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La guerra privata del "Comandante Diavolo"
mettendo a posto alcune cose, mi è capitata in mano una vecchia "rivista militare"
vediamo, tempi permettendo, se può risultare interessante...
"A Brindisi (Guillet), incontrò a una mensa alleata due degli ufficiali britannici che gli avevano dato la caccia in Eritrea. "Che fortuna non avervi incontrato allora!" dissero cavallerescamente alzando il bicchiere alla sua salute. "Che fortuna per voi, forse. Che disgrazia per me, di certo!" rispose con amarezza il Tenente Colonnello Guillet." (Indro Montanelli, Gli incontri).
Stiamo parlando di AMEDEO GUILLET, nel libro, Vittorio Dan Segre, che ha conosciuto personalmente Guillet prima come nemico attraverso i rapporti dell`Intelligence Service e poi come alleato nel 1944, ricostruisce la sua eccezionale vicenda africana con l`intento di rendere omaggio a un soldato tanto valoroso quanto leale. Tuttora i giornali d'oltremanica dedicano ammirati articoli ad Amedeo Guillet, un italiano che smentisce il luogo comune - ben diffuso tra i britannici - secondo il quale gli italiani sarebbero "useless in combat", inetti in battaglia. Un paio di mesi fa l'Observer ha annunciato l'uscita dell`ultima biografia di Guillet scritta dal giornalista Sebastian O'Kelly "Amedeo: The True Story of an Italian's War in Abyssinia.
Le ultime azioni di guerriglia condotte dagli italiani contro le truppe di occupazione britanniche si svolsero nell`estate del '42 per mano di altri due personaggi fuori le righe: la dottoressa Rosa Dainelli*(sempre per la nostra capacità* innata di "sottovalaturci"..e mi tengo stretto) e il capitano Servizio informazioni militari Francesco De Martini. De Martini, che si era già* fatto notare nel '41 per alcune spericolate e brillanti azioni in Dancalia, venne fatto prigioniero (nel luglio '41) riuscendo però a fuggire e successivamente ad incendiare con mezzi di fortuna i depositi di munizioni di Daga (Massaua).
*Non ricevette la medaglia la dottoressa Rosa Dainelli che sempre nell'agosto del '42, dimostrando patriottismo, doti atletiche e coraggio fuori dal comune, penetrò di notte nel più sorvegliato deposito di munizioni inglese di Addis Abeba facendolo esplodere. Rosa Dainelli riuscì miracolosamente a farla franca e soprattutto a salvare la pelle arrecando al nemico un danno ben più grande di quanto ella avesse previsto. Nel deposito, infatti, si trovavano 2 milioni di speciali cartucce Fiocchi preda bellica che il Comando inglese aveva già* destinato per i nuovi mitragliatori Sten appena entrati in servizio ma ancora privi di adeguata scorta di cartucce. Il mancato utilizzo dei proiettili italiani ritardò l`impiego dello Sten per mesi
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Bella e interessante storia.
Se hai altri particolari integra che li leggerò con molto piacere in particolare su Rosa Dainelli che non conoscevo.
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Allegati: 4
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
purtroppo, stranamente, anzi sistematicamente..in un paese dove basta inforcare una bicicletta per essere decorato al valore, senza polemica ma tant'è..non ci sono molte notizie su di lei se non indirette..ne avrebbe meritata una molto particolar la coraggiosa e affascinante dottoressa Rosa Dainelli che nell`agosto del `42, dimostrando patriottismo, doti atletiche e coraggio fuori dal comune, penetrò di notte nel più sorvegliato deposito di munizioni inglese di Addis Abeba facendolo esplodere con una pericolosa carica di dinamite a miccia. Rosa Dainelli riuscì miracolosamente a farla franca e soprattutto a salvare la pelle arrecando al nemico un danno ben più grande di quanto ella avesse previsto. Nel deposito, infatti, si trovavano 2 milioni di speciali cartucce Fiocchi preda bellica che il Comando inglese aveva già* destinato quale munizionamento per i nuovi mitragliatori Sten appena entrati in servizio ma ancora privi di adeguata scorta di cartucce.
Il mancato utilizzo dei proiettili italiani costrinse quindi gli inglesi a fare a meno dei moderni mitragliatori fino al novembre del `42 quando dalle fabbriche inglesi uscirono finalmente le nuove cartucce costruite ad hoc...
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à? una finestra che si affaccia su una strada lunga 98 anni. à? quella che ha percorso finora
il Generale, Ambasciatore, Barone Amedeo Guillet. Da questa finestra se ne vedono le pietre miliari: gli eventi
che lo hanno visto protagonista o testimone; una cavalcata attraverso quasi un secolo della Storia d`Italia.
Tuttavia, per lunghi anni, questa finestra è rimasta chiusa. L`Italia ufficiale si era dimenticata di lui. à? stato solo
grazie ad alcuni amici, come il giornalista Indro Montanelli, che scrisse di lui nel 1962, lo storico Vittorio Dan
Segre, con il suo libro "La guerra privata del tenente Guillet", e, paradossalmente, anche agli ex avversari inglesi,
come il generale Sir William Platt, il quale aveva lealmente riconosciuto il suo valore in battaglia, che il nome
di Amedeo Guillet è giunto ad occupare il posto che merita. Il suo nome giustamente è inserito nel lemmario dell`enciclopedia
Treccani.
Queste righe sono rivolte a tutti, ma soprattutto ai giovani, militari e civili perché Amedeo Guillet ha saputo
imporsi all`attenzione come militare e come civile.
Mano a mano che il cammino procede, ci si accorge che la sua vera forza è qualcosa che, potenzialmente, esiste
in ogni essere umano; è un insieme di generosità*, altruismo, senso della giustizia e del dovere, onestà*, integrità*
morale, disprezzo per l`opportunismo e la grettezza d`animo; queste sono state le voci che Amedeo Guillet ha
ascoltato quando ha preso le decisioni più importanti della sua vita, sia come militare che come diplomatico,
segno inequivocabile che le due condizioni sono perfettamente equivalenti.
Se al termine di questa cavalcata di 98 anni il lettore sarà* toccato nei propri sentimenti, allora l`obiettivo sarà*
stato raggiunto. E sarà*, per Amedeo Guillet, l`ennesima vittoria.
Amedeo Guillet nasce a Piacenza il 7 febbraio 1909 da nobile famiglia di antico lignaggio savoiardo. Essa era
composta dal Barone Alfredo, Ufficiale dei Regi Carabinieri, dalla mamma Franca, dai figli Beppino, Maria ed
Amedeo.
Trascorre l`infanzia e la fanciullezza a Piacenza, Bari e Sassari.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il padre ed i suoi due fratelli, lo zio Amedeo, Generale designato d`armata
e lo zio Ernesto, Ufficiale di cavalleria, partono per il fronte.
Il padre viene ferito sul Podgora, ma, invece di completare a casa la convalescenza, si dichiara completamente guarito
per essere di nuovo con i suoi Carabinieri al fronte.
Che Amedeo Guillet avesse una predisposizione per i cavalli si era capito da quando aveva tre anni.
All`Accademia Militare di Modena, nella quale entrò nel 1928, scelse ovviamente l`Arma di Cavalleria. Ne uscì
nel 1931 con i gradi di Sottotenente e fu assegnato, per il servizio di prima nomina, al reggimento "Cavalleggeri
di Monferrato". Per sua sfortuna il reparto era comandato dallo zio Ernesto, il quale fece di tutto per applicare, nei
confronti di Amedeo, il regolamento con il massimo rigore: affinchè non si dicesse che il Comandante del reggimento
favoriva il nipote.
Amedeo Guillet dimostrò ben presto le sue qualità* di cavaliere. Aveva adottato incondizionatamente il metodo
naturale del Capitano di cavalleria Federigo Caprilli che, negli anni precedenti, aveva letteralmente rivoluzionato
il modo di montare a cavallo in uso da secoli.
Amedeo Guillet dice testualmente: ....è l`uomo che deve adattarsi alle possibilità* naturali del cavallo e non il contrario.
Per la sua bravura equestre fu ben presto incluso fra i quattro cavalieri che avrebbero costituito la squadra italiana
di equitazione per le Olimpiadi che si sarebbero tenute a Berlino nel 1936. Fu inviato quindi a Budapest per affinare
le sue capacità*.
Ma a Berlino non arrivò mai. Era iniziata la campagna di Abissinia ed il Tenente Guillet non ebbe la minima esitazione
nella scelta, come lui stesso ricorda: ....il mio primo dovere era sempre stato quello di servire la Patria e
la campagna di guerra aveva la priorità* sulle Olimpiadi.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Ottima integrazione e foto interessanti :P
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Allegati: 6
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Senza dubbio una figura è stata sempre presente, anzi, si è inserita discreta e tenace nelle pagine della vita di
Amedeo Guillet: don Chisciotte.
Per una forte maggioranza di sedicenti intellettuali, don Chisciotte costituisce, ancora oggi, una figura ridicola. Per
i più benevoli è un personaggio grottesco, un personaggio di cui ridere. Per i più seriosi è invece un pazzo visionario,
un esempio da non seguire. Ragazzi non fate come don Chisciotte. Siate pratici, guardate al sodo ed al soldo
e soprattutto non combattete contro i mulini a vento.
Per Amedeo Guillet quella maschera austera di cavaliere senza macchia e senza paura è stata uno specchio, dopo
averne colto il profondo messaggio universale. Messaggio di integrità* e coraggio, nonostante la lancia spuntata e
la cavalcatura asmatica. Un cavaliere che è pronto a battersi contro la nequizia, l`ingiustizia, l`amoralità*, la cultura
d`accatto. Tutte negatività* che, a volte, assumono le forme ingannevoli di cose utili agli uomini, come ad esempio
i mulini a vento.
Amedeo Guillet crede in don Chisciotte come ama ricordare: ....per la sua fede nei principi della giustizia, dell`onestà*
e dell`altruismo, condensati nelle regole della Cavalleria.
Archiviata la partecipazione alle Olimpiadi, Amedeo Guillet ottiene il trasferimento presso un reparto di Spahi di
Libia. A Zuara inizia a conoscere i cavalieri libici e ad imparare, con molta umiltà*, la lingua e la cultura araba.
Nell`ottobre 1935 inizia la campagna di Abissinia. Il 24 dicembre viene ferito alla mano sinistra durante la battaglia
di Selaclaclà*.
Nei mesi successivi partecipa ai combattimenti fino al termine delle ostilità*, il 5 maggio 1936.
Nel luglio 1936 viene decorato a Tripoli dal Maresciallo d`Italia Italo Balbo.
Torna in Italia in dicembre e si fidanza con Beatrice Gandolfo.
Nel febbraio 1937 si tiene a Napoli una sfilata storica in onore del Principe ereditario Vittorio Emanuele, a cui partecipa
anche Beatrice in costume medievale.
Marzo del 1937: il Tenente Guillet organizza, a Tripoli, la parte equestre della cerimonia in cui Mussolini si sarebbe
proclamato difensore dell`Islam.
Nel giugno 1937 organizza a Roma la sfilata dei cavalieri libici in occasione del primo anniversario della fondazione
dell`Impero. Nella circostanza conosce il Generale Frusci.
In quel periodo entra in vigore una normativa per i dipendenti dello Stato non sposati, con severe restrizioni sulle
loro promozioni. A questo punto il progetto di matrimonio di Amedeo con Beatrice si blocca. Egli così ne spiega
il motivo: ....innanzitutto per un doveroso riguardo nei confronti della mia fidanzata. Non volevo dare l`impressione
che l`avrei sposata per essere promosso. Speravo quindi di avere la promozione per merito di guerra.
Nell`agosto 1937 accetta la proposta del Generale Frusci di seguirlo nella campagna di Spagna. Combatte a
Santander e Teruel nei carri armati ed al comando di un tabor di cavalleria marocchina.
Giugno 1940: l`Italia è nel Secondo conflitto mondiale.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
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Allegati: 6
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
in effetti..personaggio unico
Tra il 1937 ed il 1942 emerse, in tutta la sua nobilissima grandezza, la figura di Amedeo d`Aosta, Viceré d` Etiopia.
Egli si prodigò, con saggezza e generosità*, a favore di etiopi ed italiani, promuovendone il progresso materiale e
morale, nonché il rispetto reciproco.
Va ricordato con dispiacere che, in passato, c`è stato chi ha gratuitamente attribuito al Duca d`Aosta espressioni
denigratorie nei confronti di alcuni connazionali. Solo chi lo ha conosciuto personalmente e assiduamente frequentato,
come Amedeo Guillet, sa quanto false e malevole siano state quelle dicerie. Egli sottolinea: ....mai e poi mai
Amedeo d`Aosta si sarebbe abbassato a pronunciare, specie dinanzi a cittadini stranieri, una sola parola negativa
nei confronti di qualsiasi italiano.
Nonostante l`immane compito di difendere l`Impero con mezzi insufficienti, egli affrontò coraggiosamente il
nemico cui tenne testa per undici mesi.
Il Duca concluse l`impari lotta sull`Amba Alagi il 19 maggio 1941, ricevendo, dopo la resa, l`onore delle armi da
parte dell`avversario che, cavallerescamente, ne aveva riconosciuto il valore.
Morì in prigionia. Da soldato fra i suoi soldati.
Poco prima dell`inizio del conflitto, Amedeo Guillet viene nominato dal Governatore dell`Eritrea, Generale
Frusci, Comandante del Gruppo Bande Amhara, formato da 1700 uomini, etiopici, eritrei, yemeniti, inquadrati da
Ufficiali italiani. L`unità* ha la consistenza di un reggimento, avrebbe dovuto essere comandata da un Colonnello,
e lui è solo un Tenente!
La stima e la fiducia del Generale Frusci lo riempirono d`orgoglio. Obiettivo del Gruppo è quello di operare contro
il nemico nella regione Nord-occidentale dell`Eritrea, con la massima autonomia e libertà* di azione
La sera del 20 gennaio del 1941 il Tenente Guillet rientra al forte di Cherù dopo una lunga, estenuante ed infruttuosa
ricerca del nemico. Lui e le sue Bande desiderano soltanto un pasto ed un po` di riposo. Ma non ne hanno il
tempo. Il comandante del forte, Generale Fongoli, gli chiede di ripartire entro poche ore ed affrontare gli inglesi
della "Gazelle Force" che stavano per catturare migliaia di soldati italiani in manovra di arretramento verso
Agordat. Bisognava trattenere il nemico almeno per un giorno, lungo la strada che dalla piana di Aicotà* va verso
Barentù.
Il Tenente Guillet torna dai suoi uomini. Poche ore dopo, all`alba del 21 gennaio, sono schierati alle spalle dell`ignaro
nemico.
Carica con ottocento cavalieri, portando lo scompiglio fra i terrorizzati soldati anglo-indiani.
Evita di essere accerchiato grazie alla carica del Tenente Togni. Poco dopo, Amedeo Guillet carica di nuovo scompaginando
lo schieramento inglese. La sua è stata una vittoria perchè lo scopo dell`attacco è stato ottenuto. Le truppe
italiane in ritirata raggiungono indisturbate la loro destinazione.
Quella del Tenente Guillet era l`ultima carica della Cavalleria nella storia militare dell`Africa.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Ottima integrazione.
Non entro nella tua puntuale e bella narrazione, ma visto che hai citato il Duca Amedeo d'Aosta, vorrei raccontare un piccolo ma significante particolare a cui ha assistito Rosa Dainelli.
Il 1° di novembre 1940 il War Office di Londra destinò al comando che da lì a tre mesi avrebbe invaso la Somalia, sir Alan Cunningham, compagno di scuola di Amedeo.
Il Duca fu profondamente deluso quando constatò che la sua amicizia con sir Alan, non fu ricambiata.
A metà aprile 1941, preoccupato della sorte della popolazione civile bianca ammassati a Dessiè, il Duca fece infatti chiedere a Cunningham che desse garanzia per la sorte di donne e bambini.
Ma Cunningham rispose molto seccamente, il 17 aprile, "che era dovere dei comandanti militari britannici.....di continuare la guerra con la massima energia...e non può consentirsi che alcunché interferisca con tale scopo fintantoché i combattimenti continuano"
Quando il Duca ricevette questa risposta ebbe forse l`unico scatto di indignazione che gli si conosca.
Era in quel momento a colloquio con una italiana, Rosa Dainelli, che lo aveva seguito da Addis Abeba, per chiedergli istruzioni sui sabotaggi che essa intendeva compiere nella capitale ai danni degli inglesi, una volta che l`avessero occupata.
Essa lo vide impallidire e stringere nel pugno il messaggio radio, poi sbottò: "Farabutto, speculare così su donne e bambini. Sa benissimo cosa ne farebbero i partigiani amhara. E` uno sporco ricatto: non me lo aspettavo, da un mio compagno di scuola.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
sto' leggendo il libbro lo consiglio a tutti
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Allegati: 6
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
ottima scelta, antigone
applausi a scena aperta per cocis [264
La penultima carica, invece, la comanda il Tenente Renato Togni, Vicecomandante del gruppo e amico di Amedeo
Guillet.
Quel giorno egli compiva ventisei anni.
Appena ritornato sulla sua posizione di partenza dopo il successo della prima carica, è pronto per la successiva.
All`improvviso si accorge che gli inglesi avevano mutato tattica: avevano messo in campo tre carri armati
"Matilda", con i quali stavano per prendere alle spalle il suo Comandante. Consapevole del pericolo mortale, spedisce
un messaggero al Tenente Guillet avvertendolo della situazione. Nel laconico messaggio informa che lui
avrebbe caricato subito gli inglesi con i suoi trenta "Marescialli", una allusione scherzosa ai Marescialli di
Napoleone, assicurando che avrebbe fatto il suo dovere. Stava facendo sue le parole del Vangelo di Giovanni:
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".
Sembra di vederlo il Tenente Togni, con il berretto sulle ventitrè, con quel suo sguardo fiero ed al contempo scanzonato
e beffardo. Guarda i suoi trenta "Marescialli" indigeni, tutti volontari per quella azione. Si scambiano uno
sguardo profondo e saturo di vita, consapevoli di ciò che li attende.
Quando il Tenente Togni ordina: "....CARICAT!" Tutti si slanciano come un sol uomo contro i carri che hanno, in
quel momento, le armi puntate verso il basso per scendere lungo la sponda dell`Uadi. Ma il fuoco della fanteria
indiana non dà* loro scampo.
Il Tenente Togni si abbatte senza vita con il suo cavallo sulla torretta di un carro.
Il buon Dio, commosso, certamente quel giorno ha concesso al Tenente Togni ed al suo "arabo" grigio di cavalcare
attraverso le praterie del Cielo.
Dopo la carica di Cherù, Amedeo Guillet partecipa, da protagonista, con il suo Gruppo appiedato alla battaglia del
Cochen.
Al momento della ritirata da Agordat, salva, grazie al suo tempestivo e personale intervento, ben quindicimila soldati
italiani che stavano per cadere in una trappola tesa loro dagli inglesi.
In quel periodo viene finalmente promosso Capitano per meriti di guerra.
A Teclesan combatte, appiedato, l`ultima battaglia prima della caduta dell`Asmara, avvenuta il 1° aprile del 1941.
Quel giorno comprende che l`unico modo per aiutare le truppe italiane operanti in nord Africa era quello di tenere
impegnati quanti più inglesi possibile in Eritrea. Prende così la sua decisione: se il governo di Roma avesse ordinato
la resa, lui avrebbe continuato in proprio la guerra.
Eco perfetta delle fiere parole di Nestore, re di Pilo, che raccontava sulle spiagge di Troia: "Ed io combattei per
mio conto -
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
http://it.youtube.com/watch?v=jmtkYkJBR ... re=related
potete trovarlo su you tube sono 5 filmati lo consiglio a tutti
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Allegati: 6
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Dal 3 aprile alla fine di ottobre del 1941, il Capitano Guillet conduce una dura guerriglia contro gli inglesi.
Sparsasi la notizia che il "Cummandar es Sciaitan", il Comandante Diavolo, come lo avevano soprannominato i
suoi ascari, era tornato in azione, si radunano intorno a lui circa cento dei suoi ex soldati. Perfettamente consapevoli
che non sarebbero stati pagati, ma esposti ad ogni rischio senza la protezione di una uniforme, accettarono la
lotta clandestina con quel Comandante sul cui capo c`era una taglia di mille sterline oro. Non fu mai tradito. Non
ci fu un solo disertore.
La guerriglia del Capitano Guillet costò cara agli inglesi. Per quasi otto mesi assalta depositi, convogli ferroviari,
fa saltare ponti e rende insicure le vie di comunicazione.
Tuttavia, verso la fine di ottobre del 1941, i suoi ranghi si erano troppo assottigliati e lo scopo della sua missione
non era più ottenibile. Raduna la sua scheletrica Banda composta di meno di trenta elementi. Ringrazia quegli
uomini onesti e fedeli, promettendo che sarebbero stati ricompensati, qualora gli italiani fossero tornati in Africa..Neppure quando il Gruppo Bande cessò la sua guerra Amedeo considerò l'ipotesi di cedere le armi. I nemici però lo braccavano sempre più da vicino e Guillet fu costretto alla clandestinità*
Dopo lo scioglimento della Banda, Amedeo Guillet si nasconde nella periferia di Massaua e assume l`identità* di
Ahmed Abdallah al Redai, lavoratore yemenita.
Diventa un arabo autentico e, per sopravvivere, in attesa di rifugiarsi nello Yemen, si fa scaricatore di porto, guardiano
notturno e acquaiolo.
Seguito dal fido Daifallah, suo ex soldato yemenita, tenta una prima volta di passare il Mar Rosso su un sambuco
di contrabbandieri. Ma vengono da questi depredati, buttati a mare e abbandonati nel deserto eritreo. Sono salvati
in extremis da un cammelliere che li ospita nella sua capanna.
Poco dopo, Amedeo Guillet e Daifallah tentano di nuovo di passare il Mar Rosso. Beffando gli inglesi, si fanno
dare da questi ultimi un lasciapassare per lo Yemen. La traversata si compie felicemente, ma giunto nel porto di
Hodeida, Amedeo, sospettato di essere una spia inglese, viene gettato in carcere sprofondando nell`abisso del massimo
degrado umano.
Liberato dall`Imam Yahiah, ne diventa amico e precettore dei figli. Trascorre con loro più di un anno. Con l`aiuto
dell`Imam, nel giugno 1943, torna a Massaua, dove, beffando per la seconda volta gli inglesi, riesce ad imbarcarsi
su una nave della Croce Rossa Italiana fingendosi matto.
Dopo quasi due mesi, circumnavigando l`Africa, il Capitano Guillet giunge in Italia, giusto in tempo per vivere l`8
settembre a Roma.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da Giarabub
*Non ricevette la medaglia la dottoressa Rosa Dainelli che sempre nell'agosto del '42, dimostrando patriottismo, doti atletiche e coraggio fuori dal comune, penetrò di notte nel più sorvegliato deposito di munizioni inglese di Addis Abeba facendolo esplodere. Rosa Dainelli riuscì miracolosamente a farla franca e soprattutto a salvare la pelle arrecando al nemico un danno ben più grande di quanto ella avesse previsto. Nel deposito, infatti, si trovavano 2 milioni di speciali cartucce Fiocchi preda bellica che il Comando inglese aveva già* destinato per i nuovi mitragliatori Sten appena entrati in servizio ma ancora privi di adeguata scorta di cartucce. Il mancato utilizzo dei proiettili italiani ritardò l`impiego dello Sten per mesi
Ciao Giarabub, sapevo di questo episodio delle cartucce fatte saltare e lo avevo inserito in una discussione circa la mancanza di cartucce 9 para per lo sten. Tuttavia non avevo gli estremi per appoggiare la storia che raccontavo. Potresti dirmi esattamente il nome del libro o rivista che riporta questo episodio?
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Ciao Kanister, senon ricordo male dev'essere in inglese di Sebastian O'Kelly
AMEDEO: A True Story of Love and War in Abyssinia
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da Giarabub
Ciao Kanister, senon ricordo male dev'essere in inglese di Sebastian O'Kelly
AMEDEO: A True Story of Love and War in Abyssinia
Ciao, grazie. Se non ti chiedo troppo non potresti postare una scansione del punto in cui parla delle cartucce per lo sten? Devo poi "rinfacciarlo" a chi non mi aveva creduto.
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Allegati: 5
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
:lol: rinfacciarlo..facciamo così, do un occhiata non appena ho tempo nelle scatole da sballare..fotografo e inserisco
nel frattempo..
Subito dopo l`armistizio, Guillet attraversa le linee nemiche e giunge a Brindisi dove si mette a disposizione di
Sua Maestà* il Re Vittorio Emanuele III, che lo assegna ai Servizi Informazioni Militari del ricostituito Esercito
Italiano.
Promosso Maggiore, corona il suo sogno d`amore e sposa a Napoli, il 21 settembre 1944, Beatrice Gandolfo.
Continua la sua attività* nel Servizio Informazioni Militari. Dopo il 25 aprile del 1945, in qualità* di agente segreto,
riesce a recuperare la corona imperiale del Negus di Etiopia, che la Brigata partigiana "Garibaldi" aveva confiscato
alla Repubblica di Salò. Anche gli inglesi davano la caccia alla corona, ma furono bruciati sul tempo da
Amedeo Guillet.
La corona fu prontamente restituita al Negus e costituì il primo importante segno di riappacificazione tra Italia ed
Etiopia.
Il 2 giugno del 1946 si vota per il Referendum: Monarchia o Repubblica. Vince di stretta misura quest`ultima.
Amedeo Guillet, coerente con il motto di famiglia "Fides et Fidelitas", rassegna le dimissioni dall`Esercito.
Subito dopo si presenta a Sua Maestà* il Re Umberto II.
Pensa di essere elogiato. Invece venne rimproverato, come lui stesso ricorda: ....hai fatto male a dare le dimissioni.
Ricordati che prima di me c`è l`Italia. E devi dire a tuo fratello di rimanere nell`Esercito, perché l`Esercito
appartiene all`Italia con la funzione primaria di salvaguardarne l`indipendenza.
Lasciato l`Esercito, ma deciso a continuare a servire il suo Paese, Amedeo Guillet, laureato in Scienze Politiche e
Coloniali, sceglie la carriera diplomatica. Per entrarvi sceglie la porta principale, come precisano le sue parole:
....mi avevano proposto di avvalermi di norme speciali per accedere alla carriera diplomatica senza concorso. Ho
preferito la strada del pubblico concorso perché la ritenevo più corretta.
Nel 1947, a 38 anni, inizia la nuova attività*.
1950: è al Cairo con l`Ambasciatore Prunas.
1954: è Incaricato d`Affari nello Yemen. Il figlio del vecchio Imam lo accoglie calorosamente dicendogli in arabo:
finalmente sei tornato a casa Ahmed Abdallah!
1962: è Ambasciatore ad Amman. à? così benvoluto da Re Hussein che si rivolge ad Amedeo con l`appellativo di
"zio" che, nella cultura araba, è un`espressione di massima deferenza ed allo stesso tempo familiarità*.
1967: è Ambasciatore in Marocco, una sede molto delicata che gestisce con grande avvedutezza e capacità*.
Durante un ricevimento si trova coinvolto in una sparatoria causata da un tentativo di colpo di Stato. Con la sua
esperienza militare salva, in quella circostanza, la vita a molti colleghi diplomatici che si erano trovati sotto il
fuoco. Il Governo federale tedesco, riconoscente, gli conferisce la Gran Croce con stella e striscia dell`Ordine al
Merito della Repubblica.
1971: è Ambasciatore in India. Ottiene subito la fiducia del Primo Ministro Indira Gandhi che lo considera uno dei
pochissimi diplomatici con i quali confidarsi.
1975: è collocato a riposo.
2000: viene ricevuto con tutti gli onori dal Presidente della Repubblica eritrea all`Asmara.
2001: il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli conferisce la Gran Croce dell`Ordine Militare
d`Italia, massima onorificenza militare italiana.
21 aprile 2007: per festeggiarlo Mario e Cecilia Mongelli organizzano un incontro insieme ad altri amici, presso
il Complesso Monumentale della Bocca della Verità*, per tributargli un omaggio. La semplice cerimonia è onorata
dalla presenza di tre Medaglie d`Oro al Valor Militare. à? presente anche il Capo di Stato Maggiore dell`Esercito,
Generale Filiberto Cecchi, il quale, anche a nome dell`intero Esercito Italiano, ha voluto testimoniare la stima e
l`affettuosa gratitudine nei confronti di un cittadino esemplare che tutto il mondo apprezza.
Molti si domandano se è possibile fondere in una sintesi la figura di Amedeo Guillet.
Forse la risposta si potrebbe trovare parafrasando le parole di Miguel de Unamuno, grande esegeta di don
Chisciotte, quando descriveva il suo Cavaliere della Mancia: "Amedeo Guillet non è stato e non è un illuso, né un
idealista; quello di Amedeo Guillet non si può dire, a rigor di termine, che sia stato un idealismo; non ha combattuto
per le idee. à? stato spiritualismo; ha combattuto per lo spirito".
Decorazioni italiane
Croce di Cavaliere dell`Ordine Militare di Savoia, 1944.
Gran Croce dell`Ordine Militare d`Italia, 2001.
Cinque Medaglie d`Argento.
Croce di guerra con Gladio al Valor Militare.
Quattro Croci di Guerra al Merito.
Decorazioni militari di Stati esteri
Cruz Blanca al Valor Militare. Decorato dal Generale Francisco Franco, 1937.
Cruz Roja al Valor Militare, 1938.
Cruz por la Unidad Nacional Espanola, 1938.
Cruz del Sufrimento por la Patria, 1938.
Decorazioni diplomatiche
Grande Ufficiale dell`Ordine del Nilo della Reppublica Araba d`Egitto, 1954.
Gran Croce con stella e striscia dell`Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca, conferita in riconoscimento
dei servigi resi ai cittadini tedeschi in Marocco, 1968.
Gran Croce dell`Ordine Alawita del Regno del Marocco, 1971.
Gran Croce dell`Ordine di San Gregorio Magno dello Stato della Città* del Vaticano, 1964.
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
...... non mi ero accorto di pagina... sono un vecchio "fans" di Guillett!!! un topic da 10 e lode Giarabub!!!! complimenti veramente....
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
... e con un po di pazienza dovrebbero essere ancora più o meno reperibili:
Vittorio Dan Segre La Guerra privata del tenente Guillet Ed. Corbaccio 1993 (ristampato nel 2002)
Sebastian O'Kelly Amedeo Rizzoli 2002
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
grazie a te ,mufasa, di essere stato più preciso per il libro, se non lo ritrovo mi tocca ordinarlo
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Allegati: 1
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
..... invece grazie a te per la bellisima testimonianza.... aggiungo solo una foto più grande del Guillet campione che avevi già postato tu.....
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da mufasa
...... non mi ero accorto di pagina... sono un vecchio "fans" di Guillett!!! un topic da 10 e lode Giarabub!!!! complimenti veramente....
Quoto [264
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Ottimo lavoro, molto interessante. Complimenti Giarabub [00016009
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
...... e oltre allo straordinario Amedeo chissa quande altre storie di italiani "che non si sono arresi" di cui appunto come ci raccontava sopra Giarabub conosciamo appena i nomi.... un bell'articolo in rete......
http://www.storiain.net/arret/num80/artic4.asp
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Ciao, i miei ringraziamenti a Giarabub e Musafa. Musafa ti ricordi quella discussione sullo sten e sulle sue munizioni? Eri l'unico che mi aveva appoggiato nelle mie considerazioni su quella partita di M38 saltate in aria ed ora vengono confermate da quanto riporta Giarabub:
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da kanister
Ciao, i miei ringraziamenti a Giarabub e Musafa. Musafa ti ricordi quella discussione sullo sten e sulle sue munizioni? Eri l'unico che mi aveva appoggiato nelle mie considerazioni su quella partita di M38 saltate in aria ed ora vengono confermate da quanto riporta Giarabub:
... perfettamente!!!! perchè è una notizia che ogni tanto tra militaria, storia militare, e genesi dello Sten salta fuori, adirittura (correggi se ricordo male) avevo scritto di averla letta per la prima volta in un articolo di Calamandrei sullo Sten su un Diana Armi primi anni 70.... ecco perchè penso che ci sia qualcosa di fondato....
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Allegati: 3
Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
grazie a voi per i complimenti..
volevo concludere, appunto, nel ricordo(che a questo punto è di pochi...e dovremmo ringraziare loro che si prodigano per fare questo) degli uomini che combatterono e morirono in quei luoghi citati nel topic...dedicandogli il ricordo in questa discussione
A Hawzien, esiste un piccolo cimitero italiano dove sono sepolti i poveri resti di soldati italiani caduti durante la campagna in abissinia del 1936. Questo sacro luogo è completamento abbandonato a se stesso. Ci pascolano le pecore. Le lapidi sono state asportate. Le due rimanenti prese a martellate.
grazie a GIANNI per questo
"fra sabbie non più deserte..."
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da mufasa
...... e oltre allo straordinario Amedeo chissa quande altre storie di italiani "che non si sono arresi" di cui appunto come ci raccontava sopra Giarabub conosciamo appena i nomi.... un bell'articolo in rete......
http://www.storiain.net/arret/num80/artic4.asp
Inoltre:
- Comandante Ettore Formento (del quale non ho mai trovato notizie [142 a parte le sue memorie, di seguito indicate).
Vedi: viewtopic.php?f=82&t=10884
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Citazione:
Originariamente Scritto da antigone
http://it.youtube.com/watch?v=jmtkYkJBRWk&feature=related
potete trovarlo su you tube sono 5 filmati lo consiglio a tutti
Inoltre: visitando il sito RAI "La storia siamo noi" digitando "Amedeo" nell'apposito box di ricerca, si puo' visionare l'intera puntata della trasmissione a lui dedicata, la biografia ed altro.
[00016009
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Re: La guerra privata del "Comandante Diavolo"
Inoltre, si puo' leggere quì:
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Amedeo_Guillet
WARNING: per questa ed altre pagine di "Nonciclopedia" si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e soprattutto culturalmente preparato :mrgreen:
[00016009