Il dirigibile L 59 che bombardò Napoli

Partendo dalle basi della Germania del Nord, gli Zeppelin avevano già* sottoposto Londra e anche Parigi, ad un assaggio concentrato del trattamento che la Luftwaffe avrebbe riserbato alle due capitali nel corso del 1940: partendo dalla Bulgaria, con voli di trasferimento da Friedrickshafen, essi avevano bombardato Sebastopoli e le isole inglesi dell`Egeo, il Canale di Suez e Napoli, eseguendo, in più ricognizioni a largo raggio, che nessun aeroplano dell`epoca avrebbe potuto compiere.
Su base storico-tecnica il dirigibile si rivelò alla lunga, un fallimento in confronto al più pesante dell`aria, ma i bombardamenti di Napoli e Bucarest, con le grandi conseguenze psicologiche che ne seguirono, furono certamente alla base di tutte le successive elaborazioni sul "terrorismo aereo" così largamente praticato da tutti nella seconda guerra mondiale.
Senza dubbio l`impresa più sorprendente, fu il lungo volo dello Zeppelin "L 59" (7.000 chilometri) verso l`Africa Orientale.
Si trattava di aiutare in qualche modo le superstiti truppe del generale Lettow Vorbech, " l`invitto", che truppe inglesi e portoghesi stavano inseguendo dalle coste dell`attuale Tanzania, allora Tanganika, verso l`interno e che dopo tre anni di lotte estenuanti, erano sprovviste non solo di viveri e munizioni, ma anche di medicinali, di vestiti, di scarpe.

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L`idea di far giungere qualcosa, sia pure nel mezzo della giungla, fu capeggiata dal professore Zupitza, medico di Stato Maggiore delle truppe coloniali tedesche nell`Africa Occidentale.
Zupitza era stato sorpreso dalla guerra nel Togo e qui era stato preso prigioniero, ma poiché era medico ed anche perché quelli erano altri tempi, gli inglesi lo riconsegnarono alla Germania nel 1916, sull`unica garanzia della sua parola d`onore che non avrebbe ripreso le armi contro gli Alleati.
Il medico era ben conscio e non dimentico delle condizioni spaventose nelle quali i suoi compatrioti erano obbligati a combattere in Africa, quindi decise fermamente di soccorrerli, principalmente con medicinali, appunto in volo.
Durante l`inverno tra il 1916 e il 1917, il dirigibile " L 16 " effettuò una serie di voli per salvare dalla morte per fame ed assideramento la popolazione dell`isola Juist una delle Frisone.
Riuscì a trasportare più di 200 tonnellate di viveri e medicinali.
Successivamente nel luglio 1917 un altro vecchio dirigibile lo "L.Z. 120" batté il record di durata con 101 ore di volo.
Quindi presso i competenti civili e militari, cominciò a farsi strada la convinzione che fosse possibile, con dirigibili più grandi, trasportare qualche decina di tonnellate di carico per 10.000 chilometri o poco meno.
C`era tuttavia, una grave obiezione, il dirigibile allora ed oggi, non è altro che un insieme di palloncini riempiti di idrogeno(oggi elio), quando fa molto caldo, o l`aeronave sale, incontrando strati d`aria sempre meno densi, il gas si dilata e rischia di far scoppiare i palloncini nei quali è racchiuso.
Per evitare questo pericolo, ogni serbatoio è dotato di valvole automatiche che si aprono ad una determinata pressione lasciando sfuggire tanto gas quanto basta.
Quindi il problema maggiore è appunto questa perdita necessaria di gas e quando se ne è perso abbastanza l`aeronave è costretta a scendere e inviare un dirigibile per la prima volta a scavalcare i tre quarti dell`Africa era alquanto problematica.
I tedeschi decisero di correre il rischio ed ebbero ragione.
Verso la metà* del 1917, il Ministero delle Colonie accettò l`idea di Zupitza.
Gli ammiragli dirigibilisti, prima presero in considerazione lo "L 57" , ma poco dopo questa designazione, un colpo di vento distrusse completamente l`aeronave mentre stava rientrando nell`hangar a Jambol in Ungheria.
Non vi erano al momento altri grandi dirigibili e non vi era tempo per costruirli, si ricorse perciò ad un felice espediente.
Nel cantiere di Staachen si stava allestendo lo "L.Z. 104", lungo 196 metri e mezzo, gli vennero aggiunti altri 30 metri, portandolo a 226 e mezzo, con 24 metri di diametro.
Ne nacque lo "L 59", un grosso bestione di 68.500 metri cubi e 103 chilometri l`ora di velocità* massima, che con vento di poppa poteva anche superare i 150 e per quei tempi era davvero notevole.

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Una volta arrivato tra le truppe di Lettov, il dirigibile doveva rimanere li e quindi lo costruirono esclusivamente per la sua funzione di soccorso.
La ricopertura dell`involucro, ordinariamente in stoffa di cotone, fu sostituita per metà* da una resistente mussolina che avrebbe potuto essere ottimamente usata per materiale di medicazione.
L`altra metà* da una stoffa pesante, adatta ad abiti, teli da tenda, coperte impermeabili.
I palloncini dei gas avrebbero potuto essere trasformati in sacchi impermeabili per dormire ed i 5 motori Maybach di 240 cavalli l`uno, erano stati progettati in modo che, una volta a terra, potessero servire da gruppi alimentatori della stazione radio che il dirigibile stesso trasportava.
Tutta l`armatura in alluminio era stata segmentata in modo che se ne potessero ricavare barelle, impalcature per baracche ed una antenna radio.
In poche parole non c`era a bordo una vite, una assicella, una sola lampadina che non avessero un doppio uso.
Se gli inglesi avessero potuto leggere la lista di carico prima della partenza sarebbero impalliditi.
Se lo "L 59" fosse veramente arrivato a destinazione, i 50.000 chili di materiali imbarcati avrebbero potuto significare per essi una grande battaglia perduta.
Vi erano 312.000 cartucce per fucili e più di 700.000 per mitragliatrici, 30 mitragliatrici con 6 canne di riserva, telefoni, utensili, pezzi di ricambio, viveri in scatola, vestiti, 61 sacchi di medicinali e posta, ma soprattutto l`aeronave trasportava se stessa.
Il 3 novembre 1917 il grande dirigibile si alzò da Staaken sobborgo di Spandau.
Lo comandava Ludwig Bockholt un ufficiale della marina imperiale, passato alla nuova specialità*, a bordo vi erano ovviamente il professore Zupitza e altri 20 uomini.

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Poiché non si sapeva neppure approssimativamente dove si trovassero le truppe di Lettow Vorbech, l`aeronave sarebbe giunta nella zona prevista e vi avrebbe paracadutato un uomo con una radio, costui avrebbe dovuto prendere contatto con le truppe e poi avrebbe guidato il dirigibile all`atterraggio.
Sorvolando Vienna, Belgrado, Nicopoli e Tirnovo, lo "L 59", fu alla base di Jambol in 28 ore e iniziarono i preparativi per la partenza.
I primi due tentativi il 13 e il 16 novembre fallirono a causa del tempo proibitivo.
Il terzo il 21 novembre fu quello buono e i 22 tedeschi si lanciarono nella grande avventura, sorvolando la vecchia strada da Adrianopoli a Costantinopoli.

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Da qui tagliando la Turchia occidentale proseguì per Coos e Creta raggiungendo la costa africana all`incirca a Sollum.
Sul deserto libico e poi egiziano le temute perdite di gas si verificarono ma in misura ridotta e quando avvistarono il Nilo furono certi che ce l`avrebbero fatta.
Ma l`imprevisto sotto forma di un dispaccio radio dall`Ammiragliato tedesco avvenne.
In esso il comandante venne informato che Revala, ultimo punto di resistenza di Lettow era stato perduto e che una parte delle sue truppe era stata fatta prigioniera.
La fine del messaggio "ritornate immediatamente" era categorica e Ludwig non poté che ubbidire.
L`aeronave si mise quindi tristemente sulla via del ritorno e dopo 95 ore di volo e 6.757 Km. atterrò nuovamente a Jambol.

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fine 1° parte
fonte cartaceo cocis49

seconda parte

Non essendo rimasto nell`Africa Orientale tedesca, lo L 59 venne utilizzato per normali azioni di guerra.
La prima fu il volo su Napoli.

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Per sorprendere gli italiani, furono usate astuzie molto raffinate.
Radio Sofia e Radio Osmanje continuarono a simulare un intenso traffico RT con altri ipotetici dirigibili, inframezzando tra le notizie prive di significato, notizie utili (bollettini meteorologici) che potevano servire all` L 59 sull`Adriatico.
La rotta venne studiata in modo che la traversata avvenisse dopo il tramonto e perciò giunto su Scutari verso mezzogiorno, vi incrociò fino alle 8 di sera del 10 marzo 1918, prima di attraversare l`Adriatico.
Il volo proseguì senza difficoltà*, poiché le città* e i paesi erano ben illuminati.
All`una dell` 11 lo L 59 era su Napoli, vi incrociò per mezz`ora ad una quota di 4.800 metri al di fuori della portata dei cannoni antiaerei, dei caccia e delle fotoelettriche, infatti non lo vide nessuno.
Subito dopo le prime bombe si pensò che si trattava di atti di sabotaggio.
Secondo le fonti tedesche il lancio fu accurato servendosi del "cannocchiale da lancio" e naturalmente gli obiettivi scelti erano tutti militari, il gasometro, il porto militare sia di Napoli che di Bagnoli e le officine, ma risultati a parte, sta di fatto che i dirigibilisti tedeschi si servirono per identificare gli obiettivi di comuni guide turistiche, quindi non c`è da stupirsi se fra i 16 morti e i 40 feriti gravi, non ci fu neppure un militare.
Quando si vide meglio il giorno dopo ci si rese conto di cosa era successo e dei danni provocati.
Infatti furono colpiti chiese, la Galleria Umberto I, diverse case e l`Ospizio delle Suore dei Poveri.
Per parecchi giorni Napoli non si sollevò dal colpo, gli animi erano così eccitati che nella notte del 14 marzo alle 22 vennero avvistate ben due aeronavi che stavano puntando sulla città* da Somma Vesuviana.
La difesa contraerea entrò in azione, vennero spente tutte le luci e la gente si gettò urlante per le strade.
In realtà* nessuna aeronave nemica e tanto meno due, si era mai avvicinata a Napoli, né ad altra città* italiana.
Comunque già* il 12 marzo vennero decretate esemplari punizioni, per colpire i responsabili del mancato allarme aereo, sia per il mancato oscuramento.
Telegraficamente vennero destituiti i comandanti della difesa contraerea di napoli, Foggia e Termoli.
Più tardi l`inchiesta appurò che l`allarme era stato dato dalla linea della costa adriatica, ma il comandante della difesa contraerea napoletana dormiva, come disse l`onorevole Chiesa in Parlamento "Il centralino del Comune non rispose e non si trovò al momento buono chi potesse interrompere l`illuminazione della città*"
Partirono parecchi "siluri" in genere diretti ad ufficiali inferiori, a semplici telefonisti e simili e non se ne parlò più.
Non è affatto chiaro perchè lo L 59 bombardò Napoli e non altre città* ugualmente alla sua portata.
Ma può darsi che l`obiettivo non fu scelto a caso.
Proprio nel marzo 1918 la città* era percorsa da voci stranissime che erano giunte anche al Parlamento.
Nelle scuole si era dato corso a estese vaccinazioni antitifiche ed anticoleriche, ma presso il popolino si mormorava che con questo mezzo il Governo volesse spargere in realtà* un "pestifero siero" che avrebbe ucciso migliaia di bimbi in modo da ridurre i bisogni alimentari della città*.
Ovviamente era una bubbola e di quelle grosse, ma la gente ci credeva e l`on Colajani notò in Parlamento, che troppi funzionari del Comune di Napoli avevano mogli tedesche all`opera negli ospedali e che quelle voci partivano proprio da lì.
Comunque la carriera dello L 59 non finì con Napoli.

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[attachment=1:fk4bh3nn]ritorno da napoli 2.jpg[/attachment:fk4bh3nn]

Il 7 aprile partì per il suo ultimo volo per bombardare Malta con quasi 10 tonnellate di bombe.
Nella notte mentre sorvolava il Canale di Otranto esplose, perdendosi corpi e beni, unico testimone l`U 53 tedesco che vide la vampa della gigantesca fiammata all`orizzonte, poco dopo essere stato sorvolato dal dirigibile.
Finì così una brillante carriera, quasi contemporaneamente al morire delle speranze tedesche nei grandi bombardamenti di Londra con gli Zeppelin-Gigante.
Con l`aprile 1918 data della perdita dello L 59 e di quella del capitano Peter Strasser con il suo L 70 su Londra, il Comando tedesco seppellì definitivamente le sue speranze di dominare la Gran Bretagna dall`aria coi maestosi dirigibili.

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Ci avrebbero riprovato a 22 anni di distanza.

fine
fonte cartaceo cocis49

Davvero interessante... una bellissima esposizione complimenti [264

Interessantissimo articolo Cocis!
Figurati, avevo letto notizie in merito all'impresa in Africa sul libro di Kent relativo al 7.92 ma essendo in inglese avevo intuito il senso ma non compreso il valore della storia.
Incredibile la ricerca progettuale per rendere "riciclabile" l'intero dirigibile, è una cosa secondo me degna di rispetto per i progettisti dell'epoca che con mezzi relativamente semplici dovettero affrontare problemi enormi!
[264

Bella storia, fortunati gli inglesi a fare fuori i tedeschi prima dell'arrivo dei rifornimenti, li avrebbero fatti impazzire per un'altro paio di anni.

Ottimo topic molto interessante. Queste vicende le conoscevo appena, ho imparato qualcosa di nuovo [264

bella storia e ben raccontata grazie

Ottimo racconto come sempre!!! [264

Grazie a tutti :P
Si Centerfire una progettualità* non indifferente e un'idea fantastica, necessaria vista la grande distanza e il materiale necessario a far continuare la lotta a Lettow la cui truppa aveva ormai bisogno pressochè di tutto.
Vero Andrea58 se fossero giunti gli aiuti sarebbe stata acida per inglesi e portoghesi.

Luciano.......N°1 [264
Ogni volta ti superi,grazie 1000!!!!

Complimenti Cocis,veramente interessante,sapevo dei bombardamenti su varie città*,ma non sapevo nulla di quello su Napoli,inoltre,il programma iniziale ha quasi dell'incredibile,soprattutto per quei tempi,l'idea del riutilizzo del mezzo stesso in tutti i suoi componenti non credo sia stata più considerata da nessuno,nè in pace nè in guerra,se non in modo parziale ed in scala ridotta,e soltanto in previsione di condizioni di emergenza. Ciao. Dan.

Grazie a voi ragazzi per averlo apprezzato :P
Dan, si per quei tempi fu un`idea assolutamente fantastica.
Il bombardamento di Napoli è un fatto ancora oggi non molto conosciuto.
Anche la stessa popolazione tedesca per anni non ne seppe nulla.
Lo venne a sapere all`inizio del 1920 a seguito di una inserzione pubblicitaria fatta comparire sui giornali dalla Maybach Motor, costruttrice di motori aeronautici.
In essa si decantava la qualità* dei motori reclamizzati, aggiungendo che si trattava di modelli migliorati di quel famoso propulsore che durante la guerra, aveva portato il glorioso L59 alle sorgenti del Nilo e su Napoli.
Migliaia di tedeschi "bombardarono" la Maybach di lettere interrogative, chiedendo cosa mai fossero stati quei due voli, dei quali nessuno sapeva nulla.
Il Ministero della Marina si vide costretto 6 mesi dopo a pubblicare una piccola notizia, nella quale però si rivelava soltanto che uno Zeppelin della Marina militare aveva compiuto le tre importanti crociere di guerra.

Molto interessante Cocis!
Ottimo lavoro! [264

Anch'io sono tra quelli che non conoscevano questa storia.. ottimo lavoro.. grazie per averla postata..

Hai fatto un lavoro eccezionale come al solito, Cocis!!! Superlativo! [264

Luciano sembrerà* banale ma mi associo( purtroppo in ritardo) ai complimenti fatti dagli altri perchè come al solito è un gran bel servizio.Farti i complimenti è i minimo per tutto il lavoro che fai ogni volta [264