Cannone calibro 45 cm. posto nel forte di S. Maria (Batteria Garibaldi) a La Spezia, questo cannone fabbricato nell'Arsenale di Torino fu il piu' grande costruito in Italia.
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Cannone calibro 45 cm. posto nel forte di S. Maria (Batteria Garibaldi) a La Spezia, questo cannone fabbricato nell'Arsenale di Torino fu il piu' grande costruito in Italia.
Molto interessante, esemplare unico sperimentale immagino, ebbe vita operativa degna di nota?
Confermo, si tratta del 45 G.R.C. (Ghisa Rigato Cerchiato) costruito, su progetto di Rosset e Giovannetti, nel 1879. Pesava poco più di 100 tonnellate.
Era manovrato sia meccanicamente che manualmente.
La palla pesava 1000 kg e la carica di lancio era di 220 kg di polvere progressiva suddivisa in 4 cartocci uguali; aveva una carica interna di 9,4 kg e, pronta per lo sparo, costava 648 lire (un terzo dello stipendio annuo di un sottotenente ! [126 )
[attachment=0:3jk046bg]45 G.R.C..jpg[/attachment:3jk046bg]
...
Saluti
fm [264
Per adeguarsi ai calibri dei cannoni costieri esteri che avevano raggiunto i calibri da 40 fino a 45 centimetri , con pesi variabili dalle 80 alle 100 tonnellate, anche da noi, nel 1879 fu sperimentato il cannone Rosset-Giovannetti da 100 tonnellate.
Studiate e progettate le macchine occorrenti per la fabbricazione di tale cannone, alcune per l’epoca veramente colossali, e costruita una fossa della profondità di m. 13,80 davanti a due forni a riverbero, il 30 Gennaio 1878 si procedette alla fusione delle 100 tonnellate di ghisa ritenute necessarie.
Il getto risultò di 67 tonnellate ; la fusione perfetta e la lavorazione per quanto nuova e difficile progredì regolarmente, tanto che nell’Aprile 1879 il cannone era ultimato ed alla stessa data nell’Arsenale di Torino si terminava anche l’affusto.
Per trasportare il cannone da Torino a La Spezia il suolo della fonderia stessa venne raccordato alla stazione di Porta Susa mediante un binario ferroviario uscente all’angolo di corso Umberto e via Oporto e che si svolgeva lungo il lato N-E dell’antica piazza d’armi. Il trasporto fu eseguito con un carro piatto a 12 assi, formato dall’accoppiamento di due carrelli ciascuno a 6 assi appositamente ostruito in Francia dalla ditta Schneider del Crusot.Le prove di tiro ebbero luogo nel Giugno 1880 a La Spezia nel forte di S. Maria, dove il cannone venne installato in barbetta.
Tuttavia le prove, essendo state poco numerose non si potevano ritenere sufficienti per l’adozione di tale bocca da fuoco che doveva essere sottoposta ad ulteriori prove e si convenne che prima della sua adozione si sarebbe occorso sperimentarlo ancora con altri 150 colpi.
Le prove iniziate nel 1880 di questo nostro cannone furono poi sospese, e sebbene le esperienze eseguite alla Spezia avessero dato buoni risultati, non fu però riprodotto perché nel frattempo sorsero altri criteri circa l’armamento delle batterie da costa.
Nelle immagini il cannone a BALIPEDIO COTTRAU (Portovenere) ed il proietto deformato dopo un tiro conto una piastra, in foto odierna e nel disegno originale.
il trasporto
[00016009 . Incredibile il colpo deformato penso ma non ne sono certo che 4 colpi sono situati a Fivizzano ( MS ) nel monumento ai Caduti ma non ho foto a disposizione un saluto .
no, i proietti di Fivizzano sono di calibro inferiore
Topic interessante, non conoscevo questo "mostro"...
Curioso il proiettile deformato, guardando mene la foto di questo e quello posto a fianco del pezzo pare che sia troncato all'altezza della cintura di forzamento. In questo pezzo non è presente la corona di centraggio anteriore che almeno dovrebbe aver visibile sul corpo del pezzo la sua gola di ancoraggio, assente...
Una cosa che non mi torna in quanto scritto da Furiere Maggiore:
Possibile che un proiettile di una tonnellata avesse all'interno solo dieci chili di esplosivo? [137Citazione:
Originariamente Scritto da Furiere Maggiore
Bell'argomento, con foto interessanti e il tutto con notizie interessanti [264 , molte delle quali a me sconosciute.
Centerfire:
... questo recita la libretta dedicata all'Artiglieria da costa, edizione del 1891 [257Citazione:
Possibile che un proiettile di una tonnellata avesse all'interno solo dieci chili di esplosivo? [137
Ciao
fm [264
A proposito di "MOSTRI"......................
Ma in pratica era nella stessa area dove ora cè il mariperman e la prova tiro otomelara?
Mariperman è dalla parte opposta del Golfo, il cannone fu provato al Balipedio della Castagna (odierno Balipedio Cottrau) poco prima di Portovenere
Si scusa intendevo il distaccamento di mariperman, quello affianco a santa maria separata dal comsubin da una porta, so che li centra col mariperman e che cè il prova tiro cannoni, me lo ricordo benissimo perchè la mattina si sentivano gli oto, io ero a varignano e spesso andavo a santa maria per servizi, in quell'area si accede con una strada che va diretta alla statale per portovenereCitazione:
Originariamente Scritto da stefano danese
Sbaglio o il "Mostro" è l'impianto binato da 400/30 della batteria di Palmaria ?Citazione:
Originariamente Scritto da stefano danese
si. Torre Umbeto I
la batteria posta sull'isola Palmaria era la torre Umberto I, la torre Vittorio Emanuele era a Taranto, sull'isola di S.Paolo, probabilmente questa notizia l? hai letta nel libro di Clerici sulle difese costiere dove sono stati per errore invertiti i nomi.
l'installazione di La Spezia è nata con il nome di Torre Corazzata della Scola successivamente cambiato in Umberto I.
Nell'immagine puoi vedere uno dei suoi proietti.
l'armamento consisteva in due cannoni da 40 cm ARC ret. Krupp (400/35) del peso di circa 121 tonnellate cadauno (l'otturatore pesava da solo 3.760 kg.) e della lunghezza di 14 metri ed erano in grado di sparare un proietto capace di perforare una corazza di ferro di 61 cm. a 3.500 metri.
il proietto.granata poteva essere di acciaio o di ghisa , pesava 920 kg. ed aveva una altezza di mm. 1.280, la carica di scoppio era costituita da 10,5 kg. di polvere, la velocità iniziale di 554 m/s.
la carica di lancio di polvere prismatica bruna e polvere prismatica nera, pesava kg. 330 ed era suddivisa in sei cartocci.
I dati del 40 cm. erano questi:
- peso del cannone: Kg. 120.500
- idem della cupola senza i cannoni: kg. 1.788.000
- idem dell' avancorazza: kg. 564.000
- idem della piastra più pesante: kg. 60.000
Il servizio era effettuato da 45 serventi... "comprese le riserve sufficianti per fare le manovre a braccia".
La celerità di tiro era un colpo ogni 5 minuti (= 12 all'ora).
******
Il costo del singolo colpo pronto per lo sparo era di:
L. 2.756,50 per quello in acciaio (nel 1887 lo stipendio annuo di un capitano di fanteria era di L. 3.200 [126 )
L. 613,50 per quello in ghisa.
saluti
fm [264
Per decidere quale tipo di piastra corazzata impiegata nella costruzione della cupola furono condotte approfondite ricerche e, non ritenendo sufficienti le prove condotte all’estero si pretese il superamento di severi test da condurre direttamente presso il Balipedio della Castagna a La Spezia.
Una prima serie di esperimenti fu eseguita nel 1876; fu impiegato un cannone Armstrong da 43 cm. Ad avancarica (proietto Gregorini di ghisa indurita da 908 kg. e cariche di lancio variabili da 150 a 180 kg.) contro piastre da 48 centimetri, fornite dalle concorrenti Schneider (forgiata in acciaio), Cammel e Brown (in ferro laminato) che risultarono addirittura trapassate dal proietto.
Ulteriori test furono condotti nel 1882 su corazze simili per tipo e spessore impiegando un cannone Armstrong da 43 centimetri ad avancarica (proietto Gregorini di ghisa indurita da 908 kg. con cariche di lancio variabili da 149 a 217 kg. di polvere progressiva Fossano): le piastre in laminato diedero prova leggermente migliore ma soccombettero sempre al tremendo impatto.
Nel 1884, sempre con un cannone Armstrong da 43 cm. Ma a retrocarica (proietto Krupp in acciaio fucinato da 883 kg. e carica di 350 kg. di polvere Fossano) furono eseguite ulteriori prove che dimostrarono l’incapacità di resistere a colpi di tale calibro.
Nell’aprile del 1886 furono testate le piastre corazzate Gruson, con tre colpi sparati da un cannone Armstrong da 43 cm. Lungo 27 calibri (tipo Lepanto): le esperienze consentirono di apprezzare i vantaggi forniti dalla resistenza della piastra e dalla sua capacità di deviate, grazie alla sia particolare forma, i colpi in arrivo, riducendo al minimo la penetrazione del proietto.
Successivamente, nel mese di Giugno, sulla stessa piastra si effettuarono tiri con un cannone Armstrong da 15 cm. Lungo 28 calibri e fu sparato anche un ulteriore colpo con il cannone Armstrong da 43 cm. Delle precedenti prove.
I pezzi erano collocati su di un pontone (pontone Valente) imbozzato a 134 metri di distanza dal bersaglio: dopo i cinque colpi da 15 cm. La corazza risultava solo ammaccata ed i proiettili letteralmente sbriciolati, mentre dopo quello da 43 cm. (che andò tra l’altro a colpire l’elemento di corazza nel punto già incrinato dalle esperienze dell’Aprile) si ebbe frattura della piastra senza però che la sua parte superiore fosse compromessa.
L’esito degli esperimenti fece senz’altro optare per l’adozione delle piastre corazzate prodotte dalla Gruson.
In calce la copertina della relazione delle prove eseguite sulla corazza Gruson e nel particolare della pagina la sua collocazione in galleria al Balipedio della Castagna e da dove si evince anche il peso esatto della piastra di circa 88 tonnellate.
Segue una stampa tratta da lastre fotografiche della Regia Marina eseguite dal sig. Conti Vecchi, fotografo ufficiale dell’Arsenale di La Spezia in quegli anni, e, per finire il pontone con il cannone Armstong da 23 ed a fianco il cannone da 15, sempre tratte da lastre fotografiche scattate dal sig. Conti Vecchi.
Per ultima una ricostruzione grafica del pontone con il cannone Ermstrong da 43 cm. ad avancarica (eseguita da S.Danese-R.De Bernardi e M.Provvedi) tratta da disegni originali.
Tutte le notizie sono tratte dal libro “Difesa di una Piazzaforte Marittima”, i libri, le fotografie, le ricostruzioni grafiche e le stampe fanno parte dell’archivio privato Stefano Danese, Roberto De Bernardi, Michele Provvedi.
mi prendi un po alla sprovvista sul munizionamento.... domani guardo sul Montu' (ho lasciato gli occhiali in macchina) e chiedo ad Harris, poi ti faccio sapere.
Riguardo alla dismissione mi risulta che la torre di Sp fosse già superata (lotta corazza-cannone) appena terminata ed anche il suo funzionamento era problematico a causa dell'eccessivo calore sprigionato dalle 4 caldaie Cornovaglia.
Poi ti saprò dire meglio.
Ciao Stefano
Riguardo al metodo di misurazione in calibri probabilmente all'epoca si usava una metodologia diversa, (mi informerò meglio) ma come puoi vedere dal prospetto originale ai cannoni della Torre Umberto I si attribuivano 35 calibri, come del resto lo stesso metodo veniva adoperato per il 45 cm.
Per il munizionamento sia il Montu' che la relazione redatta dall'Artiglieria per la Piazza di La Spezia davano un solo tipo di proietto.
Tutte le notizie sono tratte dal libro “Difesa di una Piazzaforte Marittima”, i libri, le fotografie, le ricostruzioni grafiche e le stampe fanno parte dell’archivio privato Stefano Danese, Roberto De Bernardi, Michele Provvedi.
... per quanto riguarda il Montù... più volte lo trovato manchevole.
Allego le tavole relative agli attrezzi da questo volume edito da Voghera e pertanto ufficiale:
[attachment=2:18r2bi41]IMG_0001.jpg[/attachment:18r2bi41]
[attachment=1:18r2bi41]IMG_0002.jpg[/attachment:18r2bi41]
[attachment=0:18r2bi41]IMG_0003.jpg[/attachment:18r2bi41]
Saluti
fm [264
... a memoria [1334
i cannoni della marina rispecchiano le misurazioni inglesi per questo ci ritroviamo quel 12700 - lunghezza della b.d.f. secondo il sistema italiano - pari a 500 pollici inglesi.
Pertanto dovrebbe essere un 400/32 - arrotondato naturalmente - come fu fatto per i pezzi da campagna e cc del secondo dopoguerra...
Saluti
fm [264
Siccome da fonti italiane non lo sapremo mai on esattezza non ci rimane che una strada.........ah conoscere il tedesco!!!!!
Piu' tardi ti posto il funzionamento della torre.
Ciao
... le prove sempre dal volume in questione come vedete per il 45 i dati sono corretti... vuol dire che li hanno veramente fatti...
[attachment=1:2kd1vlm1]IMG.jpg[/attachment:2kd1vlm1]
[attachment=0:2kd1vlm1]Copia di IMG.jpg[/attachment:2kd1vlm1]
fm [264
La funzione della produzione e distribuzione del vapore si sviluppava come segue: il vapore veniva generato a pressione <15 atmosfere nei locali al centro del corridoio lato Golfo di La Spezia, il locale caldaia era preceduto dagli alloggi fuochisti e macchinisti e affiancato dal locale carboniera e dinamo dal lato Palmaria, mentre dal lato Punta Scola si trovava il locale condensatore, quello della doppia pompa a vapore seguito dal locale accumulatore e, per finire, si trovavano i locali delle pompe a mano ( per il funzionamento della cupola in caso di avaria ) e vari depositi materiali.
Delle quattro caldaie Cornovaglia a griglie soffiate, i fumi sono sospinti nel collettore tramite un ventilatore in un cunicolo sub orizzontale ed immessi nel camino a sezione quadrata.
In base alle dimensioni della caldaia (lunghezza 6 metri e diametro 1,80 metri) la superficie del focolare avrebbe dovuto aggirarsi attorno ai 50 metri quadrati per ciascuna caldaia e la potenzialità specifica sui 15 Kg/m2.
In totale le quattro Cornovaglia producevano circa tre tonnellate/ora di vapore.
Essendo il funzionamento della torre discontinuo, il tipo di impianto è ad accumulo.
I due accumulatori:
un pozzo avente sezione con i due lati maggiori rettilinei ed i due minori semicircolari; i due accumulatori contengono acqua per l'85% circa del loro volume.
Il vapore che proveniva dalle caldaie gorgogliava attraverso l'acqua, condensava, riscaldava l'acqua e faceva aumentare la pressione fino ad un valore pari a quello regnante in caldaia. A questo punto gli accumulatori erano carichi.
Se ora il vapore, spinto dalle pompe, andava all'elevatore delle macchine idrauliche per il movimento della cupola e/o dei cannoni, la pressione negli accumulatori diminuiva e l'acqua ivi contenuta veniva a trovarsi surriscaldata ed evaporava a spese del proprio calore di riscaldamento.
La temperatura del'acqua gradualmente diminuiva e la pressione si abbassava fino a raggiungere valori insufficiente per le utilizzazioni.
Subentrava allora la caldaia ad alimentare gli accumulatori e così di seguito.
Nel locale ad una quota di m.9,30 inferiore a quella del piano terreno era installato un condensatore a vapore: questo doveva essere un recipiente chiuso che aveva la funzione di ritrasformare in acqua il vapore di scarico.
Per ottenere la condensazione del vapore è necessario sottrargli il calore; nel nostro caso, veniva certamente utilizzata come refrigerante l'acqua di mare ( in alcuni disegni si notano infatti dei percorsi tratteggiati che immettono in un cunicolo che raggiungeva la linea di riva ), il condensato viene estratto e immesso nella cisterna del locale preposto per essere usato per l'alimentazione delle caldaie.
Riguardo alle prove i tedeschi le fecero nel poligono di Meppen
Caspita, un proiettile costava un patrimonio! [1495
Ma all'epoca non avevano munizioni "da esercitazione"? Per addestrare il capopezzo gli costava un Perù altrimenti! [icon_246
Va tenuto conto che oltre che la grossa spesa per il munizionamento bisognava tener conto anche dell'usura delle anime che limitava la vita delle bocche da fuoco a pochi colpi specie se a carica piena (alta corrosività delle polveri usate per carica di lancio).
per ovviare parzialmente , consentendo comunque oltre un minimo di esercizio per l'addestramento dei serventi, l'aggiustamento ed il puntamento programmato delle armi, i tiri di prova venivano effettuati introducendo e centrando nell'anima dei grossi cannoni un pezzo di piccolo calibro, generalmente in bronzo, oppure montandone uno sulla volata in una apposita sistemazione.
Ad esempio sul pezzo da 400 mm veniva montato un cannoncino da 42 mm, su quello Armstrong da 343 (Batteria Maralunga) un cannoncino da 37 mm.(immagine che segue).
Saluti dalla Palmaria ...........
[00016009 . Sicuri che i proietti di Fivizzano siano di cal .inferiore ma +o- sembrano di quelli accanto alla signora . [264 . Nessuna foto ?.
i proiettili in foto accanto alla "signora....." sono quelli di Fivizzano , hanno 400 mm di diametro. Gli unici cannoni usati in Italia di quel calibro furono appunto i 40 cm Krupp , due alla Torre Umberto I a La Spezia, due alla Torre Vittorio Emanuele a Taranto e due su pontoni (non proprio pontoni), sempre a La Spezia, posti alla difesa della diga foranea.
Comunque di calibro inferiore al cannone Rosset Giovannetti di cui si trattava all'inizio della discussione.
[00016009 . Sempre preziose le tue informazioni . [264
il carroponte a VAPORE usato per piazzare i cannoni ed assemblare la cupola.
In questa immagine, purtroppo di pessima qualità, si possono vedere i supporti per il posizionamento del cannoncino per il tiro ridotto.
[00016009 alcune foto dei proietti spero di essere di aiuto , veramente impressionanti .
della serie "diamo un volto ai nomi":.......questo è il "papà" del cannone in apertura di topic...Giuseppe Rosset
Michele Provvedi
questo è l'affusto
michele
e la culatta