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MAS sul lago di Ladoga
Facendo delle ricerche sull'ambientazione del modellino di Messerschmitt Bf109 che sto trattando nella sezione modellismo, mi sono imbattuto in questa notizia che riguarda la Regia Marina nel 1942 in acque lacustri russo-filandesi e relativamente a 4 MAS li operativi; l'ho ritenuta interessante e per questo riporto integralmente il testo dal sito "Avanti Savoia!".
Buona lettura.
Nell'autunno del 1941 le forze armate tedesche, con il concorso delle truppe finlandesi, avevano completamente accerchiata da terra la città di Leningrado. I Sovietici tuttavia continuavano a rifornire la città assediata attraverso il Lago Ladoga dove conservavano una vasta zona di costa in loro possesso.
Nell'inverno del 1941 i Finlandesi fecero presente all'Alto Comando tedesco la necessità di interrompere il flusso dei rifornimenti sovietici dislocando sul lago un certo numero di mezzi veloci che ostacolassero il movimento del naviglio nemico
Il naviglio sovietico presente sul lago era stimato in 11 cannoniere e 32 dragamine per la scorta diretta ai convogli per Leningrado, da costituirsi tra 9 piroscafi, 17 rimorchiatori e 25 altri natanti; la Marina finlandese non disponeva su quelle acque che della vecchia silurante «Sisu».
Nell’aprile 1942, il Comando della Marina germanica chiedeva ufficialmente alla Regia Marina di esaminare la possibilità dell'invio di naviglio leggero silurante sul Lago Ladoga; i Tedeschi, da parte loro, avrebbero disposto l'invio di una squadriglia di posamine e di alcuni pontoni armati.
La Regia Marina accolse subito le richieste degli alleati e decise l'invio sul Lago Ladoga di quattro MAS, i numero 526, 527, 528 e 529 con i quali venne costituita a La Spezia la 12a Squadriglia MAS posta agli ordini del Cap. di Corvetta Bianchini. L'intera spedizione italiana si componeva di 17 ufficiali, 19 sottufficiali e 63 sottocapi e comuni.
Per il trasferimento degli uomini e dei mezzi fu stabilito il seguente percorso: via terra con un'autocolonna da La Spezia via Brennero, Innsbruck, Monaco fino a Stettino; via mare su piroscafo da Stettino ad Helsinki; via mare autonomamente con un tratto trasportati su terra da Helsinki a Sortanlahti, località fissata come sede operativa della Squadriglia. Si trattava di un totale di 3.105 km che vennero percorsi in 26 giorni dal 25 maggio al 22 giugno 1942, senza incidenti di rilievo.
Come base logistica venne messa a disposizione dalla Marina finlandese la struttura di Lahdenpohja, località ben provvista di baracche, magazzini, officine e collegamenti ferroviari, il tutto posto all'interno di un bosco al sicuro dall'offesa aerea ed a breve distanza dai moli.
Era intanto già stato formato, in data 17 maggio, il Distaccamento Navale K, comprendente i quattro MAS italiani, alcuni posamine costieri tedeschi KM (Küstenminenboot - battelli costieri da 16 tonn. armati con una mitragliera da 15 mm portanti 6 mine magnetiche da 500 kg e con velocità massima di 31 nodi), 21 pontoni armati tedeschi della FLAK (pontoni armati tipo «Siebel» distinti in tipo leggero con 4 pezzi da 37 mm e mitragliere da 20 mm e pesante con 3 pezzi da 88 mm, un 37 mm e varie mitragliere quadrinate da 20 mm, capaci di una velocità massima di 10 nodi) ed il battello finlandese «Sisu», tutti sottoposti, dal punto di vista operativo, al Comando della Brigata Costiera del Ladoga, retto dal Col. finlandese E. Järvinen.
I mezzi italiani operavano su tutta la superficie del lago e godevano dell'appoggio dell’Aviazione finlandese e della 1a Luftflotte tedesca.
Il 25 giugno 1942 i MAS italiani erano perfettamente operativi ed iniziavano la loro attività con un necessario periodo di prove a mare, attività che durò per un mese.
I MAS si erano subito ridotti a tre in quanto il MAS 526, il 25 luglio, aveva avuto un incidente in navigazione ed era stato messo in riparazione.
I tre MAS superstiti, 527, 528 e 529, iniziarono alcune missioni di esplorazione con compito di appoggio ad unità finlandesi, di sbarco di informatori e di localizzazione di un presunto sommergibile sovietico.
Il 14 agosto i MAS 527 e 528, uscirono in missione di sbarco informatori sulla costa russa; alle ore 2,40 del giorno 15 il MAS 527 comandato dal s. ten. di Vascello Renato Bechi, avvistava una formazione sovietica di tre cannoniere da 800 tonn. della classe BIRA che, poco dopo, aprivano il fuoco sul MAS colpendo la plancia della nostra unità. Il MAS si metteva allora in posizione di attacco ma veniva nuovamente colpito mentre apriva a sua volta il fuoco con la mitragliera da 20 mm, colpendo ripetutamente il bersaglio. Il MAS, proseguiva l'attacco mettendosi in posizione favorevole al lancio contro la terza unità della fila da una distanza di 300 m. Alle 3,02 avveniva il lancio simultaneo dei siluri che centravano in pieno l'unità sovietica affondandola. Il MAS si disimpegnava quindi ad alta velocità.
Un'altra vittoriosa azione avvenne il 28 agosto.
Il 27 agosto sera il MAS 528 al comando del s. ten. di Vascello Benvenuto in sezione col MAS 527 si diressero verso la zona delle rotte costiere meridionali del lago scortati, sino a notte, da caccia finlandesi. Alle 00,03 del 28 agosto, il MAS 528 avvistava a circa 3.500 m due unità che alle 00,10 venivano riconosciute per due rimorchiatori che trainavano una maona lunga circa 70 m navigante a 4 nodi; un terzo rimorchiatore, più piccolo, precedeva il convoglio. Alle ore 00,20 la distanza veniva ridotta a 1.500 m ed i nostri MAS decidevano di passare all'attacco, i siluri vennero regolati per profondità 1 metro. Alle 00,47, quando distava ormai circa 800 m dal convoglio, il MAS 528 venne scoperto ma continuava la rotta di avvicinamento finché i rimorchiatori non aprirono il fuoco con mitragliatrici. Alle ore 00,50, il MAS ormai scoperto ed in posizione favorevole di lancio, distando 5.600 m dal nemico, e con un'angolazione adeguata, lanciò il siluro di sinistra colpendo, dopo circa 30 secondi, la maona e facendola saltare in aria.
Il 1 settembre altra azione di guerra. Il MAS 529 partiva alle ore 9,40 alla volta di Lahdenpohja ma all'altezza dell'isola di Verkkosaari, veniva attaccato improvvisamente da due motovedette russe armate di mitragliere da 12,5 mm e cannoncini da 40 mm che lo inquadravano con un fuoco nutrito. Il nostro MAS rispose al fuoco e nello stesso tempo aumentò la velocità per sottrarsi, con ardite evoluzioni, ai colpi nemici; contemporaneamente colpiva le unità nemiche con la sua mitragliera. Poco dopo sopraggiungevano aerei tedeschi e finnici che costringevano le due unità alla fuga.
Ancora il 29 settembre i MAS 528 e 529 al comando del C.C. Bianchini usciti in missione, avvistarono alle 00,10 un piccolo convoglio costituito da un rimorchiatore con trasporto a rimorchio e con la scorta di una cannoniera. Data la grande luminosità lunare alle 00,45 i nostri MAS vennero avvistati dal nemico che da una distanza di circa 1.000 m. aprì il fuoco. I due MAS allora, trovandosi in posizione sfavorevole per il tiro, si allontanarono a gran velocità per sottrarsi ad un intenso fuoco di artiglieria e di mitragliatrici, rispondendo con l'armamento di bordo. Messisi al sicuro ritornarono poi all'attacco da altra direzione ed il MAS 529, da angolazione favorevole e da una distanza di 1.000 m lanciò un siluro regolato ad 1 metro di profondità contro il trasporto costituito da tre bettoline cariche di materiale e strettamente collegate tra loro. Ma il siluro non colpì il bersaglio.
Le poche uscite del mese di ottobre avvennero tutte in appoggio ai pontoni tedeschi inviati a battere le postazioni sovietiche lungo il lago.
Si stava però avvicinando l’inverno che, gelando le acque del lago, avrebbe imprigionato gli scafi ed impedito qualsiasi attività. Come gli altri battelli dell’Asse sul lago, i nostri MAS partirono il 29 ed il 30 ottobre, in sezioni di due (il MAS 526 era da poco riparato) da Sortanlahti e raggiungevano Lahdenpohja dove sbarcavano tutte le dotazioni di bordo, venivano caricati su vagoni ferroviari e trasportati per ferrovia sino a Punkasalmi dove erano rimessi in acqua e riarmati. Il 5 e 6 novembre ripresero la navigazione alla volta di Helsinki e poi per Reval, la località scelta per lo svernamento in attesa di riprendere con maggior profitto l'attività nel Golfo di Finlandia, zona di operazioni più congeniale, dove giunsero il 19 novembre.
Le mutate necessità militari indussero Supermarina a richiamare in Italia il personale della 12a squadriglia e nella primavera del 1943 i 4 MAS furono venduti alla Marina finlandese.
Durante circa 90 giorni di attività sul Ladoga, dal 25 luglio al 22 ottobre 1942, i nostri 4 MAS effettuarono 59 missioni di cui 17 per agguati e tutte senza alcuna perdita di personale o di mezzi, affondando una cannoniera da 800 tonn. classe BIRA e una maona marina da 1.300 tonn.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Grande Peo notizia alquanto importante ed interessante, che mi era completamente sfuggita e non ne ero nel modo più assoluto informato, idem per il sito che è già finito tra i preferiti, è proprio vero non si finisce mai di imparare, grazie!!!!!!
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Re: MAS sul lago di Ladoga
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Mitico...!!!
Che notizia...
Non ne ero assolutamente al corrente...
E' proprio vero che non si smette mai di imparare...
Grazie delle "news"...
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Re: MAS sul lago di Ladoga
E' uno dei capitoli meno conosciuti della storia delle unità sottili italiane, che si distinsero particolarmente in quel teatro d'operazioni.
La RM non disponeva di mezzi per il trasporto stradale dei MAS e ci si affidò ad una allora famosa azienda di trasporti speciali, la Fumagalli di Milano, che curò il trasporto degli scafi fino al porto di Stettino
Particolarmente "avventuroso" fu il trasporto attraverso Alto Adige e Austria: in alcuni casi si dovettero demolire manufatti come angoli di case o balconcini, oppure sostituire i pneumatici dei rimorchi trasportanti gli scafi con rulli per passare sotto ponti ferroviari particolarmente bassi.
La maggior parte del personale della XII Sqd. MAS, le sovrastrutture delle unità, l'armamento, gli apparati propulsivi e ausiliarii vennero mandati a Stettino per ferrovia.
Sull'argomento esiste un libro dell'USMMI della collana "La Marina Italiana nella II GM" dal titolo "Attività il Mar Nero e Lago Ladoga" di P.F. Lupinacci (A. Cocchia revisore) e un capitolo sul libro fotografico della Albertelli "Navi e Marinai Italiani nella II GM" di E. Bagnasco.
Ciao
Stefano
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Re: MAS sul lago di Ladoga
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Grazie delle ulteriori informazioni...
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Allegati: 6
Re: MAS sul lago di Ladoga
Ottimo [264
Interessante raccontare questo pezzo di storia, non molto ai più conosciuto e per molti versi anche avventuroso per portare i mezzi sino al Ladoga.
Aggiungo, dal mio cartaceo, una corrispondenza e le relative foto tratte dall'Illustarzione Italiana del 20/9/1942 anno XX E.F.
Se a suo tempo fu considerato sensazionale, l’annuncio che Mas italiani operavano nel Mar nero, la presenza di nostre motosiluranti nel Ladoga, costituisce addirittura un colpo di scena per tutto il Nord Europa.
Hanno attraversato l’intero continente per giungere quassù.
Treni, autocarri, piroscafi, terra, mare, canali, laghi.
Viaggio lungo, complesso.
I russi stavano in agguato, mentre nel Baltico le motosiluranti italiane venivano trasportate verso la Finlandia.
Non riuscirono ad agire.
Quale esattamente l’obiettivo di questi mas? Pietroburgo, alla cui catena d’assedio un anello manca, viene rifornita attraverso il Ladoga e l’istmo careliano.
I viveri, le munizioni, il carburante, i materiali in genere, gli giungono attraverso la ferrovia di Vologda che fa attualmente capo a Uusi Laatokka.
Da Uusi Laatokka, i rifornimenti proseguono via acqua o seguendo una rotta esterna che dirige senz’altro sull’istmo di Camelia, o per una rotta interna che comincia nel Canale Maria e che sbocca poi nell’appendice meridionale del Ladoga.
Poiché quest’ultima rotta, situata parzialmente sotto il tiro dei grossi calibri tedeschi di Schlusselburg, appare già di dubbia sicurezza, è soprattutto la rotta esterna quella che occorre precludere al traffico sovietico, per saldare definitivamente l’anello che ancora manca alla catena d’assedio.
A questo miravano i Mas italiani nel Ladoga.
Il compito non è semplice, per i russi le due rotte attraverso il grande lago costituiscono la vita di Pietroburgo, a sua volta l’ex capitale zarista implica l’esistenza di un intero fronte, quindi i bolscevichi, nulla trascuravano pur di mantenere efficienti le rotte del Ladoga, con cannoniere, monitori, battelli armati e motoscafi.
D’altra parte, i bersagli su cui dirigere i siluri sono relativamente piccoli, se il fuso metallico non è stato lanciato da presso con vera maestria, con precisione assoluta, poche sono le probabilità di colpire, in quanto le chiatte russe stazzano al massimo un migliaio di tonnellate, siamo ben lontani dalle dimensioni delle unità contro cui un Mas agisce in condizioni normali.
Occorrono, agilità, velocità, ardire.
L’importanza che i russi attribuiscono ai nostri Mas è dimostrato dai replicati bombardamenti che subito li hanno accolti, però le sponde del lago offrono buoni rifugi sia per gli uomini che per le macchine, è assai problematico identificare dal cielo, piccole baracche nascoste nella foresta che giunge fino al lago e il nido dei Mas.
Le varie ricognizioni russe non hanno avuto esito e lo dimostrano i risultati già ottenuti dai motoscafi d’assalto, ossia la distruzione di una cannoniera e di un trasporto nemico.
L’onore di entrambi i siluramenti è toccato al giovane sottotenente di vascello Renato Bechi, che durante le difficili azioni ostacolate dalla violenta difesa nemica, seppe dar prova del suo ardimento e capacità.
I nostri marinai sono un po’ stupiti dell’ambiente che li circonda, foreste, aria fresca,acqua dolce……..strano campo d’azione!…………non importa, quando il successo arride ugualmente.
Successi a colpi di siluro….o di schioppo, il Ladoga, paradiso del cacciatore , gli offre anitre, beccaccini, alzavole che finiscono spesso nelle mani di abili cuochi i cui intingoli sono particolarmente apprezzati dai “”colletti azzurri””.
Il grande lago, offre anche miriadi di zanzare e brutto mese fu luglio quando dalla loro voracità non si riusciva a salvarsi.
Nell’agosto le prime vittorie.
Settembre, autunno nordico che avanza a grandi passi portando le temperature già prossime allo zero………….
Il Mas di Renato Bechi
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Renato Bechi (a destra)
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Ufficiali finlandesi a bordo di un nostro Mas
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In piena corsa, sullo sfondo la riva russa del Ladoga
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Un ricognitore russo è stato avvistato, il Mas accosta rapidamente
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Nella baracca-officina si apprestano i micidiali ordigni
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Belle foto... ve ne sono alcune anche a colori, in particolare del MAS 527
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Non so cosa rimanga oggi, a distanza di trenta - trentacinque anni, però ricordo un articolo su una rivista circa degli anni settanta-ottanta in cui veniva presentato quanto restava di uno dei MAS tirato in secco sulle rive di un lago.
Era stata l'occasione per ripercorrere tutta la storia di queste imbarcazioni.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Bellissime integrazioni Luciano! [264
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Belle foto... ve ne sono alcune anche a colori, in particolare del MAS 527
Sai dove possano essere recuperate le foto a colori del Mas 527?
Attendo, nel possibile, notizie
cordialità
Lorenzo
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Allegati: 1
Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da frankys
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Belle foto... ve ne sono alcune anche a colori, in particolare del MAS 527
Sai dove possano essere recuperate le foto a colori del Mas 527?
Attendo, nel possibile, notizie
cordialità
Lorenzo
Te ne mando una, tanto questa è già stata pubblicata.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Citazione:
Originariamente Scritto da frankys
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Belle foto... ve ne sono alcune anche a colori, in particolare del MAS 527
Sai dove possano essere recuperate le foto a colori del Mas 527?
Attendo, nel possibile, notizie
cordialità
Lorenzo
Te ne mando una, tanto questa è già stata pubblicata.
Grazie ancora.
Lorenzo
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Citazione:
Originariamente Scritto da frankys
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Belle foto... ve ne sono alcune anche a colori, in particolare del MAS 527
Sai dove possano essere recuperate le foto a colori del Mas 527?
Attendo, nel possibile, notizie
cordialità
Lorenzo
Te ne mando una, tanto questa è già stata pubblicata.
Buongiorno a tutti.
Mi sono appena iscritto e provvederò a presentarmi nell'apposito sito ma non potevo resistere dopo avere preso visione di certe foto. Sono il figlio del Comandante del MAS 527 e ringrazio chi ha pubblicato le foto di mio padre e del MAS 527 da lui comnadato. Vi chiedo una grande cortesia: chi avesse ulteriori foto sulla spedizione sul lago Ladoga e su mio padre me le potrebbe inviare al mio indirizzo di posta elettronica? (luigi.b2005@libero.it). Ringrazio tutti in anticipo.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Potete consigliarmi qualche testo per approfondire l'argomento, anche a me interessa molto.
Alfa
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Sull'argomento esiste un libro dell'USMMI della collana "La Marina Italiana nella II GM" dal titolo "Attività in Mar Nero e Lago Ladoga" di P.F. Lupinacci e un capitolo sul libro fotografico della Albertelli "Navi e Marinai Italiani nella II GM" di E. Bagnasco.
Ciao
Stefano
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Allegati: 1
Re: MAS sul lago di Ladoga
Anche questa foto è già stata resa disponibile, ma non so se sia proprio il MAS 527... in realtà questa foto potrebbe essere stata scattata anche su qualche cacciatorpediniere o incrociatore leggero della regia marina, quindi nel caso è da escludere la flottiglia del Ladoga.
L'arma è se non erro una breda 20mm degli ultimi modelli (1939 e 40), che francamente non so se fossero montate sui Mas della serie 500 e in particolare sul 527. Diciamo che questa foto è stata pubblicata all'estero in origine, insieme ad alcune foto dei MAS del distaccamento k, ma francamente non vedo nessi sicuri, anzi tenderei da quel che si vede a ipotizzare non un MAS ma qualche unità maggiore non meglio specificabile. Potrebbe però essere effettivamente solo un effetto ottico dell'inquadratura: osservando le foto in b/n dei MAS in Finlandia sembra proprio che siano dotati della breda ultime serie e di quel particolare mancorrente cui si sta appoggiando il marinaio. In questo caso molte riproduzioni modellistiche che mostrano altre mg e la mancanza di mancorrenti sarebbero errate, sempre che in un primo tempo l'allestimento non fosse leggermente diverso. Considerando poi la fonte, effettivamente potrebbe essere un Mas del Ladoga. Ne approfitto qualora qualcuno di voi ne sapesse qualcosa di più: fatevi sotto.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
La mitragliera è una Breda 35 da 20/65 ed è posizionata su un MAS su quello non c'è nessun dubbio, si riconosce l'alberetto e il tipico limitatore di tiro (quello su cui poggia la mano il marinaio) per evitare di sparare alle, sia pur limitate, sovrastrutture dell'unità.
I MAS del Ladoga, pur appartenenti al tipo 500 II serie quindi originariamente armati con una mitragliatrice pesante Breda Mod.31 da 13,2, vennero riarmati con la 20 mm proprio per quel teatro dove si prevedeva che avrebbero operato spesso anche come motocannoniere, cosa puntualmente verificatasi.
Ciao
Stefano
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da stecol
La mitragliera è una Breda 35 da 20/65 ed è posizionata su un MAS su quello non c'è nessun dubbio, si riconosce l'alberetto e il tipico limitatore di tiro (quello su cui poggia la mano il marinaio) per evitare di sparare alle, sia pur limitate, sovrastrutture dell'unità.
I MAS del Ladoga, pur appartenenti al tipo 500 II serie quindi originariamente armati con una mitragliatrice pesante Breda Mod.31 da 13,2, vennero riarmati con la 20 mm proprio per quel teatro dove si prevedeva che avrebbero operato spesso anche come motocannoniere, cosa puntualmente verificatasi.
Ciao
Stefano
Bene, quindi a questo punto è praticamente certo che sia stata scattata sul Ladoga.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Ci sono buone possibilità.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Mi faccio avanti io che sono il figlio del comandante del MAS 527.
La foto di cui parlate la potete trovare sulla copertina di "Storia Illustrata" uscita nell'Agosto 1974; volume che io possiedo e che è intitolato: I MAS - Una sfida ai colossi del mare.
Si tratta del MAS di mio padre e la foto, da quello che mi risulta, venne scatta dal giornalista LINO PELLEGRINI che era imbarcato con mio padre e che ritengo essere ancora in vita; vive a Milano.
Ovviamente dopo la fine della guerra mio padre diventò uno dei migliori amici del gioranalista.
Questo giornailista era presente addirittura anche durante l'attacco alle tre unità sovietiche da parte dei MAS 527 e 528 culminato il 15.8.42 alle ore 3,02 con l'affondamento di una delle suddette unità avversarie mediante lancio simultaneo dei due siluri; il MAS di mio padre come ben sapete centrò l'unità sovietica e nella successiva fuga venne aiutato dal sezionario 528 con lancio di nebbia artificiale.
Per chi non lo sapesse mio padre ordinò, notata una lunga macchia scura da un avvistatore di vedetta sul MAS mentre tornava alla base dopo avere sbarcato due informatori russi (gli avevano assicurato che nei giorni seguenti sarebbero transitate sicuramente delle grandi unità, cannoniere ecc.) di dirigersi verso l'imbarcazione nemica scorgendone altre due.
Sorrido nel ricordare che il genitore prima di prendere a bordo gli informatori li fece perquisire in ogni parte del corp (a buon intenditor!).
In funzione vi erano i motori ausiliari e mio padre ordinò di accendere i motori principali solamente arrivato, rispetto alle unità avversarie, alla irriisoria distanza di 300 metri.
I motori ausiliari si spensero così come ordinato ma purtroppo non partirono i motori principali; i russi continuavano a segnalare ed a chiedere la risposta da parte di mio padre il quale, se anch'egli russo, avrebbe dovuto rispondere in meniera convvenzionale.
Il genitore ordinò di rispondere a caso con la lettera "P" ed a quel punto il fuoco nemico, con tanto di una cannonata che centrò la prua del MAS, non si fece attendere.
La cannonata passò da parte a parte ed il MAS per non affondare era costretto a viaggiare a forte velocità!
Per fortuna nessun membro dell'equipaggio venne colpito e subito dopo i motoristi del MAS riuscirono a far ripartire l'imbarcazione la quale si allontanò a tutta velocità onde tornare in virata più volte in attesa di una possibilità di lancio dei siluri in posizione favorevole.
Queste manovre durarono circa 23 minuti dove gli equipaggi italiani e russi dettero il meglio di sé stessi.
Ottenuta una posizione favorevole mio padre appuntò ordinè detto lancio simultaneo.
Verissimo poi che la mitragliatrice venne modificata nei termini sopra descritti dall'amico appasionato che peraltro venne utilizzata negli interminabili quindici secondi dove i motori del MAS non riuscivano a partire.
Dovete scusarmi se vi ho tediato ma ho scritto di getto ciò che mi sono tolto dal cuore.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da luigi59
Dovete scusarmi se vi ho tediato ma ho scritto di getto ciò che mi sono tolto dal cuore.
Stai scherzando vero? Attendiamo con ansia che ci racconti tutte le avventure del Mas 527!!! [264
Questo lo consideriamo solo un antipasto! [257
Luigi, raccontaci tutto quello che sai e che pensi giusto condivere con noi, saremo contentissimi di ascoltarti!
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da Vexillifer
Citazione:
Originariamente Scritto da luigi59
Dovete scusarmi se vi ho tediato ma ho scritto di getto ciò che mi sono tolto dal cuore.
Stai scherzando vero? Attendiamo con ansia che ci racconti tutte le avventure del Mas 527!!! [264
Questo lo consideriamo solo un antipasto! [257
Luigi, raccontaci tutto quello che sai e che pensi giusto condivere con noi, saremo contentissimi di ascoltarti!
Quoto [264
Ho letto con molto interesse quanto hai scritto e spero di poter leggere molto altro, un pezzo di storia che non deve essere dimenticata [264 .
Il Storia Illustrata che citi (agosto 1974) l'ho pure io.
Vero quanto dici riguardo al giornalista Lino Pellegrini, infatti è lui che ha firmato su L'Illustrazione italiana del 42 la corrispondenza particolare.
Grazie per il tuo intervento davvero molto gradito [257
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Parlare solo di tutte le avventure del MAS 527 di mio padre mi sembra assai ingeneroso nei confronti del genitore stesso visto che alla guida della MS 33 il medesimo concquistò due medaglie d'argento al valor militare (dopo l'armistizio) mentre a bordo del suddetto MAS 527 invece una sola sempre d'argento. Ovviamente scherzo.
Mi fa assai piacere avere suscitato in tanti di Voi un così notevole interesse. Del resto ciò è accaduto anche con le insegnanti delle due figlie che ho le quali mi hanno convocato per raccontare agli alunni la vita militare vissuta dal genitore. Inevitabile durante i mei racconti qualche lacrimuccia.
Diciamo che il genitore era nato con la vita militare nel sangue. Il suddetto mi raccontava sempre di essere rimasto affascinato ed ispirato da tale vita militare osservando una parata di giovani tedeschi in Corso Italia a Pisa (la strada centrale) i quali marciavano imperterriti nonostante la presenza di un notevole temporale.
Entrato in Accademia Navale a Livorno non ancora diciottenne il genitore raccontava sempre che per lui era come se tale vita militare la avesse sempre svolta tale era la passione che aveva dentro di sè.
Questo nonostante la vita durissima ai quali i "pivoli" (i nuovi arrivati) venivano sottoposti. Si pensi che perfino d'estate, perchè non accusassero dolori allo stomaco od altro, gli accademisti erano costretti ad indossare le pancere di lana. Inevitabili i controlli e le punizioni se dette pancere non venivano trovate applicate.
Due frasi mi sono rimaste impresse del Comandante Bechi: la prima proprio in occasione della sua destinazione Lago Ladoga quando raggiunse assieme agli ufficiali italiani i colleghi tedeschi a Berlino per poi proseguire la rotta aerea per Helsinki.
Diceva infatti mio padre: ebbi una ulteriore conferma della legge non scritta degli uomini quando mi accomodarono in aereo e vidi la dislocazione di tutti i militari a bordo (davanti tutti gli ufficiali tedeschi in ordine di grado e poi quelli italiani anch'essi in ordine di grado) con i vertici del regime fuori a salutare la spedizione.
Altra frase che mi è rimasta impressa quando la sua carriera terminò negli Abruzzi con l'affondamento della MS 33 dopo che mio padre aveva sbarcato i devastatori inglesi i quali dopo avere danneggiato le fortificazioni tedesche venivano ripresi a bordo dal genitore. Purtroppo sulla terraferma i devastatori inglesi vennero catturati, isolati tra di loro e sotto tortura comunicarono il segnale convenzionale che avrebbero dovuto fare a mio padre per essere ripresi.
La MS 33 dopo essersi avvicinata alla terraferma venne fatta oggetto di violente cannonate provocando il successivo affondamento.
Mio padre nonostante la compressione del nervo radiale che aveva immobilizzato il suo braccio sinistro riuscì a mettere a mare l'equipaggio (i feriti più gravi dentro le zattere mentre gli altri meno gravi aggrappati alle stesse) abbandonando l'imbarcazione per ultimo (viene a mente qualcun altro come paragone vero?).
Purtroppo in prossimità della terraferma i tedeschi accesero i riflettori e cominciarono a sparare riuscendo ad uccidere tutti tranne due militari: mio padre ed un guardiamarina vicentino.
Il genitore riuscì a raggiungere a stento, guadando 200 metri sott'acqua, una casa di contadini (prima rimase svenuto circa mezz'ora sulla terraferma) raccontando di notte di essere un militare della imbarcazione incendiata (A Roseto degli Abruzzi la popolazione locale era di notte tutta fuori sulla costa non capendo che cosa stesse accadendo) chiedendo se poteva essere accompagnato in Ospedale.
Ricevute le prime sommarie cure nella casa colonica mio padre venne accompagnato a Città di Penne all'Ospedale dove venne ricoverato sotto falso nome (Corradi Piero - ho chiesto ed ottenuto nell'anno 2011 copia della cartella clinica) e successivamente trasferito presso il convento dei Frati cappuccini di Città di Penne, dove peraltro sono stato nell'anno 2010 consegnando agli allora frati copia dell'articolo "Adriatico Centrale" scritto dall'ex paracadutista Silvio Tasselli ed apparso su "Storia e Battaglie" nell'anno 2005 volume n.46 (narra in sostanza ciò che vi ho appena detto).
Da notare che i tedeschi avevano rinvenuto un paio di bermuda di mio padre sporchi di sangue abbandonati sulla terraferma e da lì erano risaliti alla vera identità del comandante della MS 33.
I cani dei tedeschi avevano fiutato questi bermuda ed erano arrivati vicinissimo alla abitazione di chi aveva ospitato il genitore ma quando questi era già in Ospedale. A Città di Penne in ospedale i tedeschi arriveranno sempre quando il comandante era travestito da frate in convento.
Successivamente il genitore con due numeri di scarpe inferiori al suo (n44 anzichè 46) in pieno inverno ed a piedi arriverà a Firenze e qui riceverà una bicicletta pagata sulla parola una volta giunto a destinazione (Fornacette in provincia di Pisa).
Da notare che quando si presentò a mia madre il genitore era impossibilitato a dare notizie di sè da otto mesi ed aveva ricevuto la terza medaglia d'argento alla memoria in quanto il Comando della Marina italiana era convinto che, nonostante la taglia che i tedeschi avevano affibbiato addosso al genitore, costui fosse morto nel conflitto navale.
Con questo al momento termino e vi formulo i miei migliori auguri di Buona Pasqua.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Travolto dall'emozione mentre scrivevo mi sono dimenticato la seconda frase del genitore che mi era rimasta impressa:
"capii che cosa fosse veramente la guerra nelle battute conclusive quando mi ritrovai ferito e con il dovere di mettere a mare tutto l'equipaggio. Prima di allora ero stato io a far capire agli altri che cosa rappresentasse la guerra".
Scusatemi dell'inconveniente!
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Re: MAS sul lago di Ladoga
[264
Grazie di aver condiviso queste memorie...
Me le sono lette tutte d'un fiato...
E' una fortuna che capita di rado poter leggere racconti così...
Che uomo è stato tuo padre, un uomo con la "U" maiuscola...!!!
E Uomini così ce ne furono sicuramente molti altri...
Da esserne veramente fieri...
Peccato che ormai se ne sia "perso lo stampo"...
Di Uomini così oggi ne avremmo veramente bisogno... peccato che ormai sono rarissimi... quasi una "specie in via d'estinzione"
Grazie ancora e Buona Pasqua...
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Altro grande eroe dello spessore di mio padre che mi viene in mente l'Ammiraglio Gino Birindelli.
Ricordo di avere rimproverato nel senso buono del termine mio padre più di una volta dato che noi abbiamo abitato sempre a Pisa mentre il primo abitava a Firenze.
Da parte mia pretendevo che i due si incontrassero alla presenza di noi figlii ma il mio genitore travolto dagli impegni quotidiani (era nel frattempo diventato un ingegnere di fama nazionale) rimandava continuamente l'incontro finchè purtroppo nel 1983 ci lasciò in maniera assai prematura all'età di soli 63 anni sconfitto da un male incurabile.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Citazione:
Originariamente Scritto da cocis49
Il Storia Illustrata che citi (agosto 1974) l'ho pure io.
Vero quanto dici riguardo al giornalista Lino Pellegrini, infatti è lui che ha firmato su L'Illustrazione italiana del 42 la corrispondenza particolare.
[257
Su l'Illustrazione italiana venne pubblicata la foto in origine, a parte poi il numero di Storia illustrata? Perchè io le foto le ho viste su una pubblicazione finlandese!
Grazie Luigi per il racconto davvero emozionante!
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Si che le foto siano state pubblicate anche su riviste finalandesi lo trovo ovvio e scontato.
Non dimentichiamoci che a bordo dei MAS italiani vi erano sempre ufficiali finlandesi che conoscevano il lago Ladoga come le loro tasche e rappresentavano pertanto un elemento di sicurezza durante la navigazione.
A bordo del MAS 527 ad esempio vi era il papà di jarno Saarinen, il pilota motociclistico purtroppo deceduto a Maggio del 1973 nel circuito di Monza assieme a Renzo Pasolini.
Del resto lo stesso Ufficiale Saarinen sarà presente al momento della decorazione ricevuta da mio padre ad opera del generale Carl Gustav Emil Mannerheim il quale consegnerà a quest'ultimo una croce di guerra.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Dopo avere scritto il mio ultimo messaggio sono andato a cercare la documentazione relativa agli altri due comandanti dei MAS 529 (Giuseppe Bianchini - torinese e cugino dello scrittore Mario Soldati) e 528 (Aldo Benvenuto - genovese).
Detta documentazione altro non sono che i giustificativi delle decorazioni conseguite dai suddetti (quelle di mio padre le ho già inviate via e-mail a al responsabile del Forum) ed i riferimenti internet riguardanti i medesimi.
Questo materiale così come l'estratto matricolare di mio padre (narra nel dettaglio tutto ciò che il genitore ha compiuto nella sua carriera militare) verranno da me inviati sempre al Responsabile del Forum martedì 10.4.2012 al mio rientro in ufficio previa apposita scannerizzazione dei documenti.
Il Responsabile è da me autorizzato sin da adesso a pubblicare detto estratto matricolare.
Devo dire che negli ultimi tempi ho cercato di mettermi in contatto con i parenti dei due comandanti ma senza alcun esito e nonostante abbia chiesto aiuto all'Ufficio Storico della marina.
Se qualcuno potesse aiutarmi sotto questo aspetto9 mi farebbe un enorme piacere.
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Allegati: 3
Re: MAS sul lago di Ladoga
Caro Luigi ... bellissimo ed emozionante racconto!
Aggiungo queste due foto inedite direttamente dal mio archivio:
1 - Germania 1942: ristoro degli equipaggi dei MAS durante una sosta in Germania nel viaggio verso la Finlandia
2 - il MAS 528 in pattuglliamento sul Lago Ladoga
E la cartolina del 1942 realizzata in onore dei MAS italiani in Mar Nero...
Bye
Giò
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Grazie di queste foto.
La litografia dovrebbe essere del solito artista Raimondi (lodigiano) che ebbe a compierla anche per quanto attiene al MAS di mio padre apparsa sulla Illustrazione Del Popolo del 13.9.1942 che io possiedo e che sotto il disegno titola:
Una nostra squadriglia di MAS, improvvisamente apparsa sul lago Ladoga, ha audacemente attaccato un gruppo di unità sovietiche diretta a Leningrado; la piccola silurante del comandante Bechi ha affondato una cannoniera di 1.300 tonnellate.
Possiedo inoltre LA TRIBUNA ILLUSTRATA anch'essa del 13.9.1942 conj analogo disegno questa volta ad opera di Vittorio Pisani. Si parla della nostra marina in azioner anche al 61' parallelo e mio padre viene ritratto in segno di giubilo dopo avere notato la cannoniera russa colpita.
Pensate che questo materiale sono riuscito a reperirlo grazie ad EBAY.
Tutti i giorni clicco sempre: BECHI MAS o BECHI RENATO REGIA MARINA e scopro sempre qualcosa di nuovo.
Per la cronca la micidiale esplosione causata dal lancio dei due siluri simultanei andati entrambi a segno provocò un maremoto tale che per qualche istante entrambi gli equipaggi dei due MAS (527 e 528) pensarono di venire inghiottiti dai flutti.
In settimana cercherò di scannerizzare queste due illustrazioni.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Ho parlato troppo presto.
Il disegno dell'amico è di Bortoletti invece.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
La presente per dirvi che dei 4 MAS 526,527, 528 e 529 presenti sul LADOGA con tanto di foto ne parla anche:
la rivista "STORIA MILITARE" n.128 MAGGIO 2004;
la rivista: Tradizione Militare n.5 maggio 2005.
Inoltre l'1.7.2012 nelle edicole uscirà una riedizione (la terza parte) di "IN Guerra Sul Mare" del Comandante Erminio Bagnasco la quale parlerà nello specifico del Lago Ladoga e dei suddetti MAS.
Un abbraccio a tutti voi.
Luigi Bechi
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Allegati: 3
Re: MAS sul lago di Ladoga
Due parole anche sugli sconfitti di quel giorno:
Sottotipo delle Cannoniere classe "Amgun" della Marina sovietica, ricavate da chiatte costruita nel 1939 in Germania dai cantieri Deutsche Werft AG di Amburgo per conto della flottiglia speciale del Baltico della NKVD.
Per la cronaca da parte russa non risulta nessuna unità di questo tipo affondata per siluramento, ma come diceva più o meno W. Churchill: "meglio una nave presa dal diavolo che affondata dal nemico" ... [icon_246
??????????? ????? ???? ???? (Kanonerskoj Lodki Tipa Bira)
Cannoniere Tipo "BIRA"
Dislocamento 913 t. standard, 1100 t p.c.
Lunghezza f.t. 59,5 m
Larghezza 11,9 m
Pescaggio max. 3,75 m
Apparato motore a vapore, 2 caldaie, 2 assi, 800 HP
Combustibile: 250 t carbone
Velocità: 9,5 nodi max, 8,5 nodi crociera
Autonomia: 1650 mn@9,5 nodi, 1870 mn@8,5 nodi
Equipaggio: 101-110
Corazzatura
Tuga 100 mm
Plancia
orizzontale - 12 mm
verticale - 12 mm
Armamento
3 cannoni AN da 100/56 tipo B-34
3 cannoni AA/AN da 45/46 mm tipo 21-K,
2 Mitragliere AA da 37/73 tipo 70-K,
1 Mitragliera AA Oerlikon da 20/70 p.b.
4 Mitragliatrici pesanti DShK 38 da 12,7 mm.
Ciao
Stefano
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Allegati: 2
Re: MAS sul lago di Ladoga
A proposito di MAS del Ladoga, un immagine del 528 ad alta velocità:
[attachment=0:2cghtetx]MAS528.jpg[/attachment:2cghtetx]
e una di un "relitto" proveniente dalla Finlandia che negli anni '60 si trovava a Skovde in Svezia.
[attachment=1:2cghtetx]masSkovde.jpg[/attachment:2cghtetx]
Ciao
Stefano
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Re: MAS sul lago di Ladoga
La foto del relitto venne pubblicata negli anni settanta su una rivista e ne ero al corrente.
Mio padre vedendo il MAS non fu in grado di dirmi quale dei quattro fosse.
Una notizia che ho saputo e che mi è stata data per certa è che il MAS 526 è stato successivamente ceduto ad un privato da parte della marina finlandese.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Interessante racconto
Immagini tutte molto belle.
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Re: MAS sul lago di Ladoga
"Mi faccio avanti io che sono il figlio del comandante del MAS 527".
....è stato un grandissimo piacere leggere le tue parole, che assolutamente si sentivano giungere dal cuore!!!
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Re: MAS sul lago di Ladoga
La piccola unità che si vede nella fotografia degli anni '70 non è un MAS ex italiano, bensì una piccola motosilurante appartenente ad una serie riprodotta successivamente in Svezia..
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Re: MAS sul lago di Ladoga
Giusto ! [264
Dovrebbe essere una motosilurante svedese della classe T15, almeno a giudicare dalla plancia.
Ciao
Stefano