Ho trovato questa particolare immagine.
Chi era e cosa rappresentava ?
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http://www.milistory.net/Public/data...iDecimaMas.jpg
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Ho trovato questa particolare immagine.
Chi era e cosa rappresentava ?
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non saprei , l'unica cosa che posso dire è che riconosco il porta caricatori del mab
io penso che daniele si riferisse al ragazzino (o al nano)
Esatto,
non riesco ad immaginare un bambino di quella età* tra le fila dei soldati della X.
Un ragazzino mascotte in tempo di guerra??
Non credo.
Portaordini ? nemmeno, si rischia la vita di un bimbo ?
Ed è anche armato di moschetto (mi pare),
non riesco a trovare una spiegazione.
...da come "sghignazza" l'ufficiale di ispezione... non può essere che la mascotte del reparto.
Anche in guerra un poco di buon'umore non guastava.[ad]
Saluti BIGGET[ciao2]
Questa foto l'ho vista anch'io e me lo sono domandato un ragazzino che per bilanciare il peso dello zaino è spinto in avanti penso che sia come dice bigget[ciao2]
durante la prima guerra spesso i soldati prendevano in cura orfani o comunque bambini soli, ma durante la seconda guerra mondiale, mi pare + difficile, magari appunto è una mascotte del reparto.
una domanda, ma quel soldato in primo piano, è vero o un manichino? ma che occhiali c'ha[:D]
...Dolce e Gabbana????[:D]
ww
Probabilmente si tratta di un cieco di guerra (per lo meno da 1 occhio solo)e la mascotte del reparto lo seguiva per aiutarlo negli spostamenti...
Questo comunque è il mio pensiero in mancanza di riscontri. Se non erro, a volte la memoria mi inganna) si tratta del Barbarigo in partenza per il fronte. Belle anche le stellette maxi sulle mostine.
B
Sicuramente si tratta di una mascotte.
L'ammiraglio ritratto potrebbe essere l'ammiraglio Legnani.
Mi intendo poco di uniformi RSI, ma mi sembra che sulla divisa manchino le stellette, ma non siano state sostituite
dal gladio.
Sarebbe interessante ricostruire la storia di quel ragazzino (probabilmente ancora oggi vivo e vegeto), come quella di quel bambino ebreo di Varsavia, in quella notissima foto durante un rastrellamento tedesco, che nel dopoguerra è stato rintracciato (mi sembra di ricordare che oggi faccia il dentista).
Guglielmo
...con l'uniforme che porta, povero piccolo, non vorrei che fosse stato passato per le armi "Mala tempora" insieme ad altri eroici
combattenti. Ciao sal
il ragazzino si chiama Mario greco ed è vivo e vegeto.
Si è arruolato a 13 anni spacciandosi per orfano di guerra, ma questo non era vero....
Si tratta di un altro piccolo combattente come Rnzo Fusco in AOI...
se non sbaglio e' il barbarigo,in partenza per il fronte.gli occhiali che sembrano far apparire il soldato,un cieco,se ci fai caso in altre foto,ne appaiono di diversi modelli,portati anche dalle ragazze,che li fanno sembrare tutti non vedenti.saluti
....bravo fiume, da come esprimi il concetto sei proprio sicuro di quello che dici, la cosa mi fa piacere, non ci dispiacerebbe saperne di più, che dire, rivedere questo quasi settantenne, carpirne i ricordi, dialogare con lui, tramite te, sono convinto che faresti cosa gradita a tutti.
Colgo l'occasione per salutarti ed augurarti il benvenuto tra noi, da come hai esordito ti aspetta un bel lavoro, Ciao Sal
Sono veramene felice che Mario Greco sia vivo, anche se ovviamente non lo conosco, e gli auguro una lunghissima vita: infatti la presenza di questi ragazzini (come, d'altra parte i tamburini delle guerre di indipendenza e dei garibaldini), permettono di spostare invanti l'attualità* di un periodo storico, prima che, per mncanza di protagonisti, venga inevitabilmente relegato nella storia non più "viva", ma documentale.
Mi ricordo che fui molto colpito vendendo tempo fa un filmato dei primi del '900 dove erano stati ripresi gli ultimi superstiti delle battaglie napoleoniche.
Guglielmo
MArio greco è figlio di un capitano di fregata della regia marina passato alla RSI , si arruolò impietosendo il comandante Borghese con la storia dell' orfano di guerra ...
Finchè fu in servizio (nella decima) ebbe un contegno pari per rischio, per valore , per disciplina ai suoi camerati...
Fu impiegato al fronte ma questo fatto non lo spaventò mai... La sua avventura finì a Coltano(Pisa)..
è il Barbarigo in partenza per il fronte di Nettuno da La Spezia, il bambino era la mascotte.
nemmeno a farlo apposta qualche giorno fà*, mentre creavo una piccola pagina sulla X Mas a La Spezia, per il mio sito.... ci ho inserito proprio questa foto...confermo tutto quello che avete detto e aggiungo che si tratta dell'ammiraglio Sparzani.
massi
Girando per la rete mi è capitato questa a conferma di quanto già* detto:
http://www.combattentirsi-to.com/TESTIMONIANZE.htm
TESTIMONIANZA DI
Franco Grechi
Avevo 12 anni quando,ai primi di febbraio del 1944,mi presentai alla caserma S.Bartolomeo di La Spezia per arruolarmi nella Decima MAS.
Il capitano che presiedeva all`ufficio arruolamenti si arrabbiò,intimandomi di tornare a casa ed io,mentendo,gli dissi che non avevo più né casa né genitori.
L`ufficiale,presa per buona la bugia,si consultò con gli altri graduati;infine fu deciso di "adottarmi"(non potevano mica cacciar via un povero orfano!),mi si trovò una divisa e venni assegnato al battaglione Barbarigo,in procinto di partire per il fronte di Nettuno,da dove tanti non sarebbero tornati.
Divenni così la mascotte del battaglione,dove prestai servizio sino all`ultimo giorno.Tornato a casa,trovai l`alloggio saccheggiato e mia madre rapata perché "colpevole" di essere la moglie e madre di due combattenti (mio padre Ottavio,ufficiale di complemento,allo scoppio della guerra era stato richiamato in Marina).
Riuscimmo comunque tutti e tre a sopravvivere,ricominciando un`esistenza segnata in perpetuo dalla sconfitta,ma con l`appagamento di poter guardare chiunque sempre dritto negli occhi.
Immagine:
http://www.milistory.net/Public/data...nco_Grechi.jpg
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La Spezia,12 Febbraio 1944:l'Ammiraglio Sparzani saluta il "piccolo Soldato" Franco Grechi
Sì sapevo della cosa, tristemente una delle tante storie come questa vissute dai reduci, e loro famiglie, della RSI!Citazione:
Originariamente Scritto da harris
Mi pare che tutt'oggi non sia permesso annoverare i combattenti della RSI tra i caduti per la patria! Nota dolente. [:(]
effettivamente nei vari periodi delle guerre noi italiani abbiamo avuto spesso bambini mascotte ,ricordo negli anni 80 durante la guerra in libano che le nostre truppe adottarono come mascotte un bambino di nome mustafà*, qualcuno riccorda?
Marietto però non era l'unica mascotte della Xa, c'erano almeno altri due bambini (vi sono varie foto d'epoca) e a differenza sua veramente orfani di guerra. Sicuramente c'era almeno un'altra mascotte ad esempio nella legione Muti, dalle foto porta il lutto al braccio sinistro (il padre? I genitori?) e probabilmente, dalla foto non si vede, sul braccio destro porta la stelletta di orfano di guerra.
Vado controcorrente, piu' che sitazione eroica la considererei una storia depolorevole di cui è meglio dimenticare, trovo una cosa fuori dal mondo "adottare" o forse meglio arruolare! un ragazzino a 12 anni e mandarlo a combattere, poteva essere eroico quanto gli pare ma non dovevano accettarlo e basta,i posti non mancavano anche se fosse stato orfano,chiesa,ospedali ecc.....soldato altro che mascotte! [1334
Leggo solo ora e trovo la ricostruzione molto interessante.....
Oggi, nel 2011, usando il metro di giudizio attuale, concorderei pienamente con Waffen.
Bisogna pero' tornare all'epoca per capire meglio.
Si lavorava dall'eta' di 6-7 anni (agricoltura), ci si sposava presto, spesse volte vi erano molti figli in famiglia e ci si dava da fare subito (per sopravvivere).
Credo che sulla base di cio', proprio come si vestivano i "Balilla", con uniformi adulte,
si considerasser0 i giovani, persino i bambini, con occhio molto diverso dal nostro.
Non esistevano normative di tutela sul lavoro minorile, mi pare pero' che sia stato il "regime", per primo a fissare le ferie retribuite...
Ch
Ma dico scherziamo? Questo succedeva alla fine dell'800. La prima legge organica sulla tutela del lavoro femminile e di quello minorile l'ha fatta Lui, legge 653 del 1934, limite di età a 15 anni...Citazione:
Originariamente Scritto da churchill
Sono gli attuali pseudodemocratici o sedicenti tali che stanno distruggendo le garanzie dei lavoratori... informatevi meglio.... che le pensioni che voi non avrete le ha fatte Lui e le 36 ore settimanali pure.
Si, ma non andiamo O.T. Rimaniamo sulle 'Mascotte' dei ragazzini nella RSI e X^ in particolare:esistono numerose foto d'epoca. Chi le ha a portata di mano, puo' postarle.
Non c'è nulla di scandaloso a mio parere.Non vi pensate che questi bambini fossero
mandati in prima linea a combattere! Spesso, da quanto ho letto, si trattava di veri e
propri casi umani, orfani che non avevano nessuno e che per scelta personale si erano
aggregati ai reparti e che amorevolmente se ne prendevano cura, assicurando cibo
e vestiario,con la benevolenza dei comandi. :!: PaoloM
Citazione:
Originariamente Scritto da marpo
Scusami Marpo allora devo aver capito male, in un precedente intervento mi pareva di aver letto che fosse stato al fronte a combattere, se venivano aggregati per cibo vestiario e benevolenza benvenga tutto cio'... [264
Questa è una foto famosa, che ho postato su ww2incolor, le mascotte sono 3
[attachment=0:eistg38y]barbarigo.jpg[/attachment:eistg38y]
Se uno è Marietto, chi sono gli altri 2? Se qualcuno può dire qualcosa di più...
Questa per esempio è una mascotte spagnola del Tercio, la foto viene dall'archivio Sandri
http://www.ww2incolor.com/other/piccololegionario.html
Questa è una piccola mascotte delle SS italiane... è davvero un bimbo. Qualche notizia in merito?
Questa è la mascotte della Muti che vi dicevo. In realtà porta il lutto all'occhiello, come vedete. Forse è il figlio di un caduto della legione. Non si vede bene il braccio destro, potrebbe avere il distintivo di orfano di guerra. Qualche informazione su di lui?
ogni dubbio, credo, lo possa togliere, semplicemente, la nostra storia.
Mai si e' accusata l'Italia e, nemmeno il regio esercito, per crimini, sennon nelle Colonie.
Queste mascottes, non penso proprio fossero impiegate al fronte,
per la semplice ragione che sono foto di "propaganda"......
Non avrebbero corso il rischio di pubblicare foto, se poi il ragazzino fosse, anche solo accidentalmente,
morto......
Semplice propaganda ( i figli aiutano i padri, quando le madri accudiscono alle bisogne di famiglia......)
Ch
I reparti militari e sopratutto paramilitari della Rsi come la "Muti" e le Brigate Nere arruolavano spesso interi nuclei famigliari compresi padri e figli (vecchi e minorenni compresi probabilmente per carenza cronica di personale adatto o motivato) buoni per le foto di propaganda del partito militarizzato ("Tutti uniti contro il comune nemico..." ecc...). Oggi queste foto in bianco e nero ricordano quelle a colori dei bambini soldato del Terzo Mondo.
I quali però vengono drogati e costretti a sparare sul serio, mentre allora si trattava più che altro di trovate "propagandistiche" o d di supporto morale alla truppa. E continuate a ignorare che la maggior parte erano effettivamente orfani di soldati del reparto o orfani del tutto... Quindi spesso con l'adozione della mascotte si salvava il figlio orfano di un commilitone caduto o un banbimo rimasto senza genitori.Citazione:
Originariamente Scritto da Sturmtruppen
Mentre i bambini soldato in Africa sono migliaia, qui si tratta di poche decine di mascotte. Sono cose totalmente diverse... fate i paragoni come i cavoli a merenda. Piuttosto, avete notizie sulle storie personali di questi ragazzini? Mario Grechi è più l'eccezione che la regola...
Mascotte degli NP
Eeeh... Non é del tutto vero che erano solo mascotte impiegati a scopi propagandistici. Considerando che allora la maggiore età era 21 anni molti volontari di questi reparti dai 15 anni in su hanno sparato e ucciso o peggio senza costrizioni o droghe. Ovviamente a un bambino non si dà facilmente in mano un mitra che non sia un giocattolo. Se si pensa agli ultimi giovani difensori della Germania nazista mandati nel 1945 al macello per ritardare di poche settimane la sconfitta finale di Hitler il paragone regge con i bambini soldato africani e sudamericani di oggi. Ma più interessante - per questo forum - sarebbe analizzare i particolari della divisa del "mutino". Probabilmente queste mascottes dei reparti della Rsi ormai sottoterra o all'ospizio avranno presto dimenticato e buttato via anche le foto a parte qualcuno che abbia scritto e pubblicato un libro di memorie (molto pochi mi sa).
Non per contraddirti a tutti i costi Sturmtruppen, però un conto è i ragazzotti di 17-18 anni, un altro di 12-14.
E anche i primi, che sicuramente non di rado avranno preso parte ai combattimenti, nel complesso restano cmq più l'eccezione che la norma, secondo me. Il che non significa che non ci siano stati tanti combattenti o caduti di 17 anni o giù di lì, intendiamoci. Ma un tanto molto relativo, ripeto, più eccezione che norma. Le fiamme bianche ad esempio, che erano tutti volontari delle classi 1926,27,28 hanno visto pochissimo combattimento, per non dire nulla, salvo appunto qualche rara eccezione. Pare ad esempio che l'ultimo colpo di cannone della RSI sia stato sparato da un manipolo di fiamme bianche l'8 maggio 45.
Non so se è più leggenda che altro, ma un fatto storico invece è che ad es. Marco Janni, MOVM alla memoria a 17 anni, era una fiamma bianca che a tutti i costi aveva voluto andare a combattere con i bersaglieri della divisione Italia. Un po' come Sergio Bresciani qualche anno prima ad El Alamein e quell'altro ragazzetto, prima ancora, di 16 anni in AOI (che però, a differenza degli altri 2, credo abbia sparato ben pochi colpi) nel 1940. Anche contando tutti gli altri casi del genere, sono sempre più eccezioni che regole, e sempre per purissimo entusiasmo personale.
Cmq, altra mascotte dei marò... Sarebbe bello se qualcuno potesse dirci qualcosa di tutti questi ragazzetti...
Vi sono stati molti caduti nelle fila RSI e non solo, di 16 e 17 anni ma erano inquadrati come combattenti e spesso svolgevano funzione di portaordini.Le mascotte erano in genere bambini di 9, 10, 11 e 12 anni e anche piu' piccoli, come vediamo dalle foto, goffi nei loro equipaggiamenti ed uniformi accorciate sommariamente.Che vi sia stato qualche caduto anche tra questi, e' tutto da stabilire. [249 PaoloM
Devo dire invece che molte di queste "mascotte" sono cadute in combattimento ... certo non quelle sotto i dieci anni ...ma nei 13/14 ... si!
Purtroppo non volendo essere da meno dei combattenti più grandi, spesso li seguivano ...condividendone a volte la fine cruenta in combattimento ...
e nella RSI la lista di questi piccoli caduti è molto, molto lunga ...anche FUCILATI senza riguardo allo loro giovanissima età!!!
Giò
Grazie Italiastorica..
Cio' che dici fa molto pensare..., sia per chi li utilizzava, sia per chi li ha, come dici tu, fucilati senza tanti fronzoli...
ch
Una storia toccante di un "piccolo Marò"
(tratta da "Il Nazionale’’ del 5 febbraio 1950)
Silvio Laboroi aveva quattordici anni, ma ne dimostrava tre di meno, anche se il suo viso cereo, dalla pelle tesa sopra un teschio che già mostrava i contorni della morte, sembrava quello d’un uomo che ha già vissuto gli orrori e il fascino della guerra. Capelli rossicci, viso di lentiggini, occhi intelligenti e intensi.
Così lo vidi una fredda mattina d’un lontano gennaio, in una corsia d’ospedale.
Era scappato di casa, mi disse, lasciando la mamma sola in un paesello della Val d’Aosta, per arruolarsi nella "Decima’’ dove altri ragazzi orfani, e coi genitori al di là della barriera, erano accolti a scopo d’assistenza e un ufficiale insegnante provvedeva alla loro educazione.
Ma egli, Silvio, non se la sentiva di fare il collegiale. Si era arruolato per fare la guerra come i grandi, lui. E imparò da solo a conoscere e maneggiare le armi automatiche.
Poi, un giorno, un’orda di slavi, le "teste di cane", sconfinarono per marciare su Gorizia e il battaglione "Fulmine" della Decima, venne inviato davanti a Tarnova per arginarli. (SLAPPE D'IDRIA) A Silvio, naturalmente, venne negato un posto fra i partenti. Tentò d’intrufolarsi nei ranghi dei marò che facevano rintronare l’aria coi loro canti di guerra, ma venne scoperto e rimandato in camerata a pedate. Il ragazzo, che si sentiva un vero marò, non si perdette d’animo. Il giorno dopo partì un’autocolonna coi viveri, e lui, con la complicità d’un "cambusiere", si nascose tra le casse di gallette.
Giunse così a Tarnova, (SILVIO, QUANDO IL FULMINE ANDO' A TARNOVA ERA ALL'OSPEDALE FERITO DA UN MESE) quando già i marò del "Fulmine" avevano preso posizione sui sacri confini. Ma le sue disavventure non erano finite: un’altra pioggia di scapaccioni lo sommerse allorché si piantò, rigido e fiero nel saluto, dinanzi al Comandante la 3.a Compagnia. Venne infine relegato nel fondo d’un bunker. (NON ERA A TARNOVA, NON ERA DELLA3' COMPAGNIA)
E Silvio, che nelle sue notti trepide d’adolescente aveva sognato i disperati assalti, purtroppo, dovette contentarsi solamente di ascoltare l’orchestra selvaggia delle granate, delle mitragliatrici e dei mitra.
Venne poi allontanato dalla linea del fuoco e costretto a sbucciare patate nella cucina di battaglione.
Ma una sera, Silvio diede una pedata a mestoli e marmitte e ritornò in compagnia. Si presentò al comandante una decisa espressione che dovette impressionare vivamente l’ufficiale, e non si ebbe altri scapaccioni.
Finalmente l’azione, il fuoco, il nemico... forse anche la morte! Che importava?
"A noi la morte non ci fa paura, ci si fidanza e poi si fa l’amor...".
"Samurai", mitra e bombe a mano. Silvio è pronto ad accogliere gli slavi.
Notte illune. Solo alcune stelle: sembrano le lacrime di mille mamme in trepida attesa.
Silvio pensa per un attimo alla mamma che a quell’ora soleva andare a rimboccargli le coperte. Ma ora! ... Oh, ora era un soldato vero, un vero soldato d’Italia, che faceva la guerra sul serio.
Notte da tregenda, quella, nella selva di Tarnova. Il nemico, in realtà, in gran numero, premeva da ogni dove. Ma i marinai della Decima si erano abbarbicati alle loro "buche" e avevano giurato di morire piuttosto che cedere.
E mantennero il sacro giuramento, gli eroi del "Fulmine". Cadevano ad uno ad uno, impegnati nell’impari lotta di uno contro venti.
Silvio, anche lui, senza ascoltare i consigli degli "anziani" che lo esortavano a tirarsi indietro, scaricava i caricatori del mitra sul branco che ristava, si sbandava, ritornava ferocemente all’attacco. E i trecento del "Fulmine", pur essendo oramai ridotti a poche decine, resistevano meravigliosamente, mentre i "titini" si consumavano nello scorno d’essere tenuti in iscacco da un gruppo di monelli di cui il più vecchio superava di poco i vent’anni.
Silvio, colpito alle gambe e al ventre, rimase al suo posto e si ribellò quando tentarono d’allontanarlo. (FERITO ALLA SPINA DORSALE DA UN PROIETTILE)
Ora il battaglione "Fulmine" della Divisione di Fanteria di Marina "Decima’’ era ridotto a pochi fantasmi che, mentre si preparavano a morire, ebbero la gioia di vedere voltare le terga agli eroi delle "foibe": un altro reparto era accorso in aiuto dei difensori delle sacre barriere.
Trovai il "marò" Laboroi Silvio una mattina di gennaio, in una corsia del Padiglione "Vicenza", dell’"Ospedale al Mare" di Venezia, mentre le bombe dei "liberatori" scoppiavano sulla Laguna e sul Lido. (A GENNAIO SILVIO ERA ALL'OSPEDALE DEL SEMINARIO MINORE DI GORIZIA)
Ma Gorizia italiana, che il mio babbo, come me volontario andò a conquistare nell’altra guerra, non è stata invasa... E io sono felice... Erano felici anche i miei camerati che sono morti. Morirò anch’io. Ma Gorizia è sempre italiana...
I suoi occhi brillavano e la sua bocca, di tratto in tratto contratta dagli spasimi, si spianava in un chiaro sorriso al ricordo dei titini in fuga.
Ma a Gorizia gli slavi non sono entrati...
Gli chiusi gli occhi la mattina dopo alle tre. (MORI DUE MESI DOPO GENNAIO)Si addormentò placidamente dopo aver ottenuto lo scudetto del reparto, che portavano solo gli "anziani". Sulla sua tomba feci inchiodare lo scudetto sopra una croce e vi feci scrivere: "Marò Laboroi Silvio, caduto per l’onore d’Italia".
Chissà se quella tomba e quello scudetto esistono ancora! Forse non più. Forse una sacrilega mano ha profanato la tomba del piccolo soldato, perché anch’egli ritenuto "criminale". Tutti quelli che difesero la Patria fino all’ultima speranza sono "criminali".
Ma un giorno verrò sulla tua tomba, piccolo marò del "Fulmine" e t’erigerò un monumento di fiori candidi come la tua anima d’adolescente, rossi come la passione patria che t’animò e ti sostenne, verdi come la speranza - per noi certezza - che l’Italia tutta, dalle nervose cime alla Quarta Sponda, ritroverà se stessa nei suoi figli migliori.
(LA TOMBA E' RIMASTA FINO AGLI ANNI 60 CIRCA, QUANDO LA MAMMA DI SILVIO LO ANDAVA A TROVARE CON UN CERTA REGOLARITA'. ERA SITUATA ALL'INTERNO DEL RECINTO DEI MILITARI, PRESSO IL CIMITERO AL LIDO. N. 70 FILA 3. SUCCESSIVAMENTE, NEL 1972 LE SALME DI QUEL "RECINTO MILITARI" FURONO ESUMATE E POSTE IN UN OSSARIO COMUNE)
AVANTI PLOTONE MASCOTTE!