Un reparto di Cosacchi del Kouban ha combattuto nel Savoia Cavalleria in Russia poi con i Lancieri di Novara in Italia.
Cerco foto di questi Cosacchi in uniforme italiana.
Visto nel 'Osprey :
Allegato 188231
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Un reparto di Cosacchi del Kouban ha combattuto nel Savoia Cavalleria in Russia poi con i Lancieri di Novara in Italia.
Cerco foto di questi Cosacchi in uniforme italiana.
Visto nel 'Osprey :
Allegato 188231
Nell'ultimo libro di Pierluigi Romeo di Colloredo, Croce di Ghiaccio, Edito dalla Associazione Italia, ne trovi alcune molto belle ed inedite. Vai nella sezione Pubblicazioni ci dovrebbe essere un thread dedicato.
Alfa
Un eccellente notizia, quando tornero in Italia, comprero questo libro con Emme Rossa.
ALEX
Ho letto sia "Isbuscenskij l'ultima carica" di Lucio Lami sia "Dosvidania" di Luciano Mela e Pietro Crespi, ma di questa cosa non ne ho trovato traccia e mi è nuova, sapresti dare qualche informazione in più? Grazie :PCitazione:
Originariamente Scritto da Alexderome
Ho cercato a saperne di più ma non ho trovato niente di nuovo. C'éra solo una sotnia aussiliare della "Savoia" poi rimpatriate in Italia e integrati al Reg. Lancieri di Novara.
Sono solo quest'informazione che ho.
Ciao
ALEX
Ti ringrazio, appena recupero qualche info ti faccio sapere [257
Ciao
Ecco un articolo interessante :
Ma anche il Regio esercito, durante la sua partecipazione alla sventurata campagna di Russia, aveva arruolato i cosacchi. Erano i cavalieri del Gruppo Cosacchi Savoia. Questi seguirono i nostri soldati nella ritirata dalla Russia, e arrivati in Italia furono accasermati a Maccacari. Arrivarono in 266, agli ordini del capitano Giorgio Stavro Santarosa. Vennero sistemati in una grande corte rurale che era stata la casa di villeggiatura di Romanin Jacur, un padovano di origini ebraiche le cui proprietà erano state requisite dai fascisti dopo le leggi razziali. Jacur morirà suicida nel 1944 per evitare la deportazione in Germania.
in :
http://www.larena.it/stories/Provincia/ ... maccacari/
ALEX
Lo scudetto a sinistra non c'entra con il Gruppo Cosacchi Savoia.
E' il distitnivo del 360° Reggimento Granatieri d'Arresto Cosacchi dell'Esercito Tedesco, unità che rappresentò terzo reggimento organico della 708. Infanterie-Division e che prestò servizio in Francia.
Il numero delle "treccine" in filo bianco diagonali indica il n° del battaglione all'interno del reggimento. In alcuni testi lo scudetto fu erroneamente attribuito ai volontari lettoni (i cui colori nazionali erano, appunto, il rosso ed il bianco).
MP
I Cosacchi di Macaccari erano i sopravvissuti del fronte russo... la loro era un'unità autonoma aggregata amministrativamente al Novara Cavalleria in attesa di ricostituzione:Citazione:
Originariamente Scritto da Alexderome
http://www.ilcovo.mastertopforum.net/i- ... t2094.html
Per quanto ne so quello degli "scout", ragazzini russi minorenni adottati dai reparti e tornati in Italia coi reduci dell' ARMIR è un argomento ancora più nebuloso, qualcuno ne sa qualcosa? Se interessa potrei dilungarmi sull' argomento...
Dilungati, dilungati... [257Citazione:
Originariamente Scritto da Il Cav.
L' invasione dell' Urss creò il fenomeno dei bambini di strada, i cosiddetti "Besprizorni", che avevano perso i genitori morti o deportati o profughi, e vagavano per le campagne vivendo di elemosina. Molti di loro non avevano simpatia per il potere sovietico, così quando giunsero in Ucraina i soldati italiani del CSIR e poi dell' ARMIR, visto che non erano come i tedeschi che li scacciavano o li uccidevano - considerandoli in toto spie sovietiche - li avvicinarono per elemosinare i resti del rancio. Gradualmente molti di essi furono adottati dai reparti, in specie autieri e motorizzati in quanto conoscevano le strade e sapevano leggere il cirillico (non era raro il caso che chiedendo informazioni su una data località a civili costoro indicassero la direzione sbagliata o avviassero le colonne ignare in bocca all' Armata Rossa). Questi ragazzini erano perciò preziosi come interpreti e giude, da ciò il nome "scout" e furono rivestiti in grigioverde vivendo le vicissitudini dei reparti.
Dopo la "grande ritirata" fra le truppe italiane superstiti ce n' erano ancora moltissimi: quasi un migliaio, che vestite "abusivamente" le stellette giunsero in Italia e furono presi in carico dallo Stato che li suddivise per età e indole tra Collegi GIL, Collegi militari del R.E., Istituti professionali religiosi (in massima parte Salesiani) a Roma e Venezia (Tipografia Artigianelli) dove avrebbero potuto imparare un mestiere. Dopo l' 8 settembre il collasso dello Stato coinvolse anche loro: alcuni, scambiati per militari italiani furono catturati dai tedeschi , altri si sbandarono, rifugiandosi presso famiglie amiche o conventi - uno fra tutti il Russicum di Roma - altri ancora combatterono la guerra civile nella RSI o nella Resistenza, molti altri aderirono al ROA di Vlassov o si unirono ai Cosacchi di Krasnov in Friuli.
Alla fine del conflitto gli Alleati restituirono a Stalin tutti quelli che gli capitarono fra le mani, ma alcuni rimasero in Italia, acquisendone poi la cittadinanza: uno di loro raccontò la sua storia in un programma RAI di Arrigo Petacco a metà degli anni '80. Per inciso faccio notare che è documentata fotograficamente la presenza di ragazzi russi arruolatisi nella X^ e nei Bersaglieri del MUSSOLINI. Anche uno dei delatori che fecero arrestare Don Pietro Pappagallo era tale Piotr l' Ucraino, un ex- scout che si era messo al servizio delle SS di Roma.
Molto interessante Cav., grazie
A proposito, sapevate che i cosacchi "italiani" furono divisi in tre sotnie montate (compagnie) ed era previsto il loro invio in Albania per la lotta alle bande? All' 8 settembre aspettavano ancora i mitra Beretta coi quali avrebbero dovuto totalmente equipaggiarsi, in sostituzione dei PPSh... [126
Allora stavano freschi... No, non sapevo che ne era stato previsto l'impiego in Albania.Citazione:
Originariamente Scritto da Il Cav.
Si, visti i buoni risultati ottenuti dalla WH prima col "Corpo Russo in Serbia" e poi coi Cosacchi di Pannwitz...
_____________Citazione:
Originariamente Scritto da Il Cav.
Ops... scusate il refuso, ma nel mio intervento mi riferivo a Don Morosini, quello che ispirò "Roma Città Aperta", non Don Pappagallo!
Sorry! [4
.