Salve ,vi posto due elmetti post guerra uno colore nocciola e uno colore kaki, se possibile vorrei sapere quando è stato cambiato il colore da nocciola a kaki e perchè?Grazie per vostre informazioni.
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Salve ,vi posto due elmetti post guerra uno colore nocciola e uno colore kaki, se possibile vorrei sapere quando è stato cambiato il colore da nocciola a kaki e perchè?Grazie per vostre informazioni.
Ciao, belli i due 33, rappresentano due epoche. In sostanza negli anni 50 l'uniforme del nostro esercito era in un cachi rossiccio molto simile al panno inglese per cui il colore dell'elmetto venne adeguato a questa tonalita', soggolo compreso. Negli anni 60, con l'adozione di un panno di colore piu' marcatamente oliva anche il colore dell'elmetto venne nuovamente adeguato a questa tonalita'. Ciao.
Grazie per tua risposta,ho notato che M33 nocciola non ce ne sono molti in giro,il mio è saltato fuori da uno kaki che ho sverniciato con diluente nitro il quale ha tolto il kaki senza danneggiare il sottostante nociola come è successo anche con altri 2 miei M33 postbellici dei carabinieri che sono tornatri grigioverde purtropo a danno del fregi,domanda?A quale base erano le pitture precedenti a quelle a base nitro?Saluti Gabriele.Citazione:
Originariamente Scritto da Gertro
Citazione:
Originariamente Scritto da Gertro
Scusa, non è per fare il bastian contrario, ma questo cambiamento nella tonalità delle uniformi a me non risulta, non ci sono sostanziali differenze di colore tra uniformi da truppa modello '46, 49, e la più recente 55 utilizzata fino all'introduzione della così detta "drop", se delle differenze di colore si riscontrano tra una uniforme e l'altra questa è dovuta solo alla pezza di tessuto dalla quale è stata confezionata, dovuta a differenza di produttore, di tintura e così via.
E' pur vero che esiste un panno tendente al rossiccio ma questo è molto poco diffuso e costituisce più una eccezione che la regola.
C'è da dire che l'esercito italiano fece abbondante uso di uniformi Battle Dress britanniche, e che queste continuarono a circolare anche alcuni anni dopo l'introduzione dell'uniforme modello 1946, però è anche vero che nei primi anni della repubblica il colore degli elmetti fu soggetto ad una notevole variabilità, si fa menzione di elmetti grigio verde,verde scuro, sabbia; non è escluso comunque che vista la prevalenza di uniformi di produzione britannica nei primi anni venisse di donseguenza spontanea l'adozione di un kaki, con una forte componente marrone.
Resta quindi il dubbio circa la decisione di cambiare la tonalità degli elmetti e quando questo avvenne con precisione, anche perché si tratta di uno di quelle variazioni non supportate da documentazione coeva.
Tutto esatto Adriano, pero' il fatto qui e' notorio sugli elmetti. I primi postbellici ufficiali dell'E.I. avevano questa strana colorazione marrone rossiccia .I piu' conosciuti sono quelli dei Carabinieri.
Verso la fine degli anni '60, la dominante rossiccia non si ebbe piu' (si ignora il motivo e la documentazione e' carente o forse ancora 'classificata'.Io so solamente che alla mescola kaki non venne dato piu' l'idromembrolo (additivo opacizzante)).Negli elmetti successivi le vernici, per lo piu' sintetiche potevano essere aggiustate piu' facilmente con la componente nitro facente parte, da sola di ogni tipo di vernice adoperata per la mescola (giallo, kaki e nero).So queste cose perché ho avuto modo, ai tempi dell'universita' di analizzare chimicamente queste vernici.
Quasi contemporaneamente, visto che le tinte degli elmetti tendevano ad ossidarsi, per via della reazione chimica tra acciaio grezzo e tinte sintetiche alle intemperie,al fine di evitare la produzione assai costosa di elmetti in acciaio inossidabile,si previde, ed in parte fu adoperato un anti-ossidante giallo tipo minio.(lo si riscontra su certi elmetti M.42/60 da para'). [257PaoloM
Il mio discorso ed il tuo non si contraddicono, anzi si integrano, quello che facevo notare è che nel panno delle uniformi confezionate in Italia, non c'è il cambiamento di tinta descritta da Gertro, che invece è noto per quanto riguarda gli elmetti.
Quanto alla presenza del primer giallo, questo si ritrova con una certa regolarità sugli elmetti kaki/oliva senza fregio (post 1969), che evidentemente sono stati accuratamente ricondizionati privandoli delle precedenti livree, a conferma di quanto detto da Marpo (con un piccolo aggiustamento di date) recentemente sono entrato in possesso di un elmetto con fregio, associato a materiali che lo collocano intorno alla metà degli anni '60 in cui è presente sotto l'unico strato di colore kaki/oliva il primer giallo (sia dentro che fuori).
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Quella sostanza opacizzante (idromembrolo) era universalmente utilizzata? Ed aveva, da quel che ho capito, lo scopo di rendere apoca la vernice, però io ho osservato alcuni elmetti kaki/nocciola piuttosto lisci e lucidi, credo che questo si spieghi con l'estrema eterogeneità dei materiali utilizzati, riscontrabile del resto in ogni singola componente degli elmetti impiegati nell'EI, a mio modesto parere l'analisi degli elmi 33 in uso nel dopo guerra, piuttosto bistrattati, risulta assai più complessa degli stessi in uso dal 33 al 45 (fatta eccezione per quelli relativi alla RSI).
L'idromembrolo, se ne trova menzione anche su manuali postbellici, veniva usato
normalmente nelle fabbriche anteguerra e belliche che provvedevano alla verniciatura degli elmetti. Serviva a compendiare le tinture adoperate, molto raramente lasciate lucide.
In epoca postbellica, a partire dagli anni '60, si preferi' adoperare un altro antiossidante, ma
francamente il risultato ha sempre lasciato molto a desiderare.
Non so se Gertro intendesse riferirsi, per quanto concerne il colore delle uniformi, ai BDs
chiamati 'bottiglioni', effettivamente di colore indefinibile. Se pero' si riferiva al colore tipico degli anni '50 e '60, e prossimamente vicini,per me hai ragione tu, infatti il colore non e' affatto cambiato,contrariamente a quello degli elmetti. [249 PaoloM
io invece preponderei per una opzione nociola per i reparti che lo utilizzavano in abinamenti operativi con le tute mimetiche (dove in effetti prevale queste tonalità di marrone /rossiccio) invece che con i BD
Gli elmetti venivano utilizzati a seconda delle circostanze con le varie tenute, quindi sia con l'uniforme ordinaria invernale (giacchino di panno), sia con quella estiva (camicia e pantaloni di tela), in determinate circostanze addestrative od operative si usavano le combinazioni mimetiche con la tenuta ordinaria di servizio, dubito quindi che il colore degli elmetti potesse essere inteso in funzione di questa tanto più che la "chiazzata" fu abolita nel 1971-73...
Solo Gertro può chiarire ed eventualmente rettificare il senso della sua affermazione, ma mi sembra di intendere che egli, nell'ambito delle uniformi adottate e realizzate per il nostro esercito, affermi che ci furono due fasi, scandite dall'impiego di tessuti di diversa tonalità, il che non corrisponde ai fatti...Citazione:
In sostanza negli anni 50 l'uniforme del nostro esercito era in un cachi rossiccio molto simile al panno inglese per cui il colore dell'elmetto venne adeguato a questa tonalita', soggolo compreso. Negli anni 60, con l'adozione di un panno di colore piu' marcatamente oliva anche il colore dell'elmetto venne nuovamente adeguato a questa tonalita'.
Il discorso che facevo era a linee generali. Da discussioni tra collezionisti di battle dress ho appreso che il panno utilizzato dal 1955 in poi era piu' marcatamente tendente al verde. E' consequenziale ritenere che i 33 abbiano ricevuto inizialmente la colorazione rossiccia sia sotto l'influenza dei colori inglesi sia per le sfumature dell'originario panno usato per il confezionamento delle battle dress italiane probabilmente meno tendente al verde. Anche riscontri in opere uniformologiche parrebbero confermare questa tendenza rossiccia delle uniformi di tale periodo. Comunque condivido i rilievi espressi da te e da Marpo. La mia era una ipotesi finalizzata a dare un probabile senso logico alla colorazione rossiccia del 33 negli anni 50 poi variata nel verde oliva negli anni 60. Certo una comparazione della tonalita' del panno delle uniformi a cavallo tra il 45 e il 55 aiuterebbe molto per capire appieno le ragioni della livrea rossiccia che il 33 ha avuto in quegli anni. Ciao.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Parli come se il discorso del panno usato per le uniformi dal 46 al 55 fosse un campo tutto da esplorare, può darsi che esistano collezionisti di giubbetti italiani che la sappiano più lunga di me (non si finisce mai di imparare) però io possiedo diverse uniformi di questo periodo ed altre ne ho viste direttamente e toccate con mano e se ci sono delle variazioni di tono, come già detto, questo dipende dalla variabilità delle pezze di stoffa usata, poi ci sono anche uniformi da ufficiale confezionate con tessuto americano o di altra natura con conseguente differenza di colore rispetto a quelle della truppa, c'erano anche ufficiali e sottufficiali che indossavano Ike jacket USA (poco tollerate dai superiori); se prendi dieci uniformi e le metti vicine non ce ne sono due uguali ma non è scritto da nessuna parte che il tessuto sia stato sostanzialmente modificato, ne risulta che le prime uniformi avessero una componente marcatamente marrone nella tinta.
E' probabile che il colore degli elmetti venne stabilito quando tra il 46 ed il 49 la presenza di Battle Dress britanniche era ancora massiccia, e che poi si prosegui per inerzia fino ai primi alla prima metà degli anni '50 ad utilizzare quel colore che poi con il kaki/oliva delle uniformi non stona poi tanto...
Quindi fondamentalmente il panno italiano e' a base verde sin dall'origine? In sostanza quando l'Italia inizio' in proprio il confezionamento di questa nuova uniforme il panno e' stato sempre a base verde? Devo quindi ricredermi dei dati acquisiti dalle fonti che ho indicato. In sostanza il battle dress britannico ha influenzato l'uniformologia italiana del dopoguerra solo nel disegno dell'uniforme e nel tessuto da utilizzare ma non nel colore. Perche' dunque si e' inteso ritornare nel colore del panno a una tonalita' simile a quella della prima guerra mondiale? Tradizione e innovazione da far convivere insieme?Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
A questo punto e' giocoforza ritenere che l'adozione del colore marrone-rossiccio per il 33 sia stato influenzato dalle uniformi circolanti nell'immediatissimo dopoguerra, periodo in cui va allora collocato l'inizio del ricondizionamento dei 33 bellici. Non e' un caso se anche la retina per i 33 sia marrone. In sostanza per il 33 abbiamo diverse sfumature di marrone rossiccio che partono dal guscio per giungere al soggolo e per terminare con la retina. Evidentemente dato il clima di guerra fredda che aleggiava gia' verso la fine della seconda guerra mondiale si provvide subito, dopo la fine della guerra, a ricondizionare i 33 secondo le ispirazioni coloristiche del momento al fine di completare in maniera consona le uniformi gia' in uso nel primo dopoguerra. Quella tonalita' poi e' rimasta e si e' continuata ad utilizzare negli anni 50 perche', tutto sommato, in sintonia con le uniformi di produzione italiana e con le uniformi da combattimento. Resta a questo punto da spiegare come mai si decise poi il cambio di tonalita' in un colore verdino (l'oliva anni 60) poco adatto a sposarsi con le uniformi ancora in uso per un bel periodo di tempo. Il marrone rossiccio fondamentalmente era piu' scuro e meglio si adattava ad esigenze mimetiche per la tonalita', con l'oliva anni 60 sinceramente questo non avviene (salvo l'uso della retina). E' un colore troppo chiaro per un esercito di terra. Che ne pensi? Ciao.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Sul I tomo dell'opera "Struttura, uniformi e distintivi dell'esercito italiano 1946-70" di Ales-Viotti, a pagina 368 del Capitolo III "IL VESTIARIO" -giubetto di panno- dopo aver descritto la battle dress britannica dice: - "Questo fu il modello che influenzò maggiormente la scelta del Ministero nel 1946, quando si trattò di scegliere il modello del giubetto "italiano", mentre per il colore si optò per il kaki-oliva che era stato scelto nel frattempo per l'intero corredo dell'esercito." Anche dall'osservazione diretta risulta quanto detto del testo, possono esserci delle variazioni nella tinta con la predominante di uno dei toni che compongono questa tinta ma nulla che faccia ipotizzare delle fasi ben distinte ( ho una bustina in panno mod. 46 rossiccia, ma è l'unica tra le tante in collezione); Non riesco a trovare nelle tue precedenti affermazioni delle fonti citate, non so se ti riferisci alle informazioni raccolte da collezionisti di Battle dress, ma sai sulle uniformi del dopo guerra c'è molta confusione.Citazione:
Originariamente Scritto da Gertro
Il kaki-oliva non ha nulla a che fare con il panno della I GM, non capisco l'affermazione...
Gli elmetti kaki-nocciola generalmente hanno ancora il sottogola in cuoio generalmente grigio verde, ne ho visti di sbiaditi ma mai rossicci, la retina credo sia una copia di quella in uso presso l'esercito britannico, tutto quello che si può dire circa il cambiamento di tonalità sono tutte supposizioni, e quindi lasciano il tempo che trovano, il kaki-oliva degli anni '60 ha una grande variabilità la componente verde è modulata diversamente a secondo dei casi (ho un elmetto delle trasmissioni con fregio su kaki-oliva, sopra verniciato con altro fregio delle trasmissioni praticamente marrone...), le considerazioni sul mimetismo, sono molto relative, varia a secondo dei terreni e delle stagioni motivo per cui tutti gli eserciti moderni utilizzano telini mimetici in armonia con la tenuta di combattimento utilizzata, ed anche all'epoca in situazione operativa l'elmetto era indossato con il cappuccio mimetico tenuto dall'apposita retina che consentiva il fissaggio di materiale tratto dal teatro operativo...Citazione:
A questo punto e' giocoforza ritenere che l'adozione del colore marrone-rossiccio per il 33 sia stato influenzato dalle uniformi circolanti nell'immediatissimo dopoguerra, periodo in cui va allora collocato l'inizio del ricondizionamento dei 33 bellici. Non e' un caso se anche la retina per i 33 sia marrone. In sostanza per il 33 abbiamo diverse sfumature di marrone rossiccio che partono dal guscio per giungere al soggolo e per terminare con la retina. Evidentemente dato il clima di guerra fredda che aleggiava gia' verso la fine della seconda guerra mondiale si provvide subito, dopo la fine della guerra, a ricondizionare i 33 secondo le ispirazioni coloristiche del momento al fine di completare in maniera consona le uniformi gia' in uso nel primo dopoguerra. Quella tonalita' poi e' rimasta e si e' continuata ad utilizzare negli anni 50 perche', tutto sommato, in sintonia con le uniformi di produzione italiana e con le uniformi da combattimento. Resta a questo punto da spiegare come mai si decise poi il cambio di tonalita' in un colore verdino (l'oliva anni 60) poco adatto a sposarsi con le uniformi ancora in uso per un bel periodo di tempo. Il marrone rossiccio fondamentalmente era piu' scuro e meglio si adattava ad esigenze mimetiche per la tonalita', con l'oliva anni 60 sinceramente questo non avviene (salvo l'uso della retina). E' un colore troppo chiaro per un esercito di terra. Che ne pensi? Ciao.
Condivido appieno la confusione che esiste sulle battle dress del dopoguerra. Per le fonti mi riferisco, in particolare, ad un'ampia discussione sulle battle dress del dopoguerra avvenuta su altro forum e a un'opera dei f.lli del Giudice (Atlante delle uniformi militari italiane dal 1934 ad oggi, edito nel 1984 da Albertelli) in cui e' utilizzato per la colorazione delle uniformi degli anni 50 un evidente marrone-rossiccio.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Intendevo dire che non era la prima volta che il nostro esercito decideva di utilizzare per le uniformi un panno tendente al verde.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Non necessariamente perche vi sono esempi dotati di soggolo in canapa marrone-rossiccio (cui intendevo riferirmi) montati ad anelli rettangolari in colorazione grigioverde.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Sono d'accordo perche' si tratta di circostanze non documentate e quindi di difficile collocazione temporale. Restano allo stato solo le ipotesi che ci si augura di poter sempre elaborare e discutere.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Tuttavia l'oliva di fabbrica ha generalmente una tonalita' decisamente chiara.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Pero' converrai con me che una tonalita' di verde piu' scura sarebbe stata piu' appropriata in ogni contesto.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Tuttavia l'evidenza fotografica dei nostri militari post comprova che generalmente era utilizzata la sola retina per l'elmetto. Ciao.Citazione:
Originariamente Scritto da adriano
Proprio ieri sera stavo seguendo una interessante trasmissione prodotta dalla BBC su History Channel intitolata "Una notte al museo", la puntata si riferiva all'Imperial War Museum, ad un certo punto si parlava del mimetismo (c'era un intero magazzino stipato di contenitori contenenti uniformi e reperti relativi al mimetismo), un esperto ci aggiornava sui recenti studi per rendere sempre meno individuabili i soldati moderni, il terreno in esame era neanche a dirlo l'Afghanistan, dove a quanto pare si passa da zone brulle ad aree verti ricche di vegetazione ed alberi, nell'impossibilità di cambiare tuta a seconda delle circostanze in fase sperimentale si è accertato che risulta mediamente più invisibile uno schema mimetico tenuto sotto tono nelle tinte e con poco scarto cromatico tra gli elementi grafici che ne costituiscono il Pattern, quella più efficiente (multiterreno) era grigetta con un tono appena accennato di verdino, piccoli spot di colore e linee spezzate di piccole dimensioni, l'altra con pattern uguale ma con una componente di verde più accentuata e con toni più definiti spiccava sui tratti di prato secco in un modo impressionante...Citazione:
Pero' converrai con me che una tonalita' di verde piu' scura sarebbe stata piu' appropriata in ogni contesto.
Esiste una fonte,non so quanto veritiera e controllata (in sostanza potrebbe essere una leggenda) secondo cui i primi battle dress Italiani modello 1946 (o buona parte di essi) furono confezionati con quantitativi di panno cachi tendente all'oliva trovati nei magazzini ed originariamente tessuti per le uniformi del CTV,ossia del corpo di spedizione Italiano in Spagna.Citazione:
Originariamente Scritto da Gertro
Sempre secondo questa voce,durante il periodo del Regno del sud,parecchi capi kaki,specie per gli ufficiali,furono confezionati "all'Inglese" utilizzando questo panno.
Scegliere il kaki virato all'oliva era dunque un modo per richiamarsi al Corpo Italiano di liberazione ed alla guerra 1943-1945 contro i tedeschi (all'inizio le fonti ufficiali dell'Esercito dividevano,o tentavano di dividere la partecipazione Italiana alla II guerra mondiale in due conflitti distinti: la guerra 1940-1943,e quella contro l'invasione germanica 1943-1944...il concetto sottinteso era "la prima l'abbiamo persa,la seconda l'abbiamo "vinta"..ma ce la cantavamo e ce la suonavamo da soli).
Ripeto,non so se questa storia è vera o no; se si, si dovrebbe spiegare come mai le ordinarie invernali per Ufficiali e Sottufficiali erano invece di tonalità cachi nocciola.
Personalmente ritengo che la spiegazione sia più semplice.
Quel pò di verde in più al panno dei giubbetti ha una motivazione "mimetica",perchè il giubbetto era (e lo rimase fino alla fine degli anni 60) un uniforme da combattimento (cui eventualmente aggiungere la sovratuta mimetica).
Ciao Carpu65, grazie per le preziose informazioni. Ciao.