Posto qualche immagine di un cappellino arrivato a Bologna
Dite pure le vostre opinioni [192
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Posto qualche immagine di un cappellino arrivato a Bologna
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A me piace, malgrado la mia poca esperienza
Ma è fatto in panno ortica?
Nel mio piccolo mi sento di dire che mi sembra in regola, ed anche molto bello.
Mi sà* tanto di una replica degli anni 90 della HSC francese di Caravanò il quale comperava lotti di stoffa d'ortica a Prato e poi faceva molto abilmente confezionare questa tipologia di berretti nella repubblica ceca. Personalmente un 15 anni fà* li vidi a Milano sul suo banco e lui giurava sulla foto della mamma morta che erano fondi di magazzino del 45 mai consegnati ma ci sono alcuni particolari che non tornano o meglio che destano sospetti.
ciao ragazzi...mi sento molto tranquillamente di dire che conosco bene questa tipologia di "43" e lo dico in senso buono in quanto si tratta di effetti originali fabbricati con materiale italiano probabilmente in alta Italia... diversi di questi berretti uscirono ovviamente dai magazzini pratesi, alcuni marcati con solo il numero di taglia, altri con la ragione sociale "Berven Padova", tutti con bottoni in legno di frutto e con minime differenze di fabbricazione l'uno dall'altro....personalmente ne ho visti diversi nel tempo in oneste collezioni sia con mostreggiatura WH che SS che addirittura GNR.... non si tratta di replica Caravanese, quelli me li ricordo bene, ne vidi uno scatolone pieno a Milano tanti anni fa ma sono tutt'altra cosa.
K.d.G.
Sinceramente però bisogna anche scrivere che c'erano alcune correnti di pensiero
che davano per riproduzioni dell'inizio anni 80 anche quei famosi Berven di cui ha scritto l'amico Graf. Personalmente ne ho visti alcuni, anche con bottoni in frutto e mi sembravano in ordine, forse fatti in un modo più approssimativo di quelli belli in stoffa tedesca del 42, 43 ma in ordine.
Altrettanto sinceramente qui lo scrivo che non mi ricordo in maniera fotografica quelli della HSC.
Tornando al berrettino postato dall'amico Sven, ci sono alcune cose che mi fanno sorgere dei sospetti.
L'usura attorno al fregio che sembra fatta con del sporco posticcio, l'imperfezione nella costruzione del frontino. La troppa stoffa che avanza internamente nella costruzione delle falde. La supercucitura del fregio che raramente si vede così perfetta, tanto, troppo.
Comunque alla fine o un bel falso o un brutto originale. Che ognuno tragga le propie conclusioni.
Per me personalmente tra questo e niente ....meglio il niente ma è una mia idea e quindi la scrivo anche rispettando le scelte degli altri amici del forum.
Ovvero non mi sembra un pezzo che mi dà* una garanzia totale di originalità*.
Non ho avuto modo di vedere molti einheitsmützen in panno ortica, ma quei pochi che ho visto erano di fattura nettamente superiore.
Taglio con eccessi di tessuto, frontino mal rifinito, interno con materiale diverso da quelli che ho visto e cuciture del fregio me lo rendono poco gradevole all'occhio e mi fanno suonare diversi campanelli. Personalmente non lo vorrei in collezione, ma è possibile che sia come ha detto Odilo un "brutto" originale. Pb
Concordo con odilo e panzer,ne ho visti anche altri di questa fattuta,sia con panno come l'esemplare esposto (di fattura più grossolana se vogliamo),sia di stoffa tedesca di qualità ...risultato?Quelli che avevo sotto mano erano puramente delle copie.Fodera interna,timbro,fabbricante riscontrabili dai libri,per cui ottimi anche i dattagli,ma ciò non toglie la loro non-genuinità .
Il pezzo esposto è praticamente identico a quelli sopra citati,tralasciando che questo è per così dire usato,mentre altri che ho avuto in mano figuravano fondi di magazzino.
Mi spiace,ma dalle foto non mi convince personalmente,spassionatamente lo lascerei dove si trova.
Peccato che non si legge esattamente la taglia,infatti è un semplice metodo per avere le prime "avvisaglie" di originalità o meno (attenzione,i primi dubbi,le certezze vengono da atro).
Infatti i copricapi tedeschi,o almeno la stragrande maggioranza,hanno numeri piccoli.Un einfeldmutze che reca internamete 57 di taglia,calza 57,chi ha 58 o 57 e mezzo non lo indossa.Le repliche scrivendo 57,calzano esattamente un 59.
mi avete messo la pulce nell'orecchio.se ci riesco a fare delle buone foto,posto il mio.
Speriamo sia una pulce "innocua"!Citazione:
Originariamente Scritto da mecca
Ciao ragazzi,
questo è un tipico cappellino di produzione italiana, probabilmente fatto dalla Berven di Padova. Ne sono usciti alcuni anche negli USA addirittura con il fregio sempre di produzione italiana, riportati a casa dai reduci...
Scusate e non fraintemdetemi, per me questa rimane una chiacchierata tra amici e non voglio peccare di presunzione ma
è facile essere sicuri dell'originalità* di questo berretto, tanto la natica è di Sven mica Nostra ..... [264
io una cosa così in vetrina non la metterei, piuttosto lascio la vetrina vuota.
Non mi dà* le garanzie che voglio avere per le mie cose.
Poi ognuno è libero di prendere le propie decisioni che assolutamente rispetto.
Concordo.Personalmente preferisco spendere di più ma avere una cosa sicuramente originale piuttosto che un berretto che può dare adito ad opinioni contrastanti.Nel caso specifico questo tipo di berretto,seppur originale magari, non mi entusiasma particolarmente.Citazione:
Originariamente Scritto da odilo
Ecco le foto di un berretto uguale con fregio anch'esso di manifattura italiana.
Per ciò che riguarda i BerVen esiste una discussione vecchia di tre anni:
viewtopic.php?f=24&t=1224
Il bergmutze in questione lo rispedii al mittente e sono ben contento di averlo fatto
Questo qui sopra è esattamente con lo stesso panno di quello che avevo tra le mani io,citato alcuni post più in alto,nuovo di magazzino.
Meno male che è rimasto lì!!!
C'è da dire che la qualità* del confezionamentoptrae in inganno (e anche e me inizialmente quello che ho avuto modo di periziare ingannò),ma basta un dubbio su 100 per mettersi in collezione un pezzo che sarà* un dubbio perenne per chi lo ha acquistato.Meglio niente.
Dopo,per carità*,le collezioni sono belle perchè varie e assolutamente personali!
Non è cosi' facile poter scegliere e "beccare" pezzi sicuramente originali e definitivi atti a soddisfare quel "textbook" tanto ricercato dai collezionisti attuali; a volte il destino puo' metterti in mano anche qualcosa di "meno" canonico ma egualmente originale e permetterci di gioire egualmente....l'opinione di Odilo è un'opinione esigente, raffinatasi dopo scrematura di materiale e prolungatasi attraverso anni di collezionismo...
Penso che non si colleziona "per mettere in vetrina"....ma principalmente per soddisfare un bisogno intimo che affonda le radici nella nostra personalità* seguendone un determinato percorso...ed anche per permetterci di poter "possedere" pezzi di storia a noi cari.
A mio giudizio c'è troppa competitività* e troppa superficialità* nello sdoganare o nell'affondare oggetti....anche perchè la maggioranza degli utenti NON HANNO quell'esperienza necessaria per poter emettere giudizi rispondenti al VERO STORICO, ma si basano su sensazioni personali proprie.
Per tornare al mutze 43, sono pienamente conscio della sua pacifica e matematica originalità* e se ve lo dico ve lo dico a rigor di logica perchè ne conosco bene la storia... sicuramente è un pezzo che esula dagli standard fabbricativi germanici essendo una fabbricazione Italiana di fine guerra, ma non per questo va disprezzato anzi!... potrebbe ben collocarsi in ogni collezione senza timore di sfigurare in quanto solo un ignorante ( in senso latino del termine ) potrebbe asserirne la non-originalità*.
Certi oggetti se li conosci SAI COSA SONO E DA DOVE VENGONO ma se non li conosci puoi facilmente scambiarli per repliche o riproduzioni, il mondo della militaria tedesca è un mondo molto confuso. Una volta tanto ( non sono molto filoamericano ) voglio segnalare una discussione fatta nel WAF a proposito di un mutze43 uguale a questo...dateci un occhio, il link è questo: http://www.wehrmacht-awards.com/forums/ ... alian+made li' ne viene presentato uno nato con fregi di fabbricazione italiana che tutti darebbero per "brutta copia"... invece è tutto Ok...e lo ritengo anche molto interessante e per fortuna non sono il solo ad asserire cio'... [icon_246
A riaggiornarci. Un saluto cordiale.K.d.G.
Ringrazio der Graf per la dritta sulla discussione,sicuramente interessante e che mette in luce le molte sfacettature su questo particolare settore.
Concordo anche sul fatto che se uno sà* la storia che sta dietro ad un determinato pezzo,la valutazione può essere più obbiettiva e reale.
Ad ogno modo,personalmente si intende,sono contento che pezzi così,anche se dati per originali,siano nelle collezioni degli altri.
Credo ci sia molto di vero in quanto scritto da Der Graf e ne condivido diversi punti.
Il mio pensiero però differisce su molte diciamo "sfumature".
E' vero che ognuno di noi colleziona per soddisfare pulsioni e desideri personali (se ci si vuole inoltrare nel campo della psicologia alla radice di tutto c'è una mania compulsiva ed un desiderio di fermare il tempo = sfuggire alla morte), per gusto estetico ed imprinting sociale, ma è anche vero che noi stiamo giocando ad un gioco che ha portato molti alla rovina e continua a farlo.
E' naturale che questo banchetto di jene ne attiri in gran numero e pertanto bisogna fare molta attenzione a credere alle belle storie, indifferente se vere o presunte. Beato chi le ha vissute di prima mano,ma personalmente io mi baso esclusivamente sul giudizio personale e su consigli di pochi amici fidati (facendo sempre seguire un mio ragionamento) anche perchè accanto alle belle storie ce ne sono altre di abilissimi "sartini" che hanno inxulato mezza Italia...o mi sbaglio? A Buon intenditor... Nello specifico un berretto così se lo trovassi in qualche vecchia sartoria o magazzino probabilmente lo metterei in collezione, se dovessi sborsare sudate banconote verdi, lo lascerei dove sta.
Forse avrò perso qualche buona occasione, ma alla fine...apriamo gli occhi ...sono 4 stracci vecchi, che solo per noi sono dei feticci. Di fronte alla vita reale, possiamo sopravvivere senza un banchetto di tarme e con più soldini nelle tasche.
Non è una questione di textbook che sinceramente mi lascia indifferente, ma di gusto ed istinto personale.
Conosco Odilo dai primi anni 80 e so che dietro al suo modo colorito di esprimersi si possono nascondere anche buoni insegnamenti,per chi li sa cogliere:il concetto di mettere in vetrina,può suonare superficiale ma è anche vero che - a meno che non si sia dei nichilisti - ciò che si acquista deve essere ponderato anche in luce di possibili tempi bui. In altre parole io personalmente non metto mai in collezione quello che so per certo mi resterà* attaccato in schiena. Filosofie personali appunto, e ringrazio ancora chi me le ha insegnate.
Attenti anche a fidarsi dei "profeti": è importante studiare ed imparare ma non si può correre con il girello per tutta la vita e bisogna anche imparare a cadere, rialzarsi e camminare con le proprie gambe. Quante volte mi è capitato di vedere cadere falsi profeti o di scoprire che valevano come uomini meno di quanto volevano far credere. Questo accade anche con noi stessi ovviamente, ma almeno ci abbiamo provato sulla nostra pelle [249
Pb
Quoto in pieno Panzerbar. Purtroppo ci sono individui che pur di guadagnare approfittano di persone poco esperte nel settore per truffarle; si perchè spacciare un oggetto falso per originale secondo me è una truffa bella e buona. ( visto i prezzi che ti chiedono ) Non mi sento di giudicare questo oggetto, vorrei poterlo toccare con mano e visionarlo dal vivo. Come giustamente diceva anche Panzerbar bisogna anche valutare la provenienza di un oggetto. Ovvio che se fosse frutto di un ritrovamento "ruspante" sarei sicuro di quel che ho in mano. Di contro ( e questo è un mio parere ) non comprerei e tantomeno metterei in collezione un pezzo che mi crea anche un solo dubbio.
[00016009
Sono d'accordo con quanto sopra esposto...ognuno di noi può apportare un pezzo di verità* se detta con il cuore e con le dovute maniere...
Capisco che nella psicosi creata dai falsi in circolazione, tutto ciò che stona anche solo di un pelo si ha la tendenza a scartarlo, sono esistite però fabbricazioni parallele di oggetti e vestiario altrettanto originali che dovrebbero avere a rigor di logica e in linea teorica lo stesso valore dei pezzi "canonici" e che non andrebbero scartate aprioristicamente in quanto ciò equivarrebbe ad un vero peccato mortale.
Come già* detto, tutto si gioca nel saper "riconoscere" questi oggetti e nell'esserne venuti "a contatto" in tempi insospettabili e in maniera fortuita e non forzata...per come conosco questo cappello da oltre trent'anni sottolineo di non avere il benchè minimo dubbio al riguardo della sua autenticità* e alla luce di questo aggiungo che sono stato io che l'ho "avvallato" in quel di Bologna, durante l'acquisto di Sven.
Sarà* "brutto", sarà* "sporco" sarà* poco "textbook" ma è senz'altro piu' originale di tanti falsoni perfetti che spesso fanno inciampare senza nemmeno accorgersene e personalmente parlando lo ritengo anche "interessante" per la sua storia e per le sue "differenze" e non capisco come si possano apprezzare giacche in panno ortica e disprezzare berretti del genere che probabilmente ne furono il logico "corredo".
Ritengo che lo "step" numero 1 cui debba rispondere un pezzo prima di essere inserito in un collezione sia quello di esserne sicuri della sua originalità* (leggi= fabbricazione d'epoca) ....gli altri particolari seguono dopo e se avrete occasione di esaminare quest'oggetto in mano potrete rendervi conto che non si tratta di una riproduzione semmai di una variante di fabbricazione ....poi sostenere di "non volerlo in collezione" mi sembra possa deporre male per un collezionista che anzi dovrebbe essere aperto alle varianti particolari, ma come si sa: degustibus.....
K.d.G.
Vedo che l'ambiente si sta scaldando. nonostante che le "natiche" come ha detto il buon Odilo siano le mie (te becco prima o poi a Trieste che non credi [916 ).
E' chiaro che io personalmente non ho un'esperienza tale da convincere nessuno sulla bontà* del pezzo; ovviamente il pezzo rimane a disposizione per chiunque intenda vederlo e toccarlo con mano a qualche fiera o anche a casa mia basta mettersi d'accordo.
Sulla misura il timbro interno è praticamente illeggibile, ma appena posso lo misuro e provo sul mio testone (59/60) per vedere come sta.
Poi posso anche concordare in pieno su chi lo ritiene brutto, perchè non fa certo scaldare il cuore al primo sguardo ma quello c'era e poteva servire per completare il manichino fronte sud (prego circar post su giacca e pantaloni). [0008024
Bentrovato Sven !
Vedi...non è questione di avere esperienza per convincere chicchessia! nessuno vuol convincere nessuno.
Il termine "brutto" andrebbe usato con parsimonia nella militaria tedesca, di per sè non vuol dir nulla.... sarebbe più ovvio usare: originale o meno....buono o non buono.... d'epoca o non d'epoca...è su questo che ci si deve basare per le valutazioni; "brutto" può essere un fatto soggettivo come "bello" del resto....un concetto variabile da persona a persona....mentre se un pezzo è d'epoca od originale che dir si voglia, ebbene tale lo sarà* sempre in maniera intrinseca, in virtù del fatto di essere stato manifatturato e indossato in un certo periodo storico...nè prima nè dopo....
Questo dobbiamo essere in grado di riconoscere...e spero che almeno questo thread sarà* servito a far capire ( e conoscere ) che oltre i canonici m43 sono esistite altre produzioni egualmente originali, una delle quali è quella qui presentata.....e che è spesso preferibile un berretto cosi' e magari pagarlo una cifra equa rispetto la difficoltà* di trovare un esemplare textbook sul quale si possa veramente mettere la mano sul fuoco, scevro da difetti, e pagarlo una cifra folle.
Buongiorno a tutti,
per avvallare le tesi sopra esposte riguardo la non corretta relazione bello uguale originale, brutto uguale falso, voglio presentarvi un Einheitsfeldmütze M43 che ho in collezione, il quale potrebbe essere considerato l'antitesi di ciò che americani (...e chi non altri!) descrivono e giudicano come textbook, (oramai non più a ragion di logica visto che anche i famosi testi sacri sono stati smascherati come pieni di riproduzioni più o meno datate).
Si tratta di un poco noto modello nato per i vari battaglioni Tirolesi denominati Standschützen operanti ai confini con l'Italia verso la fine della guerra e dunque, prodotto in loco. E' inutile dire che qualunque bravo, serio e smaliziato collezionista, basandosi solo sulla qualità o la perfezione della manifattura, verrebbe tratto in inganno poichè, come si può osservare dalle foto, è realizzato senza quei particolari canoni che accomunano gli ambiti cappelini tipici per la loro perfezione e rigorosità ...
Eppure è buono! La sua manifattura è tipica per tutti quegli effetti (giacche, pantaloni) create ad hoc per questi particolari reparti, ma se e come ovvio, non si è al corrente dui tutto ciò, si rischia di sputare sopra un pezzo che a mio modo di vedere non ha assolutamente nulla da togliere al modello standard...
Per tornare al cappellino di Sven Hassel, non ricordo se è stato detto, si tratta di una produzione nata in Italia, molto probabilmente dalla ditta Berven (Berrettificio Veneto) di Padova la quale, specialmente dopo l'8 Settembre 1943, iniziò una produzione di massa del suddetto cappellino per i reparti RSI (la quale uniformologicamente tendeva ad imitare sempre più gli alleati teutonici) e tedeschi operanti in Italia (si trovano anche mostreggiati Kustenartillerie oltre che Heer). Nel caso specifico della fodera interna prodotta in tela rayon, erano marchiati con la ragione sociale oltre che con la taglia, nel caso piu comune della fodera in lana, solo con la taglia.
Spero di essere stato utile,
Alessandro.
Sicuramente una bella esposizione accurata quella sopra esposta.
Ad ogni modo dire che il bello è originale e il brutto no,è errato.Le sfumature sono molteplici e molto complesse,specialmente nella militaria tedesca.
Come anche basarsi solo sulle linee pricipali di produzione tedesca,i famosi canoni citati nei vari libri di testo,lascia molte lacune.
Personalmente valuto ogni oggetto a sè e,in diversi anni di attività*-viaggi,ho scoperto ad esempio copricapi originali ben al di fuori degli schemi canonici,ma buoni al 100%.
Per cui attenzione:abbiamo i canonici originali,i falsi canonici,gli originali fuori schema e.....i fuori schema-varianti falsi.
Sottolineo che quest'ultimo mio pensiero,è solo una puntualizzazione generale sui copricapi.
....ringrazio Alessandro per il preciso ed inequivocabile post e quoto quanto detto da Kaputt.... esatto è cosi' e alla fin fine tutto si gioca sulla capacità* di saper discernere gli oggetti e ciò diventa un'operazione "culturale" che può nascere solo dalla conoscenza la quale si acquisisce attraverso l'esperienza. Non "conoscendo" possiamo precluderci, come spesso succede, anche pezzi interessanti, mentre "conoscendo" possiamo "vedere" ciò che altri non vedono, come può esserne questo il caso.
Un saluto.K.d.G.
Credo che in questo thread si sia detto tutto, e quanto emerso mi trova d'accordo.
Unica postilla a carattere generale ... attenzione ai fuori ordinanza e non textbook in genere: è vero che sono esistite molteplici varianti originali al 100% ma è anche vero che è un escamotage usato spessissimo dai venditori "furbi" per sdoganare oggetti quantomeno sospetti.
Pb
Esatto!Citazione:
Originariamente Scritto da Panzerbär
Dimostrazione supplementare,che solo l'esperienza diretta può colmare le lacune.