Non sono molto ferrato in settero post bellico...l ho avuto in regalo insieme ad un acquisto ad un mercatino...cos è?
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Non sono molto ferrato in settero post bellico...l ho avuto in regalo insieme ad un acquisto ad un mercatino...cos è?
Ciao a tutti,
è un basco chiaramente postbellico ( artiglieria antiarea ? ) trasformato in basco da congedante.
Valore collezionistico pressochè nullo.
Ciao
Michele
Si tratta di un basco del 121° Reggimento Artiglieria Contraerei "Ravenna" con sede a Bologna.
Il fregio è del modello adottato a partire dal 1972 (mi pare) ed ancora in uso.
Il basco nero era una prerogativa delle Truppe Corazzate fino al 1982 quando il suo uso venne generalizzato.
Le stellette dovrebbero essere 12, una per ogni mese di Naia.
Le cifre indicavano lo scaglione, peccato ne manchi una......
I distintivi applicati venivano acquistati in negozietti specializzati o allo spaccio dentro la caserma.
Le cordelline venivano anch'esse acquistate privatamente, e di solito portate come cordelline da Istruttore alla spalla.
Secondo me, pur non avendo nessun valore commerciale, rimane un interessante testimonianza del periodo finale del servizio militare obbligatorio, e di quello che esso ha rappresentato per molti giovani che, volenti o meno, lo hanno svolto.
Sicuramente un giorno (molto) lontano diventerà un oggetto ricercato anche collezionisticamente, ma non credo che noi saremo ancora vivi.
grazie davvero cari...nn sapevo di cosa si trattasse.che non abbia valore economico nn mi interessa....ma di certo è un oggetto particolare,che è gia finito sopra uno degli m33
grazie
ps grazie endopat,la tua analisi è stata davvero importante per me,per saperne di più
Sono perfettamente d'accordo, secondo me quel giorno non è neanche così lontano...Citazione:
Originariamente Scritto da Endopat
Scusa, quale giorno? Quando sarà ricercato il basco o quando non ci saremo più?Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Perché mi prudono i gioielli di famiglia leggendo l'intervento di Kanister? [0008024
Io mi tengo stretto il mio piccolo basco nero fuori ordinanza acquistato nel negozio di fronte alla caserma... [icon_246
"Terque, quaterque testiculi tactis, omnia mala fugantis" [255 [255 [255Citazione:
Originariamente Scritto da Centerfire
Non cercate di tradurlo alla lettera è latino maccheronico.
Per quanto riguarda il mio di basco, spudoratamente fuori ordinanza con fregio ancora più fuori ordinanza, se qualcuno lo tocca gli taglio le mani all'altezza dei gomiti ... [213 [213 [icon_246 [icon_246
Io pure mi tengo il mio basco (boina) molto stretto con tanto di fregio e poi con il foulard reggimentale..............157° Rgt "Leoni di Liguria".......................questo è molto bello e ora che non esiste più la leva obbligatoria, diventa in automatico un pezzo da collezione.
grazie squalone...in effetti lo conserverò insieme alle altre cose...anche se non ho capito bene se è una cosa rara o meno
Non è raro, è particolare.
Commercialmente sia il basco che il fregio sono ancora in dotazione.
Le "patacche" applicate sono ancora reperibili presso qualunque negozio di distintivi vicino ad una Caserma.
Però come dicevo è un oggetto legato ad una cosa (la leva) che ormai non esiste più, questo genera interesse.
Esatto, appunto quello che con diverse parole ho inteso dire io, quindi tienilo bene e lontano dalle terme malefiche il nemico numero 1 dei collezionisti oltre alla polvere etc............il mio che ripeto è fuori ordinanza ma si usava fare così superati un certo numero di mesi lo tengo bene, ovvio senza stelline cordelline etc, ma solo lui il fregio e un paio di regali dei miei marescialli e ufficiali.........oltre al già citato foulard reggimentale............non chiedetemi come l'ho avuto, perchè non ve lo dico nemmeno sotto tortura.............Citazione:
Originariamente Scritto da Endopat
Ovviamente anch'io mi tengo con cura il mio basco (totalmetne d'ordinanza come il fregio) del mio lontano servizio militare nel 1985 TRASMISSIONI. Avendo io una testa grossa è grande come una pizza margherita [17
[257
Anche io oltre alla "drop" conservo il mio basco d'ordinanza (solo 12 stelline nascoste sotto la falda)...
XII '78, I°Btg, I^ Compagnia, I° Plotone assaltatori, Squadra di rincalzo (quella che correva di più)...
[257
Franz56:
... ehm, ehm... di che reggimento ? [icon_246Citazione:
I°Btg, I^ Compagnia, I° Plotone assaltatori, Squadra di rincalzo (quella che correva di più)...
fm
che poi la cosa incredibile che io sono qui,in questo forum,"grazie" a mio nonno che mi ha cresciuto trasmettendomi tutte le sue esperienze (e il suo materiale) prima in regia marina - r.i. trento- poi nelle ss italiane con addestramento a mungsingen.
ma io...non ho fatto la leva...mi stava per togliere il saluto!
Quando c'ero io non c'era il reggimento...Citazione:
Originariamente Scritto da Furiere Maggiore
Noi eravamo il 1° Battaglione di fanteria motorizzata S.Giusto (cravatte rosse) facente parte della "Divisione Truppe Trieste"...
[249
Da Wikipedia:
Nell’ottobre 1975, per trasformazione del I Battaglione del disciolto 151º Rgt. Fanteria “Sassari”, si costituì a Trieste presso la Caserma “Vittorio Emanuele” il 1º Battaglione Fanteria motorizzato “San Giusto”, erede della Bandiera di Guerra, delle glorie e delle tradizioni del 1º Reggimento Fanteria “Re”. In regime repubblicano, non potendosi intitolare un reparto ad un sovrano del passato, fu scelto il nome di San Giusto in omaggio al patrono della città di Trieste, sede del battaglione.
Il neocostituito “San Giusto” era inquadrato nel Comando Truppe Trieste, assieme a altri due battaglioni motorizzati (43° “Forlì” e 255° “Veneto”, tenuti però a livello quadro), un gruppo di artiglieria (14° “Murge”), un plotone genio, un plotone trasmissioni e un plotone sussistenza. Il Comando Truppe Trieste in caso di conflitto avrebbe dovuto difendere la città di Trieste e la sua provincia fino alle foci del Timavo, nonché svolgere azione di ritardo e logoramento in modo da rallentare quanto più possibile l’avanzata delle forze del Patto di Varsavia.
Il “San Giusto” aveva la struttura standard del battaglione di fanteria, ossia una Compagnia Comando e Servizi, tre Compagnie Fucilieri ed una Compagnia Mortai; a queste si aggiungeva però la Compagnia Fanteria “Truppe Trieste”, che svolgeva compiti di CAR in favore di tutte le unità del Comando Truppe Trieste.
Un’altra particolarità del “San Giusto” era il reclutamento regionale del personale (come negli Alpini e nei Lagunari): i militari di leva del battaglione erano infatti triestini, monfalconesi e veneti, integrati da lombardi e emiliani. Gli incarichi principali erano affidati in genere ai triestini e monfalconesi, in quanto meglio conoscevano il territorio di operazione. Il reclutamento regionale garantiva inoltre un rapido afflusso dei richiamati in caso di mobilitazione, così da facilitare l’attivazione dei due battaglioni quadro (43° “Forlì” e 255° “Veneto”) le cui armi ed equipaggiamenti erano custoditi presso la caserma del “San Giusto”.
Il “San Giusto” aveva anche la particolarità di essere l’unico battaglione motorizzato del 5º Corpo d’Armata: questo perché nel probabile scenario d’impiego, ossia il terreno carsico, pietroso e accidentato, riescono a muoversi agevolmente soltanto le fanterie leggere, mentre le unità corazzate o meccanizzate si troverebbero limitate e costrette a percorsi obbligati e strade prevedibili.
Trattandosi di un reparto di prima schiera, in tempo di pace l’attività addestrativa era molto intensa e l’operatività sempre elevata. Oltre ai normali addestramenti sul Carso e ai campi estivi e invernali, il battaglione era spesso interessato da esercitazioni di allarme, durante le quali veniva dispiegato sulle zone di previsto impiego. Un’altra attività molto frequente erano le pattuglie armate lungo il confine con la Jugoslavia, note anche come VACO (vigilanza armata confine orientale). L’addestramento prevedeva anche il combattimento in centri abitati, a tale scopo il “San Giusto” disponeva di un’area addestrativa presso la Caserma “Slataper” di Muggia, base logistica del Comando Truppe Trieste.
Nel 1986 il Comando Truppe Trieste fu sciolto ed il “San Giusto” passò alle dipendenze della Brigata corazzata "Vittorio Veneto", grande unità schierata nell’altopiano carsico con compiti prevalentemente di presa di contatto con il nemico, azione di frenaggio e rallentamento: in caso di invasione del Patto di Varsavia avrebbe dovuto condurre una lotta ad oltranza fino all’estremo sacrificio in modo da rallentare la penetrazione nemica, permettendo così alle truppe schierate in Friuli di organizzarsi opportunamente. In tale ottica i compiti del “San Giusto” rimangono grosso modo invariati.
grazie Franz56