuoco di sbarramento. Due bengalieri cominciarono a lanciare i bengala sulla sponda orientale del Mar Grande per illuminare i profili dei bersagli, mentre 6 aerosiluranti Fairey Swordfish iniziarono a scendere a quota di siluramento. Un primo velivolo, che venne poi abbattuto, sganciò un siluro contro la Conte di Cavour, squarciandone la fiancata sinistra, altri due mirarono contro l'Andrea Doria, senza però colpirla. Contemporaneamente quattro aerosiluranti danneggiarono i cacciatorpediniere Libeccio e Pessagno e bombardarono i depositi di carburante. Alle 23:15 due aerosiluranti attaccarono contemporaneamente la Littorio, colpendola sia a dritta che a sinistra, mentre l'ultimo Swordfish sganciò inutilmente un siluro contro la Vittorio Veneto.
Alle 23:20 gli aerei della prima ondata si ritirarono, ma alle 23:30 arrivarono gli aerei della seconda ondata. Nonostante il fuoco di sbarramento, un primo Swordfish sganciò un siluro contro la Caio Duilio colpendola a dritta, mentre due aerosiluranti colpirono la Littorio. Un altro aereo mirò alla Vittorio Veneto che anche questa volta fu risparmiata, mentre un secondo Swordfish venne abbattuto nel tentativo di attaccare la Gorizia. Infine un ultimo attacco danneggiò seriamente l'ncrociatore Trento. Gli ultimi aerei si ritirarono alle ore 0:30 del 12 novembre: l'attacco contro Taranto era terminato provocando 59 vittime. In 90 minuti gli aerosiluranti della Royal Navy avevano prodotto danni ingenti, in quanto metà* della forza navale italiana era stata messa fuori combattimento.
L'esito dell'incursione dimostrò soprattutto quanto fosse sbagliata la convinzione secondo cui gli aerosiluranti non avrebbero potuto colpire le navi all'interno delle basi, a causa dei bassi fondali, ma soprattutto segnò un punto di svolta nelle strategie della guerra sul mare, affidando all'aviazione e quindi alle portaerei un ruolo fondamentale nei futuri combattimenti
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Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Il bilancio del bombardamento è pesante, quasi la metà* del naviglio militare italiano fu reso inoperante o rimase comunque colpito, i rapporti di forza nel Mediterraneo cambiarono quindi in favore dei britannici:
la corazzata Cavour fu colpita imbarcando acqua da una falla di 12 per 8 metri, non affondò perché fu fatta incagliare; successivamente trasportata a Trieste per le riparazioni non entrò più in servizio per tutta la durata del conflitto.
la corazzata Littorio fu colpita da tre siluri che richiesero più di quattro mesi di riparazioni.
la corazzata Caio Duilio ebbe una sola falla che la fermò fino al maggio 1941.
l'incrociatore pesante Trento fu colpito lievemente e già* il 26 Novembre poté prendere parte alla battaglia di Capo Teulada.
i cacciatorpediniere Pessagno e Libeccio rimasero colpiti.
I danni non si limitarono a queste navi, gli inglesi bombardarono anche il porto e i depositi di munizioni e trovarono anche il tempo di affondare qualche nave mercantile che solcava il canale di Otranto. Alle ore 1:05 ossia due ore dopo l'inizio dell'attacco a Taranto fu intercettato un convoglio diretto in Albania, si trattava delle navi mercantili Locatelli, Premuda, Vado, Catalani scortate dalla torpediniera Fabrizi e dalla motonave Ramb III che non furono avvisate della presenza dei britannici nella zona e continuavano indisturbate la loro marcia. La Fabrizi si interpose tra il fuoco degli incrociatori e le navi merci sparando contro gli attaccanti: l'epilogo fu che la torpediniera fu colpita così come i quattro navigli che affondarono con il loro carico di merci e uomini, 25 uomini risultarono dispersi nelle operazioni di salvataggio che recuperarono 140 marinai dei mercantili, sulla Fabrizi i caduti furono 12.
La Ramb III diversamente non partecipò alla battaglia ancorché il suo capitano Francesco De Angelici ritenne di non avere speranze di riuscita, perciò fu processato e a nulla valse il fatto di aver salvato la motonave da un sicuro affondamento.
Fortunatamente l'Italia ebbe in questo frangente un alleato insperato, il cattivo tempo. La flotta inglese di Alessandria si ricongiunse la mattina seguente nel mare Egeo e l'Ammiraglio Lyster propose di attaccare nuovamente Taranto la sera seguente ma il suggerimento fu scartato in conseguenza del cattivo tempo e la flotta torno nel porto egiziano.
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Interessante Topic! Grazie mille!
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Ottimo topic, molto interessante [00016009
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Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Complimenti.
mi permetto solo di aggiungere che, come Dieppe "insegnò" sulle future operazioni(d-day), così Taranto "ispirò" molto i giapponesi(Pearl Harbor).
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
benissimo..
diciamo che questo fatto..come anche altri , vedi bombardamento di Genova, Matapan, etc etc..continuano a farmi venire un nervoso..
ottimo..con un pò di pazienza vorrei poterlo incrementare con spunti di riflessione..
nel fratempo vi leggo con molta attenzione..grazie
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Mio papà* c'era, in una batteria a terra. Non ne parlava molto. Diceva solo che nei giorni precedenti avevano avuto continui allarmi aerei, giorno e notte. Non facevano altro che fumare, per restare svegli, visto che non potevano dormire.
Poi ha raccontato vari episodi, ma io quella volta ero una ragazzina e non gli badavo molto.
Le canne dei pezzi che diventavano rosse e bisognava aspettare che si raffreddassero, altrimenti c'era il rischio che scoppiasse tutto, anzi mi pare che una batteria è saltata proprio per questo.
I proiettili che erano spolettati male, per cui non arrivavano fino all'altezza degli aerei.
Il cielo illuminato dai razzi luminosi e dai traccianti. Una Piedigrotta!
Le navi che sparavano basso, per colpire gli idrovolanti... e si colpivano tra di loro.
Un pezzo (una mitragliatrice?) si era inceppato e un ufficialetto, preso dal panico, ha dato un forte colpo, col palmo della mano sul caricatore, sperando di sbloccarlo... e si è aperta la mano.
Scusate i termini non tecnici. 8)
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Grazie serlilian questi racconti mettono la commozione specialmente in persone che come me hanno avuto il padre (era nei sommergibilisti) che vissero quei terribili momenti
Grazie mille
Juno
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Bella trattazione Juno anche se purtroppo il finale lo conosciamo. Quello che meraviglia della nostra marina è che si riuscissero a mischiare vaccate come Taranto con imprese come Alessandria. Atti di assoluto valore con impreparazione ed ottusità*.
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
OT soptattutto ottusità* dei vertici, perchè ritengo che i nostri soldati abbiano sempre dato il massimo con il minimo di preparazione e materiali
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
...sapevano molte cose gli Inglesi che attaccarono Taranto..(distanza tra le reti e disposizione delle stessi intorno alle corazzate), sapevano del varco protettivo tra i palloni frenati (la mancanza e la causa della mancanza già* accennati da Juno)
sapevano che nessuna nave aveva abbandonato il "sicuro Ormeggio" fino al giorno stesso dell'attacco in quanto tutte le navi erano sempre state monitorate in porto da un ricognitore inglese..(dov'era la nostra aviazione)..sapevano delle batterie AA tanto da poter imbastire una tattica che li vide passare a distanza di sicurezza dalle stesse..evitando perdite più cospicuie di quelle subite..
dov'era la nostra Marina, la maggior parte..lo sappiamo..eppure sulla deviazione delle Unità* Inglesi nel loro "solito" incrocio con il convoglio proveniente da Alessandria (la Illustrious deviò fino a Cefalonia per poi porsi in rotta di attacco..(in quello che era da noi considerato mare relativamente sicuro) non un ricognitore incrociò il convoglio nemico, non un sommergibile e neanche un peschereccio..insomma la Fortuna arrise agli audaci..e Audaci furono..se dimezzarono in un batter baleno la maggior parte delle nostre forze in mare e che fino a quel momento avevano avuto un peso determinante nello scacchiere Mediteraneo nei confronti della flotta Inglese..
eppure ripeto si sapeva che la direttrice di movimento Inglese era e fu sempre la stessa per tutta la durata della guerra..Malta - Alessandria, a metà* strada questa massa di navi e portaerei che scortava convogli si dilettò più di una volta nel portare l'offesa proprio approfittando del volume di fuoco e dei numeri (di navi aerei) che poteva vantare..scambiandosi, per così dire i trasporti a metà* strada, affidandoli a seconda dei casi a l'una o l'altra delle due flotte di scorta che facevano ritorno alle loro basi di partenza.
dopo Taranto la nostra flotta non fu più in grado di operare in parametri di bilanciamento, le rimanevano solo due corazzate..le altre ancora in cantiere,..sopratutto sulla costante pressione della cosidetta guerra dei convogli..che "infiniti addusse lutti" in Africa (parafrasando l'Iliade)
la flotta inglese in seguito spostò alcune delle sue corazzate, in Atlantico..a fare danni
sul fatto che L'iniziativa di una certa rilevanza in Mediterraneo fu perduta...
fu cosa assodata!
c'era poco da fare una volta subito l'attacco, si parlò a livello strategico
in un secondo momento su come si sarebbero potuti contenere i danni..(azionando le cariche fumogene sulle navi alla fonda in modo da impedire o per lo meno rendere difficoltosa la vista e la mira dei bersagli agli aereosiluranti e bombardieri inglesi)
paradosso del tutto Italiano fu, di contro, il confezionare azioni tipo Gibilterra e molte altre da parte delle nostre "forze speciali" (Sommergibilisti, X^MAS)
con situazioni tipo questa di Taranto, l'altrettanto scandalosa azione su Genova..
evito di dilungarmi..in altre tragedie..che purtroppo ci furono..
sintetizzando,
il giudizio di Cunningham "il fatto che mentre gli Italiani nel complesso dimostravano poco spirito di iniziativa (comune) sul mare, riuscissero tanto bene in azioni individuali. Certamente essi avevano uomini capaci delle imprese più ardite.
lo trovo del tutto appropriato..
e penso che possa essere ritrovato nelle parole di Juno che tendono giustamente ad assolvere il Valore dei molti, che privi di responsabilità* decisionali e strategiche hanno dato anche più del dovuto..
preciso che pur amando PROFONDAMENTE la Marina Militare..(sopratutto al nostra)
ci sono accadimenti, tipo questo, che non smetteranno mai di lasciarmi perplesso e sconcertato.
Re: L'Operazione Judgement (Taranto 1940)
Citazione:
Originariamente Scritto da Juno
OT soptattutto ottusità* dei vertici, perchè ritengo che i nostri soldati abbiano sempre dato il massimo con il minimo di preparazione e materiali
Concordo pienamente, i nostri soldati quando bel guidati o non ostacolati hanno sempre dato il massimo anche con i pochi mezzi a disposizione spesso meravigliando lo stesso nemico.